Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Mercoledì 27 aprile 2022

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:


   La Camera,

   premesso che:

    con decreto legislativo 6 marzo 2017, n. 40, è stato istituito il servizio civile universale, finalizzato alla difesa non armata e non violenta della Patria, all'educazione, alla pace tra i popoli, nonché alla promozione dei valori fondativi della Repubblica;

    tra i settori di intervento nei quali si realizzano le finalità del servizio civile universale vi è la promozione della pace tra i popoli, della nonviolenza e della difesa non armata;

    negli ultimi anni nella società civile si sono consolidate esperienze importanti di promozione di attività e iniziative di volontari e operatori di pace nelle aree di conflitto;

    nel 2007 presso il Ministero degli affari esteri ha avuto riconoscimento il Tavolo degli interventi civili di pace (ICP) formato dalle più importanti organizzazioni della società civile italiana con lo scopo di promuovere il coordinamento e l'organizzazione delle attività di prevenzione dei conflitti e di peace building in diversi Paesi;

    il Tavolo degli interventi civili di pace ha avuto un importante ruolo nel sistematizzare le coordinate teoriche, operative e metodologiche delle attività e degli interventi dei Corpi civili di pace;

    la legge n. 147 del 2013 (Legge di stabilità 2014) attraverso un finanziamento di 9 milioni di euro, destinati alla formazione e alla sperimentazioni della presenza di 500 giovani volontari da impegnare in azioni di pace non governative nelle aree di conflitto o a rischio di conflitto, ha istituito in via sperimentale i Corpi civili di pace;

    attualmente i Corpi civili di pace (CCP) rappresentano un progetto interno al programma del Servizio civile universale (SCU);

    gli interventi civili di pace si configurano come azione civile, non armata e nonviolenta di operatori professionali e volontari che, come terze parti, sostengono gli attori locali nella prevenzione e trasformazione dei conflitti, con l'obiettivo di promozione di una pace positiva, intesa come cessazione della violenza, ma anche come affermazione di diritti umani e benessere sociale;

    di fronte alle atrocità della guerra in Ucraina, l'idea di rilanciare i Corpi civili di pace acquisisce oggi una straordinaria urgenza, perseguendo l'obiettivo di lavorare su soluzioni alternative all'uso della forza, anche militare, per la risoluzione dei conflitti. A tale scopo si pone l'urgenza di dare sistematicità alle attività dei Corpi civili di pace con un intervento normativo specifico che sia in grado di dare riconoscimento e sostegno ad un'esperienza che ha una sua specificità ed esigenza precipua;

    nel rispetto di quanto previsto dal Piano triennale di programmazione 2020-2022 del Servizio civile universale e in attuazione del protocollo d'intesa sottoscritto in data 6 agosto 2021 tra il Ministro per le politiche giovanili e il Ministro della transizione ecologica, per la realizzazione del «Servizio civile ambientale» finalizzato a preparare i giovani ad affrontare le sfide della rivoluzione verde e della transizione ecologica, valorizzando l'istituto del servizio civile universale, è stato adottato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri il programma quadro sperimentale del «Servizio Civile Ambientale», al cui finanziamento sono destinate risorse relative al 2021;

    il 25 gennaio 2022 il Dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio civile Universale ha reso pubblico l'avviso per la presentazione dei programmi d'intervento di Servizio civile universale per l'anno 2022, suddiviso nelle sezioni «Servizio civile universale – Ordinario», «Servizio civile universale – Digitale» (SCD) e «Servizio civile universale – Ambientale» (SCA), da parte di enti di servizio civili iscritti all'albo di servizio civile universale;

    relativamente alla sezione Sca, di carattere sperimentale, i programmi di intervento per circa 1.200 operatori volontari finalizzati all'attuazione del citato Programma quadro di sperimentazione del «Servizio civile ambientale», al cui finanziamento sono destinate le risorse relative all'anno 2021, possono essere presentati entro il 29 aprile 2022,

impegna il Governo:

1) ad adottare, per quanto di competenza, iniziative normative volte a dare sistematicità alle attività dei Corpi civili di pace, riconoscendone pienamente il valore di prevenzione e trasformazione dei conflitti, nella difesa non armata e nonviolenta alternativa all'uso della forza, anche alla luce del conflitto armato in corso in Ucraina;

2) ad adottare iniziative per estendere i nuovi settori di intervento e a nuovi ambiti i progetti offerti dal Servizio civile ambientale, andando oltre la fase sperimentale e incrementando già dal prossimo Piano triennale i posti per gli operatori volontari che decidono di impegnarsi in tale ambito d'intervento.
(1-00636) «Dori, Romaniello, Menga, Siragusa, Paolo Nicolò Romano, Fioramonti, Fratoianni, Ehm, Suriano, Sarli, Benedetti».

Risoluzioni in Commissione:


   Le Commissioni III e XIV,

   premesso che:

    la Conferenza sul futuro dell'Europa è un'iniziativa congiunta del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione per ascoltare la voce dei cittadini europei, consentendo loro di esprimersi sul futuro dell'Europa, attraverso una serie di discussioni e dibattiti;

    i Presidenti dei tre organismi si sono assunti l'impegno di ascoltare la voce degli europei e dare seguito, nell'ambito delle rispettive competenze, alle raccomandazioni scaturite dalla Conferenza; l'intenzione era quella di offrire ai cittadini di tutta Europa la possibilità di condividere le loro idee tramite una piattaforma digitale ma anche attraverso eventi a livello europeo, nazionale, regionale e locale sulle sfide e le priorità dell'Europa;

    entro i primi di maggio del 2022 la Conferenza concluderà i lavori, fornendo a orientamenti sul futuro dell'Europa;

    la Conferenza sul Futuro dell'Europa voleva rappresentare un esperimento di esercizio di democrazia partecipativa che purtroppo ha mostrato molte ombre e dubbi sulla percorribilità a livello istituzionale delle proposte pervenute;

    le modalità di consultazione e di lavoro dei cittadini, suddivisi in panel, hanno suscitato lamentele e perplessità, condivise anche da molti eurodeputati, parlamentari e membri dei Governi nazionali che hanno rilevato anche la scarsa attenzione alle procedure e l'impossibilità di verifica che i partecipanti collegati online seguissero davvero i lavori;

    i cittadini partecipanti sono stati selezionati in modo casuale da una società di sondaggi indipendente la Kantar Belgium SA: 200 cittadini per ogni panel di cui 22 italiani per un totale di 800 cittadini europei, di cui ottanta (20 per ogni panel) sono i rappresentanti nella plenaria alla Conferenza;

    i panel tengono conto dei contributi raccolti nel quadro della Conferenza attraverso la piattaforma digitale multilingue e alimentano i lavori della sessione plenaria della Conferenza mediante la formulazione di una serie di raccomandazioni a cui l'Unione dovrà dare seguito;

    dubbi sono stati avanzati dai delegati della cittadinanza in merito alla mancanza di trasparenza nella procedura in base alla quale il corpus delle conclusioni dovrebbe basarsi sul consenso di tutte le componenti della plenaria, senza procedere ad alcuna votazione, non essendo, peraltro, chiaro in che modo, cui si è aggiunto il timore di molti di venire estromessi, di fatto, dal processo che trasformerà le idee dei panel in proposte concrete;

    tutto ciò mina sensibilmente la credibilità della Conferenza stessa,

impegnano il Governo:

   a sostenere un nuovo sistema basato su un modello confederale, con Stati sovrani che, sulla base di un trattato di diritto internazionale, si uniscano dando vita a un soggetto di diritto internazionale fondato sull'accordo dei partecipanti, facendo sì che all'interno della Confederazione restino intatte la sovranità e l'indipendenza dei singoli Stati, i cui rapporti reciproci siano regolati sia dal diritto internazionale che dal diritto derivato emanato dagli organi comuni;

   ad adottare iniziative per individuare gli ambiti di intervento che siano riservati alle istituzioni sovranazionali quali sicurezza, difesa, politica estera e geopolitica, politica commerciale, politica migratoria e demografica, crisi pandemiche e calamità naturali;

   ad adottare iniziative per inserire, nel nuovo patto confederale, chiari riferimenti al processo di edificazione della civiltà europea, alle radici culturali classiche e giudaico cristiane, al diritto romano, alla filosofia greca.
(7-00830) «Mantovani, Delmastro Delle Vedove».


   Le Commissioni XII e XIV,

   premesso che:

    la politica sanitaria dell'Unione europea, in conformità all'articolo 168 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, è indirizzata a migliorare la protezione della salute in tutte le politiche e attività dell'UE, a integrazione e completamento delle politiche nazionali, nonché a sostenere la cooperazione tra gli Stati membri nel settore della sanità pubblica, per un'Unione della salute più solida;

    le politiche e le azioni dell'Unione europea in materia di salute pubblica sono intese a proteggere la salute dei cittadini dell'Unione europea, sostenere la modernizzazione e la digitalizzazione dei sistemi e delle infrastrutture sanitari, migliorare la resilienza dei sistemi sanitari europei, attrezzare i Paesi dell'Unione europea per prevenire e affrontare meglio le pandemie future;

    con il dilagare della pandemia da Covid-19, l'Unione europea si è trovata per la prima volta ad affrontare una emergenza sanitaria con un gravissimo impatto sulla vita dei suoi cittadini a cui l'Unione europea ha cercato di far fronte attivando una risposta congiunta, nella direzione di un'Unione europea della salute solida, in cui tutti gli Stati membri si preparino alle crisi sanitarie e le affrontino insieme, le forniture mediche siano disponibili, innovative e a buon mercato;

    l'emergenza da Covid-19 ha quindi evidenziato la necessità di un rinnovamento nell'ambito della governance sanitaria europea: in particolare, la pandemia ha evidenziato criticità nella catena di approvvigionamento globale, facendo emergere la dipendenza dell'Unione europea dalle produzioni di Paesi terzi di innovazioni e tecnologie essenziali;

    tale dipendenza ha portato alla carenza sia di dispositivi medici e dispositivi medico-diagnostici rispondenti ai fabbisogni crescenti, acuiti dalla pandemia, sia di dispositivi innovativi che di dispositivi tecnologicamente più semplici, ma per i quali l'Unione europea dipende quasi completamente dalle produzioni di Paesi terzi; ha inoltre ricordato all'Europa l'importanza di migliorare gli strumenti esistenti per far fronte alle situazioni di crisi, tra cui le norme e gli strumenti efficaci in materia di proprietà intellettuale;

    anche a fronte dell'epidemia da Covid-19, il 25 novembre 2020, la Commissione europea ha quindi adottato – quale parte integrante dell'Unione europea della salute – la strategia farmaceutica per l'Europa, che mira a creare un quadro normativo, tenendo conto delle carenze evidenziate dalla pandemia di Coronavirus, e a sostenere l'industria nella promozione della ricerca e delle tecnologie affinché raggiungano effettivamente i pazienti al fine di soddisfare le loro esigenze terapeutiche, affrontando nel contempo le carenze del mercato;

    l'esperienza degli ultimi anni in merito all'emergenza epidemiologica da Covid-19 ha reso necessario rimettere in discussione la questione dei brevetti dei farmaci, cercando un equilibrio tra la promozione dell'innovazione, mediante l'effetto preclusivo dei brevetti e la garanzia dell'accesso ai medicinali per la tutela della salute dei cittadini: pur rappresentando infatti la tutela brevettuale un incentivo fondamentale affinché le imprese investano nell'innovazione e producano nuovi medicinali e dispositivi medici, l'effetto preclusivo dei brevetti può comportare un approvvigionamento limitato sul mercato e un accesso ridotto a medicinali e prodotti farmaceutici;

   tra i pilastri su cui si base la nuova strategia farmaceutica europea vi è quello di favorire la competitività, la capacità di innovazione e la sostenibilità del comparto farmaceutico dell'Unione europea, migliorare i meccanismi di preparazione e risposta alle crisi, predisporre catene di approvvigionamento diversificate e sicure, affrontare le carenze di medicinali, nonché assicurare una posizione solida dell'Unione europea sulla scena mondiale, promuovendo standard elevati in termini di qualità, efficacia e sicurezza;

    il Comitato per il futuro della scienza e della tecnologia (STOA – Science and Technology Options Assessment) del Parlamento europeo ha recentemente promosso uno studio coordinato dal professore Massimo Florio, ed a cui hanno contribuito oltre cinquanta esperti internazionali, che esplora l'opportunità e la fattibilità della creazione di una infrastruttura pubblica europea, volta ad affrontare i fallimenti del mercato e delle politiche nel settore farmaceutico durante l'intero ciclo di vita del farmaco, per scongiurare prossime pandemie ed altri rischi sanitari;

    la proposta, presentata al Parlamento europeo il 16 dicembre, si avvale di una metodologia fondata sulla combinazione di un'attenta valutazione della letteratura scientifica e di dati statistici, con interviste sotto vincolo di anonimato a 56 esperti provenienti da 48 diverse organizzazioni, tra cui ricercatori, clinici e responsabili della ricerca, rappresentanti dell'industria farmaceutica, esperti di salute pubblica e rappresentanti di istituzioni europee e organizzazioni nazionali e internazionali;

    focalizzandosi sulla ricerca e lo sviluppo nell'ambito dei farmaci innovativi, lo studio propone un approccio innovativo europeo alla politica farmaceutica, mettendo in luce le attuali criticità del sistema di ricerca e sviluppo dell'industria farmaceutica, innescate dalla pandemia da Covid-19, nonché le lacune nella gestione delle politiche di finanziamento pubblico in tale settore di ricerca;

    per superare le attuali debolezze del settore farmaceutico europeo, individuate nello studio, viene quindi presentato un modello basato su un intervento pubblico diretto (già sperimentato con successo con l'Agenzia spaziale europea), finalizzato alla creazione di un'infrastruttura di ricerca e sviluppo europea, mediante una strategia di investimento di lungo periodo, almeno 30ennale su di un ampio arco di patologie e con la missione principale di costruire progetti innovativi in selezionate aree farmaceutiche;

