Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Mercoledì 18 maggio 2022

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:


   Le Commissioni VIII e IX,

   premesso che:

    l'assenza di un collegamento viario sicuro, veloce ed efficace tra Tarquinia e San Pietro in Palazzi – lungo il cosiddetto «corridoio tirrenico» – rappresenta da decenni una minaccia quotidiana alla sicurezza dei cittadini, un peso inaccettabile per l'economia della costa toscana, un grave limite nella funzionalità dell'intera rete viaria italiana;

    il decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76 «Decreto Semplificazioni», ha previsto il commissariamento dei lavori relativi all'adeguamento e alla messa in sicurezza dell'Aurelia tra Tarquinia e San Pietro in Palazzi, da realizzare immediatamente dopo la formalizzazione del Contratto di Programma 2021-2025 tra Anas e il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, in sostituzione del completamento dell'autostrada A12 sullo stesso tratto;

    il decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 162 «Decreto Milleproroghe», aveva previsto il passaggio da Sat-Aspi ad Anas della concessione per i suddetti lavori di adeguamento e messa in sicurezza dell'Aurelia tra Tarquinia e San Pietro in Palazzi;

    attualmente è in corso una trattativa economica tra Sat-Aspi ed Anas per la compensazione a Sat-Aspi dei mancati introiti successivi alla cancellazione del progetto di completamento dell'Autostrada A12 nel tratto compreso da Tarquinia e San Pietro in Palazzi, per la quale sono stati già stanziati i primi finanziamenti con la legge 30 dicembre 2021, n. 234, legge di bilancio 2022;

    nonostante la cancellazione del progetto di completamento dell'Autostrada A12, fin dal giugno 2011 è attivo presso il casello di Rosignano l'obbligo di pagamento di un pedaggio per i circa tre chilometri della tratta autostradale compresa tra San Pietro in Palazzi e Rosignano, ovvero di quello che avrebbe dovuto essere il primo segmento della tratta autostradale Rosignano-Civitavecchia che non verrà più completata e in sostituzione della quale è previsto l'adeguamento e la messa in sicurezza della relativa tratta dell'Aurelia;

    l'imposizione di un pedaggio per la tratta autostradale compresa tra Rosignano e San Pietro in Palazzi rappresenta una evidente incongruenza, a fronte dell'archiviazione del progetto di completamento della relativa tratta autostradale a sud di Rosignano, e l'imposizione di un balzello ingiustificato sia per le comunità della costa toscana sia per il traffico commerciale che si snoda lungo il corridoio tirrenico,

impegnano il Governo

ad adottare iniziative, per quanto di competenza, finalizzate alla cancellazione del pedaggio dovuto da coloro che percorrono i circa 3 chilometri di tratta autostradale compresa tra Rosignano e San Pietro in Palazzi e a includere, nella trattativa attualmente in corso tra Anas e Sat-Aspi, la definizione della compensazione a Sat-Aspi dei mancati futuri introiti del suddetto pedaggio, successiva alla cancellazione del progetto di completamento del tratto autostradale A12 compreso tra Tarquinia e San Pietro in Palazzi e alla sua sostituzione con i lavori di adeguamento e messa in sicurezza dell'Aurelia lungo lo stesso tratto.
(7-00841) «Andrea Romano, Braga, Gariglio, Morassut, Cantini, Pizzetti, Casu».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della salute, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:

   doveva essere il vaccino italiano contro il COVID-19, era stato annunciato come la soluzione per garantire all'Italia indipendenza vaccinale, rendendo l'Italia autonoma dalle consegne dall'estero, spesso in ritardo rispetto alla tabella di marcia fissata dalla Commissione europea, tanto da avere ottenuto l'impegno di finanziamenti per oltre 80 milioni di euro dallo Stato – cifra peraltro contenuta rispetto ad analoghi investimenti di altre nazioni europee – ma il percorso del vaccino messo a punto dalla biotech ReiThera Srl ha subìto intralci che ne hanno compromesso lo sviluppo;

   ufficializzato a gennaio 2021 con un contratto tra il Ministero dello sviluppo economico, Invitalia e la biotech laziale ed entrato trionfalmente in fase 2 di sperimentazione a marzo, Grad-Cov-2 (questo il nome del vaccino ad adenovirus messo a punto con la collaborazione dello Spallanzani) non è mai partito con la fase 3 della sperimentazione, quella operativa della inoculazione, nonostante sia stata autorizzata e pianificata;

   in base all'accordo sottoscritto il 17 febbraio 2021 era previsto un finanziamento statale di 49 milioni di euro: 41,2 milioni a fondo perduto e 7,8 milioni di finanziamento agevolato; ReiThera avrebbe investito 32 milioni. L'operazione prevedeva, inoltre, l'ingresso di Invitalia con 15 milioni nel capitale sociale della biotech (pari al 27 per cento delle quote);

   il 31 luglio 2020, l'AIFA aveva già autorizzato la sperimentazione di fase 1 di GRAd-CoV2 (a marzo 2021 lo studio di fase 2), per valutarne sicurezza e immunogenicità: il progetto è sostenuto da un finanziamento pubblico di 8 milioni di euro, stanziati dal Presidente della regione Lazio Zingaretti (5 milioni) e dal Ministero dell'università e della ricerca e Cnr (3 milioni), che si sommano ai 12 milioni già investiti da ReiThera; a coordinare lo studio l'istituto Lazzaro Spallanzani di Roma;

   come ricordato dall'azienda italiana in merito al vaccino che stava sviluppando, gli studi di fase 1 e 2 hanno dimostrato che il vaccino GRAd-CoV2 è «sicuro e ben tollerato negli adulti e negli anziani, così come nei soggetti con comorbidità, con tassi di sieroconversione contro Sars-CoV-2 superiori al 93 per cento dopo una singola dose e di oltre il 99 per cento con un regime a due dosi»;

   l'azienda di Castel Romano ha investito nell'area Gmp (Good manufacturing practices) con l'acquisto di tecnologie all'avanguardia, come i bioreattori a tecnologia monouso, in grado di supportare un volume di lavoro fino a 3.000 litri e grazie a questi strumenti sarebbe stato possibile produrre il vaccino su larga scala; il processo di produzione di GRAd-Cov2, inoltre, secondo quanto sostenuto dall'azienda italiana, «potrebbe essere facilmente trasferito a siti esterni per la produzione locale nei Paesi in cui la domanda di questo nuovo vaccino è maggiore»;

   a maggio 2021 la Corte dei conti ha bloccato il finanziamento pubblico per realizzare la fase 3 della sperimentazione del vaccino e avviarne la produzione industriale, chiedendo maggiori dettagli sull'investimento, ma da allora non si è saputo più nulla e lo sviluppo del vaccino è, di fatto, naufragato;

   l'azienda si era anche offerta di creare un polo produttivo dei vaccini in Italia, annunciato dallo stesso Ministro Giorgetti, ma anche di questo progetto ad oggi non c'è traccia;

   solo nelle ultime settimane sono emerse indiscrezioni su presunte pressioni russe per sperimentare il vaccino Sputnik: il 20 marzo 2021, infatti, viene inaspettatamente annunciato un primo accordo «per la collaborazione scientifica tra l'istituto Spallanzani di Roma e l'istituto Gamaleya di Mosca per valutare la copertura delle varianti di Sars-CoV-2 anche del vaccino Sputnik V»;

   nonostante Ema non abbia mai autorizzato lo Sputnik, tra le due strutture sanitarie ci sono stati numerosi scambi di dati «sensibili» relativi al COVID-19 e lo scorso gennaio lo Spallanzani ha reso nota la collaborazione con l'istituto Gamaleya di Mosca per realizzare uno studio comparativo sull'efficacia di Sputnik V contro la variante Omicron;

   secondo quanto riportato sul quotidiano Repubblica, che smentirebbe quanto, invece, si legge nell'articolo su medRxiv, il progetto con lo Spallanzani è stato, peraltro, finanziato «interamente dall'Italia»;

   ad aggiungere mistero, la notizia che due dei più importanti dirigenti dello Spallanzani, subito dopo l'avvio del protocollo, «sono andati via» anticipando la pensione o per cambiare lavoro la professoressa Maria Capobianchi, che per prima ha isolato il COVID-19 in Italia, e l'infettivologo Petrosillo, che ha curato i primi pazienti affetti da COVID-19; ma anche il direttore generale, Marta Branca; Ippolito, direttore scientifico; Roberto Noto, direttore amministrativo; Di Caro, responsabile del laboratorio di microbiologia; Nardacci, responsabile della microscopia elettronica; De Angelis, responsabile degli infermieri e Castilletti, responsabile dell'Unità virus emergenti; trasferimenti, probabilmente legati alle decisioni prese dalla Regione, che hanno, inevitabilmente, depotenziato l'istituto in un momento cruciale, sia per l'assistenza sanitaria, sia per la ricerca scientifica;

   e ancora va ricordata quella che l'interrogante giudica l'ostinazione con cui l'allora premier Conte ha tenuto sempre per sé la delega ai servizi nei suoi anni a Palazzo Chigi –:

   di quali informazioni disponga il Governo in merito ai fatti di cui in premessa e per quali motivazioni non si sia dato seguito né alla creazione di un polo produttivo dei vaccini in Italia, né alla fase tre di sperimentazione del vaccino ReiThera con lo stanziamento dei finanziamenti promessi;

   quali iniziative il Governo intenda assumere per fare piena chiarezza sulla grave vicenda, con particolare riguardo alle ragioni per le quali si sia deciso di consegnare il virus Sars-Cov-2 all'Istituto russo e alla eventuale sussistenza di pressioni esterne alla base della scelta di abbandonare la sperimentazione del vaccino italiano per puntare sul vaccino russo.
(2-01523) «Rampelli».

Interrogazione a risposta in Commissione:


   SURIANO, EHM e SARLI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il caso di sottrazione internazionale, di cui sono vittime il sig. Vincioni e sua figlia, si protrae ormai da oltre sei anni e le risposte fornite alle varie interrogazioni presentate fin dal 2017 sono risultate vaghe e inappropriate, prive di azioni utili da parte del Governo nel supportare i due cittadini italiani;

   in ambito comunitario precedenti identici hanno portato a conclusioni diametralmente opposte, come nel caso di un cittadino americano e della sua compagna francese dove l'autorità centrale statunitense e la Corte di cassazione francese, ritenendo dirimente il fatto che l'assenso al parto in Francia fosse stato dato dal padre considerandolo ovviamente temporaneo e quindi limitato nel tempo, hanno prontamente ritenuto essere la residenza abituale del minore in USA e ordinato il rimpatrio (sentenza n. 10-19.905 del 26 ottobre 2011);

   secondo l'articolo 12 del Regolamento europeo Bruxelles II Bis 2201/03 sarebbe stato possibilissimo dichiararsi competenti a statuire sulla bambina all'interno del procedimento di separazione a prescindere dalla residenza abituale;

   la separazione giudiziale incardinata in Italia è stata totalmente addebitata alla consorte per non aver fatto rientro nell'abitazione familiare in Italia dopo il parto (in primo e secondo grado), ma non le è stata tempestivamente riconosciuta alcuna responsabilità per la sottrazione di minore e oggi è rinviata a giudizio, sempre nelle Corti italiane, per sottrazione internazionale di minore;

   la Corte di Giustizia europea ritiene che la residenza abituale del minore corrisponda al luogo in cui si trova di fatto il centro della sua vita e raccomanda anche di individuare la residenza abituale del minore nel singolo caso di specie e non sono determinanti le origini del genitore e l'eventuale sua intenzione di tornare al Paese di origine, né la sola presenza fisica del minore in uno Stato, mentre hanno rilievo la cittadinanza del minore e l'intenzione di entrambi i genitori di stabilirsi con il minore in un Paese, manifestata attraverso circostanze esterne come l'acquisto di un alloggio. Ciò significa che per i neonati il centro di interessi dovrebbe individuarsi nel Paese in cui i genitori concordemente hanno deciso di abitare e progettare una vita familiare insieme;

   nel caso in oggetto, in Grecia è avvenuto solo il parto e la permanenza avrebbe dovuto essere limitata e temporanea, mentre erano in Italia le residenze sia anagrafiche che effettive di entrambi i genitori e la bambina sin dalla nascita aveva sia la cittadinanza italiana che la residenza anagrafica in Italia;

   in aula era presente l'avvocatura di stato ellenica a favore della propria connazionale ma era assente l'autorità italiana laddove era presente l'avvocatura inglese in favore del nostro connazionale;

   il nostro connazionale lamenta un atteggiamento irrispettoso da parte delle corti elleniche nei più elementari diritti del fanciullo e del padre che continua a non poter frequentare la minore e a ricevere le notifiche di cancelleria tramite chiamate e non per i mezzi idonei previsti dai Regolamenti comunitari –:

   se il Governo sia consapevole del gravissimo precedente, che ha avuto origine nell'ambito giudiziario del nostro Paese, proseguito sulla stessa «scorta interpretativa» anche in ambito Unione europea;

   se ritenga che l'autorità centrale, alla luce del pari operato dell'omologa statunitense in un caso identico, abbia penalizzato il nostro concittadino non veicolando in Grecia la sua richiesta di rimpatrio nel 2016;

   per quale ragione lo Stato italiano non abbia presentato delle memorie presso la Corte di giustizia europea e quali siano i criteri secondo i quali lo stesso Stato italiano scelga di non difendere un proprio connazionale all'estero;

   se ritenga di porre in essere un'azione diplomatica incisiva nei confronti della Grecia viste le palesi inadempienze in capo ai diritti della minore e di suo padre.
(5-08124)

