Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVIII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Venerdì 22 maggio 2020

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 22 maggio 2020.

  Amitrano, Ascani, Azzolina, Benvenuto, Boccia, Bonafede, Claudio Borghi, Boschi, Brescia, Buffagni, Businarolo, Cancelleri, Carbonaro, Carfagna, Castelli, Cirielli, Colletti, Colucci, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Dadone, De Maria, De Micheli, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Luigi Di Maio, Di Stefano, Fantuz, Ferraresi, Gregorio Fontana, Fraccaro, Franceschini, Frusone, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giorgis, Grande, Grimoldi, Gualtieri, Guerini, Invernizzi, Iovino, L'Abbate, Liuni, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Maggioni, Mammì, Mauri, Molinari, Morani, Morassut, Morelli, Orrico, Parolo, Rampelli, Rizzo, Ruocco, Scalfarotto, Schullian, Carlo Sibilia, Sisto, Spadafora, Spadoni, Speranza, Tasso, Tofalo, Tomasi, Trano, Traversi, Villarosa, Raffaele Volpi, Zoffili.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 21 maggio 2020 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge d'iniziativa dei deputati:
  ROBERTO ROSSINI ed altri: «Istituzione della Giornata in memoria delle vittime dell'epidemia di coronavirus» (2507).

  Sarà stampata e distribuita.

Assegnazione di un progetto di legge a Commissione in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, il seguente progetto di legge è assegnato, in sede referente, alla sottoindicata Commissione permanente:
   I Commissione (Affari costituzionali):
  PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE FORCINITI ed altri: «Modifica all'articolo 72 della Costituzione concernente la maggioranza necessaria per l'approvazione delle leggi che disciplinano l'elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica» (2244).

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE URGENTI

Elementi e iniziative di competenza in relazione al grave incendio verificatosi recentemente nello stabilimento chimico della 3V Sigma, anche nell'ottica dell'adozione di un protocollo di sicurezza per lavoratori e cittadini per tutta l'area industriale di Marghera – 2-00804

