Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVIII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Mercoledì 29 luglio 2020

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME: DOC. IV, N. 6

Doc. IV, n. 6 — Domanda di autorizzazione all'utilizzazione di intercettazioni di conversazioni e comunicazioni telefoniche e ambientali nei confronti di Antonio Marotta, deputato all'epoca dei fatti

Tempo complessivo: 2 ore e 30 minuti (*).

Relatore 15 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 21 minuti
(con il limite massimo di 4 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 44 minuti
 MoVimento 5 Stelle 22 minuti
 Lega – Salvini premier 17 minuti
 Forza Italia – Berlusconi presidente 14 minuti
 Partito Democratico 14 minuti
 Fratelli d'Italia 10 minuti
Italia Viva 9 minuti
Liberi e Uguali 8 minuti
 Misto: 10 minuti
  Noi Con l'Italia-USEI-CAMBIAMO!-
  Alleanza di Centro
2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  Popolo Protagonista – Alternativa
  Popolare
2 minuti
  Centro Democratico-Radicali
  Italiani-+Europa
2 minuti
  MAIE-Movimento Associativo
  Italiani all'Estero
2 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 10 minuti per il gruppo di appartenenza del deputato interessato.

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 29 luglio 2020.

  Amitrano, Ascani, Azzolina, Battelli, Benvenuto, Boccia, Bonafede, Claudio Borghi, Boschi, Brescia, Buffagni, Businarolo, Cancelleri, Carbonaro, Carfagna, Castelli, Cirielli, Colletti, Colucci, Comaroli, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Dadone, De Micheli, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Luigi Di Maio, Di Stefano, Fantuz, Ferraresi, Gregorio Fontana, Fraccaro, Franceschini, Frusone, Gallinella, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giacomoni, Giorgis, Grande, Grimoldi, Gualtieri, Guerini, Invernizzi, L'Abbate, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Maggioni, Mammì, Maniero, Mauri, Molinari, Morani, Morassut, Morelli, Occhionero, Orrico, Palmisano, Parolo, Rampelli, Rizzo, Rosato, Ruocco, Saltamartini, Scalfarotto, Schullian, Carlo Sibilia, Sisto, Spadafora, Spadoni, Tasso, Tofalo, Tomasi, Trano, Traversi, Vignaroli, Villarosa, Viscomi, Raffaele Volpi, Zoffili.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

  Amitrano, Ascani, Azzolina, Battelli, Benvenuto, Boccia, Bonafede, Claudio Borghi, Boschi, Brescia, Buffagni, Businarolo, Cancelleri, Carbonaro, Carfagna, Castelli, Cirielli, Colletti, Colucci, Comaroli, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Dadone, De Micheli, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Luigi Di Maio, Di Stefano, Fantuz, Ferraresi, Gregorio Fontana, Fraccaro, Franceschini, Frusone, Gallinella, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giacomoni, Giorgis, Grande, Grimoldi, Gualtieri, Guerini, Invernizzi, L'Abbate, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Maggioni, Mammì, Maniero, Mauri, Molinari, Morani, Morassut, Morelli, Occhionero, Orrico, Palmisano, Parolo, Rampelli, Ravetto, Rizzo, Rosato, Ruocco, Saltamartini, Scalfarotto, Schullian, Carlo Sibilia, Sisto, Spadafora, Spadoni, Tasso, Tofalo, Tomasi, Trano, Traversi, Vignaroli, Villarosa, Viscomi, Raffaele Volpi, Zoffili.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 28 luglio 2020 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   TERMINI ed altri: «Disposizioni per l'inclusione sociale delle persone con disabilità sensoriale mediante la rimozione delle barriere alla comunicazione e all'informazione» (2612);
   CIABURRO: «Abolizione del limite numerico minimo di alunni per la formazione delle classi nelle scuole primarie e secondarie dei comuni montani, delle piccole isole e delle aree geografiche abitate da minoranze linguistiche» (2613).

  Saranno stampate e distribuite.

Adesione di deputati a proposte di legge.

  La proposta di legge FIANO ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla diffusione intenzionale e massiva di informazioni false attraverso la rete internet e sul diritto all'informazione e alla libera formazione dell'opinione pubblica» (1056) è stata successivamente sottoscritta, in data 28 luglio 2020, dalla deputata Carnevali.

  La proposta di legge ROSPI ed altri: «Disciplina dello svolgimento dei corsi di formazione al salvataggio in acque marittime, acque interne e piscine e del rilascio delle abilitazioni all'esercizio della professione di assistente ai bagnanti» (1727) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Angiola.

  La proposta di legge GEMMATO ed altri: «Modifiche all'articolo 1, commi 401 e 402, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, in materia di incremento del Fondo per la cura dei soggetti con disturbi dello spettro autistico e di utilizzazione del medesimo Fondo» (2367) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Ciaburro.

Assegnazione di progetti di legge a Commissione in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alla sottoindicata Commissione permanente:

   XII Commissione (Affari sociali):
  PAOLO RUSSO e BOND: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla diffusione dell'epidemia di COVID-19, sulle misure adottate per la prevenzione, la profilassi e la cura e sulle conseguenze rilevanti per l'organizzazione del Servizio sanitario nazionale» (2543) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), III, V, VIII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
  PRESTIPINO: «Modifiche al decreto legislativo 6 aprile 2006, n. 193, in materia di medicinali somministrabili agli animali non destinati alla produzione di alimenti e di cessione frazionata di farmaci veterinari per gli animali da compagnia» (2590) Parere delle Commissioni I, II, V, XIII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Annunzio di sentenze della Corte costituzionale.

  La Corte costituzionale ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 30, secondo comma, della legge 11 marzo 1953, n. 87, copia delle seguenti sentenze che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del Regolamento, sono inviate alle sottoindicate Commissioni competenti per materia, nonché alla I Commissione (Affari costituzionali):
  in data 20 luglio 2020, Sentenza n. 152 del 23 giugno – 20 luglio 2020 (Doc. VII, n. 494),
   con la quale:
    dichiara, nei sensi e nel termine di cui in motivazione, l'illegittimità costituzionale dell'articolo 38, comma 4, della legge 28 dicembre 2001, n. 448, recante «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2002)», nella parte in cui, con riferimento agli invalidi civili totali, dispone che i benefici incrementativi di cui al comma 1 sono concessi «ai soggetti di età pari o superiore a sessanta anni» anziché «ai soggetti di età superiore a diciotto anni»;
    dichiara inammissibile la questione di illegittimità costituzionale dell'articolo 12, primo comma, della legge 30 marzo 1971, n. 118 (Conversione in legge del decreto-legge 30 gennaio 1971, n. 5, e nuove norme in favore dei mutilati ed invalidi civili), sollevata, in riferimento agli articoli 3, 38, primo comma, 10, primo comma, e 117, primo comma, della Costituzione, dalla Corte d'appello di Torino, sezione lavoro:
   alla XII Commissione (Affari sociali);

  in data 21 luglio 2020, Sentenza n. 155 del 25 giugno – 21 luglio 2020 (Doc. VII, n. 496),
   con la quale:
    dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 11-quater del decreto-legge 14 dicembre 2018, n. 135 (Disposizioni urgenti in materia di sostegno e semplificazione per le imprese e per la pubblica amministrazione), convertito, con modificazioni, nella legge 11 febbraio 2019, n. 12, che ha inserito i commi 1-quinquies ed 1-septies nell'articolo 12 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79 (Attuazione della direttiva 96/92/CE recante norme comuni per il mercato interno dell'energia elettrica), limitatamente, nel comma 1-quinquies, al periodo «Il canone così determinato è destinato per almeno il 60 per cento alle province e alle città metropolitane il cui territorio è interessato dalle derivazioni», e, nel comma 1-septies, al periodo «; tale canone aggiuntivo è destinato per un importo non inferiore al 60 per cento alle province e alle città metropolitane il cui territorio è interessato dalle derivazioni»:
   alle Commissioni riunite VIII (Ambiente) e X (Attività produttive);

  in data 21 luglio 2020, Sentenza n. 156 del 25 giugno – 21 luglio 2020 (Doc. VII, n. 497),
   con la quale:
    dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 131-bis del codice penale, inserito dall'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 16 marzo 2015, n. 28, recante «Disposizioni in materia di non punibilità per particolare tenuità del fatto, a norma dell'articolo 1, comma 1, lettera m), della legge 28 aprile 2014, n. 67», nella parte in cui non consente l'applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto ai reati per i quali non è previsto un minimo edittale di pena detentiva:
   alla II Commissione (Giustizia);

  in data 23 luglio 2020, Sentenza n. 159 del 24 giugno – 23 luglio 2020 (Doc. VII, n. 500),
   con la quale:
    dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 2, comma 1, lettera a), della legge della Regione Lombardia 6 giugno 2019, n. 9 (Legge di revisione normativa e di semplificazione 2019), nella parte in cui aggiunge il comma 5-quaterdecies all'articolo 1 della legge della Regione Lombardia 27 dicembre 2006, n. 30, recante «Disposizioni legislative per l'attuazione del documento di programmazione economico-finanziaria regionale, ai sensi dell'articolo 9-ter della legge regionale 31 marzo 1978, n. 34 (Norme sulle procedure della programmazione, sul bilancio e sulla contabilità della Regione) – collegato 2007»;
    dichiara estinto il processo relativamente alle questioni di legittimità costituzionale degli articoli 4, comma 1, lettera e) – che aggiunge all'articolo 59 della legge della Regione Lombardia 31 marzo 1978, n. 34 (Norme sulle procedure della programmazione, sul bilancio e sulla contabilità della Regione), i commi 8-sexies e 8-septies –, e 10, comma 1, lettera d) – nella parte in cui aggiunge all'articolo 15 della legge della Regione Lombardia 28 ottobre 2003, n. 20, recante «Istituzione del Comitato regionale per le comunicazioni (CORECOM)», i commi da 2-bis a 2-quater –, della legge della regione Lombardia n. 9 del 2019, promosse dal Presidente del Consiglio dei ministri, in riferimento, nel complesso, agli articoli 3, primo comma, 97, primo comma, e 117, commi secondo, lettere e) ed l), e terzo, della Costituzione:
   alle Commissioni riunite V (Bilancio) e XI (Lavoro);

  in data 24 luglio 2020, Sentenza n. 163 del 19 maggio – 24 luglio 2020 (Doc. VII, n. 503),
   con la quale:
    dichiara l'illegittimità costituzionale della legge della Regione Calabria 31 maggio 2019, n. 16 (Interpretazione autentica dell'articolo 1 della legge regionale 27 aprile 2015, n. 11);
    dichiara inammissibile la questione di legittimità costituzionale della legge della regione Calabria n. 16 del 2019, promossa, in riferimento all'articolo 117, terzo comma, della Costituzione, dal Presidente del Consiglio dei ministri:
   alla IX Commissione (Trasporti);

  in data 27 luglio 2020, Sentenza n. 166 del 9 – 27 luglio 2020 (Doc. VII, n. 506),
   con la quale:
    dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 66 della legge della Regione Puglia 28 dicembre 2018, n. 67, recante «Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2019 e bilancio pluriennale 2019-2021 della Regione Puglia (Legge di stabilità regionale 2019)»;
    dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 72 della legge della regione Puglia n. 67 del 2018 nel testo precedente le modifiche apportate dall'articolo 10 della legge della Regione Puglia 30 novembre 2019, n. 52 recante «Assestamento e variazione al bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2019 e pluriennale 2019-2021»;
    dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 93 della legge della regione Puglia n. 67 del 2018;
    dichiara estinto il processo relativamente alla questione di legittimità costituzionale dell'articolo 15 della legge della regione Puglia n. 67 del 2018, promossa, in riferimento agli articoli 9 e 117, comma secondo, lettera s), della Costituzione, dal Presidente del Consiglio dei ministri;
    dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 61 della legge della regione Puglia n. 67 del 2018, promossa, in riferimento all'articolo 117, terzo comma, della Costituzione, dal Presidente del Consiglio dei ministri;
    dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 86 della legge della regione Puglia n. 67 del 2018, promossa, in riferimento all'articolo 117, terzo comma, della Costituzione, dal Presidente del Consiglio dei ministri:
   alla XII Commissione (Affari sociali).

  La Corte costituzionale ha depositato in cancelleria le seguenti sentenze che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del Regolamento, sono inviate alle sottoindicate Commissioni competenti per materia, nonché alla I Commissione (Affari costituzionali), se non già assegnate alla stessa in sede primaria:

 sentenza n. 153 del 25 giugno – 20 luglio 2020 (Doc. VII, n. 495),
   con la quale:
    dichiara inammissibili le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 19, comma 6-ter, della legge 7 agosto 1990, n. 241 (Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi), sollevate, in riferimento agli articoli 3, 24, 103 e 113 della Costituzione, dal Tribunale amministrativo regionale per l'Emilia-Romagna, sezione staccata di Parma:
   alle Commissioni riunite VIII (Ambiente) e X (Attività produttive);

 sentenza n. 157 del 26 giugno – 21 luglio 2020 (Doc. VII, n. 498),
   con la quale:
    dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 29, comma 1, lettera c), del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42), sollevate, dalla Corte dei conti – sezione regionale di controllo per la Campania, in riferimento agli articoli 81 e 97, commi primo e secondo, della Costituzione, anche in combinato disposto con gli articoli 1, 2, 3 e 32 della Costituzione:
   alla V Commissione (Bilancio);

  sentenza n. 158 del 10 giugno – 21 luglio 2020 (Doc. VII, n. 499),
   con la quale:
    dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 20 del decreto del Presidente della Repubblica 26 aprile 1986, n. 131 (Approvazione del testo unico delle disposizioni concernenti l'imposta di registro), come modificato dall'articolo 1, comma 87, lettera a), della legge 27 dicembre 2017, n. 205 (Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020), e dall'articolo 1, comma 1084, della legge 30 dicembre 2018, n. 145 (Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021), sollevate dalla Corte di cassazione, sezione quinta civile, in riferimento agli articoli 3 e 53 della Costituzione:
   alla VI Commissione (Finanze);

  sentenza n. 160 del 24 giugno – 23 luglio 2020 (Doc. VII, n. 501),
   con la quale:
    dichiara inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 25, commi 2-bis, ultimo periodo, e 3, della legge della Regione Marche 5 gennaio 1995, n. 7 (Norme per la protezione della fauna selvatica e per la tutela dell'equilibrio ambientale e disciplina dell'attività venatoria), sollevata, in riferimento all'articolo 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione, dal Tribunale amministrativo regionale per le Marche:
   alla XIII Commissione (Agricoltura);

  sentenza n. 161 del 24 giugno – 23 luglio 2020 (Doc. VII, n. 502),
   con la quale:
    dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale degli articoli 1, comma 2, 2, 3, comma 7, e 5 della legge della Regione Siciliana 7 giugno 2019, n. 8 (Norme per lo sviluppo del turismo nautico. Disciplina dei marina resort. Norme in materia di elezioni degli organi degli enti di area vasta), promosse, in riferimento all'articolo 117, secondo comma, lettera e), della Costituzione, dal Presidente del Consiglio dei Ministri:
   alla IX Commissione (Trasporti);

  sentenza n. 164 dell'11 giugno – 24 luglio 2020 (Doc. VII, n. 504),
   con la quale:
    dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 1, comma 93, lettere a), b), c) e d), della legge 27 dicembre 2017, n. 205 (Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020), sollevate, in riferimento agli articoli 3, 51, 97 e 136 della Costituzione, dal Tribunale amministrativo regionale per il Lazio, sezione seconda-ter;
    dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 1 comma 93, lettera e), della legge n. 205 del 2017, sollevate, in riferimento agli articoli 3, 51 e 97 della Costituzione, dal Tribunale amministrativo regionale per il Lazio, sezione seconda-ter:
   alla I Commissione (Affari costituzionali);

  sentenza n. 165 del 24 giugno – 24 luglio 2020 (Doc. VII, n. 505),
   con la quale:
    dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 24, comma 6, della legge 30 dicembre 2010, n. 240 (Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario), sollevate dal Tribunale amministrativo regionale per la Calabria, in riferimento agli articoli 3 e 97 della Costituzione:
   alla VII Commissione (Cultura);

