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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Venerdì 29 marzo 2019

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 29 marzo 2019.

  Amitrano, Battelli, Bazzaro, Benvenuto, Bianchi, Bitonci, Bonafede, Claudio Borghi, Brescia, Buffagni, Businarolo, Campana, Cancelleri, Carfagna, Castelli, Castiello, Cirielli, Colletti, Comaroli, Cominardi, Davide Crippa, D'Uva, Del Barba, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Luigi Di Maio, Di Stefano, Fantinati, Ferraresi, Fioramonti, Gregorio Fontana, Lorenzo Fontana, Formentini, Fraccaro, Frusone, Galli, Gallinella, Gallo, Garavaglia, Gava, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giorgetti, Grande, Grillo, Grimoldi, Guerini, Guidesi, Invernizzi, Iovino, Liuni, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Manzato, Micillo, Molinari, Molteni, Morelli, Morrone, Orlando, Parolo, Picchi, Rampelli, Rixi, Rizzo, Ruocco, Saltamartini, Sangregorio, Scagliusi, Carlo Sibilia, Sisto, Sodano, Spadafora, Spadoni, Spessotto, Tofalo, Vacca, Valente, Vignaroli, Villarosa, Raffaele Volpi, Zóffili.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 28 marzo 2019 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   ENRICO BORGHI ed altri: «Disciplina dei sistemi di remunerazione dei servizi ecosistemici e ambientali» (1711);
   CARÈ ed altri: «Disposizioni in materia di corresponsione dell'assegno sociale ai cittadini italiani residenti all'estero» (1712);
   OSNATO ed altri: «Disposizioni per la tutela dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni da violenze e minacce nello svolgimento del servizio» (1713);
   MADIA ed altri: «Disposizioni per l'esercizio del diritto di voto in un comune diverso da quello di residenza, in caso di assenza per motivi di studio, lavoro o cura, e delega al Governo per la sperimentazione di sistemi telematici di votazione» (1714);
   TRIZZINO: «Modifica all'articolo 7 della legge 8 novembre 1991, n. 362, in materia di titolarità e gestione delle farmacie private da parte di società» (1715);
   SIRACUSANO e BUCALO: «Trasferimento dell'area e del complesso monumentale della Real Cittadella di Messina al comune di Messina» (1716);
   MACINA ed altri: «Modifiche alla legge 29 dicembre 1993, n. 580, e altre disposizioni concernenti le circoscrizioni e le funzioni delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, la formazione dei consigli camerali nonché l'esclusione delle medesime dal sistema di tesoreria unica» (1717).

  Saranno stampate e distribuite.

Adesione di deputati a proposte di legge.

  La proposta di legge STEFANI ed altri: «Disposizioni in materia di adozione del concepito» (1238) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Cantalamessa.

  La proposta di legge LUCA DE CARLO: «Disposizioni in materia di sepoltura dei bambini non nati» (1639) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Bellucci.

Modifica del titolo di proposte di legge.

  La proposta di legge n. 1441, d'iniziativa dei deputati FIORINI ed altri, ha assunto il seguente titolo: «Modifiche all'articolo 16 del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2013, n. 90, in materia di detrazioni fiscali per spese finalizzate all'adozione di misure antisismiche, e altre disposizioni volte a favorire gli interventi di miglioramento e adeguamento sismico degli immobili, compresi quelli a destinazione produttiva o commerciale».

Ritiro di sottoscrizioni a proposte di legge.

  La deputata Boldi ha comunicato di ritirare la propria sottoscrizione alla proposta di legge:
   STEFANI ed altri: «Disposizioni in materia di adozione del concepito» (1238).

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

   III Commissione (Affari esteri):
  «Ratifica ed esecuzione del Protocollo al Trattato del Nord Atlantico sull'adesione della Repubblica di Macedonia del Nord, fatto a Bruxelles il 6 febbraio 2019» (1660) Parere delle Commissioni I, IV e V.

   XII Commissione (Affari sociali):
  BELLUCCI ed altri: «Istituzione dell'Agenzia del Terzo settore» (1205) Parere delle Commissioni I, V, VI, VIII, XI e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 28 marzo 2019, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, la relazione della Commissione al Consiglio sullo stato di avanzamento della procedura di adesione degli Stati membri alla convenzione internazionale dell'Organizzazione marittima internazionale sulle norme relative alla formazione degli equipaggi dei pescherecci, al rilascio dei brevetti ed alla guardia ai sensi dell'articolo 2 della decisione (UE) 2015/799 del Consiglio (COM(2019) 157 final), che è assegnata, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento alla III Commissione (Affari esteri), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 28 marzo 2019, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.

  Questi atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE URGENTI

Iniziative di competenza volte a risolvere le criticità emerse per il personale impiegato nell'operazione «Strade Sicure», con particolare riferimento ai tempi di erogazione dei trattamenti economici – 2-00312

