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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Venerdì 18 ottobre 2019

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME: MOZIONE N. 1-00266

Mozione n. 1-00266 – Iniziative a sostegno delle libere professioni e delle imprese

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora

(con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)

Gruppi 4 ore e 20 minuti
 MoVimento 5 Stelle 1 ora
 Lega – Salvini premier 42 minuti
 Forza Italia – Berlusconi presidente 37 minuti
 Partito Democratico 35 minuti
 Fratelli d'Italia 24 minuti
Italia Viva 22 minuti
Liberi e Uguali 20 minuti
 Misto: 20 minuti
  CAMBIAMO! – 10 Volte Meglio 6 minuti
  Minoranze Linguistiche 4 minuti
  Noi Con l'Italia-USEI 4 minuti
  +Europa-Centro Democratico 3 minuti
  MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero 3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 18 ottobre 2019.

  Amitrano, Ascani, Azzolina, Battelli, Benvenuto, Boccia, Bonafede, Claudio Borghi, Boschi, Brescia, Buffagni, Businarolo, Castelli, Cirielli, Colletti, D'Incà, D'Uva, Dadone, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Luigi Di Maio, Di Stefano, Dieni, Ferraresi, Fioramonti, Gregorio Fontana, Fraccaro, Franceschini, Frusone, Gallinella, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giorgis, Grande, Grimoldi, Guerini, Invernizzi, L'Abbate, Liuni, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Maggioni, Marrocco, Marzana, Mauri, Molinari, Morani, Morassut, Morelli, Orrico, Parolo, Rampelli, Rizzo, Rosato, Ruocco, Saltamartini, Scalfarotto, Carlo Sibilia, Francesco Silvestri, Sisto, Spadafora, Spadoni, Speranza, Tofalo, Traversi, Vignaroli, Villarosa, Leda Volpi, Raffaele Volpi, Zoffili.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 16 ottobre 2019 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   SPORTIELLO ed altri: «Modifiche alla legge 4 maggio 1983, n. 184, in materia di adozioni internazionali» (2181);
   MASCHIO e VARCHI: «Ordinamento della professione di avvocato pubblico» (2182);
   MELONI ed altri: «Modifiche al decreto legislativo 13 luglio 2017, n. 116, in materia di ordinamento e indennità della magistratura onoraria e di responsabilità disciplinare dei suoi componenti» (2183);
   CARNEVALI ed altri: «Modifica all'articolo 2 della legge 20 dicembre 2012, n. 238, concernente la concessione di un contributo alla Fondazione Teatro Donizetti di Bergamo per la realizzazione del Festival Donizetti Opera» (2184);
   BENVENUTO: «Modifiche all'allegato 5 alla parte terza del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, in materia di valori limite di emissione dell'alluminio in acque superficiali e in fognatura» (2185);
   COSTA: «Modifica all'articolo 74 del testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 2002, n. 115, concernente il diritto alla ripetizione delle spese sostenute per il giudizio da parte dell'imputato assolto, nonché delega al Governo per la sua disciplina» (2186);
   MOLLICONE e FRASSINETTI: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla diffusione intenzionale e massiva di informazioni false attraverso la rete internet e sulla garanzia del pluralismo nella regolamentazione delle piattaforme digitali e delle reti sociali telematiche» (2187);
   CAPITANIO: «Disposizioni per la prevenzione e la repressione della diffusione illecita di contenuti tutelati dal diritto d'autore mediante le reti di comunicazione elettronica» (2188).

  In data 17 ottobre 2019 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa delle deputate:
   CENNI: «Istituzione di un piano nazionale per la promozione e il sostegno dell'agricoltura e dell'attività forestale nelle aree rurali interne» (2189);
   PRESTIPINO: «Disposizioni per il finanziamento degli interventi per la celebrazione del centocinquantesimo anniversario della proclamazione di Roma capitale d'Italia» (2190).

  Saranno stampate e distribuite.

Adesione di deputati a proposte di legge.

  La proposta di legge LIUZZI ed altri: «Disposizioni in materia di svolgimento contemporaneo di tutte le consultazioni elettorali in un unico giorno dell'anno e di durata degli organi elettivi regionali» (1194) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Corneli.
  La proposta di legge RIZZETTO: «Disposizioni per il recupero dei rifiuti solidi dispersi in mare e per la protezione dell'ecosistema marino» (1276) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Zucconi.
  La proposta di legge PELLA ed altri: «Modifiche al testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e altre disposizioni in materia di status e funzioni degli amministratori locali, di semplificazione dell'attività amministrativa e di finanza locale» (1356) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Musella.
  La proposta di legge SPADONI ed altri: «Modifica all'articolo 18 della legge 12 marzo 1999, n. 68, in materia di inserimento delle donne vittime di violenza nelle categorie protette ai fini del collocamento obbligatorio al lavoro» (1891) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Corneli.
  La proposta di legge FRAGOMELI e UBALDO PAGANO: «Modifiche al decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2013, n. 90, in materia di agevolazioni fiscali per favorire la diffusione dei veicoli alimentati ad energia elettrica» (1973) è stata successivamente sottoscritta dal deputato De Menech.
  La proposta di legge GELMINI ed altri: «Disposizioni concernenti la concessione di un assegno mensile per ogni figlio a carico, per il sostegno della famiglia e della natalità» (2155) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Sozzani.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

   VIII Commissione (Ambiente):
  SIRACUSANO ed altri: «Disposizioni per il risanamento dei nuclei abitativi degradati nella città di Messina» (1218) Parere delle Commissioni I, V, VI, XII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

   IX Commissione (Trasporti):
  RUGGIERI ed altri: «Disposizioni in materia di identificazione dei titolari di profili nelle reti sociali telematiche» (1751) Parere delle Commissioni I, II, V, VI, VII, XII e XIV.