  sentenza n. 167 del 24 giugno – 27 luglio 2020 (Doc. VII, n. 507),
   con la quale:
    dichiara la manifesta inammissibilità delle questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 9, comma 21, secondo periodo, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78 (Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica), convertito, con modificazioni, nella legge 30 luglio 2010, n. 122, dell'articolo 16, comma 1, lettera b), del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98 (Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria), convertito, con modificazioni, nella legge 15 luglio 2011, n. 111, come integrato dall'articolo 1, comma 1, lettera a), primo periodo, del decreto del Presidente della Repubblica 4 settembre 2013, n. 122 (Regolamento in materia di proroga del blocco della contrattazione e degli automatismi stipendiali per i pubblici dipendenti, a norma dell'articolo 16, commi 1, 2 e 3, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111), e dell'articolo 1, comma 256, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, recante «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2015)», sollevate – in riferimento all'articolo 117, primo comma, della Costituzione in relazione all'articolo 1 del Protocollo n. 12 alla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (CEDU), firmato a Roma il 4 novembre 2000 – dalla Corte dei conti, sezione giurisdizionale regionale per l'Abruzzo;
    dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale delle medesime disposizioni, sollevate, in riferimento all'articolo 3 della Costituzione, dalla Corte dei conti, sezione giurisdizionale regionale per la Lombardia;
    dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale delle medesime disposizioni sollevate, in riferimento agli articoli 2, 3, 36, 38, 53 e 117, primo comma, della Costituzione, quest'ultimo in relazione all'articolo 1 del Protocollo addizionale CEDU, firmato a Parigi il 20 marzo 1952, ratificato e reso esecutivo con legge 5 agosto 1955, n. 848, dalla Corte dei conti, sezione giurisdizionale regionale per l'Abruzzo:
   alla XI Commissione (Lavoro);

  sentenza n. 168 dell'8 – 27 luglio 2020 (Doc. VII, n. 508),
   con la quale:
    dichiara inammissibili le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 1, comma 6, del decreto-legge 28 settembre 2018, n. 109 (Disposizioni urgenti per la città di Genova, la sicurezza della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti, gli eventi sismici del 2016 e 2017, il lavoro e le altre emergenze), convertito, con modificazioni, nella legge 16 novembre 2018, n. 130, sollevate, in riferimento complessivamente agli articoli 3, 23, 24, 41, 97, 102, 103 e 111 della Costituzione, dal Tribunale amministrativo regionale (TAR) per la Liguria;
    dichiara inammissibili le questioni di legittimità costituzionale degli articoli 1, comma 6, 1-bis e 4-bis del decreto-legge n. 109 del 2018, come convertito, sollevate, in riferimento agli articoli 3, 23, 24, 41, 97, 102, 103 e 111 della Costituzione, dal TAR Liguria;
    dichiara inammissibili le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 1, comma 7, del decreto-legge n. 109 del 2018, come convertito, nella parte in cui esclude dalla procedura le società collegate al concessionario, sollevate, in riferimento agli articoli 3, 41 e 111 della Costituzione, dal TAR;
    dichiara inammissibili le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 1-ter del decreto-legge n. 109 del 2018, come convertito, sollevate, in riferimento complessivamente agli articoli 3, 23 e 97 della Costituzione, dal TAR;
    dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale degli articoli 1, commi 3, 5, 7, 8, e 8-bis del decreto-legge n. 109 del 2018, come convertito, sollevate, in riferimento complessivamente agli articoli 3, 23 e 97 della Costituzione dal TAR Liguria;
    dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale degli articoli 1, commi 5, 1-bis e 4-bis del decreto-legge n. 109 del 2018, come convertito, sollevate, in riferimento agli articoli 3 e 97 della Costituzione, dal TAR Liguria;
    dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 1, comma 7, del decreto-legge n. 109 del 2018, come convertito, nella parte in cui esclude dalla procedura la concessionaria al tempo dell'evento, sollevate, in riferimento complessivamente agli articoli 3, 23, 24, 41, 97, 102, 103 e 111 della Costituzione, dal TAR Liguria:
   alla VIII Commissione (Ambiente).

Trasmissione dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.

  Il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, con lettere del 24 luglio 2020, ha trasmesso le note relative all'attuazione data alla risoluzione conclusiva QUARTAPELLE PROCOPIO ed altri n. 8/00043, accolta dal Governo ed approvata dalla III Commissione (Affari esteri) nella seduta del 15 ottobre 2019, sull'offensiva della Turchia nel Nord della Siria e, per la parte di propria competenza, alla risoluzione conclusiva ACUNZO ed altri n. 8/00059, accolta dal Governo ed approvata dalle Commissioni riunite III (Affari esteri) e VII (Cultura) nella seduta dell'11 dicembre 2019, concernente la promozione del cinema italiano all'estero, nonché agli ordini del giorno BOLDRINI e QUARTAPELLE PROCOPIO n. 9/1988/1, accolto dal Governo nella seduta del 6 novembre 2019, concernente misure di contrasto alla tratta di esseri umani provenienti dalla Nigeria, CILLIS ed altri n. 9/2461-AR/75, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 26 maggio 2020, riguardante l'adozione di iniziative volte a contenere l'impatto dei dazi sull'agroalimentare italiano.
  Le suddette note sono a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare e sono trasmesse alle Commissioni III (Affari esteri) e VII (Cultura) competenti per materia.

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 28 luglio 2020, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, il progetto di bilancio annuale dell'Unione per l'esercizio finanziario 2021 – Introduzione generale – Stato generale delle spese – Stato generale delle entrate – Stato delle entrate e delle spese per sezione (COM(2020) 300 final), che è assegnata, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni riunite V (Bilancio) e XIV (Politiche dell'Unione europea).

  La proposta di direttiva del Consiglio recante modifica della direttiva 2011/16/UE del Consiglio relativa alla cooperazione amministrativa nel settore fiscale (COM(2020) 314 final), già trasmessa dalla Commissione europea e assegnata, in data 23 luglio 2020, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla VI Commissione (Finanze), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), è altresì assegnata alla medesima XIV Commissione ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 29 luglio 2020.

Richieste di parere parlamentare su atti del Governo.

  Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 27 luglio 2020, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1, comma 1, della legge 4 ottobre 2019, n. 117, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva (UE) 2018/958 relativa a un test della proporzionalità prima dell'adozione di una nuova regolamentazione delle professioni (186).

  Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla II Commissione (Giustizia) nonché, ai sensi del comma 2 dell'articolo 126 del Regolamento, alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), che dovranno esprimere i prescritti pareri entro il 7 settembre 2020. Essa è altresì assegnata, ai sensi del comma 2 dell'articolo 96-ter del Regolamento, alla V Commissione (Bilancio), che dovrà esprimere i propri rilievi sulle conseguenze di carattere finanziario entro il 18 agosto 2020.

  Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 27 luglio 2020, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1, comma 1, della legge 4 ottobre 2019, n. 117, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva (UE) 2018/957 recante modifica della direttiva 96/71/CE relativa al distacco dei lavoratori nell'ambito di una prestazione di servizi (187).

  Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla XI Commissione (Lavoro) nonché, ai sensi del comma 2 dell'articolo 126 del Regolamento, alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), che dovranno esprimere i prescritti pareri entro il 7 settembre 2020. Essa è altresì assegnata, ai sensi del comma 2 dell'articolo 96-ter del Regolamento, alla V Commissione (Bilancio), che dovrà esprimere i propri rilievi sulle conseguenze di carattere finanziario entro il 18 agosto 2020.

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI SULLE ULTERIORI INIZIATIVE IN RELAZIONE ALL'EMERGENZA EPIDEMIOLOGICA DA COVID-19

Risoluzioni

   La Camera,
   premesso che:
    la grave situazione epidemiologica che ha interessato il mondo intero è stata affrontata dal nostro Paese – pur nelle evidenti difficoltà determinate dalla dimensione del fenomeno – con efficacia attraverso il contributo e il sacrificio di tante persone;
    le misure intraprese dal Governo hanno consentito di fronteggiare una situazione di emergenza che ha costituito una diretta minaccia alla vita umana;
    a questo sforzo comune hanno contribuito tutte le istituzioni democratiche ed i cittadini che, con grande spirito civico e al prezzo di enormi sacrifici, hanno consentito di contenere un'epidemia che rischiava di non poter essere arginata;
   considerato che:
    nella fase attuale si è proceduto alla graduale riapertura di molte attività in modo tale da consentire la ripresa, progressiva e in sicurezza, di parti importanti della vita economica e sociale del Paese e che dai dati epidemiologici risulta complessivamente che il quadro generale della trasmissione e dell'impatto dell'infezione da Covid-19 in Italia rimane a bassa criticità, ferme restando le preoccupazioni che provengono dalla situazione sanitaria presente in altri Paesi;
    come segnalato anche dal Ministro della salute nelle sue comunicazioni alle Camere dello scorso 14 luglio, siamo in una fase di convivenza con l'epidemia, in un contesto nel quale le rilevazioni settimanali mettono chiaramente in evidenza che i rischi legati all'aumento delle attività e alla liberalizzazione degli spostamenti si manifestano solo attraverso piccoli focolai, che vengono successivamente contenuti, e che al contempo persiste l'assenza di segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali;
    la fase che ci attende deve essere caratterizzata da una rinnovata cornice giuridica che consenta la regolazione dei diversi aspetti con il pieno coinvolgimento del Parlamento e delle autonomie territoriali e funzionali nel rispetto dei principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio effettivamente presente su specifiche parti del territorio nazionale ed in modo da poter reagire con rapidità e flessibilità ad ogni emergenza;
    le misure di contrasto dell'epidemia, per superare i rilievi di costituzionalità, devono essere non solo limitate nel tempo, ma anche proporzionate all'attuale livello di pericolo;
    appare necessario procedere alla regolamentazione della nuova fase successiva al 31 luglio in primo luogo con norme di rango primario, anche con carattere di urgenza;
    per la regolazione dei diversi aspetti finora disciplinati dalla sequenza dei decreti-legge, dai decreti del Presidente del Consiglio dei ministri attuativi o dalle ordinanze appare necessario procedere individuando un'idonea base legislativa di rango primario, accompagnata da meccanismi di intervento normativo che consentano, ove necessario, risposte dotate della necessaria flessibilità e immediatezza, proseguendo lungo la strada tracciata dal decreto-legge n. 33 del 2020, così da intervenire in tutti gli ambiti che si rendono necessari,

impegna il Governo:

   1) a definire come termine ultimo per lo stato di emergenza nazionale il 15 ottobre 2020;
   2) a definire, altresì, con norma primaria le eventuali misure di limitazione di libertà fondamentali;
   3) ad assicurare il pieno coinvolgimento del Parlamento nelle fasi attuative dello stato di emergenza;
   4) a promuovere un preciso piano con tutte le azioni necessarie al fine di favorire la sempre più ordinata ripresa delle attività economiche e sociali, e di assicurare il più tempestivo ritorno alla normalità, nel pieno rispetto delle condizioni sanitarie di sicurezza;
   5) ad assicurare a settembre l'ordinario avvio dell'anno scolastico 2020-2021, con la ripresa in presenza delle attività didattiche nelle istituzioni scolastiche nel rispetto delle necessarie misure sanitarie dovute all'emergenza epidemiologica, nonché la ripresa, nel più breve tempo possibile, delle attività universitarie in presenza;
   6) a garantire il regolare svolgimento della campagna elettorale per le elezioni amministrative, regionali e per il referendum costituzionale dei prossimi 20-21 settembre, ferma restando la possibilità di adottare specifiche prescrizioni sugli accorgimenti di tipo sanitario;
   7) a individuare gli spazi più adatti ad accogliere le operazioni di celebrazione della tornata elettorale e referendaria dei prossimi 20-21 settembre, preferendo la scelta di non svolgere dette procedure all'interno degli edifici scolastici;
   8) a mettere in atto tutti gli interventi più adeguati volti a superare le attuali decisioni in materia di chiusura delle strutture residenziali psichiatriche sull'intero territorio nazionale, anche al fine di ridurre la disomogeneità organizzativa che ha investito la gestione di dette strutture durante l'epidemia a causa delle differenti collocazioni regionali, nonché di consentire ai pazienti delle medesime di usufruire delle cure e dei servizi offerti nella maniera più consona possibile, nel rispetto delle imprescindibili norme igienico-sanitarie finalizzate a contrastare e a prevenire la diffusione dei contagi da Covid-19, salvaguardando altresì la salute di utenti e lavoratori attraverso forme di sostegno e agevolazione nell'approvvigionamento di dispositivi di protezione individuali e nella predisposizione di tamponi e test sierologici.
(6-00119) «Davide Crippa, Delrio, Boschi, Fornaro».