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, il Ministro della difesa, per sapere – premesso che:
   con l'articolo 7-bis del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 92, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 luglio 2008, n. 125, fu disposto l'impiego del personale militare appartenente alle Forze armate per servizi di perlustrazione e pattuglia in concorso e congiuntamente alle forze di polizia secondo un piano di utilizzo adottato dal Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro della difesa;
   agli albori della succitata legge, per l'appunto circa 11 anni fa, fu delineato un contingente di 500 soldati delle Forze armate dispiegati nelle aree ove si ritenne necessario garantire, in presenza di fenomeni di emergenza criminale, un maggiore controllo al fine di garantire sicurezza alla popolazione italiana; nel corso degli anni, a fronte di atti criminali in crescita, emerse l'esigenza di aumentare sul territorio nazionale l'impiego dei militari che ad oggi constano circa 7.200 tra uomini e donne in uniforme, assumendo un ruolo comprimario;
   il personale in questione, benché operi in tale attività da ben 11 anni, per ciò che concerne il ristoro economico continua tutt'oggi a percepire immutabilmente un'indennità giornaliera remota pari a 26 euro fuori sede, un compenso di 13 euro per coloro i quali sono impegnati in sede e 14,5 ore di straordinario mensili; a tal proposito, non si ravvisano tutt'oggi misure atte ad aggiornare i menzionati compensi;
   giova sottolineare che tale attività veniva espletata attraverso un mandato la cui durata era di circa novanta giorni e nel corso degli anni ha subìto un'estensione di permanenza che termina dopo sei mesi, anziché tre, di impiego;
   i militari dell'esercito in tale contesto eseguono una turnazione nei servizi il cui impianto genera inevitabilmente una maturazione di eccesso di ore;
   alla luce di ciò, si rimarca, oltre alla mancanza di fondi per compensare le ore maturate in eccesso, anche quella carenza di personale che preclude ineluttabilmente ai militari coinvolti di poter utilizzare le proprie ore con la formula del recupero psicofisico al rientro presso i propri reparti;
   da considerare, inoltre, l'esempio della Brigata Sassari, che al rientro dall'operazione «strade sicure» dovrà preparare nei prossimi mesi la missione Leonte in Libano, programmata per il 2020, per cui vi sarà altro accumulo di ore attraverso le giuste esercitazioni preparatorie;
   l'Esercito ha disposto l'impiego di un contingente articolato su 12 comandi di raggruppamento suddiviso in un totale di 53 piazze; per l'appunto i militari, in forza della legge n. 125 del 2008, la quale li dota della qualifica di agente di pubblica sicurezza, dall'inizio dell'operazione ad oggi hanno effettuato circa 16.000 arresti; risultano 3.300.000 persone controllate e identificate, 1.200 armi sequestrate, 13.000 veicoli controllati e circa 2.300 chilogrammi di sostanze stupefacenti acquisite, ancorché l'Esercito abbia dato il proprio contribuito in termini di sicurezza cooperando con le forze dell'ordine; il «decreto sicurezza» n. 113 del 2018 è stato il veicolo legislativo attraverso il quale sono stati stanziati maggiori fondi per il pagamento dei compensi per prestazioni di lavoro straordinario svolte dagli appartenenti alla polizia, ma non anche per quelle svolte dagli uomini e dalle donne in divisa dell'Esercito;
   altro aspetto che, alla stessa stregua, diviene determinante evidenziare riguarda gli oneri di funzionamento; nella fattispecie risulta che, nonostante le coperture finanziarie, il personale non ha mai fruito tra i servizi generali di quelli pertinenti alle esigenze di lavanderia; mentre continuano senza soluzione di continuità i ritardi dei pagamenti delle indennità di «omnicomprensiva» e dello straordinario e il personale si vede pagare il proprio ristoro, nonostante le tantissime rimostranze, con mesi di ritardo;
   va fatto salvo l'impegno dello Stato Maggiore della Difesa e dell'Esercito, constatato dal primo firmatario del presente atto personalmente con apposite visite ufficiali, per rimediare a croniche criticità emerse in questi anni, in particolare dal punto di vista alloggiativo e di impiego del personale militare –:
   se siano a conoscenza di quanto sopra esposto e quali iniziative intendano adottare al fine di risolvere le criticità emerse e garantire al personale impiegato nell'operazione «Strade Sicure» i doverosi trattamenti economici, erogati nelle corrette tempistiche.
(2-00312) «Deidda, Varchi, Frassinetti, Fidanza, Mollicone, Ciaburro, Bucalo, Zucconi, Lucaselli, Meloni, Lollobrigida, Foti, Prisco, Gemmato, Mantovani, Luca De Carlo, Caretta, Ferro, Osnato, Acquaroli».


Iniziative di competenza volte a confermare e rilanciare l'operazione SOPHIA – 2-00316