   XII Commissione (Affari sociali):
  NOJA ed altri: «Introduzione degli articoli 3-bis e 3-ter della legge 11 febbraio 1980, n. 18, concernenti l'istituzione di un assegno personale di cura per gli invalidi civili, i ciechi assoluti e i sordi» (1435) Parere delle Commissioni I, V, XI e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
  ORFINI: «Disposizioni concernenti la definizione e le prestazioni del servizio di mensa scolastica» (1777) Parere delle Commissioni I, V, VII (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento) e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
  UBALDO PAGANO ed altri: «Modifiche alla legge 24 giugno 2010, n. 107, in materia di riconoscimento dei diritti delle persone sordocieche» (2023) Parere delle Commissioni I, V, XI, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Modifica dell'assegnazione di proposte di legge a Commissioni in sede referente.

  Le seguenti proposte di legge – già assegnate alla I Commissione (n. 704), alla II Commissione (n. 909, n. 1070 e n. 1590) e alle Commissioni riunite I e II (n. 1042) – sono assegnate, in sede referente, alle Commissioni riunite II (Giustizia) e XII (Affari sociali), che ne hanno fatto richiesta al fine di procedere all'abbinamento, ai sensi dell'articolo 77 del Regolamento, con le proposte di legge n. 1067, n. 1226, n. 1246, n. 2004 e n. 2117:
   NOVELLI ed altri: «Modifica all'articolo 61 del codice penale e altre disposizioni per la tutela della sicurezza degli operatori sanitari» (704) – Parere delle Commissioni I, V, IX, XI, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
   ROSTAN ed altri: «Modifica all'articolo 357 del codice penale, in materia di attribuzione della qualifica di pubblico ufficiale ai medici e al personale sanitario nell'esercizio delle loro funzioni» (909) – Parere della I Commissione;
   BRUNO BOSSIO: «Modifica all'articolo 336 del codice penale, in materia di violenza o minaccia contro un medico o un operatore sanitario» (1070) – Parere della I Commissione;
   LACARRA ed altri: «Introduzione dell'articolo 582-bis del codice penale, in materia di lesioni personali nei confronti di medici e personale sanitario nell'esercizio delle loro funzioni» (1590) – Parere della I Commissione;
   MINARDO: «Modifica all'articolo 336 del codice penale e misure per garantire l'ordine e la sicurezza nelle strutture ospedaliere, per la tutela del pubblico, dei medici e degli operatori sanitari» (1042) – Parere delle Commissioni I, V e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Annunzio di sentenze della Corte costituzionale.

  La Corte costituzionale ha depositato in cancelleria le seguenti sentenze che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del Regolamento, sono inviate alle sottoindicate Commissioni competenti per materia, nonché alla I Commissione (Affari costituzionali), se non già assegnate alla stessa in sede primaria:
  sentenza n. 214 del 2 luglio – 25 settembre 2019 (Doc. VII, n. 339),
   con la quale:
    dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale della legge della Regione Marche 23 giugno 2014, n. 15 (Distacco della frazione di Marotta dal Comune di Fano e incorporazione nel Comune di Mondolfo. Mutamento delle rispettive circoscrizioni comunali), sollevate, in riferimento agli articoli 3 e 133, secondo comma, della Costituzione, dal Consiglio di Stato, sezione quinta:
   alla I Commissione (Affari costituzionali);

  sentenza n. 215 del 15 luglio – 27 settembre 2019 (Doc. VII, n. 340),
   con la quale:
    dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 1 della legge della Provincia autonoma di Trento 11 luglio 2018, n. 9 (Attuazione dell'articolo 16 della direttiva 92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche: tutela del sistema alpicolturale), promossa dal Presidente del Consiglio dei ministri, in riferimento agli articoli 117, primo e secondo comma, lettera s), e 118, secondo comma, della Costituzione, nonché all'articolo 107 del decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1972, n. 670 (Approvazione del testo unico delle leggi costituzionali concernenti lo statuto speciale per il Trentino-Alto Adige);
    dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 1 della legge della Provincia autonoma di Bolzano 16 luglio 2018, n. 11 (Misure di prevenzione e di intervento concernenti i grandi carnivori. Attuazione dell'articolo 16 della direttiva 92/43/CEE), promossa dal Presidente del Consiglio dei ministri, in riferimento all'articolo 117, primo e secondo comma, lettera s), della Costituzione, in relazione all'articolo 11 del decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357 (Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche), all'articolo 118, primo e secondo comma, della Costituzione, e agli articoli 4, 8 e 107 del decreto del Presidente della Repubblica n. 670 del 1972:
   alla XIII Commissione (Agricoltura);

  sentenza n. 216 del 20 giugno – 27 settembre 2019 (Doc. VII, n. 341),
   con la quale:
    dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 656, comma 9, lettera a), del codice di procedura penale, sollevate, in riferimento agli articoli 3, primo comma, e 27, terzo comma, della Costituzione, dal Tribunale ordinario di Agrigento, sezione prima penale, in funzione di giudice dell'esecuzione:
   alla II Commissione (Giustizia);

  sentenza n. 219 del 15 luglio – 3 ottobre 2019 (Doc. VII, n. 344),
   con la quale:
    dichiara inammissibili le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 191 del codice di procedura penale, sollevate, in riferimento agli articoli 2, 3, 13, 14, 24, 97, secondo comma, e 117, primo comma, della Costituzione, quest'ultimo in relazione all'articolo 8 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (CEDU), firmata a Roma il 4 novembre 1950, ratificata e resa esecutiva con legge 4 agosto 1955, n. 848, dal Giudice dell'udienza preliminare del Tribunale ordinario di Lecce:
   alla II Commissione (Giustizia).

