Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Mercoledì 6 luglio 2022

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:


   La Camera,

   premesso che:

    il 2022 si sta rivelando per il settore agricolo, come in parte anche negli anni passati, difficoltoso per il reperimento di manodopera con il rischio di non riuscire a raccogliere tutta la produzione nazionale, con risvolti negativi anche per le aziende del settore e dell'indotto del confezionamento dei prodotti agricoli freschi. Le criticità di questa carenza, che oramai è strutturale, interessano il Nord e il Sud Italia dove gli imprenditori agricoli lamentano la mancanza di circa il 30 per cento della forza lavoro. A ciò si aggiungono le avversità atmosferiche e l'emergenza idrica degli ultimi giorni a dare il colpo finale perché, nonostante si possano riconoscere delle forme di sostegno ad hoc, il tema centrale è che il ciclo vitale delle piante per poter esprimere la propria resilienza ha bisogno di tempo, cura e programmazione di medio-lungo periodo;

    la raccolta di alcuni tipi di ortaggi, nonché le pratiche colturali da avviare nelle aziende agricole come il diradamento di alcune specie frutticole, ad esempio l'uva da tavola che necessita di un trattamento che la prepari al meglio alla raccolta, minano la programmazione delle attività agricole e il collocare il prodotto a prezzi migliori dati da una migliore qualità. In sostanza, dissipa quella capacità e libertà d'impresa che è alla base della riuscita di una produzione in qualità, un incremento del fatturato, nonché il reinvestimento in azienda di una quota parte dell'utile ricavato;

    per far sì che la nostra agricoltura possa reggere il passo con i nostri competitor europei, in primis la Spagna, non è più immaginabile avere un costo del lavoro così alto e remunerazioni affatto attrattive. A titolo d'esempio, la domanda e l'offerta di lavoro in questo momento sembrano essere molto lontane, anche perché il recente rinnovo del contratto collettivo di lavoro degli operai agricoli, che interessa 1,2 milioni di persone impegnate nelle campagne, prevede un aumento nei prossimi due anni del 4,7 per cento, cioè 72 euro. La dinamica salariale concordata prevede una prima tranche di aumento al primo giugno 2022 del 3 per cento, una seconda al primo gennaio 2023 dello 1,2 per cento ed una terza al primo giugno 2023 dello 0,5 per cento. Il contratto verrà rivisto nel settembre 2023 per verificare l'inflazione reale del biennio e rivalutare l'adeguamento economico. Si tratta di una misura neanche sufficiente sul piano del contrasto all'inflazione reale e all'aumento esponenziale e incontrollato della dinamica dei prezzi, del costo delle materie prime e del carburante agricolo;

    secondo alcune associazioni di categoria, per svolgere i lavori nelle campagne italiane servono circa centomila stagionali. Il «decreto flussi» di dicembre 2021 permette l'arrivo di 42.000 unità per il settore agricolo e turistico. Ad aggravare la situazione la lentezza delle procedure d'esame delle richieste d'ingresso. Si pensi che, a metà maggio, aveva varcato i confini solo il 20 per cento della quota stabilita, cioè circa 8.400 persone. Questa lentezza è imputabile ad un iter burocratico da snellire, cui si aggiunge la mancata consapevolezza di quale sia il fabbisogno strutturale dei vari segmenti del settore agricolo;

    due anni di pandemia hanno interessato in modo specifico il settore agricolo e della pesca. L'attività agricola è stata esclusa dai divieti imposti per le altre attività produttive, ma ciò non l'ha esentata dalle difficoltà operative e strutturali di cui è gravato il comparto. Il Governo ha previsto una serie di misure di sostegno che si sono rivelate essere armi spuntate perché affette da improvvisazione, poca conoscenza del tessuto socio-economico del settore primario, in definitiva interventi tampone e non strutturali (si pensi alla mancata strategia per far fronte alla crisi idrica in agricoltura che, di certo, non è un tema di oggi);

    a titolo d'esempio, il «decreto agosto» ha istituito il Fondo per la filiera della ristorazione presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, con una dotazione di 250 milioni di euro per il 2020 e 200 milioni di euro per il 2021, per l'erogazione di un contributo a fondo perduto a favore delle imprese registrate con determinati codici ATECO. Il contributo si sostanzia in una cifra che va da 1.000 euro a 10.000 euro per l'acquisto di prodotti 100 per cento Made in Italy, come quelli vitivinicoli, di filiere agricole e alimentari, anche DOP e IGP. A ciò si aggiunge il trattamento di integrazione salariale in deroga, per la durata della sospensione o riduzione del rapporto di lavoro e, comunque per un periodo non superiore a nove settimane. Il «Cura Italia» ha previsto l'istituzione del Fondo per la promozione integrata, dotato di 150 milioni di euro per il 2020, per la realizzazione di una campagna straordinaria di comunicazione per sostenere le esportazioni italiane e l'internazionalizzazione del sistema economico nazionale nel settore agroalimentare; l'aumento, dal 50 al 70 per cento, per il solo 2020 e a determinate condizioni, della percentuale di contributi PAC; l'istituzione di un fondo di 100 milioni di euro, per il 2020, per la copertura degli interessi su finanziamenti bancari e sui mutui contratti dalle imprese agricole, della pesca e dell'acquacoltura, nonché per le imprese del settore della pesca e dell'acquacoltura che hanno dovuto sospendere l'attività di pesca per arresto temporaneo. Tale fondo è stato poi sostituito con un fondo per far fronte ai danni diretti e indiretti subiti dalle imprese della pesca e dell'acquacoltura a causa dell'emergenza da COVID-19, con una dotazione finanziaria di 20 milioni di euro per il 2020; l'estensione alle imprese agricole della possibilità di avvalersi degli interventi del Fondo di garanzia; la sospensione per le imprese del settore florovivaistico, per un brevissimo periodo, dei versamenti delle ritenute alla fonte e dei contributi previdenziali e assistenziali, nonché la sospensione tra il primo aprile e il 30 giugno 2020 dei versamenti IVA;

    l'utilizzo di queste leve economiche e fiscali, come altre del resto, non sono state adottate avendo una visione di insieme, bensì si è trattato di politiche di intervento a singhiozzo, il tema centrale è il ripensare profondamente il nostro sistema primario che dia l'abbrivio ad una nuova agricoltura che sia dinamica, competitiva, presidio costante per la tutela dell'ambiente, innovatrice e incubatrice di idee progettuali di medio-lungo periodo. L'agricoltura può e deve essere il fulcro su cui far maturare un benessere socio-economico diffuso coniugandola, per esempio, con le esigenze del territorio e quelle nazionali (si pensi ad una strategia nazionale sulla coltivazione dei grani antichi ed endemici), ma non ai soli fini di un affrancamento delle forniture dall'estero (Ucraina), bensì col fine di arricchire la biodiversità del nostro territorio e valorizzare il nostro patrimonio botanico, agricolo e storico;

    è necessaria una strategia nazionale che rilanci la formazione tecnica-professionale, al fine di stimolare le nuove generazioni nello scegliere i percorsi dell'agricoltura intesa quale ganglio sinergico, per esempio, con le specializzazioni nel campo energetico-ambientale. Le aziende agricole, in forma aggregata e/o diffusa, possono essere indispensabili nell'andare incontro al fabbisogno energetico delle aree interne, montane e svantaggiate (e non solo queste aree), incentivando la creazione di aziende agricole off grid olistiche. Una politica che guardi al settore primario non come un contenitore a tenuta stagna, ma quale sfida da cui partire per realizzare hub innovativi, sperimentali e di ricerca con altre specializzazioni (sinergia delle idee). Fino ad ora, si è proceduto in ordine sparso senza rideterminare le finalità delle politiche agricole alla luce della pandemia e dei suoi evidenti strascichi socio-economici, dei costi eccessivi delle materie prime e dei carburanti agricoli, dell'affrancamento energetico, della riconversione in chiave green della meccanica agraria, del costo eccessivo dei contributi lavorativi e delle previdenze sociali, delle condizioni di lavoro gravato dai fenomeni di caporalato che si verificano da Nord a Sud del Paese, dei bassi stipendi degli operatori agricoli e del costo eccessivo dei fogli di ingaggio per i braccianti agricoli, come anche degli affitti per chi è un lavoratore stagionale (nomadismo lavorativo) il cui costo assorbe la metà del proprio emolumento;

    le politiche sanitarie draconiane adottate dal Governo in funzione anti-COVID, ad esempio la limitazione degli spostamenti, hanno determinato una distorsione vistosa dell'offerta del mercato del lavoro: molti stagionali hanno cercato alternative lavorative, trovandole soprattutto in Germania, Olanda e Inghilterra, Paesi tra l'altro più attrattivi perché le aziende che li assumono beneficiano di sgravi fiscali e contributivi, in sostanza a parità di costi i guadagni sono decisamente maggiori rispetto all'Italia;

    è evidente che ci sia un gap con gli altri competitor europei e mondiali, primo fra tutti il costo del lavoro. Gli imprenditori agricoli hanno più volte chiesto al Governo di abbassare tale costo agendo sulla decontribuzione, la reintroduzione dei voucher e alcuni (ma non tutti) puntano il dito contro il reddito di cittadinanza, considerato un disincentivo alla ricerca di lavoro: nelle aree più produttive del Sud, quali Puglia, Sicilia e Campania, non si trova il personale, soprattutto in agricoltura. I dati Inps, aggiornati a dicembre 2021, evidenziano che sono 1,2 milioni i nuclei familiari beneficiari del reddito di cittadinanza in Italia, l'86 per cento di nazionalità italiana. L'importo medio dell'assegno mensile è di 587 euro;

    negli ultimi due lustri si è persa la manodopera di qualità rappresentata da cittadini rumeni e polacchi che si era costruita pazientemente. Il settore primario ha una serie di specificità che contribuiscono nel renderlo poco attrattivo rispetto ad altri lavori, quali: i lavori pesanti sul piano fisico, le scarse forme organizzative del processo lavorativo dove non esistono giorni di stacco (si lavora anche di sabato e di domenica il che determina l'allontanamento di molti lavoratori che preferiscono inserirsi in differenti tessuti economici più remunerativi e meno faticosi), l'eccessiva stagionalità dettata dai tempi fisiologici della maturazione dei frutti e degli ortaggi e l'assenza, come già detto, di programmazione di medio-lungo periodo relativa al tipo o tipi di coltura da incentivare ai fini di una maggiore ricchezza della nostra biodiversità, del nostro tessuto economico-sociale, del ripopolamento dei borghi rupestri e della valorizzazione agronomica-antropologica del sistema Paese;