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro della salute, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
   il 15 maggio 2020, all'improvviso, è scoppiato un grave incendio nell'impianto della 3V Sigma, industria chimica di Marghera che produce, tra l'altro, vernici, solventi, sbiancanti; l'incendio, di dimensioni gigantesche, ha provocato con immediatezza una nube nera visibile in tutto il territorio veneziano;
   due risultano essere i feriti gravi dell'incendio, ricoverati per ustioni a Verona e a Padova;
   la Sigma avrebbe confermato le ipotesi del nucleo investigativo antincendio territoriale di un incidente durante la fase di saldatura di una condotta di un serbatoio, in una zona che più volte era finita nel mirino dei sindacati per la scarsa sicurezza del luogo;
   il sistema istituzionale di comunicazione dell'emergenza alla popolazione è stato purtroppo tardivo e la città è rimasta con il fiato sospeso per ore, con l'invito in via prudenziale a restare a casa e chiudere porte e finestre a causa dei fumi tossici che si stavano sprigionando dall'incendio di materiale chimico altamente inquinante;
   l'incendio è stato domato solo dopo lunghe ore grazie all'intervento di 8 squadre a terra dei vigili del fuoco e del nucleo Nbcr (Nucleare biologico chimico radiologico) accorse sul luogo e ad una pioggia che ha favorito le operazioni di spegnimento, mentre fino al tardo pomeriggio di domenica i vigili del fuoco erano ancora alle prese con i focolai minori che hanno continuato ad avvolgere l'impianto chimico;
   la procura di Venezia ha aperto un fascicolo in attesa di documentazione fotografica e delle relazioni ambientali, per capire eventuali sversamenti nel suolo e nelle acque e i danni derivanti dai roghi;
   in attesa di individuare le responsabilità del disastro, è l'ecosistema circostante a registrare le prime e pesantissime ricadute. Dai primi dati raccolti, l'Arpav ha stabilito che l'incendio ha provocato un innalzamento enorme dei livelli di inquinamento all'interno dello stabilimento della 3V Sigma (in particolare, le percentuali di acetone erano 244 volte sopra i limiti di soglia), con ricadute fino a 5 chilometri di distanza e in centro storico a Venezia;
   l'utilizzo massiccio di acqua per spegnere le fiamme ha in parte raggiunto il canale e la laguna, provocando la morte di centinaia di pesci e danni all'ecosistema, creando molta preoccupazione nei cittadini; in particolare, si teme che le ricadute tossiche sviluppatesi in seguito all'incendio non fossero circoscritte, come si diceva inizialmente, a 5 chilometri dal luogo. Dall'Isola di Sant'Erasmo gli agricoltori hanno, infatti, lamentato una ricaduta di «sostanze nerastre» presenti nelle coltivazioni. In attesa dei rilievi, resta da capire quali comportamenti adottare anche per quanto riguarda eventuali allevamenti e la pesca;
   la 3V Sigma era già stata al centro di polemiche molto gravi, anche con la presentazione di un esposto al prefetto; l'azienda chimica era stata infatti al centro delle accuse dei sindacati, che lamentavano la scarsa attenzione in materia di sicurezza sul lavoro; erano stati evidenziati orari di lavoro in grave eccedenza e turni di riposo saltati, a causa di una carenza di organico; era inoltre stata denunciata la mancanza di una seria attenzione alla prevenzione incendi e ai relativi impianti e l'irregolarità degli stoccaggi, nonché l'inesistenza di un programma strutturato di addestramento del personale con corsi antincendio;