    sulla base della ricerca condotta, lo studio suggerisce quattro opzioni strategiche, in ordine crescente di ambizione: la prima prevede la creazione di un'infrastruttura europea per la ricerca e sviluppo di farmaci, esclusivamente nel campo delle malattie infettive, dotata di una propria governance, di un proprio budget e di una capacità di ricerca (personale e laboratori) ma che opererebbe essenzialmente attraverso contratti di ricerca e sviluppo con terze parti, selezionati con procedure trasparenti di appalto e comproprietà di brevetti di interesse pubblico;

    la seconda opzione individuata dallo studio è simile alla precedente ma con una missione più ampia in quanto includerebbe la ricerca in una più vasta gamma di aree cliniche, in cui sia il settore pubblico che quello privato stanno sotto-investendo, come ad esempio le malattie rare, genetiche e alcuni tipi di cancro;

    la terza opzione, come la prima, riguarda la creazione di un'infrastruttura europea per la ricerca e lo sviluppo di farmaci nel campo dei vaccini e altre malattie infettive, dotata di personale scientifico e laboratori sufficienti per poter gestire la maggior parte della sua ricerca internamente. Essa beneficerebbe, in via esclusiva, dei diritti di proprietà intellettuale di eventuali scoperte e l'organizzazione gestirebbe altresì la produzione e lo sviluppo dei medicinali, eventualmente stipulando accordi contrattuali con terze parti;

    la quarta opzione, che è la più ambiziosa in termini di portata e meccanismi di attuazione, è simile alla precedente, ma, analogamente all'opzione 2, avrebbe un'agenda più ampia, ovvero non vincolata alle malattie infettive. Secondo lo studio, questa opzione consentirebbe di creare la più importante infrastruttura pubblica di ricerca e sviluppo per i farmaci al mondo, con una scala superiore al programma di ricerca intramurale del National Institutes of Health dal Governo federale degli Stati Uniti;

    in questo quadro, la proposta di un'infrastruttura europea per i farmaci appare perfettamente in linea con gli obiettivi che la strategia proposta dalla Commissione intende perseguire nei prossimi anni e rappresenterebbe una svolta senza precedenti nella politica dell'Unione europea, che sinora si è limitata a delegare alle imprese private la ricerca sui farmaci: l'innovazione è infatti intesa nello studio come bene pubblico globale e alle imprese private è esteso l'invito a collaborare come fornitori, rinunciando ad esclusive brevettuali;

    se tale proposta venisse accolta dalle istituzioni europee, l'Unione europea si configurerebbe come il primo attore globale nel campo della ricerca farmaceutica, con benefici diretti per i pazienti, i sistemi sanitari pubblici, i ricercatori, e anche con potenziali benefici per l'industria farmaceutica europea in termini di possibili partnership con l'agenzia pubblica su progetti specifici, basati su contratti trasparenti nell'interesse pubblico,

impegnano il Governo:

   a farsi promotore, in seno alle competenti sedi decisionali europee, nell'ambito di un processo complessivo di revisione della governance sanitaria dell'Unione europea, in particolare di quella farmaceutica, di iniziative volte a garantire un sistema sanitario dell'Unione rafforzato, basato su una maggiore cooperazione e integrazione tra i sistemi sanitari degli Stati membri e sulla necessità di un rafforzato coordinamento, da parte dell'Unione europea, nell'innovazione e negli investimenti in ricerca sanitaria, traendo vantaggio dagli insegnamenti dell'impatto del Covid-19 per prepararsi alla lotta contro le pandemie future;

   in questo quadro ed in linea con la nuova strategia industriale per l'Unione europea, a farsi altresì promotore, in seno alle competenti sedi decisionali europee, di ogni possibile iniziativa finalizzata all'istituzione di un centro di ricerca e sviluppi pubblico europeo per i farmaci, dotato di una propria governance e di un proprio budget, che, sulla base delle priorità della ricerca biomedica dei prossimi decenni, promuova attraverso azioni di ricerca e sviluppo per farmaci, vaccini e innovazioni biomedicali, la massima condivisione possibile di conoscenze, proprietà intellettuale e dati relativi alle tecnologie sanitarie e contribuisca, in tal modo, a potenziare la preparazione e la capacità dell'Unione europea di rispondere efficacemente alle crisi sanitarie future nel quadro della costruzione di una solida Unione europea della salute, a beneficio di tutti i Paesi e di tutti i cittadini europei.
(7-00831) «Grillo, Ruggiero, Berti, Bruno, Businarolo, Del Sesto, Galizia, Papiro, Ricciardi, Scerra, Vignaroli».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   NAVARRA, CAPPELLANI, MICELI, RACITI e UBALDO PAGANO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie. — Per sapere – premesso che:

   il bilancio per l'esercizio finanziario 2022 della Regione Siciliana è, ai sensi della legge regionale 21 gennaio 2022, n. 1, gestito in esercizio provvisorio con scadenza al 30 aprile 2022;

   il 21 aprile scorso la Giunta regionale ha trasmesso all'Assemblea regionale siciliana, per la sua approvazione con legge, il disegno di legge di bilancio per l'esercizio finanziario 2022/2024;

   tale disegno di legge è, tuttavia, privo di un presupposto essenziale, ossia il parere del collegio dei revisori dei conti: tale parere è obbligatorio ai sensi dell'articolo 3 del decreto legislativo 27 dicembre 2019, n. 158 di attuazione dello statuto speciale della regione siciliana in materia di armonizzazione dei sistemi contabili, dei conti giudiziali e dei controlli, che prevede l'istituzione del collegio dei revisori dei conti quale organo di vigilanza sulla regolarità contabile, finanziaria ed economica della gestione dell'ente;

   in attuazione del citato decreto n. 158 del 2019, con l'articolo 6 della legge regionale 20 gennaio 2021, n. 1, è stato istituito il collegio dei revisori dei conti presso la regione siciliana, che esprime parere sui disegni di legge di bilancio e di rendiconto generale; il medesimo articolo stabilisce altresì che la Giunta regionale, nel trasmettere all'Assemblea regionale siciliana i relativi disegni di legge, motiva l'eventuale mancato adeguamento al parere espresso dal collegio;

   appare evidente che la lettera della norma stabilisce che il parere del collegio dei revisori precede la trasmissione del disegno di legge all'organo legislativo e anzi ne costituisce un presupposto essenziale poiché incide sulla stessa regolarità contabile del documento, tanto che, nell'eventualità che il parere espresso dal collegio sia negativo, la Giunta regionale può conformarsi al parere modificando il documento contabile, ovvero motivare le ragioni per le quali ritiene di non operare alcun adeguamento;

   ad oggi, con la scadenza ormai prossima dell'esercizio provvisorio non più prorogabile, il disegno di legge di bilancio trasmesso all'Assemblea regionale siciliana non è corredato dal parere del collegio dei revisori;

   si prefigura, pertanto, a giudizio dell'interrogante la violazione delle norme di attuazione dello Statuto e, soprattutto, l'impossibilità materiale di pervenire all'approvazione del bilancio di previsione 2022/2024 entro i termini perentori del 30 aprile 2023 con conseguente evidente lesione dello Statuto speciale e della Costituzione;

   il regolamento interno dell'Assemblea regionale siciliana, espressione della potestà regolamentare discendente dall'articolo 4 dello Statuto, disciplina modalità e tempi per l'approvazione del bilancio che non consentono in alcun modo che questa avvenga nei termini: gli articoli 73-bis e 73-ter del Regolamento dispongono, infatti, che la sessione di bilancio ha la durata di 45 giorni durante i quali i documenti finanziari sono assegnati per l'esame generale alla Commissione bilancio e contestualmente alle altre Commissioni per l'esame delle parti di competenza –:

   se ritenga che ricorrano i presupposti per l'avvio del procedimento di rimozione del Presidente della Regione e di scioglimento dell'Assemblea regionale siciliana per atti contrari alla Costituzione ai sensi dell'articolo 126 della Costituzione e se il Commissario dello Stato intenda proporre al Governo lo scioglimento dell'Assemblea regionale ai sensi dell'articolo 8 dello Statuto medesimo.
(5-07980)

Interrogazioni a risposta scritta:


   TESTAMENTO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il 14 aprile 2022 in un articolo su www.termolionline.it il Comitato Molisanità L113 ha denunciato la mancanza di volontà politica della Regione Molise e dei Ministri interrogati di «salvare» l'ospedale di Termoli e l'annesso punto nascite, per i quali negli ultimi anni i tavoli tecnici ministeriali si sono espressi più volte per la chiusura;

   a fronte delle poco convincenti rassicurazioni del Presidente della Regione, nonché attuale commissario ad acta alla sanità, Donato Toma, circa la presentazione di una richiesta di deroga per il punto nascite, nell'articolo di cui sopra il Comitato Molisanità L113 fa riferimento a un iter procedurale che dovrebbe essere attivato dalla Regione Molise e, nello specifico, dal Presidente Toma, che dovrebbe presentare una richiesta di deroga al Comitato percorso nascite nazionale (CPNn) sentito il Comitato percorso nascite regionale (CPNr). Tale procedura è prevista dal decreto ministeriale 11 novembre 2015, che attribuisce al CPNn il compito di esprimere un parere «consultivo» sulle richieste di deroga avanzate da Regioni e Province Autonome relative a punti nascita con volumi di attività inferiori ai 500 parti all'anno;

   considerato che:

   sulla specifica situazione di Termoli nel pezzo di cui sopra si legge tuttavia che il CPN molisano non si riunirebbe ormai da molti anni. Pertanto, appaiono poco chiari gli elementi su cui, poggiano le rassicurazioni fornite al Comitato Molisanità L113 dal Presidente Toma, nonché le modalità attraverso le quali quest'ultimo avrebbe chiesto o intenda chiedere la deroga per scongiurare la chiusura del punto nascite termolese;

   quanto esposto in premessa dimostra che il sistema sanitario molisano continua a essere oggetto di false promesse e giochi politici che nulla hanno a che vedere con la garanzia del diritto alla salute dei cittadini. Il notevole disavanzo sanitario accumulato nonostante 12 anni di commissariamento, soprattutto per le continue ingerenze politiche e i cospicui extrabudget riconosciuti alle strutture private accreditate richiederebbe una grande operazione di trasparenza, anche in riferimento alle nomine inerenti la struttura commissariale. In tal senso ha destato molte perplessità la recente nomina a sub commissario ad acta dell'avvocato Giacomo Papa che, secondo quanto si apprende su www.futuromolise.com del 19 aprile 2022, dovrà rispondere dell'ipotesi di reato di concussione nel processo d'appello che vede coinvolta anche l'ex parlamentare di Forza Italia Nunzia De Girolamo per l'assegnazione di alcuni appalti in ambito sanitario;

   la figura di Giacomo Papa, pur esprimendo grande competenza e professionalità, appare all'interrogante inopportuna a ricoprire il ruolo di sub commissario a causa degli incarichi ricoperti in passato in Forza Italia, il partito di un conosciuto parlamentare europeo molisano, la cui famiglia è proprietaria di Neuromed uno dei maggiori operatori privati accreditati nel sistema sanitario regionale. Nello specifico, infatti, la struttura commissariale, nell'ambito della definizione del Piano operativo sanitario (POS) 2022-2024, dovrà definire i nuovi contratti con le strutture private accreditate, tra cui appunto Neuromed. Inoltre, come si evince da ulteriore articolo di stampa su www.primonumero.it del 6 aprile 2022 lo stesso avvocato Papa avrebbe patrocinato numerosi contenziosi in favore dell'Azienda sanitaria regionale del Molise (ASREM), un ulteriore particolare che rende la nomina del tutto inopportuna –:

   se il Ministro della salute sia a conoscenza dell'eventuale richiesta di deroga per il punto nascite dell'ospedale di Termoli presentata dalla Regione Molise al Comitato percorso nascite nazionale e/o delle altre eventuali iniziative intraprese per la medesima finalità;

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in merito alla figura dell'Avvocato Giacomo Papa e se, considerata l'inopportunità della sua nomina a sub commissario ad acta in Molise, intenda adottare di conseguenza, le iniziative di competenza per l'immediata revoca dell'incarico.
(4-11927)


   ALESSANDRO PAGANO, BAZZARO, CESTARI, COMENCINI, FURGIUELE, MICHELI, MURELLI e TOMASI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   la giornalista del Corriere della Sera Monica Ricci Sargentini è stata sospesa per tre giorni – dal lavoro e dalla retribuzione – dalla direzione e dall'azienda per avere approvato un'iniziativa di protesta contro il giornale, in difesa della legge Merlin che regola la prostituzione;

   in particolare, viene contestato alla dipendente l'intento di avere voluto danneggiare l'immagine del giornale nonché di aver inteso creare problemi al sistema informatico, intasato dalle mail di protesta per aver dato notizia di un'iniziativa contro un articolo di Roberto Saviano nel quale lo scrittore chiedeva il riconoscimento del «sex work» come professione;

   l'articolo dello scrittore napoletano, intitolato «Regolarizzare i sex workers per evitare abusi (e la deriva nel narcotraffico)», è stato pubblicato il 25 marzo 2022 su Sette, supplemento settimanale del Corriere della Sera;

   proprio alla direzione di Sette centinaia di lettrici hanno inviato mail di protesta per l'articolo, definendolo lesivo della dignità delle donne;

   dunque, a parere dell'interrogante, il primo giornale italiano contesta a una propria giornalista il diritto di manifestare la propria opinione, peraltro in difesa di una legge, la n. 75 del 1958, la cui costituzionalità è stata recentemente ribadita dalla Corte costituzionale ritenendola responsabile della legittima, spontanea e partecipatissima iniziativa di centinaia di donne e femministe;

   la libertà di manifestazione del pensiero è una pietra angolare della democrazia e di uno Stato di diritto, così come affermato dalla Corte costituzionale più volte fin dalle sue prime sentenze. Infatti, così come affermato dalla Consulta, «è tra le libertà fondamentali proclamate e protette dalla nostra Costituzione, una di quelle [...] che meglio caratterizzano il regime vigente nello Stato, condizione com'è del modo di essere e dello sviluppo della vita del Paese in ogni suo aspetto culturale, politico, sociale» (sent. n. 9/1965): quindi, il diritto di cui all'articolo 21 è forse «il diritto più alto dei diritti primari e fondamentali sanciti dalla Costituzione» parafrasando quanto affermato dalla Consulta (sent. n. 168/1971);

   il sostegno pubblico all'informazione è previsto dalla legislazione per garantire la libertà d'informazione, il diritto costituzionale alla conoscenza, la libertà d'espressione con la possibilità per tutti di manifestare le proprie idee e opinioni che non può essere condizionata o negata dalla mancanza di strumenti o dal luogo dove si è nati e si vive;

   ad avviso degli interroganti, se il principale quotidiano italiano rinuncia al proprio ruolo di sentinella della democrazia, di attivatore del dibattito pubblico, allora è la democrazia stessa a essere in pericolo –:

   se il Governo non ritenga, alla luce del dettato costituzionale in materia di libertà d'espressione, di adottare tutte le necessarie iniziative di competenza al fine di garantire il pieno esercizio di tale libertà fondamentale, da sempre espressione della tenuta democratica del nostro Paese.
(4-11933)


