Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Mercoledì 8 maggio 2019

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta dell'8 maggio 2019.

  Amitrano, Bartolozzi, Battelli, Benvenuto, Bitonci, Bonafede, Borghese, Claudio Borghi, Brescia, Buffagni, Businarolo, Caiata, Campana, Cantalamessa, Carfagna, Castelli, Castiello, Cavandoli, Cirielli, Colletti, Colucci, Cominardi, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Luigi Di Maio, Di Stefano, Durigon, Fantinati, Ferraresi, Ferri, Fioramonti, Gregorio Fontana, Lorenzo Fontana, Fraccaro, Frassinetti, Frusone, Fusacchia, Galli, Gallinella, Gallo, Garavaglia, Gava, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giorgetti, Giorgis, Grande, Grillo, Grimoldi, Guerini, Guidesi, Invernizzi, Lattanzio, Liuni, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Lorenzin, Losacco, Lupi, Maggioni, Maniero, Micillo, Molinari, Molteni, Morelli, Morrone, Occhionero, Orsini, Parolo, Picchi, Pignatone, Rampelli, Rixi, Rizzo, Rosato, Ruocco, Saltamartini, Schullian, Scoma, Carlo Sibilia, Sisto, Sodano, Spadafora, Spadoni, Spessotto, Tofalo, Vacca, Valente, Vignaroli, Villarosa, Viscomi, Raffaele Volpi, Zóffili.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

  Amitrano, Bartolozzi, Battelli, Benvenuto, Berardini, Bitonci, Bonafede, Borghese, Claudio Borghi, Brescia, Buffagni, Businarolo, Caiata, Campana, Carfagna, Castelli, Castiello, Cavandoli, Cirielli, Colletti, Colucci, Cominardi, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Luigi Di Maio, Di Stefano, Durigon, Fantinati, Ferraresi, Ferri, Fioramonti, Gregorio Fontana, Lorenzo Fontana, Fraccaro, Frassinetti, Frusone, Fusacchia, Galli, Gallinella, Gallo, Garavaglia, Gava, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giorgetti, Giorgis, Grande, Grillo, Grimoldi, Guerini, Guidesi, Invernizzi, Lattanzio, Liuni, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Lorenzin, Losacco, Lupi, Maggioni, Maniero, Micillo, Molinari, Molteni, Morelli, Morrone, Occhionero, Orsini, Parolo, Picchi, Pignatone, Rampelli, Rixi, Rizzo, Rosato, Ruocco, Saltamartini, Schullian, Scoma, Carlo Sibilia, Sisto, Sodano, Spadafora, Spadoni, Spessotto, Tofalo, Vacca, Valente, Vignaroli, Villarosa, Viscomi, Raffaele Volpi, Zóffili.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 7 maggio 2019 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   BOLDRINI: «Introduzione dell'articolo 612-ter del codice penale, concernente il reato di divulgazione non consensuale di immagini e contenuti attinenti all'intimità personale altrui, nonché obblighi a carico dei gestori di piattaforme telematiche» (1828);
   PEZZOPANE: «Disposizioni per la messa in sicurezza del bacino acquifero, del traforo e dei laboratori nazionali del Gran Sasso» (1829);
   GALANTINO e ROBERTO ROSSINI: «Disciplina dell'impiego delle guardie particolari giurate per servizi di sicurezza sussidiaria fuori del territorio nazionale» (1830);
   MACINA e BRESCIA: «Conferimento del titolo di “città già capitale d'Italia” alla città di Brindisi» (1831);
   MINARDO: «Misure per la promozione dell'imprenditoria giovanile e femminile» (1832);
   MINARDO: «Esenzione dei giovani professionisti dall'obbligo di assicurazione» (1833);
   MELONI ed altri: «Introduzione dell'articolo 612-ter del codice penale, concernente il delitto di bullismo» (1834).

  Saranno stampate e distribuite.

Adesione di deputati a proposte di legge.

  La proposta di legge SERRACCHIANI e QUARTAPELLE PROCOPIO: «Disposizioni per la tutela delle condizioni giuridiche e retributive dei lavoratori impiegati in attività svolte mediante piattaforme digitali» (1497) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Martina.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

   III Commissione (Affari esteri):
  S. 961. – Senatori PACIFICO ed altri: «Ratifica ed esecuzione dello Scambio di note tra il Governo della Repubblica italiana e la Multinational Force and Observers (MFO) emendativo dell'Accordo di sede del 12 giugno 1982, fatto a Roma il 7 e 8 giugno 2017» (approvato dal Senato) (1814) Parere delle Commissioni I, IV e V.

   Commissioni riunite X (Attività produttive) e XI (Lavoro):
  SORTE: «Modifiche al decreto legislativo 2 agosto 2002, n. 220, in materia di vigilanza e di scioglimento degli enti cooperativi che non rispettano lo scopo mutualistico» (1111) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VI e XIV.

Annunzio di una domanda di autorizzazione a procedere all'applicazione di una misura cautelare personale.

  Con nota pervenuta in data odierna, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Milano ha trasmesso alla Presidenza della Camera una domanda di autorizzazione a procedere all'applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del deputato Diego SOZZANI, nell'ambito del procedimento penale n. 33490/16 RGNR – n. 33530/16 RG GIP. La domanda è stata assegnata alla competente Giunta per le autorizzazioni.

  Copia della domanda sarà stampata e distribuita (Doc. IV, n. 4).

Trasmissione dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

  Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettere in data 2 aprile e 8 maggio 2019, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 5 della legge 9 luglio 1990, n. 185, la relazione sulle operazioni autorizzate e svolte per il controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento, riferita all'anno 2018 (Doc. LXVII, n. 2).

  Questa relazione è trasmessa alla III Commissione (Affari esteri), alla IV Commissione (Difesa) e alla X Commissione (Attività produttive).

Trasmissione dal Ministro per i rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta.

  Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta, con lettera in data 19 aprile 2019, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 12, comma 1, del decreto legislativo 25 febbraio 1999, n. 66, la relazione d'inchiesta dell'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo concernente l'incidente occorso a un aeromobile in prossimità di Chies d'Alpago (Belluno) il 18 giugno 2013.

  Questo documento è trasmesso alla IX Commissione (Trasporti).

  Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta, con lettera in data 8 maggio 2019, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 2, comma 2, della legge 21 luglio 2016, n. 145, la deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali per l'anno 2019, adottata il 23 aprile 2019 (Doc. XXV, n. 2).

  Questo documento è trasmesso alle Commissioni riunite III (Affari esteri) e IV (Difesa).

  Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta, con lettera in data 8 maggio 2019, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 1, della legge 21 luglio 2016, n. 145, la relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, riferita al periodo 1o ottobre-31 dicembre 2018, anche al fine della relativa proroga per il periodo 1o gennaio-31 dicembre 2019, deliberata dal Consiglio dei ministri il 23 aprile 2019 (Doc. XXVI, n. 2).

  Questo documento è trasmesso alle Commissioni riunite III (Affari esteri) e IV (Difesa).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 7 maggio 2019, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – L'Europa a maggio 2019 – Allestire un'Unione più unita, più forte e più democratica in un mondo sempre più incerto – Contributo della Commissione europea alla riunione informale dei leader dell'Unione europea a 27 del 9 maggio 2019 a Sibiu (Romania) (COM(2019) 218 final), corredata dai relativi allegati (COM(2019) 218 final – Annexes 1 to 5), che è assegnata, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Trasmissione dall'Autorità nazionale anticorruzione.

  Il Presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, con lettera in data 2 maggio 2019, ha trasmesso la segnalazione n. 5 del 2019, adottata, ai sensi dell'articolo 213, comma 3, lettera d), del codice di cui al decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, con delibera n. 212 del 26 marzo 2019, concernente possibili criticità relative alla funzione di responsabile unico del procedimento quale progettista, verificatore, validatore del progetto e direttore dei lavori o dell'esecuzione.

  Questo documento è trasmesso alla VIII Commissione (Ambiente).

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

DISEGNO DI LEGGE: CONVERSIONE IN LEGGE DEL DECRETO-LEGGE 30 APRILE 2019, N. 35, RECANTE MISURE EMERGENZIALI PER IL SERVIZIO SANITARIO DELLA REGIONE CALABRIA E ALTRE MISURE URGENTI IN MATERIA SANITARIA (A.C. 1816)

A.C. 1816 – Questioni pregiudiziali

QUESTIONI PREGIUDIZIALI

  La Camera,
   premesso che:
    il disegno di legge, composto da III Capi, contiene norme urgenti per il servizio sanitario della regione Calabria, nonché altre misure urgenti in materia sanitaria a valenza nazionale;
    in particolare i primi dieci articoli del Capo I, prevedono specifiche disposizioni per la sola regione Calabria volte al raggiungimento degli obiettivi del Piano di rientro dai disavanzi del servizio sanitario regionale;
    dette norme specifiche per la regione Calabria presentano evidenti e ripetute forzature costituzionali per quanto riguarda il rispetto delle competenze tra Stato e Regioni, laddove si interviene su una materia, quale la tutela della salute, che l'articolo 117 della Costituzione attribuisce alla legislazione concorrente (competenze condivise dove entrambi i soggetti «concorrono», ciascuno nell'ambito delle proprie competenze), e che invece, in questo caso, vede lo Stato prevaricare e azzerare completamente le potestà regionali attraverso un ricorso massiccio al potere sostitutivo;
    le suddette norme ledono inoltre quanto sancito dall'articolo 5 della nostra Carta Costituzionale che recita: «La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento»;
    si è in presenza di un contrasto evidente con la nostra Carta, che si evidenzia in quasi tutti gli articoli del citato Capo I, con un sostanziale azzeramento di qualsivoglia ruolo della regione nella gestione del suo servizio sanitario: una esautorazione dell'ente territoriale da parte del Governo, come probabilmente mai era avvenuto precedentemente;
    a conferma di ciò, e dello «strappo» costituzionale riguardo le competenze tra Stato e regioni conseguente a uno scavalcamento delle prerogative regionali, si consideri, a mero titolo esemplificativo:
    vengono assegnati all'attuale Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro, nuovi e maggiori poteri di controllo sui dirigenti del Servizio sanitario regionale, sottraendoli al Presidente della regione Calabria;
    il Commissario ad acta può dichiarare l'immediata decadenza dall'incarico dei direttori generali, e nominare un Commissario straordinario. Peraltro la decadenza dell'incarico può avvenire anche senza il parere, previsto dalla normativa vigente, della Conferenza permanente per la programmazione sanitaria e socio-sanitaria regionale. Inoltre i Commissari straordinari possono essere scelti e nominati dal Commissario ad acta in maniera del tutto discrezionale, e anche in assenza del possesso dei titoli richiesti dalla normativa vigente per i direttori generali;
    a legislazione vigente, la verifica dell'attività dei direttori generali rientra nelle attribuzioni della Regione. Ora invece sarà il Governo centrale attraverso i suoi Commissari (il Commissario ad acta e i diversi Commissari straordinari) a prendere in mano tutta la sanità calabrese: dagli ospedali al personale, fino alla stessa nomina dei manager sanitari che dovranno portare avanti le direttive governative e non più regionali;
    dalla data di entrata in vigore del decreto-legge in esame, ossia dal 3 maggio scorso, in virtù di quanto previsto dall'articolo 3, comma 1, sono inoltre decaduti automaticamente tutti i Commissari regionali delle Aziende sanitarie e ospedaliere calabresi, che erano stati nominati in piena autonomia dalla regione, in luogo del direttore generale;
    come se non fosse sufficiente, il Commissario ad acta può altresì nominare uno o più Commissari straordinari di liquidazione, nei casi di situazioni di dissesto finanziario degli enti del servizio sanitario regionale;
    a rafforzare l'esautorazione della regione da parte del Governo, il Commissario straordinario, già nominato dal Commissario ad acta, può far decadere e sostituire i direttori amministrativi e i direttori sanitari degli enti del Servizio sanitario regionale;
    di fatto, per diciotto mesi la sanità della Regione Calabria non sarà più una competenza locale ma completamente nazionale, ed è la prima volta che ciò accade dal 1978, anno di istituzione del Servizio sanitario nazionale;
    è peraltro lo stesso Governo che, nella sua relazione illustrativa al disegno di legge di conversione, ammette una sorta di «sospensione» del dettato costituzionale laddove si giustifica e chiarisce, riguardo al limite temporale di 18 mesi di validità delle norme del Capo I: «L'individuazione di un termine ragionevolmente breve costituisce un punto qualificante del presente decreto, essendo chiara la consapevolezza che l'introduzione di misure effettivamente “speciali” imponga, nel quadro del nostro ordinamento costituzionale, una durata delimitata nel tempo»;
    le modalità con le quali viene disposto questo commissariamento della regione, è inoltre fortemente lesivo del principio costituzionale di «leale collaborazione», in base a cui i diversi livelli di governo devono cooperare fra loro;
    l'articolo 120 della nostra Costituzione prevede infatti che il Governo può, in alcuni specifici casi, sostituirsi a organi delle Regioni, delle Città metropolitane, delle Province e dei Comuni, ma «la legge definisce le procedure atte a garantire che i poteri sostitutivi siano esercitati nel rispetto del principio di sussidiarietà e del principio di leale collaborazione.». Di questo principio costituzionalmente garantito, non vi è alcuna traccia nelle norme previste dal Capo I,