  La Corte costituzionale ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 30, secondo comma, della legge 11 marzo 1953, n. 87, copia delle seguenti sentenze che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del Regolamento, sono inviate alle sottoindicate Commissioni competenti per materia, nonché alla I Commissione (Affari costituzionali), se non già assegnate alla stessa in sede primaria:
  in data 1° ottobre 2019, sentenza n. 217 del 5 giugno – 1o ottobre 2019 (Doc. VII, n. 342),
   con la quale:
    dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 131, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 2002, n. 115, recante: «Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia. (Testo A)», nella parte in cui prevede che gli onorari e le indennità dovuti ai soggetti ivi indicati siano «prenotati a debito, a domanda», «se non è possibile la ripetizione», anziché direttamente anticipati dall'erario;
    dichiara manifestamente inammissibile la questione di legittimità costituzionale del medesimo articolo 131, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica n. 115 del 2002, sollevata dal Tribunale ordinario di Roma (registro ordinanze n. 8 del 2019), in riferimento agli articoli 1, 3, 4, 24, 35, primo comma, e 36 della Costituzione:
   alla II Commissione (Giustizia);

  in data 3 ottobre 2019, sentenza n. 218 15 luglio – 3 ottobre 2019 (Doc. VII, n. 343),
   con la quale:
    dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 23, comma 6, del decreto legislativo 5 dicembre 2005, n. 252 (Disciplina delle forme pensionistiche complementari), nella parte in cui prevede che il riscatto della posizione individuale sia assoggettato a imposta ai sensi dell'articolo 52, comma 1, lettera d-ter), del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917 (Approvazione del testo unico delle imposte sui redditi), anziché ai sensi dell'articolo 14, commi 4 e 5, dello stesso decreto legislativo n. 252 del 2005:
   alla XI Commissione (Lavoro).

Trasmissione dalla Corte dei conti.

  Il presidente della Corte dei conti, con lettera in data 17 settembre 2019, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 12, comma 3, della legge 10 dicembre 1993, n. 515, il referto sui consuntivi relativi alle spese per la campagna elettorale e alle fonti di finanziamento delle formazioni politiche che hanno partecipato alle elezioni del 4 marzo 2018 per il rinnovo dei rappresentanti della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.

  Questa documentazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali).

Trasmissione di delibere del Comitato interministeriale per la programmazione economica.

  La Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica, in data 21 settembre 2019, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, comma 4, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, la delibera CIPE n. 24/2019 del 20 gennaio 2019, concernente «Approvazione dell'accordo di cooperazione per la concessione autostradale A22 Brennero-Modena».

  Questa delibera è trasmessa alla V Commissione (Bilancio) e alla VIII Commissione (Ambiente).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  La Corte dei conti europea, in data 15 ottobre 2018, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, ha comunicato la pubblicazione della Relazione annuale della Corte sulle agenzie dell'Unione europea per l'esercizio finanziario 2018 corredata del documento «Sintesi dell’audit sulle agenzie dell'Unione europea». Questi documenti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla V Commissione (Bilancio), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

  La Commissione europea, in data 16 e 17 ottobre 2019, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
   relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sull'attuazione degli accordi di libero scambio 1o gennaio 2018 – 31 dicembre 2018 (COM(2019) 455 final), che è assegnata, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla X Commissione (Attività produttive);
   proposta di decisione di esecuzione del Consiglio recante modifica della decisione 2007/441/CE che autorizza la Repubblica italiana ad applicare misure di deroga all'articolo 26, paragrafo 1, lettera a), e all'articolo 168 della direttiva 2006/112/CE relativa al sistema comune d'imposta sul valore aggiunto (COM(2019) 476 final), che è assegnata, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla VI Commissione (Finanze);
   comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo e al Consiglio – Relazione sullo stato di attuazione dell'agenda europea sulla migrazione (COM(2019) 481 final), che è assegnata, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla I Commissione (Affari costituzionali).

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE URGENTI

Iniziative urgenti per la messa in sicurezza della strada statale n. 183, in relazione ad eventi franosi verificatisi in prossimità del viadotto di Capo d'Armi, in provincia di Reggio Calabria – 2-00513

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:
   a fine agosto 2019, un blocco lapideo dall'alto del viadotto di Capo d'Armi, promontorio sito a Lazzaro, frazione di Motta San Giovanni, in provincia di Reggio Calabria, è franato demolendo un pezzo di basamento dei piloni. La notevole quantità di blocchi lapidei crollati dimostra la condizione di pericolo;
   come ricordato dall'associazione Ancadic, sempre presente sul territorio jonico, già a settembre 2015 aveva richiesto di accertare la stabilità geologica della rupe, «perché lo stato dei luoghi indica crolli grossi blocchi lapidei dal livello del mare in su e altri blocchi pronti a staccarsi»;
   sono anni che si segnala la precarietà di questa rupe, ma tutto sembrerebbe limitato ai recenti accertamenti visivi dal mare;
   l'intero costone in più punti presenta ampie fratture e grosse lineazioni verticali. Appare necessario verificare se sussistano pericoli di crolli che potrebbero coinvolgere anche beni pubblici, la sovrastante strada statale 106 e la linea ferrata, nonché riscontrare eventuali lastre di roccia pronte a staccarsi;
   ad aumentare la legittima preoccupazione è il fatto che una possibile azione sismica e le continue vibrazioni dei mezzi pesanti e quelle prodotte dal transito dei treni possono determinare distacchi di gran parte del costone, coinvolgendo la strada statale 106 e la linea ferroviaria;
   i processi di infiltrazione dell'acqua e delle azioni aggressive dell'ambiente marino di ossidazione e corrosione delle armature hanno portato in diversi punti, per quanto possibile osservare, all'espulsione del copriferro in alto sulle basole di alcuni piloni, mentre va approfondito soprattutto a garanzia della circolazione stradale, se c’è una situazione di degrado nell'impalcato del viadotto della strada statale 106;
   a ciò si aggiunga altresì la grave situazione in cui versa la strada statale 183 Melito di Porto Salvo-Gambarie d'Aspromonte. Allarmante è il pericolo che incombe sulla suddetta strada statale per le sue numerose e importanti frane che continuano ad interessare notevoli tratti di carreggiata e per le frane che si continuano a registrare dall'adiacente montagna, il cui materiale si riversa sulla strada. Esistono gravissime condizioni di pericolo per l'incolumità generale e per le infrastrutture ivi esistenti –:
   quali iniziative urgenti si intendano adottare al fine di verificare lo stato del costone di Capo d'Armi, anche per garantire l'incolumità pubblica, disponendo le necessarie verifiche tecniche e geologiche per accertare la stabilità geologica della rupe;
   se non intenda attivarsi al fine di accertare presso gli enti competenti, in primis Anas e Ferrovie dello Stato italiane, acquisendo la relativa documentazione e svolgendo le verifiche di competenza in ordine ai sopralluoghi eseguiti nel tempo, la manutenzione ordinaria e straordinaria effettuata sul costone e i provvedimenti eventualmente adottati o proposti per arginare la caduta di massi e i rischi di frane;
   ad avviare, per quanto di competenza, le opportune iniziative urgenti per la messa in sicurezza dei siti in frana e dei tratti più a rischio relativi alla strada statale 183 Melito di Porto Salvo – Gambarie d'Aspromonte di cui in premessa.
(2-00513) «Maria Tripodi, Sozzani, Ruffino, Mazzetti, Labriola, Squeri, Saccani Jotti, Orsini, Pettarin, Casino, Scoma, Mulè, Fiorini, Bagnasco, Fitzgerald Nissoli, Rotondi, Cannizzaro, Battilocchio, Palmieri, Martino, Marin, Fascina, Cristina, Dall'Osso, Pittalis, Aprea, Napoli, Versace, Santelli, Pella».