   ALBANO, CIABURRO, OSNATO, BIGNAMI, VARCHI, SILVESTRONI, FERRO e BELLUCCI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'istruzione, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   nel decreto-legge n. 221 del 2021 recante proroga dello stato di emergenza nazionale e ulteriori misure per il contenimento della diffusione dell'epidemia da Covid-19, è previsto che entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione, dunque entro il 20 marzo 2022, il Governo, attraverso l'emanazione di uno specifico decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro della salute e di concerto con il Ministro dell'istruzione, definisca le linee guida sulle specifiche tecniche in merito all'adozione di dispositivi mobili di purificazione e impianti fissi di aerazione negli ambienti scolastici e, di conseguenza, gli standard minimi di qualità dell'aria negli ambienti scolastici e confinati degli stessi edifici, ai sensi della norma tecnica n. 5.3.12 di cui al decreto del Ministro dei lavori pubblici del 18 dicembre 1975, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 29 del 2 febbraio 1976, in relazione al quadro epidemiologico e alle conoscenze sulla dinamica dei contagi da virus aerei;

   il decreto-legge n. 4 del 2022, ha incrementato il fondo nel limite di spesa di 45,22 milioni di euro per il 2022;

   dai primi mesi del 2021, la Regione Marche ha investito oltre 9 milioni di euro di risorse proprie per installare impianti di ventilazione meccanica controllata (Vcm) nelle scuole marchigiane e ha destinato ulteriori 3 milioni per adibire le aule con sanificatori;

   lo studio sui risultati del progetto, redatto dalla Fondazione David Hume del prof. Luca Ricolfi in collaborazione con la Regione Marche, certificano che con la massima portata di ricambio dell'aria, (6 o più ricambi-ora), gli impianti di ventilazione meccanica controllata (Vcm), installati in un ambiente chiuso abbattono più dell'80 per cento il rischio di infezione da Sars CoV-2;

   l'indagine, svolta dal 13 settembre 2021 al 31 gennaio 2022, ha coinvolto 10.441 classi marchigiane, di cui 10.125 senza impianto e 316 con impianto Vmc –:

   se il Governo sia a conoscenza della questione di cui in premessa e del motivo per cui le linee guida non siano state ancora adottate;

   vista l'urgenza, quali iniziative intenda intraprendere per provvedere nel minor tempo possibile alla stesura delle stesse.
(4-11936)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   RIZZETTO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   si è appreso del caso di Andrea Costantino in stato di carcerazione negli Emirati Arabi e in condizioni di salute precarie;

   la moglie ha lanciato un allarme drammatico su questa vicenda che si protrae da tempo e di cui non si hanno concrete notizie, neanche sui motivi dell'incarcerazione;

   pare che questo caso sia iniziato dal giorno in cui è stato prelevato in un albergo di Dubai per essere condotto nel carcere di Abu Dhabi. Successivamente è stato sottoposto ad un processo nell'ambito del quale sembra non sia stato garantito il diritto alla difesa. Al riguardo, è stato anche ipotizzato un suo coinvolgimento nel terrorismo, ma non risultano prove a carico e per quanto concerne le sue transazioni finanziarie non sono stati rilevati illeciti;

   le ultime informazioni ottenute riferiscono che Costantino è stato trasferito in una cella le cui condizioni igieniche e di sicurezza sono oltremodo precarie. Lo stesso avrebbe anche iniziato uno sciopero della fame che ne ha peggiorato le condizioni di salute;

   stando ai fatti, esiste il concreto rischio di un epilogo drammatico di questa vicenda senza che sia stata fatta giustizia. Il Governo deve urgentemente intervenire per assicurare, quantomeno, il diritto ad un giusto processo. Le istituzioni italiane non possono restare indifferenti ai soprusi che sta subendo Costantino senza avere alcuna notizia certa sui motivi della sua detenzione e nel dubbio che sia stato svolto un regolare processo –:

   se e quali urgenti iniziative, per quanto di competenza, intendano adottare a tutela dei diritti di Andrea Costantino che risulta essere detenuto in condizioni disumane negli Emirati Arabi, senza essere stato sottoposto ad un giusto processo.
(5-07968)

CULTURA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   NITTI. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   la residenza in cui visse per 50 anni il compositore Giuseppe Verdi, situata nel comune di Villanova sull'Arda, in provincia di Piacenza, a pochi chilometri da Busseto (Parma), suo paese natale, necessita di urgenti interventi di restauro;

   negli anni, la residenza è stata mantenuta intatta e curata, come dai desiderata del compositore, dalla famiglia Carrara-Verdi, eredi del Maestro, e le sue stanze sono state trasformate in un museo aperto al pubblico che conserva tuttora gli abiti, lo scrittoio, i pianoforti, le carrozze, l'intera biblioteca e altri preziosi cimeli;

   come riportato dal quotidiano La Stampa in data 25 agosto 2020, uno degli eredi del Maestro, Angiolo Carrara Verdi, ha dichiarato che «la maestosa dimora soffre il passaggio del tempo e l'effetto Covid ci ha messo in ginocchio», specificando che, «da marzo a fine maggio non sono entrati nelle casse del museo circa 70 mila euro, la pandemia ha avuto l'effetto di azzerare tutte le prenotazioni annuali, tra le quali quelle numerose delle scuole e dei turisti stranieri»;

   le risorse necessarie per il restauro di alcune stanze e del museo ammontano a diverse decine di migliaia di euro, come evidenziato dal sito piacenzasera.it, in data 4 luglio 2020, e sarebbero necessarie per salvaguardare principalmente il Salotto rosso della dimora, quotidianamente aggredito dalle infiltrazioni di acqua dal soffitto, per la tinteggiatura esterna e per il tetto;

   dal sito di La Repubblica (edizione di Parma), in data 7 luglio 2020, si apprende che «la villa ha bisogno di numerosi interventi di restauro e l'assenza imprevista di visitatori, causata dalla epidemia Covid-19, non ha giovato alle casse del museo che rischia la chiusura definitiva al pubblico»;

   come segnalato dal sito piacenzasera.it, in data 30 luglio 2020, la consigliera Valentina Castaldini in una interrogazione regionale chiede alla giunta «se e come intenda sostenere l'apertura di Villa Sant'Agata, già residenza del Maestro Giuseppe Verdi»;

   nonostante a fine 2012, in occasione dei festeggiamenti per il bicentenario verdiano, sotto il Governo pro tempore Monti fu deciso lo stanziamento di un milione e 60 mila euro per il restauro di Villa Verdi a Sant'Agata, la necessità di nuovi interventi, unita all'assenza imprevista di visitatori e di introiti causati dall'emergenza sanitaria, aumentano i rischi di chiusura al pubblico della villa;

   in assenza di nuovi aiuti statali, alcuni degli eredi e gestori del museo si sono affidati a un sistema di crowdfunding attraverso «Innamorati della cultura», la prima piattaforma italiana creata da una donna, la digital innovation manager Emanuela Negro Ferrero;

   l'obiettivo dell'attuale crowdfunding è quello di raccogliere 100 mila euro al fine di poter restituire al pubblico il museo e il parco –:

   quali iniziative intenda assumere il Governo, per quanto di competenza, per salvaguardare questo patrimonio di assoluta rilevanza storico-culturale che rappresenta un fondamentale luogo della memoria del nostro Paese.
(5-07967)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta scritta:


   BITONCI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'interno, al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   come riportato dal Gazzettino di Padova del 24 aprile 2022, il consiglio di amministrazione di Aps Holding – società soggetta all'attività di direzione e coordinamento del comune di Padova – ha ratificato il giudizio della Commissione di gara che ha assegnato la realizzazione del progetto esecutivo e dei lavori per il Sir3 alla Cordata con a capo il Consorzio stabile europeo;

   il comune di Padova detiene il 99,99 per cento del capitale sociale di Aps Holding, società per azioni nata dalla separazione di alcune attività prima gestite da Aps s.p.a., ed attualmente impegnata attraverso le proprie divisioni operative nella gestione dei parcheggi pubblici a raso e in struttura, del servizio car sharing, del servizio di pubblicità e affissioni e dell'impianto crematorio con annessa sala del commiato. Inoltre, gestisce un impianto fotovoltaico, e detiene il 45 per cento di BusItalia Veneto, la società di trasporto pubblico integrato in cui è confluito il servizio di trasporto urbano precedentemente gestito dalla stessa Aps Holding;

   la linea Sir 3 di 5,7 chilometri, che unisce la stazione ferroviaria di Padova con Voltabarozzo, è stata interamente finanziata per 56 milioni di euro dal decreto ministeriale di riparto del Fondo statale per infrastrutture di cui alla legge di bilancio per il 2016;

   successivamente all'aggiudicazione, l'amministrazione ha provveduto alla verifica del possesso dei requisiti generali di partecipazione, che devono essere puntualmente vagliati ai fini della conferma dell'aggiudicazione e della ammissibilità della stipula del contratto di appalto;

   Aps ha sottoscritto il contratto di appalto nonostante fosse ancora in attesa dei risultati provenienti dalla banca dati nazionale unica per la documentazione antimafia;

   la circostanza, a parere dell'interrogante, è che ci si possa trovare di fronte ad un Consorzio aggiudicatario che, senza possedere le qualifiche e i requisiti richiesti dal relativo bando e dalla normativa in materia di antimafia, non risulti idoneo per lo svolgimento della prevista attività;

   le omissioni in questione potrebbero, infine, determinare l'esclusione del Consorzio aggiudicatario a favore del secondo gruppo di impresa in graduatoria, pregiudicando l'intera gara di appalto e aprendo, potenzialmente, la via del contenzioso presso il tribunale amministrativo regionale –:

   di quali elementi disponga il Governo, tenuto conto che l'opera è finanziata con fondi statali, in ordine a quanto esposto in premessa e se intenda adottare le iniziative di competenza promuovendo al riguardo una verifica da parte dei servizi ispettivi di finanza pubblica, anche in relazione a un possibile danno erariale.
(4-11934)

INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ SOSTENIBILI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   GIACOMETTO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   dando risposta all'atto di sindacato ispettivo n. 5-07674, sottoscritto dall'interrogante, che ha posto la questione dell'annullamento, con sentenza del Tar del Lazio del 7 febbraio 2022, della circolare n. 35672 del 6 luglio 2018 del capo del dipartimento per i trasporti, la navigazione, gli affari generali e il personale del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il Governo ha comunicato che era stato richiesto all'Avvocatura generale dello Stato di valutare l'opportunità di proporre appello, con contestuale istanza cautelare finalizzata a sospendere gli effetti prodotti dalla sentenza di primo grado –:

   se sia stato proposto appello avverso la sentenza citata in premessa, che ha avuto come conseguenza la riduzione del numero di soggetti abilitati a svolgere gli esami per il conseguimento della patente di guida, aggravando ancora di più l'arretrato creatosi negli ultimi due anni a seguito della pandemia.
(5-07969)

Interrogazione a risposta scritta:


   CIRIELLI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   nel 2017 è stata inaugurata la stazione di Napoli Afragola dopo anni di progettazione ed esecuzione con un investimento di circa 70 milioni di euro. È stata ideata come un polo ferroviario innovativo e strategico che ad oggi accoglie numerosi treni ad alta velocità collegandosi con le principali città della dorsale Torino-Salerno, oltre che con Venezia e Reggio Calabria;

   tuttavia, come rilevato da numerosi cittadini utenti, la stazione presenta criticità che ne impediscono il pieno sviluppo, tra cui, in primis, la totale assenza di collegamenti con le zone limitrofe, accogliendo esclusivamente treni ad alta velocità e non presentando altre linee di trasporto pubblico, metro o autobus, né tantomeno una fermata taxi che possano consentire veloci ed economici collegamenti con altre città, con nodi ferroviari come quello di Napoli centrale e con l'aeroporto internazionale «Capodichino»;

   per tale ragione gli utenti, molti dei quali pendolari, sono «obbligati» all'uso esclusivo dell'autovettura o del taxi, con allungamento dei tempi di percorrenza e aumento dei costi;

   tale situazione ha comportato per la stazione l'appellativo di «cattedrale nel deserto», essendo scollegata dal resto della civiltà e immersa in un territorio che, sebbene limitrofo al centro urbano, si presenta all'utente privo di corrette segnalazioni stradali, strade dissestate e senza un'adeguata illuminazione;

   la stazione in questione era stata ideata per riqualificare il territorio circostante e migliorare, in supporto alla stazione di Napoli centrale, la rete ferroviaria del Meridione, tuttavia appare evidente che l'ingente investimento fatto per la sua realizzazione avrebbe dovuto essere accompagnato, se non addirittura anticipato, da altrettanti investimenti per migliorare la viabilità e la sicurezza delle strade limitrofe;

   ulteriore questione nevralgica è rappresentata dall'accesso alla stazione che avviene esclusivamente tramite l'ingresso all'area parcheggio per le autovetture sita in via Arena, la cui gestione è affidata a Metropark SpA, società integralmente controllata da FS Sistemi Urbani e che fa parte del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane. L'amministratore delegato di Metropark è Filippo Nogarin ex sindaco di Livorno eletto nel M5S e che già in passato aveva ricevuto incarichi per conto della politica;

   per consentire un sicuro e comodo accesso alla stazione in particolare alle persone anziane, con disabilità o anche ai bambini, le autovetture devono necessariamente accedere all'area parcheggio in quanto la stazione, l'unica a livello nazionale, non presenta un ingresso pedonale da via Arena;

   spesso il parcheggio raggiunge la sua massima capienza e per tale ragione le auto sono costrette a sostare su via Arena per consentire la salita e discesa degli utenti della stazione;

   l'assenza di un ingresso pedonale costringe i pedoni a dover camminare su detta strada in cui transitano ordinariamente le autovetture e ciò pone in pericolo la loro incolumità ed espone altresì le società coinvolte nella gestione della stazione ad eventuali responsabilità anche di carattere penale laddove dovesse verificarsi un incidente;

   la circostanza che il nodo ferroviario sia del tutto privo di un idoneo ingresso pedonale, creando una situazione di inaccessibilità per le persone con disabilità e per le famiglie con bambini, anche in carrozzina, si pone in contrasto con le norme nazionali ed europee in materia di eliminazione e superamento delle barriere architettoniche, finalizzate a rimuovere gli ostacoli fisici fonte di disagio per la mobilità di chiunque e, in particolare, di coloro che, per qualsiasi causa, hanno una capacità motoria ridotta –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative di competenza intenda intraprendere per migliorare i servizi della stazione di Afragola e garantire la sicurezza dei cittadini utenti e se non si intenda verificare se l'area di parcheggio della stazione si ponga in contrasto con le norme in materia di eliminazione delle barriere architettoniche e del codice della strada.
(4-11937)

INTERNO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   VIANELLO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la nota stampa datata 21 aprile 2022 della Società cooperativa di mutuo soccorso ecologico od azionariato popolare intergenerazionale menziona la seguente situazione: «A partire da ottobre scorso, e fino al 31 dicembre 2022, il Ministro dell'interno, il Prefetto e il Sindaco, riuniti nel Comitato per l'Ordine e la Sicurezza, hanno disposto il divieto allo svolgimento di manifestazioni (anche statiche) in alcune piazze nei pressi del Parlamento e di Palazzo Chigi»;

   il documento citato attesta che tale decisione sia stata adottata a seguito dell'assalto del 9 ottobre 2021 alla sede romana della Cgil, da parte di un gruppo di persone appartenenti o vicine a Forza Nuova che si erano precedentemente infiltrate nella manifestazione «no green pass» che si stava svolgendo in altro luogo;

   seppur estremamente grave e doverosamente valutabile secondo legge con la massima severità, l'evento citato non appare però sufficiente – secondo detta fonte – a giustificare la generalizzata compressione (fino al 31 dicembre 2022) del diritto dei cittadini di manifestare liberamente nei luoghi pubblici che trova un diretto fondamento negli 17 e 21 della Costituzione e che può essere limitato solo «per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica»;

   in merito, l'interrogante evidenzia che la sussistenza dei «comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica» debba essere verificata caso per caso (considerando la singola manifestazione programmata e di cui si chiede espressamente l'autorizzazione) e non in maniera astratta e preventiva (con riferimento ad un indefinito numero di eventi futuri che potrebbero verificarsi nel corso di uno specifico lasso di tempo ed in un determinato luogo);

   l'adozione di un'impostazione come quella sopra indicata si traduce in un'indebita e duratura compressione del diritto in menzione che subisce, in tal modo, un sostanziale e continuativo azzeramento a causa di un errato modo d'intendere i concetti di «comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica», la cui esistenza non può essere prevista in anticipo con riferimento a tutte le manifestazioni che si potrebbero svolgere fino al 31 dicembre 2022;

   la corretta interpretazione delle norme costituzionali in parola (il cui scopo è quello di conciliare l'esigenza di tutelare l'ordine pubblico con l'esercizio di un diritto fondamentale) presuppone che l'eventuale sussistenza delle summenzionate ragioni ostative debba essere accertata con riferimento al singolo evento e nell'imminenza dello stesso (in modo di acquisire i necessari e specifici elementi conoscitivi), non essendo (al contrario) costituzionalmente corretta una prassi applicativa (come quella in esame) che, sulla base di valutazioni prognostiche impossibili da compiere (quindi, in assenza di dati certi idonei a giustificare un eventuale diniego), porta all'annullamento di un diritto (invece di favorirne la concreta espressione seppur calmierata dalla necessità di salvaguardare l'ordine pubblico);

   inoltre, l'ipocrisia della decisione in commento appare ancora più evidente, se si considera che (in questo modo) si limita un diritto di tutti i cittadini a causa di accadimenti (quelli del 9 ottobre 2021) che sono il frutto della condotta illecita di un limitato gruppo di facinorosi (non dall'intero popolo italiano) e di una gestione superficiale e deficitaria della piazza (quest'ultima addebitabile, ad avviso dell'interrogante, all'imperizia ed alla negligenza del vertice politico dell'amministrazione dell'interno e, più in generale, ad un Governo che, oltre a ledere diritti fondamentali, favorisce le fonti fossili e fornisce armi in violazione dell'articolo 11 della Costituzione) –:

   se e quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda urgentemente adottare, al duplice fine di eliminare le limitazioni menzionate in premessa e di ripristinare il libero esercizio del diritto dei cittadini a manifestare pacificamente nei luoghi pubblici.
(5-07979)

Interrogazioni a risposta scritta:


   MONTARULI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   in data 18 aprile 2022, presso il quartiere multietnico Barriera di Milano, a Torino, due cristiani copti sono stati violentemente aggrediti da un gruppo di nord africani, perché fumavano ed indossavano croci nel periodo del Ramadan e, quindi, colpevoli di non aver rispettato la legge islamica;

   l'episodio di violenza è particolarmente preoccupante in quanto dimostra, ad avviso dell'interrogante, come la città di Torino stia diventando linfa per gli integralisti islamici che non mostrano alcuna intenzione di volersi integrare e di come le periferie italiane siano sempre più nelle mani di estremisti e fondamentalisti;

   l'aggressione in parola è soltanto l'ultima in ordine di tempo, ma simili episodi si verificano sempre più di frequente e risulta inaccettabile che in Italia non venga rispettata la libertà religiosa di cui all'articolo 19 della nostra Costituzione;

   il disastroso e fallimentare sistema di mancata integrazione sta creando nelle città italiane veri e propri quartieri ghetto dove, addirittura, in nome del proprio credo religioso alcuni integralisti si sentono legittimati a minacciare, intimidire e aggredire chi osserva un altro credo religioso;

   è opportuno, a parere dell'interrogante, soprattutto in un momento storico in cui le coste del territorio italiano sono prese d'assalto da individui sconosciuti, verificare ed accertarsi di non importare ulteriori sostenitori della legge islamica nelle nostre periferie;

   gli autori di tali comportamenti, anche in ottica repressiva, debbono necessariamente essere rimpatriati, in quanto, da tempo, è stato dimostrato come alcune misure politiche sin qui adottate si siano rilevate completamente fallimentari ed inefficaci –:

   quali iniziative di competenza il Governo stia ponendo in essere per contrastare fenomeni simili a quello esposto in premessa.
(4-11925)


   VILLANI, DAVIDE AIELLO, ASCARI, GRIPPA, NAPPI, BARBUTO e DEL MONACO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   allarmanti fatti di cronaca si stanno verificando nella città di Nocera Inferiore, a partire da inizio 2022; in soli quattro mesi, vi sono stati ben sette episodi criminosi ai danni di attività commerciali e abitazioni private;

   l'ultima, è avvenuta giovedì 21 aprile, alle 01,35 quando la città è stata svegliata dall'ennesima forte deflagrazione provocata, da una bomba carta ai danni di un locale commerciale in pieno centro cittadino danneggiando anche gli edifici circostanti;

   è facile dedurre che, solo per una fortunata coincidenza, non vi sono stati ferimenti o decessi di civili;

   questo è solo l'ultimo episodio criminoso avvenuto in città; già il 17 gennaio era esplosa una bomba carta in via Solimena danneggiando i vetri di diverse abitazioni, un portone in ferro, una saracinesca e un'edicola votiva; tra il 1° e il 4 febbraio vi sono stati due raid: vari colpi di pistola esplosi contro il Bar Bistrot, di fronte all'ospedale «Umberto I», altro luogo sensibile; pochi giorni dopo, altri tre colpi di pistola sono stati esplosi contro la porta d'ingresso di una azienda del quartiere di Cicalesi;

   in data 1o febbraio, una bomba carta è esplosa davanti ad un negozio di abbigliamento cagionando gravi danni e il 26 marzo, si è ripetuto lo stesso scenario davanti al cancello d'ingresso di un parco;

   di appena pochi giorni fa è poi il caso dell'esplosione di numerosi colpi di pistola, ai danni di un escavatore impegnato nei lavori di realizzazione di una pista ciclabile;

   davanti a tale allarmante scenario appare evidente che l'emergenza criminalità abbia raggiunto livelli insoliti e preoccupanti per l'intera comunità nocerina che, oggi più che mai, ha bisogno di una maggiore presenza dello Stato;

   un'escalation di criminalità che non è possibile tollerare perché è evidente che il territorio Agro Nocerino Sarnese è nel mirino della delinquenza e, nel comune di Nocera Inferiore, è forte la preoccupazione per tali attentati;

   di fatto la manifestazione con la partecipazione alla marcia per la legalità (15 febbraio 2022) che il comune ha organizzato, ha visto sfilare diversi sindaci del territorio;

   è necessario riportare legalità nel territorio ove tali episodi non sono isolati e rischiano di sfociare in qualcosa di veramente drammatico mettendo a repentaglio la vita dei cittadini;

   la recidività di questi eventi criminosi conferma l'esistenza di una emergenza sicurezza nella zona in questione;

   è necessaria altresì una risposta tempestiva ed incisiva da parte dello Stato e di tutte le autorità competenti, per ripristinare la legalità, attraverso un potenziamento del presidio delle forze dell'ordine per una sorveglianza attiva h 24;

   è necessaria una risposta anche dal punto di vista giudiziario con una repressione e punizione immediata di tali eventi;

   è altresì urgente garantire una maggiore sicurezza della cittadinanza con presidi di sicurezza in grado di gestire una situazione che ormai si deve considerare straordinaria ed urgente –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto esposto in premessa e, in virtù della gravità degli episodi stessi, quali urgenti e tempestive iniziative di competenza intendano adottare al fine di ripristinare la legalità e la sicurezza nella città di Nocera Inferiore e nel territorio dell'Agro-Nocerino-Sarnese;

   se intenda adottare ogni opportuna iniziativa per la prevenzione e repressione del fenomeno esposto, anche attraverso un maggiore impiego di uomini delle forze dell'ordine e un aumento dei sistemi di sorveglianza, dispiegando tutte le forze necessarie ad affrontare questa pericolosa situazione.
(4-11930)


   BIGNAMI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nella giornata del 25 aprile nelle vie Pietralata, del Pratello, Piazza San Francesco e zone circostanti della città di Bologna si è svolta una sorta di mega party a cielo aperto che ha determinato grossi disagi ai danni dei residenti;

   è bene precisare che quanto avvenuto, benché accaduto il 25 aprile, nulla ha di politico, trattandosi la coincidenza con la «Festa della Liberazione» di un mero pretesto per organizzare queste manifestazioni incontrollate;

   tale situazione, ampiamente annunciata anche per le richieste dei cittadini di allestire tempestivamente una risposta in grado di ridurre il disagio determinato da questi assembramenti, si è svolta di fatto senza alcun reale controllo e contrasto da parte delle forze dell'ordine. Lo stesso interrogante, chiamato da cittadini, si è recato sul posto, riscontrando uno scenario del tutto fuori controllo: assembramenti, vetri, musica a volume palesemente non a norma, consumo di alcolici in bottiglia e altro senza che le forze dell'ordine, pur presenti, intervenissero;

   d'altronde ipotizzare un intervento di qualsiasi tipo in mezzo a migliaia di persone in piena movida non solo non avrebbe risolto il problema, ma avrebbe messo a repentaglio la sicurezza gli stessi agenti eventualmente impiegati. Ciò rende evidente come in realtà qualsiasi attività preventiva di organizzazione e indirizzamento dell'annunciata situazione sia risultata del tutto assente o comunque carente. Il che conferma come a Bologna esista un problema di ordine pubblico a cui i questori succedutisi nel tempo non riescono, per ragioni oggettive o soggettive, a dare risposte efficaci –:

   se sia a conoscenza della questione;

   se intenda acquisire elementi conoscitivi, anche chiedendo spiegazioni al questore di Bologna, in merito a quanto accaduto;

   quali iniziative siano state assunte per prevenire quanto poi effettivamente accaduto a Bologna;

   quali iniziative di competenza si intendano assumere per evitare che quanto accaduto possa ripetersi in futuro.
(4-11931)


   CAPITANIO, MACCANTI, COLMELLERE, PATELLI e ZANELLA. — Al Ministro dell'interno, al Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale. — Per sapere – premesso che:

   Rebecca Staffelli, conduttrice radiofonica e figlia dell'inviato di Striscia La Notizia, Valerio Staffelli, ha denunciato il trapper brianzolo Simone Rizzuto, in arte Mr. Rizzus, per una frase della canzone «Non ci siamo» che potrebbe essere interpretata come un invito a una violenza sessuale di gruppo;

   il trapper brianzolo, che nei suoi pezzi non risparmia versi grondanti di violenza contro donne e forze dell'ordine, è stato rinviato a giudizio immediato il 3 settembre 2021, nel procedimento ai danni di Rebecca Staffelli, con procedimento fissato 25 gennaio 2023;

   solo parte delle accuse, quelle relative alla presunta violazione dell'articolo 414 del codice penale, ovvero istigazione a delinquere, è stata archiviata perché «non sono emersi elementi utili per l'identificazione del responsabile», mentre per quanto riguarda la diffamazione, invece, «c'è stato un rinvio a giudizio» ha dichiarato il procuratore di Monza Claudio Gittardi;

   oltre al testo di «Non ci siamo», è incriminata anche una «storia» che Rizzuto ha pubblicato dal suo profilo Instagram che conteneva una specie di questionario con riferimenti a Rebecca Staffelli giudicati offensivi e violenti;

   il video della canzone è stato pubblicato su YouTube il 29 maggio del 2019: la canzone e i video incriminati non sono ancora stati rimossi nonostante la presenza di frasi come: «20900 delinquenti, scopiamo la figlia di Staffelli»;

   la pubblicazione di contenuti illegali su internet, ed in modo particolare sui social network, è un problema che presenta dei seri rischi sia per i diritti e le libertà delle persone sia per la loro sicurezza;

   la necessità di predisporre norme dirette a regolamentare il diligente svolgimento delle attività di moderazione e rimozione/disabilitazione dei contenuti online da parte dei fornitori di servizi su Internet (Internet Service Provider) è, da tempo, uno degli obiettivi più rilevanti e sensibili del mercato unico digitale;

   le Commissioni IX e VII della Camera sono attualmente impegnate nella discussione del progetto di legge C. 2188 volto a facilitare la rimozione dalla rete alcune tipologie di contenuti illeciti ed illegali –:

   quali iniziative di competenza, anche per il tramite della polizia postale, il Governo intenda porre in essere ai fini della rimozione dei contenuti illeciti da internet e dai social network.
(4-11935)

ISTRUZIONE

Interrogazione a risposta scritta:


   FRATOIANNI. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   anche quest'anno il direttore dell'Ufficio scolastico regionale delle Marche Marco Ugo Filisetti, ha indirizzato agli studenti un lungo messaggio per la celebrazione del 25 aprile perseverando, a parere dell'interrogante, nella sua opera revisionista circa il significato di questa ricorrenza e della guerra di Liberazione in Italia contro il nazifascismo;

   la lettera agli studenti, molto simile a quella già inviata l'anno scorso per la medesima ricorrenza ed oggetto dell'interrogazione parlamentare n. 4-09105 presentata a firma dell'interrogante il 27 aprile 2021, contiene numerosi messaggi antistorici volti a riconoscere e a mettere sullo stesso piano le ragioni della lotta partigiana con quelle di chi si è schierato e ha combattuto fino alla fine per difendere il regime fascista, parlando di «rispettive ragioni, giuste o sbagliate, rispettivi sogni, condivisibili o meno» senza operare alcuna distinzione tra chi lottava per la libertà e chi quella libertà l'ha negata per un ventennio, durante il quale il fascismo ha cancellato e represso con la violenza diritti e libertà, da quella di espressione politica a quella sindacale, di stampa e di associazione, eliminando fisicamente gli oppositori politici, emanando le vergognose leggi razziali, favorendo le deportazioni;

   anche quest'anno nel messaggio redatto dal direttore Filisetti è assente la parola «fascismo» e il richiamo alle «rispettive ragioni» e «sogni» rappresenta, a parere dell'interrogante, un goffo tentativo di voler diluire i valori della Resistenza e della Costituzione;

   il dirigente si rivolge ai ragazzi con toni militareschi, ricordando, anche quest'anno che «la Seconda Guerra Mondiale causò tra gli italiani oltre 300 mila caduti militari e 150 mila civili» e indirizzando «a tutti loro, unitamente ai caduti di tutte le altre Nazioni» un «commosso e reverente ricordo», senza distinzioni di parte;

   anche quest'anno vi è il richiamo alla necessità di un «superamento, dopo quella grande catastrofe, delle antitesi disperate, delle demonizzazioni reciproche» come a voler invitare gli studenti a parere dell'interrogante ad equiparare chi sacrificò la propria vita per liberare l'Italia dal nazifascismo e chi, fino all'ultimo, quel regime lo ha difeso, anche militarmente collaborando con l'invasore nazista;

   anche in occasione del 4 novembre 2020, per la Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate, il direttore Filisetti aveva inviato una lettera agli studenti che suscitò numerose polemiche e indignazione per aver ripreso, in parte, un discorso di Benito Mussolini all'interno di un messaggio dai toni nostalgici e militareschi;

   a parere dell'interrogante l'operazione di revisionismo storico che Filisetti continua a propinare ogni volta che ne ha l'occasione rappresentano uno sfregio alla Costituzione e un'offesa ai valori della Resistenza e della stessa Costituzione;

   tale atteggiamento per l'interrogante non è compatibile con il ruolo da lui ricoperto e le sue lettere ufficiali, volutamente ambigue, alle scuole marchigiane, contrastano con quei principi democratici che sorreggono l'attività e le finalità del sistema nazionale di istruzione e formazione e, per questo, andrebbe rimosso dall'incarico di direttore dell'ufficio scolastico regionale –:

   quali iniziative di competenza intenda intraprendere con riguardo al dirigente preposto alla direzione dell'Ufficio scolastico delle Marche, già resosi protagonista di episodi analoghi sia in occasione del 25 aprile del 2021 che del 4 novembre 2020, dal momento che all'interrogante tali iniziative appaiono incompatibili con l'incarico da lui ricoperto e dal quale si auspica la rimozione per aver violato quei principi democratici che sorreggono l'attività e le finalità del sistema nazionale di istruzione e formazione.
(4-11932)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CARLA CANTONE, MURA, VISCOMI, GRIBAUDO, LACARRA e LEPRI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   dopo anni di relativo contenimento dei prezzi al consumo, già dallo scorso anno l'andamento dell'inflazione ha ripreso a mordere il potere di acquisto di salari e pensioni, fenomeno ancor più accentuato a seguito dello scoppio della crisi ucraina e della conseguente impennata dei prezzi dell'energia e di alcuni prodotti alimentari;

   lo stesso documento di economia e finanza ha evidenziato come i prezzi al consumo a marzo siano risultati in crescita tendenziale del 6,7 per cento, rispetto al già cospicuo 5,7 per cento del mese di febbraio;

   alla luce di tali dati, l'Inps ha provveduto a rideterminare gli assegni pensionistici applicando la percentuale provvisoria di perequazione dell'1,6 per cento, con la circolare n. 197 del 2021, per le pensioni non superiori a quattro volte il trattamento minimo, incrementata all'1,7 per cento con la successiva circolare n. 33 del 2022;

   come noto, la pensione per gli invalidi civili totali, ciechi e sordomuti assoluti, pari a 287,09 euro mensili, è riconosciuta a condizione di un limite di reddito personale annuo è pari a 16.982,49 euro;

   diverse articolazioni territoriali sindacali hanno segnalato la paradossale circostanza della possibilità di revoca dell'assegno di pensione di invalidità, a seguito dell'applicazione delle suddette percentuali di perequazione, qualora il reddito del pensionato risultasse eccedente, anche di pochi euro, il citato limite di 16.982,49 euro annui;

   in determinati casi, l'applicazione del meccanismo di parziale tutela del reddito dei pensionati rispetto all'andamento dell'inflazione potrebbe comportare la perdita dell'assegno mensile di circa 290 euro, stante il permanere della condizione di invalidità totale;

   è di tutta evidenza la necessità di un intervento, anche di carattere interpretativo, volto ad adeguare automaticamente anche il suddetto limite di reddito al di sotto del quale è possibile fruire dell'assegno di invalidità –:

   quali urgenti iniziative di competenza intenda adottare affinché sia scongiurata l'ipotesi sommariamente illustrata in premessa, sterilizzando gli effetti della perequazione ai fini del rispetto del limite di reddito entro il quale viene riconosciuta la pensione di invalidità.
(5-07978)

Interrogazione a risposta scritta:


   DI MURO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la signora Céline Lamy ha presentato la petizione n. 0592/2016 al Parlamento europeo, per chiedere la spiegazione del fatto che l'indennità di disoccupazione le fosse stata negata in Italia dall'Inps;

   la signora è cittadina francese residente in Italia e ha lavorato otto anni nel Principato di Monaco;

   ha poi chiesto l'indennità di disoccupazione in Italia, suo Paese di residenza, ma l'Inps ha rigettato la domanda sulla base dell'Accordo concluso fra Repubblica italiana e Principato di Monaco il 12 febbraio 1982;

   al caso succitato non si applica peraltro neppure la giurisprudenza comunitaria in materia, in quanto il Principato di Monaco è Paese terzo rispetto a Italia e Unione europea –:

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda intraprendere per risolvere, nello specifico, il caso riportato in premessa e, più in generale, i casi simili che si siano presentati sul territorio nazionale.
(4-11924)

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   INCERTI, CENNI, AVOSSA, CRITELLI, CAPPELLANI e FRAILIS. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   l'Italia è il Paese europeo con il maggior numero di prodotti agroalimentari a denominazione di origine e a indicazione geografica riconosciuti dall'Unione europea, con 43 prodotti riconosciuti, tra alimentari e vini, che sviluppano un valore di produzione di 16,6 miliardi di euro e un export da 9,5 miliardi di euro con il contributo di 86 mila operatori; ciò rappresenta un'ulteriore dimostrazione della grande qualità delle nostre produzioni, ma soprattutto del forte legame che lega le eccellenze agroalimentari italiane al proprio territorio di origine;

   il sistema delle Indicazioni geografiche dell'Unione europea favorisce il sistema produttivo e l'economia del territorio; tutela l'ambiente, perché il legame indissolubile con il territorio di origine esige la salvaguardia degli ecosistemi e della biodiversità; sostiene la coesione sociale dell'intera comunità;

   grazie alla certificazione comunitaria si danno maggiori garanzie ai consumatori con un livello di tracciabilità e di sicurezza alimentare più elevato rispetto ad altri prodotti;

   le procedure di registrazione abbreviate, le maggiori tutele online, più attenzione alla sostenibilità e più poteri alle associazioni di produttori sono i pilastri su cui si basa la proposta di regolamento formalizzata dalla Commissione europea che ha avviato l'iter per la revisione dell'attuale sistema delle indicazioni geografiche con l'obiettivo di giungere all'approvazione della riforma, in codecisione con l'europarlamento entro il 2023;

   nelle intenzioni della Commissione le nuove misure dovrebbero rafforzare e migliorare l'attuale sistema di indicazioni geografiche e assicurare la registrazione abbreviata e semplificata, nonché un livello di protezione più elevato, in particolare on line e una maggiore sostenibilità;

   il settore italiano delle produzioni Denominazione di origine protetta e Indicazione geografica protetta e le principali istituzioni hanno avviato confronti per mettere a fuoco i punti prioritari della riforma della Commissione europea, delineando le posizioni del sistema italiano e le criticità da correggere: rafforzamento del sistema di tutela e il potenziamento del ruolo dei Consorzi di tutela; criteri di semplificazione a partire dalle procedure di modifica dei disciplinari e di sviluppo della sostenibilità come valore aggiunto; valorizzazione delle eccellenze; chiarimenti sul divieto di evocazione sancito dalla Corte Ue –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare in sede europea al fine di valorizzare e rafforzare il sistema italiano delle indicazioni geografiche.
(5-07977)

SALUTE

Interrogazione a risposta scritta:


   SAPIA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   un articolo pubblicato dalla testata giornalistica online Calabria7.it, recante il titolo «Ben 40 morti improvvise in 5 giorni, chiesta sospensione vaccini antiCovid» ha diffuso alcuni dati riguardo dei collassi improvvisi e dei decessi in soggetti giovani e sani, tutti vaccinati e negativi al virus;

   lo stesso articolo riporta la denuncia del leader del movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, secondo il quale, negli ultimi sessanta giorni, sarebbero stati circa 200 i decessi avvenuti nelle stesse modalità;

   alcuni, secondo lo stesso, sono stati salvati grazie all'uso dei defibrillatori, per questo motivo si richiede un maggior numero di defibrillatori nei negozi, nelle scuole, nei luoghi di lavoro e sul trasporto pubblico; inoltre, come conferma l'articolo, Corbelli ha chiesto la sospensione dei vaccini antiCovid, visto che l'Iss aveva previsto meno di una reazione avversa al vaccino su mille, ma le cifre di morti improvvise continuano ad aumentare;

   ivi si prosegue riportando la testimonianza di un genitore che, avvertendo un malore in autostrada mentre guidava accanto a suo figlio, ha fatto in tempo ad accostare e salvare la vita del bambino per essere ritrovato poi senza vita dai soccorsi –:

   quali iniziative urgenti intenda assumere per contrastare questa emergenza di decessi immotivati che potrebbero essere ricondotti al vaccino antiCovid;

   se intenda sospendere la somministrazione dei vaccini, visto che queste morti sono state osservate in soggetti sani, mentre non sono noti i dati riguardo alla salute delle persone decedute a causa del virus;

   di quali dati ed elementi disponga riguardo ai casi avversi che si stanno verificando.
(4-11928)