    andrebbe risolta una delle criticità maggiori che è data dal disallineamento tra domanda e offerta nel mercato del lavoro, come, ad esempio, la mancanza cronica degli operatori specializzati di varia natura (potatori esperti, assistenti di stalla, operatori di macchine specializzate, e altro). Una delle cause va ricercata nel mondo della formazione che è totalmente disallineato rispetto a quello produttivo. Quei giovani che scelgono di investire il proprio futuro in questo settore, rappresentano il vero spirito di iniziativa sociale, economica che va sostenuto con forza attivando procedure amministrative snelle, incentivando con finanziamenti a fondo perduto vincolati agli obiettivi da raggiungere nel medio-lungo periodo prevedendo una decontribuzione totale per almeno i primi cinque/sette anni di attività. Questo produrrebbe un abbassamento dei costi di produzione che a catena si riverbererebbero su altri settori del bene comune;

    secondo l'ufficio studi di Fipe-Confcommercio nel settore del turismo si sono persi 244 mila lavoratori nel 2020, di cui 116 mila con contratti a tempo indeterminato, nel 2021 si sono recuperati poco meno di 50 mila unità. Tra le figure più difficili da reperire, il personale di sala, l'aiuto cuoco, i barman, oltre ai receptionist e ai direttori d'albergo. Ad oggi, mancano all'appello 387 mila lavoratori dove il 40 per cento è praticamente introvabile;

    secondo le elaborazioni Istat, il valore aggiunto generato dalle attività turistiche nel nostro Paese vale 93 miliardi di euro l'anno, circa il 6 per cento del prodotto interno lordo. Se si amplia l'analisi, le attività economiche riconducibili al turismo possono includere nel complesso gli alloggi (sia alberghieri che in abitazioni private), la ristorazione, il trasporto di passeggeri (terrestre, marittimo e aereo), il commercio al dettaglio, le agenzie di viaggio, i tour operator, i servizi culturali, sportivi e di intrattenimento. Considerando tutte le altre attività dell'indotto, la percentuale si raddoppiata, passando al 13 per cento del prodotto interno lordo che genera 210 miliardi di euro (dati prepandemia);

    con il tasso di disoccupazione all'8,3 per cento che per i giovani tocca il 24,5 per cento alle ultime posizioni tra i 27 Paesi della Unione europea, la mancanza di personale nell'industria del turismo evidenzia tutti i limiti del nostro mercato del lavoro, le carenze del sistema formativo e un insufficiente collegamento con il mondo scolastico;

    in Belgio, in Spagna, in Irlanda del nord ma anche in Giappone, ci si avvia ai 4 giorni lavorativi e ai 3 giorni a casa. Questo mutamento di condizioni denota che vi è un cambio di valori, dove la qualità della vita e la realizzazione della propria personalità, diventano centrali nella vita di ognuno;

    la carenza di personale è attribuibile a una concomitanza di molti fattori: la mancanza di posti letto per il personale, l'elevato costo e la scarsità degli alloggi per il personale, la Naspi troppo corta (se uno lavora 3 o 4 mesi la Naspi è, ovviamente, insufficiente), gli orari e i carichi di lavoro eccessivi con contratti che prevedono compensi che umiliano gli operatori e le operatrici del settore. La pandemia ha prodotto una emorragia, o meglio a messo a nudo tutte le criticità del nostro sistema produttivo;

    il tema della stagionalità va affrontato non più con la logica dell'emergenza, ma attraverso una strategia nazionale che sia programmatoria e di medio-lungo periodo al fine di poter misurare realisticamente gli indici e le performance del settore e, in corso d'opera, adottare i necessari correttivi per compensare fenomeni inflattivi (l'Istat registra oggi un tasso di inflazione del più 8,8 per cento, dato che non si registrava dal 1986 quando fu dello 8,2 per cento), recessivi e di stagflazione (il momento economico in cui ci troviamo oggi);

    è necessario che vi sia un sistema di ammortizzatori sociali – dedicati – automatici che scattino quando il lavoro viene meno non solo per cause imputabili alla stagionalità;

    la riforma della Naspi nel 2015, non consente più la copertura che prima si aveva per il settore: chi lavora nel turismo non gode più della copertura reddituale e contributiva, elementi questi che portano ad allontanarsi dal settore che necessiterebbe di politiche attive che creino il giusto allineamento tra domanda e offerta, accompagnato da una consistente diminuzione del costo del lavoro e da incentivi nel miglioramento delle strutture e dei servizi dedicati al turismo, anch'essi disallineati in qualità-quantità-prezzo;

    mettendo insieme i dati delle organizzazioni dell'ospitalità e della ristorazione dei principali Paesi dell'Unione europea, emerge che attualmente ci sarebbero oltre 900 mila posti di lavoro vacanti. Di cui ben due terzi solo in Francia e Italia. Le imprese transalpine sono quelle che lamentano il «buco» più ampio in termini assoluti: 361 mila secondo un recente sondaggio dell'agenzia per il lavoro francese. Il Governo sta cercando di correre ai ripari spingendo, di concerto con i datori di lavoro, per un aumento dei salari nel settore turistico. In Provenza, per esempio, è stato stanziato un fondo da un milione di euro per la formazione del personale turistico;

    il decreto-legge 27 gennaio 2022, n. 4, prevede misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all'emergenza da COVID-19, nonché per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico. Il predetto decreto prevede all'articolo 4 il «Fondo unico nazionale per il turismo» (in breve «Fondo»);

    il comma 2, dell'articolo 4, ha previsto il riconoscimento di un esonero contributivo per i contratti di lavoro dipendente a tempo determinato – ivi compresi quelli per lavoro stagionale – stipulati nel primo trimestre del 2022, limitatamente al periodo del rapporto di lavoro previsto dal contratto e, comunque, sino ad un massimo di tre mesi nei settori del turismo e degli stabilimenti termali;

    tale beneficio concerne i contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro – relativi al rapporto di lavoro a termine in oggetto e con esclusione dei premi e contributi dovuti all'Inail – ed è riconosciuto nel rispetto di una misura massima dello sgravio, relativo al singolo dipendente assunto, pari a 8.060 euro su base annua – riparametrato e applicato su base mensile –, nonché nel rispetto di un limite complessivo di minori entrate contributive pari a 60,7 milioni di euro per il 2022;

    il medesimo beneficio è riconosciuto anche in caso di conversione a tempo indeterminato dei contratti di lavoro dipendente a termine nei suddetti settori, per un periodo massimo di sei mesi (decorrenti dalla conversione) e nel rispetto del limite complessivo summenzionato di minori entrate contributive (limite che trova, quindi, applicazione in via unitaria per entrambe le fattispecie di esonero);

    tale meccanismo di esonero contributivo trova la propria copertura a valere sulle risorse del «Fondo», prevedendo in prima istanza 100 milioni di euro per il 2022 che, a seguito del passaggio parlamentare al Senato, sono diventati 105 milioni di euro;

    appare evidente che tale plafond di spesa sia del tutto inadeguato rispetto alle criticità che il settore del turismo ha pagato a causa del COVID e che sta continuando a pagare, perché non vi è ancora una ripresa dei flussi turistici tale che possa compensare i mancati guadagni subiti e subendi, cui si aggiungono le già illustrate criticità riguardanti le difficoltà nel reperire il personale specializzato;

    a questo proposito sono stati presentati da «Alternativa» emendamenti, a firma del primo firmatario del presente atto, che prevedevano rispettivamente il raddoppio e la triplicazione delle risorse: 210 milioni di euro e 315 milioni di euro in luogo dei 105 previsti dal Governo e l'estensione del riconoscimento dell'esonero contributivo fino o a giugno o a settembre 2022;

    nello specifico, i 105 milioni di euro sono distribuiti per la quota di 60,7 milioni di euro destinati al beneficio per il riconoscimento dell'esonero contributivo, 5 milioni di euro destinati alle imprese, non soggette a obblighi di servizio pubblico, autorizzate all'esercizio di trasporto turistico di persone mediante autobus coperti e la quota rimanente, pari a 39,3 milioni di euro, destinata a misure di sostegno per la continuità aziendale e la tutela dei lavoratori delle agenzie di viaggi e dei tour operator che abbiano subito una diminuzione media del fatturato nell'anno 2021 di almeno il 30 per cento rispetto alla media del fatturato dell'anno 2019;

    il rischio che veniva denunciato già nell'attività emendativa è che quanto previsto dal comma 2 non fosse in grado di produrre gli effetti auspicati, perché tale disposizione era ancora calata nel pieno dello stato di emergenza che, di fatto, ha annullato l'efficacia del provvedimento stesso, seppur già flebile nello stato di previsione economica e temporale, non producendo nessun effetto anticiclico e anti distorsivo, tant'è che le assunzioni stagionali con questo strumento sono state pochissime;

    il perché il meccanismo non abbia funzionato è da ricercare nell'estemporaneità delle agevolazioni perché il settore del turismo può trovare conferma di un miglioramento degli indici economici a stagione in corso e, ovviamente, conclusa. Pertanto, stabilire una partizione temporale di tale beneficio a far data dal primo gennaio 2022 al 31 marzo 2022, non ha trovato corrispondenza alcuna nella realtà economica e sociale di tale settore, cui si aggiunge l'esiguità delle risorse previste,

impegna il Governo:

1) ad adottare politiche attive strutturali che attengano:

   a) alla riduzione radicale del cuneo fiscale in agricoltura e nel turismo;

   b) alla decontribuzione degli oneri Inps e Inail in agricoltura e nel turismo;

   c) all'azzeramento dei contributi Inps e degli oneri Inail in favore dei giovani che operano nelle aree montane, interne e svantaggiate del Paese, prevedendo inoltre incentivi cumulativi per chi opera per il recupero dei borghi rupestri;

2) ad attivare politiche energetiche e sostegni economici mirati che spingano le aziende agricole verso un sistema energetico «off grid», al fine di affrancarsi dagli eccessivi costi energetici e di contribuire nel percorso di decarbonizzazione in merito agli impegni assunti dall'Italia in sede di Cop21 e Piano nazionale di ripresa e resilienza;

3) ad assumere iniziative volte ad avviare un programma nazionale per la formazione tecnica-professionale che elida il disallineamento esistente tra la domanda e l'offerta di lavoro nel campo agricolo e la capacità produttiva del comparto;

4) ad adottare iniziative per introdurre misure ad hoc che coniughino e che si congiungano col marketing territoriale e l'agricoltura per addivenire a politiche di inserimento demografico nelle campagne;

5) a porre in essere, in tempi strettissimi, iniziative che vadano nella direzione del contenimento della crisi idrica e di una strategia nazionale di recupero delle acque piovane su tutto il territorio nazionale, al fine di ottimizzare la criticità della carenza d'acqua cagionata dalla poca piovosità delle stagioni invernali, primaverili e autunnali, con particolare attenzione al settore agricolo e alla relativa filiera;