   inoltre, pur essendo inserita in un'area a rischio di incidente rilevante soggetta alle «direttive Seveso», 3V Sigma non ha mai sottoscritto il protocollo di adesione al Sistema integrato per il monitoraggio ambientale e la gestione delle emergenze (Simage), che fa capo all'Arpav e coinvolge la rete di monitoraggio dell'Ente zona industriale di Porto Marghera;
   per tali motivi i sindacati hanno parlato di un «disastro annunciato»;
   la complessa situazione venutasi a creare richiama una pesante eredità di Porto Marghera, che oggi deve evolvere verso una riconversione all'altezza della competitività globale; nell'area di Porto Marghera ci sono impianti abbandonati e terreni inquinati, poi ci sono esempi di innovazione come la bioraffineria Eni ed infine una serie di realtà minori, tra cui si può ricomprendere 3V Sigma, che lottano per essere competitive sui mercati. Per far evolvere questa situazione serve una regia nazionale che investa e rilanci un settore strategico come la chimica, mediante una politica di sviluppo in chiave green new deal –:
   quali iniziative i Ministri interpellati intendano immediatamente adottare, per quanto di competenza, per individuare le cause del gravissimo incendio presso lo stabilimento della 3V Sigma, attivandosi con tutti gli organi competenti direttamente e/o indirettamente responsabili per far piena luce sull'accaduto, anche al fine di garantire l'adozione, non più rinviabile, di un protocollo di sicurezza per lavoratori e cittadini per tutta l'area industriale di Marghera;
   quali urgenti iniziative si intendano porre in essere al fine di accertare ricadute ed effetti sulla salute della popolazione, nonché sull'ambiente e sull'ecosistema marino e terrestre, della gravissima esplosione, anche considerando i gravi problemi ambientali che già gravano sulla laguna di Venezia e il diffuso inquinamento dell'aria e delle acque;
   quali iniziative di monitoraggio si intendano avviare con la dovuta urgenza per verificare quali pericoli tuttora esistano per la salute dei cittadini e dell'ambiente, anche al fine di assumere ogni opportuno provvedimento teso a ridurne portata e gravità, nel breve come nel lungo periodo;
   quali urgenti iniziative si intendano porre in essere per garantire a tutti i lavoratori impiegati negli impianti dell'area, particolarmente a rischio, adeguate forme di tutela della sicurezza sui luoghi di lavoro, che deve essere altresì implementata adeguatamente con controlli continui e verifiche adeguate;
   se i Ministri interpellati intendano affrontare, d'intesa, il non più eludibile tema di garantire una politica di sviluppo in chiave green new deal per l'area, capace di coniugare sicurezza per i lavoratori e per la salute della popolazione, innovazione tesa al minor impatto sull'ambiente, opportunità di lavoro e sostenibilità ambientale, anche per tutelare un'area di grande complessità sociale, ambientale e territoriale quale quella di Marghera e della Laguna;
   se e quali iniziative di competenza si intendano assumere per ripensare al sistema di allarme per la popolazione dell'area di Marghera, sottoposta con continuità a gravi rischi, garantendo che tale sistema sia tempestivo e allargato a tutto il territorio potenzialmente a rischio chimico.
(2-00804) «Pellicani, Rotta, Dal Moro, De Menech, Zan, Zardini».