SUD E COESIONE TERRITORIALE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   VISCOMI. — Al Ministro per il sud e la coesione territoriale. — Per sapere – premesso che:

   su iniziativa del Ministero interrogato e a seguito del Tavolo istituzionale del 19 ottobre 2021, è stato formalizzato l'avviso per la presentazione di Progetti da parte dei comuni calabresi a valere sui contratti istituzionali di sviluppo, ai fini del finanziamento di un unico Cis Calabria denominato «Svela la Bellezza»;

   a seguito del Tavolo tecnico e della nota del 21 ottobre 2021 dell'Agenzia per la coesione territoriale, incaricata, unitamente a Invitalia, di coordinare il Cis Calabria, sono state svolte numerose riunioni territoriali per sollecitare la presentazione di progetti di qualità entro la scadenza del 22 novembre 2021, successivamente prorogata al 15 dicembre 2021;

   alla data fissata sono pervenuti – salvo errori – circa 1.180 progetti, promossi da 345 soggetti (enti locali e associazioni di comuni), per un importo superiore a 1,4 miliardi di euro;

   detti progetti sono stati raggruppati per tematica e istruiti in via preliminare dalla regione Calabria in ordine alla coerenza degli stessi rispetto alle strategie di sviluppo regionale;

   i progetti sono stati quindi trasmessi in data 14 gennaio 2022 all'Agenzia di coesione e ad Invitalia per la selezione e valutazione finale, atteso che era stato comunicato ai comuni che l'istruttoria di valutazione sarebbe stata conclusa entro febbraio 2022 e che entro la metà di marzo sarebbe stato sottoscritto il contratto istituzionale di sviluppo Calabria;

   il ritardo nella sottoscrizione del contratto istituzionale suscita notevoli ed intuibili timori –:

   quali saranno i tempi della chiusura della procedura di valutazione e di finanziamento dei progetti relativi al Cis Calabria «Svelare la bellezza» e quali iniziative di competenza intenda assumere per assicurarne un sollecito esame.
(5-07970)

Interrogazione a risposta scritta:


   ALBANO. — Al Ministro per il sud e la coesione territoriale. — Per sapere – premesso che:

   con riferimento all'avviso pubblico posto in essere dal Ministro per il Sud e la coesione territoriale, avente ad oggetto la Presentazione di proposte di intervento per servizi e infrastrutture sociali di comunità da finanziare nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza, Missione n. 5 «Inclusione e Coesione» del Piano nazionale ripresa e resilienza (PNRR), Componente 3: «Interventi speciali per la coesione territoriale» – Investimento 1: «Strategia nazionale per le aree interne» – Linea di intervento 1.1.1 «Potenziamento dei servizi e delle infrastrutture sociali di comunità», si evidenzia che i Comuni delle aree interne hanno subìto una ulteriore riclassificazione in comuni di cintura, comuni intermedi, comuni periferici, comuni ultraperiferici;

   l'articolo 6 del citato avviso pubblico esclude espressamente dalla possibilità di presentare proposte progettuali, e conseguentemente di accedere al relativo finanziamento, i comuni di cintura, utilizzando come criterio di esclusione la distanza del comune dal rispettivo capoluogo di provincia, senza alcuna considerazione circa lo stato delle infrastrutture, la presenza di servizi pubblici, le esigenze della popolazione e i relativi disagi;

   all'articolo 1, dell'avviso pubblico de quo, si legge chiaramente che: «l'intervento mira a promuovere soluzioni a problemi di disagio e fragilità sociale, mediante la creazione di nuovi servizi ed infrastrutture sociali e il miglioramento di quelli esistenti, favorendo l'aumento del numero di destinatari e/o la qualità dell'offerta, anche facilitando il collegamento e l'accessibilità ai territori in cui sono ubicati i servizi stessi, sotto forma di trasferimenti destinati alle autorità locali». Il terzo comma stabilisce inoltre espressamente che: «L'obiettivo del presente Avviso è quello di fornire servizi sociali ad almeno 2.000.000 di destinatari residenti in comuni delle aree interne»;

   l'utilizzo del criterio della lontananza dal capoluogo di provincia come discrimen per l'accesso ai finanziamenti previsti dall'avviso risulta non solo manifestamente illogico, ma anche anacronistico, oltre a rappresentare un indizio della scarsa conoscenza del territorio da parte del legislatore; non si comprende infatti come i comuni ora denominati «di cintura» siano da un lato considerati facenti parte delle «Aree Interne» – e quindi bisognosi di interventi volti a contrastare problemi di marginalizzazione e di declino demografico – e dall'altro vengano poi esclusi dall'accesso a quei finanziamenti che mirano proprio a risolvere le problematiche di cui sopra;

   ad esempio i comuni di Acquasanta Terme, Appignano del Tronto, Offida, Palmiano, Venarotta, Roccafluvione, della provincia di Ascoli Piceno, facenti parte del cratere sismico 2016, risultano esclusi dalla partecipazione all'avviso di cui sopra –:

   se il Ministro non intenda con immediatezza adottare iniziative per provvedere alla modifica dei requisiti di accesso alla procedura pubblica di cui in premessa in premessa, inserendo tra i soggetti ammessi alla selezione tutti i comuni facenti parte delle «Aree Interne», e quindi anche quelli ora definiti «di cintura», per evitare politiche discriminatorie tra comuni considerati comunque disagiati e dunque garantire il raggiungimento di quell'obbiettivo di potenziamento dei servizi e delle infrastrutture sociali di comunità, nella strategia nazionale per le aree interne, che il presente avviso tende a raggiungere.
(4-11929)

TRANSIZIONE ECOLOGICA

Interrogazione a risposta orale:


   SQUERI. — Al Ministro della transizione ecologica, al Ministro dell'economia e delle finanze – Per sapere – premesso che:

   i contratti di fornitura di servizio energia verso le Pubbliche Amministrazioni, per la gran parte sottoscritti mediante convenzioni Consip, sono regolati dall'andamento dell'indice Pfor, cioè del Prezzo di Fornitura a copertura dei costi di approvvigionamento del gas, che è aggiornato trimestralmente;

   l'indice è stato utilizzato senza particolari problemi fino all'anno scorso in quanto da lungo tempo il prezzo del gas è rimasto stabile oppure ha subito variazioni di lieve entità e in tempi medio-lunghi il valore del Pfor per l'approvvigionamento del metano è interamente basato sull'indice Spot Ttf (Title Transfer Facility) all'ingrosso del gas, ovvero il mercato all'ingrosso del gas naturale continentale con sede in Olanda;

   i fornitori italiani invece comprano il gas con un riferimento di prezzo al Psv è cioè Punto di scambio virtuale, il principale punto di incontro tra domanda e offerta del mercato del gas in Italia; si tratta del mercato all'ingrosso italiano che è gestito dal Gme e dall'operatore Snam responsabile del trasporto gas su scala nazionale;

   la recente volatilità del prezzo del gas ha reso evidente l'inadeguatezza del sistema di riferimento: se da un lato il prezzo riferito al Psv può variare quotidianamente anche per entità notevoli, dall'altro i fornitori rivendono alle Pubblica Amministrazione basandosi su valori aggiornati trimestralmente e quindi correlati con un significativo ritardo al valore effettivo della variazione;

   diverse strutture pubbliche, quali a esempio gli ospedali, le scuole, le amministrazioni centrali hanno valori di consumo mensile di gas di migliaia di metri cubi;

   lo sbilanciamento tra costi di approvvigionamento e prezzi di vendita determina per i fornitori rilevanti problemi di liquidità, sino al rischio di fallimento;

   soffrono per i rincari trader, grossisti e tutti quei soggetti che operano sulle piattaforme del Gme per fornire luce e gas ai clienti finali;

   ne consegue una crescente tendenza all'uscita delle aziende fornitrici dai contratti;

   appare evidente la necessità di una riforma complessiva del sistema, per evitare che nei mesi a seguire circostanze eccezionali di aumenti dei prezzi possano generare un duplice effetto a catena, ossia il fallimento degli operatori energetici e la ricaduta dei costi di tali fallimenti sulla collettività –:

   se i ministri interrogati non ritengano opportuno adottare iniziative per:

    a) avviare un processo di riforma sistematica delle regole di accesso e permanenza sul mercato degli operatori, garantendo agli stessi trasparenza e solidità finanziaria mediante l'applicazione di strumenti di calmieramento dei prezzi di acquisto e di più rapida traslazione di tali prezzi sul cliente finale;

    b) introdurre nelle gare Consip relative alla fornitura di energia, di una specifica variabile legata alla volatilità dei mercati.
(3-02920)

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

X Commissione:


   VALLASCAS e SODANO. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   il rigassificatore di Porto Empedocle è un progetto di natura industriale da realizzare in zona Kaos a ridosso della Valle dei Templi sulle argille azzurre di Pirandello che necessita di dettagliate autorizzazioni e/o nulla osta da parte del Consiglio regionale;

   si tratta, ad avviso degli interroganti, di uno scempio ambientale e una mera speculazione, in alcun modo risolutiva rispetto all'attuale emergenza gas che sta investendo il nostro Paese, senza contare che i tre rigassificatati attualmente esistenti in Italia sono attivi solo al 30 per cento delle loro potenzialità;

   il progetto è stato dapprima «bocciato» dal Tar del Lazio, poi dalla Commissione europea e da ultimo anche da un referendum promosso dalla Città di Agrigento su iniziativa del partenariato con voto unanime negativo di circa 8.000 cittadini;

   il percorso autorizzatorio è viziato: sono scaduto il nulla osta della Soprintendenza ai beni culturali di Agrigento e il parere favorevole della capitaneria di Porto Empedocle;

   il progetto è problematico per l'ecosistema marino e la produttività del mare perché, per essere stipato in nave, il gas naturale deve essere trasportato in forma liquida a una temperatura di -160°C per poi ripassare allo stato gassoso; processo realizzato attraverso il prelievo di acqua di mare per riscaldare i radiatori nei quali circola il Gnl;

   un aspetto collaterale del rigassificatore è il rilascio in mare di biocidi dalla nave che trasporta metano, solitamente utilizzati per evitare che gli organismi marini colonizzino i tubi e ostruiscano l'impianto;

   dove avviene lo scarico di acqua fredda cambia la fauna marina con sostituzione di popolazioni di pesci da acqua calda con quelli da acqua fredda. L'acqua di mare utilizzata per scaldare il gas liquefatto a -160°C ritorna al mare più fredda, abbassandone la naturale temperatura;

   si stima una spesa di oltre 800 milioni di euro da parte di Enel di risorse pubbliche in un territorio ad altissimo ritardo economico e con enorme tasso di disoccupazione, per realizzare un impianto dannoso e pericoloso per l'ambiente, per i beni culturali e l'economia –:

   se il Ministro interrogato non ritenga opportuno scegliere una strada alternativa per risolvere l'emergenza energetica e la dipendenza del nostro Paese dal gas russo, salvaguardando un patrimonio dell'Unesco come la Valle dei Templi, e conseguentemente adottare iniziative per un incremento dell'estrazione di gas italiano, rafforzando il corridoio sud e puntando sul Tap, o in ultima ipotesi prendendo atto della disponibilità manifestata dall'Algeria nella fornitura di gas, secondo fornitore, dopo la Russia.
(5-07971)


   DE TOMA, ZUCCONI e CAIATA. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   circa due settimane fa il Presidente del Consiglio Mario Draghi rivolgendosi agli italiani ha detto testualmente: «Preferiamo la pace o i condizionatori accesi tutta l'estate?» ed è di pochi giorni fa la notizia, appresa dalle principali testate giornalistiche nazionali, che la presidenza del Consiglio ha proceduto al rinnovo dell'impianto di climatizzazione della propria sede attraverso l'acquisto di 57 condizionatori, al prezzo di 39.426,40 euro;

   le Linee guida adottate dall'Istituto superiore di Sanità indicano che negli ambienti indoor, per un benessere termico ottimale, la temperatura deve essere mantenuta tra i 24 e i 26 gradi con un'umidità compresa tra il 50 e il 60 per cento;

   le sanzioni adottate dall'Unione europea e dagli Stati Uniti colpiscono la Russia in diversi ambiti e, se è vero che il conflitto in atto durerà a lungo o addirittura anni, occorre che l'Italia si attrezzi di conseguenza e ponga in essere una serie di strategie che svincolino il nostro Paese dalla dipendenza dal gas russo e dalle fonti fossili in generale;

   i blocchi commerciali ed energetici e l'aumento del costo delle materie prime e delle bollette sono fonte di grande preoccupazione per cittadini e imprese che, per attutire l'impatto che i prezzi hanno sui consumi, attingono ai loro risparmi;

   la riduzione dei consumi energetici rappresenta, al contempo, una concreta opportunità economica e un dovere nei confronti dell'ambiente;

   l'uso corretto dell'energia e le abitudini quotidiane rivestono un ruolo importante nella riduzione degli sprechi energetici, con evidenti benefici in merito alla dipendenza del nostro Paese dall'estero, ferma restando la necessità di favorire le fonti da energie rinnovabili e l'instaurazione di una filiera nazionale nel settore –:

   quali iniziative, e con quale tempistica, il Ministro interrogato, nell'ambito delle proprie competenze, intenda porre in essere sia nel settore pubblico sia in quello privato, al fine di ridurre la quantità di fabbisogno energetico, nazionale, tenendo conto delle criticità di tutte le misure attualmente in vigore.
(5-07972)