Iniziative volte ad accelerare la realizzazione delle grandi opere infrastrutturali nella regione Sicilia – 2-00522

B)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:
   il rilancio degli investimenti pubblici è uno dei principali obiettivi politici della prossima legge di bilancio, da perseguire con i limitati margini finanziari disponibili; il Governo intende far crescere il peso degli investimenti fissi lordi nel bilancio pubblico dal 2,1 per cento del prodotto interno lordo del 2018 ad un valore che inizi a dirigersi verso la soglia del 3 per cento;
   la Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza (Nadef) ha registrato segnali moderatamente positivi, in particolare sul fronte degli enti locali, grazie allo sblocco degli avanzi di amministrazione e del piano contro il rischio idrogeologico: l'incremento percentuale degli investimenti fissi lordi è del 7,7 per cento rispetto al 2018, quasi tre miliardi di euro in più;
   è impegno del Governo quello di procedere al riesame di un elenco di cantieri più o meno fermi per un valore di circa 70 miliardi di euro e, successivamente, con la legge di bilancio dovrebbero essere formalizzati stanziamenti aggiuntivi per circa 9 miliardi nel triennio, che sono già scontati (anche se non dettagliati) nel quadro programmatico della Nadef;
   in cima alla lista delle opere da sbloccare – ha spiegato il Ministro De Micheli agli organi di stampa – ci sono il passante di Bologna e poi la Gronda di Genova;
   è stato diffuso dall'Ansa un elenco di grandi opere sospese che il Governo presumibilmente intende sbloccare che riserva un'amara sorpresa alla Sicilia: nessuna di queste è collocata nella regione;
   in un dossier consegnato dall'Anas alla Commissione trasporti a fine maggio 2019, erano elencate 202 opere stradali (del valore di 16,3 miliardi) che il precedente Governo aveva programmato di appaltare entro il 2019, ma che dovevano essere rinviate al 2020 o al 2021 per mancanza dei requisiti di appaltabilità, per incremento dei tempi per l’iter autorizzativo o per modifiche alla progettazione;
   nel citato rapporto particolarmente in ritardo è la realizzazione delle opere al Sud, soprattutto in Sicilia;
   nel marzo 2019 la regione siciliana ha fatto presente al Governo che nell'isola ci sono opere da sbloccare per 10 miliardi di euro, somme che rischiano di essere revocate se gli appalti non saranno affidati entro il 2021. Di queste, buona parte sono di competenza di Anas e Rfi, società dalle quali il governo regionale, nonostante sia in costante pressing, non riesce ancora ad ottenere la soluzione dei problemi sorti e, in alcuni casi, persino le progettazioni;
   ci sono 5 miliardi di euro per la velocizzazione della ferrovia Palermo-Catania, ma da due anni Rfi non è riuscita a produrre un solo progetto. Fra le opere viarie da sbloccare, ci sono la tangenziale di Gela per 316 milioni di euro, la tangenziale di Catania per 214 milioni di euro, la tangenziale di Agrigento per 200 milioni di euro. Sono ferme opere fondamentali come la Agrigento-Caltanissetta e la Palermo-Agrigento, al cui completamento mancano lavori per 200 milioni complessivi. L'Anas non riesce ancora a superare un contenzioso relativo ad uno dei 4 lotti della strada Nord-Sud, Palermo Agrigento;
   è fermo il completamento dell'anello ferroviario di Palermo; quanto al passante ferroviario di Palermo, ancora mancano alcune stazioni. Solo dopo 5 anni si è riusciti a sbloccare il raddoppio della ferrovia Ogliastrillo-Castelbuono, per 452 milioni;
   dopo il crollo del Ponte Morandi, la regione siciliana ha censito 1.900 punti di criticità sui viadotti in Sicilia, ma l'Anas tarda nelle risposte circa il monitoraggio degli interventi da eseguire. Sono trascorsi quasi 1.700 giorni dal crollo del pilone di un viadotto di 270 metri sulla A19 Palermo-Catania, che ha spezzato in due l'autostrada più importante della Sicilia;
   in regione, gli investimenti pubblici con risorse nazionali sono inferiori di circa il 20 per cento rispetto agli impegni presi con l'Europa con il rischio di vanificare l'efficacia della politica di coesione e dei fondi strutturali –:
   quali urgentissime iniziative intenda adottare il Governo per accelerare la realizzazione, nella regione Sicilia, delle opere individuate in premessa, al fine di avviare l'adeguamento agli standard nazionali della dotazione infrastrutturale necessaria al suo sviluppo e di impedire il disimpegno delle risorse assegnate.
(2-00522) «Germanà, Prestigiacomo, Siracusano, Bartolozzi, Scoma, Minardo, Baldelli, Barelli, Biancofiore, Brunetta, Caon, Cappellacci, Casciello, Cassinelli, Cattaneo, D'Attis, Fasano, Fatuzzo, Giacomoni, Mandelli, Milanato, Mugnai, Musella, Nevi, Pentangelo, Porchietto, Ripani, Rossello, Rosso, Paolo Russo, Sibilia, Valentini, Vietina, Zanella, Zangrillo».