Interrogazione a risposta scritta:


   BELOTTI e CAPITANIO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   sono trascorsi ormai più di cinque anni dalla pubblicazione sul sito internet della Presidenza del Consiglio dei ministri dell'avviso per il progetto Bellezz@-Recuperiamo i luoghi culturali dimenticati, con il quale si dava facoltà a tutti i cittadini di segnalare, entro il 31 maggio 2016, un luogo pubblico da recuperare, ristrutturare o reinventare per il bene della collettività o un progetto culturale da finanziare;

   dato l'alto numero di segnalazioni pervenute, nasceva una Commissione per la valutazione delle proposte, con il compito di predisporre un elenco degli interventi ammessi a finanziamento tramite il Fondo per lo sviluppo e la coesione per il periodo di programmazione 2014-2020 che prevede un investimento di 150 milioni di euro in totale;

   con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 27 settembre 2018 sono stati individuati, a fronte di 310 progetti presentati, 271 interventi finanziati con 150 milioni di euro, si è inoltre previsto un termine (inizialmente fissato al 14 maggio 2019 poi prorogato al 15 settembre 2019) entro il quale i proponenti avrebbero dovuto inviare una dichiarazione con i dettagli dell'intervento e si è nominata una Commissione per la verifica della completezza della documentazione trasmessa e la coerenza con il progetto;

   nel mese di maggio 2021 viene pubblicato il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 11 febbraio 2021, concernente gli enti attuatori degli interventi che accedono alla successiva fase di stipula delle convenzioni con il Ministero della cultura e, su 271 progetti presentati, solo 22 hanno superato l'esame della Commissione e si vanno ad aggiungere ai precedenti 20 già individuati dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 3 settembre 2019;

   attualmente, i 42 enti beneficiari sono ancora in attesa di sottoscrivere la convenzione, in seguito alla quale potranno avere inizio gli interventi di recupero, ristrutturazione e valorizzazione previsti dal bando;

   per tutti gli altri enti comunali si deve ancora concludere l'iter burocratico di valutazione della documentazione, poiché in una primissima fase valutativa la Commissione aveva riscontrato alcune criticità che tuttavia si riteneva potessero essere facilmente superate;

   gli interroganti non possono esimersi dal sottolineare che i continui avvicendamenti fra i membri della Commissione (come da decreti di volta in volta emanati a maggio 2019, ottobre 2019, dicembre 2019, settembre 2021 e, da ultimo, 8 aprile 2022) abbiano certamente concorso a rallentare i lavori della stessa. Trattandosi di una Commissione che può operare solo in presenza di tutti i commissari preposti, questi continui avvicendamenti hanno di fatto paralizzato l'attività di analisi delle numerose candidature pervenute;

   da informazioni ricevute da numerose amministrazioni che hanno spesso richiesto informazioni all'ufficio preposto presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, fino al mese di febbraio 2022 sembrava che la Commissione avesse pressoché ultimato l'analisi delle candidature e stilato un elenco delle criticità ricorrenti nonché delle linee guida utili, ove possibile, a permettere alle amministrazioni comunali di risolverle senza pregiudicare il buon esito della partecipazione;

   con le sostituzioni intervenute a marzo e ad aprile sembrerebbe si sia azzerato il lavoro svolto fino a quel momento e dunque si debba attendere che la Commissione, nella sua nuova formazione, riesamini tutte le candidature, una tela di Penelope;

   è necessario fornire ai candidati e all'opinione pubblica un cronoprogramma chiaro e celere per chiudere una questione annosa che, in questo momento particolare per il nostro Paese, congiuntamente agli interventi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), potrebbe essere una ulteriore azione di stimolo per la ripartenza economica e per la messa in sicurezza e valorizzazione del patrimonio storico artistico del nostro Paese –:

   quali iniziative il Governo intenda intraprendere per assicurare la piena riuscita di questo progetto e il rilancio dei restanti 229 borghi del Paese.
(4-12107)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazioni a risposta scritta:


   SARLI, SURIANO, EHM, CABRAS, MASSIMO ENRICO BARONI e MENGA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   l'associazione nazionale giuristi democratici agli inizi di maggio 2022 ha promosso un appello affinché si realizzino corridoi umanitari per gli obiettori di coscienza in Ucraina;

   dall'inizio dell'invasione russa, in Ucraina, è in vigore la legge marziale ed il divieto di lasciare il Paese per tutti gli uomini tra i 18 e i 60 anni;

   nella Federazione Russa, d'altra parte, è stata prevista la coscrizione obbligatoria dal 1° aprile al 15 luglio 2022 per i giovani tra i 18 e i 27 anni;

   la guerra sta investendo le popolazioni civili anche sotto questo aspetto;

   il divieto di espatrio per i cittadini ucraini di sesso maschile di età compresa tra i 18 ed i 60 anni, in vigore da oltre due mesi, sta determinando un aggravamento della situazione umanitaria dei profughi di guerra, composti nella quasi totalità da donne e minori;

   l'obiezione di coscienza al servizio militare deriva da principi e da ragioni secondo coscienza, incluse profonde convinzioni, emergenti da motivazioni religiose, morali, etiche, umanitarie;

   in particolare, la scelta non violenta ruota attorno al riconoscimento giuridico del diritto all'obiezione di coscienza dei giovani al servizio militare sul piano dell'opposizione morale e/o religiosa alla guerra e alla sua preparazione –:

   quali iniziative di competenza intenda intraprendere per favorire la costituzione di corridoi umanitari per gli obiettori di coscienza che vivono attualmente in Ucraina;

   se intenda adottare iniziative di competenza affinché siano garantite agli obiettori di coscienza che vivono attualmente in Ucraina tutte le informazioni sui protocolli di sicurezza e assistenza e sulle procedure di evacuazione, per assicurare un pieno accesso alle misure di protezione internazionale, tenuto conto che il decreto legislativo 19 novembre 2007, n. 251, prevede misure di protezione internazionale per i cittadini stranieri a cui sia stato riconosciuto lo status di rifugiato o il beneficio della protezione sussidiaria;

   se intenda adoperarsi affinché siano adottate misure in ambito internazionale per il trasferimento e per l'evacuazione degli obiettori di coscienza che vivono attualmente in Ucraina;

   se intenda adottare iniziative di competenza affinché vi sia un allentamento del divieto di lasciare il Paese, per permettere i ricongiungimenti familiari, ovvero per garantire permessi all'espatrio, anche temporanei, per ragioni di studio, di lavoro e di salute.
(4-12119)


   DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, BILLI, CECCHETTI, COIN, COMENCINI, FORMENTINI, PICCHI, RIBOLLA, SNIDER e ZOFFILI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   l'attuale disciplina dei Comites e Cgie, organismi di rappresentanza delle comunità degli italiani residenti all'estero, permette la presenza per cooptazione, a determinate condizioni, di cittadini stranieri di origine italiana in ragione del loro prestigio o del loro rapporto con peculiari realtà associative attive e riconosciute;

   in alcuni casi, tuttavia, questa possibilità genera significative distorsioni e sono segnalati abusi;

   si ha notizia, in particolare, di alcuni casi in cui la cooptazione ha privilegiato personalità di dubbia ascendenza italiana, e senza il requisito prescritto del rapporto con realtà associative realmente operanti, anche per difetto dei controlli necessari, tanto da parte dei Comites interessati, quanto delle competenti autorità consolari;

   tali circostanze si sarebbero recentemente verificate a vantaggio di due personalità residenti rispettivamente in Argentina e Brasile;

   in Argentina, tal Antonio Morello sarebbe entrato nel Cgie grazie alla propria appartenenza all'associazione Universitas Fuscalidi, malgrado questa non risulterebbe presente nel «Registro Nacional de Societades» e sia quindi priva del codice fiscale argentino senza il quale nessuna associazione può operare;

   nel caso brasiliano, un cittadino straniero, Felipe Salgado De Paula, sarebbe stato cooptato nel Comites di San Paolo, per mezzo dell'associazione Ital-Uil, riuscendo successivamente ad accedere anche al Cgie, senza possedere il requisito diretto della parentela entro il quarto grado diretto con un cittadino italiano;

   l'eventuale, possibile, estendersi del fenomeno snaturerebbe la rappresentanza delle comunità italiane all'estero –:

   se il Governo intenda assumere iniziative – e quali e in che tempi – per assicurare, controlli più efficaci sulle cooptazioni dei cittadini stranieri nei Comites/Cgie, sia sotto il profilo della loro effettiva ascendenza italiana, sia sotto quello del loro legame con realtà associative effettivamente operanti.
(4-12120)

CULTURA

Interrogazione a risposta scritta:


   CIRIELLI. — Al Ministro della cultura, al Ministro del turismo. — Per sapere – premesso che:

   il «Real polverificio Borbonico» è situato in un'area pressoché rettangolare su cui insistono numerosi edifici di diverse epoche inserite all'interno di un'area verde, che ne costituisce il parco, fu edificato da Ferdinando II di Borbone, penultimo re di Napoli, dal 1851, sostituì la Real Fabbrica di Polveri e Nitri di Torre Annunziata nella produzione di polvere da sparo, grazie anche alla posizione favorevole, prossima al Canale Conte di Sarno e ad un suo derivato il Canale Bottaro, e al contempo abbastanza lontano dal centro di Scafati da evitare pericoli per la popolazione in caso di incidenti esplosivi;

   si apprende da organi di stampa la notizia della richiesta da parte del Direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel di annettere all'area che è già inclusa nel detto Parco, anche la parte del Real Polverificio Borbonico che insiste nel territorio della città di Scafati, in provincia di Salerno;

   la richiesta sarebbe stata inviata alla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le province di Salerno ed Avellino, competente per la porzione del Polverificio che rientra nel territori del comune salernitano;

   il complesso monumentale in parola rappresenta un elemento di identificazione imprescindibile del territorio della città di Scafati e, quindi, della provincia di Salerno di cui costituisce un polo fondamentale per l'aggregazione culturale e un bene archeologico di memoria storica;

   il sindaco di Scafati dottor Cristoforo Salvati, proprio per la grande importanza che riveste il complesso monumentale, ha nominato un comitato per la salvaguardia e la promozione del Real Polverificio Borbonico indicando come Presidente il maestro Espedito De Marino;

   il Presidente del Comitato per la Salvaguardia e Promozione del Real Polverificio, Espedito De Marino, si sarebbe recato, insieme al sindaco della città di Scafati, Cristoforo Salvati, e parte dell'Amministrazione, presso gli uffici della Soprintendenza di Pompei per auspicare una collaborazione per un'azione di valorizzazione e salvaguardia dell'edificio monumentale in parola. A seguito dell'incontro sembrava essersi raggiunto un accordo in tale direzione che, tuttavia, sarebbe stato disatteso da parte di Zuchtriegel che avrebbe inviato qualche mese dopo una lettera alla dirigente della soprintendenza belle arti e paesaggio di Salerno e Avellino in cui si richiedeva la consegna dell'area del Polverificio, tale richiesta non sarebbe stata nemmeno preannunciata per garbo istituzionale all'amministrazione comunale di Scafati;

   tale complesso monumentale, inoltre, ha assunto una grande importanza anche in fase pandemica, infatti l'area del parcheggio del Polverificio è stata per mesi utilizzata dal distretto sanitario 61 per l'esecuzione dei tamponi drive-in –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative intenda intraprendere, per quanto di competenza, al fine di favorire l'intermediazione tra l'ufficio di Soprintendenza di Pompei e la Soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio per le province di Salerno e Avellino, anche per far sì che sulla salvaguardia e la promozione del Real Polverificio Borbonico sia valorizzato il ruolo e la presenza istituzionale del comune di Scafati.
(4-12124)

DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:


   CORDA, SPESSOTTO, CABRAS e VALLASCAS. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   mentre la Sardegna si prepara ad accogliere i primi turisti per l'imminente inizio della stagione estiva, lo Stato Maggiore della Difesa, con ordinanza del 5 maggio 2022, ha programmato alcune esercitazioni militari con un'interdizione che riguarda le aree di terra, lo spazio a mare e conseguentemente quello aereo;

   con decorrenza immediata è stata prevista l'interdizione, con divieto assoluto per qualsiasi attività, di ben 17 aree dell'isola per esercitazioni militari tra Villasimius e Muravera, tra queste le spiagge dorate di Cala Pira e Capo Ferrato, la spiaggia di Capo San Lorenzo e di Murtas;

   le esercitazioni si estenderanno ben oltre le aree del Poligono di Teulada, che ricopre circa 7.200 ettari, di Perdasdefogu, che si estende per 12.700, e di Capo Frasca, che occupa circa 1.200 ettari, normalmente sottoposte a servitù militare;

   si tratta di un dispiegamento imponente che prevede l'arrivo di oltre 4 mila uomini provenienti da 7 nazioni della Nato a bordo di oltre 65 navi, sottomarini, aerei ed elicotteri e che si qualifica come la più imponente esercitazione militare mai messa in campo, capace di mettere sotto assedio le coste dell'isola in uno scenario da guerra –:

   quali siano i motivi di questa imponente esercitazione militare e dell'interdizione di aree non sottoposte a servitù e come si intenda garantire la tutela ambientale dei luoghi;

   quando si intenda riprendere il percorso di dismissioni intrapreso da decenni e fissato negli ultimi accordi di programma.
(4-12112)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   FRAGOMELI, BOCCIA, BURATTI, CIAGÀ, DE MICHELI, SANI e TOPO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 4 del decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 13, trasposto nell'articolo 28-quater del decreto-legge 27 gennaio 2022, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2022, n. 25, al fine di assicurare una formazione adeguata in materia di salute e sicurezza, nonché di incrementare i livelli di sicurezza nei luoghi di lavoro, subordina per i lavori edili, aventi importo complessivo superiore a 70.000 euro e avviati successivamente al 27 maggio 2022, il riconoscimento dei benefìci fiscali alla condizione dell'indicazione, nell'atto di affidamento dei lavori, dell'esecuzione di questi ultimi da parte di datori di lavoro che applicano i contratti collettivi di lavoro del settore edile;

   l'obbligo di applicare i contratti collettivi nell'ambito dei lavori agevolati con i bonus edilizi riguarda pertanto anche i benefìci fiscali previsti dal cosiddetto Superbonus di cui all'articolo 119 del decreto-legge n. 34 del 2020;

   tale disposizione, seppure sia pregevolmente intesa ad elevare i livelli di sicurezza sul lavoro nel settore edile, rischia di penalizzare l'attività di società senza dipendenti come società general contractor e di società con soli dipendenti amministrativi, come le aziende produttrici di materiali che affidano la posa dei prodotti in subappalto;

   inoltre, sempre per la finalità della sicurezza nei cantieri, attualmente vige l'obbligo di presentazione del Piano sicurezza e coordinamento e della presenza del coordinatore in fase di progettazione ed esecuzione solo quando vi sono due o più imprese in cantiere, sia in appalto, sia in subappalto, ma a giudizio degli interroganti, sarebbe necessario prevedere, anche nei cantieri in cui opera una sola ditta, che venga presentato un piano per la sicurezza e venga attestata l'adeguata formazione sulla sicurezza degli operatori che entrano in cantiere –:

   al fine di garantire l'accesso ai bonus edilizi nel pieno rispetto della normativa sulla sicurezza nei cantieri, quale sia l'orientamento del Governo circa la possibilità di prevedere, anche in cantieri in cui opera un'unica impresa, l'obbligo della presentazione del piano sicurezza che attesti, tra l'altro, l'avvenuta formazione sulla sicurezza degli operatori che entrano in cantiere;

   se il requisito dell'applicazione del contratto collettivo nazionale di lavoro del settore edile possa ritenersi soddisfatto anche nel caso in cui l'iscrizione venga effettuata da ditte subappaltatrici in quanto responsabili dirette della formazione del personale che entra in cartiere, in tal caso specificando se si ritenga possibile che gli appaltatori principali, in assenza delle caratteristiche necessarie per essere iscritti alla cassa edile (immobiliari, general contractor, società produttrici di materiali), per poter rientrare nella filiera incentivata dai benefìci fiscali, possano inserire nei contratti di appalto e nelle fatture i riferimenti del contratto collettivo nazionale di lavoro dei relativi subappaltatori.
(5-08123)

Interrogazione a risposta scritta:


   CARETTA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   come emerso da una inchiesta giornalistica della testata MilanoFinanza, 1,3 milioni di italiani si sono interessati al mercato delle criptovalute, dal valore di 50 miliardi euro;

   sul punto, uno studio dell'Organismo Agenti e Mediatori (Oam) realizzato con l'Università Tor Vergata di Roma ha evidenziato come il 14 per cento degli italiani sia disposto a investire in criptovalute anche se privo di conoscenze tecniche su questo tipo di prodotto e i relativi mercati;

   nel caso della criptovaluta nota come «Bitcoin», si sono susseguite sette settimane di perdite continue, calo dovuto, come evidenziato dalla banca d'affari Morgan Stanley, a elevati livelli di speculazione;

   secondo il Rapporto Ocse del 2020, su 26 Paesi coinvolti nell'analisi dell'alfabetizzazione finanziaria degli adulti la media del punteggio è pari a 12,7, con un massimo di 21, che rappresenta il livello ottimale di conoscenza finanziaria di base — l'Italia con 11,1 punti si è classificata all'ultimo posto, con una particolare incidenza della disinformazione finanziaria nella fascia di popolazione più anziana;

   considerato dunque l'elevato livello di disinformazione, gli assetti legati alle criptovalute, altamente speculativi, possono essere visti da ignari cittadini o proposti a questi ultimi come occasioni di facile guadagno, con il rischio di bruciare interi risparmi senza che vi sia una effettiva consapevolezza in ordine al tipo di investimento portato a termine;

   stante il periodo di crisi economica attraversato dal Paese e considerati i preoccupanti livelli di alfabetizzazione finanziaria in Italia, è imperativo invertire la tendenza e innalzare gli standard di conoscenza dei mercati finanziari, anche in modo da elevare gli standard di vita nazionali –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative di competenza abbia intenzione di intraprendere per incrementare l'alfabetizzazione finanziaria dei cittadini italiani e contenere i rischi di truffe correlate a quanto riportato in premessa, in particolar modo a scapito delle persone anziane.
(4-12115)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta scritta:


   CIRIELLI e DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   dall'inchiesta giudiziaria sul caso Palamara è emerso l'eclatante aspetto del correntismo di controllare gli incarichi direttivi all'interno del sistema giudiziario, favorendo o dirottando le nomine sulla base della mera appartenenza correntizia e non per meritocrazia professionale;

   si inseriscono all'interno di questo distorto entourage i messaggi intercorsi tra Palamara e Anna Canepa, già vicepresidente dell'Associazione nazionale magistrati, sostituto procuratore presso la Procura nazionale antimafia ed esponente di Magistratura democratica, medesima corrente di altri importanti nomi come il dottor Giovanni Salvi, Procuratore generale della Cassazione e titolare dell'azione disciplinare nei confronti delle toghe, e il dottor Cascini, ora esponente di Area e componente della sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura (Csm) il cui nominativo è spesso emerso nelle chat di Palamara, ma nei cui confronti non è stato mai avviato alcun procedimento disciplinare, come invece accaduto in altri casi;

   nel luglio 2018, come emerge da organi di stampa, la dottoressa Canepa scrisse a Palamara per segnalargli che la commissione incarichi direttivi del Csm avrebbe deliberato la nomina del procuratore di Savona, riferendo che erano in corsa due colleghi, di cui precisa l'appartenenza correntizia, definendoli «2 banditi incapaci» e raccomandando il dottor Ubaldo Pelosi che, alla fine, venne nominato;

   si ricorda che la sezione disciplinare giudica nei procedimenti disciplinari contro i magistrati ordinari promossi dal Procuratore generale presso la Corte di cassazione o dal Ministro della giustizia per i fatti tipizzati di illeciti disciplinari di cui al decreto legislativo 23 febbraio 2006, n. 109;

   a seguito della trasmissione dalla Procura di Perugia alla Procura generale della Cassazione del materiale relativo alle conversazioni intercorse tra Palamara e altri esponenti dell'ordine giudiziario molti componenti del Csm, i cui nomi erano emersi nelle chat, si sono dimessi o sono stati sospesi e nei loro confronti sono state promosse azioni disciplinari;

   nei confronti della dottoressa Canepa non sarebbe stata promossa alcuna azione disciplinare sebbene in altri casi, apparentemente meno gravi, gli organi di stampa avrebbero riportato di trattamenti sanzionatori o l'avvio dell'azione disciplinare;

   quanto emerge dalla chat in questione sarebbe, ad avviso dell'interrogante, l'ennesima raccomandazione accompagnata dalla denigrazione immotivata degli altri concorrenti idonea, come accaduto, a condizionare l'esercizio delle prerogative consiliari;

   simile azione si connota di disvalore etico, deontologico e professionale, ad avviso dell'interrogante, sanzionabile anche a livello disciplinare. Costituirebbe, infatti, una violazione dell'articolo 10 del codice deontologico dei magistrati, secondo cui il magistrato non si serve del suo ruolo istituzionale o associativo per ottenere benefìci o privilegi per sé o per altri, ma soprattutto dell'articolo 2, comma 1, lettera d), del decreto legislativo n. 109 del 2006, che sanziona la condotta abitualmente o gravemente scorretta nei confronti di vari soggetti, in particolare di altri magistrati, essendo idonea a pregiudicare gli altri concorrenti;

   secondo quanto riportato dagli organi di stampa, il Csm nel caso richiamato avrebbe archiviato i fatti senza disporre la trasmissione degli stessi ai titolari del potere d'azione disciplinare;

   occorre richiamare la direttiva della Procura generale della Cassazione del 4 settembre 2020 che, enunciando i criteri di valutazione sull'esercizio dell'azione disciplinare per la trattazione delle procedure originate dagli atti trasmessi dalla Procura di Perugia, in relazione all'illecito di cui al citato articolo 2, stabilisce che «l'alternativa tra archiviazione e azione va sciolta privilegiando la seconda nei casi nei quali sussistano dubbi in ordine alla insussistenza degli elementi costitutivi dell'illecito [la gravità ovvero l'abitualità] e si imponga, quindi, una verifica da realizzare in contraddittorio con l'incolpato». Pertanto, «l'archiviazione per scarsa rilevanza del fatto, ai sensi del citato articolo 3-bis potrà essere pronunciata esclusivamente quando la stessa risulti evidente ...»;

   a distanza di anni dallo scandalo Palamara e nonostante la mole di materiale informativo acquisito, sono stati avviati pochi procedimenti disciplinari e, in molti casi in cui sarebbero evidenti i caratteri dell'interferenza illegittima, del metodo clientelare e correntizio, la condotta della raccomandazione, ad avviso dell'interrogante, è stata esaminata e, infine, considerata al pari di un comportamento lecito rimproverabile al più sul piano etico, pur presentando i caratteri dell'illecito disciplinare e, in taluni casi, anche di rilevanza penale –:

   di quali elementi disponga in ordine a quanto segnalato in premessa e quali iniziative, per quanto di competenza, di carattere normativo, intenda adottare al fine di salvaguardare il pieno rispetto dei princìpi costituzionali posti a fondamento del sistema di autogoverno della magistratura e del suo funzionamento.
(4-12118)

INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ SOSTENIBILI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CAON. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   la realizzazione della linea Sir 2 del tram-completamento del sistema intermedio a rete della città di Padova è stato ammesso al finanziamento con le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) destinate alla misura M2C2-4.2 sviluppo del trasporto rapido di massa, per un importo di 238 milioni di euro, alle quali si aggiungeranno ulteriori 97 milioni di euro di risorse nazionali;

   allo stato, il progetto della linea Sir 2 desta diverse perplessità con particolare riguardo a tre ordini di fattori, quali la tecnologia superata dei mezzi di trasporto da impiegare, la capacità produttiva dei mezzi e gli effetti che l'intervento produrrà sulla viabilità della città di Padova;

   in ordine ai primi due fattori di criticità i mezzi di trasporto della nuova linea dovranno necessariamente essere prodotti ex novo e, a quanto risulta da notizie a oggi non smentite, la ditta produttrice ha sospeso l'attività da circa un decennio;

   a differenza di quanto avvenuto con la linea attualmente esistente, la realizzazione della linea Sir 2 rischia seriamente di rendere più critica la viabilità cittadina, anziché agevolarla, per le caratteristiche e lo spazio disponibile sul tracciato in cui essa dovrebbe essere realizzata;

   il costo totale dell'opera che equivale a circa 20 milioni di euro a chilometro di monorotaia appare sproporzionato rispetto agli effetti concreti che dovrebbe produrre a regime, risultati che rischiano di non essere in linea con le finalità previste dal Pnrr –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti riportati in premessa e se, per quanto di competenza, intenda adottare iniziative in merito.
(5-08122)

Interrogazioni a risposta scritta:


   SAPIA. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   secondo notizie stampa, il 15 maggio 2022 due giovani coniugi originari di San Giovanni in Fiore, S.I. e V.L., hanno perso la vita a seguito di un incidente in moto sulla strada statale 107, vicino Camigliatello Silano e lungo un rettilineo nei pressi di una stazione di rifornimento carburanti, ubicata su un lato da cui si accede e nel contempo si esce, per quanto di diretta conoscenza dell'odierno interrogante;

   la strada statale 107 collega Paola, Cosenza e Crotone, attraversando l'altopiano della Sila con i suoi viadotti, le sue gallerie e le sue curve insidiose, anche in ragione delle rigidità climatiche del territorio;

   in un articolo apparso sulla testata giornalistica on line Nuova Cosenza, risulta, con riguardo all'anno 2006, che la suddetta strada fosse la settima più pericolosa d'Italia;

   con riferimento ai dati Aci dell'anno 2020, nella strada in predicato, per quanto concerne il tratto in provincia di Cosenza, si sono registrati 26 incidenti, di cui uno mortale, e 54 feriti;

   con riferimento ai dati dello stesso anno, lungo la 106 Jonica, detta «la strada della morte», sempre nel tratto ricadente nella provincia di Cosenza si sono registrati, invece, 28 incidenti, di cui uno mortale, e 52 feriti;

   come da notizie stampa, nel corso degli anni le condizioni di sicurezza della strada statale 107 hanno suscitato e suscitano perplessità e preoccupazioni diffuse, dati anche gli incidenti o i problemi di circolazione veicolare che conseguono a precipitazioni nevose, pure segnalati sul sito Internet Stradeanas.it –:

   se siano stati eseguiti o previsti interventi di miglioramento dell'aderenza dell'asfalto;

   se siano in previsione progetti, e all'uopo quali risorse si possano utilizzare o reperire, di ammodernamento, tramite modifiche del tracciato e di aumento della sicurezza lungo la strada in questione, in particolare nel tratto da Cosenza fino a Crotone;

   se con urgenza non intenda promuovere interventi che garantiscano l'accesso sicuro agli spazi in cui si trovano le stazioni di rifornimento di carburanti adiacenti alla strada statale 107 e se vi siano, o si prevedano di introdurre, apposite misure di controllo della regolarità della circolazione veicolare nei pressi di codesti impianti.
(4-12116)


   NOVELLI e MAZZETTI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   il cavalcavia sulla SP 71, che ricade sul territorio comunale di Santa Maria la Longa (Udine) e sul comune di Bicinicco, e collega la frazione di Felettis a Palmanova, ha subito nel 2017 un intervento di riqualificazione a seguito di un pesante danneggiamento avvenuto nel 2015;

   a seguito del suddetto danneggiamento, in questi anni la viabilità, compreso il traffico pesante, si è inevitabilmente spostata in altre aree, interessando fortemente anche il comune limitrofo di Gonarz, con un traffico veicolare e di camion che si trova a passare accanto ad abitazioni e scuole, con tutto quello che ciò comporta in termini di sicurezza e di inquinamento;

   l'intervento del 2017 di modifica di questa infrastruttura strategica per la viabilità, ha comportato la modifica della percorribilità del cavalcavia che, ancora oggi, risulta essere regolato da un impianto semaforico e percorribile a senso alternato, in quanto la carreggiata è ristretta e si può transitare solo con un veicolo per volta;

   l'impianto semaforico situato in prossimità del restringimento di carreggiata in cima al cavalcavia, comporta notevoli difficoltà in caso di sosta e ripartenza, tanto da costringere il traffico pesante a sostare alla base della rampa di salita in attesa di percorrere il tratto. Ne consegue una situazione di pericolo in quanto molti automobilisti nel vedere i mezzi pesanti sostare alla base del manufatto, compiono sorpassi azzardati e pericolosi per portarsi a ridosso del semaforo;

   purtroppo a distanza di cinque anni dal suo danneggiamento, la modifica della viabilità con relativo senso unico alternato, è l'unico intervento, che doveva essere solo provvisorio, realizzato ad oggi sull'infrastruttura;

   nei mesi scorsi i Consigli comunali di Bicinicco e di Santa Maria la Longa hanno approvato all'unanimità delle mozioni per impegnare sindaco e giunta ad adottare tutte le iniziative utili a migliorare le condizioni di percorribilità del cavalcavia sulla SP 71;

   peraltro, attualmente sono in corso lavori di realizzazione del nuovo svincolo stradale nel comune di Palmanova, frazione di San Marco, con la nuova viabilità che, presumibilmente dal 2023, sostituirà l'attuale svincolo con transito regolato da passaggio a livello, e tale nuovo svincolo comporterà inevitabilmente un aumento del traffico anche in direzione Felettis –:

   quali iniziative, per quanto di competenza e di concerto con gli enti territoriali, si intendano adottare al fine di prevedere la realizzazione di un nuovo cavalcavia, e comunque di individuare le migliori soluzioni progettuali volte garantire i necessari standard di sicurezza e il ripristino della viabilità dei territori interessati dal cavalcavia sulla SP 71, garantendo al contempo anche il transito del traffico.
(4-12123)

INTERNO

Interrogazione a risposta orale:


   PORCHIETTO, MAZZETTI, GIACOMETTO, ANNA LISA BARONI, MUSELLA e SORTE. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il 13 maggio circa 4.000 comuni italiani hanno ricevuto una Pec dal Ministero dell'interno con la quale si comunica la possibile revoca dei contributi per 4.667 piccole opere da realizzare ai sensi dell'articolo 1, comma 29 e seguenti, della legge n. 160 del 2019 (legge di bilancio 2020);

   con questa legge era stata prevista, per ciascuno degli anni dal 2020 al 2024, l'assegnazione ai comuni, nel limite complessivo di 500 milioni di euro annui, di contributi per investimenti in materia di efficientamento energetico, messa in sicurezza di strade ed edifici pubblici e abbattimento delle barriere architettoniche. Tali somme sono state implementate di ulteriori 500 milioni per l'anno 2021;

   si tratta delle risorse della cosiddetta «norma Fraccaro», poi confluite all'interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Tali fondi sono vincolati al rispetto da parte dei comuni di una serie di rigidi adempimenti burocratici (comunicazione del codice unico di progetto da associare al finanziamento, inserimento dei dati nel sistema di monitoraggio delle opere pubbliche della banca dati delle pubbliche amministrazioni – Bdap) e soprattutto di un cronoprogramma in termini di inizio lavori che per il 2021 è stato fissato al 31 dicembre 2021;

   il timing, disegnato dalla manovra 2020 e modificato dal «decreto-legge Pnrr» (decreto-legge n. 152 del 2021) ha previsto che il 50 per cento delle risorse venga erogato previa verifica dell'avvenuto inizio dell'esecuzione dei lavori, mentre il restante 50 per cento sarà messo in pagamento previa trasmissione al Ministero dell'interno del certificato di collaudo o di regolare esecuzione rilasciato dal direttore dei lavori (45 per cento) e previa verifica della completa alimentazione del sistema di monitoraggio (5 per cento);

   a non aver implementato la Bdap non sono solo i piccoli comuni, ma anche città metropolitane come Milano, Roma, Napoli, Palermo e Bari. Altri comuni come Bologna, Trento, Trieste, Piacenza, Reggio Emilia, Firenze, Ancona, Caserta sono solo parzialmente in regola, perché non tutte le opere inserite sulla Bdap risultano con data di aggiudicazione e/o avvio lavori entro la scadenza. Per alcuni vengono revocati i contributi sia del 2020 che del 2021 e l'importo totale delle revoche è di ben 498 milioni di euro;

   il Ministero ha precisato che si tratta di un atto necessario che non pregiudica il successivo finanziamento delle opere, ma è soltanto diretto a consentire agli enti interessati di regolarizzare le procedure di monitoraggio e di rendicontazione, essenziale per la successiva erogazione delle risorse;

   diverse amministrazioni comunali segnalano di aver inserito i dati in Bdap, altre lamentano la complessità delle procedure burocratiche e la ristrettezza dei tempi di esecuzione. Peraltro, gli interroganti sollevano perplessità sul fatto che siano così numerose le amministrazioni inadempienti; ove la situazione non fosse sanata, le amministrazioni dovrebbero restituire gli acconti già ricevuti –:

   quali iniziative intenda adottare per superare la situazione esposta in premessa e, in particolare, se non ritenga opportuno adottare iniziative per prorogare i termini di caricamento dei dati in Bdap ed emanare disposizioni che consentano una tempestiva e agevole definizione delle procedure necessarie ad ottenere le risorse per le piccole opere previste dell'articolo 1, comma 29, della legge n. 160 del 2019 (legge di bilancio 2020).
(3-02976)

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

I Commissione:


   D'ETTORE. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il 2 febbraio 2018 l'Assemblea regionale della Calabria ha approvato la legge regionale n. 2 che, a seguito di due deliberazioni, rispettivamente dei Consigli comunali di Rossano (n. 1 del 16 gennaio 2015) e di Corigliano (n. 3 del 1° febbraio 2016), ed un referendum obbligatorio consultivo (dove ha prevalso di gran lunga il «sì») nei due comuni svoltosi il 22 ottobre 2017, ha istituito, a decorrere dal 31 marzo 2018, il comune unico Corigliano-Rossano, derivante dalla fusione di Corigliano Calabro e Rossano;

   con decreto prefettizio n. 23594 del 23 marzo 2018 è stato nominato, secondo quanto prevede la legge 7 aprile 2014, n. 56, il commissario per il nuovo comune Corigliano Rossano sino alle elezioni del sindaco e del consiglio del nuovo comune, che si sono svolte a maggio del 2019;

   a distanza di due anni e nove mesi dall'insediamento dell'Amministrazione eletta del nuovo comune, l'Amministrazione stessa non ha ancora provveduto a dotarsi del nuovo statuto e quindi alla sua approvazione da parte del Consiglio comunale, nonché di assicurare adeguate forme di collegamento, di partecipazione e di decentramento dei servizi alle comunità di origine dei due comuni, attraverso l'istituzione di municipi che potrebbero essere dotati di organi eletti;

   tutti i provvedimenti di giunta, compresi quelli riguardanti la «macchina amministrativa», sono stati adottati sulla base dello «Statuto e del regolamento di funzionamento del consiglio comunale del comune di maggiore dimensione demografica tra quelli estinti» (articolo 1, comma 124, lettera c) della legge 7 aprile 2014), con il rischio della loro delegittimazione se dovessero risultare «incompatibili» con i principi che accompagnano il processo di fusione;

   all'Amministrazione comunale il Ministero dell'interno ha fatto pervenire, ad aprile scorso, una «nota di diffida» per il mancato «varo» dello Statuto, mentre il nuovo comune si potrà fregiare, dal 15 aprile 2022, dell'onorificenza di città, titolo decretato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha accolto la proposta del Ministro dell'interno, uno dei momenti significativi del processo di fusione –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, il Ministro interrogato intenda adottare, con particolare riferimento alla nomina di un commissario (di cui al comma 149 dell'articolo 1 della legge n. 56 del 2014) che, con i poteri sostitutivi, possa varare quanto previsto dalla vigente legislazione nazionale e regionale ed evitare che la reiterata inadempienza rischi di privare la comunità della prerogativa di esercitare la propria autonomia, oggi costituzionalmente garantita.
(5-08125)