   PORCHIETTO, SQUERI, TORROMINO, POLIDORI e SESSA. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   dopo mesi di trattative, il 26 aprile 2022 l'Unione europea ha dato il via libera alla proposta della Spagna e del Portogallo per abbassare il costo delle bollette dell'elettricità, fissando un tetto al prezzo del gas nella penisola iberica. L'accordo prevede un prezzo massimo di 40 euro a megawattora, con una media di 50 euro nel periodo di applicazione del provvedimento, che sarà di un anno;

   la richiesta del price cap era stata avanzata dai due Paesi in funzione della specificità del loro mercato energetico, consistente nelle scarse interconnessioni con il resto dell'Europa (il progetto di gasdotto Spagna Francia, il MidCat, è fermo dal 2019) e nell'elevata presenza di rinnovabili (41 per cento della produzione elettrica);

   il portavoce della Commissione europea ha definito la decisione come un accordo politico «in linea di principio» per consentire ai due Paesi di «affrontare i livelli dei prezzi dell'elettricità, mantenere gli incentivi per la transizione energetica sostenibile e preservare l'integrità e i benefici del mercato unico». I contatti continueranno ora ... a livello tecnico;

   lo schema proposto dalla Spagna prevede di fissare il prezzo del gas politicamente e di compensare le imprese produttrici di gas «senza costi per il bilancio dello stato» ma ridistribuendo i costi in eccedenza proporzionalmente sulle altre fonti energetiche, dissociando così il prezzo del gas naturale dalla formazione dei prezzi del mercato elettrico all'ingresso;

   per cercare di evitare ricadute sui Paesi vicini, Madrid e Lisbona istituiranno una doppia asta: verrà fissato un prezzo che regolerà gli scambi internazionali e poi verrà stabilito un secondo prezzo che sarà valido solo sulla penisola iberica;

   la Penisola iberica dipende solo per il 5 per cento dal gas russo e soddisfa le sue necessità tramite 7 rigassificatori, alimentati principalmente con importazioni da Usa e Qatar, e tramite il gas algerino (45 per cento);

   alcuni membri dell'Unione europea – l'Italia, la Spagna e il Portogallo – hanno proposto un meccanismo di acquisto collettivo, a livello comunitario, del gas naturale, trovando però l'opposizione del Belgio e della Germania. Tuttavia, ora che i due Paesi iberici hanno aperto un varco sul price cap del gas, una riflessione sul tema è d'obbligo anche per l'Italia –:

   quali iniziative di competenza, sia in ambito nazionale sia a livello eurounitario, intenda adottare il Governo per calmierare il prezzo del gas e di conseguenza i costi della generazione elettrica.
(5-07973)


   MORETTO. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) prevede la realizzazione della Riforma 1.2 «Nuova normativa per la promozione della produzione e del consumo di gas rinnovabile» e del progetto di investimento 1.4 «Sviluppo biometano» con una dotazione di 1,92 miliardi di euro finalizzati alla revisione dei meccanismi di incentivo per la produzione di biometano;

   il decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199, recante attuazione della direttiva (UE) 2018/2001 sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili, ha previsto all'articolo 11 l'istituzione di un meccanismo di incentivazione del biometano prodotto ovvero immesso nella rete del gas naturale e coordinato con gli investimenti del Pnrr da definirsi con apposito decreto;

   il 18 novembre 2021, il Ministero della transizione ecologica ha provveduto a notificare alla Commissione europea tale decreto ai fini della valutazione di rispondenza alla disciplina sugli aiuti di Stato;

   dovrà seguire un ulteriore decreto del Ministero della transizione ecologica per la definizione, su proposta del GSE, delle regole applicative del citato decreto e da quel momento le imprese dovranno affrontare procedure di mesi per l'ottenimento delle autorizzazioni e per la realizzazione degli investimenti;

   il precedente regime di incentivazione del biometano, previsto dal decreto ministeriale 2 marzo 2018, termina il suo periodo di vigenza al 31 dicembre 2022 e in mancanza di ulteriori disposizioni normative, i soggetti che hanno avviato la costruzione di impianti di biometano rischiano di veder compromesso quanto fino ad ora realizzato;

   l'attuale situazione di crisi energetica rende ancora più urgente ed indifferibile ogni contributo volto a diminuire la dipendenza energetica dalle Importazioni e la realizzazione di quanto previsto dal Pnrr potrebbe consentire entro il 2026 la produzione di 2,3 miliardi di metri cubi fanno di gas rinnovabile, proveniente al 199 per cento dalle filiere nazionali;

   un ulteriore ritardo nell'emanazione dei provvedimenti attesi, oltre a rendere molto difficile il conseguimento degli obiettivi fissati dal Pnrr per il 2022 e 2023, rischia di scoraggiare gli imprenditori dal realizzare gli investimenti in questo settore, investimenti stimabili in circa 5 miliardi di euro entro il 2026 –:

   quali siano i tempi previsti per l'emanazione del decreto ministeriale richiamato in premessa e quali iniziative il Ministro intenda adottare per ottenere rapidamente l'autorizzazione della Commissione europea e garantire, così, la piena attuazione del sistema di incentivazione approntato per gli impianti di biometano, in quanto del tutto strumentale ai conseguimento degli obiettivi e dei traguardi previsti dal Pnrr.
(5-07974)


   MASI, ALEMANNO, CARABETTA, CHIAZZESE, FRACCARO, GIARRIZZO, ORRICO, PALMISANO, PERCONTI e SUT. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   il 23 marzo 2022, la Commissione ha presentato una proposta di regolamento di modifica del regolamento (UE) 2017/1938 concernente misure volte a garantire la sicurezza dell'approvvigionamento di gas contenente, inter alia, requisiti minimi di livello di riempimento degli stoccaggi e la possibilità di incentivare il riempimento degli stessi;

   nel nostro Paese, i depositi di stoccaggio del gas naturale sono gestiti da operatori privati e il loro utilizzo è regolato dall'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) secondo criteri di qualità del servizio e il conferimento della capacità attraverso procedure concorsuali;

   l'articolo 21 del decreto-legge n. 17 del 2022 ha previsto di ottimizzare il prossimo ciclo di iniezione al fine di portare il riempimento degli stoccaggi ad almeno il 90 per cento delle capacità di stoccaggio nazionale disponibili, anche mediante modalità di allocazione dello spazio di stoccaggio di modulazione e i relativi obblighi di iniezione;

   il 1° aprile scorso il Ministero della transizione ecologica ha varato misure aggiuntive volte a incrementare, con cadenza settimanale dal 1° aprile al 31 ottobre 2022, la frequenza delle aste per l'allocazione della capacità, oltre a prevedere costi di logistica nulli e strumenti di copertura del differenziale di prezzo tra estate e inverno;

   con deliberazione 110/2022/R/gas, inoltre, in attuazione delle disposizioni di cui al decreto 14 marzo 2022, l'Autorità ha introdotto un meccanismo transitorio, in attesa dell'introduzione, a partire dalle aste di maggio 2022, di meccanismi basati su prezzi di riserva nulli per l'allocazione della capacità accoppiati a contratti per differenza a due vie che coprano il rischio prezzo tra i prezzi del gas nel periodo di iniezione e i prezzi durante il periodo di erogazione invernale, per favorire il riempimento degli stoccaggi, basato su un premio, fissato in 5 euro per MWh, applicato ai volumi in giacenza al termine dell'iniezione;

   gli oneri derivanti dall'applicazione del premio e quelli dei futuri contratti per differenza (CFD) saranno erogati agli operatori e finanziati dai prezzi finali del gas attraverso il corrispettivo CrvBI corrispondente alla tariffa di trasporto. Ad oggi, infatti, non sono previsti stanziamenti pubblici a copertura degli stessi –:

   se il Ministro interrogato intenda dettagliare quale sia l'impatto economico per cittadini e le piccole e medie imprese derivante dagli oneri citati in premessa e se abbia valutato la possibilità che il riempimento degli stoccaggi, in questo momento di emergenza nazionale, avvenga a cura delle imprese a partecipazione statale che operano con contratti pluriennali nel settore dell'approvvigionamento del gas.
(5-07975)


   BENAMATI, GAVINO MANCA e ZARDINI. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   la sicurezza e la diversificazione degli approvvigionamenti di gas hanno assunto importanza se possibile, ancora più strategica in relazione alla guerra in Ucraina e, per ovviare alla pandemia energetica a cui si assiste da mesi, nei giorni scorsi il Governo italiano ha avviato interlocuzioni con diversi Stati, al fine di stipulare nuovi accordi e renderci maggiormente indipendenti dal gas russo;

   secondo alcune stime nella sola regione del Mediterraneo orientali sono stoccati sottoterra circa 3,5 mila miliardi di metri cubi di gas naturale, l'equivalente delle riserve dell'intero continente europeo, che sono rimasti fin qui inutilizzati a causa di limiti tecnologici, unitamente a fattori economici e geopolitici;

   proprio per cercare di sfruttare tali risorse, si è costituito il consorzio IG Poseidon che si propone come fautore di un mega-gasdotto con la funzione di sfruttare questi giacimenti: un gasdotto che si estenderà per 1.900 chilometri, di cui un terzo su terraferma e il resto in mare, con l'obiettivo di importare in Europa 10 miliardi di metri cubi di gas all'anno dai depositi di Cipro e Israele. Un'operazione tecnologicamente estremamente complessa, il cui costo viene stimato al di sopra dei 6 miliardi di euro e vede coinvolte una pluralità di aziende a livello internazionale;

   lo sviluppo del progetto EastMed è stato trasversalmente sostenuto dalla Unione europea e dai Paesi coinvolti dall'opera (Israele, Cipro e Grecia), tant'è che è stato inserito nella quinta lista dei progetti di interesse comune (PCI), una scelta ribadita a inizio 2022 dal Parlamento europeo, e dovrebbe ricevere finanziamenti pubblici europei e privati, anche se occorre verificare la struttura economica dell'investimento e la relativa fattibilità –:

   quali siano gli intendimenti del Ministro interrogato sul progetto citato in premessa per permettere la diversificazione, la stabilità e l'economicità delle forniture di gas all'Italia.
(5-07976)

Interrogazione a risposta scritta:


   SERRITELLA. — Al Ministro della transizione ecologica, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il teleriscaldamento è una forma di riscaldamento che consiste nella distribuzione attraverso reti di tubazioni coibentate di acqua calda, surriscaldata o vapore, proveniente da una grossa centrale di produzione;

   con tale sistema l'acqua arriva alle abitazioni operando negli impianti di riscaldamento o raffreddamento, e successivamente ritorna alla stessa centrale a una temperatura più bassa o più alta;

   il calore è solitamente prodotto in una centrale di cogenerazione a gas naturale o combustibili fossili oppure il calore proviene dalla combustione di biomasse o termovalorizzazione dei rifiuti solidi urbani;

   nel mese di febbraio 2022, l'amministratore delegato di Iren energia, Giuseppe Bergesio, a proposito dei recenti aumenti delle bollette del gas e della luce, ha ricordato che Torino è la città italiana più teleriscaldata del Paese, evidenziando che i recenti provvedimenti governativi a contenimento dell'aumento dei costi energetici non comprendono l'uso del teleriscaldamento, pratica in sintonia con la sostenibilità ambientale;

   a titolo di esempio è stato inoltre sottolineato come le polveri sottili diminuiscono in modo evidente a Torino rispetto ai centri dove è minore la diffusione degli impianti di teleriscaldamento;

   il dottor Bergesio ha confermato che gli aumenti delle bollette sfiorano il raddoppio degli importi dello scorso anno, presentando un raffronto tra i costi di gennaio degli ultimi due anni. Nel gennaio del 2021 la spesa del riscaldamento con il gas di una famiglia tipo era di circa 250 euro, diventata di 440 euro nel gennaio 2022;

   a chi usa il teleriscaldamento, prendendo come riferimento la medesime bollette di gennaio, i costi salgono dai 226 euro del 2021 ai 476 euro del 2022, con un aumento di oltre 250 euro mensili;

   per attenuare le conseguenze dei rincari l'azienda sta offrendo la possibilità di rateizzare il pagamento delle bollette, una scelta che è già stata accolta da migliaia di famiglie;

   sarebbe un paradosso escludere dalle agevolazioni gli utenti più virtuosi, cioè coloro che utilizzano sistemi ad alta sostenibilità ambientale, come il teleriscaldamento, che si è sviluppato soprattutto in alcune città italiane –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti suddetti, e quali iniziative, per quanto di competenza, stia adottando al fine di introdurre benefici fiscali in favore della categoria di utenti suddetta, la quale risulta attualmente esclusa da qualsiasi forma di agevolazione tariffaria.
(4-11926)

Apposizione di firme ad interrogazioni.

  L'interrogazione a risposta scritta Ehm n. 4-11860, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 19 aprile 2022, deve intendersi sottoscritta anche dalle deputate Sarli, Benedetti, Suriano.

  L'interrogazione a risposta immediata in Assemblea Torto e altri n. 3-02915, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 26 aprile 2022, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Lovecchio.

Pubblicazione di un testo riformulato.

  Si pubblica il testo riformulato della mozione Gadda n. 1-00573, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 628 del 17 gennaio 2022.