   La Camera,
   premesso che:
    la dichiarazione dello stato di emergenza, adottata con deliberazione del Consiglio dei ministri il 31 gennaio 2020, ha conferito al Capo dipartimento per la Protezione Civile il potere di intervenire nelle zone interessate dall'emergenza epidemiologica da COVID-19 con ordinanze in deroga alle disposizioni di legge ma nei limiti e secondo i criteri indicati con la dichiarazione dello stato di emergenza e nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento giuridico;
    una proroga della data di cessazione dello stato di emergenza, fissata attualmente al 31 luglio 2020, comporta quindi un prolungamento del periodo entro il quale la Protezione Civile può mettere in atto interventi agili per il soccorso e l'assistenza della popolazione eventualmente interessata dal contagio, per il potenziamento dei controlli nelle aree aeroportuali e portuali, in continuità con le misure urgenti adottate dal Ministero per la salute, per il rientro in Italia dei cittadini che si trovano nei Paesi a rischio e per il rimpatrio dei cittadini stranieri nei Paesi di origine esposti al rischio;
    la nostra Costituzione non contempla un diritto speciale per lo stato di emergenza sul modello dell'articolo 16 della Costituzione francese, dell'articolo 116 della Costituzione spagnola o dell'articolo 48 della Costituzione ungherese. Nella Carta costituzionale non si rinvengono clausole di sospensione dei diritti fondamentali da attivarsi nei tempi eccezionali, né previsioni che in tempi di crisi consentano alterazioni nell'assetto dei poteri;
    il Governo ha gestito l'emergenza pandemica in modo del tutto autoreferenziale, stravolgendo i principi fondamentali dell'ordinamento costituzionale e della gerarchia delle fonti del diritto, esautorando il Parlamento dalle sue prerogative con una sua sistematica e reiterata marginalizzazione;
    il Presidente della Consulta, nella relazione sull'attività della Corte costituzionale nel 2019, ha affermato che «La piena attuazione della Costituzione richiede un impegno corale, con l'attiva, leale collaborazione di tutte le Istituzioni, compresi Parlamento, Governo, Regioni, Giudici. Questa cooperazione è anche la chiave per affrontare l'emergenza. La Costituzione, infatti, non contempla un diritto speciale per i tempi eccezionali, e ciò per una scelta consapevole, ma offre la bussola anche per “navigare per l'alto mare aperto” nei tempi di crisi, a cominciare proprio dalla leale collaborazione fra le istituzioni, che è la proiezione istituzionale della solidarietà tra i cittadini» (...) «la nostra Costituzione non contempla un diritto speciale per lo stato di emergenza» (...) «la Repubblica italiana ha attraversato varie situazioni di emergenza e di crisi, dagli anni della lotta armata a quelli più recenti della crisi economica e finanziaria, tutti senza mai sospendere l'ordine costituzionale, ma ravvisando al suo interno gli strumenti idonei a modulare i principi costituzionali in base a specifiche contingenze»;
    come riportato sul quotidiano Il Corriere della Sera, per il Professor Sabino Cassese, costituzionalista e magistrato, «perché venga dichiarato o prorogato uno stato di emergenza, non basta che vi sia il timore o la previsione di un evento calamitoso. Occorre che vi sia una condizione attuale di emergenza.», per cui se venisse prorogato lo stato di emergenza questo sarebbe oltreché inopportuno sarebbe anche illegittimo;
    proprio per il suo carattere di eccezionalità non può diventare la regola e, proprio per questo, sia la legge che lo prevede, sia la costante giurisprudenza della Corte costituzionale hanno insistito sulla necessaria brevità degli strumenti derogatori, che possono produrre conseguenze negative non solo creando tensioni a livello sociale ma anche e soprattutto sul piano economico;
    gli strumenti per gestire l'urgenza (che è cosa diversa dall'emergenza che è «una grave circostanza imprevista che richiede misure immediate di intervento non compatibili con i normali tempi di elaborazione e proclamazione di leggi o provvedimenti amministrativi ordinari».) esistono senza necessariamente dover ricorrere a limitazioni democratiche e parlamentari, nel rispetto della centralità del ruolo del Parlamento e senza la necessità di ricorrere a deleghe in bianco al Governo;
    l'articolo 77 della Costituzione prevede uno specifico strumento normativo da adottare in condizioni di necessità e urgenza: il decreto-legge. Questo atto è sottoposto, proprio per la sua importanza di intervento in situazioni straordinarie, al vaglio del Capo dello Stato e, soprattutto, al vaglio del Parlamento chiamato alla sua conversione. La nostra Costituzione prevede quindi, anche in casi straordinari ed urgenti, un ruolo attivo del Parlamento per garantire l'equilibrio fra i poteri;
    il decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, ha previsto che, per contenere e contrastare i rischi sanitari derivanti dalla diffusione del virus COVID-19 e per periodi predeterminati, ciascuno di durata non superiore a trenta giorni, reiterabili e modificabili anche più volte fino al 31 luglio 2020, termine dello stato di emergenza dichiarato con delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020, possono essere adottate misure che limitano o sospendono i diritti costituzionalmente garantiti attraverso decreti del Presidente del Consiglio, creando una palese violazione delle fonti del diritto, trattandosi di una fonte normativa secondaria di natura regolamentare, a dispetto del principio della gerarchia delle fonti, che è il fondamento del diritto costituzionale italiano e che prevede una riserva di legge assoluta con riguardo alle limitazioni alla libertà;
    il decreto-legge n. 19 ha pertanto legittimato fino al 31 luglio (e non più genericamente fino alla fine dell'emergenza) l'utilizzo reiterato del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri sebbene, al contrario del regolamento governativo che deve essere adottato attraverso decreto del Presidente della Repubblica, il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri non è soggetto neanche al controllo del Presidente della Repubblica, in quanto viene emanato direttamente dal Presidente del Consiglio dei ministri. I decreti del Presidente del Consiglio dei ministri sono semplici atti normativi secondari e, come tali, non solo sono sottratti al vaglio successivo del Parlamento e del Presidente della Repubblica, ma per di più sono insindacabili ex post, in quanto sfuggono anche all'eventuale controllo successivo della Corte costituzionale. Per espressa previsione dell'articolo 134 della Costituzione, infatti, la Corte costituzionale giudica, fra l'altro, «sulle controversie relative alla legittimità costituzionale delle leggi e degli atti, aventi forza di legge, dello Stato e delle Regioni». E considerando la prevalenza dell'interpretazione restrittiva dell'articolo 134, sono sindacabili dalla Corte soltanto le leggi e gli atti aventi forza di legge, come peraltro confermato dalla stessa Corte costituzionale nella sentenza n. 427 del 2000. Ciononostante, tali decreti hanno inciso in maniera rilevante su diritti inviolabili e libertà fondamentali dell'individuo, fino a giungere a comprimerli completamente;
    alla luce di tutto quanto esposto, sembra chiaro che, in caso di proroga dello stato di emergenza, dichiarato con delibera del Consiglio dei ministri o con decreto-legge, non possono intendersi prorogate automaticamente le misure disposte attraverso i decreti del Presidente del Consiglio dei ministri emanati fino ad oggi, e tantomeno può ritenersi legittimo l'utilizzo di nuovi decreti del Presidente del Consiglio dei ministri successivi al 31 luglio perché la norma primaria (decreto-legge n. 19 del 2020) prevede espressamente quella data come ultima;
    un Governo che, in base all'andamento della situazione epidemiologica, ritiene di dover prorogare lo stato di emergenza in via precauzionale per poter autorizzare la Protezione civile all'adozione di ordinanze urgenti in grado di agire tempestivamente in caso di una nuova ondata epidemica nella stagione autunnale e invernale, deve avere necessariamente pronto anche un articolato e tempestivo piano nazionale di sorveglianza epidemiologica, idoneo a prevenire e contrastare eventuali nuove emergenze, legate o meno al COVID-19;
    la strategia della limitazione generalizzata degli spostamenti e della sospensione delle attività economiche, applicata nei mesi scorsi su tutto il territorio nazionale, se da un lato è servita a contenere la diffusione del virus, dall'altro ha però creato i presupposti per una pesante crisi economica dalla quale il nostro Paese faticherà ad uscire ed è quindi difficilmente replicabile in futuro. È auspicabile che, in caso di necessità, si proceda alla creazione di microzone rosse nelle aree realmente interessate da focolai, in modo da circoscrivere e contenere la diffusione del virus senza penalizzare le realtà economiche e produttive dei territori interessati;
    qualora lo scenario peggiore dovesse effettivamente concretizzarsi, è indispensabile che i diversi livelli di governo (nazionale, regionale, locale) operino all'unisono sulla base di una strategia chiara e condivisa, concordata ed attuata nel pieno rispetto del principio della leale collaborazione tra enti;
    l'Italia deve, altresì, dotarsi di una sufficiente scorta di dispositivi medici ed attrezzature funzionali al contenimento della diffusione degli agenti patogeni e alla cura di coloro che dovessero risultare positivi, quali in particolare bombole di ossigeno, saturimetri, farmaci, plasma iperimmune, tamponi nasofaringei, reagenti, test sierologici, dispositivi di protezione individuale, tute, occhiali, prodotti di sanificazione ed igienizzazione di mani ed ambienti, in favore delle strutture sanitarie, delle pubbliche amministrazioni, degli enti locali, nonché dei cittadini, in modo da evitare i problemi di fornitura che si sono registrati nei mesi scorsi;
    è poi indispensabile che il sistema sanitario elabori un piano di intervento che non comporti, salvo nei casi di forza maggiore, l'ospedalizzazione dei soggetti positivi al virus, ma che si realizzi attraverso l'attività dei medici di base presso il domicilio del paziente, dotando i medici di dispositivi e strumenti idonei a garantire la piena sicurezza, ed attraverso un approccio che sgravi le strutture sanitarie, in particolare quelle deputate ad azioni di pronto soccorso, da interventi verso pazienti con meri stati influenzali. Le strutture sanitarie devono dotarsi di un sufficiente numero di postazioni per la terapia intensiva, per consentire di curare adeguatamente i pazienti che ne necessitino;
    nei casi di pazienti positivi, asintomatici o paucisintomatici, o comunque in condizioni tali da non richiedere il ricovero presso le strutture ospedaliere, è necessario che si predispongano misure idonee per garantirne la quarantena, salvaguardando i familiari da possibili rischi di contagio, anche attraverso l'individuazione di apposite strutture pubbliche o la stipula di convenzioni con strutture private qualora non fosse possibile la permanenza dei pazienti presso il proprio domicilio durante la quarantena;
    urge, infine, una campagna informativa seria, tempestiva ed efficace, rivolta a tutti i cittadini, sulle modalità di approccio da seguire nell'eventualità di nuove ondate epidemiche;
    è fondamentale che la proroga dello stato di emergenza non diventi una barriera dietro cui trincerarsi per poter giustificare atti normativi illegittimi, decisioni unilaterali che contrastano con i diritti e le libertà fondamentali, un operato del Governo che non dà spazio alle critiche perché si erge fittiziamente a garante della sicurezza nazionale. Non è indispensabile la proroga allo stato di emergenza se un Paese si è dotato degli strumenti per poter fronteggiare una situazione di crisi, anche laddove i dati sanitari confermassero la necessità di nuovi interventi: gli strumenti normativi sono previsti dalla Costituzione e quelli tecnico pratici dovrebbero essere stati previsti nei mesi scorsi dai governanti,

impegna il Governo:

   1) a non procedere alla proroga dello stato di emergenza e a rendere immediatamente noti alle Camere i contenuti del piano nazionale di sorveglianza epidemiologica che è stato messo a punto per prevenire e contrastare eventuali nuove emergenze, legate o meno al COVID-19;
   2) qualora l'andamento della situazione epidemiologica imponesse l'adozione di nuove misure o la proroga di quelle in essere che limitano o sospendono le libertà fondamentali e i diritti inviolabili previsti e tutelati dalla Costituzione (articolo 13 – la libertà personale, articolo 16 – la libertà di circolazione, articolo 17 – la libertà di riunione, articolo 18 – la libertà di associazione, articolo 19 – la libertà di culto), ad adottare tali misure con legge o atto avente forza di legge, sentiti i presidenti delle regioni interessate nel caso in cui le misure riguardino esclusivamente una regione o alcune specifiche regioni, ovvero il Presidente della Conferenza delle regioni e delle province autonome, nel caso in cui riguardino l'intero territorio nazionale.
(6-00120) «Molinari, Gelmini, Lollobrigida, Lupi».


   La Camera

impegna il Governo

1) qualora l'andamento della situazione epidemiologica imponesse l'adozione di nuove misure o la proroga di quelle in essere che limitano o sospendono le libertà fondamentali e i diritti inviolabili previsti e tutelati dalla Costituzione (articolo 13 – la libertà personale, articolo 16 – la libertà di circolazione, articolo 17 – la libertà di riunione, articolo 18 – la libertà di associazione, articolo 19 – la libertà di culto), ad adottare tali misure con legge o atto avente forza di legge, sentiti i presidenti delle regioni interessate nel caso in cui le misure riguardino esclusivamente una regione o alcune specifiche regioni, ovvero il Presidente della Conferenza delle regioni e delle province autonome, nel caso in cui riguardino l'intero territorio nazionale.
(6-00120)
(Testo modificato nel corso della seduta)  «Molinari, Gelmini, Lollobrigida, Lupi».


INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Elementi e iniziative in merito all'adozione del decreto interministeriale in materia di utilizzo degli autovelox – 3-01698

   BALDELLI, GELMINI e BERGAMINI. MULÈ, PENTANGELO, ROSSO, SOZZANI e ZANELLA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
   la legge n. 120 del 2010, che ha riformato il codice della strada, all'articolo 25, comma 2, ha demandato a due decreti interministeriali la disciplina della relazione sui proventi delle multe incassati annualmente dalle amministrazioni locali e la regolamentazione della collocazione e dell'utilizzo degli autovelox;
   dopo dieci anni di attesa e grazie ad una lunga serie di atti di sindacato ispettivo e di indirizzo presentati dal primo firmatario del presente atto a nome di Forza Italia, il 20 febbraio 2020 è stato finalmente pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto relativo alla relazione annuale sull'utilizzo dei proventi delle multe, sul cui esito per il 2020 è già stata fatta, dagli interroganti, esplicita richiesta al Governo;
   il decreto sugli autovelox invece non è stato ancora adottato;
   proprio nei mesi estivi, in cui gli italiani viaggiano maggiormente sulle strade, è necessario regolare in maniera definitiva e uniforme su tutto il territorio nazionale l'utilizzo di autovelox per evitare eventuali abusi e vessazioni ai danni degli automobilisti da parte di quelle amministrazioni locali che utilizzano impropriamente questo strumento –:
   quali siano le motivazioni della mancata adozione del decreto interministeriale di cui in premessa e quando il Governo ritenga di procedere alla sua necessaria adozione. (3-01698)


Iniziative per la realizzazione del raddoppio ferroviario Termoli-Lesina, nell'ambito del corridoio baltico-adriatico – 3-01699

   ROSPI. – Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. – Per sapere – premesso che:
   il completamento della dorsale adriatica risulta essere un obiettivo europeo inserito nell'ambito del corridoio balticoadriatico della Ten-t, che dovrebbe essere realizzato entro il 2021;
   l'opera consiste nel raddoppio del binario Termoli-Lesina, rientrante nel progetto definitivo «Corridoio adriatico» asse ferroviario Bologna-Bari-Lecce-Taranto;
   il progetto prevede la realizzazione di tre lotti: il primo da Ripalta a Lesina, nonostante sia già stato finanziato per circa 106 milioni di euro e circa un anno fa siano già state eseguite le procedure d'appalto, risulta ancora fermo. I lotti 2 e 3 prevedono la realizzazione di circa 25 chilometri di linea tra Molise e Puglia, il raddoppio in sostanziale affiancamento alla linea esistente per circa 2 chilometri e la realizzazione in variante di una nuova linea a doppio binario per i restanti 23 chilometri, con un investimento di circa 600 milioni di euro;
   il progetto tra le sue finalità prevede: l'elevazione degli indici di qualità del servizio, in termini di regolarità del traffico e di migliore adattabilità della domanda di trasporto; la riduzione dei costi d'uso dell'infrastruttura e il migliore coordinamento delle attività di circolazione dei treni, nonché di manutenzione delle infrastrutture stesse e il miglioramento dell'offerta conseguente alla riduzione dei tempi di percorrenza;
   il raddoppio della tratta Termoli–Lesina risulta nell'elenco delle infrastrutture di particolare importanza del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, per le quali si prevede un iter velocizzato attraverso la nomina di un commissario straordinario sul modello adottato per la ricostruzione del ponte Morandi a Genova;
   il raddoppio della linea ferroviaria risulta essere un'opera strategica non solo per le regioni interessate ma anche per la Basilicata, per l'intero Sud Italia e per tutti i cittadini che quotidianamente usufruiscono della tratta –:
   quale sia il cronoprogramma dettagliato dei lavori con le tempistiche di realizzazione e ultimazione di un'opera strategica per lo sviluppo dell'intero Mezzogiorno, quale è il raddoppio ferroviario Termoli–Lesina. (3-01699)


Iniziative di competenza volte ad assicurare un'adeguata circolazione stradale in Abruzzo, con particolare riferimento al ripristino del regolare transito lungo la A14 e alla manutenzione della strada statale n. 16 – 3-01700

   D'ALESSANDRO, PAITA, ANNIBALI e FREGOLENT. – Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. – Per sapere – premesso che:
   come più volte denunciato, dalla mezzanotte del 4 ottobre 2019, per effetto dell'adozione del decreto di sequestro preventivo emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Avellino, è stato disposto il sequestro delle barriere, denominate « New Jersey», su dieci viadotti della A14, in particolare dal chilometro 273 al chilometro 388, da Pescara a Porto Sant'Elpidio, sequestri e blocchi che persistono nonostante il periodo del lockdown che poteva essere utilizzato per garantire i lavori necessari;
   nel corso del tempo sono emersi ulteriori esigenze di riduzione ad una corsia del traffico per effetto di controlli ed interventi su ponti e viadotti che insistono sul tratto citato;
   la situazione, già insostenibile per tempi di percorrenze, code, danni economici ed ambientali, è diventata esplosiva con la ripresa del transito dopo il lockdown;
   le arterie locali sono state invase dal traffico, anche pesante, in alternativa ai ripetuti blocchi in autostrada;
   in particolare, la strada statale n. 16, nel tratto abruzzese, conta almeno 18.000 macchine al giorno, con gravissime ripercussione per i residenti, il turismo e l'ambiente, nonché per danni all'aspetto stradale sovraccaricato di transito di auto e camion;
   l'autostrada A14 è gestita da società Autostrade per l'Italia s.p.a., oggetto di confronto con il Governo nazionale;
   nell'ambito di tale confronto non può essere esclusa l'arteria autostradale adriatica di competenza, prevedendo la realizzazione della terza corsia dalle Marche all'Abruzzo, che avrebbe evitato l'attuale situazione;
   nell'ambito della programmazione delle risorse di competenza del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e nell'ambito della definizione di un nuovo assetto, governance e piano economico finanziario con società Autostrade per l'Italia s.p.a., vanno garantite le risorse per la realizzazione della terza corsia autostradale nel tratto Marche-Abruzzo;
   il tratto adriatico, tra Ancona e Bari, non è servito né dall'alta velocità ferroviaria, né da una autostrada con tre corsie –:
   se non ritenga necessario intervenire, per quanto di competenza, al fine di garantire l'immediato ripristino della normalità di transito lungo l'A14, anche prevedendo da subito, nell'ambito dei necessari lavori, la realizzazione della terza corsia autostradale e nelle more della emergenza assicurare alle amministrazioni locali la garanzia della presenza dello Stato, attraverso l'Anas, al fine di assicurare la gestione e la manutenzione della strada statale n. 16. (3-01700)


Chiarimenti in merito ai contenuti dell'accordo tra Governo e Atlantia s.p.a. relativo al nuovo assetto azionario di Autostrade per l'Italia s.p.a. – 3-01701