Iniziative volte alla realizzazione dei necessari interventi di messa in sicurezza e potenziamento della strada statale n. 4 Salaria – 2-00524

C)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:
   la strada statale n. 4 Salaria è l'unica arteria stradale che collega la Capitale con il capoluogo della provincia di Rieti, per proseguire verso Ascoli Piceno attraversando l'area del cratere sismico venutasi a creare nel 2016;
   la stessa consolare a due corsie, una per senso di marcia, risulta essere sottodimensionata per il flusso di traffico in costante aumento soprattutto di natura pendolare, né esiste un collegamento ferroviario diretto dall'entroterra reatino e ascolano con la Capitale;
   i lavori relativi alla strada statale 4, ed in particolare l'adeguamento a 4 corsie della tratta tra Passo Corese e Rieti, rientrano negli interventi strategici individuati nella cosiddetta «legge obiettivo» n. 443 del 2001;
   sono frequenti gli incidenti, anche mortali, che hanno causato cinque vittime solo nella fine del mese di ottobre 2018, e altre 4 vittime nel 2019, nel tratto compreso nella provincia di Rieti tra Passo Corese e il capoluogo, una serie di eventi luttuosi che hanno portato il vescovo della diocesi di Rieti a chiedere interventi urgenti alle istituzioni, tanto da definire la strada «Malaria»;
   secondo il dossier elaborato da Aci e Istat i dati, relativi al 2018, degli incidenti stradali con lesioni a persone registrano la più alta incidenza di decessi nella provincia di Rieti;
   la stessa strada necessita, quindi, di interventi di messa in sicurezza e potenziamento non più rinviabili soprattutto nei tratti più critici, in particolare nei pressi del chilometro 48 e del chilometro 60;
   il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti pro tempore, il presidente della regione Lazio e quello della regione Marche, insieme all'ex amministratore delegato di Anas, presentarono il 17 ottobre 2017 a Rieti e poi ad Ancona il 13 novembre 2017, il «Piano di potenziamento della S.S. 4 Salaria», con l'obiettivo di «agevolare la ripresa socio-economica nelle aree interessate dal sisma» per un fabbisogno complessivo di 854 milioni di euro;
   ad oggi gli unici interventi di potenziamento di prossimo avvio nel tratto da Roma a Rieti previsti nel suddetto Piano, per un importo di 56,6 milioni finanziati anche con fondi regionali, sono la variante all'abitato di Monterotondo Scalo all'interno della città metropolitana di Roma, fuori dal cratere sismico e successivo all'imbocco autostradale dove confluisce il flusso di traffico pendolare dalle aree interne verso Roma;
   risultano altresì finanziate e deliberate dal CIPE le opere infrastrutturali per il miglioramento funzionale degli svincoli di Rieti con fondi non regionali, non prioritarie per la sicurezza stradale;
   risultano programmati nel «Contratto di Programma Anas-MIT 2016-2020» l'adeguamento della piattaforma stradale e la messa in sicurezza dal chilometro 56 al chilometro 64 (Ponte Buita-Ornaro) per un progetto di strada a 4 corsie di importo pari a 68,38 milioni di euro, finanziato solo con 14,24 milioni;
   non risulta nel Contratto di programma 2016-2020 l'adeguamento della piattaforma stradale dal chilometro 64 al chilometro 70 (Ornaro-San Giovanni Reatino) previsto invece dal «piano di potenziamento della S.S. 4 Salaria»;
   ulteriori opere di adeguamento previste sono quelle relative alla realizzazione della rotatoria, il cui primo progetto risale al 2005, per eliminare un incrocio semaforico con la strada statale 313 sullo svincolo per Passo Corese in provincia di Rieti, che arreca disagi per i pendolari verso Roma a causa delle lunghe code che si formano; l'inizio dei lavori era previsto per maggio 2019, come dichiarato in un articolo del Corriere di Rieti del 25 gennaio 2019 dall'assessore ai lavori pubblici della regione Lazio, e ad oggi ancora si è in attesa di adempimenti amministrativi relativi ad una non meglio specificata convenzione come riportato in un articolo del Messaggero Rieti del 25 settembre 2019;
   la regione Lazio assegnò all'itinerario Passo Corese-Rieti un importo di circa 60 milioni di euro (CDG0125694 del 22 ottobre 2007), come confermato dall'ex assessore con delega alle infrastrutture della regione Lazio, ora consigliere regionale e presidente della «commissione bilancio» in un'intervista al Messaggero locale del 4 novembre 2018: sarebbero ancora utilizzabili, per finanziare il «tratto più pericoloso [...] in particolare dal km 54,2 al km 64,6 [...]», e ribadito nell'intervista a RietiLife TV del 13 dicembre 2018;
   ci sono dei ritardi nella conclusione dei lavori, previsti contrattualmente nel febbraio del 2019 (come riportato da Il Messaggero Rieti dell'8 agosto 2018), di adeguamento della piattaforma stradale tra il bivio di Micigliano e galleria Gole del Velino in provincia di Rieti, all'interno del cratere sismico laziale, dopo il fallimento dell'impresa Tecnis, che ha causato il blocco del cantiere per un lungo periodo, ed il subentro della Aleandri s.p.a.;
   la Carena Costruzioni s.p.a. che stava eseguendo i lavori sulla Salaria relativi al primo lotto della variante Trisungo-Acquasanta Terme, in provincia di Ascoli Piceno, all'interno del cratere sismico marchigiano, è stata dichiarata fallita dal tribunale di Genova in data 3 ottobre 2019, mentre il secondo lotto, con un fabbisogno previsto di 207 milioni nel suddetto «Piano di potenziamento della Salaria», non risulta nel contratto di programma –:
   quali iniziative e strumenti il Ministro interpellato intenda attivare, per quanto di competenza:
    a) per assicurare i finanziamenti già stanziati e la completa programmazione dell'adeguamento a 4 corsie nel tratto da Passo Corese a Rieti, come previsto dalla «legge obiettivo»;
    b) per sbloccare l'inizio dei lavori di realizzazione della rotatoria con la strada statale 313 svincolo per Passo Corese;
    c) per garantire i finanziamenti e le procedure necessarie per l'adeguamento a 4 corsie della piattaforma stradale dal chilometro 56 al chilometro 64;
    d) per garantire una celere chiusura del cantiere nel tratto Micigliano-Gole del Velino;
    e) per scongiurare, eventualmente con procedure straordinarie, il blocco prolungato nel tempo dei lavori in corso relativi alla variante Trisungo-Acquasanta Terme, I lotto II stralcio, in provincia di Ascoli Piceno;
    f) per garantire il prima possibile l'inserimento nel contratto di programma e la progettazione delle opere non presenti nello stesso, ma citate nel «piano di potenziamento della strada statale 4 Salaria», nel tratto compreso nelle province colpite dagli eventi sismici del 2016.
(2-00524) «Gabriele Lorenzoni, Cataldi, Rachele Silvestri, Terzoni, Giuliodori, Parisse, Emiliozzi, Ilaria Fontana, Marzana, Migliorino, Misiti, Palmisano, Papiro, Parentela, Paxia, Penna, Perantoni, Pignatone, Raduzzi, Raffa, Paolo Nicolò Romano, Roberto Rossini, Ruggiero, Giovanni Russo, Saitta, Salafia, Sarti, Scagliusi, Scerra, Scutellà, Serritella, Sodano, Spadoni, Spessotto, Sut, Termini, Torto, Trano».