B)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della difesa, il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
   l'operazione Sophia, ufficialmente denominata European Union Naval Force Mediterranean e conosciuta anche con l'acronimo EUNAVFOR Med, rischia la definitiva chiusura in assenza di una proroga o di un proprio rilancio con nuove e più appropriate regole d'ingaggio;
   il termine della missione è stato fissato dall'Unione europea al 31 marzo 2019, come riferito da fonti vicine all'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini, e dal commissario europeo alle migrazioni, Avramopoulos;
   l'operazione Sophia ha rappresentato un positivo esempio di difesa europea contribuendo attivamente al contrasto del traffico di esseri umani, del commercio illegale delle armi e del contrabbando di petrolio nel Mediterraneo ed ha portato avanti il fondamentale addestramento della guardia costiera libica;
   il comando di questa operazione dell'Unione europea nel Mediterraneo è stato fino ad oggi ricoperto da un ufficiale italiano;
   elogi alla missione sono venuti dallo stesso commissario europeo alle migrazioni, Dimitris Avramopoulos, che ha definito Sophia «una operazione di successo», mentre unanime è il riconoscimento da parte delle marine dell'Unione europea impegnate fino ad oggi alla capacità di comando italiana della missione;
   il nodo problematico rimane quello delle regole sugli sbarchi dei migranti salvati in mare dalle navi che partecipano all'operazione dell'Unione europea, che attualmente prevedono l'Italia come porto di sbarco;
   secondo quanto riferito dall'Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza Federica Mogherini, in assenza di un accordo in sede di Unione europea, la parte in mare della missione Sophia sarà chiusa e il comando della missione – ridotta al solo pattugliamento aereo con 4 velivoli e un drone – verrà trasferito a Bruxelles;
   è evidente che tale prospettiva non è auspicabile per l'Italia che non solo non avrebbe più il comando, ma si troverebbe sola a pattugliare il Mediterraneo e a fronteggiare una nuova eventuale emergenza migranti, visto il perdurare dell'instabilità in Libia e, più in generale, nel Nord Africa;
   la sicurezza nel Mediterraneo significa la sicurezza dei confini meridionali dell'Unione europea ed è interesse di tutti procedere nei piani di stabilizzazione della Libia, anche attraverso il potenziamento delle attività di capacity building a favore della guardia costiera libica e il contenimento dei flussi illegali di migranti –:
   se il Ministro interpellato non ritenga inopportuno che la missione Sophia sia guidata da un altro Paese a svantaggio dell'operatività della missione stessa e degli stessi interessi nazionali dell'Italia;
   quali iniziative intenda assumere per confermare e rilanciare la missione che ricopre un ruolo cruciale, svolto nel Mediterraneo centrale, nel contrasto al traffico di persone, nella formazione della Guardia costiera libica, nel contributo all'embargo sulle armi e nella raccolta di dati significativi per la sicurezza comune.
(2-00316) «Giovanni Russo, Corda, Aresta, Chiazzese, Del Monaco, Ermellino, Frusone, Galantino, Gubitosa, Iorio, Iovino, Rizzo, Roberto Rossini, Traversi, D'Uva».


Chiarimenti e iniziative in merito alla determina dell'Aifa del 25 febbraio 2019, relativa all'inserimento della triptorelina nell'elenco dei medicinali erogabili a totale carico del Servizio sanitario nazionale, nell'ambito di terapie per la «disforia di genere» – 2-00321

C)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:
   con determina del 25 febbraio 2019 l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha inserito la molecola triptorelina nell'elenco dei medicinali erogabili a totale carico del Servizio sanitario nazionale, ai sensi della legge n. 648 del 1996, con indicazione terapeutica «disforia di genere», non prevista dall'autorizzazione al commercio del farmaco concessa dall'Aic nel 2000;
   i farmaci a base di triptorelina stimolano l'ipofisi diminuendo la secrezione delle gonadotropine, quali ormone luteinizzante e follicolo-stimolante, e la loro somministrazione a carico del Servizio sanitario nazionale era limitata al trattamento dei carcinomi alla prostata e alla mammella, dell'endometriosi genitale ed extra-genitale, dei fibromi uterini, della terapia pre-chirurgica degli interventi di miomectomia e isterectomia nella paziente metrorragica, del trattamento pre-chirurgico degli interventi di ablazione endometriale e di resezione dei setti endouterini, del trattamento della pubertà precoce prima degli otto anni nella bambina e prima dei dieci anni del bambino;
   la prescrizione di questo farmaco per la «disforia di genere» (Dg), vale a dire il malessere percepito da una persona che non si riconosce, transitoriamente o stabilmente, nel proprio sesso fenotipo alla nascita, è così attualmente reso possibile dalla determina dell'Aifa secondo la modalità delle «indicazioni diverse da quelle autorizzate»;