   LOLLOBRIGIDA, MELONI, ACQUAROLI, BALDINI, BELLUCCI, BIGNAMI, BUCALO, BUTTI, CAIATA, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, LUCA DE CARLO, DEIDDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FERRO, FOTI, FRASSINETTI, GALANTINO, GEMMATO, LUCASELLI, MANTOVANI, MASCHIO, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROTELLI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI e ZUCCONI. – Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. – Per sapere – premesso che:
   a seguito del Consiglio dei ministri tenutosi il 14 luglio 2020 è stato dato mandato al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e al Ministero dell'economia e delle finanze per definire nel dettaglio il piano che prevede l'uscita di Atlantia s.p.a. da Autostrade per l'Italia s.p.a. e l'ingresso di Cassa depositi e prestiti;
   così come descritto nel comunicato stampa trasmesso dal Consiglio dei ministri, il Ministro interrogato ha svolto un'informativa sullo stato di definizione della procedura di grave inadempimento nei confronti di Autostrade per l'Italia s.p.a., nella quale sono state esposte le possibili alternative sulla definizione della vicenda, sono state trasmesse da parte di Autostrade per l'Italia s.p.a. due nuove proposte transattive, riguardanti, il nuovo assetto societario di Autostrade per l'Italia s.p.a. e nuovi contenuti per la definizione transattiva della controversia;
   nello specifico la trattativa dovrebbe portare alla rinuncia da parte di Autostrade per l'Italia s.p.a. a tutti i giudizi promossi sulle attività di ricostruzione del ponte Morandi, compresi i giudizi avverso le delibere dell'Autorità di regolazione dei trasporti e i ricorsi per contestare la legittimità dell'articolo 35 del decreto-legge «milleproroghe» e all'impegno da parte di Atlantia s.p.a. e Autostrade per l'Italia s.p.a. a garantire l'immediato passaggio del controllo di Autostrade per l'Italia s.p.a. a un soggetto a partecipazione statale (Cassa depositi e prestiti);
   in vista della realizzazione del rilevantissimo piano di manutenzione e investimenti, contenuto nella stessa proposta transattiva, Atlantia s.p.a. e Autostrade per l'Italia s.p.a. si sono impegnate a garantire la sottoscrizione di un aumento di capitale riservato da parte di Cassa depositi e prestiti e l'acquisto di quote partecipative da parte di investitori istituzionali;
   agenzie di stampa degli ultimi giorni, tra cui l’Ansa, evidenziano che tutta l'operazione avverrà in un unico momento: scissione di Autostrade per l'Italia s.p.a. da Atlantia s.p.a., con contestuale quotazione in Borsa, e aumento di capitale a prezzo dell'ipo (iniziale offerta pubblica) per l'ingresso di Cassa depositi e prestiti e contestuale ingresso di tutti gli altri soci;
   la valutazione e il prezzo di Autostrade per l'Italia s.p.a. saranno stabiliti dal mercato. La data per la firma era stata fissata dal Governo per lunedì 27 luglio 2020; allo slittamento, nei fatti, non è seguita la comunicazione di un'altra data –:
   quali siano i contenuti dell'accordo tra Governo e Atlantia s.p.a., che porterebbe all'uscita dall'azionariato della famiglia Benetton e l'ingresso dello Stato tramite Cassa depositi e prestiti, atteso che a tutt'oggi nessuna formale comunicazione al riguardo è stata resa alla Camera dei deputati, neppure nelle commissioni competenti. (3-01701)


Iniziative di competenza volte a tutelare il prestigio e il lavoro dell'Arma dei carabinieri, in relazione all'inchiesta giudiziaria che vede coinvolti carabinieri della stazione Levante di Piacenza – 3-01702

   MICELI, FIANO, PAGANI, ENRICO BORGHI, DE MENECH, FRAILIS e GRIBAUDO. – Al Ministro della difesa. – Per sapere – premesso che:
   nel corso di una conferenza stampa la procuratrice della Repubblica di Piacenza ha recentemente presentato gli esiti di un'indagine che ha condotto al sequestro dell'intera stazione Levante di Piacenza, all'arresto di 6 carabinieri e all'applicazione di misure cautelari diverse per altri quattro;
   fra i reati contestati c’è il traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, la ricettazione, l'estorsione, l'arresto illegale, la tortura, le lesioni personali aggravate, l'abuso d'ufficio, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atto pubblico, che sarebbe quindi direttamente connessa ad arresti completamente falsati, perquisizioni personali ed ispezioni arbitrarie, violenza privata aggravata e truffa ai danni dello Stato;
   si tratta di ipotesi di reato gravissime, inaudite e inqualificabili, se si pensa che gli autori potrebbero essere dei militari dell'Arma dei carabinieri;
   sarà il processo a convalidare o meno le ipotesi accusatorie per ogni singolo caso, nel rispetto delle garanzie e dei diritti del singolo accusato, ma, nel frattempo, si apprezza l'iniziativa dell'Arma di sospendere dal servizio i militari coinvolti a vario titolo e l'avvio di un'indagine interna per fare luce su quanto accaduto;
   serve un'attenzione sempre vigile per impedire abusi e giustificazioni degli stessi e per evitare che episodi simili possano macchiare il buon nome delle istituzioni e, in particolare, di quelle per le quali la reputazione e la credibilità rappresentano un valore organizzativo e funzionale ai compiti di salvaguardia e tutela della sicurezza dei cittadini;
   oltre ai cittadini, le ulteriori persone offese da quanto accaduto sono infatti i circa 110 mila donne e uomini dell'Arma dei carabinieri cui va la profonda vicinanza, fiducia e riconoscenza degli interroganti per il lavoro che svolgono quotidianamente;
   l'Arma rappresenta un fermo e prezioso riferimento dello Stato per tutti gli italiani e offre quotidianamente un contributo straordinario al Paese e alla comunità internazionale nella tutela dell'ordine e della legalità e nei delicati compiti di pacificazione e stabilizzazione affidati nell'ambito delle missioni internazionali –:
   quali elementi di conoscenza abbia a disposizione e quali iniziative di competenza intenda assumere, nel pieno rispetto dell'indipendenza e dell'autonomia della magistratura, per fare chiarezza sulla catena di comando e quali iniziative intenda porre in essere al fine di tutelare il prestigio e il lavoro dell'Arma dei carabinieri, impedendo che episodi simili possano ripetersi in futuro. (3-01702)


Iniziative del Governo volte a preservare il mercato unico e l'economia europea dagli effetti della pandemia da COVID-19, alla luce delle conclusioni adottate dal Consiglio europeo straordinario del luglio 2020 – 3-01703

   GALIZIA, BERTI, BRUNO, GIORDANO, GRILLO, IANARO, PALMISANO, PAPIRO, PENNA, SCERRA, SPADONI, VIGNAROLI e LEDA VOLPI. – Al Ministro per gli affari europei. – Per sapere – premesso che:
   l'intesa raggiunta nell'ambito del Consiglio europeo conclusosi il 21 luglio 2020 ha dato avvio, grazie all'approvazione di un poderoso piano europeo di ripresa incentrato su uno sforzo economico senza precedenti, ad una nuova stagione europea ispirata ai principi della resilienza, della coesione, dell'inclusione e di una maggiore solidarietà;
   l'accordo concluso dai leader degli Stati membri pone, infatti, al centro del piano di ripresa e rilancio il quadro finanziario pluriennale 2021-2027 e il nuovo strumento dell'Unione europea « Next generation EU», che raccoglierà fondi sui mercati e li canalizzerà verso programmi destinati a favorire la ripresa economica e sociale a favore delle regioni e dei settori maggiormente colpiti dalle crisi;
   in particolare, il bilancio rafforzato, orientato alla crescita economica e allo sviluppo sostenibile, ha l'obiettivo di alimentare un'equa ripresa socioeconomica, «riparare» e rivitalizzare il mercato unico, garantire condizioni di parità e sostenere gli investimenti urgenti, in particolare nelle transizioni verde e digitale;
   mediante un serrato percorso negoziale in cui l'Italia ha ricoperto un ruolo da protagonista, si è quindi giunti ad una decisione storica senza precedenti che vede per la prima volta l'Unione europea mettere in comune il proprio debito, attraverso l'apertura nei confronti di uno strumento di politica fiscale europea basato su un principio di intervento finanziario comune;
   la tutela del mercato unico è, altresì, al centro dell'agenda politica della Commissione europea, che di recente ha proposto un nuovo pacchetto di misure fiscali per garantire che la politica dell'Unione europea in materia di tassazione sostenga la ripresa economica e la crescita a lungo termine nel post COVID-19, con l'obiettivo di tutelare l'impianto complessivo del mercato interno e la sua capacità di reagire ad una crisi di natura simmetrica con pesanti ripercussioni su tutta la comunità europea –:
   alla luce delle conclusioni adottate nel corso dell'ultimo Consiglio europeo straordinario di luglio 2020 e del pacchetto di misure in materia di equità fiscale adottato di recente dalla Commissione europea, quali iniziative, anche in materia di concorrenza fiscale e di contrasto alle pratiche fiscali dannose all'interno dell'Unione europea, il Governo intenda sostenere nei tavoli istituzionali nazionali ed europei per proseguire nell'azione di governo volta a preservare dalle conseguenze della pandemia da COVID-19 l'integrità del mercato unico e a rilanciare l'economia, anche attraverso il sostegno alla competitività e alla capacità di innovazione delle imprese italiane. (3-01703)


Iniziative di competenza in ordine a possibili conflitti di interesse a carico di alcuni componenti della Commissione Via-Vas – 3-01704

   GAVA, MOLINARI, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BITONCI, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, CLAUDIO BORGHI, BUBISUTTI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CAPITANIO, CASTIELLO, VANESSA CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, CESTARI, COIN, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DONINA, DURIGON, FANTUZ, FERRARI, FOGLIANI, LORENZO FONTANA, FORMENTINI, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GALLI, GARAVAGLIA, GASTALDI, GERARDI, GIACCONE, GIACOMETTI, GIGLIO VIGNA, GIORGETTI, GOBBATO, GOLINELLI, GRIMOLDI, GUIDESI, GUSMEROLI, IEZZI, INVERNIZZI, LATINI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LOCATELLI, LOLINI, EVA LORENZONI, LOSS, LUCCHINI, MACCANTI, MAGGIONI, MANZATO, MARCHETTI, MATURI, MINARDO, MOLTENI, MORELLI, MORRONE, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATELLI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, PICCHI, PICCOLO, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RIBOLLA, RIXI, SALTAMARTINI, SASSO, STEFANI, SUTTO, TARANTINO, TATEO, TIRAMANI, TOCCALINI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, VINCI, VIVIANI, RAFFAELE VOLPI, ZICCHIERI, ZIELLO, ZOFFILI e ZORDAN. – Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. – Per sapere – premesso che:
   il decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare del 13 novembre 2018, n. 300, definisce profili di competenza e criteri di massima per l'individuazione dei componenti della Commissione Via-Vas, specificando che i candidati devono dichiarare l'assenza di conflitti di interesse e di rapporti con soggetti giuridici destinatari di atti autorizzativi di valutazione di impatto ambientale, valutazione di incidenza e valutazione ambientale strategica nei due anni antecedenti alla nomina; l'avviso pubblico 15524AGP del 19 novembre 2018, per la nomina della Commissione Via-Vas, ribadiva la richiesta di tale dichiarazione;
   con decreto 20 agosto 2019, n. 241, il Ministro interrogato ha discrezionalmente scelto 40 soggetti ritenuti idonei, individuati tra una rosa di candidati messi a disposizione dalla commissione di selezione;
   dopo quasi un anno, con l'articolo 228, il decreto-legge «rilancio» ha provveduto a sopprimere il comitato istruttorio, per la nomina del quale non si riusciva a trovare un accordo tra amministrazioni, e a procedere all'insediamento della Commissione;
   il Fatto quotidiano del 26 maggio 2020, riportando la notizia di tale insediamento, fa esplicito riferimento a dichiarazioni mendaci rese da alcuni dei soggetti che sono stati selezionati dal Ministro interrogato;
   infatti, tra i soggetti scelti, compaiono alcuni che potrebbero presentare situazioni di potenziale conflitto di interesse. In particolare:
    a) Luigi Boeri: consulente del commissario straordinario della bonifica di Bagnoli; il «Programma risanamento ambientale e rigenerazione urbana del sin Bagnoli» è stato oggetto di valutazione ambientale strategica. Come riportato nel curriculum, Boeri ha svolto e svolge attività di predisposizione di studi di impatto ambientale;
    b) Antonio Messineo: supporto tecnico alla Regione siciliana beneficiaria di atti autorizzativi di valutazione di impatto ambientale, valutazione di incidenza e valutazione ambientale strategica, ultima la valutazione ambientale strategica sul «Piano di gestione del rischio di alluvioni del distretto idrografico della Sicilia» a circa un anno dalla dichiarazione di assenza di conflitto di interessi;
    c) Giorgio Galotti: consulenza per Nucleco, controllata Sogin, che si occupa della dismissione delle centrali nucleari sottoposte a valutazione di impatto ambientale;
    d) Roberto Danovaro: consulente e coordinatore scientifico di Tap, proponente del gasdotto Italia-Albania;
    e) Gabriella De Giorgi: difensore del comune di Melendugno, ha predisposto osservazioni e azioni giurisdizionali sul gasdotto Tap;
    f) Elda Turco: rappresenta in giudizio la Global petroleum, proponente di permessi di ricerca idrocarburi sottoposti a valutazione di impatto ambientale e ha messo in discussione la struttura regolamentare dei permessi, portando l'Italia davanti alla Corte di giustizia dell'Unione europea;
    g) Adriana Del Borghi: coordinamento tecnico-scientifico dello studio di impatto ambientale della «Gronda» di Genova, sottoposta a valutazione di impatto ambientale con verifiche di ottemperanza in corso –:
   se il Ministro interrogato abbia svolto ogni verifica di competenza in ordine ai profili evidenziati relativi a conflitti di interesse e quali eventuali ulteriori iniziative di competenza intenda assumere al riguardo. (3-01704)


Iniziative volte a incrementare l'efficienza energetica degli edifici scolastici e universitari con riferimento agli usi finali dell'energia – 3-01705

   MURONI e FORNARO. – Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. – Per sapere – premesso che:
   con i commi da 743 a 745 dell'articolo 1 della legge 30 dicembre 2018, n. 145 (legge di bilancio 2019), si sono dettate le norme in materia di interventi per la riduzione delle emissioni di gas serra finanziati con l'utilizzo delle risorse del cosiddetto Fondo Kyoto;
   nell'ambito delle misure rivolte all'efficienza energetica degli edifici scolastici e universitari pubblici, i finanziamenti a tasso agevolato concessi ai soggetti pubblici competenti per tali edifici vengono estesi anche alla realizzazione di interventi di efficientamento e risparmio idrico, oltre che all'incremento della loro efficienza energetica negli usi finali dell'energia;
   viene, inoltre, allargata la platea dei beneficiari dei finanziamenti a tasso agevolato, anche ai soggetti pubblici per l'efficientamento energetico e idrico di impianti sportivi di proprietà pubblica (non inclusi nel previsto «Piano per la realizzazione di impianti sportivi nelle periferie urbane») e per l'efficientamento energetico e idrico di edifici di proprietà pubblica adibiti a ospedali, policlinici e a servizi socio-sanitari;
   inoltre, si stabiliva che entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di bilancio per il 2019 doveva essere emanato un decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico e con il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, con il quale venivano individuati i criteri e le modalità di concessione dei finanziamenti a tasso agevolato;
   ad oggi la mancata pubblicazione del decreto, previsto entro il 3 marzo 2019, sta non solo bloccando il meccanismo e quindi il rilascio dei finanziamenti, ma soprattutto sta mettendo in ginocchio un comparto economico importante per il nostro Paese,
   si ricorda che su questo argomento è stato accolto, il 10 dicembre 2019, l'ordine del giorno 9/02267/004 –:
   se non intenda adottare iniziative, già con riferimento al primo provvedimento utile, volte a una modifica normativa che consenta alle amministrazioni interessate, nelle more della pubblicazione del decreto di cui alle premessa, di presentare comunque le domande di finanziamento secondo il meccanismo in vigore fino al 31 dicembre 2018, in modo da permettere alle amministrazioni interessate di presentare la domanda di accesso al meccanismo di incentivazione limitatamente ad immobili di proprietà pubblica adibiti all'istruzione scolastica e all'istruzione universitaria, nonché di edifici dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica, al fine di realizzare interventi di incremento dell'efficienza energetica degli edifici scolastici, ivi inclusi gli asili nido, e universitari negli usi finali dell'energia secondo le previgenti normative. (3-01705)


DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA 2020 – SEZIONE III – PROGRAMMA NAZIONALE DI RIFORMA E RELATIVA APPENDICE (DOC. LVII, N. 3 – SEZIONE III); RELAZIONE AL PARLAMENTO PREDISPOSTA AI SENSI DELL'ARTICOLO 6 DELLA LEGGE 24 DICEMBRE 2012, N. 243 (DOC. LVII-BIS, N. 2)

Doc. LVII-bis, n. 2 – Risoluzioni riferite alla relazione di cui all'articolo 6 della legge n. 243 del 2012

RISOLUZIONI

   La Camera,
   premesso che:
    il Governo ha presentato al Parlamento la Relazione redatta ai sensi dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243, ai fini dell'autorizzazione dell'aggiornamento del piano di rientro verso l'Obiettivo di medio termine (OMT);
    con la Relazione, sentita la Commissione europea, il Governo chiede l'autorizzazione al Parlamento per un ulteriore ricorso all'indebitamento comprensivo dei maggiori interessi passivi per il finanziamento del debito pubblico, di 25 miliardi di euro per l'anno 2020, 6,1 miliardi nel 2021, 1 miliardo nel 2022, 6,2 miliardi nel 2023, 5 miliardi nel 2024, 3,3 miliardi nel 2025, e 1,7 miliardi a decorrere dal 2026;
    nella richiesta di autorizzazione all'indebitamento formulata dalla Relazione, il nuovo livello di indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche è fissato all'11,9 per cento del PIL nel 2020. Il nuovo livello del debito pubblico si attesta al 157,6 per cento del PIL nel 2020. Il Governo conferma l'obiettivo di ricondurre verso la media dell'area euro il rapporto debito/PIL nel prossimo decennio, attraverso una strategia che, oltre al conseguimento di un adeguato surplus primario, si baserà sul rilancio degli investimenti, pubblici e privati;
    la richiesta di autorizzazione dell'aggiornamento del piano di rientro verso l'Obiettivo di medio termine (OMT), si aggiunge a quelle di ulteriore ricorso all'indebitamento presentata e accolta dalla Camera l'11 marzo per 20 miliardi di euro per il 2020 e a quella accolta dalla Camera il 29 aprile per 55 miliardi di euro per il 2020, portando il totale a 100 miliardi di euro per il 2020;
    la Relazione richiede inoltre indebitamento per gli anni successivi pari a 24,85 miliardi di euro nel 2021, 32,75 miliardi di euro nel 2022, 33,05 miliardi nel 2023,33,15 miliardi di euro nel 2024,33,25 miliardi di euro dal 2025 al 2031 e 29,2 miliardi dal 2032;
    il totale dell'indebitamento richiesto dalle tre Relazioni al Parlamento è quindi pari a 515,85 miliardi dal 2020 al 2032;
    i 75 miliardi di indebitamento sinora utilizzati sono stati destinati, con i decreti-legge sinora adottati dal Governo, per 27,5 miliardi alla tutela del lavoro e al sostegno alle famiglie, per 17,7 miliardi alla continuità lavorativa delle imprese, per 10,9 miliardi al sostegno della liquidità, per 7,6 miliardi alla sanità, per 6,1 miliardi al ristoro delle mancate entrate degli enti territoriali, per 2,32 miliardi per interventi per il potenziamento dei servizi pubblici, per 1,5 per interventi per il sociale, per 1,2 miliardi per altre misure e per coprire gli ulteriori oneri per interessi passivi e solamente per 673 milioni per il rilancio, lo sviluppo e il rafforzamento patrimoniale delle imprese;
    il calo del Prodotto Interno Lordo italiano, iniziato nell'ultimo trimestre 2019, è previsto di oltre il 12 per cento (circa 130 miliardi) nel 2020, ed è previsto tornare nel 2021 solamente a ridosso del livello nominale del PIL 2018. Ma persino queste previsioni non ottimistiche potrebbero venire vanificate ove si proseguisse con interventi frastagliati, temporanei, derogatori ed inefficaci, come parte di quelli adottati sinora dal Governo, che assieme alla crescita organica dell'economia favoriscano un immediato ritorno al mondo del lavoro, della scuola e dell'università, di coloro che ne sono stati esclusi, scongiurando nuove fasi emergenziali, in assenza di effettive e documentate emergenze sanitarie, facilitandone l'accesso per coloro che ne siano esclusi,

impegna il Governo

a dare attuazione alle richieste della Relazione solo a condizione che la stessa venga integrata con provvedimenti concreti e misurabili per la ripartenza dell'economia – da sottoporre all'esame del Parlamento – che perseguano riforme strutturali volte a prevedere:
   a) sul piano fiscale:
    l'esenzione, per gli esercenti attività di impresa, arte o professione soggetti agli indici sintetici di affidabilità, dal versamento del secondo acconto IRPEF/IRES 2020;
    la riduzione del 30 per cento dei coefficienti di calcolo IMU, l'esenzione della predetta imposta per i Comuni con popolazione inferiore a 3000 abitanti e per gli immobili commerciali e produttivi sfitti rientranti nella categoria C;
   b) con riferimento al lavoro:
    oltre alla proroga della cassa integrazione ordinaria in deroga, ritenendo opportuno allineare le scadenze con quelle del blocco dei licenziamenti, misure che premino gli imprenditori che mantengono i livelli occupazionali;
    la riduzione del 50 per cento dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per le aziende colpite dalla crisi che non riducono il numero di occupati;
    la sospensione del decreto dignità e la reintroduzione dei voucher per tutti i settori, compresi i voucher familiari, almeno per tutto l'anno 2020;
   c) con riferimento alla giustizia sociale:
    a dare immediata attuazione della sentenza della Corte costituzionale che chiede l'adeguamento delle pensioni di invalidità.
(6-00121) «Molinari, Gelmini, Lollobrigida, Lupi».


   La Camera,
   premesso che:
    la Relazione al Parlamento è stata presentata ai sensi dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243, ai fini dell'autorizzazione dell'aggiornamento del piano di rientro verso l'Obiettivo di medio termine (OMT);
    con la Relazione, sentita la Commissione europea, il Governo chiede l'autorizzazione al Parlamento per un ulteriore ricorso all'indebitamento comprensivo dei maggiori interessi passivi per il finanziamento del debito pubblico, di 25 miliardi di euro per l'anno 2020, 6,1 miliardi nel 2021, 1 miliardo nel 2022, 6,2 miliardi nel 2023, 5 miliardi nel 2024, 3,3 miliardi nel 2025, e 1,7 miliardi a decorrere dal 2026, al fine di continuare ad assicurare il sostegno al sistema produttivo e al reddito dei cittadini, a supportare la ripresa e ad intervenire dove necessario per preservare l'occupazione,

impegna il Governo

ai sensi dell'articolo 81, secondo comma, della Costituzione e dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243, a dare attuazione a quanto indicato nella Relazione citata in premessa.
(6-00123) «Davide Crippa, Fornaro, Boschi, Fiano».


Doc. LVII, n. 3 – Sezione III – Risoluzioni relative al Programma nazionale di riforma e relativa appendice