delibera

di non procedere all'esame del disegno di legge n. 1816.
N. 1. Santelli, Occhiuto, Cannizzaro, Maria Tripodi, Mugnai, D'Ettore.

  La Camera,
   premesso che:
    secondo le intenzioni dichiarate dal Governo, il decreto-legge in esame sarebbe finalizzato a introdurre misure emergenziali per un periodo limitato di 18 mesi volte a risanare il servizio sanitario della Regione Calabria sottoposto al Piano di rientro e poi da più Programmi Operativi fin dal 2009 nonché altre misure urgenti in materia sanitaria;
    tali misure sono state adottate dal Consiglio dei Ministri in data 18 aprile 2019 violando di fatto l'autonomia costituzionalmente garantita della Regione Calabria essendo mancata qualsiasi forma di dialettica e di collaborazione con la regione stessa: tali norme azzerano la potestà regionale attraverso l'uso indiscriminato del potere sostitutivo in violazione dell'articolo 120 della Costituzione intervenendo senza intesa e senza ricerca della stessa in una materia che l'articolo 117 della Costituzione attribuisce alla legislazione concorrente;
    in particolare, il decreto in oggetto, pur ponendo nelle finalità la volontà di «raggiungere gli obiettivi» previsti nei programmi operativi di prosecuzione del Piano di Rientro dai disavanzi del servizio sanitario regionale, in realtà modifica unilateralmente gli accordi in questione, attribuendo nuovi e ulteriori poteri al Commissario ad acta rispetto a quelli già previsti ed esautorando quelli della regione azzerandone così il ruolo nella gestione della sanità locale;
    in particolare, secondo l'articolo 2, al commissario ad acta è dato l'ulteriore e nuovo potere, rispetto all'attuale normativa, di verificare l'operato dei direttori generali delle aziende e dei commissari straordinari e, in caso di responso negativo di poterne dichiarare unilateralmente la loro decadenza; si consente la nomina dei Commissari straordinari da parte del commissario ad acta invece che da parte del Presidente della Regione ledendo così il principio di leale collaborazione, indispensabile nei rapporti tra Stato e sistema delle autonomie così come evidenziato anche dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 251 del 2016;
    l'articolo 3 dispone, in caso di valutazione negativa dei direttori generali, la nomina di Commissari straordinari da parte del Commissario ad acta o, in caso di mancata intesa con la Regione, da parte del Ministero della Salute nonché la decadenza immediata dei commissari già nominati, in piena autonomia, dalla Regione, dall'entrata in vigore del decreto e cioè dal 3 maggio scorso. È opportuno ribadire che tali poteri sono estranei al piano di rientro e ai piani operativi che si sono succeduti che vengono così modificati unilateralmente;
    nei successivi articoli del Capo I, sempre riferiti alla gestione straordinaria della sanità calabrese si rafforza ulteriormente l'esautorazione delle competenze regionali in materia sanitaria rafforzando unilateralmente le prerogative del Commissario ad acta ad esempio attribuendogli il potere di nominare uno o più commissari straordinari di liquidazione, in caso di dissesto finanziario degli enti del servizio sanitario regionale,

delibera

di non procedere all'esame del disegno di legge n. 1816.
N. 2. De Filippo, Campana, Carnevali, Ubaldo Pagano, Pini, Rizzo Nervo, Schirò, Siani, Viscomi, Bruno Bossio, Enrico Borghi.

PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE: S. 214-515-805 – D'INIZIATIVA DEI SENATORI: QUAGLIARELLO, CALDEROLI E PERILLI, PATUANELLI E ROMEO: MODIFICHE AGLI ARTICOLI 56, 57 E 59 DELLA COSTITUZIONE IN MATERIA DI RIDUZIONE DEL NUMERO DEI PARLAMENTARI (APPROVATA, IN UN TESTO UNIFICATO, IN PRIMA DELIBERAZIONE, DAL SENATO) (A.C. 1585) E ABBINATA PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE: D'UVA ED ALTRI (A.C. 1172)

A.C. 1585 – Articolo 2

ARTICOLO 2 DELLA PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO APPROVATO DAL SENATO

Art. 2.
(Numero dei senatori)

  1. All'articolo 57 della Costituzione sono apportate le seguenti modificazioni:
   a) al secondo comma, la parola: «trecentoquindici» è sostituita dalla seguente: «duecento» e la parola: «sei» è sostituita dalla seguente: «quattro»;
   b) al terzo comma, dopo la parola: «Regione» sono inserite le seguenti: «o Provincia autonoma» e la parola: «sette» è sostituita dalla seguente: «tre»;
   c) il quarto comma è sostituito dal seguente:
   «La ripartizione dei seggi tra le Regioni o le Province autonome, previa applicazione delle disposizioni del precedente comma, si effettua in proporzione alla loro popolazione, quale risulta dall'ultimo censimento generale, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti».

PROPOSTE EMENDATIVE

ART. 2.
(Numero dei senatori)

  Al comma 1, lettera a), sostituire la parola: duecento con la seguente: duecentocinquanta;

  Conseguentemente, al medesimo comma, medesima lettera, sopprimere le parole: e la parola «sei» è sostituita dalla seguente «quattro».
2. 9. Magi.

  Al comma 1, lettera a), sostituire la parola: duecento con la seguente: duecentocinquanta.
2. 10. Magi, De Filippo, Andrea Romano, Fatuzzo, Pettarin.