   in base a questo ampliamento delle indicazioni, la terapia con triptorelina – finora riservata ai casi patologici di pubertà precoce – potrà essere prescritta a carico del Servizio sanitario nazionale anche ai minori che hanno una pubertà fisiologica, ma che manifestano un disagio interiore (spesso transitorio) sulla loro sessualità;
   ciò desta notevoli perplessità, anche nel mondo scientifico, in ordine alle valutazioni preliminari che l'Aifa dovrebbe operare su efficacia e sicurezza del farmaco;
   in ordine alla corretta valutazione dell'efficacia della triptorelina rispetto alla Dg, i casi evidenziati dalla letteratura parlano di dati preliminari rispetto alla complessità dello studio, di tal che non è possibile parlare di evidenze scientifiche consolidate di efficacia del trattamento;
   in relazione alla sicurezza del farmaco triptorelina, la scheda del farmaco riporta come possibili effetti indesiderati: osteoporosi, depressione, infertilità femminile, malattia policistica dell'ovaio, disturbi del ritmo cardiaco; l'esposizione del soggetto al rischio di tali effetti collaterali, comprensibile se controbilanciata dal tentativo di curare patologie oncologiche o comunque gravi, potrebbe risultare di difficile giustificazione se bilanciata dal semplice dubbio – spesso transitorio (l'80 per cento dei casi alla fine della pubertà si risolvono positivamente senza tale terapia) – circa la propria identità sessuale. Non a caso, il Comitato nazionale di bioetica, nella sua relazione sul farmaco, sottolinea l'importanza di un'adeguata formazione del pediatra, della rete socio-sanitaria di base e delle istituzioni scolastiche coinvolte su questi temi (processo tutto da stabilire ed attuare), raccomanda la predisposizione di studi di sicurezza, ancora non effettuati e – consapevole della complessità della questione e della scarsità di letterature scientifica disponibile – suggerisce l'uso di questo farmaco solo nei casi molto circoscritti, con prudenza, con valutazione caso per caso;
   in passato, si noti, l'Aifa era stata molto più rigorosa nel valutare l'ampliamento delle indicazioni di tale classe di farmaci – mediante inserimento nell'elenco ex legge n. 648 del 1996 e dunque dispensazione a carico del Servizio sanitario nazionale – per il trattamento finalizzato a preservare la funzione ovarica in corso di chemioterapia, richiesta che venne respinta nonostante la presentazione di una pubblicazione scientifica del 4 marzo 2015 dell'eccellente New England Journal of Medicine;
   anche la questione del consenso presenta non poche criticità applicative, perché non appare affatto chiaro quanto un minore con Dg e la sua famiglia possono valutare consapevolmente e liberamente tutto questo, vista la scarsa consapevolezza di adolescenti e preadolescenti circa le proprie potenzialità procreative;
   il parere del Consiglio nazionale di bioetica, pur evidenziando l'importanza di ottenere dal minore un consenso libero accompagnato dalla consapevolezza delle informazioni ricevute nelle specifiche condizioni fisiche e psichiche dell'adolescente, non offre, come è ovvio, soluzioni in merito a «se e come» il minore possa esprimere una volontà valida, pur evidenziando che «un punto critico bioetico è la partecipazione e il consenso al programma terapeutico dell'adolescente. Nella somministrazione del farmaco va considerata la condizione di particolare vulnerabilità degli adolescenti sotto il profilo psicologico e sociale. Si pone, dunque, il problema in quali termini un assenso di un minore possa essere espresso in modo realmente libero, valido, senza interferenze esterne, e con la consapevolezza delle informazioni ricevute, per questo caso e in queste condizioni, nelle quali, tra l'altro, la DG, come già ricordato, si accompagna spesso a depressione, ansia, istinti suicidari»; talché appare «importante ottenere dal minore un consenso espresso in modo libero e volontario e con la consapevolezza delle informazioni ricevute nelle specifiche condizioni fisiche e psichiche» dell'adolescente –:
   considerato anche che l'Agenzia italiana del farmaco è da mesi priva del proprio presidente, se condivida le ragioni e gli obiettivi sottesi alla citata determina del 25 febbraio 2019 e, alla luce delle su esposte considerazioni, se non intenda valutare l'adozione di iniziative per la revoca della stessa determina.
(2-00321) «Meloni, Lollobrigida, Varchi, Acquaroli, Bellucci, Bucalo, Butti, Caretta, Ciaburro, Cirielli, Luca De Carlo, Deidda, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Ferro, Fidanza, Foti, Frassinetti, Gemmato, Lucaselli, Mantovani, Maschio, Mollicone, Montaruli, Osnato, Prisco, Rampelli, Rizzetto, Rotelli, Silvestroni, Trancassini, Zucconi».