6) ad assumere iniziative volte ad attivare politiche del lavoro e forme contrattuali stabili nel tempo che siano attrattive per i giovani in agricoltura;

7) ad assumere iniziative per assegnare al Fondo unico nazionale per il turismo le adeguate risorse finanziarie che siano almeno il doppio di quelle previste dal Governo affinché gli effetti dell'esonero contributivo possa produrre i propri effetti, avendo maggiore attenzione alla quota parte sulle assunzioni le cui risorse economiche non possono di certo essere 60,7 milioni di euro;

8) ad adottare iniziative normative volte ad estendere quanto previsto dal comma 2, dell'articolo 4, dal 1o gennaio 2022 fino al 30 settembre 2022;

9) ad adottare le opportune iniziative normative volte ad impiegare i percettori del reddito di cittadinanza con esperienze pregresse nel settore agricolo e del turismo, al fine di ovviare alla carenza di personale.
(1-00683) «Trano, Massimo Enrico Baroni, Cabras, Colletti, Corda, Forciniti, Giuliodori, Maniero, Raduzzi, Sapia, Spessotto, Vallascas, Vianello, Leda Volpi».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta scritta:


   ROSPI, D'ATTIS e ELVIRA SAVINO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   il nodo ferroviario di Bari è un'opera strategica che interessa tutta la regione Puglia perché permette di migliorare e accelerare i collegamenti tra la Puglia e il Nord Italia;

   nella revisione delle reti Ten-T la Commissione europea, grazie anche al lavoro di Forza Italia, ha inserito il completamento della dorsale adriatica, con l'inserimento della tratta Ancona-Bari nella rete di rango extended Core sia ferroviaria che stradale. Tale inclusione permetterà di prolungare il corridoio «Mar Baltico-Mar Adriatico» fino a Bari, creando una connessione strategica nel nodo di Bari con il Corridoio «Scandinavo Mediterraneo»;

   l'opera vale 391 milioni di euro e oltre la metà 204 milioni sono fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza che vanno spesi entro il 2026.

   l'infrastruttura è prevista dal 2001, il progetto è stato approvato nel 2015 dopo i pareri ministeriali e degli enti locali interessati e i lavori sono iniziati nel 2019 a pieno ritmo;

   nonostante l'appalto in corso, il Tar Puglia ha accolto la richiesta di sospensione dei lavori accogliendo la richiesta di un comitato di cittadini e del primo cittadino di Noicattaro;

   a causa dell'ordinanza del Tar Puglia esiste un rischio concreto di bloccare i fondi Pnrr e precludere la realizzazione di questa opera strategica;

   si è appreso da fonti di stampa che il Presidente del Consiglio dei ministri Draghi intende impugnare l'ordinanza del Tar Puglia che blocca l'opera –:

   se il Governo intenda attivarsi celermente per impugnare lo stop sul nodo ferroviario di Bari Sud, e, in tal caso, con quali tempi, onde evitare di perdere fondi piano nazionale di ripresa e resilienza e conseguentemente bloccare un nodo strategico ferroviario per l'intero territorio pugliese.
(4-12520)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta orale:


   DE MARIA, BIGNAMI, FORNARO, MARCO DI MAIO, ORSINI, SARTI e TONELLI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   la Chambre de l'Instruction della Corte d'appello di Parigi ha deciso di negare l'estradizione richiesta dall'Italia per i 10 ex terroristi rossi per azione «Ombre rosse» nell'aprile 2021;

   tale decisione si basa su una distorta interpretazione degli articoli 6 ed 8 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, interpretazione in contrasto con quanto indicato dalla stessa Corte EDU in occasione di vicende analoghe;

  l'accaduto ha fortemente colpito l'opinione pubblica, memore delle sofferenze provocate dagli anni bui del terrorismo e dalla tragedia che colpì molte famiglie italiane;

   alcune associazioni, in particolare l'Aiviter, l'Associazione italiana vittime del terrorismo, si sono fatte portatrici del disagio e delle preoccupazioni provocate dalla sentenza francese, sia per il valore in sé che come precedente;

    da tempo un gruppo trasversale di deputati è impegnato a ridefinire i contorni legislativi del sostegno alle famiglie colpite dal terrorismo rosso e nero;

    è responsabilità di tutte le istituzioni del Paese difendere e promuovere il diritto delle vittime e dei familiari delle vittime ad avere giustizia –:

    quali iniziative intendano assumere perché l'Italia sia messa in condizioni di esercitare il diritto alla giustizia per efferati atti di sangue che hanno colpito cittadini italiani e che hanno visto protagonisti e responsabili — come accertato da sentenze passate in giudicato — altri cittadini italiani.
(3-03071)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   LA MARCA e QUARTAPELLE PROCOPIO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   venerdì 1° luglio 2022, Raphael Alessandro Tunesi, cittadino italiano, proprietario dell'hotel Quinta Chanabnal nello stato messicano del Chiapas, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco a Palenque, località dove viveva;

   la Procura generale dello Stato meridionale messicano di Chiapas ha indicato che Tunesi era al volante di una Bmw quando è stato attaccato da un commando di sicari in moto che gli hanno sparato da distanza ravvicinata su una strada sterrata non lontano dalla scuola «La Escriba» di Palenque dove l'imprenditore stava recandosi per prendere le sue figlie;

   fonti della polizia hanno indicato che l'auto è stata colpita da numerosi proiettili, mentre «almeno tre colpi» hanno raggiunto Tunesi. Trasferito in ospedale il connazionale è deceduto per la gravità delle ferite riportate;

   le indagini avviate per risalire ai responsabili del crimine hanno portato alla localizzazione della moto utilizzata per l'attacco, insieme a proiettili inutilizzati e ad alcuni abiti, in una zona di ecoturismo denominata «La Canada»;

   Raphael Alessandro Tunesi, che viveva in Chiapas da diversi anni con la sua famiglia, era un profondo e stimato conoscitore della cultura Maya ben integrato nel tessuto sociale, economico e culturale messicano;

   allo stato, non si hanno notizie sull'identità delle persone e sulle motivazioni del grave gesto. Dalle prime ipotesi di lavoro avanzate dalle autorità locali si pensa ad un caso di estorsione;

   altri connazionali residenti in Messico, negli ultimi anni, sono rimasti vittime di intimidazioni e di atti di grave violenza come, ad esempio, quello avvenuto nel luglio del 2021, sempre nel Chiapas, in cui fu brutalmente ucciso il cooperante bresciano Michele Colosio;

   l'ambasciata d'Italia a Città del Messico sta monitorando il caso del connazionale Tunesi con la massima attenzione affinché sia fatta luce sul grave episodio –:

   di quali informazioni disponga il Governo in merito alla vicenda di cui in premessa, e quali iniziative di competenza intenda intraprendere, nelle relazioni bilaterali con il Messico, affinché sia garantito il più rapido e attento svolgimento delle indagini e per assicurare, al contempo, la necessaria sicurezza dei nostri connazionali residenti Messico.
(5-08365)

Interrogazione a risposta scritta:


   ZOFFILI, BILLI, CECCHETTI, COIN, COMENCINI, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, FORMENTINI, PICCHI, RIBOLLA e SNIDER. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   un imprenditore italiano, Raphael Alessandro Tunesi, proprietario di un hotel di lusso nello stato messicano del Chiapas, situato nel sud del Paese, è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco venerdì 1° luglio 2022 a Palenque, località dove viveva da diversi anni, mentre andava a prendere sua figlia a scuola;

   Tunesi era considerato un esperto di cultura Maya;

   il Chiapas è una regione particolarmente turbolenta del Messico;

   in Chiapas, lo scorso anno, era stato assassinato un altro italiano, Michele Colosio;

   stando a quanto si è appreso dalla stampa italiana, l'Ambasciata del nostro Paese a Città del Messico starebbe monitorando il caso con la massima attenzione, affinché sia fatta piena luce sull'episodio –:

   se disponga di elementi circa l'esistenza di una pista investigativa credibile e dei moventi probabili dell'omicidio;

   quali iniziative il Governo intenda assumere per la sicurezza degli italiani residenti in Messico, in particolare in favore di coloro che risiedono o conducono attività nel Chiapas;

   quali iniziative di competenza il Governo sia orientato a intraprendere per sostenere la famiglia di Raphael Alessandro Tunesi.
(4-12511)

CULTURA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   MARCO DI MAIO. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   Componente «Turismo e Cultura 4.0» del Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede la destinazione di una linea di investimento a favore di interventi di messa in sicurezza sismica e di restauro del patrimonio del Fondo Edifici di Culto, nonché di realizzazione di depositi per le opere d'arte coinvolte negli eventi sismici (M1C3 - Investimento 2.4);

   tra le numerose strutture religiose candidate a essere destinatarie delle misure di sostegno economico, molte di queste sono localizzate tra le province di Forlì-Cesena, Ravenna, Rimini nelle sette Diocesi istituite sul territorio. Tutti edifici in urgente bisogno di interventi strutturali per la messa in sicurezza;

   si tratta di interventi necessari non solo per la sicurezza dei fedeli, ma anche dei tanti turisti che giornalmente visitano gli edifici di culto della Romagna, espressione del nostro patrimonio artistico e culturale;

   nonostante le rappresentate necessità, nessuno dei progetti presentati dalle 7 diocesi della Romagna è stato ritenuto meritevole del sostegno economico realizzabile attraverso il Pnrr. Al contrario di quanto successo, ad esempio, per i ben quarantadue edifici localizzati nel territorio emiliano della Regione, dove invece sono stati assegnati cospicui finanziamenti previsto dalla citata componente del Pnrr –:

   quali siano stati i parametri utilizzati e le valutazioni che hanno prodotto la decisione esposta in premessa, come risultati eventualmente dai verbali della commissione giudicante, e in che modo il Ministro interrogato intenda garantire, in ogni caso, la possibilità di accedere a finanziamenti anche per le strutture escluse dall'intervento previsto dal Pnrr.
(5-08371)

Interrogazioni a risposta scritta:


   SCANU. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   il Ministro della cultura con nota del 9 dicembre del 2021 (MIC_UDCM_GABINETTO09/12/ 2021/0034822-P) ha trasmesso ai presidenti delle regioni e delle province autonome le linee di indirizzo sulle modalità attuative dell'intervento 2.1 Attrattività dei borghi, lo schema di riparto regionale delle relative risorse e il verbale della riunione del Tavolo tecnico cultura Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) del 15 novembre 2021 che hanno definito finalità e modalità attuative per l'avvio delle iniziative previste dalle Linee di azione in cui si articola l'investimento stesso;

   la linea di intervento B è finalizzata alla realizzazione di Progetti locali di rigenerazione culturale e sociale dei borghi storici, presentati da comuni in forma singola o aggregata (fino ad un massimo di 3 Comuni) con popolazione residente complessiva fino a 5.000 abitanti;

   il Ministero ha pubblicato in data 23 giugno 2022 i decreti di assegnazione delle risorse relativi al Bando Pnrr di cui all'oggetto;

   si tratta di un investimento di 363.445.527 euro che andranno a finanziare 289 comuni in tutta Italia per progetti di rigenerazione culturale, sociale ed economica dei paesi a rischio spopolamento;

   la finalità è quella di rafforzare aree marginali regionali, spesso caratterizzate da fragili economie, segnate dalla presenza di gravi criticità demografiche ed elevati rischi ambientali, aggravati oggi dagli effetti della pandemia Covid attraverso la realizzazione di interventi di rigenerazione e innovazione dei piccoli centri;

   in Sardegna, un gran numero di comuni ha aderito ai bandi producendo in pochi mesi una importante progettazione ed anche partenariati tra pubblico e privato con l'obiettivo di portare sui territori importanti ricadute socioeconomiche in una realtà con gli indici di spopolamento più gravi;

   degli oltre 100 comuni sardi presenti in graduatoria solo 8 sono stati finanziati, vanificando quasi totalmente l'enorme sforzo fatto dalle amministrazioni locali –:

   quali iniziative intenda adottare al fine di non disperdere questo straordinario patrimonio di progettatone e di elaborazione di idee di sviluppo prodotto dai comuni e se possa valutare di prevedere uno scorrimento di graduatoria e anche attraverso un accordo fra Governo e regione, il finanziamento della stessa attraverso il Fondo complementare o l'orientamento dei fondi FSC sulla rigenerazione urbana dei borghi col conseguente scorrimento della graduatoria in oggetto.
(4-12516)


   MORRONE. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   nell'ambito degli interventi di adeguamento e messa in sicurezza sismica dei luoghi di culto, delle torri e dei campanili previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, Componente M1C3 Turismo e Cultura 4.0, intervento 2.4 «Sicurezza sismica nei luoghi di culto, restauro del patrimonio culturale del Fondo Edifici di Culto e siti di ricovero per le opere d'arte (Recovery Art)», risulta che la totalità dei luoghi destinatari dei fondi previsti per la regione Emilia-Romagna sono concentrati nel territorio della sola Emilia;

   la diffusione dell'elenco degli interventi ha sollevato polemiche e reazioni soprattutto da parte dei vescovi delle diocesi romagnole nei confronti del ministero dei beni e delle attività culturali;

   ad esempio, la diocesi di Forlì-Bertinoro aveva presentato progetti e chiesto interventi per la messa in sicurezza anti-sismica di sette luoghi di culto facenti parte del patrimonio artistico e culturale, individuati come particolarmente urgenti a fronte di moltissime altre esigenze, per un importo complessivo di 5 milioni di euro;

   si apprende che negli scorsi giorni il ministero dei beni e delle attività culturali abbia dato verbalmente la disponibilità a finanziare tre interventi per ogni diocesi della Romagna, misura che appare comunque inadeguata, in quanto i progetti presentati erano, come detto, già frutto di una scrematura;

   va considerata l'importanza dei luoghi di culto per i quali sono stati chiesti gli interventi, che nello specifico sono il Duomo, San Mercuriale, Forno, Carmine, la Badia di Dovadola, la concattedrale di Bertinoro e San Donnino in Soglio a Rocca San Casciano, nonché l'urgenza dei lavori per la messa in sicurezza degli stessi;

   va considerato infine l'evidente squilibrio nella ripartizione dei fondi tra i territori di Emilia e Romagna, che appare immotivato e ingiustamente punitivo per la seconda –:

   se il Ministro interrogato intenda chiarire i criteri della selezione effettuata sui progetti da finanziare e se intenda adottare iniziative di competenza al fine di garantire adeguati interventi per i progetti presentati dalla diocesi di Forlì-Bertinoro e, più in generale, per il territorio della Romagna.
(4-12519)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   FERRI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   con Pdg del 12 maggio 2020 è stato indetto un concorso per titoli per la copertura di 691 posti nella qualifica iniziale del ruolo maschile e femminile degli ispettori del corpo della polizia penitenziaria. Il relativo bando conteneva un esplicito riferimento al diritto alla conservazione della sede di servizio, per parte della quota riservata, ma non un elenco delle sedi, così impedendo ai partecipanti una ipotetica e chiara opzione;

   la procedura ha subito notevoli ritardi, tanto che i 691 ispettori saranno ammessi in servizio ad oltre due anni e mezzo dal bando;

   i vincitori sono dipendenti con elevato grado di anzianità di servizio e, molti, prossimi al collocamento a riposo;

   secondo i dati del Dap risalenti a oltre tre anni orsono (decreto interministeriale 10 aprile 2019), l'organico nel ruolo degli ispettori registra gravi carenze che si attestano attorno a quasi 1.193 unità nel ruolo maschile e quasi 147 unità nel ruolo femminile;

   risulta all'interrogante che l'amministrazione penitenziaria sarebbe intenzionata ad applicare la mobilità forzata del personale vincitore del concorso in questione, così come ribadito nell'incontro svoltosi in data 19 aprile 2022 con le organizzazioni sindacali, nonostante il dissenso espresso da queste ultime;

   la mobilità interesserebbe 449, su 691, donne e uomini della polizia penitenziaria, ai quali, peraltro, dovrebbe essere versata l'indennità di trasferimento, con ingenti oneri a carico dell'amministrazione;

   in tal modo, si determinerebbe una irragionevole disparità di trattamento rispetto al personale vincitore del concorso per 2851 unità nel ruolo di vice sovrintendente, indetto con Pdg nel 2017, tutti stabilizzati nella sede con Gdap n. 0268787 del 28 luglio 2020 dell'ufficio relazioni sindacali del Dap, in ragione della straordinarietà del concorso, anch'esso per titoli;

   risulta all'interrogante che, nel periodo intercorso tra la pubblicazione delle sedi disponibili (circolare 29 aprile 2022) ed il 3 giugno 2022, siano pervenute dichiarazioni di revoca da parte di 151 uomini e 39 donne;

   ad avviso dell'interrogante la mobilità forzata, paventata dall'amministrazione, oltre a determinare una proliferazione di costi e di contenzioso, risulta irragionevole in quanto costringerebbe un gran numero di dipendenti, con elevata anzianità di servizio, a lasciare l'attuale sede di servizio per trasferirsi presso sedi ubicate a distanza di centinaia di chilometri ovvero a rinunciare all'avanzamento di carriera legittimamente conseguito –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della problematica esposta in premessa e se e quali iniziative intenda adottare per la stabilizzazione nella sede di tutti gli ispettori vincitori del concorso del 2020, al fine di garantire il buon andamento dell'amministrazione penitenziaria.
(5-08364)

Interrogazioni a risposta scritta:


   POTENTI. — Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   l'operatore socio sanitario (OSS) è una professione sempre più richiesta negli ospedali, nelle Rsa, a domicilio e anche nelle carceri;

   la pandemia ha evidenziato una carenza di operatori in area sanitaria, in ambito ospedaliero e privato come Rsa cliniche e strutture socio assistenziali ed ha portato all'assunzione a tempo determinato per l'emergenza COVID-19 di migliaia di lavoratori;

   1.500 di questi operatori in questi lunghi mesi di pandemia hanno infatti rappresentato un vero e proprio salvacondotto fungendo da stampella ad un sistema, qual'è quello sanitario intra-penitenziario, di straordinaria importanza in un contesto sociologico tra i più delicati in assoluto;

   questi lavoratori sono stati impiegati nel sistema sanitario degli istituti penitenziari con contratti di lavoro in essere sino al 31 maggio del 2022;

   molte regioni hanno chiesto che questi contratti venissero prorogati;

   questi 1.500 operatori sanitari hanno risposto all'appello dello Stato nel momento in cui l'emergenza COVID-19 aveva assunto proporzioni drammatiche e si ritrovano ora vicini alla prospettiva di rimanere a casa senza lavoro dopo il servizio reso –:

   se sia allo studio dei Ministri interrogati la possibilità di prolungare la durata dei contratti degli Oss impiegati nelle carceri fino al 31 dicembre 2022.
(4-12508)


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   nella giornata di sabato 2 luglio 2022, nella Casa Circondariale di Prato, si è consumata l'ennesima ignobile e gravissima aggressione contro un agente di Polizia Penitenziaria;

   l'artefice dell'atto violento è un ristretto di origine magrebina il quale, coinvolto in una lite tra detenuti, ha lanciato dell'olio bollente verso il poliziotto intervenuto nella ressa, colpendolo al volto, al collo e al braccio;

   trasportato urgentemente al pronto soccorso di Prato, è stato medicato e tenuto sotto osservazione;

   secondo quanto denunciato dalle organizzazioni sindacali, il personale del carcere si trova giornalmente esposto al rischio di aggressioni. La causa principale di tale criticità è da ricondurre alla grave carenza di personale: gli agenti in servizio, infatti, sono costretti ad affrontare estenuanti turni i quali possono arrivare fino alle 9 ore continuative;

   nonostante il cambio di vertice del carcere, questi gravi episodi continuano a persistere, ponendo in essere una situazione lavorativa altamente lesiva di qualsiasi diritto degli agenti di poter operare in un ambiente sicuro e con orari di servizio consoni ad un Paese civile;

   i casi di aggressione a danno del personale di Polizia Penitenziaria, come puntualmente denunciato dall'interrogante, continuano ad affliggere le carceri di tutta la Penisola, verso i quali, tuttavia, persiste l'assordante silenzio del capo del Dap Carlo Renoldi e del Ministro Cartabia, i quali tardano inesorabilmente e in via del tutto ingiustificata nella predisposizione di misure tempestive ed efficaci volte a salvaguardare la dignità e la professionalità dei membri del Corpo de quo impegnato negli istituti penitenziari italiani –:

   quali iniziative intenda adottare il Governo al fine di porre rimedio alle continue aggressioni a danno degli agenti di Polizia penitenziaria nelle carceri italiane.
(4-12510)