Iniziative, anche di carattere normativo, in materia di gestione dei rifiuti in relazione alla «fase 2» dell'emergenza sanitaria e alla ripresa delle attività industriali e commerciali – 2-00805

B)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:
   con la «fase 2» il nostro Paese si sta accingendo alla ripresa della pressoché totalità delle attività industriali e commerciali;
   sebbene le attività connesse alla gestione dei rifiuti non si siano mai arrestate, in virtù della loro essenzialità e del loro ruolo di pubblico interesse, è necessario programmare una «fase 2» anche per la gestione dei rifiuti. In tale contesto, oltre al ruolo indispensabile svolto da ciascuna regione in questa emergenza, lo Stato sarà chiamato a recitare un ruolo prioritario, in continuità con quanto già richiesto in Parlamento con l'interpellanza urgente (la n. 2-00695, a firma Ilaria Fontana e altri) in tema di azioni di contrasto alla diffusione del COVID-19 nella gestione dei rifiuti;
   è, infatti, necessario agire su due fronti:
    a) rivedere e aggiornare alcune proroghe o deroghe alla gestione ordinaria dei rifiuti, già adottate dalle regioni con proprie ordinanze contingibili e urgenti sulla base della circolare del 30 marzo 2020 del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, legittimamente assunte in costanza di emergenza sanitaria;
    b) affrontare nuove criticità, unite alla perdurante esigenza sanitaria, in ordine alla gestione dei rifiuti a seguito della riapertura di molti negozi e fabbriche su tutto il territorio nazionale;
   sotto il primo profilo, alla luce delle più aggiornate conoscenze in tema di persistenza del virus sulle superfici, andrebbe riconsiderata la necessità di avviare prioritariamente all'incenerimento il flusso dei rifiuti indifferenziati, qualora non derivanti «da giro dedicato» ovvero da abitazioni in cui vi siano soggetti positivi al tampone o in quarantena obbligatoria, così come previsto nella circolare del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare del 30 marzo 2020. L'obiettivo sarebbe quello di arginare il ricorso ad inceneritori e discariche, che farebbe precipitare il sistema industriale italiano dei rifiuti ad oltre trent'anni fa. Inoltre, andrebbe circoscritta alla durata dell'emergenza la deroga quantitativa e temporale accordata al deposito temporaneo dei rifiuti presso il luogo in cui sono stati prodotti, per evitare che questa disposizione contenuta nell'articolo 113-bis del decreto-legge n. 18 del 2020, legittimata dall'emergenza sanitaria, possa diventare «ordinamentale» e pertanto permanente a fronte dell'auspicato termine della fase emergenziale. Come riportato dalle cronache, nonché dagli approfondimenti della Commissione di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, il rischio connesso a termini di deposito e stoccaggio più lunghi è quello di lasciare invitanti spazi per lo smaltimento illecito dei rifiuti, nonché per incendi dolosi già ricorrenti prima dell'emergenza;
   sul secondo punto, giova rilevare come sarà prodotto e utilizzato un numero rilevantissimo di prodotti monouso, quali guanti, mascherine e tute provenienti, non solo da nuclei domestici, ma da parte di aziende, con la conseguenza che, ad oggi, a seconda della regione considerata, si registrano difformità e incertezze in ordine alla loro non acclarata classificazione quali rifiuti speciali assimilabili agli urbani, ovvero sanitari a rischio infettivo ovvero quali materiali filtranti o indumenti protettivi. È evidente che da tale classificazione possano discendere oneri per la raccolta molto diversi per le aziende. Sarebbe opportuno, inoltre, fornire protocolli o campagne di informazione diretti a bar e ristoranti e consumatori, affinché la pratica del monouso in plastica non si riaffermi, considerato che la disinfezione e il risciacquo delle stoviglie riutilizzabili è in grado di eliminare il virus;
   sarebbe opportuno promuovere l'utilizzo di mascherine certificate riutilizzabili, anche sulla base di uno standard tecnico che ne consideri efficacia e ciclo di vita in relazione ad un uso comune e non di carattere sanitario;
   infine, è auspicabile rafforzare i controlli sul territorio affinché il deposito incontrollato di rifiuti, nonché gli sversamenti illeciti siano ridotti a fronte del possibile veicolo di contagio rappresentato da tali inquinamenti, come richiamato nell'audizione dell'Istituto superiore di sanità presso la Commissione di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati –:
   se i Ministri interpellati intendano assumere iniziative, anche di carattere normativo, affinché sia data uniformità e chiarezza all'operato delle regioni in tema di classificazione dei dispositivi di protezione individuale utilizzati da aziende che in via ordinaria non avrebbero fatto uso di tali prodotti;
   se intendano adottare iniziative per una corretta informazione in ordine all'assenza di rischi connessi alle stoviglie riutilizzabili in bar e ristoranti;
   se i Ministri interpellati intendano adottare iniziative per prevedere, non appena le condizioni oggettive lo consentiranno, un ripristino della disciplina ordinaria in tema di deposito temporaneo;
   se i Ministri interpellati, non appena le contingenti e urgenti necessità lo renderanno possibile, intendano adottare iniziative per porre un freno ad un ricorso preferenziale all'incenerimento almeno dei rifiuti non provenienti da «giro dedicato»;
   se i Ministri interpellati intendano valutare l'opportunità di farsi promotori di procedure, scientificamente validate, per la riutilizzabilità delle mascherine per uso comune, al fine di contenerne l’«uso e getta»;
   se i Ministri interpellati intendano assumere iniziative per adottare, anche al fine di prevenire il diffondersi del virus, un sistema di sorveglianza in ordine allo sversamento illecito in mare e nei fiumi, nonché in ordine all'abbandono incontrollato di rifiuti, anche attraverso l'uso dei droni già sperimentato per l’enforcement della quarantena presso le proprie abitazioni.
(2-00805) «Licatini, Ilaria Fontana, Deiana, Vignaroli, Daga, D'Ippolito, Federico, Alberto Manca, Maraia, Micillo, Ricciardi, Terzoni, Varrica, Vianello, Zolezzi».