Iniziative per la revisione dei parametri di cui alla determinazione presidenziale n. 52 del 2018, ai fini del mantenimento delle sedi Inps, con particolare riferimento alla sede di Mazara del Vallo, in provincia di Trapani – 2-00317

D)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:
   con determinazione presidenziale n. 52 del 16 maggio 2018 veniva adottato il regolamento di attuazione del decentramento territoriale dell'Inps;
   con circolare n. 96 del 21 settembre 2018 la direzione centrale organizzazione e sistemi informativi dell'Inps illustrava il contenuto del predetto regolamento descrivendo i parametri di fattibilità alla base dei provvedimenti di istituzione, chiusura o trasformazione delle agenzie in punti Inps, nonché dei provvedimenti di rivisitazione dei bacini di utenza;
   sulla base di tali parametri è stata disposta la chiusura della sede Inps di Mazara del Vallo nonostante il suo bacino di utenza sia di gran lunga superiore al numero di abitanti residenti in città a fronte dei fatto che con circolare Inps n. 93 del 17 luglio 2014 presso l'agenzia della città trapanese è stato istituito il polo per la malattia dei marittimi per l'intera regione siciliana, nonché per i marittimi di nazionalità rumena;
   il bacino di utenza andrebbe dunque ricalcolato, tenendo conto proprio della circostanza che la popolazione marittima dell'intera regione siciliana è servita dalla sede Inps mazarese;
   con l'imminente (1o aprile 2019) chiusura della sede mazarese e il conseguente ricollocamento dei personale presso altre sedi si verificherebbe, inoltre, anche lo smembramento delle professionalità acquisite in loco, uniche in Sicilia, con conseguenti notevoli ritardi – se non addirittura un periodo di blocco totale – dei pagamenti delle indennità dei marittimi dell'intera regione siciliana;
   la chiusura dell'ufficio, inoltre, potrebbe creare anche problemi di ordine sociale dal momento che i marittimi che sbarcano per malattia, al contrario degli altri lavoratori, perdono il posto di lavoro e l'indennità temporanea di malattia diventa l'unico mezzo di sostentamento per le loro famiglie;
   Mazara del Vallo, sede di una delle marinerie più importanti d'Italia, è anche sede del compartimento marittimo. Infatti, diversamente dalle sedi limitrofe, nella città sono presenti sia gli uffici della capitaneria di porto che gli uffici della sede provinciale del Sasn (Sanità marittima – servizio assistenza sanitaria ai naviganti);
   i predetti uffici sono strettamente collegati alla tipologia del lavoro che viene svolto dall'agenzia di Mazara del Vallo;
   pur essendo ormai l'attività principale riconducibile alla liquidazione delle indennità di temporanea inabilità, l'agenzia dà consulenza e assistenza su tutti i prodotti e lavorazioni dell'istituto (disoccupazioni – invalidità civile – pensioni carta rei, carta acquisti e altro) ed è anche di fatto «polo» per la provincia di Trapani delle pensioni di tutti i lavoratori con contribuzione marittima –:
   se il Ministro interpellato sia a conoscenza della situazione descritta in premessa e se, alla luce delle considerazioni e dei dati suesposti, ritenga di assumere iniziative per la modifica dei parametri per il mantenimento delle sedi Inps di cui alla determinazione presidenziale n. 52 del 2018, evitando la prossima chiusura della sede mazarese dell'Inps.
(2-00317) «Martinciglio, Pallini, Davide Aiello, Amitrano, Ciprini, Bilotti, Costanzo, Cubeddu, De Lorenzo, Giannone, Invidia, Perconti, Segneri, Siragusa, Tripiedi, Tucci, Vizzini, D'Uva».