   CIRIELLI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   desta preoccupazione la notizia, riportata da organi di stampa, dell'istanza avanzata dal presidente del Tribunale di Napoli Nord, Pierluigi Picardi, di soppressione dell'Ufficio del giudice di pace di Marano, in provincia di Napoli;

   si tratta di un ufficio di grande importanza, baluardo di legalità in un territorio complesso e difficile, che comprende i comuni di Marano, Qualiano, Mugnano, Villaricca, Giugliano, Melito, Calvizzano;

   nonostante le grandi difficoltà, l'ufficio è rimasto operativo grazie ad una convenzione stipulata tra i suddetti comuni nel 2014, ma i motivi che ne giustificherebbero oggi la soppressione attengono proprio a problematiche inerenti la suddivisione delle spese tra i comuni che aderiscono alla citata convenzione: il Comune di Marano, infatti, avrebbe lamentato una serie di inadempienze dei comuni di Mugnano, Melito, Qualiano, Calvizzano e Villaricca relativamente agli obblighi assunti di sostenere le proprie quote di spesa, così che le spese per il funzionamento dell'ufficio giudiziario sarebbero state anticipate in questi anni dal Comune di Marano, tra l'altro in dissesto finanziario;

   ulteriori problematiche sarebbero legate alla mancanza di personale e alle carenze strutturali;

   la notizia della richiesta di soppressione dell'Ufficio del giudice di pace di Marano ha suscitato le proteste, in particolare, dell'avvocatura che ha chiesto un impegno unanime dei comuni coinvolti affinché non si giunga alla definitiva soppressione di questo importante presidio di legalità, la cui soppressione, peraltro, avrebbe conseguenze «nefaste e catastrofiche per tutti gli uffici giudiziari di prossimità del nostro circondario. L'effetto immediato sarebbe sicuramente quello dell'accorpamento del Giudice di Pace di Marano a quello di Aversa, quale ufficio di proprietà e competenza ministeriale. Peccato, però, che su quest'ultimo già gravino pesanti criticità, tra cui quelle relative alla struttura [...] e al personale amministrativo [...], con conseguenziali biblici ritardi nell'assicurare alla cittadinanza una pronta risposta alla tutela dei diritti, che “dovrebbero” essere costituzionalmente garantiti in tempi ragionevoli», come denunciato da numerosi avvocati della zona;

   in un sistema giustizia che ha bisogno di riportare il processo italiano a un modello di efficienza e di competitività, gli Uffici dei giudici di pace rappresentano una risorsa preziosa ed ineludibile –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, considerata la gravità degli stessi, quali urgenti iniziative di competenza intenda intraprendere al fine di scongiurare la chiusura dell'Ufficio del giudice di pace di Marano, ristabilendone le condizioni minime di servizio.
(4-12521)


   CIRIELLI. — Al Ministro della giustizia, al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   a distanza di quattordici anni, il processo di appello bis per la strage ferroviaria di Viareggio del 29 giugno 2009, che costò la vita a 32 persone e provocò centinaia di feriti dopo il deragliamento e l'esplosione di un treno che trasportava gpl, si è concluso con la condanna, tra gli altri, dell'ex amministratore delegato di Ferrovie dello Stato e Rfi, Mauro Moretti, a 5 anni di reclusione per disastro ferroviario colposo, incendio e lesioni colpose;

   la condanna, seppure tardiva, rappresenta certamente un segnale importante, ma non può essere sufficiente di fronte a un sistema che ha sempre mostrato da che parte voleva stare, nominando lo stesso Moretti cavaliere del lavoro, promuovendolo amministratore delegato di Finmeccanica, non costituendosi lo Stato parte civile nel processo e, infine, arrivando a definire «sproporzionata» la richiesta di condanna dei magistrati, come dichiarato dall'allora Ministro delle infrastrutture, Graziano Delrio;

   e non solo, perché, come, peraltro, già evidenziato in due atti di sindacato ispettivo, nn. 4-09400 e 4-11737, rispettivamente del 27 maggio 2021 e del 1° aprile 2022, ma rimaste entrambe inevase, «nonostante la prima condanna, nel 2021 l'ingegnere Moretti entrò a far parte del consiglio di amministrazione del gruppo societario PSC S.p.a. in qualità di consigliere non esecutivo, assumendo altresì la carica di amministratore delegato (quest'ultima fino a gennaio 2022) PSC Group S.p.a. (...) è partecipata al 10 per cento dalla società pubblica Fincantieri per il 9,64 per cento da Simest S.p.a., società contratta controllata da Cassa depositi e prestiti», nonostante la stessa società si promuova come sensibile all'etica di impresa e in particolar modo all'integrità morale dei componenti del proprio consiglio di amministrazione;

   tale nomina in una società pubblica apparve, sin da subito, incompatibile sul piano etico con le gravi accuse e una condanna penale in primo grado e lo è ancora di più oggi che la Corte di appello di Firenze, confermando l'impianto accusatorio, ha riconosciuto le gravi responsabilità dell'ingegner Moretti nel disastro ferroviario –:

   considerata la gravità dei fatti esposti in premessa, se e quali immediate iniziative di competenza il Governo intenda assumere per fare chiarezza sulla nomina di Mauro Moretti ad amministratore delegato e consigliere non esecutivo del gruppo societario, a partecipazione pubblica, PSC S.p.a., e se non ritenga che tale nomina, come appare all'interrogante, oltre che lesiva ed eticamente incompatibile con gli interessi pubblici, sia in contrasto con le disposizioni della legge cosiddetta «Severino» n. 190 del 2012 e del decreto legislativo n. 39 del 2013 in materia di inconferibilità e incompatibilità;

   se e quali iniziative di competenza, anche di carattere normativo, intenda assumere per garantire che i componenti degli organi di direzione e controllo delle società quotate a partecipazione pubblica non abbiano riportato sentenze di condanna, anche non definitive, per gravi reati connessi all'esercizio della propria professione.
(4-12522)

ISTRUZIONE

Interrogazione a risposta scritta:


   SARLI, SURIANO, EHM e BENEDETTI. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   il rapporto di Human Rights Watch, come si legge in un articolo del 25 maggio 2022 del suo sito, riporta notizie in merito all'uso a fini commerciali dei dati dei minori da parte dei fornitori di servizi per la didattica a distanza;

   nei consigli che il rapporto di Human Rights Watch fornisce ai Governi nazionali si auspica, laddove l'apprendimento on line sia adottato come meccanismo preferito o ibrido per fornire istruzione, di allocare finanziamenti per pagare servizi che consentano in modo sicuro l'istruzione on line, piuttosto che consentire la vendita e lo scambio di dati dei bambini per finanziare i servizi;

   nel 2015 la Corte di giustizia dell'Unione europea (Cgue) ha invalidato la decisione di adeguatezza relativa al cosiddetto «Safe Harbor» che è stata sostituita dalla decisione di adeguatezza del 2016/1250 relativa al «Privacy Shield», anch'essa, a sua volta, invalidata dal recente intervento della CGUE. Il «Privacy Shield» costituisce un meccanismo di autocertificazione, previsto per le aziende con sede negli USA che intendano ricevere dati personali dall'Unione europea;

   la decisione, del 26 marzo 2022, del Garante per la protezione dei dati personali «Didattica a distanza: prime indicazioni», con riferimento al trattamento dei dati degli studenti da parte delle piattaforme quali responsabili del trattamento stesso, ricorda che esso deve limitarsi a quanto strettamente necessario per la fornitura dei servizi richiesti ai fini della didattica on line, senza l'effettuazione di operazioni ulteriori, preordinate al perseguimento di finalità proprie del fornitore; l'articolo 68 del Codice dell'amministrazione digitale, decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82 consente il ricorso a software proprietari solo laddove risulti motivatamente l'impossibilità di accedere a soluzioni già disponibili all'interno della pubblica amministrazione, o a software liberi o a codici sorgente aperto, adeguati alle esigenze da soddisfare;

   è disponibile per gli utenti un'ampia gamma di software libero per tutte le esigenze connesse alla didattica a distanza, come risulta dall'esperienza del Politecnico di Torino e dell'intendenza per la scuola italiana della Provincia di Bolzano;

   il Ministro Bianchi ha annunciato corsi di formazione digitale obbligatori per tutti i docenti, come riporta il sito specializzato La tecnica della scuola, in un suo articolo il 25 giugno 2022 –:

   se non intenda intraprendere tutte le iniziative di competenza per proteggere i dati personali degli insegnanti, degli studenti, in particolare quelli con bisogni educativi speciali, e delle scuole che ad oggi usano software di grandi gruppi statunitensi;

   se non valuti, eventualmente, di adottare iniziative, anche di tipo normativo, volte a garantire i dirigenti scolastici di fronte a possibili ricorsi, sanzioni e procedimenti penali conseguenti all'uso di strumenti lesivi della privacy;

   se intenda fornire alle scuole indicazioni relative all'uso di software libero che utilizzano formati aperti per dati e documenti e che diano garanzie rispetto alla raccolta e all'uso dei dati;

   se non intenda adottare iniziative affinché i corsi di formazione digitale obbligatori per i docenti siano orientati a diffondere la cultura del software libero, dei formati aperti e della tutela dei dati propri e altrui sulla rete;

   se non valuti di effettuare una ricognizione nazionale dell'hardware attualmente a disposizione delle scuole, delle reti di scuole, degli uffici scolastici regionali per effettuare un censimento e prevedere, eventualmente, misure sia per la dotazione di hardware sia per la sua manutenzione tecnica.
(4-12517)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   MURA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   i commi 8-ter, 8-quater e 8-quinquies dell'articolo 9, del decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 228, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 febbraio 2022, n. 15, istituiscono un meccanismo di gruppo volto a favorire il mantenimento dei livelli di formazione e di qualificazione professionale, in vista del ricollocamento dei lavoratori del settore aereo che abbiano perso il posto e che percepiscano la Naspi;

   tale processo di ricollocazione prevede l'istituzione, presso il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, di un apposito «bacino» di lavoratori riservato ai medesimi lavoratori percettori della Naspi, a seguito di procedure di licenziamento collettivo da imprese del settore aereo;

   l'inserimento nel suddetto bacino si perfeziona con uno specifico accordo governativo, stipulato dalle organizzazioni sindacali, che abbiano stipulato il contratto collettivo nazionale e siano maggiormente rappresentative, e dal Ministero del lavoro, con la partecipazione del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, del Ministero dello sviluppo economico e delle regioni interessate;

   al fine di garantire a tali lavoratori l'accesso ad attività formative relative alle singole qualifiche professionali necessarie al mantenimento in corso di validità delle licenze e delle certificazioni nonché alla riqualificazione professionale e alla ricollocazione, per i medesimi lavoratori sono previste misure di sostegno promosse dal Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, il Ministero dello sviluppo economico e le regioni territorialmente interessate;

   si dispone inoltre che le imprese che operano nel settore aereo individuino anche i lavoratori inseriti nel bacino come quelli da assumere in via prioritaria;

   come è di tutta evidenza, le suddette disposizioni rivestono una particolare rilevanza sociale e professionale per i lavoratori interessati;

   a tuttora, sembra che non si sia data attuazione alle citate disposizioni e che, pertanto, non sia stato costituito il suddetto bacino –:

   se corrisponda al vero che non si sia ancora proceduto alla costituzione del bacino dei lavoratori del trasporto aereo e quali siano le ragioni di tale ritardo.
(5-08367)