  Al comma 1, lettera a), sopprimere le parole: e la parola: «sei» è sostituita dalla seguente: «quattro»
2. 70. Ungaro, Migliore, Schirò, Carè, La Marca, Topo, Critelli, Pini, Marco Di Maio, Rosato, Gadda.

  Al comma 1, lettera a), aggiungere, in fine, le parole: ed è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «È in ogni caso assicurata un'adeguata rappresentanza delle minoranze».
2. 11. Migliore, Fornaro, Pettarin.

  Al comma 1, lettera a), aggiungere, in fine, le parole: ed è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «La legge promuove le misure per garantire un adeguato numero di eletti in rappresentanza delle minoranze».
2. 12. Marco Di Maio.

  Al comma 1, lettera a), aggiungere, in fine, le parole: ed è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «È in ogni caso assicurata un'adeguata rappresentanza delle minoranze linguistiche».
2. 13. Fiano, Pettarin.

  Al comma 1, lettera a), aggiungere, in fine, le parole: ed è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «La legge promuove le misure per garantire un adeguato numero di eletti in rappresentanza delle minoranze linguistiche».
2. 14. Giorgis.

  Al comma 1, lettera a), aggiungere, in fine, le parole: ed è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «Nelle province autonome di Trento e di Bolzano è assicurata un'adeguata rappresentanza delle minoranze linguistiche.».
2. 15. Pollastrini, Pettarin, Fatuzzo.

  Al comma 1, lettera b), sopprimere le parole: dopo la parola: «Regione» sono inserite le seguenti: «o Provincia autonoma» e.
2. 50. Colletti.

  Al comma 1, lettera b), aggiungere, in fine, le parole: e sono aggiunte, in fine, le parole: «, il Friuli Venezia Giulia ne ha sette di cui uno destinato al territorio in cui la minoranza linguistica slovena è tradizionalmente presente, individuato con le modalità previste dalla legge per favorire l'accesso alla rappresentanza di candidati della minoranza linguistica stessa».
2. 26. Serracchiani, Rosato, Fornaro, Fatuzzo.

  Al comma 1, lettera b), aggiungere, in fine, le parole: ed è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «Nella provincia autonoma di Bolzano deve essere garantito il collegio a maggioranza italiana delimitato alle città di Bolzano e Laives».
2. 17. Biancofiore, Fatuzzo, Prisco.

  Al comma 1, sopprimere la lettera c).
2. 51. Colletti, Grippa.

A.C. 1585 – Articolo 3

ARTICOLO 3 DELLA PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO APPROVATO DAL SENATO

Art. 3.
(Senatori a vita)

  1. All'articolo 59 della Costituzione, il secondo comma è sostituito dal seguente:
   «Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario. Il numero complessivo dei senatori in carica nominati dal Presidente della Repubblica non può in alcun caso essere superiore a cinque».

PROPOSTE EMENDATIVE

ART. 3.
(Senatori a vita)

  Al comma 1, capoverso, sostituire il secondo periodo, con il seguente: In ogni caso il numero complessivo dei senatori a vita, di diritto o di nomina presidenziale, non può essere superiore a tre.
3. 53. Colletti, Grippa.

  Al comma 1, capoverso, secondo periodo, sostituire la parola: cinque con la seguente: tre.
3. 1. Magi.

  Dopo l'articolo 3, aggiungere il seguente:

Art. 3-bis.

  1. All'articolo 83 della Costituzione il secondo comma è sostituito dal seguente:
  «All'elezione partecipano due delegati per ogni regione eletti dal Consiglio regionale in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze. La Valle d'Aosta e il Molise hanno un solo delegato».
3. 03. Magi.

  Dopo l'articolo 3, aggiungere il seguente:

Art. 3-bis.
(Numero dei delegati delle Regioni per l'elezione del Presidente della Repubblica)

  1. All'articolo 83 della Costituzione, secondo comma, primo periodo, la parola: «tre» è sostituita dalla seguente: «due».

  Conseguentemente, sostituire il titolo con il seguente: Modifiche agli articoli 56, 57, 59 e 83 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari e dei delegati delle Regioni per l'elezione del Presidente della Repubblica.
*3. 04. Fiano.

  Dopo l'articolo 3, aggiungere il seguente:

Art. 3-bis.
(Numero dei delegati delle Regioni per l'elezione del Presidente della Repubblica)

  1. All'articolo 83 della Costituzione, secondo comma, primo periodo, la parola: «tre» è sostituita dalla seguente: «due».

  Conseguentemente, sostituire il titolo con il seguente: Modifiche agli articoli 56, 57, 59 e 83 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari e dei delegati delle Regioni per l'elezione del Presidente della Repubblica.
*3. 05. Speranza, Fornaro, Occhionero.

  Dopo l'articolo 3, aggiungere il seguente:

Art. 3-bis.
(Numero dei delegati delle Regioni per l'elezione del Presidente della Repubblica)

  1. All'articolo 83 della Costituzione, secondo comma, primo periodo, la parola: «tre» è sostituita dalla seguente: «due».

  Conseguentemente, sostituire il titolo con il seguente: Modifiche agli articoli 56, 57, 59 e 83 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari e dei delegati delle Regioni per l'elezione del Presidente della Repubblica.
*3. 06. Prisco, Donzelli, Meloni.

A.C. 1585 – Articolo 4

ARTICOLO 4 DELLA PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO APPROVATO DAL SENATO

Art. 4.
(Decorrenza delle disposizioni)

  1. Le disposizioni di cui agli articoli 56 e 57 della Costituzione, come modificati dagli articoli 1 e 2 della presente legge costituzionale, si applicano a decorrere dalla data del primo scioglimento o della prima cessazione delle Camere successiva alla data di entrata in vigore della presente legge costituzionale e comunque non prima che siano decorsi sessanta giorni dalla predetta data di entrata in vigore.

PROPOSTA EMENDATIVA

ART. 4.
(Decorrenza delle disposizioni)

  Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:
  2. Nelle more della modifica dei regolamenti parlamentari secondo le procedure da essi previste, a decorrere dalla data di entrata in vigore delle modifiche di cui agli articoli 56 e 57 della Costituzione secondo quanto previsto dal comma 1 del presente articolo, le disposizioni regolamentari che collegano l'attivazione di istituti e la composizione di organi interni a ciascuna Camera a soglie numeriche si applicano nel senso di mantenere invariato il rapporto percentuale esistente tra tali soglie e il numero di deputati e senatori previsto dagli articoli 56 e 57 della Costituzione prima della data di entrata in vigore delle modifiche recate dalla presente legge.
4. 50. Magi.