RISOLUZIONI

   La Camera,
   premesso che:
    il Programma Nazionale di Riforma oggetto di esame raccoglie le Raccomandazioni specifiche approvate nel 2019 dal Consiglio dell'Unione europea, nonché le Raccomandazioni 2020 proposte dalla Commissione, ponendosi come prodromico alla definizione operativa del Recovery Plan dell'Italia e tracciando le linee essenziali del programma di riforma necessario all'accesso alle risorse derivanti dal programma Next Generation EU del Quadro finanziario pluriennale 2021-2027, definito dall'accordo raggiunto in seno al Consiglio europeo nella riunione del 17-21 luglio;
    la diversa collocazione temporale del Programma Nazionale di Riforma (PNR), rispetto alle sezioni I e II del Documento di Economia e Finanza 2020, approvate dal Parlamento in data 30 aprile 2020, pur consentendo una visione più ampia sull'evoluzione dell'epidemia e potendo prendere atto dell'esito dei lavori dell'Unione europea in merito alla risposta comunitaria alla crisi sanitaria ed economica, poggia su analisi economiche previsionali già superate dall'aggravamento del contesto macroeconomico europeo e, soprattutto, nazionale;
    le ultime stime del World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale prevedono infatti per l'Italia una flessione del PIL di 12,8 punti percentuali per il 2020, in linea con le ipotesi più pessimistiche della Banca d'Italia, e ben più grave del calo dell'8 per cento che lo stesso Governo ha previsto nel Documento di Economia e Finanza approvato nel mese di aprile;
    al fine di un effettivo rilancio dell'economia nazionale risulta centrale un corretto utilizzo delle risorse proprie nazionali, che non sia rivolto esclusivamente a misure di sostegno e assistenza ai redditi, pur di vitale importanza, ma intervenga fin da subito sui settori maggiormente colpiti dalla crisi, e strategici per una rapida e solida ripresa del Paese, atteso che le risorse provenienti dal programma Next Generation EU, non saranno concretamente disponibili prima della seconda metà del prossimo anno, e soggette a stringenti vincoli di destinazione;
   considerato che:
    si ritiene di fondamentale importanza, in un contesto storico, politico ed economico di portata epocale per il futuro del Paese, che venga elaborato un programma di riforma di ampio respiro, costruito su di un orizzonte temporale pluriennale, ma che sia sufficientemente dettagliato per poter individuare e risolvere i nodi strutturali e le criticità sistemiche che impediscono la crescita economica italiana;
    con riferimento alle politiche fiscali, nello schema di programma i principali nodi problematici evidenziati vertono sull'eccessivo peso del cuneo fiscale sul lavoro, sull'accumulo nel tempo di disparità di trattamento tra le diverse fonti di reddito e sull'eccessiva complessità del sistema fiscale, mettendo tuttavia in secondo piano l'imponente peso fiscale che aggrava imprese e professionisti, con un total tax rate attestato al 64 per cento;
    il Programma pone poi come proprio pilastro in materia fiscale il contrasto all'evasione, attraverso l'incremento degli incentivi ai pagamenti elettronici, e una progressiva riduzione della soglia all'utilizzo del contante. Misura, quest'ultima, che non si ritiene decisiva ai fini del contrasto all'evasione, che trova come suo principale strumento quello delle falsificazioni contabili;
    con riferimento al sistema bancario e l'accesso al credito, nel documento viene sottolineato il miglioramento dello stato di salute delle banche italiane, connesso alla maggiore disponibilità di capitale stabile, alla riduzione dei crediti deteriorati, diminuiti di due terzi negli ultimi quattro anni, e all'assenza di tensioni sul fronte della liquidità. Sul piano strutturale, concluso il processo di riforma del settore del credito cooperativo, si intende favorire la creazione di una banca di dimensioni e capacità adeguate alle esigenze di credito del Mezzogiorno. La principale esigenza in questa fase emergenziale è quella di sostenere l'accesso al credito, mentre gli altri interventi mirano a rendere più agevole l'accesso al credito mediante la sottoscrizione semplificata dei contratti bancari o le semplificazioni per l'accesso al Fondo per mutui prima casa;
    in materia di web tax il documento ribadisce la volontà di eliminarla non appena saranno individuate regole condivise a livello internazionale;
    tra gli interventi previsti nell'area prioritaria 4 del Programma Nazionale di Riforma 2020 è stato confermato «implicitamente» l'intendimento di proseguire nel processo di attribuzione di forme e condizioni ulteriori di autonomia alle regioni a statuto ordinario. Il regionalismo differenziato è previsto dall'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, e deve «esplicitamente» essere inserito in un programma di riforma nazionale, in attuazione dei principi costituzionali di sussidiarietà, adeguatezza e leale collaborazione. Il regionalismo differenziato non è una scelta governativa, ma una previsione costituzionale che deve essere garantita a tutte le Regioni che ne facciano istanza;
    i maggiori spazi di autonomia delle singole Regioni si accompagnano ad un aumento di responsabilizzazione della politica locale e controllo dell'azione amministrativa da parte dei cittadini, avvicinando così il potere amministrativo e politico alla cittadinanza;
    la sussidiarietà comporta, da un lato, che le funzioni pubbliche debbano essere svolte al livello più vicino ai cittadini e, dall'altro, che tali funzioni vengano attratte dal livello territorialmente superiore solo laddove questo sia in grado di svolgerle in modo più efficace (sussidiarietà in senso verticale). La sussidiarietà è un esercizio che non riguarda solo il rapporto fra Stato e regioni, ma anche tra regioni e province fino al coinvolgimento dei comuni;
    la perdurante scarsa efficienza del sistema giudiziario italiano e la conseguente necessità di assicurare la riduzione dei tempi della giustizia con interventi di riforma concernenti sia il processo civile che il processo penale, l'esigenza di implementare il sistema di lotta alla corruzione, nonché la lotta alla criminalità organizzata nazionale e transnazionale, oltre alle organizzazioni mafiose, e l'esigenza di un processo di riqualificazione che permetta di superare le carenze strutturali delle carceri e il sovraffollamento ovvero prevedere un piano strategico in materia di edilizia penitenziaria, la necessità di completare la pianta organica del corpo di polizia penitenziaria, l'impellente necessità di perseguire l'obiettivo della copertura e dell'ampliamento delle piante organiche nonché la riqualificazione del personale di servizio dell'amministrazione giudiziaria con assunzioni di magistrati e personale amministrativo attraverso l'espletamento delle procedure concorsuali; l'esigenza di garantire la bigenitorialità e quindi il diritto del minore a crescere con la presenza costante di entrambe i genitori, altresì nel caso di separazione degli stessi, anche al fine di evitare nuovi casi indebiti di allontanamento di minori dalla propria famiglia di origine, ponendo quindi una particolare attenzione al tribunale dei minori;
    tra i nodi irrisolti nell'amministrazione della giustizia, figura certamente anche quello della magistratura onoraria: migliaia di professionisti che quotidianamente evitano il collasso del sistema giustizia ma che da anni attendono invano di veder adeguatamente riconosciuto il proprio ruolo e il proprio impegno professionale;
    in tema di politiche attive per il lavoro, la grande innovazione degli ultimi anni consiste nel Reddito di cittadinanza, una misura di contrasto alla povertà erogata in favore di nuclei familiari in difficoltà ma finalizzata al contempo all'inserimento dei beneficiari nel mondo del lavoro;
    come si evince dalla seconda Nota periodica sul Reddito di cittadinanza, alla data del 1o maggio 2020, su un numero complessivo di un milione di beneficiari presenti nel database, di cui 876 mila soggetti al Patto per il lavoro, sono solo 376 mila i soggetti ad avere sottoscritto il Patto (pari a circa il 43 per cento), mentre sono pochissimi coloro che hanno svolto un tirocinio (2.603, pari allo 0,3%);
    a febbraio, il numero di beneficiari che avevano sottoscritto un contratto di lavoro era pari a soli 39.760, il 2 per cento, dei quali il 65,2 per cento a tempo determinato, il 19,7 per cento a tempo indeterminato ed il 3,9 in apprendistato;
    anche la Corte dei conti ha bocciato la misura, nel rapporto 2020 sul coordinamento della finanza pubblica, evidenziando che «per quel che riguarda il secondo pilastro del RdC, quello finalizzato a promuovere politiche attive per il lavoro, i risultati appaiono al momento largamente insoddisfacenti e confermano le perplessità avanzate dalla Corte al suo avvio. I dati a disposizione, comunicati dall'ANPAL Servizi, dicono che alla data del 10 febbraio 2020, i beneficiari del RdC che hanno avuto un rapporto di lavoro dopo l'approvazione della domanda sono circa 40 mila. Soprattutto, non si intravedono segni di un possibile maggiore dinamismo dei Centri per l'impiego rispetto al passato»;
    in tema di previdenza sociale, in ossequio alla Raccomandazione n. 1 del Consiglio dell'Unione europea del 2019, che chiedeva all'Italia di ridurre il peso delle pensioni nella spesa pubblica, il Piano nazionale delle riforme prevede un disimpegno verso le più recenti politiche miranti a non allungare eccessivamente l'età pensionabile, portando a conclusione la sperimentazione di «Quota 100», nonostante i risultanti molto incoraggianti;
    in tema di ammortizzatori sociali, il PNR manifesta l'intenzione di avviare una ricognizione degli ammortizzatori sociali per definire un intervento organico nel settore;
    in tema di famiglia, il PNR punta all'introduzione di un assegno universale per i figli, alla revisione del meccanismo dei congedi parentali in un'ottica di condivisione dei carichi di cura tra uomo e donna e di miglior conciliazione vita-lavoro ed alla promozione del lavoro giovanile;
    in tema di disabilità, il documento preannuncia inoltre la presentazione di un disegno di legge delega sulla disabilità, destinato non solo a rafforzare le misure di assistenza sul territorio e di sostegno al reddito ma anche a potenziare quelle dirette al superamento delle barriere che impediscono la partecipazione al mercato del lavoro delle persone non autosufficienti;
    l'emergenza epidemiologica da COVID-19 accentuando, peraltro, le fragilità personali ed economiche di molti lavoratori, ha fatto altresì emergere «nuovi» bisogni e «nuove» priorità, che impongono quantomeno un ripensamento (e un potenziamento) degli strumenti di welfare aziendale;
    in questo contesto, aumentare, di fatto, la retribuzione «netta» dei lavoratori dipendenti attraverso un incremento della parte non tassata, ovvero di tutti quei benefici «accessori» che (riconosciuti dalla normativa vigente per creare welfare aziendale e, in generale, incentivare la produttività dei dipendenti) si aggiungono allo stipendio, generando un compenso aggiuntivo «in natura», significa contribuire sensibilmente a ridare ossigeno alle famiglie;
    in ottemperanza agli obiettivi adottati dall'ONU per uno sviluppo sostenibile, particolare attenzione deve essere rivolta alla riscoperta dei paesaggi rurali dell'entroterra, attraverso il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni, capillarmente diffusi sul territorio nazionale, ognuno espressione di un patrimonio caratterizzato da paesaggi, storia, cultura, arte e tradizioni che rendono unico il nostro Paese, sviluppando quindi un turismo di prossimità basato sulla centralità della persona e della sua sicurezza, che sappia sfruttare al meglio la capacità attrattiva dei territori locali, tutelandoli anche da fenomeni di abbandono e degrado;
    nell'ambito delle strategie di attuazione del Green Deal particolare attenzione dovrebbe essere rivolta al sostegno delle eccellenze dell'agroalimentare italiano, quale punto di riferimento, a livello globale, per il raggiungimento di ambiziosi obiettivi di sostenibilità e tutela della biodiversità, attraverso lo sviluppo di sistemi che incentivino l'adozione di alte prestazioni all'interno della filiera, secondo una strategia one health, incentrata sul riconoscimento del legame esistente tra la salute animale, quella umana e l'ecosistema, a garanzia della diffusione di modelli alimentari che, basati sui principi della dieta mediterranea, assicurino la qualità, la sicurezza alimentare e la sostenibilità ambientale;
    in materia di istruzione, le politiche che il Governo dichiara di voler adottare per il rilancio della crescita in risposta alle Raccomandazioni al Paese approvate dal Consiglio Europeo, riprendono pressoché integralmente gli interventi normativi proposti dalle opposizioni, sui quali lo stesso Esecutivo si era però espresso in senso contrario durante l'iter dei provvedimenti emergenziali adottati negli ultimi mesi. Parere contrario è stato infatti reso in tema di inclusione scolastica, sulla proposta di aumento del numero di docenti di sostegno di ruolo e l'indizione di bandi annuali per corsi di specializzazione per il sostegno; parere contrario è stato reso sull'istituzione di percorsi di abilitazione ordinamentali all'insegnamento per la scuola superiore di primo e secondo grado, per la valorizzazione della formazione permanente del personale docente, definendo nel nuovo contratto di lavoro il monte ore annuale e obbligatorio per la formazione, e per la riduzione del precariato attraverso un sistema di reclutamento più lineare che potrebbe attingere facilmente dal sistema delle graduatorie. Parere contrario è stato infine reso in merito alla proposta di concorso per i docenti di religione cattolica, che valorizzi l'esperienza pregressa di lavoro, riconoscendo un punteggio al servizio svolto e prevedendo una riserva di posti;
    in tema di Ricerca e Sviluppo, per sopperire alla carenza di investimenti pubblici effettuati negli ultimi anni, è necessario utilizzare le risorse del Next Generation EU per aumentare le spese oltre che per l'istruzione, per la ricerca e lo sviluppo, in quanto il livello di istruzione secondaria e terziaria della popolazione italiana è inferiore alla media dell'Unione europea (4,0 per cento contro il 4,6 del PIL nel 2018 secondo i dati Eurostat), ma il gap è particolarmente accentuato nella componente dell'istruzione terziaria (0,3 per cento contro 0,8 per cento del PIL). Parimenti, la spesa complessiva in Ricerca e Sviluppo pubblica e privata del Paese (1,35 per cento del PIL nel 2017) è inferiore alla media UE (2,06 per cento del PIL). Sono ancora numerose le aree di povertà educativa minorile e dispersione scolastica, caratterizzate da un elevato tasso di criminalità minorile. Per invertire questa tendenza è necessario garantire l'uguaglianza delle opportunità educative, ma anche innalzare gli standard e la qualità della didattica, anche attraverso gli strumenti digitali, riducendo il più possibile il digital divide tra le diverse zone del Paese;
    riguardo al settore culturale, nell'ambito degli interventi emergenziali sono state destinate dal Governo risorse ai musei non statali, circa 200 milioni di euro stanziati che però non andranno tutti al comparto museale, ma sono destinati anche ad altre finalità quali, il sostegno dei comparti librario ed editoriale;
    nell'ambito delle strategie di attuazione del Green New Deal è necessario trasformare le problematiche climatiche e le sfide ambientali in opportunità concrete creando le condizioni per un'effettiva crescita e un incremento della produttività del Paese, e non come un ulteriore limite o ostacolo allo sviluppo, indirizzando le risorse verso investimenti green intelligenti intesi a migliorare la qualità della vita dei cittadini, inclusi gli aspetti sanitari; rilevante è la promozione dell'economia circolare quale obiettivo ambientale prioritario del Green New Deal che vede nella corretta gestione e valorizzazione dei rifiuti un perno centrale e prioritario nonché l'accelerazione della transizione energetica per centrare gli obiettivi di decarbonizzazione del PNIEC, attraverso maggiore produzione di energia da fonti rinnovabili, maggiore efficienza energetica e minori emissioni di gas effetto serra;
    tra le politiche di valorizzazione del patrimonio pubblico si fa riferimento al settore dell'edilizia ecosostenibile, evidenziando l'opera di adeguamento e revisione del parco infrastrutturale della Difesa in termini di valorizzazione, riqualificazione e nuova edificazione, secondo criteri costruttivi innovativi di basso impatto ambientale e ridotti costi di manutenzione;
    il patrimonio immobiliare della Difesa comprende una vasta tipologia di siti ed infrastrutture, con quasi il 50 per cento delle infrastrutture risalente a prima del 1915 e soltanto il 10 per cento dopo il 1945;
    nel quadro di supporto all’export di specifiche filiere produttive, si fa riferimento, considerata l'importanza del settore della Difesa, al sostegno delle potenzialità dell'industria italiana dell'Aerospazio, della Difesa e della Sicurezza, la cui produzione è significativamente destinata per quasi il 70 per cento ai mercati esteri;
    sul fronte del rischio reale di «scalate ostili» e operazioni di speculazione da parte di soggetti terzi in conseguenza della grave crisi sociale ed economica determinata dall'emergenza epidemiologica in atto nel nostro Paese, è urgente approntare una serie di misure efficaci volte a tutelare e rafforzare la solidità e la sicurezza delle nostre imprese nazionali operanti in settori di rilevanza strategica e in quelli sottoposti alla normativa sul « Golden Power» nonché delle aziende rilevanti, nella produzione nazionale, comprese anche le piccole, medie e micro imprese (come ad esempio, quelle il cui marchio sia stato definito «marchio storico» ovvero quelle di alto valore per le filiere produttive italiane);
    in tema di sanità, il PNR consiste in una sommatoria di generiche dichiarazioni di intenti, prive di indicazioni certe su modalità e tempi di realizzazione del programma di ammodernamento del sistema sanitario nonché sui controlli;
    in tema di investimenti in materia di edilizia sanitaria, in particolare, il piano ipotizza un investimento di 32 miliardi in un arco temporale che va dal 2018 al 2045, per interventi in materia di adeguamento antisismico, antincendio e tecnologico, utilizzando a tal fine i fondi MES che, però, possono finanziare interventi connessi all'emergenza sanitaria, per spese dirette e indirette, nel biennio 2020-2021;
    il programma nazionale di riforma avrebbe dovuto dettare le regole fondamentali per la rimodulazione della spesa, dando contezza di una pianificazione in innovazione, ricerca e prevenzione post COVID anzitutto sulla base delle risorse già disponibili, che ammontano a 25 miliardi di euro sul biennio, comprensivi delle risorse stanziate e non utilizzate, che si aggiungono agli 8,280 miliardi di incremento in parte corrente in ragione e per l'effetto dei provvedimenti emergenziali intervenuti, rilevanti ai fini dello scostamento complessivo di 100 miliardi;
    l'Esecutivo non ha provveduto ad approfondire nel dettaglio dove, come e quando andrebbero allocati tali fondi e quali obiettivi ci si prefigge con essi di realizzare, prendendo per buona una ricognizione del 2018 senza nessuna verifica in punto di attualizzazione dei fabbisogni;
    l'Allegato III al Programma nazionale di riforma, relativo a infrastrutture e trasporti, contiene una serie di misure per lo sviluppo delle reti infrastrutturali di trasporto senza alcun carattere di novità e del tutto prive di efficacia, anche rispetto all'individuazione delle opere da realizzare in via prioritaria, molte delle quali già oggetto di commissariamento;
    particolare attenzione è posta al tema della mobilità sostenibile senza che siano tuttavia previste misure concrete per il ricambio del parco circolante, sia ad uso privato che commerciale, e per la celere realizzazione dell'ampliamento delle reti metropolitane di diverse città italiane;
    non si comprende quale sia lo stato di avanzamento delle opere previste nei Contratti di programma tra il MIT e RFI e tra il MIT e Anas, soprattutto in termini di oneri già finanziati e fabbisogno;
    nell'Allegato III al Programma nazionale di riforma si fa riferimento ad un aggiornamento del Piano nazionale aeroporti senza fornire alcun dettaglio in merito, specie con riguardo per lo sviluppo del trasporto aereo delle merci e della specializzazione funzionale di ciascun scalo aeroportuale;
    il Piano Nazionale delle Riforme si basa ampiamente sulla riconversione dell'economia verso una maggiore sostenibilità ambientale. Allo stesso tempo il Quadro Finanziario Pluriennale dell'Unione europea punta circa un terzo delle proprie risorse sul Green New Deal, pur con contraddizioni evidenti che vedono ridursi da 30 a 10 miliardi le risorse del Just Transition Fund, il principale Fondo che dovrebbe essere dedicato proprio alla transizione equa, con conseguenze anche sui trasferimenti di risorse europee all'Italia da dedicare alla svolta ambientalista delle centrali elettriche e dei siti produttivi fortemente energivori;
    va evidenziata la criticità delle nuove «risorse proprie» dell'Europa, che comporteranno interventi di tipo fiscale, che andranno ad alimentare direttamente il bilancio pluriennale dell'Unione Europea;
    in particolare si dovrebbero avere aumenti nei seguenti ambiti: a) un'imposta sul riciclo dei rifiuti in plastica, che va ad aggiungersi a quella già approvata e la cui entrata in vigore è stata rinviata al 1o gennaio 2021; b) l'aumento dell'imposta sul meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera, che verrà decisa nel primo semestre 2021; c) la revisione del sistema di scambio di quote di emissioni; d) l'estensione del sistema di scambio di emissioni ai settori marittimo ed aeronautico; e) il prelievo del 3 per cento applicata alla nuova tassa imponibile consolidata comune per l'imposta sulle società; f) un ridimensionamento dal 10 al 20 per cento della quota dei dazi doganali trattenuta dagli Stati membri quale compenso per la riscossione;
    gli aumenti delle imposte indicate o dei prelievi sono quantificabili in Italia in circa 5,5/6 miliardi di euro annui, proseguirebbero anche negli anni successivi al settennato del QFP 2021-27 e sarebbero a carico delle imprese italiane;
    l'aumento delle risorse proprie a carico dell'Italia, già contribuente netto, da destinare al Bilancio pluriennale europeo, peraltro, coincide con la diminuzione dei contributi di altri Paesi europei contribuenti netti, attraverso il ricalcolo dei rebates;
    l'Italia diventerebbe quindi percettore netto solo nei quattro anni, 2021-2024, in cui riceverebbe i trasferimenti dei Fondi europei legati al piano di aiuti e di prestiti del Recovery Fund, per tornare ad essere contributore netto dal 2025 con un valore medio tra il dare e l'avere pari al doppio di quello medio stimabile oggi;
    il PNR dovrebbe quindi stimarne l'impatto sulle imprese coinvolte, sul loro prodotto e soprattutto sui posti di lavoro che potrebbero perdersi nei settori interessati dall'aumento paventato dell'imposizione fiscale,