Iniziative, anche di tipo normativo, volte a tutelare le lavoratrici-madri, con particolare riferimento alla questione delle «dimissioni volontarie» e del demansionamento – 2-00523

D)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:
   il Corriere della Sera ha pubblicato la vicenda di «Chiara», un'impiegata di un'azienda milanese, alla quale, a seguito di una seconda maternità, il consulente del lavoro dell'azienda avrebbe suggerito di accettare una proposta di dimissioni volontarie motivandola con la frase «Ti faranno morire...»;
   al rientro dalla maternità «Chiara» è stata demansionata e, da responsabile di un reparto dell'azienda, destituita dall'incarico, assegnato con contratto a tempo indeterminato alla sua sostituta, assunta durante il periodo corrispondente al congedo di maternità, quindi in palese violazione dell'articolo 4 della legge n. 151 del 2001; rifiutata la proposta di dimissioni, a «Chiara» sarebbe stato prospettato, da un secondo consulente, il licenziamento certo al primo compleanno del secondo figlio;
   parallelamente «Chiara» è stata adibita a mansioni inferiori: produzione di fotocopie, triturazione di documenti, archiviazione di fascicoli cartacei; il caso di «Chiara» contribuisce a portare alla luce le dimensioni e i tratti del grave problema delle discriminazioni sul lavoro legate alla maternità:
    già nel 2018 l'Ispettorato nazionale del lavoro aveva registrato oltre 49 mila dimissioni o risoluzioni di contratto di lavoratrici madri e lavoratori padri, attualmente in crescita del 24 per cento;
   anche per i grandi numeri del suo tessuto economico, la Lombardia risulta fortemente interessata dal fenomeno: oltre diecimila rapporti di lavoro chiusi nel 2018 in fase di maternità (un migliaio in più del 2017); i casi di mobbing o licenziamento, il demansionamento e le discriminazioni di donne che comunicano la gravidanza al proprio datore di lavoro sono molto frequenti; molti datori di lavoro estendono le disposizioni contenute nell'articolo 2103 c.c. anche a questa fattispecie di lavoratrici;
   la modifica del suddetto articolo civilistico, attuata dal Jobs Act, e relativo alle mansioni del lavoratore, si presta infatti a un possibile utilizzo a scopo discriminatorio nei confronti dei lavoratori, poiché non compare il richiamo espresso al concetto di «mansioni equivalenti» in forza del quale la giurisprudenza costituzionale e di legittimità aveva assicurato al lavoratore una tutela oltremodo ampia e attenta a garantire, nel cambiamento di mansioni, non solo l'omogeneità oggettiva di livelli e retribuzioni, ma altresì un'omogeneità professionale soggettivamente intesa, ritagliata sul singolo lavoratore in considerazione delle specifiche esperienze lavorative pregresse;
   tale precetto civilistico, nel caso del demansionamento di «lavoratrici in stato di maternità» viola di fatto il principio costituzionale del rispetto dei diritti inviolabili della persona anche nelle formazioni sociali ove la sua personalità si svolge (articoli 2, 4 e 35 Cost.), così che il lavoro è visto non solo e non tanto come fonte di sostentamento, ma anche come strumento imprescindibile per l'espressione e la realizzazione della personalità del lavoratore;
   nel caso di specie, l'applicazione del suddetto precetto civilistico viola altresì il principio di uguaglianza (articoli 3 e 37 della Costituzione), nonché le norme antidiscriminatorie di cui al decreto legislativo n. 198 del 2006; il cosiddetto «patto di demansionamento» è infatti ammesso in circostanze e ipotesi del tutto eccezionali, previste all'articolo 7, del decreto legislativo n. 151 del 2001 in materia di tutela della maternità, ossia l'assegnazione a mansioni inferiori della lavoratrice in gravidanza nel caso in cui quelle di assunzione siano ricomprese tra le mansioni a rischio o comunque interdette in relazione al peculiare stato della lavoratrice;
   è pur vero che sussiste una giurisprudenza che ammette il patto in dequalifica qualora l'alternativa sia il licenziamento, ma poiché nello specifico delle lavoratrici madri e dei lavoratori padri fruitori di congedo il licenziamento è atto totalmente soggetto a divieto e non può mai costituire un'alternativa (salvo i casi di totale cessazione dell'attività aziendale), la decisione dell'azienda di «demansionamento» della lavoratrice rientrata dal congedo di maternità risulta arbitrario: la normativa vigente tutela infatti la lavoratrice madre stabilendo che questa debba essere adibita alle ultime mansioni da lei svolte o equivalenti, nonché beneficiare di eventuali miglioramenti delle condizioni di lavoro. Il demansionamento ingiustificato costituisce, di conseguenza, una forma di «discriminazione diretta di genere»;
   è vietata qualsiasi discriminazione per quanto riguarda: l'accesso al lavoro, attraverso il riferimento di gravidanza, nonché di maternità o paternità, anche adottive, o in modo indiretto concernente un qualunque aspetto o condizione delle retribuzioni, per quanto riguarda un lavoro al quale è attribuito un valore uguale tra uomini e donne per qualifica, mansione e crescita. Infine è vietata ogni discriminazione per causa di matrimonio –:
   quali iniziative, anche di tipo normativo, il Ministro interrogato intenda intraprendere, sia per evitare l'applicazione distorta dell'articolo 2103 c.c. nei confronti delle lavoratrici-madri, sia per rafforzare le tutele previste per le medesime, anche attraverso la previsione di gravi sanzioni nei confronti dei datori di lavoro che violano i principi di non discriminazione di genere e anti-mobbing.