Iniziative di competenza volte alla realizzazione di infrastrutture prioritarie per lo sviluppo della Sicilia – 2-00318

E)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:
   il 5 febbraio 2019 è stata presentata l'interrogazione a risposta in commissione n. 5/01389 Bartolozzi e altri, nella quale si chiedeva con tempestività al Ministro interpellato quali iniziative intendesse adottare per superare le gravi criticità connesse ai cantieri esistenti sulla strada statale 640 che collega Porto Empedocle allo svincolo di Caltanissetta sull'A19 per dare le dovute risposte a imprese e lavoratori dipendenti della società Cmc. Nel medesimo atto di sindacato ispettivo si chiedeva se e in che modo si intendesse garantire la realizzazione di infrastrutture prioritarie per lo sviluppo della Sicilia assicurandone la viabilità; il ritardo nel completamento della stessa sta affliggendo le popolazioni e conducendo al fallimento di molte imprese con conseguente licenziamento di centinaia di lavoratori nelle province economiche già colpite dalla crisi;
   la richiesta di chiarimenti risulta improcrastinabile, atteso che il 2 febbraio 2019 circa duemila persone hanno partecipato ad una manifestazione a Caltanissetta per protestare contro il blocco dei lavori per il raddoppio della strada statale 640 Caltanissetta-Agrigento. Tra i promotori vi erano i sindaci del nisseno e dell'agrigentino e i sindacati, con la presenza anche dell'amministrazione comunale di Palermo;
   i lavori sono fermi da diversi mesi in conseguenza delle difficoltà economiche della ditta Cmc di Ravenna, che si era aggiudicata l'appalto;
   invero, la crisi finanziaria della Cmc di Ravenna, quarto gruppo italiano per dimensioni nel settore delle costruzioni, rischia di travolgere tutto. La società è stata ammessa alla procedura di concordato preventivo e la preoccupazione per i lavoratori (e per la conclusione delle opere) è enorme; è oramai una situazione insostenibile che rischia di lasciare a casa centinaia di operai e di mandare in bancarotta decine di imprese sub appaltatrici creditrici di Cmc;
   sussiste il forte rischio di isolare ancora di più i territori di Agrigento e Caltanissetta;
   sono numerose ormai le ditte fornitrici di materiali e altri servizi in subappalto che attendono da troppo tempo di essere pagate dalla Cmc;
   il sindaco di Agrigento Lillo Firetto ha dichiarato: «Ci sono due milioni di siciliani che vengono tagliati fuori da fondamentali linee di comunicazione. Bisogna creare delle condizioni migliori per un territorio gravemente compromesso»;
   «Siamo quasi tremila – ha detto Giovanni Ruvolo, sindaco di Caltanissetta – e chiediamo di potere avere una rete viaria che metta in collegamento i nostri territori, per lo sviluppo dell'economia dei centri interni siciliani. Abbiamo accolto positivamente la ripresa entro febbraio dei lavori – continua Ruvolo – e attendiamo che ciò accada. Intanto, la manifestazione di oggi rappresenta la richiesta al governo nazionale di produrre fatti concreti e non parole»;
   il presidente del Comitato creditori della Cmc, Salvo Ferlito, ha ricordato che, come fornitori e subappaltatori, «abbiamo anticipato enormi capitali, indebitandoci con le banche per far sì che la statale fosse completata. Siamo allo stremo delle forze e senza il saldo delle somme che vantiamo, i cittadini di tutta la Sicilia, non solo nisseni ed agrigentini, non potranno fruire di questa opera. L'Anas ha comunicato che i lavori dovrebbero riprendere a febbraio perché la Cmc pagherà un congruo acconto. Speriamo che il Governo nazionale, che finora non ha detto nulla, si occupi della vicenda»;
   da ultimo il presidente del regione siciliana, Nello Musumeci, in una missiva inviata al Ministro interpellato, ha ricordato come vi siano quaranta aziende messe in ginocchio, e quanto grave sia lo stato di crisi in cui versano le imprese siciliane che operano in subappalto per la Cmc, che in Sicilia è affidataria per la realizzazione di importanti infrastrutture stradali. Il Governatore ha chiesto che «il governo nazionale intervenga sull'Anas per affrontare e risolvere la crisi della Cmc»;
   a fronte delle suddette richieste, si è appreso dalla stampa, senza che i parlamentari nazionali eletti in Sicilia ne abbiano avuto preventiva informazione, che il 12 marzo 2019 il Presidente del Consiglio Conte ed il Ministro interpellato si sono recati in Sicilia per verificare il cantiere dei lavori sulla strada statale 640 che collega Porto Empedocle allo svincolo di Caltanissetta;
   all'esito, non ha sorpreso gli interpellanti apprendere che il Governo starebbe facendo di tutto per sbloccare le opere, fermo restando che non si riesce a comprendere in quale direzione stiano operando. Un nulla di fatto;
   maggiormente aleatorio appare poi l'impegno annunciato dal Ministro interpellato sulla convocazione presso il Ministero di un tavolo sulla crisi finanziaria Cmc e sul completamento della Palermo-Agrigento e della Agrigento-Caltanissetta, a cui siederanno tutti i soggetti interessati. Una soluzione, quella del tavolo di crisi, che appare vieppiù in ritardo rispetto alla prima segnalazione degli interpellanti e con la quale il Governo intende rispondere più che debolmente, senza alcun atto concreto e con evidente spregio dei cittadini, dei lavoratori, delle imprese e delle istituzioni siciliani;
   le «non scelte» finora assunte dal Governo sono state definite in maniera chiara e totalmente condivisibile, nella giornata del 26 marzo 2019, dal presidente della regione siciliana che, nello specifico all'indirizzo del Ministro interpellato, ha dichiarato: «Toninelli non può continuare a fare passeggiate dall'amaro sapore elettoralistico a poche settimane dalle Europee frequentando quei cantieri che la regione siciliana, con una azione tenace e incessante, ha consentito di diventare vivi al termine di un anno di attività e di pressioni nei confronti di Anas e Rfi» –:
   quali iniziative urgenti e concrete il Ministero interpellato intenda adottare per superare le gravi criticità esposte in premessa e dare le dovute risposte alle imprese e ai lavoratori dipendenti, considerando che con la convocazione di un tavolo di crisi nessuna risposta concreta nell'immediato sarà effettivamente garantita;
   se non si intendano assumere le iniziative di competenza per garantire la realizzazione di infrastrutture prioritarie per lo sviluppo della Sicilia nonché assicurare la viabilità, posto che il ritardo nel completamento di tali opere non solo affligge le popolazioni, ma sta conducendo al fallimento di molti subappaltatori e al licenziamento di centinaia di lavoratori nelle province economicamente più colpite dalla crisi.
(2-00318) «Bartolozzi, Prestigiacomo, Siracusano, Germanà, Minardo, Scoma, Cannizzaro, Santelli, Casino, Costa, Cristina, Dall'Osso, D'Attis, Della Frera, Fasano, Fascina, Fatuzzo, Ferraioli, Fiorini, Fitzgerald Nissoli, Gregorio Fontana, Gagliardi, Giacometto, Labriola, Mandelli, Marin, Milanato, Musella, Napoli, Nevi, Novelli».