A.C. 1585 – Ordini del giorno

ORDINI DEL GIORNO

   La Camera,
   premesso che:
    tra il 23 e il 26 maggio 2019, come deciso unanimemente dal Consiglio dell'Unione europea nel gennaio 2018, avrà luogo nei 28 Stati membri dell'Unione europea la prossima tornata elettorale per il rinnovo dei membri al Parlamento europeo;
    in seguito agli sviluppi della cosiddetta Brexit, a maggio, o in caso di un nuovo mancato accordo tra Governo e Parlamento inglese, in autunno, il Regno Unito completerà la propria uscita dall'Europa, e questo determinerà, tra le altre cose, anche un significativo mutamento nelle modalità di votazione per i circa 700.000 connazionali che vivono nel Regno Unito;
    mentre infatti gli elettori italiani aventi diritto e stabilmente residenti nei Paesi dell'Unione europea, possono recarsi presso le apposite sezioni elettorali istituite in loco dalla rete diplomatico-consolare italiana, i cittadini residenti in un Paese non appartenente all'Unione europea debbono tornare in Italia per poter partecipare allo svolgimento delle elezioni europee, non essendo prevista alcuna modalità di voto per corrispondenza;
    si stima che con l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea, saranno più di 700 mila i connazionali che vivono nel Regno Unito costretti a rientrare in Italia per partecipare alle elezioni europee, cui vanno aggiunti i circa 300 mila italiani già residenti in Svizzera, e quelli residenti in importanti paesi come Norvegia, Albania o Serbia, per la ragguardevole cifra di quasi 2 milioni di aventi diritto che non potranno partecipare al voto, pur risiedendo in un paese non Ue, ma «geograficamente» europeo, a meno di non intraprendere uno «scoraggiante» viaggio nella Penisola in termini di propensione alla partecipazione al voto;
    appare pertanto urgente introdurre nuove modalità per l'esercizio del voto alle elezioni europee dei tanti cittadini italiani residenti in un paese non appartenente all'Unione europea – compresi i tanti italiani residenti all'estero negli altri continenti – al fine di porli nella condizione di esercitare questa importantissima prerogativa;
    essendo il voto un diritto-dovere che definisce il nostro essere cittadini, occorre rimuovere quanto prima questo ostacolo alla partecipazione democratica delle istituzioni europee, così dando attuazione alla decisione del Consiglio UE del giugno 2018 che raccomanda agli stati membri, in merito alla legge elettorale europea, di facilitare il voto dei cittadini europei ovunque essi si trovino,

impegna il Governo

ad adottare quanto prima provvedimenti utili atti a favorire la più ampia partecipazione possibile alle elezioni europee per tutti i cittadini italiani residenti all'estero, come quelli in Paesi Terzi, iscritti all'AIRE, anche prevedendo la possibilità che il predetto voto possa svolgersi nelle sezioni istituite presso i consolati d'Italia, gli istituti di cultura, le scuole italiane e altri locali adatti e messi a disposizione dagli Stati.
9/1585/1Ungaro, Schirò.


   La Camera,
   premesso che:
    il testo della proposta di legge costituzionale all'esame dell'Assemblea, già approvata in prima deliberazione dal Senato, prevede la riduzione del numero dei deputati da 630 a 400 e la riduzione del numero dei senatori elettivi da 315 a 200;
    le stime del Governo parlano di circa 500 milioni di euro di risparmi a legislatura: visto che si tratta di riduzioni di spesa che vanno ad incidere sul processo democratico che regola il funzionamento delle istituzioni nel Paese, tali risorse potrebbero comunque essere destinate al sostentamento dei costi della politica e della democrazia nei piccoli comuni d'Italia, i cui amministratori locali risultano penalizzati da indennità bassissime;
    indennità dignitose sono necessarie a dare valore all'attività degli amministratori, e ai rischi e alle responsabilità che ciascun sindaco si assume, a prescindere dalla consistenza numerica del comune amministrato. Non bisogna infatti sottovalutare le grandi responsabilità che hanno questi amministratori, anche di comuni molto piccoli, chiamati a guidare istituzioni della Repubblica. È quindi necessario garantire dignità a questa funzione, e riavviare un percorso virtuoso di partecipazione alla vita pubblica,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare iniziative legislative volte a destinare parte degli eventuali risparmi di spesa ottenuti con l'entrata in vigore della proposta di legge in discussione, all'aumento delle indennità dei sindaci dei piccoli comuni, a garanzia della dignità delle funzioni svolte, e delle responsabilità e dei rischi ad esse connesse, anche al fine di riavviare un percorso virtuoso di partecipazione alla vita pubblica.
9/1585/2Mandelli, Pella, Zanella, Squeri, Palmieri.


INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Intendimenti del Governo circa un'efficace azione dell'Italia in sede europea e in merito agli adempimenti volti al superamento delle procedure di infrazione pendenti – 3-00720