   MARCO DI MAIO e GADDA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il settore ortofrutticolo è soggetto a una grave carenza di manodopera: nell'intero territorio nazionale e, in particolare, nel forlivese la produzione primaria della filiera, che coinvolge importanti sistemi di gestione, lavorazione e produzione, rischia di scomparire;

   la causa è da ritrovarsi non nella qualità dei terreni, pienamente fruttiferi, ma nella carenza di personale per diradare, potare e raccogliere, eppure, il momento della raccolta rappresenta il frutto di investimenti economicamente rilevanti dell'intero anno di attività agraria;

   di fatto, rispetto a tre anni fa, si è registrato un calo del 30 per cento della forza lavoro; rispetto agli anni ancora precedenti, la contrazione di personale è pari addirittura al 50 per cento; riduzioni, queste, che hanno contribuito all'abbandono delle produzioni intensive tipiche dell'Emilia-Romagna da parte degli agricoltori;

   secondo un rapporto di Confagricoltura Emilia-Romagna, nell'anno corrente servirebbero 5 milioni di giornate lavorative per soddisfare il fabbisogno dei frutteti emiliano-romagnoli. La realtà dice che, nei fatti, ce ne saranno poco più di 3 milioni;

   a fronte dell'inesistenza della manodopera italiana, l'unica soluzione è il ricorso a quella straniera, che dovrebbe essere garantita dai decreti che regolano l'ingresso in Italia per motivi di lavoro di cittadini stranieri provenienti da Albania, Africa ma anche dall'Ucraina, neanche i cosiddetti «decreti flussi» riescono però a soddisfare le necessità del settore ortofrutticolo: a fronte di una richiesta di 900 lavoratori per l'area di Forlì e Cesena per il 2022, valida per tutti i settori stagionali - compreso il turismo, ne sono stati autorizzati solo 200;

   anche nel 2021, i flussi autorizzati corrispondono a circa il 25 per cento del totale richiesto –:

   alla luce delle problematiche evidenziate in premessa, se non si ritenga di valutare la possibilità che venga adottato un nuovo «decreto flussi» e secondo quali tempistiche.
(5-08126)


   MAGI e GEBHARD. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   dal 5 al 9 maggio 2022 si è svolta a Rimini l'adunata nazionale degli Alpini; sia durante il raduno, sia nei giorni successivi, numerose sono state le denunce di comportamenti sessisti che si sono talvolta concretizzati in vere e proprie molestie ai danni di giovani donne, anche durante il proprio turno di lavoro;

   le attiviste del movimento Non una di meno hanno consegnato al sindaco di Rimini un plico con le oltre 500 segnalazioni ricevute, alle quali si aggiungono le denunce formali sulle quali la Procura di Rimini ha aperto un fascicolo contro ignoti;

   secondo le testimonianze riportate da alcuni articoli di stampa, inoltre, in alcuni casi le forze dell'ordine, pur testimoni di questi atteggiamenti, non sono intervenute;

   già in occasione dell'adunata di Trento nel 2018, la stampa aveva portato all'attenzione questo tipo di comportamenti sessisti nei confronti di numerose giovani donne, il che aveva portato l'Associazione nazionale alpini (Ana) a emanare una nota con la quale si era dissociata da tali episodi; stesso copione si era svolto a L'Aquila nel 2015, dove la denuncia di una giovane ha portato nel 2019, alla condanna in primo grado di due uomini che avevano abusato di lei; le indagini sono state complesse a causa della difficoltà, in queste situazioni, di risalire all'identità dei responsabili;

   l'Ana, dopo un'iniziale presa di posizione a difesa del Corpo degli alpini in cui si incolpavano infiltrati con cappello alpino «taroccato» e si giudicavano non attendibili le denunce non formalizzate, ha fatto «dietrofront», affermando che l'associazione farà di tutto, insieme alle forze dell'ordine, per individuare e sanzionare i responsabili;

   la reiterazione di tali episodi ai danni di giovani donne però sembra evidenziare come non vi sia stata una vera e propria presa di coscienza da parte delle autorità competenti e come non siano state messe in campo azioni volte a fare in modo che non si ripetessero situazioni di tale gravità che proiettano un'ombra non solo sull'evento e i messaggi che esso veicola ma anche sull'intero Corpo degli alpini –:

   se ritenga che, nella gestione dell'ordine pubblico della manifestazione, siano state adottate tutte le opportune misure volte ad evitare quanto accaduto, anche sulla scorta degli episodi verificatisi nei precedenti raduni, e quali iniziative intenda adottare al fine di evitare che essi si ripetano alla prossima adunata prevista a Udine nel 2023.
(5-08127)


   CECCANTI e UBALDO PAGANO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   in data 16 novembre 2021, la presentazione delle contestuali dimissioni di 17 consiglieri comunali su 32 ha determinato lo scioglimento del consiglio comunale di Taranto e la nomina di un commissario straordinario, nelle more dello svolgimento delle consultazioni elettorali per il rinnovo dell'assemblea consiliare del prossimo 12 giugno;

   in data 14 ottobre 2021, il consigliere comunale Cosimo Ciraci, uno dei tre componenti della Commissione elettorale comunale (Cec), ha rassegnato le proprie dimissioni da consigliere per assumere la carica di assessore; contestualmente, il Consiglio ha preso atto delle dimissioni di Ciraci e ha proceduto alla relativa surroga, omettendo però di dichiararne la decadenza da componente della Cec;

   il segretario generale del comune di Taranto, con nota del 22 marzo 2022, ha chiesto alla prefettura di Taranto un parere in ordine alla corretta composizione della Cec, chiedendo nello specifico se il consigliere dimessosi, ma non decaduto formalmente, potesse prendere parte alla suddetta commissione;

   indipendentemente dalla facoltà del consigliere Ciraci di mantenere lo status di componente della Commissione, è da rilevare che, in seguito alle dimissioni ultra dimidium che hanno determinato lo scioglimento del comune e ritenendo decaduto il consigliere Ciraci da componente della Cec, la stessa commissione è allo stato attuale composta esclusivamente da consiglieri facenti parte della maggioranza che ha determinato lo scioglimento del Consiglio;

   i due componenti attuali della Cec, inoltre, sarebbero candidati in liste facenti parte della medesima coalizione, opposta a quella del sindaco uscente;

   come previsto dal decreto del Presidente della Repubblica n. 223 del 1967, alla Cec sono assegnati delicati compiti in materia di procedimento elettorale, tra cui quello di provvedere alla tenuta e revisione dell'albo delle persone idonee all'ufficio di scrutatore di seggio elettorale, nonché di provvedere alla nomina degli scrutatori stessi;

   a presidio dei necessari princìpi democratici che devono informare la composizione di un organo avente tali funzioni, il medesimo decreto del Presidente della Repubblica prevede espressamente (articolo 13, comma 2) che «nella commissione deve essere rappresentata la minoranza» consiliare –:

   se ritenga che l'attuale composizione della commissione elettorale comunale di Taranto non soddisfi i requisiti di legge, nella misura in cui l'assenza di componenti appartenenti alla minoranza consiliare possa pregiudicare il corretto svolgimento dei compiti assegnatigli dalla legge, con particolare riguardo alla nomina degli scrutatori, e quali eventuali iniziative di competenza, anche di carattere normativo, intenda assumere in relazione a quanto esposto in premessa.
(5-08128)


   MONTARULI e PRISCO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   dati statistici evidenziano, al 16 maggio 2022, la presenza di 14.764 immigrati sbarcati sulle coste italiane a decorrere da inizio anno;

   nello stesso periodo di riferimento, nel 2021, si contavano 13.168 immigrati sbarcati, mentre nel 2020, 4.305;

   nella sola isola di Lampedusa dal 12 maggio, secondo quanto riportato dagli organi di stampa, sarebbero sbarcate circa 1.500 persone, ancora oggi in attesa di essere smistati nell'hotspot di contrata Imbriacola; al momento sono il quadruplo rispetto al numero effettivamente sostenibile;

   i numeri riportati dal Ministero dell'interno nella documentazione relativa al cruscotto statistico giornaliero, sono allarmanti sotto molteplici aspetti: la tenuta degli hotspot, la gestione complessiva dei flussi immigratori regolari, l'assenza di un contrasto all'immigrazione irregolare e, in particolare, alla criminalità che li gestisce; è a rischio la credibilità dell'Italia nello scenario europeo ed internazionale, la gestione della sicurezza interna, la tutela della salute dei singoli e pubblica, i tempi e le modalità di distinzione e verifica di coloro che sono meritevoli di protezione da chi invece non ne ha diritto, l'assenza di un concreto, efficace sistema di rimpatrio per chi accede illegalmente al nostro territorio, il processo di integrazione, assai complicato, in assenza di un rigore nei confronti di chi non rispetta le regole di accesso al territorio italiano ed europeo;

   in tale contesto, la Francia si appresta a rafforzare i controlli sulla propria frontiera, per limitare i trasferimenti secondari di chi è in attesa di verifica dei requisiti di protezione o asilo nel Paese di primo approdo a cui l'Italia ha acconsentito, anche tramite la firma del cosiddetto Trattato del Quirinale che dovrà essere ratificato dal Parlamento;

   sul controllo più efficace dei confini esterni dell'Unione europea vi è anche un esplicito richiamo all'Italia da diversi Paesi membri; gli accordi di Malta sbandierati dal Governo come soluzione per ridistribuire in Europa gli immigrati illegali, si sono rivelati un totale fallimento;

   è improcrastinabile bloccare le partenze nei Paesi di provenienza, con accordi per contrastare i trafficanti di uomini, e procedere sul posto alla verifica dei requisiti di protezione o asilo, attraverso accordi specifici con gli Stati terzi –:

   quali siano le iniziative previste per affrontare l'emergenza sbarchi e per attivarsi in sede europea per l'attuazione del blocco navale nel Mediterraneo, attraverso la verifica dei requisiti di protezione o asilo sul posto e specifici accordi con gli Stati terzi.
(5-08129)