Intendimenti del Governo circa l'adeguamento e la messa in sicurezza della strada statale 1 Aurelia e chiarimenti circa le risorse finanziarie stanziate a tale scopo – 2-00319

F)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:
   nel 1968 la Società Autostrada Tirrenica viene costituita per «la promozione e la progettazione, nonché la costruzione, l'esercizio di una autostrada da Livorno a Civitavecchia e i relativi collegamenti e diramazioni»;
   nel 2003 l'opera è inclusa nell'Intesa generale quadro tra Governo e regione Toscana. Il progetto autostradale avrebbe dovuto avere uno sviluppo complessivo di circa 206 chilometri;
   l'allegato al Documento di economia e finanza (Def) 2017, «Connettere l'Italia: fabbisogni e progetti di infrastrutture», ha previsto per il completamento dell'itinerario Livorno-Civitavecchia un'attività di « project review» della soluzione prevista, con valutazione di possibili alternative, inclusa la riqualifica dell'attuale infrastruttura extraurbana principale esistente, la strada statale 1 Aurelia;
   nell'Allegato infrastrutture al Def 2018 è riportato l'intervento «Itinerario Centro Settentrionale Tirrenico – Completamento itinerario Livorno Civitavecchia» (identificato dal codice 10) e con obiettivo della project review «Valutazione delle possibili soluzioni alternative: autostradale in continuità con l'autostrada A12; ampliamento in sede dell'Aurelia e potenziamento della attuale sezione stradale, ad eccezione dei tratti in cui la morfologia dei luoghi e le peculiarità dei territori attraversati suggeriscono l'adozione di soluzioni alternative in variante (come ad esempio per la variante di Albinia)»;
   nel maggio del 2017, l'Italia è stata deferita alla Corte di giustizia dell'Unione europea per la violazione della direttiva comunitaria 2004/18/CE, proprio con riferimento alla proroga della concessione per il completamento e la gestione dell'A-12 rilasciata nel 2009 alla Società Autostrada Tirrenica;
   nei giorni scorsi l'Avvocatura generale della Corte di giustizia dell'Unione europea ha espresso un parere, sebbene non vincolante, proponendo alla Corte di dichiarare l'infrazione dell'Italia per aver illegittimamente prorogato dal 2028 al 2046 la concessione dei lavori sulla A12 Civitavecchia-Livorno, condividendo l'impostazione della Commissione europea secondo cui la proroga stabilita nel 2009 costituisce la modifica di un termine essenziale di tale concessione ed equivarrebbe alla conclusione di una nuova concessione di lavori, per la quale avrebbe dovuto essere pubblicato un bando di gara. Il pronunciamento finale della Corte potrebbe rappresentare un ulteriore tassello verso lo smantellamento dell'annoso completamento dell'autostrada A12 attraverso la Maremma;
   il 6 novembre 2017, in risposta all'interrogazione a risposta scritta n. 4-18349 sul progetto di autostrada «della Maremma», l'allora Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti, Riccardo Nencini, comunicava che «Anas si è attivata per sviluppare una proposta di project review del progetto relativo alla realizzazione dei lotti 2, 3, 4 e 5B della strada statale (SS) 1 Aurelia (...) Per il tratto da Grosseto sud ad Ansedonia di circa 40 chilometri (lotti 4 e 5B), dove l’iter approvativo del progetto definitivo presso il Cipe è tuttora in itinere, ha sviluppato una sostanziale rivisitazione del tracciato anche sulla base delle risultanze di riunioni svoltesi il 2 agosto ed il 14 settembre 2017 presso la regione Toscana». Inoltre, riguardo al «tratto da Ansedonia a Tarquinia di circa 40 chilometri, il progetto definitivo redatto da Sat – che prevede l'adeguamento della sede esistente della SS 1 Aurelia ad Autostrada con la suddivisione dell'intervento in due lotti denominati 5A e 6B – già approvato con la citata delibera Cipe n. 85/2012, non risulta oggetto di revisione progettuale (...). Attualmente, è in fase di definizione un protocollo di intesa tra questo Ministero, Anas, regione Toscana, Sat e Autostrade per l'Italia per definire la competenza sulle tratte da adeguare»;
   da Cecina nord a Grosseto si è deciso di puntare sulla variante Aurelia, una superstrada. Per il tratto Grosseto sud-Capalbio, dove si riscontrano le maggiori criticità in ordine alla sicurezza stradale, si chiede di procedere con urgenza all'opera di adeguamento della strada statale 1 Aurelia;
   mentre per il territorio da Grosseto sud fino ad Ansedonia, l'Anas ha predisposto la project review, i 12,5 chilometri di Capalbio restano in un limbo con un progetto approvato dal Cipe nel 2011, che Sat non intende realizzare in quanto troppo oneroso e, di contro, Anas non ha ricevuto alcuna disposizione in merito al project review del lotto 5A di Capalbio;
   la Toscana è la seconda regione con maggior valore di grandi opere incompiute;
   lo sviluppo economico, la crescita e l'occupazione della Maremma passano anche attraverso infrastrutture moderne e sicure, la cui assenza comprometterebbe il futuro della provincia di Grosseto, dell'asse costiero e dell'intera regione, oltre che del Paese;
   il progetto di riqualificazione straordinaria e adeguamento della strada statale 1 Aurelia, con particolare riferimento alla tratta Grosseto-Capalbio, e la previsione di due carreggiate distinte, l'eliminazione degli incroci a raso e la realizzazione delle complanari, con il subentro di Anas a Sat, sono ancora sostanzialmente lettera morta;
   l'8 dicembre 2018, il Governo ha accolto come raccomandazione l'ordine del giorno 9/1334-AR/263 Ripani, Mugnai, per la messa in sicurezza e l'adeguamento della strada statale 1 Aurelia con particolare riguardo alla tratta Grosseto-Capalbio;
   la Maremma chiede l'adeguamento della strada statale 1 Aurelia in luogo del completamento dell'autostrada A12 –:
   quali siano gli effettivi intendimenti del Governo riguardo all'infrastruttura viaria di cui in premessa, con particolare riferimento ai territori interessati dai lotti 4 (Grosseto sud-Fonteblanda), 5B (Fonteblanda-Ansedonia) e 5A (Ansedonia-Pescia Romana);
   se non si intenda procedere con sollecitudine agli indispensabili interventi di adeguamento e messa in sicurezza della strada statale 1 Aurelia, attivandosi affinché l'Anas predisponga uno studio di adeguamento e un elaborato della tratta tra Grosseto-Capalbio della medesima strada statale Aurelia;
   quale sia l'attuale situazione delle risorse finanziarie stanziate e disponibili per l'infrastruttura e se dette risorse coprano il fabbisogno necessario ai medesimi suddetti interventi di adeguamento e messa in sicurezza.
(2-00319) «Ripani, Mugnai, D'Ettore, Carrara, Mazzetti, Silli, Bergamini, Sozzani, Ruffino, Orsini, Rossello, Elvira Savino, Sandra Savino, Tartaglione, Versace, Pedrazzini, Pittalis, Polidori, Porchietto, Zanella, Vietina, Zangrillo, Zanettin, Paolo Russo, Saccani Jotti, Squeri, Rosso, Vito, Sisto, Valentini».


Iniziative di competenza volte al ripristino della regolare erogazione dei servizi di trasporto pubblico nella Capitale, con particolare riferimento al pieno funzionamento della rete metropolitana in condizioni di sicurezza – 2-00320