Interrogazione a risposta scritta:


   LICATINI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   con l'articolo 7 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito con modificazioni dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, è stata prevista la soppressione di due enti: l'Ipsema e l'Ispesl. Le funzioni di tali due organi sono state attribuite all'Inail, sottoposto alla vigilanza del Ministero del lavoro;

   con decreti di natura non regolamentare del Ministro competente, si sarebbero poi trasferite le risorse strumentali, umane e finanziarie degli enti soppressi; inoltre, si prevedeva l'aumento delle dotazioni organiche dell'Inail di un numero pari alle unità di personale di ruolo trasferite in servizio presso gli enti soppressi;

   la manovra attuata, tuttavia, seppure proponendosi l'obiettivo di ridurre la spesa pubblica, non ha offerto strumenti adeguati per far fronte alla prosecuzione delle attività specifiche e alle attribuzioni peculiari che erano affidate all'Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro;

   non è stato previsto, peraltro, un periodo di passaggio, transitorio, per attuare il trasferimento delle competenze all'Inail e le funzioni trapiantate non solo sono numerose ma soprattutto complesse al punto che sarebbe stato necessario una riorganizzazione adeguata dei servizi;

   la soppressione di tale rilevante istituto si colloca in controtendenza rispetto a quanto previsto dalla normativa di altri Paesi europei in cui la ricerca, ad esempio, è affidata ad enti autonomi;

   ciò ha comportato, e tutt'ora implica fino a quando non si modificherà l'impianto normativo, un abbassamento della guardia in materia di prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro, nonché la riduzione della ricerca che negli ultimi anni di vita dell'Ispesl è stata molto intensa;

   è evidente la lacuna normativa che si riflette in tutto il settore della prevenzione dagli infortuni e dalle malattie professionali, della sicurezza sul lavoro e sulla ricerca scientifica; obiettivi su cui non si può risparmiare ma su cui è necessario, anzi, investire –:

   se, alla luce delle considerazioni suesposte, il Ministro interrogato intenda assumere iniziative normative volte a conformare il sistema italiano a quello di molti altri Paesi europei dedicando alla prevenzione nei luoghi di lavoro un ente specifico e di alta professionalità, che garantisca l'autonomia, la ricerca e gli studi che questo settore merita.
(4-12512)

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta scritta:


   LOSS. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   la Carne Salada è un prodotto trentino della salumeria ottenuto da carne bovina nei tagli fesa, punta d'anca, sottofesa e magatello, aromatizzati e lasciati maturare in salamoia con modalità specifiche. È caratterizzata da una particolare magrezza, moderata sapidità, profumo delicato, sapore leggermente aromatico, alto contenuto proteico e poca resistenza alla masticazione;

   la carne bovina è sempre stata alla base dell'alimentazione della popolazione del Trentino; la ricchezza di prati e pascoli, legata alla conformazione prevalentemente montana del territorio, ha infatti favorito l'allevamento del bestiame e quindi l'esistenza di una significativa produzione autoctona di carne. Nella storia, l'esigenza di dare uno sbocco all'abbondanza sul mercato di carni concentrata in determinati periodi e la necessità di assicurare alla popolazione un approvvigionamento continuo nel corso di tutto l'anno, sono all'origine della sopravvivenza di una pratica tradizionale di trattamento e conservazione della carne, trasformandola in «Carne Salada», metodo risalente all'antica Roma (Columella, De re rustica, XII, 55) e altrove quasi completamente abbandonato;

   la Carne Salada trentina è conosciuta da tempo in tutta Italia e non vi è infatti pubblicazione su prodotti tipici o tradizionali oppure guida turistica o gastronomica che fin dalle prime edizioni non faccia riferimento alla Carne Salada come ad una delle espressioni più tipiche della cultura alimentare del territorio trentino;

   dato che l'area di produzione si estende in quasi la totalità del territorio compreso nei confini amministrativi della Provincia autonoma di Trento, nel corso del 2021, il consorzio produttori trentini salumi, ha presentato la richiesta di riconoscimento come indicazione geografica protetta della «Carne Salada» al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, nel quadro della procedura prevista dal regolamento (UE) n. 1151/2012;

   a seguito dell'istruttoria ministeriale e alla luce del parere favorevole della Provincia autonoma di Trento, si è pervenuti ad una stesura finale del disciplinare di produzione della indicazione geografica protetta «Carne Salada», che è quindi stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana, in data 3 novembre 2021;

   nei seguenti sessanta giorni si sono aperti i termini per poter inviare osservazioni adeguatamente motivate, relative al disciplinare; queste sono state oggetto di opportuna valutazione da parte del Ministero – prima della trasmissione della suddetta richiesta di riconoscimento alla Commissione europea - ed hanno comportato un confronto con il consorzio presentatore, il quale ha recepito diverse delle osservazioni, ridefinendo anche il nome in «Carne Salada del Trentino» ed inviando il testo finale al Mipaaf in data 21 aprile 2022;

   decorsi i 60 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e dopo la valutazione delle osservazioni, la richiesta deve essere notificata, per la registrazione ai sensi dell'articolo 49 del regolamento (UE) n. 1151 del 2012, ai competenti organi comunitari –:

   ritenendo necessario ed urgente dare risposta al consorzio promotore della richiesta in merito alla proficua e rapida azione del Ministero, per quale motivo, nonostante i termini abbondanti avuti per la conclusione della pratica, non si abbia notizia ad oggi della conclusione dell'iter ministeriale della richiesta e del doveroso invio agli organi comunitari per la valutazione finale ed approvazione.
(4-12515)

SALUTE

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   VISCOMI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   Centociquantaseimilaottocentotrenta è il numero dei cittadini residenti nei comuni della piana di Gioia Tauro e che gravitano sull'ospedale di Polistena;

   da notizie di stampa risulta che è stata disposta la chiusura del reparto di rianimazione e il ridimensionamento del reparto di Cardiologia, con intuibili conseguenze sulle aspettative di cura dei cittadini e sul (mancato) rispetto dei livelli essenziali di prestazione e quindi sui basilari diritti di cittadinanza;

   da quanto si apprende, tale situazione è imputata dal management competente alla carenza di personale ma tale carenza ha ormai carattere storico e diffuso ove solo si consideri che al Punto di primo intervento del più vicino ospedale di Palmi è presente un solo medico e due infermieri, pertanto non si comprende quali azioni siano state messe in atto per risolvere tempestivamente questo problema;

   da ciò consegue la necessità che lo Stato si faccia carico di garantire i servizi essenziali anche in ottemperanza di quanto consacrato dalla Corte costituzionale giudicando della legittimità del cosiddetto «Decreto Calabria» –:

   se il Governo, per il tramite dell'Ufficio del Commissario ad acta, sia a conoscenza di tale situazione e quali iniziative di competenza intenda adottare al fine di assicurare ai cittadini calabresi interessati il diritto alla salute, ripristinando condizioni minime di operatività del sistema sanitario in particolare nell'ospedale di Polistena.
(5-08366)


   BOLOGNA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la sclerosi sistemica (SSc) è una malattia rara cronica ed autoimmune del tessuto connettivo che coinvolge la cute, il sistema vascolare e gli organi interni; l'incidenza di mortalità, per lo più conseguente a complicanze polmonari, cardiache o renali, è notevolmente alta;

   la genesi della patologia è multifattoriale ma con base genetica; riguarda, con una frequenza circa sette volte maggiore, le donne, soprattutto fra i 30 e i 50 anni;

   nonostante la sua bassa frequenza, la SSc ha un impatto economico rilevante in termini di costi sanitari e perdita di produttività: secondo uno studio condotto da Fischer et al., in Europa, la spesa complessiva annuale stimata è circa 3,1 miliardi di euro e l'impatto economico per l'assistenza sanitaria diretta rappresenta il 27 - 39 per cento del costo totale per la SSc a livello globale;

   la spesa sanitaria in Italia ha un costo medio annuo per paziente pari a 11.074 euro, di cui i costi diretti sanitari ammontano a circa 3.247 euro, principalmente dovuti per ricoveri ospedalieri e visite ambulatoriali;

   in Italia le associazioni di pazienti si occupano di sensibilizzare le istituzioni sui bisogni insoddisfatti e in particolare Anmar, Apmarr e Asmara onlus hanno collaborato con le istituzioni per una mozione condivisa sulle patologie reumatologiche;

   nel 2020, è stata condotta una survey dal Gruppo italiano per la lotta alla sclerodermia (Gils) sulla condizione dei pazienti con SSc e di chi li assiste, coinvolgendo pazienti, di cui il 30,2 per cento con diagnosi di fibrosi polmonare e caregivers;

   sono state analizzate le informazioni riguardanti la perdita di produttività e le visite presso i centri, valutando l'impatto economico e sociale dei pazienti con fibrosi polmonare rispetto agli altri ed evidenziando che le giornate lavorative perse dal paziente nel 20 per cento dei casi sono state più di 30 in un anno mentre circa il 40 per cento dei caregivers dichiara di averne perse fino a cinque; le percentuali di pazienti che hanno dovuto lasciare o cambiare il lavoro sono superiori nei pazienti con fibrosi, rispettivamente il 17,1 e il 27,1 per cento rispetto ai pazienti che non la manifestano; il coinvolgimento polmonare rappresenta una complicanza frequente e grave, che incide significativamente sulla sopravvivenza dei pazienti ed è responsabile di circa il 50 per cento dei decessi;

   la diagnosi precoce delle complicanze, con approccio multidisciplinare, e l'individuazione e mappatura degli hub dediti a diagnosi e trattamento, che possano avvalersi della telemedicina, appaiono fondamentali per l'immediata presa in carico, che arginerebbe, ove possibile, l'aggravamento del quadro clinico;

   il ruolo del medico di medicina generale, al pari degli altri specialisti, diviene essenziale per individuare la diagnosi corretta e precoce ed indirizzare il paziente, benché tale risorsa non sia valorizzata a causa della carenza di formazione sulla SSc –:

   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda intraprendere affinché gli hub selezionati con criteri specifici garantiscano una reale presa in carico multidisciplinare, l'aggiornamento degli specialisti sulla ricerca e sull'innovazione diagnostica e farmacologica e l'impiego della telemedicina, così da tutelare la corretta e omogenea presa in carico del paziente su tutto il territorio nazionale.
(5-08368)

Interrogazione a risposta scritta:


   MATURI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il caldo torrido e le temperature da record di questa estate 2022 non bastano a impedire che gli animali vengano fatti lavorare sotto il sole anche nelle ore più bollenti della giornata, e le conseguenze non tardano ad arrivare, come hanno dimostrato i due episodi accaduti sabato 1° luglio, a distanza di poche ore uno dall'altro, a Firenze e a Matera: due cavalli che stavano trainando carrozze in giro per le città si sono accasciati a terra, stremati dal calore;

   nel caso di Matera, il cavallo è crollato sull'asfalto mentre percorreva la Statale 7, a poche decine di metri da uno degli accessi al centro urbano di Matera, e non si è più rialzato: è morto, ucciso dallo sforzo fisico sostenuto in giornate in cui le temperature sfiorano i 40 gradi;

   poche ore dopo, in una torrida Firenze, un altro cavallo si è accasciato al suolo mentre portava in giro alcuni turisti in via Calzaiuoli, un'immagine che ha fatto il giro dei social e scatenato una valanga di reazioni da parte di cittadini e anche rappresentanti delle istituzioni;

   da tempo ormai sono numerose e potenti le richieste che chiedono lo stop allo sfruttamento dei cavalli per il traino di vetture a uso turistico, soprattutto alla luce di condizioni climatiche insostenibili, in particolare per il cavallo, animale molto sensibile alle temperature e al calore;

   a febbraio 2022, inoltre, il Parlamento approva una modifica all'articolo 9 della Costituzione inserendovi il periodo: «La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali» –:

   se e quali iniziative di competenza il Governo intenda porre in essere rispetto alle criticità esposte in premessa a protezione dei cavalli impiegati nel trainare le carrozze turistiche, vietandone l'impiego per tutto il periodo estivo, anche nel rispetto del principio costituzionale di tutela degli animali.
(4-12518)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BONOMO, NARDI, BERLINGHIERI, D'ELIA, CENNI, QUARTAPELLE PROCOPIO, INCERTI, DI GIORGI, PEZZOPANE, BENAMATI, GAVINO MANCA, SOVERINI e ZARDINI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   il Fondo impresa femminile è l'incentivo del Ministero dello sviluppo economico che sostiene la nascita, lo sviluppo e il consolidamento delle imprese guidate da donne attraverso contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati;

   la misura dispone di una dotazione finanziaria complessiva pari a circa 200 milioni di euro, di cui 160 milioni di euro di risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e 40 milioni di euro stanziati dalla legge di bilancio 2021 e rientra nel pacchetto di interventi promossi dal Ministero dello sviluppo economico, a sostegno della impresa femminile, indicati come prioritari nella missione «Inclusione e coesione» del PNRR che ha messo a disposizione una dotazione finanziaria complessiva di 400 milioni di euro;

   il Fondo sostiene le imprese femminili di qualsiasi dimensione, già costituite o di nuova costituzione, con sede in tutte le regioni italiane: in caso si tratti di nuova impresa, o impresa costituita da meno di 12 mesi, possono essere presentati progetti d'investimento fino a 250 mila euro. Il Fondo mette a disposizione un contributo a fondo perduto che varia in funzione della dimensione del progetto: fino a 100 mila euro, l'agevolazione copre fino all'80 per cento delle spese (o fino al 90 per cento per donne disoccupate) entro un tetto massimo di 50 mila euro; per progetti fino a 250 mila euro, l'agevolazione copre il 50 per cento delle spese, fino a un massimo di 125 mila euro. Per questa linea di intervento sono disponibili risorse complessive pari a 47 milioni di euro, di cui di cui 38,8 milioni a valere su risorse PNRR e 8,2 milioni di fondi stanziati dalla legge di bilancio 2021;

   se invece si ha un'impresa attiva da più di 12 mesi, si possono presentare progetti d'investimento fino a 400 mila euro per sviluppare nuove attività o per ampliare attività esistenti. In questo caso, il Fondo prevede un mix di contributo a fondo perduto e finanziamento a tasso zero, con una copertura fino all'80 per cento delle spese ammissibili, per un massimo di 320 mila euro, da rimborsare in otto anni. Per questa linea di intervento sono disponibili risorse complessive pari a 146,8 milioni di euro, di cui 121,2 milioni a valere su risorse PNRR e 25,6 milioni di fondi stanziati dalla legge di bilancio 2021;

   la misura si rivolge a quattro tipologie di imprese femminili, le cooperative o società di persone con almeno il 60 per cento di donne socie, le società di capitale con quote e componenti degli organi di amministrazione per almeno i due terzi di donne, le imprese individuali con titolare donna, le lavoratrici autonome con partita IVA;

   sia per la linea di intervento destinata alle imprese femminili con meno di 12 mesi di attività che per quella destinata alle attività con un'esperienza più lunga, i fondi a disposizione sono terminati nel primo giorno utile per la presentazione delle domande, con più di 13.000 richieste presentate nelle giornate del 19 maggio e del 7 giugno 2022: a seguito dell'esaurimento delle risorse disponibili, con avviso del 7 giugno 2022 è stata disposta, con effetto dall'8 giugno 2022, la chiusura dello sportello per la presentazione delle domande;

   è da rilevare come la possibilità di accedere ai bandi si sia chiusa quasi immediatamente poco dopo l'apertura della fase di presentazione delle domande, in quanto il numero di quelle pervenute al momento dell'apertura delle presentazioni era talmente alto che, dopo pochissimo tempo, la finestra di presentazione si è chiusa –:

   quali siano gli intendimenti del Ministro interrogato su quanto esposto in premessa e se e quali iniziative intenda assumere per assicurare la parità di genere e promuovere l'impresa femminile.
(5-08369)

Interrogazione a risposta scritta:


   CIABURRO. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale, al Ministro del turismo. — Per sapere – premesso che:

   come noto, nell'ambito della politica di cessione della banda dei 700 MHz per liberare le frequenze da utilizzare per la connettività mobile 5G, la riassegnazione delle frequenze televisive per i canali del digitale terrestre comporta l'utilizzo di televisori o decoder compatibili con la nuova modalità di trasmissione dei canali;

   la nuova principale modalità di trasmissione dovrebbe prevedere il ricorso al sistema digitale terrestre, tecnologia che tuttavia richiede una infrastrutturazione di rete che in Italia non è presente in modo armonico ed uniforme, con molte aree, con riferimento alle aree interne, montane e rurali, dove lo switch-off sta comportando una sostanziale impossibilità per i cittadini di poter utilizzare l'apparecchio televisivo;

   tale sperequazione, ennesima di ambito digitale a danno delle aree montane, riguarda almeno 500 comuni, per circa 2 milioni di persone, che rischiano di trovarsi del tutto escluse dal servizio televisivo, nonostante paghino regolarmente tasse ed imposte;

   il fatto che gli enti locali siano i proprietari degli impianti di trasmissione scarica su di essi il costo di una transizione per la quale non dispongono delle risorse adatte, anche in ottica di diffusione e ricorso a tecnologie satellitari;

   il costo di adeguamento di un impianto è di circa 15.000 euro, e vi sono enti che possiedono anche più di dieci impianti;

   la conseguenza diretta di suddetta politica è l'impossibilità, per residenti e possessori di seconde case nelle aree montane, di poter visionare i canali televisivi, financo inclusi quelli della Rai –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative di competenza intendano intraprendere per:

    a) sostenere economicamente i comuni situati nelle aree interne, montane e rurali per l'adeguamento dei propri impianti di trasmissione;

    b) mantenere, nelle more dell'adeguamento e della diffusione delle infrastrutturazioni necessarie per accedere al digitale terrestre, la modalità di trasmissione dei canali televisivi previgente;

    c) sospendere, limitatamente ai cittadini impossibilitati ad accedere ai servizi televisivi, l'imposizione del canone RAI sino ad un congruo adeguamento degli impianti e della ricezione del segnale sul territorio.
(4-12514)

TRANSIZIONE ECOLOGICA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   VISCOMI. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   da informazioni acquisite informalmente risulta che uno specifico finanziamento nazionale destinato a sostenere le attività di bonifica dell'amianto, già concesso alla regione Calabria, è stato recentemente revocato; si tratterebbe di 43 milioni di euro che il Governo aveva prima destinato per il piano di bonifica di edifici pubblici (scuole e ospedali, in particolare) e poi, considerate le difficoltà attuative in molte regioni, aveva destinato agli interventi di bonifica generali, sempre per amianto;

   da qualche giorno sembra inoltre che la rete regionale di centraline per il controllo della qualità dell'aria della Calabria non trasmetta più i risultati alla rete nazionale; ciò potrebbe essere conseguenza del mancato rinnovo del contratto con una società privata per la gestione del servizio; l'interruzione del flusso di dati comporta in ogni caso una carenza tale da rendere impossibile monitorare lo stato dell'ambiente in Calabria e le conseguenze sulla salute dei cittadini. Si tratta dell'interruzione di un servizio gravissima, che potrebbe comportare l'apertura di una procedura di infrazione –:

   se le informazioni corrispondano al vero e, nel caso di risposta positiva, se e quali iniziative si intendano adottare per ripristinare il funzionamento delle centraline, anche eventualmente operando in via sostitutiva, e per consentire il recupero delle risorse destinate alle attività di bonifica dell'amianto.
(5-08372)

Interrogazioni a risposta scritta:


   STUMPO. — Al Ministro della transizione ecologica, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   l'invasione russa in Ucraina ha comportato l'aumento generalizzato e speculativo del costo dell'energia, con evidenti ripercussioni soprattutto sul costo dei carburanti e, in particolare, del gasolio per autotrazione;

   l'osservaprezzi carburanti del Ministero dello sviluppo economico ha rilevato un esponenziale aumento dei costi, con picchi di euro 2,61 per il gasolio ed euro 2,52 per la benzina;

   va sottolineato che il prezzo del barile è stabile o addirittura in lieve discesa, mentre alla pompa i prezzi continuano a salire;

   il costo totale dei carburanti è costituito dal prezzo industriale, dalle accise e dall'Iva al 22 per cento: accise e Iva compongono unitamente circa il 55,3 per cento del prezzo totale della benzina e il 51,8 per cento del prezzo finale del gasolio;

   gli incrementi determinano costi insostenibili per le imprese del settore trasporti, soprattutto per quegli autotrasportatori virtuosi che hanno investito nell'acquisto di veicoli sostenibili di nuova generazione e che a partire dal 21 marzo 2022 non possono più chiedere il rimborso delle accise sul gasolio per i mezzi euro 5 ed euro 6;

   per consentire la ripresa del settore dell'autotrasporto e bloccare la speculazione sarebbe necessario imporre un tetto al costo del carburante. Nelle ultime settimane si è avuta una nuova inarrestabile corsa al rialzo dei prezzi che ha annullato qualsiasi effetto dello sconto di 0,25 cent/litro gasolio alla pompa, visto che il prezzo finale è tornato ad un costo insopportabile di oltre 2 euro/litro;

   il decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50 ha previsto un contributo straordinario, sotto forma di credito d'imposta, nella misura del 28 per cento della spesa sostenuta nel primo trimestre dell'anno 2022 per l'acquisto del gasolio, ma gli autotrasportatori attendono ancora l'istituzione dei codici tributo da parte dell'Agenzia delle entrate e l'avvio delle relative procedure operative che tardano ad essere avviate. Queste misure, infatti, potrebbero dare sollievo in questo momento di grande criticità anche se il comparto degli autotrasportatori avrebbe bisogno di ben altre misure per garantire la sopravvivenza e la continuità delle aziende –:

   quali iniziative di competenza intendano attuare per mitigare la situazione, tenendo conto che nei bilanci delle imprese di autotrasporto i rincari dell'energia e dei carburanti incidono per circa il 40 per cento;

   quali iniziative urgenti intendano adottare per porre rimedio alla situazione descritta in premessa, al fine di scongiurare la chiusura di molte imprese del comparto dell'autotrasporto e la crisi di tutto il sistema trasporto con la paralisi delle filiere delle merci e la conseguente ricaduta sul consumatore finale.
(4-12507)


   SPESSOTTO e MANIERO. — Al Ministro della transizione ecologica, al Ministro della cultura, al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il decreto-legge n. 104 del 2020, convertito dalla legge n. 126 del 2020, all'articolo 95, comma 24, vieta la realizzazione e l'avvio all'esercizio di impianti di stoccaggio Gpl in aree classificate come patrimonio dell'Unesco, ai sensi dell'articolo 1 della legge 20 febbraio 2006, n. 77, anche quando già autorizzati;

   con i decreti n. 173 del 7 maggio 2021 e n. 352 dell'11 agosto 2021 del Ministero della transizione ecologica adottati di concerto con il Ministero delle infrastrutture e delle mobilità sostenibili e con il Ministero sono state individuate le autorizzazioni e gli ulteriori atti di assenso, già adottati alla data di entrata in vigore della citata disposizione e dichiarati inefficaci ai sensi delle lettere a) e b) del comma 24 suddetto, nonché stabiliti i criteri e le modalità per il riconoscimento dell'eventuale indennizzo nei limiti delle risorse previste;

   il deposito Gpl della Costa Bioenergie sito a Chioggia risulta oggetto di applicazione delle norme suddette;

   le sentenze nn. 1574 e 1575 del Tar Veneto del 30 dicembre 2021 hanno rigettato i ricorsi della società Costa Bioenergie proposti contro i provvedimenti ministeriali in quanto inammissibili o irrilevanti;

   a luglio 2021 il Comitato per il patrimonio mondiale Unesco, quarantaquattresima sessione, nel documento/report di 208 pagine «Stato di conservazione dei beni iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale» ha inserito nell'ambito, della «Laguna di Venezia» il punto 11 nel quale si rammarica della costruzione del deposito di gas di petrolio liquefatto (GPL) a Chioggia all'interno dell'area, posto che esso rappresenta un'importante minaccia al suo eccezionale valore universale (Ouv) e, pur prendendo atto con soddisfazione della legge n. 126 del 2020, chiede di smantellare il deposito di Chioggia e di spostarlo in un luogo alternativo fuori dai confini della laguna;

   la Commissione Unesco con chiede uno stato aggiornato sulla reale situazione entro il 1° dicembre 2022, l'attuazione di quanto riportato al punto 11 del suo report –:

   quale sia lo stato di avanzamento dei lavori della commissione interministeriale nominata in relazione al tema di cui in premessa nel novembre 2021;

   quali iniziative il Governo intenda intraprendere ed entro quali termini, per lo smantellamento del deposito Gpl di Chioggia, così come indicato nel rapporto Unesco sopracitato.
(4-12509)


   TRANO, SODANO e MASSIMO ENRICO BARONI. — Al Ministro della transizione ecologica, al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   sul territorio dello Stato italiano insistono impianti collocati nelle province di Rovigo, La Spezia e Livorno. Altri due sono previsti a Porto Empedocle e a Gioia Tauro; in Toscana è attualmente aperto un dibattito sulla costruzione di un gasdotto di 714 chilometri che collegherebbe Barcellona a Livorno con una portata dai 15 ai 30 milioni di metri cubi;

   l'area di Piombino, già sede di acciaierie, è in fase di riconversione verso il settore turistico e l'itticoltura;

   in data 9 giugno 2022, il Presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi ha nominato il Presidente della regione Toscana Eugenio Giani come commissario straordinario per l'installazione del rigassificatore galleggiante che verrà istallato all'interno del porto di Piombino ma non è chiaro quali azioni sulle criticità del territorio e la supervisione della sicurezza degli abitanti siano state esperite;

   risulta che vi sia la concreta possibilità che, nel processo che riporta allo stato gassoso il metano, siano utilizzati agenti chimici quali l'ipoclorito di sodio ed il metalbisolfito di sodio, che possano essere riversati in mare affinché non si otturino le pompe di aspirazione e che la stessa risorsa idrica possa essere reimmessa a temperature dannose per l'ecosistema; tale processo appare in contrasto con quanto previsto dalla legge n. 391 del 2001 – ratifica dell'Accordo di protezione del santuario dei cetacei «Pelagus»; l'articolo 5, comma 4, del decreto-legge n. 50 del 2022 «aiuti» non assorbe nell'autorizzazione del commissario la valutazione di impatto sanitario, che, in base all'articolo 23, comma 2, del decreto n. 152 del 2006, il proponente del progetto è tenuto a trasmettere seguendo le linee guida adottate con decreto del Ministero della salute del 27 marzo 2019;

   dalle informazioni in possesso dell'interrogante risulta che la nave «rigassificatrice» che dovrà arrivare a Piombino è lunga circa 300 metri per 40 metri di larghezza, e non sarà posizionata al largo ma direttamente nel porto di Piombino. Più nel dettaglio, questo rigassificatore galleggiante sarà agganciato ad un tubo che dal porto si dipanerà nel sottosuolo per circa 8 chilometri prima di connettersi alla rete nazionale del gas. La messa in funzione di tale progetto pare essere prevista entro i prossimi 12 mesi;

   l'impianto di rigassificazione «Olt» già istallato a Livorno, risulta un impianto praticamente «gemello» di quello previsto a Piombino ed in questo caso è stato posizionato a circa 12 miglia nautiche dalla costa proprio per garantire i necessari margini di sicurezza nel caso di malfunzionamenti o eventi critici gravi;

   secondo quanto riportato dalla testata giornalistica «il Fatto Quotidiano», a Livorno il rigassificatore Olt (che si trova a 22 chilometri dalla costa) prevede una zona di interdizione di 3 chilometri e mezzo mentre invece; a Piombino, il cuscinetto di sicurezza di soli 250 metri –:

   quali valutazioni siano state fatte dal Ministro dello sviluppo economico circa la strategicità del sito rispetto al fabbisogno nazionale e se risponda ai criteri della transizione ecologica;

   se i Ministri delle infrastrutture e della mobilità sostenibili e della transizione ecologica siano a conoscenza della redazione di un piano di rischio specifico delle attività previste e se ritengano che siano state sufficientemente valutate tutte le casistiche di possibile innesco di eventi avversi alla sicurezza e alla salute dei cittadini;

   se esista una valutazione del rischio complessivo che la coesistenza di tre impianti in circa 70 chilometri di costa in linea d'aria potrebbe comportare;

   di quali informazioni dispongano i Ministri interrogati circa i contenuti e le eventuali criticità evidenziate dalla valutazione in premessa, da trasmettere obbligatoriamente a cura del proponente del progetto in base all'articolo 23, comma 2, del decreto n. 152 del 2006.
(4-12513)

UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   PRETTO. — Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   la Missione 4 «Istruzione e Ricerca», Componente 1 «potenziamento dell'offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle università», Riforma 1.7 «Alloggi per gli studenti e riforma della legislazione sugli alloggi per studenti» del Piano nazionale di ripresa e resilienza, prevede di «triplicare i posti per gli studenti fuori sede, portandoli da 40 mila a oltre 100 mila entro il 2026»;

   nel testo si prevede che tale aumento sarà reso possibile tramite la revisione della normativa vigente in materia di realizzazione degli alloggi per studenti, nello specifico legge 338 del 2000 e decreto legislativo n. 68 del 2012;

   in data 22 giugno 2022, il Senato ha approvato la legge di conversione del decreto-legge n. 36 del 2022 recante «Ulteriori misure urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza» cosiddetto «PNRR 2» che, al comma 6-vicies quater dell'articolo 14, prevede che «Le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (...) possono essere destinate, attraverso successivo bando del Ministero dell'università e della ricerca (...), anche all'acquisizione da parte dei soggetti di cui al cui all'articolo 1, comma 1, della legge n. 338 del 2000, nonché di altri soggetti pubblici e privati»;

   la relazione del Governo, per quanto riguarda il comma in questione, prevede possibilità per il Ministero dell'università e delle ricerca di utilizzare 300 milioni di euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza stanziati per l'ultimo bando della legge n. 338 del 2000, al fine di emanarne uno nuovo che preveda anche la partecipazione dei privati;

   al momento non è chiaro secondo quali parametri potranno essere ottenuti i finanziamenti e quali saranno i criteri di selezione –:

   se il Ministro interrogato confermi l'intenzione di emanare un avviso pubblico per l'importo complessivo di 300 milioni di euro finalizzato alla realizzazione di alloggi per studenti, ammettendo alla partecipazione anche soggetti privati;

   quali iniziative di competenza il Ministro intenda intraprendere per definire in maniera condivisa i requisiti necessari alla partecipazione dei soggetti privati nonché gli elementi caratterizzanti della riforma complessiva della legislazione sugli alloggi per studenti universitari.
(5-08370)

Apposizione di una firma ad una mozione.

  La mozione Bonomo e altri n. 1-00677, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 27 giugno 2022, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Casu.

Apposizione di firme ad una risoluzione.

  La risoluzione in commissione Di Giorgi e altri n. 7-00864, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 5 luglio 2022, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: De Filippo, Ianaro, Lepri, Pini, Rizzo Nervo, Siani.

Apposizione di firme ad una interrogazione.

  L'interrogazione a risposta in commissione Enrico Borghi n. 5-08355, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 5 luglio 2022, deve intendersi sottoscritta anche dalle deputate: Gribaudo, Bonomo.