(2-00523) «Cominardi, Siragusa, Barzotti, Ciprini, Costanzo, De Lorenzo, Pallini, Segneri, Villani, Davide Aiello, Amitrano, Cubeddu, Invidia, Tripiedi, Tucci, D'Arrando, Faro, Ficara, Flati, Frusone, Galizia, Gallinella, Giarrizzo, Giordano, Giuliano, Giuliodori, Grimaldi, Grippa, Gubitosa, Iorio, Iovino, Lombardo, Gabriele Lorenzoni, Lovecchio, Maglione, Manzo, Marino, Martinciglio».


Orientamenti in merito all'adeguamento e alla ridefinizione degli importi della pensione di inabilità civile e dell'assegno di invalidità civile – 2-00526

E)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro per le pari opportunità e la famiglia, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:
   sono più di quattro milioni le persone con disabilità che vivono nel nostro Paese. Il dato è stato confermato dall'Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane in occasione della giornata internazionale delle persone con disabilità;
   come tutti sanno, il processo di inclusione di queste persone nel tessuto sociale, economico, lavorativo e scolastico è ancora oggi incompleto. Gli individui con disabilità riscontrano gravi difficoltà nell'accesso alle cure e ai trattamenti essenziali, nell'inserimento nel mondo del lavoro e, in generale, nell'espletamento delle normali attività quotidiane, con un rischio accentuato di vulnerabilità che influenza inevitabilmente anche la loro sfera relazionale ed emotiva;
   la situazione è molto delicata anche dal punto di vista economico. Le persone con disabilità, in effetti, devono affrontare maggiori spese con redditi inferiori rispetto a quelli a disposizione del resto della popolazione. Lo svantaggio è, quindi, duplice: incide sul versante delle uscite e delle entrate economiche di questi soggetti e compromette, conseguentemente, il loro potere di acquisto e la possibilità stessa di convertire il reddito in benessere;
   secondo gli esperti, lo scenario attuale non potrà che aggravarsi nel prossimo futuro a causa del progressivo invecchiamento della popolazione e del contemporaneo calo demografico che sta attraversando il nostro Paese;
   allo stato attuale, infatti, sono le famiglie a farsi carico della maggior parte dei trattamenti necessari alla cura dei loro componenti che si trovano in stato di disabilità, sopperendo nei limiti del possibile alle mancanze della rete assistenziale dei servizi locali. Tuttavia, con la dinamica socio-demografica che si è andata consolidando negli ultimi anni, caratterizzata da un forte calo della natalità, la dimensione delle famiglie finirà inevitabilmente per restringersi, il sistema di assistenza informale che caratterizza la realtà italiana potrebbe entrare in crisi e le persone con disabilità potrebbero ritrovarsi più sole e vulnerabili di quanto oggi già non siano;
   a fronte di questo quadro, il precedente Governo aveva annunciato una serie di importanti provvedimenti finalizzati ad aumentare il livello di autosufficienza delle persone con disabilità e a migliorare le loro condizioni di vita, di salute e di reddito, nel rispetto dei principi sanciti dall'articolo 38 della Costituzione e dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità sottoscritta dall'Italia in data 30 marzo 2007;
   in particolare, tra le misure in questione vi era quella relativa all'aumento della pensione di inabilità civile e dell'assegno di invalidità civile istituiti dagli articoli 12 e 13 della legge 30 marzo 1971, n. 118. L'importo di queste prestazioni, tuttora inferiore alla soglia dei 300 euro, è infatti assolutamente insufficiente ad adempiere in concreto alla funzione assistenziale ad esse attribuita dal legislatore;
   un intervento in questa direzione risulta indispensabile se si vuole assicurare un'adeguata tutela dei diritti delle persone con disabilità. È un atto di giustizia sociale che dovrebbe comparire ai primi posti di qualsiasi programma di governo;
   proprio in relazione a questo tema fondamentale, tuttavia, non si hanno notizie certe in merito alle intenzioni dell'attuale Esecutivo;
   tale situazione di incertezza è fonte di grave preoccupazione per tutte le persone con disabilità e per le rispettive famiglie che da anni sono costrette a fare da sole e ad arrangiarsi, senza neppure poter contare su un contributo economico sufficiente ad assicurare loro un'esistenza dignitosa;
   è chiaro che si debba procedere ad una rivalutazione consistente di queste misure di sostegno che sia compatibile con la funzione assistenziale loro propria e con i principi affermati dalla Costituzione e dalla predetta Convenzione delle Nazioni Unite –:
   se e quali iniziative di competenza il Governo intenda celermente adottare al fine di aumentare gli importi della pensione di inabilità civile e dell'assegno di invalidità civile e restituire agli strumenti in questione un'utilità concreta ed effettiva, in grado di tutelare adeguatamente le esigenze e i diritti delle persone con disabilità;
   se il Governo stia già studiando la ridefinizione dell'importo dell'assegno di invalidità e della pensione di inabilità civile e la misura dell'aumento e l'individuazione delle eventuali risorse da utilizzare a copertura.
(2-00526) «Locatelli, Molinari, Panizzut, De Martini, Foscolo, Lazzarini, Sutto, Ziello, Murelli, Giaccone, Caffaratto, Caparvi, Durigon, Legnaioli, Eva Lorenzoni, Moschioni, Cavandoli, Cestari, Golinelli, Morrone, Piastra, Raffaelli, Tomasi, Tombolato, Tonelli, Vinci, Boldi».