   TONELLI, BORDONALI, DI MURO, FOGLIANI, IEZZI, INVERNIZZI, RAVETTO, STEFANI e ZIELLO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il 4 ottobre 2019 all'interno della Questura di Trieste, Alejandro Augusto Stephan Meran, sottratta l'arma di servizio ad uno degli agenti che lo scortavano, uccise barbaramente a colpi di pistola due giovani poliziotti, Matteo Demenego e Pierluigi Rotta, ferendone altri sette durante il tentativo di fuga;

   fortunatamente l'uomo, ritenuto altamente pericoloso e ancora armato, fu poi immobilizzato poco dopo l'uscita dal palazzo, grazie all'immediato intervento di altri agenti, ma le immagini della drammatica sparatoria e poi della fuga misero sotto shock l'intero Paese;

   il 6 maggio 2022 in Corte d'Assise di Trieste si è celebrato il processo a carico di Alejandro Augusto Stephan Meran, accusato del duplice omicidio, il quale è stato assolto per aver commesso il fatto in stato di non imputabilità «per vizio totale di mente»;

   per effetto dell'assoluzione, come anche denunciato dal padre dell'agente Matteo Demenego, le famiglie dei due giovani agenti caduti in servizio e brutalmente uccisi a sangue freddo saranno costrette a pagare tutte le spese processuali per un valore di circa 35 mila euro ciascuna, senza alcun rimborso o risarcimento da parte dello Stato;

   dopo l'assoluzione, di per sé già dolorosa per i familiari delle vittime e tutti i rappresentanti delle forze dell'ordine che quotidianamente svolgono il proprio dovere a rischio della propria vita, la notizia delle spese processuali a totale carico delle famiglie dei due agenti, uccisi in servizio, ha legittimamente provocato enorme rabbia e sdegno anche tra l'opinione pubblica;

   questa sentenza mette in luce ancora una volta un grande problema, ossia come, a fronte di un fatto omicidiario di inaudita violenza, le famiglie delle vittime, in particolare delle forze dell'ordine maggiormente esposte in ragione del servizio reso alla comunità, non trovano alcun tipo di tutela né in termini di risarcimenti né in termini di spese processuali –:

   quali iniziative di competenza, anche di carattere normativo, intenda attivare al fine di prevedere adeguate forme di risarcimento e di rimborso delle spese legali a favore dei familiari degli agenti di polizia vittime di reati violenti durante il servizio anche nei procedimenti che si concludono con l'assoluzione del reo per ragioni di non imputabilità.
(5-08130)


   SARRO e PRESTIGIACOMO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il 15 maggio 2022 «La Romantica», opera in marmo rosa dello scultore Franco da Messina, sita nel centro storico della città di Catania, è stata sfregiata da vandali non ancora identificati;

   in realtà, si tratta soltanto di uno dei numerosi atti di vandalismo e di devastazione urbana che, da ormai troppo tempo, si verificano nei centri storici di tutte le città italiane, destando allarme sociale e preoccupazione per la salvaguardia del nostro unico patrimonio artistico e culturale: monumenti sfregiati, muri imbrattati, automobili danneggiate e cartelli della segnaletica verticale divelti, sono solo alcuni degli episodi vandalici perpetrati e denunciati dai residenti;

   questa costituisce, dunque, una vera e propria emergenza sociale che i cittadini ritengono ormai intollerabile, come evidenziato dall'elevato numero di esposti presentati da quanti di loro si sono trovati, con crescente assiduità, ad assistere a scene indecorose in luoghi pubblici e che, pertanto, non può più essere ignorata dalle istituzioni –:

   se sia a conoscenza dei fatti riportati in premessa e quali iniziative di competenza, in specie di natura amministrativa, intenda intraprendere al fine di introdurre più adeguate misure volte a scongiurare il perpetrarsi di atti di vandalismo e devastazione urbana e, così facendo, incrementare il livello di sicurezza non soltanto di Catania ma di tutte le città italiane.
(5-08131)


   ALAIMO e BALDINO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   secondo i dati dell'Osservatorio nazionale sull'adolescenza, istituito presso il Dipartimento per le politiche della famiglia, il 6,5 per cento dei minorenni fa parte di una banda, il 16 per cento ha commesso atti vandalici, e 3 ragazzi su 10 hanno partecipato ad una rissa;

   in diverse città, la criminalità di gruppo è motivo di allarme; questi gruppi prendono talvolta come esempio i modelli delle bande sudamericane o, anche, quelli proposti dalle serie televisive, hanno uno o più leader carismatici e spesso si accaniscono contro i coetanei o, comunque, contro chi percepiscono come vulnerabile e talvolta bevono e fanno uso di sostanze stupefacenti;

   il fenomeno è trasversale e non sempre associato a situazioni di disagio sociale: talvolta i protagonisti appartengono a famiglie di rango sociale elevato e, in tali casi, l'ambiente non degradato, ma assolutamente agiato, li spinge a tenere comportamenti connotati da «prepotenza ed arroganza» per sconfiggere la noia giornaliera, anche per attirare su di sé l'attenzione dei genitori, talvolta, non molto presenti nel loro percorso di crescita;

   anche nella città di Palermo, negli ultimi mesi, si sono succeduti numerosi episodi di furto e atti vandalici ai danni degli istituti scolastici e, purtroppo, questi hanno registrato un trend crescente negli ultimi anni; l'aggravamento della situazione si è registrato in concomitanza con la chiusura dovuta all'emergenza epidemiologica e, solo nel 2020, si sarebbero verificati ben 52 eventi criminosi in 40 plessi scolastici –:

   se il Ministro interrogato non ritenga opportuno adottare ogni iniziativa normativa utile per arginare il fenomeno illustrato in premessa, attraverso l'implementazione dei servizi di controllo finalizzati a contrastare tali episodi criminali e violenti, anche al fine di garantire la sicurezza dei cittadini.
(5-08132)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   MONTARULI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nelle scorse ore, moltissimi comuni in tutta Italia, circa quattromila, avrebbero, ricevuto una comunicazione tramite poste elettronica certificata, da parte della Direzione per la finanza locale del Ministero dell'interno, relativa all'avvio del procedimento di revoca dei finanziamenti per opere di efficientamento energetico e messa in sicurezza di scuole ed edifici pubblici relativi agli anni 2020 e 2021, di cui alla legge 27 dicembre 2019, n. 160;

   le contestazioni rivolte agli enti sarebbero quelle di aver avviato le opere oltre i termini previsti, non aver provveduto ad utilizzare, nei termini previsti, il finanziamento concesso, in quanto non risulterebbero codici unici di prenotazione (Cup) associati al finanziamento stesso, non aver provveduto ad utilizzare parzialmente il finanziamento concesso ovvero non aver proceduto al corretto inserimento dei dati nel sistema di monitoraggio previsto per la rendicontazione;

   i comuni interessati avrebbero a disposizione quindici giorni di tempo per formulare le loro controdeduzioni, al fine di evitare che i progetti finanziati subiscano delle interruzioni a causa della restituzione dei fondi;

   gli interventi in parola sono strategici per lo sviluppo dei comuni, specie per quelli più piccoli che faticano notevolmente a progettare opere importanti con le sole risorse disponibili a bilancio: si tratta di interventi per l'efficientamento energetico, l'installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, opere per lo sviluppo territoriale sostenibile, messa in sicurezza di scuole, edifici pubblici e patrimonio comunale e per l'abbattimento delle barriere architettoniche;

   è inaccettabile e gravemente lesivo, a parere dell'interrogante, revocare finanziamenti per aspetti burocratici o di rendicontazione, soprattutto in un momento storico in cui i comuni italiani versano in stato di particolare criticità, reduci da un'emergenza epidemiologica che ha prodotto nuove incombenze, tra cui la progettazione per attingere a risorse previste nel Piano di ripresa e resilienza (Pnrr) e, contestualmente, limitato il personale in servizio per motivi di carattere sanitario –:

   quali siano le intenzioni del Ministero al riguardo e se non ritenga utile adottare un'iniziativa urgente per consentire ai comuni italiani in difficoltà di avviare i cantieri relativi alle opere di cui in premessa nel corso dell'anno corrente, in deroga ai termini inizialmente previsti, evitando penalità di qualsiasi genere.
(5-08121)

Interrogazione a risposta scritta:


   DEL SESTO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la strada provinciale 330 – nel tratto compreso tra Dragoni ed Alife – e la 331 – nel tratto tra Alife e Piedimonte Matese – in provincia di Caserta, risultano caratterizzate da precarie condizioni di sicurezza;

   nel corso degli ultimi anni, tali strade provinciali – già strada statale 158 – sono state funestate da diversi incidenti gravi, di cui alcuni mortali;

   lungo i menzionati assi viari provinciali sono presenti numerose abitazioni, attività commerciali ed artigianali; pertanto, residenti ed esercenti sono seriamente preoccupati, poiché continuamente esposti a gravi rischi per la propria incolumità e per quella dei propri clienti;

   inoltre, gli stessi tratti, carenti di marciapiedi e di illuminazione pubblica, vengono percorsi quotidianamente anche da pedoni e da ciclisti;

   va considerata la situazione di grave pericolosità, causata, soprattutto, dal mancato rispetto dei limiti di velocità, in assenza di dissuasori e di apparecchiature digitali per il rilevamento automatico delle violazioni;

   interpellata sulla questione, anche la provincia di Caserta, Dipartimento area tecnica – Settore viabilità – Servizio manutenzione, la quale, con nota del 5 luglio 2021, riferiva che l'eventuale installazione delle suddette apparecchiature digitali, sui tratti stradali extraurbani secondari di competenza provinciale, sarebbe stata consentita solo previa autorizzazione prefettizia;

   occorre tener conto dei numerosi incidenti stradali, verificatisi anche nelle scorse settimane con gravi danni a persone e cose –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative intenda adottare, per quanto di competenza, per garantire maggiore sicurezza stradale delle strade provinciali 330 e 331, nei tratti compresi nei territori comunali di Dragoni, Alife e Piedimonte Matese, in provincia di Caserta.
(4-12122)

ISTRUZIONE

Interrogazioni a risposta scritta:


   LUCENTINI e MARCHETTI. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   con avviso pubblico del 2 dicembre 2021 n. 48048 sono stati messi a bando euro 800.000.000,00, finanziati dall'Unione europea – Next Generation EU, nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza – Missione 2 – Rivoluzione verde e transizione digitale – Componente 3 – Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici – Investimento 1.1 per la sostituzione di edifici scolastici;

   tali fondi, stando alla lettera dell'articolo 2, comma 2, si sarebbero distribuiti secondo la ripartizione su base regionale di cui al decreto del Ministro dell'istruzione, di concerto con il Ministro per il Sud e la coesione territoriale, con il Ministro per la famiglia e le pari opportunità e con il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, 2 dicembre 2021, n. 343 e garantendo il 40 per cento dei finanziamenti a candidature proposte da parte di enti locali appartenenti alle Regioni del Mezzogiorno;

   al comma 4 dell'articolo 2, si specifica anche che «Il 30 per cento delle risorse su base regionale è destinato in favore di province, città metropolitane, enti di decentramento regionale e regione autonoma della Valle d'Aosta per le scuole del secondo ciclo di istruzione, mentre il 70 per cento è destinato in favore di comuni e/o Unioni di comuni»;

   in data 6 maggio 2022 sono state pubblicate le graduatorie dell'avviso in questione e, con riguardo alla regione Marche, la somma dei finanziamenti riservati alle province risulta essere di euro 32.186.400,00, mentre quella dei comuni è pari ad euro 31.514.984,68 corrispondente a meno del 49,50 per cento dell'ammontare complessivo;

   tale ripartizione ha gravemente penalizzato i comuni marchigiani con un numero inferiore di scuole finanziate di oltre la metà (appena 7 su 15 richieste) rispetto alle richieste arrivate;

   è di tutta evidenza che le proporzioni sopracitate non rispettano quanto stabilito dall'Avviso stesso al comma 4 dell'articolo 2, con grave pregiudizio per le amministrazioni comunali che a oggi rimangono escluse dal finanziamento dell'intervento per quello che appare un palese errore di calcolo –:

   quali iniziative urgenti il Ministro interrogato intenda intraprendere per verificare la circostanza descritta, assicurare che in altri casi non sia stato commesso il medesimo errore di calcolo e garantire certezza ed imparzialità alle graduatorie definitive di questo e degli altri avvisi pubblici relativi all'edilizia scolastica;

   quali ulteriori risorse il Governo intenda mettere a disposizione per sanare l'oggettivo squilibrio creato a discapito delle scuole secondarie di secondo grado e primarie (elementari e medie inferiori) e dei comuni proprietari di tali immobili, che non hanno le risorse economiche necessarie per poter adeguare o ricostruire i propri edifici.
(4-12108)