   ROSSELLO, BATTILOCCHIO, MARROCCO, PETTARIN, RUGGIERI, ELVIRA SAVINO, COSIMO SIBILIA e VIETINA. — Al Ministro per i rapporti con il Parlamento e per la democrazia diretta. — Per sapere – premesso che:
   l'8 marzo 2019 il prof. Paolo Savona ha rassegnato le dimissioni dalla carica di Ministro per le Politiche europee per passare alla guida della CONSOB;
   la mancanza di un Ministro stabile per le politiche europee che partecipi, d'intesa con i Ministri competenti, alle riunioni del Consiglio dell'UE, rappresentando l'Italia nella definizione delle posizioni da sostenere su dossier cruciali, finisce per indebolire la difesa degli interessi strategici del nostro Paese, oltre a svilire la normale dialettica maggioranza-minoranza per l'incostante interlocuzione Esecutivo-Parlamento, in special modo con la XIV Commissione, per definire la partecipazione italiana alla programmazione dell'azione europea;
   gli effetti non performanti di tale assenza sono particolarmente visibili nell'aumento delle procedure di infrazione (crescenti di giorno in giorno) e nella perdurante assenza di interventi normativi di natura ordinaria e straordinaria finalizzati a ridurre il contenzioso, così come previsto dalla legge n. 234 del 2012;
   rimangono sospese e senza risposta molte delle domande circa la posizione dell'Esecutivo in Europa, non ultima quella relativa al documento dell'ex Ministro Savona – Una Politeia per un'Europa diversa, più forte e più equa – se sia da ritenersi ancora valido e attuale per l'intera compagine di governo, o se, diversamente, il Governo non intenda aggiornare le sue linee guida, in riferimento alle nuove sfide che l'Europa è chiamata ad affrontare, a partire dagli esiti della Brexit e dalle imminenti elezioni europee;
   rimangono parimenti oscure al Parlamento le posizioni dell'Esecutivo in ordine alle riforme per il futuro dell'Europa, sulla nuova governance economica Ue, sull'unificazione di regole comuni (con particolare riguardo a beni e servizi, al diritto contrattuale europeo, al digitale) e sui numerosi dossier dall'evidente impatto, laddove, tuttavia, il rischio che l'Italia finisca per non avere alcun peso, isolata e marginalizzata rispetto alle decisioni dell'asse franco-tedesco, è sempre più concreto, anche in relazione alle future cariche europee –:
   come il Governo intenda operare al fine di assicurare un'efficace azione del nostro Paese in ambito europeo, in modo tale da rappresentare adeguatamente l'Italia ai tavoli europei, presentando altresì tempestivamente al Parlamento gli strumenti normativi ordinari volti all'adeguamento interno al diritto europeo e al superamento delle procedure di infrazione ancora pendenti. (3-00720)


Iniziative di competenza volte alla prevenzione e al contrasto del fenomeno delle aggressioni nei confronti dei docenti – 3-00721

   MOLINARI, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, CLAUDIO BORGHI, BUBISUTTI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CAPITANIO, VANESSA CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, CESTARI, COIN, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DONINA, FANTUZ, FERRARI, FOGLIANI, FORMENTINI, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GASTALDI, GERARDI, GIACCONE, GIACOMETTI, GIGLIO VIGNA, GOBBATO, GOLINELLI, GRIMOLDI, GUSMEROLI, IEZZI, INVERNIZZI, LATINI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LO MONTE, LOCATELLI, LOLINI, EVA LORENZONI, LUCCHINI, MACCANTI, MAGGIONI, MARCHETTI, MATURI, MORELLI, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATELLI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, PICCOLO, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RIBOLLA, SALTAMARTINI, SASSO, STEFANI, TARANTINO, TATEO, TIRAMANI, TOCCALINI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, VINCI, VIVIANI, ZICCHIERI, ZIELLO, ZÓFFILI e ZORDAN. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
   sempre più spesso i media ci riportano di aggressioni agli insegnanti da parte di alunni e genitori, l'ultimo caso racconta di una professoressa aggredita dalla madre di una ragazza alla quale era stata irrogata una sospensione, ma la serie di violenze è lunga e interessa le scuole di ogni grado, infatti, nel solo 2018, le aggressioni ai docenti sono state 33;
   alcuni professori con una petizione rivolta alle più alte cariche istituzionali, e in particolare al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell'istruzione, sostengono la «tolleranza zero» anche per i più giovani, che devono essere adeguatamente puniti con pene effettivamente rieducative;
   la causa più importante alla base di questi atteggiamenti violenti è rintracciabile nella crisi del patto educativo, tra la scuola e la famiglia. Le famiglie sono una parte importante del lavoro educativo per la costruzione delle persone insieme alla scuola e quelli narrati sono fatti che evidenziano quanto sia profondamente mutato il rapporto di fiducia tra scuola e famiglia. A partire dall'autonomia scolastica, fino alla recente riforma, la legge n. 107 del 2015, la figura dell'insegnante ha perso via via autorevolezza e prestigio;
   per i sottoscrittori della petizione non ci sarebbero alternative: serve una legge, che istituisca e soprattutto rafforzi la figura dell'insegnante quale pubblico ufficiale, che inasprisca le pene laddove ci sono episodi di violenza, che tuteli la libertà di insegnamento e restituisca agli insegnanti un ruolo di primo piano nella società;
   il gruppo della Lega, a tal proposito, si è fatto promotore di una iniziativa legislativa con cui si intendono inasprire fortemente le pene per chiunque usi violenze fisiche e verbali nei confronti degli insegnanti, considerati appunto quali pubblici ufficiali;
   inoltre, in questi ultimi giorni è stata approvata proprio dalla Camera dei deputati la proposta di legge, nata sempre da un'iniziativa della Lega, che vede il ritorno dell'educazione civica come materia obbligatoria, oggetto di valutazione finale con voto, sia nella scuola primaria che nella secondaria –:
   quale strategia educativa il Ministro interrogato intenda mettere in campo al fine di arginare questi frequenti ed intollerabili comportamenti a danno dei docenti, se ritenga si debba scegliere la strada dell'inasprimento delle punizioni o ritenga percorribili soluzioni diverse per responsabilizzare tutte le parti in campo e favorire il dialogo, attraverso tutti quei progetti educativi mirati che, ad avviso degli interroganti, proprio la proposta di legge in itinere sull'educazione civica permetterà di intraprendere con il coinvolgimento anche delle famiglie. (3-00721)


Iniziative volte alla salvaguardia dei livelli occupazionali di Banca Carige Spa – 3-00715