impegna il Governo

   ai fini dell'elaborazione di una condivisa e complessiva strategia di rilancio del Paese, al corretto e completo coinvolgimento del Parlamento, e delle forze di opposizione alla stesura del Piano per la ripresa e la resilienza, cosiddetto Recovery Plan;
   ad utilizzare la leva fiscale di vantaggio e la garanzia dello Stato per i prestiti bancari a costi prossimi allo zero, per sostenere l'iniziativa economica, in particolare delle micro, piccole e medie imprese, favorendo la capitalizzazione, l'innovazione di prodotto e dei processi produttivi, agevolando l'accorpamento delle imprese manifatturiere e l'accesso ai mercati esteri, favorendo la ricerca e la sinergia tra imprese e università;
   ad evitare l'introduzione di qualsiasi nuova forma di tassazione, a partire da quella patrimoniale;
   ad introdurre un regime forfettario di vantaggio con la cosiddetta flat tax per fatturati fino a 100.000 euro;
   a provvedere alla revisione del trattamento tributario del reddito familiare con l'introduzione della flat tax per le famiglie fiscali;
   al fine di mitigare l'imposizione fiscale sul reddito delle persone fisiche che non rientrano tra i soggetti che beneficiano della flat tax, ad accorpare le ultime tre aliquote dell'imposta sul reddito delle persone fisiche;
   ad introdurre, sulla parte del reddito delle persone fisiche e delle società eccedente il reddito complessivo dichiarato per il periodo d'imposta precedente, come determinato ai fini IRPEF o IRES, l'imposta sostitutiva del 15 per cento;
   al fine di rilanciare la crescita e dare un nuovo impulso allo sviluppo economico del Paese, a ridurre il carico fiscale delle società, attraverso una riduzione progressiva dell'aliquota dell'imposta sul reddito delle società dall'attuale 24 per cento al 20 per cento per i periodi di imposta successivi al 31 dicembre 2019 e fino al 31 dicembre 2022, e prevedere un'ulteriore riduzione a decorrere dal 1o gennaio 2023, portando l'aliquota dell'imposta sul reddito delle società che passerà dal 20 per cento al 15 per cento;
   a sospendere l'applicazione degli indici sintetici di affidabilità fiscale, sino al 2021;
   a sospendere le disposizioni che limitano l'utilizzo del denaro contante e introducono le forme di pagamento elettronico, senza agevolazioni per gli esercizi commerciali, sino a tutto il 2021;
   ad assicurare l'accesso al credito a famiglie e imprese e – in questo contesto – accelerare il processo di riduzione dello stock di crediti deteriorati;
   ad eliminare le inefficienze e i limiti che pervadono l'attuale sistema di compensazione dei crediti e debiti vantati verso le Pubbliche Amministrazioni, introducendo strumenti finalizzati ad accelerarne e semplificarne l'attuazione;
   ad adottare iniziative volte a prevedere una «pace fiscale» per i contribuenti e le imprese volta a ridurre il contenzioso e i carichi pendenti a partire dal 2021;
   a semplificare il complesso tessuto normativo per rendere più competitiva l'Italia, tagliando in maniera energica e definitiva i temi e i costi della burocrazia, anche attraverso un efficace piano di digitalizzazione della pubblica amministrazione con adeguate risorse da destinare alle amministrazioni locali e lo snellimento di ogni adempimento burocratico, in particolare degli adempimenti, per facilitare l'avvio immediato di ogni nuova impresa;
   a procedere all'effettivo pagamento di tutti i debiti in ritardo della pubblica amministrazione nei confronti dei professionisti e delle imprese, alla compensazione piena tra crediti e debiti, rispettando i termini di legge per le nuove assegnazioni, iniettando in questo modo liquidità nel sistema delle aziende, fondamentale per la ripresa economica;
   a riportare il livello della tassazione sulla prima e sulla seconda casa ad un livello sostenibile, incentivando la riqualificazione degli immobili ed estendendo la cedolare secca anche agli immobili non abitativi e contestualmente adottando piani di rigenerazione urbana;
   a prevedere una riduzione del 30 per cento dei coefficienti di calcolo IMU, nonché l'esenzione della predetta imposta per i comuni con una popolazione inferiore ai 3.000 abitanti e per gli immobili a uso commerciale rientranti nella categoria catastale C/1 sfitti;
   a rendere «esplicito» l'intendimento di proseguire il percorso avviato dal precedente Governo per il raggiungimento dell'autonomia differenziata delle regioni che ne abbiano fatto istanza, partendo da quelle il cui percorso è già in stato avanzato, presentando quanto prima iniziative in attuazione dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, in attuazione del principio di autonomia, di sussidiarietà e leale collaborazione, costruendo un sistema di competenze differenziate che siano in grado, per prossimità, per cultura civica e per reticolo istituzionale di supporto, di fornire strumenti alle amministrazioni in grado di fornire risposte tempestive in merito:
    a) alla lentezza nei processi di decisione e alla necessità di rispondere con immediatezza alle trasformazioni economiche;
    b) ad una progettazione a lungo termine che sia rispondente alle peculiarità territoriali;
    c) ad un percorso che preveda, a fronte dell'aumento di competenze, un corrispondente aumento di responsabilità e di controllo dell'azione amministrativa da parte dei cittadini al fine di raggiungere le migliori performance pubbliche;
   al fine di migliorare l'efficienza del sistema giudiziario, individuare politiche strutturali volte ad assicurare una riduzione e una maggiore prevedibilità dei tempi della giustizia, ovvero la durata dei processi civili in tutti i gradi di giudizio;
   ad adottare iniziative volte a migliorare l'efficienza del sistema giustizia, con particolare riguardo alla velocizzazione dei processi civili e penali, alla lotta alla corruzione e al contrasto della criminalità organizzata, e il sistema penitenziario, sotto il duplice profilo degli interventi di edilizia penitenziaria e di potenziamento degli organici della polizia penitenziaria;
   ad introdurre meccanismi atti a migliorare la lotta alla criminalità organizzata, alle organizzazioni mafiose e alla criminalità organizzata transnazionale;
   a perseguire l'obiettivo della copertura e dell'ampliamento delle piante organiche di magistrati e personale amministrativo, nonché della riqualificazione del personale in servizio, anche attraverso l'espletamento di procedure concorsuali e ad adottare le misure volte alla valorizzazione del ruolo dei magistrati onorari;
   a realizzare un processo di riqualificazione che permetta di superare le carenze strutturali delle carceri italiane e il loro sovraffollamento, prevedendo un piano strategico di misure in materia di edilizia penitenziaria, sia attraverso la riqualificazione degli spazi esistenti sia attraverso l'incremento dei posti detentivi;
   a provvedere al completamento della pianta organica del Corpo di Polizia Penitenziaria, al momento fortemente carente in quasi tutte le strutture penitenziarie;
   a prevedere una particolare attenzione al tribunale dei minori quale strumento di tutela dei minori stessi e rivedere i procedimenti di separazione e divorzio con figli minori avanti i tribunali ordinari per garantire il rispetto del principio di bigenitorialità, auspicando una riforma con l'istituzione del tribunale della famiglia;
   a rafforzare le politiche attive per il lavoro, evitando che vengano disperse risorse pubbliche per misure di fatto assistenziali c prive di effetti concreti sul mercato del lavoro;
   ad agevolare il mercato del lavoro attraverso una semplificazione reintroducendo forme flessibili mediante l'utilizzo dei voucher per le attività minori, per il lavoro agricolo e per il lavoro domestico e per il settore turistico, evitando il paventato salario minimo orario che avrebbe effetti distorsivi sulla contrattazione sindacale e incentivando così il lavoro, in particolare nei campi, da parte dei disoccupati, inoccupati e percettori del reddito di cittadinanza, al fine di sopperire alla denunciata carenza di manodopera senza ricorrere ad ingiustificati provvedimenti di regolarizzazione di cittadini stranieri senza documenti;
   a prevedere maggiore flessibilità nel mercato del lavoro attraverso il superamento del cosiddetto decreto dignità, che ha portato una diminuzione dei posti di lavoro, e del reddito di cittadinanza, i cui effetti assistenzialistici rappresenteranno un ulteriore deterrente al reinserimento nel mondo del lavoro;
   ad introdurre una decontribuzione del 50 per cento per 10 anni per le aziende che assumono lavoratori fino ai 35 anni;
   a non perseguire politiche penalizzanti per i lavoratori, finalizzate ad allungare l'età di accesso ai trattamenti previdenziali, che andrebbero anche a detrimento dei più giovani ai quali sarebbe reso più complicato entrare nel mercato del lavoro;
   a disporre opportune sollecitazioni all'impiego, dei disoccupati, inoccupati e percettori del reddito di cittadinanza, con particolare riguardo al settore agricolo al fine di sopperire alla denunciata carenza di manodopera;
   ad incrementare le tutele e le protezioni sociali dei lavoratori reclutati con piattaforme digitali;
   a rafforzare il sistema degli ammortizzatori sociali, in modo da tutelare i lavoratori penalizzati dalla crisi derivante dall'emergenza epidemiologica e garantire ossigeno alle imprese in difficoltà;
   ad attuare e potenziare le attuali politiche di sostegno alla natalità e alla famiglia, incrementando le risorse stanziate per il finanziamento dell'assegno unico universale e degli altri strumenti in materia, tenuto conto dell'esigenza di contrastare la crisi demografica in atto e di invertire i tassi di natalità registrati nel nostro Paese, attualmente i più bassi d'Europa;
   a perseguire politiche idonee a consentire l'inclusione delle persone con disabilità in ambito sociale, familiare, lavorativo e scolastico, in condizioni di parità con tutti gli altri soggetti, anche adottando misure volte al riconoscimento della lingua dei segni e della lingua dei segni tattile;
   a varare un Piano efficace di sostegno in favore di famiglie e lavoratori, soprattutto di quelli appartenenti alle categorie più svantaggiate, anche prevedendo un potenziamento degli strumenti di welfare aziendale, come indicato in premessa;
   ad attuare una riforma complessiva e organica della disciplina tributaria specifica per gli emolumenti retributivi dei lavoratori dipendenti, in particolare del settore privato, finalizzata ad agevolare – attraverso forme di detassazione consistenti e permanenti – gli incrementi di produttività e di redditività;
   ad assicurare che nel PNR siano destinate adeguate risorse al sostegno della famiglia e ad avviare il sostegno diretto dei caregiver familiari e delle persone con disabilità, mediante la riforma del sistema della previdenza e dell'assistenza ad essi dedicato;
   ad assicurare che nella definizione del piano delle misure e delle riforme strutturali da adottare e da comunicare entro la metà del prossimo mese di ottobre 2020 alla Commissione europea, sia garantito l'ascolto delle associazioni delle persone con disabilità ai sensi dell'articolo 4, comma 3 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, al fine di realizzare i diritti di cui alla medesima convenzione e per la realizzazione di una concreta condizione di pari opportunità tra cittadini;
   ad assicurare che i progetti e le iniziative del Governo in materia di riforme in ambito ambientale, turistico, urbanistico, per i trasporti e la mobilità, per le infrastrutture, per lo sviluppo, per la digitalizzazione e la semplificazione, per la riforma della PA, per la riforma del sistema dell'occupazione delle persone con disabilità, ed in ogni ambito in cui ciò sia richiesto, prevedano la preventiva condivisione con le associazioni maggiormente rappresentative delle persone con disabilità in ottemperanza all'articolo 4 , comma 3 della convenzione delle Nazioni Unite per i diritti delle persone con disabilità e che, in particolare, sia garantita la mobilità delle persone con disabilità attraverso l'adozione di misure atte a garantire l'accessibilità e l'abbattimento delle barriere architettoniche;
   ad adottare un piano strategico di promozione dell'Italia in chiave turistica e attrattiva, garantendo liquidità a tutti gli operatori del settore e una sensibile riduzione del carico fiscale in sintonia con quanto previsto dalla legislazione di altri Paesi nostri concorrenti diretti e anche attraverso la tutela e la valorizzazione dei piccoli centri, diffusi su tutto il territorio nazionale, che sono la testimonianza analitica della storia della cultura, dell'arte, del paesaggio e delle tradizioni proprie di ciascun territorio e che insieme rendono unico il nostro Paese, sostenendo un turismo di prossimità basato sulla centralità della persona e della sua sicurezza, che sappia sfruttare al meglio la capacità attrattiva dei territori locali, tutelandoli anche da fenomeni di abbandono e degrado;
   a sostenere le eccellenze dell'agroalimentare italiano attraverso lo sviluppo di sistemi che incentivino l'adozione di alte prestazioni all'interno della filiera, secondo una strategia one health, incentrata sul riconoscimento del legame esistente tra la salute animale, quella umana e l'ecosistema, a garanzia della diffusione di modelli alimentari che, basati sui principi della dieta mediterranea, assicurino la qualità, la sicurezza alimentare e la sostenibilità ambientale;
   a porre in essere azioni per limitare i danni dei ritardi nel concorso transitorio della secondaria, per superare il contenzioso dei concorsi a dirigente scolastico e per risolvere la situazione in merito ai cosiddetti «DSGA facenti funzione»; a risolvere definitivamente il problema dei docenti di scuola primaria diplomati magistrale, ante 2001/2002 licenziati a seguito di giudizi definitivi, ma non ricompresi nel novero dei partecipanti al concorso straordinario indetto nel 2018, in forza delle disposizioni contenute nel decreto-legge 12 luglio 2018, n. 87, convertito dalla Legge 9 agosto 2018, n. 96, cosiddetto «decreto Dignità»;
   ad incrementare ulteriormente le risorse finanziarie per un piano straordinario di interventi, fondamentale per la messa in sicurezza, la tutela, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale, artistico e museale, con iter autorizzativi più rapidi;
   a predisporre un piano strategico nazionale sulla valorizzazione del patrimonio UNESCO, materiale e immateriale, con investimenti adeguati soprattutto perché questi siti possono fungere da traino per riportare il turismo straniero nel nostro Paese, anche grazie ad una massiccia promozione dei siti stessi attraverso i media dei paesi europei ed extraeuropei. A potenziare il più possibile il previsto piano per la valorizzazione del patrimonio culturale, il paesaggio e i borghi al fine di attrarre i turisti verso aree meno conosciute, ma ugualmente interessanti del Paese, anche migliorando le infrastrutture viarie e ferroviarie per raggiungere le medesime;
   a sviluppare l'uso delle nuove tecnologie nel controllo satellitare del territorio, attraverso la creazione di un unico data base che possa controllare lo stato delle opere artistiche sotto una molteplicità di parametri per indicare gli interventi di restauro urgenti da effettuare; a dare, per questa finalità, più risorse al MIBACT, anche in termini di personale, attraverso nuove assunzioni e un'adeguata formazione, a promuovere per questo progetto la creazione di nuove start-up, in linea con quanto avviene nei paesi del Nord Europa;
   a valorizzare maggiormente il ruolo dello sport ai fini dell'inclusione e dell'integrazione sociale, per garantire il diritto allo sport nelle aree territoriali più disagiate, attraverso il potenziamento e la riqualificazione dell'impiantistica sportiva sul territorio;
   ad indirizzare maggiori risorse agli enti locali e alle regioni al fine di consentire il miglioramento e l'ottimizzazione dei servizi pubblici, in termini di opere idriche, impianti di rifiuti, mobilità sostenibile, quali interventi concreti al raggiungimento di obiettivi di mitigazione dei cambiamenti climatici e di prevenzione del dissesto idrogeologico nonché per immaginare una fase di ripresa che da un lato consenta di accelerare le opere e contribuire alla riduzione dei carichi tariffari sui cittadini, dall'altro possa favorire la realizzazione di opere infrastrutturali e l'apertura di nuovi cantieri;
   a favorire l'utilizzo delle risorse già disponibili attraverso un reale contributo alla riduzione dei vincoli burocratici e amministrativi per consentire di avviare gli investimenti e non lasciarli sulla carta come intenti;
   a individuare iniziative intese ad accompagnare la transizione verso un reale modello di economia circolare basato su un uso efficiente delle risorse naturali, su una corretta gestione dell'acqua, la bonifica dei siti contaminati nazionali e regionali contaminati e su un virtuoso ciclo dei rifiuti che punti al recupero di materia ed energia anche attraverso conseguente e necessario efficientamento e completamento di un sistema impiantistico efficace ed uniforme sull'intero territorio nazionale, anche attraverso l'individuazione di standard minimi per gli impianti di trattamento dei rifiuti;
   ad assumere iniziative legislative intese a garantire norme chiare e procedure amministrative e autorizzative semplificate, per garantire il perseguimento degli obiettivi del PNIEC, dare certezza agli investimenti, anche in ricerca e sviluppo, e agli operatori anche adottando misure di defiscalizzazione per gli investimenti in campo ambientale e programmare risorse pubbliche per la realizzazione di infrastrutture di pubblica utilità;
   a rafforzare e semplificare le attività di valorizzazione del patrimonio immobiliare della Difesa, attraverso l'utilizzo di fondi e programmi già operativi o di prossima attivazione nel quadro dell'Unione europea, a partire dal Piano per la ripresa Next Generation EU, e al contempo sostenere con adeguate risorse finanziarie il processo di rinnovo infrastrutturale avviato dalle Forze armate, per rispondere ai profili funzionali e operativi degli immobili, e alle esigenze alloggiative e di benessere del personale;
   a ritenere il sostegno all'intero comparto della Difesa una priorità strategica per il nostro Paese, considerato che l'impatto della ricerca scientifica in ambito militare, unitamente all'innovazione tecnologica derivante, definisce e influenza il progresso sociale ed economico dell'intero Paese, e al contempo provvedere a garantire le adeguate risorse necessarie ad assicurare la fattibilità dei futuri programmi di sviluppo di materiali d'armamento, sia in ambito nazionale che in chiave di cooperazione tra stati, intensificando così la presenza delle aziende italiane nel mercato internazionale [DIFESA];
   ad adottare tutte le iniziative di competenza volte a tutelare le aziende italiane da operazioni di tipo speculativo promosse da soggetti esteri, comprese le piccole, medie e micro imprese;
   a prevedere il mantenimento della web tax, attraverso la sua configurazione quale forma di imposizione indiretta che si concentra sul mero utilizzo del servizio fornito, considerato come indice significativo ed attendibile di un trasferimento di ricchezza suscettibile di essere tassato come tale nel territorio statale in cui si registra;
   a definire un piano dettagliato di analisi delle reali necessità e dei risparmi che si andrebbero a realizzare con gli investimenti, in modo da poter dare preventivamente conto della necessità di nuove forme di indebitamento;
   a valutare l'opportunità di procedere ad un adeguamento del sistema sanitario senza gravare le future generazioni di ulteriore debito, individuando le risorse necessarie per offrire a tutti i cittadini i LEA sanitari e socio sanitari, compresi anche gli interventi di prevenzione c di cure innovative già oggi disponibili ma tuttora non previsti come diritti di salute esigibili;
   a riconsiderare l'elenco delle opere prioritarie previste nel programma «#Italiaveloce», al fine di includervi tutti gli interventi infrastrutturali già finanziati, anche parzialmente, che allo stato risultino immotivatamente bloccati;
   a prevedere un significativo piano di manutenzione e messa in sicurezza di ponti, viadotti e cavalcavia siti su strade statali e provinciali;
   nell'ambito dello sviluppo della mobilità sostenibile, ad introdurre incentivi, destinati alle imprese, per il rinnovo dei mezzi commerciali circolanti, in particolare quelli con massa inferiore alle 3,5 tonnellate;
   nell'ambito dello sviluppo della mobilità sostenibile, ad introdurre incentivi all'acquisto di auto nuove, indipendentemente dal loro tipo di alimentazione, con contestuale rottamazione di veicolo usato;
   a portare a compimento l’iter di riforma del codice della strada avviato in sede parlamentare;
   a favorire la specializzazione degli aeroporti più piccoli su specifici segmenti del trasporto aereo;
   a sostenere la competitività del sistema produttivo del Centro-Nord e a rafforzare il Piano Strategico per il Mezzogiorno dando concretezza a quanto già previsto nel PNR, al fine di raggiungere gli auspicati obiettivi di coesione.
(6-00122) «Molinari, Gelmini, Lollobrigida, Lupi».