Orientamenti in merito all'avvio di iniziative ispettive presso il tribunale di Cosenza, anche in relazione a notizie che gettano discredito sull'operato dei relativi uffici giudiziari – 2-00521

F)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:
   da diverso tempo, ormai, numerosi articoli di stampa, soprattutto di testate online che hanno evidenti orientamenti politici, descrivono un ambiente conflittuale all'interno della procura del tribunale di Cosenza, con inchieste che sarebbero boicottate e fughe di notizie;
   sempre le stesse testate, a parere degli interpellanti con l'obiettivo di esercitare improprie pressioni sugli uffici giudiziari e su altri apparati dello Stato, hanno riportato foto e notizie di cene tra il pubblico ministero Giuseppe Cozzolino ed il dottor Carmine Potestio, ex capo gabinetto del sindaco di Cosenza; sempre per le stesse interessate fonti, il dottor Potestio sarebbe stato tenuto fuori da ogni inchiesta dal pubblico ministero Cozzolino, il quale avrebbe esercitato pressioni ricattatorie nei confronti degli altri magistrati (prima di essere allontanato dalle inchieste sulla pubblica amministrazione);
   la stampa, e anche atti di sindacato ispettivo presentati alla Camera dei deputati, denunciano altre vicende anomale, che generano necessariamente presso i cittadini e l'opinione pubblica dubbi e perplessità sull'operato della procura del tribunale di Cosenza, mentre è interesse degli interpellanti fugare ogni dubbio nella pubblica opinione;
   sempre secondo le stesse fonti, nel comune di San Giovanni in Fiore (CS), il dottor Martino Emilio Dante sarebbe stato assunto quale responsabile finanziario del comune, nonostante questo posto fosse già occupato. Il bando per l'assunzione del 2017 sarebbe stato pubblicato solo sul sito del comune, non sulla Gazzetta Ufficiale, con tempi di pubblicazione ristrettissimi (una settimana circa); il colloquio sarebbe avvenuto alla sola presenza del sindaco, mentre dal verbale risulta presente tutta la commissione;
   tali episodi sarebbero stati denunciati dalla Guardia di finanzia per falso in atto pubblico;
   peraltro, la convocazione del colloquio sarebbe dovuta avvenire mediante pubblicazione, mentre avrebbe avuto luogo tramite un contatto diretto;
   il procedimento sarebbe stato oggetto di richiesta di archiviazione;
   un altro caso è stato poi sollevato dagli stessi interessati organi di informazione online: nel 2016 l'Ati di Lamezia Terme avrebbe vinto un appalto per servizio navetta per pazienti, farmaci, emoderivati e cartelle cliniche all'azienda ospedaliera di Cosenza. In proposito, sarebbero emerse diverse criticità sulle quali sarebbero state avviate indagini; non si conosce tuttavia quale esito esse abbiano avuto;
   parimenti, sarebbero state rilevate criticità anche nella gara d'appalto per la raccolta dei rifiuti nel comune di San Giovanni in Fiore. Anche in questo caso, le segnalazioni non avrebbero prodotto alcun esito;
   queste notizie, oramai di dominio pubblico, gettano discredito sul funzionamento della procura del tribunale di Cosenza che, per la sua autonomia e dovere di riservatezza, non può né deve replicare a «voci» sull'adeguatezza del suo operato –:
   ferma restando la piena autonomia della magistratura, se il Ministro interrogato, alla luce delle anomalie riscontrate, intenda valutare la sussistenza dei presupposti per avviare iniziative ispettive presso il tribunale di Cosenza, e ciò anche al fine di fugare tutti i dubbi che emergono anche dalla stampa sulle attività giudiziarie sopra indicate, a tutela dell'immagine stessa della procura del tribunale di Cosenza.
(2-00521) «D'Ettore, Occhiuto».