   PASTORINO e FORNARO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
   in occasione della conversione in legge del decreto-legge n. 1 del 2019, il 12 febbraio 2019 è stato approvato alla Camera dei deputati l'ordine del giorno n. 9/1486-A/17, con cui il Governo si è impegnato a porre in atto ogni iniziativa possibile affinché le misure previste per il sostegno pubblico in favore di Banca Carige S.p.a., dirette a garantire la stabilità finanziaria e assicurare la protezione del risparmio, siano accompagnate da azioni volte a tutelare e preservare le attuali posizioni lavorative del personale dipendente, evitando gravi ricadute occupazionali che potrebbero derivare dalla situazione di difficoltà in cui versa l'istituto bancario;
   tuttavia, le recenti notizie di un accordo fra Blackrock e Schema volontario del Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd) – confermate a seguito della riunione tenutasi il 6 maggio a Milano, in occasione della quale il Consiglio di gestione ha approvato l'intervento secondo lo schema concordato con la società di investimento statunitense – destano grande preoccupazione;
   il prossimo 14 maggio l'assemblea del Fitd voterà la proposta approvata dal Consiglio. In merito alla futura governance, è verosimile che sarà la Blackrock a nominare l'amministratore delegato, mentre gli amministratori saranno proporzionali alle azioni detenute. Il timore reale è che la Banca Carige, da sempre banca del territorio e riferimento indispensabile per le economie locali e per le PMI, venga di punto in bianco snaturata, divenendo prevalentemente una banca digitale, specializzata nell’asset management;
   se così sarà, a pagarne le conseguenze saranno in primis i lavoratori, dal momento che si paventano circa 2000 esuberi, con annessa possibile decurtazione degli stipendi di circa il 20 per cento per finanziare il fondo di solidarietà, e un taglio di quasi la metà delle filiali che passeranno dalle attuali 470 a 250;
   l'accordo ricadrebbe, dunque, sulle spalle dei dipendenti che negli ultimi anni hanno vissuto nella loro quotidianità il peso della crisi e si sono sempre impegnati affinché Banca Carige potesse proseguire nel suo operato. Infatti, dal 2014 ad oggi si contano più di 2000 «uscite volontarie», oltre al congelamento del premio, al taglio del 30 per cento della previdenza complementare, all'eliminazione di numerose indennità e alle giornate di solidarietà –:
   quali siano le azioni che il Governo intende urgentemente porre in essere per salvaguardare i posti di lavoro dei dipendenti di Banca Carige Spa e specificatamente dei 2000 lavoratori che rischiano di essere licenziati con tagli indiscriminati.
(3-00715)


Chiarimenti circa la destinazione delle eventuali risorse residue nel caso di minori oneri rispetto allo stanziamento del «Fondo per il reddito di cittadinanza»
– 3-00716

   PALLINI, D'UVA, FRANCESCO SILVESTRI, TRIPIEDI, INVIDIA, VIZZINI, SIRAGUSA, CUBEDDU, DE LORENZO, COSTANZO, SEGNERI, BILOTTI, CIPRINI, DAVIDE AIELLO, TUCCI, PERCONTI, AMITRANO e GIANNONE. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
   l'articolo 1 del decreto-legge 28 gennaio 2019, convertito con modificazioni dalla legge 28 marzo 2019, n. 26, ha istituito il reddito di cittadinanza, allo scopo di garantire un livello di sussistenza materiale e socioculturale quale misura unica di contrasto alla povertà e alla disuguaglianza, nonché all'inclusione sociale dei soggetti maggiormente a rischio di emarginazione nella società e nel mondo del lavoro;
   il reddito di cittadinanza potrà determinare persino, nel prossimo futuro, una riduzione degli ammortizzatori sociali presenti nel sistema, andando così a sgravare il bilancio dell'Inps da una serie di costi e, in aggiunta, verrebbe garantita una riduzione dei contributi sociali a vantaggio sia dei salari, sia dei redditi da lavoro;
   in un mercato del lavoro così precario, dove diventa sempre più frequente perdere e trovare un nuovo lavoro, il reddito di cittadinanza consente di avere una continuità economica per i periodi in cui non c’è occupazione, e ciò è positivo innanzitutto per i lavoratori, ma anche per il mercato stesso in un'ottica di flexsecurity, per chi assume da una parte e da uno Stato in grado di formare, riqualificare e reinserire il lavoratore, incrociando la domanda con l'offerta di lavoro dall'altra;
   sempre per quanto concerne il livello sociale, attraverso la misura del reddito di cittadinanza è sicuramente possibile prevenire, come sopra sottolineato, l'esclusione sociale degli individui con un reddito non continuo ed esiguo;
   il «Fondo da ripartire per l'introduzione del reddito di cittadinanza», di cui all'articolo 1, comma 255, della legge di Bilancio 2019 (legge 30 dicembre 2018, n. 145) reca una dotazione finanziaria di 7.100 milioni di euro per l'anno 2019, 8.055 milioni di euro per l'anno 2020 e di 8.317 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2021;
   risulterebbe che le domande finora presentate, a livello nazionale, per l'ottenimento del beneficio economico del reddito di cittadinanza si attestano complessivamente a 900 mila –:
   qualora nell'ambito del monitoraggio di cui all'articolo 1, comma 257, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, siano accertati minori oneri rispetto agli oneri previsti dal «Fondo per il reddito di cittadinanza», a quali interventi il Ministro in indirizzo intenda destinare le correlate risorse. (3-00716)


Chiarimenti circa i meccanismi di controllo attivati in merito alla platea dei legittimi beneficiari del reddito di cittadinanza – 3-00717

   LOLLOBRIGIDA, MELONI, ACQUAROLI, BELLUCCI, BUCALO, BUTTI, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, LUCA DE CARLO, DEIDDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FERRO, FIDANZA, FOTI, FRASSINETTI, GEMMATO, LUCASELLI, MANTOVANI, MASCHIO, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROTELLI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI e ZUCCONI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
   l'enorme mole di domande presentate per il reddito di cittadinanza sta già mostrando i primi problemi nell'applicazione della misura;
   nelle intenzioni dichiarate dal Governo la misura del reddito di cittadinanza doveva servire ad aiutare tutti gli italiani in povertà assoluta, ma ad oggi è difficile capire sia chi ha davvero diritto al sussidio, sia chi ne stia beneficiando in realtà;
   questo anche perché l'Italia – a differenza di quasi tutti gli altri Stati europei – non ha banche dati aggiornate sul mondo del lavoro da cui ricavare informazioni precise in merito agli occupati e ai disoccupati, e rispetto ai beneficiari delle diverse prestazioni di welfare già esistenti;
   un'ulteriore problematica è costituita dal rischio, segnalato anche dalla CGIA di Mestre, che una parte consistente dei fondi vada a finire nelle tasche di cittadini che già lavorano in nero e che potrebbero quindi continuare a lavorare senza pagare tasse, anche incassando il reddito di cittadinanza, una doppia «beffa» per lo Stato;
   secondo l'Istat, i lavoratori in nero in Italia sarebbero poco meno di 3,3 milioni, e se si escludono i lavoratori dipendenti e i pensionati che non possono accedere al reddito di cittadinanza – pari a circa 1,3 milioni di unità – coloro che, pur svolgendo un'attività irregolare, potrebbero ricevere il reddito di cittadinanza, sarebbero circa due milioni;
   inoltre, sembra che numerosi lavoratori stiano rinunciando – ufficialmente – al proprio impiego, per poi continuare a svolgerlo «in nero» e accedere al contempo al reddito di cittadinanza;
   le risorse allocate dal Governo per finanziare il reddito di cittadinanza ammontano a 9,5 miliardi di euro ma la platea potenziale dei beneficiari, tra occupati e disoccupati, supera i sei milioni, e questo fa sì che a percepire il reddito per intero saranno solo pochi soggetti mentre a tutti gli altri saranno dati importi non suscettibili di risolvere davvero il problema della povertà –:
   quali meccanismi di controllo siano stati attivati per evitare l'erogazione del reddito di cittadinanza a soggetti non titolati a riceverlo, e per verificare preventivamente che i richiedenti non mettano in atto comportamenti volti a eludere la normativa (quali residenze fittizie, false separazioni e altro). (3-00717)