   La Camera,
   premesso che:
    l'epidemia causata dal nuovo Coronavirus (COVID-19), ha cambiato in modo repentino e drammatico le prospettive economiche del Paese;
    in tale contesto, al fine di contrastare gli effetti economici dell'epidemia e limitare al massimo i danni di lungo periodo per il tessuto sociale ed economico e, soprattutto, evitare che la crisi pandemica sia seguita da una fase di depressione economica, il Governo ha adottato ingenti interventi a favore di lavoratori, famiglie e imprese;
    nel 2019 l'economia italiana è cresciuta dello 0,3 per cento, in rallentamento rispetto all'anno precedente ma a un tasso di crescita lievemente superiore alle ultime stime contenute nella NADEF 2019 di settembre. Tuttavia, con la diffusione dell'emergenza sanitaria, a partire dal mese di marzo, tutti gli indicatori disponibili tracciano una brusca inversione di rotta;
    quest'anno – sulla base delle indicazioni fornite dalla Commissione europea a seguito della eccezionalità della crisi pandemica e in linea con gli altri Paesi dell'Unione europea – il DEF è stato presentato alle Camere in una versione più sintetica, comprendente le sole prime due sezioni (Programma di stabilità e Analisi e tendenze della finanza pubblica), mentre la presentazione del PNR e dei principali allegati è stata posticipata ad un momento successivo al completamento delle misure economiche più urgenti e al perfezionamento della strategia di riapertura delle attività produttive;
    il Programma Nazionale di Riforma delinea le politiche che il Governo intende adottare nel triennio 2021-23 per il rilancio della crescita, l'innovazione, la sostenibilità, l'inclusione sociale e la coesione territoriale, nel nuovo scenario determinato dal Coronavirus;
    alla base di tale piano di rilancio vi sono un forte aumento degli investimenti pubblici con l'obiettivo di portarli stabilmente sopra il 3 per cento del PIL, un significativo incremento della spesa per la ricerca, istruzione e sviluppo puntando a incrementare la spesa pubblica per la ricerca e per l'istruzione di 0,4 punti percentuali di PIL nei prossimi tre anni;
    altro punto cardine del piano di rilancio è la riforma fiscale, improntata al principio di progressività, volta a migliorare l'equità e l'efficienza del sistema tributario, riducendo le aliquote sui redditi di lavoro. L'obiettivo del Governo è quello di disegnare un fisco equo, semplice e trasparente per i cittadini, che riduca la pressione fiscale sui ceti medi e le famiglie con figli. Al tempo stesso, sarà esaminato il sistema delle imposte ambientali e dei sussidi ambientalmente dannosi così da incentivare la transizione ecologica;
    le misure adottate dal Governo per contenere la diffusione del virus e proteggere le imprese e l'occupazione favoriranno una ripresa dell'attività economica non appena la crisi sanitaria sarà rientrata;
    in ragione di ciò ci si attende un parziale recupero del PIL già a partire dal terzo trimestre, che si prolungherà fino alla fine dell'anno. Nello scenario tendenziale, per il 2020 si stima che l'economia registrerà una caduta del PIL reale di otto punti percentuali in termini grezzi. Per il 2021 si prospetta un parziale recupero del PIL reale pari a +4,7 per cento; il Governo rivedrà tali proiezioni, formulate con informazioni disponibili ad inizio aprile nella Nota di aggiornamento del DEF in settembre;
    in base alle Previsioni economiche di estate 2020 della Commissione europea l'economia dell'area euro nel 2020 subirà una contrazione pari a circa l'8,7 per cento per poi crescere di circa il 6,1 per cento nel 2021 mentre l'economia dell'Unione europea è prevista contrarsi dell'8,3 per cento nel 2020 per crescere a un tasso del 5,8 per cento nel 2021. Per l'Italia è prevista una contrazione dell'11,2 per cento nel 2020 e un parziale recupero del 6,1% nel 2021;
    sul piano del sostegno alla copertura dei costi finanziari, l'Unione europea ha adottato imponenti misure di supporto tra cui: sospensione del Patto di stabilità e crescita, attraverso l'applicazione della general escape clause; la flessibilità accordata al regime degli aiuti di Stato; l'avvio da parte della Banca centrale europea del programma cosiddetto PEPP da 750 miliardi di euro, incrementato a giugno di ulteriori 600 miliardi di euro, per un totale di 1.350 miliardi di euro (PD); il ricorso alla flessibilità nell'uso delle risorse della coesione; il piano della Banca europea per gli investimenti (BEI) per attivare fino a più di 40 miliardi di euro di finanziamenti destinati alle piccole e medie imprese;
    a queste misure si è aggiunto un pacchetto consistente, di 540 miliardi di euro, così articolati: un fondo europeo di sostegno a strumenti nazionali per la lotta alla disoccupazione (Sure) di 100 miliardi di euro; un fondo paneuropeo della BEI, in grado di mobilitare fino a 200 miliardi di euro; la linea di credito Pandemic Crisis Support, nell'ambito del Meccanismo Europeo di Stabilità (MES), pari a 240 miliardi di euro, tutti strumenti ai quali gli Stati membri dell'area euro possono decidere di ricorrere;
    a queste risorse si aggiungono quelle del QFP 2021-2027 che ha fissato il bilancio UE a 1074,3 miliardi a valori 2018 e quelle del Next Generation EU (NGEU), per complessivi 750 miliardi, di cui 390 miliardi in sovvenzioni e 360 miliardi in prestiti, appositamente previsti per sostenere la ripresa dell'economia europea tramite investimenti e riforme dal Consiglio europeo nelle conclusioni di luglio 2020;
   vista la risoluzione con la quale è stata approvata dal Senato la Relazione al Parlamento che illustra l'aggiornamento del piano di rientro verso l'Obiettivo di medio OMT;
   considerato che:
    complessivamente, il nostro Paese avrà a disposizione a partire dai prossimi mesi un consistente pacchetto di risorse UE che dovranno essere utilizzate al meglio per fornire alle famiglie e alle imprese tutto il sostegno necessario per una ripartenza sostenibile nel tempo e da un punto di vista sociale e ambientale, sospingendo gli investimenti produttivi e realizzando riforme da lungo tempo attese;
    l'improcrastinabile avvio della ripresa economica del nostro Paese non può prescindere da una prospettiva riformatrice e dal considerare centrali la coesione sociale, lo sviluppo dell'economia verde, la digitalizzazione, le nuove tecnologie, il capitale umano, le nuove generazioni, gli investimenti in cultura e turismo, istruzione, mobilità sociale, e non ultimo la parità di genere. Tutti fattori fondamentali, nei prossimi decenni, per rendere la nostra economia più competitiva, incentrata sullo sviluppo sostenibile e fondata su una nuova strategia industriale;
    la rapidità nell'utilizzo di tutte le risorse già disponibili e provenienti dai precedenti cicli di programmazione, di quelle attivate nel mese di aprile 2020 e di quelle in via di definizione (QFP 2021-2027 e NGEU), rappresentano un elemento fondamentale per il rilancio del nostro Paese;
    la fase che ci attende, di convivenza con il virus, deve essere caratterizzata da una rinnovata cornice giuridica che consenta la regolazione dei diversi aspetti in modo da poter reagire con rapidità e flessibilità ad ogni emergenza nel rispetto dei principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio effettivamente presente su specifiche parti del territorio nazionale;
    al contempo nei prossimi mesi saremo chiamati a realizzare il Piano di Rilancio e, al suo interno, il Recovery Plan, che si baseranno, come indicato nel PNR 2020, su una forte aumento degli investimenti, su un significativo incremento della spesa per ricerca, istruzione, innovazione e digitalizzazione e su riforme mirate ad incrementare la crescita potenziale, la competitività, l'equità e la sostenibilità sociale ed ambientale, fase in cui sarà quanto mai necessario procedere in un rapporto di sinergia e collaborazione costanti tra Governo, Parlamento ed enti territoriali;
    in tale quadro, le Camere potranno definire le modalità più appropriate che assicurino continuità e incisività all'attività del Parlamento e forme di monitoraggio costante e di valutazione di impatto delle misure adottate,

impegna il Governo:

   a procedere con tempestività all'attuazione di tutte le politiche di intervento delineate nel Programma Nazionale di Riforma per il triennio 2021-23 per il rilancio della crescita del nostro Paese, ponendo alla base di tali interventi un forte aumento degli investimenti, un significativo incremento della spesa per ricerca, istruzione, innovazione e digitalizzazione, la predisposizione di riforme, a partire da quella fiscale, della giustizia e della Pubblica Amministrazione, mirate ad incrementare la crescita potenziale, la competitività, l'equità e la sostenibilità sociale ed ambientale, la parità di genere, l'inclusione sociale e la coesione territoriale, con particolare attenzione alle aree interne, a quelle montane e al Mezzogiorno;
   ad adottare rapidamente un Piano per la ripresa nazionale coerente con gli obiettivi delineati nel PNR e con le recenti strategie dell'Unione europea in tema di transizione digitale ed ecologica, da condividere in Parlamento e far vivere nel Paese, che ponga le basi per l'utilizzo, in una logica di integrazione dei fondi già attivati, dei NGEU, del QFP 2021-2027 e dei fondi strutturali, di tutte le risorse che saranno messe a disposizione del nostro Paese nei prossimi mesi per gli interventi finalizzati a ridurre l'impatto della crisi su imprese e cittadini, in particolare per le fasce della popolazione che si trovano sotto la soglia di povertà e per le minoranze; a procedere – alla luce della assoluta delicatezza e rilevanza della fase che ci attende, di definizione della cornice normativa successiva al 31 luglio 2020 e degli interventi strategici per dare attuazione al citato Piano di rilancio – in un rapporto di sinergia costante tra Governo, Parlamento ed enti territoriali;
   a conferire, nell'ambito degli interventi del Piano per la ripresa, un ruolo centrale: a) all'innovazione e alla trasformazione digitale, quale fattore più importante per rendere universale la diffusione del sapere, dell'istruzione scolastica, della cultura, della medicina e dell'informazione, per ridurre le distanze e le disuguaglianze sociali e territoriali, tra nord e sud, tra città e periferie e tra aree urbanizzate ed aree interne del Paese, per rilanciare l'economia e creare nuovi posti di lavoro; b) agli interventi del Green New Deal orientati a favorire la transizione ecologica, la decarbonizzazione e lo sviluppo economico e sociale sostenibile, in linea con la piena attuazione dell'Agenda 2030, anche utilizzando gli strumenti della leva fiscale; c) alle misure di sostegno e potenziamento, in linea con quanto già previsto nel decreto attuativo del Piano Transizione 4.0, delle attività produttive della green economy, in coerenza con il modello di economia circolare e con la nuova strategia industriale europea; d) al rifinanziamento degli strumenti a sostegno degli investimenti in ricerca e sviluppo e innovazione, con particolare riferimento alla digitalizzazione delle attività produttive e dei servizi e alle dotazioni e alla formazione del personale delle Pubbliche Amministrazioni, nonché alla definizione di un programma per nuovi investimenti industriali, anche nell'ottica di incentivare il reshoring delle produzioni;
   a prevedere l'utilizzo, sulla base dell'interesse generale del Paese e dell'analisi dell'effettivo fabbisogno, degli strumenti già resi disponibili dall'Unione europea e ritenuti utili per fronteggiare l'emergenza sanitaria e socio economica in atto, garantendo un costante rapporto di informazione e condivisione delle scelte con il Parlamento;
   ad adottare misure strutturali in favore del settore del turismo, con particolare riguardo alla riqualificazione della rete ricettiva, al fine di creare le condizioni favorevoli per una rapida ripresa, il consolidamento e il rilancio della filiera allargata, e di veicolare il complesso dei valori distintivi dell'offerta nazionale in maniera coordinata sia verso i target interni che verso quelli internazionali, anche attraverso l'adozione di misure che incentivino la destagionalizzazione;
   ad intraprendere una complessiva (anche graduale) opera di semplificazione del sistema fiscale e di riduzione del carico, con particolare riferimento all'imposta sui redditi delle persone fisiche, al fine di ridurre gli adempimenti tributari, di riformare la giustizia tributaria migliorare l'azione di contrasto ai fenomeni di evasione ed elusione, migliorare il rapporto tra contribuente e amministrazione finanziaria, anche mediante il potenziamento della tracciabilità dei pagamenti; assicurare la piena attuazione dell'assegno universale, quale primo step di una complessiva riforma delle politiche familiari;
   a garantire il rapido riavvio dei cantieri e il completamento delle opere infrastrutturali attraverso il proseguimento e l'intensificazione della semplificazione delle procedure attinenti la fase di realizzazione degli investimenti pubblici, anche valorizzando l'intermodalità trasportistica; a favorire gli investimenti pubblici e privati per garantire la messa in sicurezza degli edifici, con particolare attenzione alla ristrutturazione, riqualificazione o costruzione di edifici destinati a scuole, asili nido, scuole dell'infanzia e centri polifunzionali per i servizi alla famiglia, e per la rigenerazione urbana, nonché per gli interventi di edilizia penitenziaria, al fine della riqualificazione degli spazi esistenti e l'incremento dei posti detentivi; e a definire un piano pluriennale di edilizia residenziale pubblica a canone sociale, basato sul recupero o la ricostruzione degli immobili pubblici e privati inutilizzati, senza consumo di suolo, così da affrontare concretamente i segmenti del disagio abitativo;
   a garantire la piena ripresa in sicurezza delle attività scolastiche, attraverso specifiche azioni di finanziamento per il potenziamento degli strumenti tecnologici e della connettività, delle dotazioni materiali, nonché per l'incremento del personale tecnico e del personale docente;
   a proseguire il lavoro intrapreso per l'attuazione della riforma degli ammortizzatori sociali, rafforzando e razionalizzando gli strumenti di integrazione al reddito in costanza di rapporto e rafforzando il ruolo delle politiche attive del lavoro, nonché per il contrasto al lavoro sommerso e per l'incentivazione e la valorizzazione del lavoro femminile e giovanile; a proseguire l'azione di tutela del lavoro autonomo già intrapresa con i provvedimenti finora emanati attraverso l'erogazione di specifiche indennità, anche prevedendo misure specifiche per il sostegno al reddito in favore dei lavoratori autonomi, liberi professionisti e per particolari categorie di lavoratori non inclusi nelle tutele delle ordinarie integrazioni salariali; nonché ad adottare misure finalizzate alla promozione del lavoro autonomo, in particolare attraverso l'incentivazione all'aggregazione dei professionisti e alla creazione di reti di impresa suscettibili di concorrere adeguatamente nello scenario globale;
   in ambito sanitario, anche al fine di migliorare l'organizzazione e il coordinamento tra Stato e Regioni, a garantire l'investimento di ulteriori fondi, potenziando le misure già adottate, con particolare attenzione al miglioramento delle strutture sanitarie, all'incremento e alla formazione del personale, promuovendo un nuovo ruolo per il medico di medicina generale, a superare le attuali carenze delle RSA, anche attraverso le cure a domicilio e la diffusione dell'utilizzo della tecnologia nell'ambito dei servizi sanitari, nell'ottica di una visione One Health, che comprenda medicina umana, veterinaria e protezione dell'ambiente; a garantire adeguati interventi per il potenziamento della medicina territoriale, a partire dal nuovo Patto della Salute e dal distretto sanitario di base, quale prima dimensione di governance per assicurare l'integrazione socio-sanitaria, l'interprofessionalità e la presa in carico del paziente;
   a favorire la riforma del processo civile e penale, dell'ordinamento giudiziario e della disciplina sulla costituzione e sul funzionamento del CSM, al fine di garantire una maggiore efficienza del sistema giudiziario, anche al fine di accrescere la competitività del sistema-Paese.
(6-00124) «Davide Crippa, Fornaro, Boschi, Fiano».