G)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:
   l'Azienda per i trasporti autoferrotranviari del comune (Atac) è l'azienda pubblica concessionaria del trasporto pubblico del comune di Roma;
   nel mese di ottobre 2018 una delle scale mobili della fermata della metropolitana di Roma Repubblica è crollata. Da quella data la fermata della linea A è rimasta chiusa all'accesso e il treno non opera fermate;
   successivamente, nel corso dei mesi anche la fermata Barberini, sulla medesima linea, è stata chiusa a periodi alterni senza alcuna informazione specifica da parte dell'amministrazione, ma secondo alcune ricostruzioni si sarebbe trattato di chiusure per via di verifiche di sicurezza;
   ai disagi per la mobilità urbana già registratisi nel corso di questi mesi per la chiusura della fermata Repubblica se ne sono aggiunti ulteriori a partire dal 21 marzo 2019 dopo un nuovo incidente con le scale mobili della fermata Barberini. Da quella data, oltre alla chiusura delle fermate Repubblica e Barberini, l'amministrazione comunale ha provveduto anche alla chiusura della fermata Spagna, segnando così l'inutilizzo di un importante tratto della linea A della metropolitana di Roma;
   il trasporto pubblico nella Capitale si appoggia, tra le altre, su tre linee metropolitane ipogee: la linea A, la linea B e la linea C. Dalla linea B si estende poi il tronco B1 di recente realizzazione. Le linee storiche sono la A e la B che, collegando rispettivamente la zona nord-ovest con la zona sud-est e la zona sud con la zona nord-est, attraversano di fatto la città incrociandosi in corrispondenza della stazione ferroviaria di Termini;
   le tre fermate della linea A si trovano in una zona assai strategica e centrale della città, la cui chiusura improvvisa e progressiva sta comportando un impatto altamente negativo in primo luogo sulla vita dei cittadini e dei residenti che quotidianamente devono spostarsi nel tragitto casa-lavoro e casa-scuola, nonché sui turisti in visita nella Capitale che devono far fronte ad una mobilità già normalmente difficoltosa e disagevole e, in fine, sugli esercizi commerciali presenti nel vasto perimetro delle aree non più raggiungibili con la linea metropolitana, che hanno chiaramente registrato un netto calo dei flussi di vendita;
   il disagio in termini di mobilità è ulteriormente accresciuto dal fatto che le tre fermate insistono in una zona a traffico limitato, il cui accesso è sostanzialmente favorito dal ricorso a mezzi di trasporto pubblico che non risentono del traffico come appunto la metropolitana, mentre appare evidentemente più complicato se si ricorre al trasporto pubblico su gomma per i ben noti ritardi, mancanza di posti a disposizione, scomodità, e altro;
   risulta altresì agli interpellanti che l'amministrazione comunale non ha provveduto ad un adeguato potenziamento dei servizi di trasporto pubblico locale;
   il 25 marzo 2019 il sindaco di Roma, Virginia Raggi, ha informato della rescissione da parte di Atac del contratto con il fornitore della manutenzione degli impianti nelle stazioni della metropolitana «per gravi e inconfutabili ragioni», definendolo altresì «Un atto dovuto, necessario. Chi è responsabile deve pagare. Continueremo a vigilare l’iter passo dopo passo»;
   appare evidente che il monitoraggio eventualmente messo in atto nel corso degli ultimi mesi da parte dell'amministrazione comunale non abbia prodotto particolari risultati, considerato che, dopo il primo incidente dell'ottobre 2018 alla fermata Barberini, si è registrato un progressivo isolamento del centro storico di Roma attraverso chiusure straordinarie e prolungate delle fermate, con conseguenti disservizi e disagi, dovuti, a quanto risulta, a svariate ragioni, tra le quali la difficoltà a reperire i pezzi di ricambio per le riparazioni e la messa in sicurezza delle scali mobili e ritardi nei tempi di consegna delle stesse parti di ricambio e di svolgimento dei lavori;
   è evidente come nella Capitale i residenti, i cittadini, i turisti e in generale ogni utente dei servizi di trasporto pubblico corrano quotidianamente potenziali e preoccupanti rischi per la propria sicurezza e incolumità, oltre ad un sostanziale restringimento del diritto alla mobilità, quanto meno di una parte consistente di quanti vivono, lavorano e studiano a Roma;
   in materia di sicurezza dei sistemi a impianti fissi per il trasporto di massa, incluse le metropolitane, specifiche competenze sono attribuite al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che le esercita tramite gli Uffici speciali trasporti a impianti fissi (Ustif), i quali si occupano, tra l'altro, dell'esame tecnico dei progetti e del nulla osta di sicurezza, con la facoltà di effettuare visite e verifiche tecniche;
   sarebbe a questo punto necessario, oltre che opportuno, che il Governo, svolgesse attentamente gli approfondimenti del caso al fine di fornire al Parlamento ogni utile informazione –:
   se e quali iniziative di competenza il Ministro interpellato abbia assunto a seguito della chiusura della fermata della metropolitana di Roma Repubblica, considerata anche l'estrema attenzione mediatica rivolta alla vicenda e, in caso contrario, per quali ragioni tali iniziative non siano state assunte;
   se il Ministro interpellato non intenda, nell'ambito delle proprie competenze, promuovere iniziative urgenti volte a favorire l'avvio immediato dei necessari lavori per il ripristino della regolare erogazione dei servizi di trasporto pubblico e la riapertura delle fermate della linea A della metropolitana di Roma, anche in deroga, senza attendere eventuali nuove procedure di gara da parte dell'amministrazione comunale e di Atac, al fine di tutelare la sicurezza degli utenti, dei cittadini, dei residenti e dei turisti, nonché per garantire l'effettivo godimento del diritto alla mobilità e limitare il pesante calo del volume degli affari degli esercizi commerciali di zona;
   se e quali iniziative il Ministro interpellato intenda intraprendere per acquisire elementi circa la gestione della rete di trasporto pubblico della città di Roma, circa i relativi disagi e disservizi, circa le mancate opere e i mancati lavori previsti per ripristinare il regolare servizio di trasporto pubblico, anche al fine di contribuire a chiarire le cause dei ritardi e dei disagi illustrati in premessa.
(2-00320) «Spena, Angelucci, Barelli, Battilocchio, Calabria, Giacomoni, Marrocco, Polverini, Ruggieri, Baldelli, Martino, Rotondi, Aprea, Bagnasco, Baratto, Anna Lisa Baroni, Bendinelli, Benigni, Biancofiore, Bignami, Bond, Brambilla, Brunetta, Cannatelli, Caon, Cappellacci, Carfagna, Casciello, Cassinelli, Cattaneo, Cortelazzo».