   LEGNAIOLI, BELOTTI, BASINI, COLMELLERE, MARIANI, MATURI, PATELLI, RACCHELLA e TOCCALINI. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   a luglio 2020, il commissario straordinario per l'emergenza Coronavirus, ha pubblicato un bando per l'acquisto di banchi singoli che dovevano essere necessari per applicare un maggiore distanziamento fisico tra gli studenti delle scuole, a settembre permettendo così di tornare alla didattica in presenza;

   il bando, voluto dal Ministero dell'istruzione, dice che potrebbero essere necessari fino a tre milioni di nuovi banchi, di cui fino a 1,5 milioni di un tipo particolare: con le ruote e la seduta integrata, interamente in plastica, pensati per facilitare il distanziamento e, dopo l'emergenza sanitaria, per aiutare una didattica più innovativa;

   stando ai dati diffusi dalla struttura commissariale a febbraio 2021, sono stati spesi 318 milioni di euro di cui 119 per i 434 mila «a rotelle» e 199 invece per i 2,1 milioni tradizionali;

   la produzione è stata affidata alle aziende Estel, Principle e Arredalab per un valore di 219,17 euro per ogni seduta innovativa, contro i 93,4 euro dei banchi monoposto fissi;

   dei 434.344 banchi a rotelle acquistati, oltre 10 mila risultano fermi nei magazzini di Pomezia e 9 mila inutilizzati nei depositi scolastici della regione Veneto. In generale, solo il 50 per cento dei banchi a rotelle (o «sedute innovative») è stato utilizzato da novembre (mese dell'ultima consegna) ad aprile 2021;

   nei fatti però quei banchi non riuscivano a garantire alcun distanziamento pervia delle rotelle stesse che invitavano gli alunni delle scuole medie a utilizzarli come autoscontro, girando per le aule e rendevano impossibile lo svolgimento di regolari lezioni di arte e tecnologia;

   da ultimo, all'istituto comprensivo Cavalieri di Milano, duecento banchi con le rotelle sono stati messi nell'unico spazio a disposizione, il cortile, in attesa di poterli smaltire;

   purtroppo, anche lo smaltimento di queste suppellettili rappresenta un problema, come dimostra l'inchiesta aperta della Corte dei conti per i banchi con le rotelle trovati distrutti su una barca a Venezia;

   non tutte le scuole riescono a riutilizzarli, spostandoli nei laboratori o in aula magna e molte sono state costrette a provvedere alla rottamazione a proprie spese –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, il Ministro interrogato intenda intraprendere per coordinare il riutilizzo di questi dispositivi ed evitare l'ulteriore sperpero di denaro pubblico.
(4-12117)

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta scritta:


   GASTALDI, LIUNI, VIVIANI, BUBISUTTI, GOLINELLI, LOLINI, LOSS e MANZATO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   il nocciolo (Corylus avellana L.) rappresenta una coltura di interesse rilevante nel panorama agricolo nazionale, per la produzione annuale che fa dell'Italia il secondo produttore mondiale di nocciole dopo la Turchia. La coltivazione del nocciolo in Italia interessa principalmente le aree collinari di quattro regioni: Lazio, Piemonte, Campania e Sicilia;

   la coltivazione del nocciolo è diffusa, nei territori di aree svantaggiate e montane che, per loro natura, non presentano alternative produttive praticabili, rappresentando l'unica coltura economicamente sostenibile, per di più assolvendo a funzioni fondamentali come la salvaguardia dell'ambiente, del paesaggio e del suolo;

   il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, nel 2010, dopo vari incontri tra tecnici del settore, ricercatori e rappresentanti delle regioni interessate alla coltivazione del nocciolo, ha istituto un tavolo di filiera per evidenziare le criticità strutturali del settore, nonché le azioni prioritarie di intervento per il rilancio, in generale, del comparto della frutta in guscio e, in particolare, della corilicoltura nazionale, attraverso la predisposizione di un «Piano del settore corilicolo 2010-2012» che contiene proposte sia tecniche che, soprattutto, di politica comunitaria ed economica che andavano a inserirsi in maniera organica nel quadro di sostegno comunitario e nazionale;

   alla prima riunione del Tavolo di filiera della frutta in guscio dell'aprile 2021, dopo circa 10 anni di inattività, hanno partecipano più di 50 esperti del comparto coinvolti, dalle organizzazioni professionali alle organizzazioni dei produttori riconosciute sul territorio nazionale e relative unioni nazionali, dagli operatori del commercio e della trasformazione industriale ai ricercatori delle strutture di ricerca del Cra, delle università, dell'Enea e regionali fino ai rappresentanti delle regioni e delle amministrazioni locali. Lo scopo è quello di ripartire dal tavolo di filiera iniziato nel 2010 dove erano state evidenziate le criticità strutturali del settore, nonché le azioni prioritarie di intervento per il rilancio, predisponendo un nuovo «Piano del settore corilicolo». contenente proposte sia tecniche che di politica comunitaria ed economica;

   la corilicoltura italiana necessita di un maggiore coordinamento tra le realtà regionali e di un tavolo nazionale che affronti rapidamente le problematiche del settore. È necessario valorizzare il ruolo della produzione corilicola nell'economia dei territori, soprattutto piemontesi in quanto a rischio spopolamento, anche alla luce del preoccupante fenomeno della cimice asiatica;

   il nuovo Piano del settore corilicolo, a parere dell'interrogante, deve avere una visione globale del settore corilicolo che svolge, oltre a una funzione economica, anche quella di cura del territorio;

   durante la prima riunione del tavolo è stato ribadito fortemente che il produttore deve avere un ruolo centrale e che in questo tavolo debbano essere ascoltate le aziende agricole, proiettando verso un approccio sempre più sostenibile nella gestione del corileto e nel rispetto dell'ambiente –:

   a che punto si trovino i lavori del Tavolo di filiera corilicolo e se esista già una bozza del nuovo Piano del settore corilicolo, in quanto l'ultimo Piano adottato risale al 2012.
(4-12111)

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Interrogazione a risposta scritta:


   LACARRA. — Al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   a partire dal 2008, anno di entrata in vigore delle disposizioni che hanno limitato la possibilità di assunzione nelle pubbliche amministrazioni anche rispetto alla sostituzione del personale in uscita, il comparto delle funzioni centrali, come si rileva dal «commento al principali dati del conto annuale del periodo 2010-2019» a cura del Ministero dell'economia e delle finanze, ha perso 52.239 addetti, pari al 18,6 per cento della sua consistenza iniziale;

   il superamento del meccanismo dei tetti di reintegrazione dei cessati intervenuto per le funzioni centrali a novembre del 2019 non ha sinora prodotto significativi effetti in termini di immissioni di nuovo personale e non ha pertanto permesso di intervenire il trend di costante riduzione della forza lavoro registratosi nell'ultimo decennio;

   sulla Gazzetta Ufficiale del 30 luglio 2021 n. 60 è stata pubblicata la riapertura e modifica del bando per il reclutamento di 2.133 funzionari amministrativi Ripam con aumento dei posti richiesti a 2.736;

   sulla Gazzetta Ufficiale IV serie speciale – Concorsi ed esami n. 10 del 4 febbraio 2022, è stata pubblicata la graduatoria finale del suddetto concorso;

   in tale graduatoria vi sono circa 18.000 idonei;

   le rappresentanze sindacali maggiormente rappresentative hanno già chiesto al Ministro interrogato di valutare, considerate le carenze organiche delle amministrazioni centrali e l'ampia disponibilità di candidati ritenuti idonei per il concorso suddetto, l'opportunità di procedere con lo scorrimento delle graduatorie degli idonei –:

   se intenda valutare l'opportunità di procedere allo scorrimento della graduatoria ai fini del reclutamento delle professionalità necessarie al regolare funzionamento della pubblica amministrazione anche tenendo conto degli oneri in capo all'amministrazione derivanti dall'espletamento di una nuova procedura concorsuale.
(4-12106)

SALUTE

Interrogazione a risposta scritta:


   PAOLIN, COVOLO, BOLDI, DE MARTINI, FOSCOLO, LAZZARINI, PANIZZUT, PATELLI, SUTTO e TIRAMANI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   con Delibera del Consiglio dei ministri del 21 aprile 2022 si è dato il nulla osta all'adozione del decreto del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, recante «Modelli e standard per lo sviluppo dell'assistenza territoriale nel Servizio sanitario nazionale»;

   con riguardo al ruolo dei Mmg e degli infermieri nelle Case della comunità hub, a pagina 19 di tale documento, Tabella 4, si prevede:

    presenza medica (Mmg, Pls etc.) obbligatoria H24, 7/7 gg;

    presenza infermieristica obbligatoria H12, 7/7 gg; fortemente raccomandata H24, 7/7 gg;

   per quanto concerne le CdC spoke, invece, si prevede:

    presenza medica obbligatoria H12, 6/7 gg;

    presenza infermieristica obbligatoria H12, 6/7 gg;

   a pagina 20, inoltre, si afferma che: «Le CdC hub al fine di assicurare i servizi descritti dovranno essere dotate di 7-11 infermieri di Famiglia o Comunità organizzati indicativamente secondo il modello di seguito descritto: 1 Coordinatore infermieristico, 2-3 IFoC per le attività ambulatoriali, 1-2 IFoC per le attività di triage e di valutazione dei bisogni di salute e 4-6 IFoC per l'assistenza domiciliare, le attività di prevenzione e teleassistenza. Nelle Cdc hub e spoke, inoltre, è garantita l'assistenza medica H12 – 6 giorni su 7 attraverso la presenza dei Mmg afferenti alle AFT (Aggregazione Funzionale Territoriale) del Distretto di riferimento. Tale attività ambulatoriale sarà aggiuntiva nei confronti dei propri assistiti e dovrà essere svolta presso la CdC hub e spoke»;

   il documento prevede altresì un infermiere di famiglia o comunità ogni 3.000 abitanti. Tale standard è da intendersi come numero complessivo di infermieri di famiglia o Comunità impiegati nei diversi setting assistenziali in cui l'assistenza territoriale si articola;

   inoltre, l'Unità di Continuità Assistenziale, composta da un medico e un infermiere ogni 100.000 abitanti, viene definita come équipe mobile distrettuale per la gestione e il supporto della presa in carico di individui, o di comunità, che versano in condizioni clinico-assistenziali di particolare complessità e che comportano una comprovata difficoltà operativa;

   pur ritenendo valido il nuovo modello organizzativo per lo sviluppo dell'assistenza tensoriale nel SNN, si esprime grande preoccupazione rispetto alla capacità di reperimento del personale sanitario che dovrebbe essere impiegato; ci si riferisce nello specifico, ai Mmg per i quali, in base ad uno studio condotto dall'osservatorio sui conti pubblici italiani del 12 novembre 2021, si prevede tra il 2022-2028 una fuoriuscita di 27.301 Mmg a fronte di una entrata degli stessi di 8.631, con un saldo negativo di -18.670 Mmg;

   si tenga presente, inoltre, che la Federazione nazionale ordine delle professioni infermieristiche denunciava già per il 2022 una carenza a livello nazionale di circa 63.000 infermieri che, con l'attuazione del DM71, andrà ad aumentare di altre 20.000 unità;

   il fatto che si ritiene inaccettabile è che questa carenza non è motivata dalla mancanza di giovani che aspirano a laurearsi in Infermieristica, bensì dal numero chiuso ai corsi, a causa del quale l'anno scorso sono stati ammessi solo 17.394 studenti a fronte di ben 27.658 domande. Si ricorda come le sole RSA del Veneto, per rispettare il rapporto ospiti/infermieri stabiliti per legge, abbiano dovuto assumere più di 400 infermieri stranieri extra Unione europea a fronte di una carenza di oltre 2.000 unità, carenza denunciata con forza dal Presidente di Uripa (Unione regionale istituti per anziani) Veneto, Roberto Volpe –:

   quali iniziative abbia già attivato, anche in concorso con il Miur, per scongiurare il perpetuarsi delle carenze sia di Mmg che di infermieri che impedirebbero l'attuazione del nuovo modello organizzativo della rete di assistenza sanitaria territoriale.
(4-12121)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazioni a risposta scritta:


   FRUSONE. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro della difesa, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   l'aeroporto di Frosinone è dedicato alla memoria del capitano pilota Girolamo Moscardini;

   il 72° stormo è un reparto addestrativo dell'aeronautica militare basato presso l'aeroporto di Frosinone ed equipaggiato con elicotteri;

   la scuola volo elicotteri di Frosinone, nella sua storia di più di 50 anni, ha formato oltre 5.000 piloti di elicottero;

   dal 1999 elicotteri e personale del 72° stormo sono stati schierati in Albania e in Kosovo, sull'aeroporto di Dakovica, a supporto dei contingenti italiani e Nato della Kfor (Kosovo FORces) e, dal 2000, in Eritrea nell'ambito della missioni Unmee (United Nation Mission Ethiopia-Eritrea);

   presso il 72° stormo si formano i frequentatori dell'Aeronautica militare ai fini del conseguimento del brevetto di pilota militare «Helicopter Track» (MPLH - Helicopter Military Pilot Licence Phase 3A and 3B), del brevetto militare di pilota di elicottero per il personale dell'Esercito italiano, dei carabinieri e della Guardia di finanza, e del brevetto di pilota di elicottero per i frequentatori dei Corpi dello Stato e di altri Paesi stranieri;

   dal 2019 è stato dato avvio a un progetto nel settore della formazione dei piloti di elicotteri che si concretizzerà nell'organizzazione di corsi in un contesto interforze;

   il progetto vedrà la realizzazione, a Viterbo, di un'altra scuola di addestramento per elicotteri in contesto interforze che prevede il trasferimento del personale addestrativo dell'Aeronautica militare anche se non è chiaro quando si darà effettivo avvio ai nuovi corsi presso la nuova scuola di addestramento elicotteri in contesto interforze, con sede a Viterbo;

   l'aeroporto «Girolamo Moscardini» è un importante riferimento per la città di Frosinone e ha contribuito nel tempo a costruire una filiera industriale specializzata nel settore elicotteristico con una divisione elicotteri di Leonardo e uno stabilimento del Centro di eccellenza trasmissione e parti meccaniche, specializzato nella produzione di teste rotori e mozzi e nella manutenzione, riparazione e revisione e altre aziende di diverse dimensioni;

   l'attuale Capo di Stato Maggiore della Difesa ha affermato ultimamente che un nuovo progetto elicotteristico denominato Future Vertical Lift (Fvl) ha un grande potenziale e genera un interesse molto elevato;

   il sedime aeroportuale del Moscardini avrebbe tutti i requisiti di sicurezza di logistica e un bacino di maestranze per ospitare un impianto produttivo per nuovi progetti ad alta portata tecnologica come l'Fvl nel caso in cui il trasferimento della scuola volo dovesse arrivare a conclusione –:

   se il Governo per quanto di competenza, stia ponendo in essere iniziative volte a individuare nuove opportunità nei settori industriali e produttivi afferenti alla Difesa, che possano implementate presso l'aeroporto Girolamo Moscardini di Frosinone, garantendo così la piena operatività e il pieno funzionamento dello stesso.
(4-12109)


   FRATOIANNI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   i lavoratori e le lavoratrici del Cartonificio Fiorentino, azienda storica di Sesto Fiorentino, da diversi mesi tentano di scongiurare il trasferimento dell'intera produzione ad Altopascio in provincia di Lucca, a circa 50 chilometri da Sesto Fiorentino, dove si trova l'altro polo produttivo della proprietà del gruppo Pro Gest della famiglia Zago, realtà internazionale nel settore cartiero;

   come sostenuto dalle rappresentanze sindacali unitarie (Rsu) dello stabilimento, il Cartonificio Fiorentino non è un'azienda in crisi, vanta competenze, commesse e prospettive, ma, nonostante ciò, l'attuale proprietà minaccia la chiusura e il trasferimento del sito senza fornire alcuna certezza ai dipendenti, non programmando alcun tipo di investimento e sottraendosi al confronto con le organizzazioni sindacali e le istituzioni locali;

   la Pro Gest ha giustificato l'intenzione di trasferire la produzione da Sesto Fiorentino ad Altopascio, cominciando dagli uffici dell'amministrazione e dell'ufficio commerciale, con la motivazione che l'attuale sede non sarebbe più idonea e, nonostante il comune di Sesto Fiorentino e la regione Toscana, attraverso Invest in Tuscany, abbiano prospettato tre possibili sedi alternative dove poter realizzare il nuovo stabilimento, tra il comune di Sesto Fiorentino e aree limitrofe, l'unica risposta giunta dalla proprietà è stata quella relativa al costo dei terreni giudicato troppo elevato;

   il Cartonificio Fiorentino conta circa un centinaio di dipendenti che, in caso di trasferimento della produzione, sarebbero costretti a percorrere almeno un centinaio di chilometri ogni giorno per potersi recare al lavoro e rientrare nelle proprie abitazioni;

   a parere dell'interrogante il trasferimento della produzione, oltre a creare un disagio per i lavoratori, creerebbe un danno al tessuto economico e sociale di Sesto Fiorentino e per questo è necessario richiamare la proprietà alle proprie responsabilità e a un confronto serio per trovare una soluzione che mantenga la produzione a Sesto Fiorentino o in aree immediatamente limitrofe;

   il modus operandi messo in atto dal gruppo Pro Gest è analogo a quello tenuto in un caso identico avvenuto lo scorso anno con la Ondulati Maranello, quando con il pretesto di non avere individuato a Modena aree a disposizione adatte allo sviluppo della produzione l'azienda ha deciso di trasferire la cartiera a Mantova, nonostante anche in quel caso Regione e Comune si fossero attivati in ogni modo per trovare soluzioni idonee a mantenere la produzione in loco –:

   quali iniziative di competenza intenda assumere nei confronti del gruppo Pro Gest della famiglia Zago, proprietaria del Cartonificio Fiorentino, vista anche la presenza di diversi insediamenti produttivi sul territorio nazionale appartenenti al suddetto gruppo, affinché venga scongiurata ogni ipotesi di delocalizzazione della produzione, ma anche dei soli uffici amministrativi e commerciali, da Sesto Fiorentino ad Altopascio, adoperandosi affinché la proprietà avvii un'attiva collaborazione con le istituzioni locali e le organizzazioni sindacali per ricercare una soluzione condivisa che possa mantenere la produzione a Sesto Fiorentino garantendo al contempo gli attuali livelli occupazionali.
(4-12110)


   FRATOIANNI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   da quanto si apprende la Camera di commercio di Cagliari sarebbe intenzionata a cedere l'aeroporto di Cagliari ad un fondo privato quale il fondo BlackRock e altri investitori interessati, tra cui anche il fondo F2i Ligantia che ha già una quota di partecipazione negli scali sardi: detiene il 79,8 per cento della Geasar (scalo di Olbia), il 71,25 per cento della Sogeaal di Alghero e lo 0,209 per cento della Sogaer dello stesso scalo di Cagliari;

   l'aeroporto di Cagliari è fondamentale per l'economia del sud Sardegna e la vendita dell'aeroporto ad un fondo di investimenti privato creerebbe un monopolio che potrebbe avere effetti incontrollati per l'intera economia dell'Isola, dal momento che gli interessi economici privati spesso entrano in conflitto con le finalità del servizio pubblico dei trasporti specie in questo caso in cui occorre considerare la caratteristica dell'insularità;

   la Sogaer inoltre, produce utili per circa 2 milioni di euro annui e quindi la paventata cessione non è neanche giustificabile da esigenze di tipo economico;

   tale regime monopolistico, inoltre, potrebbe di fatto coinvolgere tutti gli aeroporti sardi e indirizzare e condizionare le politiche sia del trasporto che del turismo della regione Sardegna qualora tutti e tre gli scali dell'isola venissero affidati a società private e magari ad un unico fondo di investimento come nel caso della F2i Ligantia;

   sarebbe inoltre grave per l'interrogante se una simile cessione venisse portata a termine senza aver valutato attentamente ogni conseguenza economica e occupazionale su un territorio già penalizzato dalla lunga pandemia e senza alcun confronto con le organizzazioni sindacali e i rappresentanti del mondo del commercio e del turismo –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto esposto in premessa ed eventualmente di quali ulteriori elementi dispongano;

   quali iniziative, per quanto di competenza, intendano assumere affinché la Camera di commercio di Cagliari chiarisca se intenda davvero cedere lo scalo di Cagliari a fondi di investimento privati, quali il fondo BlackRock o l'F2i Ligantia, e, in caso affermativo, se sia stata effettuata un'attenta valutazione circa le conseguenze economiche e occupazionali che la suddetta cessione potrebbe determinare per la Sardegna e se, per quanto di competenza, non intenda su tale questione avviare un serio confronto con le organizzazioni sindacali e i rappresentanti del mondo del commercio e del turismo.
(4-12113)


   FORNARO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   il 12 maggio 2022 i sindacati Cgil, Cisl e Uil di Trieste hanno segnalato, attraverso un comunicato, che l'azienda Flex di Trieste, produttrice di materiale elettronico e di proprietà della multinazionale statunitense Flextronics, intenderebbe delocalizzare la produzione in Romania;

   l'azienda, infatti, ha tenuto un incontro tecnico al Ministero dello sviluppo economico, anche alla presenza della regione Friuli Venezia Giulia, dal quale emergerebbe che sarebbero almeno 280 i lavoratori considerati in esubero che perderebbero l'occupazione, a partire da 80 interinali, molti dei quali con contratti precari da almeno una decina d'anni;

   l'azienda attualmente occupa 460 addetti diretti e 85 interinali, si avrebbe così una riduzione di oltre la metà delle maestranze, con numeri complessivi che, in un'area come quella triestina, sarebbero estremamente rilevanti;

   la Flex attualmente svolge con regolarità l'attività produttiva, dopo la fine della cassa integrazione ordinaria con il 35 per cento dei dipendenti, iniziata ai primi di aprile. Oggi l'azienda sta assorbendo anche il lavoro dello stabilimento del gruppo sito in Ucraina e ora chiuso a causa della guerra;

   già il venerdì successivo i lavoratori hanno proclamato lo sciopero e lunedì 16 maggio 2022 è stata una partecipata manifestazione in Piazza dell'Unità, al termine della quale una delegazione dei lavoratori, assieme alle rappresentanze sindacali, è stata ricevuta dal prefetto, dove hanno ribadito che il dimezzamento dello stabilimento è un'ipotesi irricevibile;

   si è di fronte, un'altra volta, a una multinazionale che dopo avere avuto tutti i vantaggi di operare in un territorio ben infrastrutturato e di fruire delle competenze dei lavoratori, delocalizza per convenienza, lasciando in estrema difficoltà i lavoratori e le loro famiglie -:;

   quali iniziative intenda intraprendere, al più presto, il Governo per evitare che avvenga questa ulteriore deprivazione di lavoro e competenze, anche con l'immediata convocazione di un tavolo di crisi.
(4-12114)

Apposizione di firme ad interrogazioni.

  L'interrogazione a risposta in Commissione Miceli e Casu n. 5-07700, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 14 marzo 2022, deve intendersi sottoscritta anche dalla deputata Piccoli Nardelli.

  L'interrogazione a risposta scritta Belotti e altri n. 4-12087, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 16 maggio 2022, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Binelli, Loss, Sutto.

  L'interrogazione a risposta immediata in assemblea Galizia n. 3-02974, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 17 maggio 2022, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Pignatone.

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:

   interrogazione a risposta in Commissione Ubaldo Pagano n. 5-08038 del 4 maggio 2022;

   interrogazione a risposta scritta Tonelli n. 4-12082 del 13 maggio 2022.

Trasformazione di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore: interrogazione a risposta in Commissione Lacarra n. 5-07994 del 2 maggio 2022 in interrogazione a risposta scritta n. 4-12106.

ERRATA CORRIGE

  Interrogazione a risposta immediata in Commissione Pastorino n. 5-08099 pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta n. 695 del 17 maggio 2022. Alla pagina 26407, prima colonna, alla riga quindicesima, deve leggersi: «Pastorino ....... 5-08099 26413» e alla pagina 26413, seconda colonna, alla riga quarantunesima, deve leggersi: «PASTORINO e FASSINA. – Al Ministro», e non come stampato.

  Interpellanza Bellucci n. 2-01520 pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta n. 693 del 13 maggio 2022. Sostituire il nome «Marco» al già presente «Luca»: alla pagina 26364, seconda colonna, alle righe trentunesima e trentaseiesima; alla pagina 26365, prima colonna, alle righe terza, decima, diciannovesima e trentaduesima.