Iniziative volte a evitare un'alterazione del mercato unico europeo per il comparto del turismo, in considerazione delle differenti situazioni epidemiologiche relative alla diffusione del virus COVID-19 nei vari Stati dell'Unione europea – 2-00806

C)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, il Ministro per gli affari europei, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per sapere – premesso che:
   fonti di stampa riferiscono dell'intenzione di alcuni Stati europei di realizzare accordi bilaterali all'interno della regione finalizzati alla creazione di percorsi turistici privilegiati;
   se i cosiddetti «corridoi bilaterali per il turismo» si concretizzassero, produrrebbero un vulnus drammatico per il mercato unico e sarebbe sancita la possibilità che all'interno dell'Unione europea il comparto del turismo possa essere determinato e condizionato da accordi fra i singoli Stati;
   il 7 maggio 2020 nell'informativa urgente nell'aula della Camera dei deputati, il Ministro Franceschini ha al riguardo ribadito che la posizione dell'Italia è quella di lavorare per far sì che siano elaborate delle regole europee di sicurezza che consentano ai cittadini europei di spostarsi da un Paese all'altro senza mettere a rischio l'incolumità personale e quella degli altri, affinché le regole di sicurezza comuni a livello europeo consentano la riapertura del turismo intraeuropeo;
   il 13 maggio 2020 la Commissione europea ha presentato un pacchetto di linee guida e raccomandazioni per aiutare gli Stati membri a eliminare gradualmente le restrizioni di viaggio e consentire alle imprese turistiche di riaprire, dopo mesi di blocco, nel rispetto delle necessarie precauzioni sanitarie;
   in tale contesto la Commissione europea ha invitato gli Stati membri ad accordarsi per elaborare una roadmap unitaria e una serie di protocollo standardizzati, evidenziando come occorra una progressivo eliminazione delle restrizioni delle frontiere in linea con il principio della non discriminazione, che dovrebbe essere accompagnata da un progressivo ristabilimento della libera circolazione per i cittadini europei;
   la stessa Commissione europea, al contempo, ha ribadito che, qualora si registri una diminuzione del numero dei contagi in maniera differenziata tra gli Stati o al loro interno tra le diverse regioni, sarà opportuno prevedere che si proceda per aree con numero di contagi simili;
   nella conferenza stampa del 14 maggio 2020 il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo ha ribadito che l'Italia ha tempestivamente posto in sede europea – attraverso iniziative singole, colloqui bilaterali con il Commissario europeo al turismo e con alcuni Ministri di Stati membri, nonché tramite documenti scritti – la necessità di trovare regole uniformi per il passaggio delle frontiere, sottolineando al riguardo l'importanza del monitoraggio del dato epidemiologico delle singole regioni e dei singoli Stati;
   sempre il 14 maggio 2020 i giornali nazionali hanno riportato le dichiarazioni del Ministro dell'interno tedesco Horst Seehofer che ha sottolineato in conferenza stampa come «Francia, Austria e Svizzera ritengono che sia ancora troppo presto per aprire le frontiere con Italia e Spagna, perché sono Paesi molto colpiti dal Coronavirus»;
   nel contempo, i Paesi sopra citati consentono che i loro tour operator allestiscano offerte per le vacanze, sfruttando la possibilità dei corridoi turistici estivi;
   nelle sopra citate linee guida e nelle raccomandazioni della Commissione europea il principio di non discriminazione, in questa fase, è di particolare importanza: uno Stato membro, che decida di consentire i viaggi nel proprio territorio o in regioni e zone specifiche all'interno del proprio territorio, dovrebbe farlo in modo non discriminatorio e consentendo i viaggi da ogni zona, regione o Paese dell'Unione europea che presenti condizioni epidemiologiche simili;
   decisivo in questo contesto è l'intervento del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Di Maio, il quale il 18 maggio 2020 – reduce dalla videoconferenza con gli omologhi di Germania, Austria, Croazia, Cipro, Grecia, Spagna, Portogallo, Slovenia e Malta riguardante i flussi turistici nell'Unione europea – ha annunciato il raggiungimento di un'intesa che vedrà – in vista dell'apertura della stagione estiva – un lavoro collettivo per evitare che alcuni Stati siano penalizzati rispetto ad altri e per far sì che gli imprenditori, i ristoratori, gli albergatori italiani possano avere l'opportunità di accogliere non solo i turisti italiani;
   i dati epidemiologici più recenti dicono che nel nostro Paese le misure di contenimento e di contrasto alla diffusione del contagio messe in campo con tempestività hanno funzionato e che il loro graduale alleggerimento o restringimento – conseguente all'evoluzione della situazione sanitaria – sarà correlato anche ai dati sui contagi e alla ripresa delle attività produttive che saranno condivisi dalle regioni, anche in ragione della prevalente localizzazione del virus in alcune zone del Paese –:
   quali ulteriori iniziative i Ministri interpellati – per quanto di competenza – intendano porre in essere per garantire l'unità del mercato unico europeo nel comparto del turismo, con particolare riferimento alle differenti situazioni epidemiologiche tra i vari Stati e al loro interno tra le diverse regioni;
   se i Ministri interpellati non ritengano, qualora si adottasse nel contesto sopra citato un approccio differenziato fra zone, regioni e Paesi con condizioni epidemiologiche simili, di adottare iniziative per consentire, per quanto di competenza, una ripartenza del turismo nelle zone del Paese con un numero di contagi molto basso, per includere successivamente, in ragione del miglioramento della situazione epidemiologica, anche le altre.
(2-00806) «Masi, Di Lauro, Galizia, Sut, Sabrina De Carlo, Alemanno, Berardini, Carabetta, Fantinati, Giarrizzo, Papiro, Paxia, Perconti, Rizzone, Scanu, Vallascas, Battelli, Bruno, Berti, Ianaro, Giordano, Grillo, Penna, Scerra, Spadoni, Torto, Leda Volpi, Ehm, Faro».