Intendimenti del Governo in merito alla crisi delle grandi imprese operanti nel settore delle costruzioni – 3-00718

   LUPI, COLUCCI e TONDO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
   molte delle grandi imprese italiane del settore delle infrastrutture sono in grossa crisi: Astaldi (è stata ammessa quattro mesi fa al concordato dal tribunale), Condotte (è in amministrazione straordinaria), Trevi (il cui debito in fase di ristrutturazione: la Cassa depositi e prestiti già ne possiede il 17 per cento);
   Salini-Impregilo, la più grossa di tutte, non naviga in acque esattamente tranquille, come ha certificato l'agenzia Standard & Poor's declassandone il rating al livello BB- con outlook negativo;
   si apprende che si vuole coinvolgere Cassa depositi e prestiti (Cdp) per cercare una soluzione di sistema alla crisi del settore delle costruzioni. La misura del coinvolgimento dipenderà dai risultati di questo primo esame di valutazione sullo stato di salute del comparto e, più in particolare, del gruppo Astaldi;
   l'impressione, però, è che Cassa depositi e prestiti potrebbe presto dover affrontare e tentare di risolvere un progetto – sicuramente gradito alle banche – che potrebbe ruotare attorno a un perno chiave: l'ingresso della Cassa nel capitale di Salini Impregilo con l'intento di creare un'entità sufficientemente forte per affrontare prima la messa in sicurezza di Astaldi e poi quella degli altri grandi operatori in difficoltà;
   un progetto che voglia competere con i colossi europei che fatturano 10 volte le nostre imprese non può aggregarsi intorno alle sole aziende in crisi che rischiano di far diventare Cassa depositi e prestiti l'unico garante solvibile. Infatti una simile operazione rischia di incrinare la trasparenza nelle procedure di assegnazione dei lavori, penalizzando essenzialmente proprio le imprese sane dell'intero comparto;
   ci si chiede se una simile operazione debba ruotare intorno ad un'unica impresa anche se la più forte in termini di portafoglio ordini e di capitale sociale;
   questa operazione garantirebbe essenzialmente l'assetto della Salini-Impregilo e ciò grazie al coinvolgimento di un organismo come la Cassa depositi e prestiti che a tutti gli effetti si configura come un soggetto finanziario pubblico, generando in tal modo un possibile contenzioso per effetto dell'intervento dell'Antitrust;
   è auspicabile un «Progetto Italia» che veda partecipare tutte le più grandi aziende del settore e quindi anche quelle sane –:
   quali elementi intenda fornire il Governo in relazione a quanto esposto in premessa e quali siano i suoi intendimenti al riguardo proprio al fine di risolvere la grave problematica delle imprese di costruzioni in crisi. (3-00718)


Iniziative volte a dar seguito all'accordo di cessione della Cevital Spa al gruppo Jindal South West Steel, anche con riguardo alla copertura degli ammortizzatori sociali previsti dall'accordo – 3-00719

   ANDREA ROMANO, BURATTI, SERRACCHIANI, BOSCHI, MORETTO, BENAMATI, BONOMO, GAVINO MANCA, MOR, NARDI, NOJA, ZARDINI, GRIBAUDO, ENRICO BORGHI, FIANO, CENNI e CIAMPI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
   nel maggio 2018 è stato firmato, grazie al lavoro di coordinamento svolto nei mesi precedenti dal Governo pro tempore Gentiloni e dalla presidenza della regione Toscana, l'accordo di cessione della Cevital Spa (acciaierie di Piombino, ex Aferpi) al gruppo Jindal South West Steel;
   l'accordo e il successivo piano industriale prevedevano, dal lato imprenditoriale, dopo 18 mesi di valutazione, la costruzione di due forni elettrici con produzione di tre milioni di tonnellate di acciaio l'anno da destinare alla laminazione attraverso un nuovo treno per la produzione di coils, e un successivo terzo forno elettrico per la produzione di semiprodotti lunghi (blumi e billette) per alimentare i treni di laminazione preesistenti (rotaie, vergella e barre) con impegno ad utilizzare l'intera forza lavoro di circa 2.000 unità;
   l'accordo e la successiva ratifica dell'accordo di programma prevedevano l'impegno del Governo italiano per la riduzione dei costi energetici, di bonifica ambientale, precise garanzie sull'utilizzo del porto di Piombino, oltre alla garanzia di adeguati strumenti di ammortizzazione sociale per l'intera durata dell'attuazione del piano industriale;
   l'accordo prevedeva inoltre periodici momenti di verifica dopo il trasferimento degli impianti alla nuova proprietà;
   il prossimo novembre scadranno i diciotto mesi del periodo di valutazione previsti nell'accordo e necessari per verificare la fattibilità del piano industriale e dunque la prosecuzione degli impegni della Jindal South West Steel –:
   quali iniziative il Ministro interrogato abbia assunto o intenda assumere in merito agli impegni sottoscritti dal Governo ed illustrati in premessa per garantire la fattibilità del piano industriale e, dunque, la prosecuzione degli impegni della Jindal South West Steel e assicurare la copertura degli ammortizzatori sociali previsti dall'accordo. (3-00719)