   La Camera,

   premesso che:

    il Servizio civile universale svolge un ruolo significativo nel servizio di difesa, non armata e non violenta, della Patria nella promozione del valori fondativi della Repubblica Italiana assicurando lo sviluppo della cittadinanza attiva, della solidarietà nonché dell'inclusione e della coesione sociale, anche attraverso la salvaguardia del patrimonio della Nazione, con particolare riferimento all'ambiente. Valori che, come dimostra l'attuale scenario di guerra in Ucraina, non si possono mai dare per scontati, ma vanno di giorno in giorno costruiti, soprattutto con le nuove generazioni, non solo a livello nazionale, ma anche nel contesto europeo;

    si pone altresì l'obiettivo di contribuire alla educazione e formazione civica, sociale, culturale e professionale del giovani di età tra i 18 e i 28 anni che vi partecipano, attraverso l'opportunità di sperimentare fattivamente la bellezza e il valore del volontariato, donando il proprio tempo e le proprie potenzialità al servizio della comunità;

    la riforma del Servizio civile, approvata nella XVII legislatura, ha rappresentato un punto di svolta storico sul fronte normativo e soprattutto dal punto di vista culturale, grazie alla transizione verso un modello di tipo universalistico, e assegna a tale istituto una dimensione europea in termini di integrazione con gli indirizzi comunitari e sul piano fattuale, promuovendo anche esperienze e progettualità per i ragazzi nei diversi Paesi dell'Unione;

    la recente pubblicazione della «Relazione sull'organizzazione, sulla gestione e sullo svolgimento del servizio civile nell'anno 2018» predisposta per la relazione al Parlamento, ai sensi dell'articolo 20 della legge 8 luglio 1998, n. 230, evidenzia lo stato del Servizio civile universale in Italia nell'anno di avvio della riforma del servizio; come mostra il rapporto, tra i settori maggiormente interessati si notano l'assistenza, l'educazione e la promozione culturale e dello sport e una netta prevalenza di donne, rappresentando esse il 60,82 per cento dei giovani coinvolti;

    la riforma del Terzo settore approvata nella medesima legislatura e che sta entrando nella sua piena fase operativa con l'avvio del Registro unico nazionale valorizza il ruolo degli enti del terzo settore e dell'economia sociale nella comunità in una ottica di co-programmazione e co-programmazione con enti locali ed istituzioni; il decreto legislativo n. 40 del 2017 ha altresì posto le basi per definire una prospettiva moderna e strutturale dell'istituto di Servizio civile universale con l'obiettivo di farlo diventare uno dei pilastri su cui poggiare la crescita dei ragazzi, rendendoli cittadini più consapevoli e capaci di affrontare le sfide sociali e culturali in atto proprio grazie all'impegno all'interno della comunità presso enti del terzo settore o istituzioni;

    la Consulta nazionale per il Servizio civile universale, istituita ai sensi dell'articolo 10 del decreto legislativo n. 40 del 2017, è un importante organismo permanente di consultazione composto da enti selezionati iscritti all'albo del Servizio civile universale, dai rappresentanti delle regioni e dei comuni e da una rappresentanza degli operatori volontari e del coordinamento tra enti; la piena operatività della Consulta rappresenta un valido supporto proprio nella fase di uscita dal regime transitorio della riforma nella direzione di un sistema strutturale di servizio civile;

    il Servizio civile universale consente di avvicinare i giovani all'articolato e capillare mondo del terzo settore, che quotidianamente è impegnato in molteplici attività di interesse generale soprattutto a sostegno delle persone più fragili – essendo composto da organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, cooperative e imprese sociali, fondazioni – oltre a rinsaldare il loro legame con le istituzioni, anche attraverso progetti promossi da enti pubblici. Il Servizio civile universale è concretamente, infatti, palestra di solidarietà, e consente ai giovani di confrontarsi con realtà spesso ignorate e li aiuta a sperimentare, all'interno di progetti predisposti con queste finalità, la costruzione di una società più inclusiva e aperta;

    nonostante l'emergenza epidemiologica da COVID-19 abbia messo a dura prova l'intero sistema Paese, il Servizio civile universale ha saputo reinventarsi, assicurando, nel rispetto delle misure di sicurezza introdotte per il contenimento della diffusione del virus, la continuità delle attività di supporto e assistenza alla comunità attraverso l'introduzione di nuove e alternative modalità di gestione dei progetti;

    la procedura di selezione dei ragazzi volontari mediante colloquio è un passaggio importante del percorso, che consente anche agli enti coinvolti di valorizzare le motivazioni dei giovani ed inserirli nei percorsi più opportuni; lo scorso anno, per valutare le oltre 100 mila richieste pervenute, furono impiegati 97 giorni; risulta fondamentale, pertanto, che i tempi a disposizione degli enti per esperire la procedura di selezione dei volontari siano adeguati a garantire qualità e attenzione ai ragazzi, anche alla luce delle migliaia di richieste da valutare;

    proprio per la sua importanza, il Servizio civile universale è stato inserito in due missioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), la missione uno, su «Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura», e la missione cinque, relativa agli obiettivi e traguardi di «Inclusione e Coesione»;

    in entrambi i casi, grazie alla presenza di un quadro normativo ormai stabile e strutturato in materia, si ambisce a un potenziamento del Servizio civile universale da realizzare attraverso l'incremento del numero di giovani che possano esservi coinvolti e l'innalzamento della qualità dei programmi e dei progetti, il tutto finalizzato alla realizzazione di un percorso di formazione volto ad accrescere le loro conoscenze e competenze, nonché a favorire lo sviluppo della loro personalità in ambito relazionale, professionale e sociale;

    il 14 dicembre 2021 è stato pubblicato il bando rivolto agli operatori volontari per la partecipazione ai progetti degli enti di servizio civile universale, iscritti all'albo di cui all'articolo 11 del decreto legislativo n. 40 del 2017, ammessi in esito al precedente avviso del 31 dicembre 2020. Tale bando, relativo a 56.205 operatori volontari è stato integrato di ulteriori 8.126 posizioni aggiuntive grazie al reperimento di risorse rinvenienti da economie di gestione, pari ad oltre 43,4 milioni di euro, in tal modo, sono stati finanziati ulteriori 102 programmi (92 in Italia e 10 all'estero) e i posti effettivamente disponibili per gli operatori volontari sono divenuti 64.331, il più alto numero previsto da un bando nella storia del Servizio civile;

    nonostante gli sforzi profusi e l'incremento degli stanziamenti, il bando offre ancora una disponibilità inferiore di circa 20.000 unità; la definizione di servizio civile nella sua dimensione di universalità dovrebbe risultare un obiettivo primario nella fase di attuazione della riforma, proprio alla luce delle decine di migliaia di giovani che annualmente vengono escluse da questa opportunità pur vedendosi la domanda approvata dal Dipartimento e, pertanto, un incremento delle risorse che consenta l'accoglimento della complessità delle domande appare una sicura priorità, così come appare prioritario integrare – come avvenuto per i bandi 2020 e 2021 – i fondi residui dell'annualità precedente, con il conseguente scorrimento della graduatoria e il finanziamento di ulteriori posizioni;

    dei citati 64.331 posti disponibili, oltre 1.000 posti riguardano giovani volontari destinati ad operare nell'ambito dei programmi di «servizio civile digitale» ammessi al finanziamento dal Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale e dal Dipartimento per la trasformazione digitale;

    nel 2021 l'Accordo tra il Ministero per le politiche giovanili e il Ministero per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale, sottoscritto il 14 dicembre ultimo scorso, ha dato vita al Servizio civile digitale con un investimento pari a 55 milioni di euro per il triennio 2022-2024 e, parimenti, il Protocollo d'intesa sottoscritto il 6 agosto 2021 tra il Ministero per le politiche giovanili e il Ministero della transizione ecologica, ha attivato il Servizio civile ambientale, con uno stanziamento pari a 10 milioni di euro per la prima annualità, in coerenza con quanto previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza;

    in particolare, il Servizio civile digitale prevede il coinvolgimento nel triennio 2021-2023 di circa 9.700 operatori volontari e almeno 100 enti, con l'obiettivo di contribuire a garantire a tutti i cittadini le stesse opportunità di alfabetizzazione digitale superando il divario attualmente esistente, nonché di sviluppare un nuovo quadro di relazioni fra il cittadino e le istituzioni;

    uno studio dell'INAPP (Istituto per l'analisi delle politiche pubbliche) svolto in collaborazione con il Forum nazionale del Terzo settore e Arci Servizio civile, presentato nel maggio 2021, ha evidenziato che il Servizio civile innalza i livelli di occupazione e occupabilità, riduce il tasso di inattività, aiuta a riorientare le scelte professionali dei giovani che vi partecipano: tra i dati emersi, quello relativo al fatto che a due anni dall'esperienza di Servizio civile risultano occupati 6 operatori volontari su 10;

    le politiche per il lavoro delineate nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), inoltre, mirano a potenziare il Servizio civile universale anche in un'ottica di valorizzazione degli operatori volontari, promuovendo lo sviluppo di competenze che potrebbero generare maggiori opportunità in termini occupazionali per le nuove generazioni;

    ai sensi dell'articolo 40 del decreto-legge 6 novembre 2021, n. 152, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 dicembre 2021, n. 233, contenente disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose, la programmazione del Servizio civile universale, necessaria alla individuazione dei fabbisogni del territorio attraverso una puntuale analisi del contesto nazionale e pianificazione degli interventi necessari a soddisfarli, spetta allo Stato in virtù della finalità primaria della difesa della Patria propria dell'istituto e deve essere realizzata, in sinergia con le regioni, per piani triennali e non più annuali. A tale mutato orizzonte di programmazione triennale, e per dare piena attuazione alla caratteristica di universalità definita dalla riforma, dovrebbe corrispondere una maggiore stabilità di risorse in grado di garantire agli enti una migliore capacità di definizione dei progetti;

    l'attuale quadro legislativo rende necessaria l'adozione di interventi legislativi puntuali, specifici e condivisi, volti a migliorare, rafforzare e valorizzare l'attuazione del decreto legislativo n. 40 del 2017; interventi di revisione organica della disciplina di riferimento potrebbero ritardare ulteriormente la piena implementazione del servizio civile universale,

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative per prevedere sin dal prossimo disegno di legge di bilancio, lo stanziamento di risorse strutturali per il Fondo nazionale per il servizio civile universale di cui all'articolo 24 del decreto legislativo 6 marzo 2017, n. 40, tali da assicurare l'accesso al servizio di tutti i volontari richiedenti e prevederne un incremento progressivo, in raccordo con la programmazione triennale e ferma restando la verifica delle compatibilità finanziarie;

2) ad adottare iniziative per garantire la partecipazione di tutti i giovani, agevolando, in particolare, quelli con minori opportunità, nonché quanti abbandonano il percorso scolastico e non riescono ad inserirsi nel mondo del lavoro, affinché il servizio civile diventi una leva di inclusione sociale effettiva;

3) ad adottare iniziative finalizzate alla razionalizzazione e alla semplificazione dei bandi per i progetti degli enti e dei procedimenti amministrativi del sistema di servizio civile, al contempo rafforzando i meccanismi di verifica di cui all'articolo 20 del decreto legislativo 6 marzo 2017, n. 40;

4) ad assicurare una efficace attuazione della riforma introdotta dal decreto legislativo 6 marzo 2017, n. 40, che, ai sensi della delega conferita dalla legge 6 giugno 2016, n. 106, ha operato una revisione della disciplina in materia di servizio civile nazionale, individuando le relative procedure;

5) ad adottare iniziative per definire lo status giuridico dell'operatore volontario durante il servizio civile all'estero;

6) ad adottare iniziative per valorizzare percorsi di pace attraverso la sperimentazione prevista per i Corpi civili di pace, con la pubblicazione dell'avviso per i progetti della terza annualità;

7) ad intensificare la mobilità dei giovani operatori volontari e a rafforzare le opportunità di svolgimento del servizio civile nei Paesi esteri, in particolare in ambito europeo, anche attraverso accordi bilaterali specifici tenendo conto delle esigenze di sicurezza;

8) a favorire la formazione on-line in modalità sincrona e asincrona per la formazione degli operatori volontari e del personale degli enti accreditati, promuovendone la formazione e garantendone l'aggiornamento continuo anche attraverso il costituendo Centro nazionale del servizio civile;

9) ad adottare le iniziative necessarie ad assicurare, in linea con quanto previsto dall'articolo 55 del decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117, il coinvolgimento attivo degli enti del Terzo settore nella definizione dei programmi e dei progetti del servizio civile universale con gli enti territoriali;

10) a rafforzare il ruolo di consultazione, riferimento e confronto svolto dalla Consulta nazionale, istituita ai sensi dell'articolo 10 del decreto legislativo 6 marzo 2017, n. 40, valorizzando il ruolo della collaborazione quale elemento imprescindibile, con particolare riguardo al Piano triennale di cui all'articolo 4, comma 1, del medesimo decreto legislativo;

11) ad adottare iniziative per assicurare il massimo coinvolgimento degli enti del Terzo settore e della Consulta nazionale nella programmazione e organizzazione a livello territoriale dei progetti, nella definizione di scelte relative alle modalità operative e alle tempistiche per l'accesso ai bandi, per le procedure di selezione dei volontari, nonché per ogni altro aspetto che possa incidere sull'organizzazione e l'efficacia dell'azione degli enti stessi, prevedendo, nel rispetto della garanzia della riduzione dei tempi, ai sensi dell'articolo 15, comma 1, del decreto legislativo 6 marzo 2017, n. 40, sentita la Consulta nazionale, tempistiche congrue per la presentazione dei programmi e per esperire la procedura di selezione dei volontari da parte degli enti;

12) ad adoperarsi, anche nell'ambito della Conferenza Stato-regioni e d'intesa con le rappresentanze degli enti del Terzo settore e con la Consulta, per la definizione di un sistema di attestazione e, laddove possibile, di certificazione delle competenze acquisite dai volontari nel corso dell'esperienza del servizio civile, ai fini del loro utilizzo nei percorsi di istruzione e in ambito lavorativo, pur confermando la netta distinzione tra le finalità del servizio civile universale e le politiche attive per il lavoro;

13) ad assicurare, secondo quanto previsto dall'articolo 7 del decreto legislativo n. 40 del 2017, la stipula di un protocollo nazionale quadro e successivi accordi bilaterali fra il Dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio civile universale, e le regioni e le province autonome;

14) a definire una misura di analisi di impatto in merito agli interventi svolti dagli enti del servizio civile universale e realizzati nei territori di ciascuna regione o provincia autonoma o città metropolitana, da operarsi in piena autonomia da parte del Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale;

15) ad adottare iniziative per prevedere l'utilizzo di piattaforme istituzionali digitali al fine di promuovere l'informazione e l'attivazione delle misure a favore dei giovani, anche con funzione di banca dati delle competenze formali e non formali acquisite e del curriculum vitae digitale individuale, in accordo con il Ministero per il lavoro e le politiche sociali, dell'istruzione, dell'università e della ricerca, nonché con le regioni e le province autonome;

16) ad assicurare la puntuale attuazione alla disposizione di cui all'articolo 23 del citato decreto legislativo 6 marzo 2017, n. 40, che prevede che «il Presidente del Consiglio dei ministri presenta ogni anno al Parlamento, entro il 30 giugno, una relazione sull'organizzazione, sulla gestione e sullo svolgimento del servizio civile universale».
(1-00573) (Nuova formulazione) «Gadda, Baldino, Bonomo, Gentile, Toccalini, Fornaro, Schullian, Lupi, Lapia, Magi, Tasso».

Ritiro di documenti di indirizzo.

  I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:

   mozione Baldino n. 1-00611 del 21 marzo 2022;

   mozione Bonomo n. 1-00612 del 23 marzo 2022;

   mozione Gentile n. 1-00625 dell'8 aprile 2022.

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:

   interrogazione a risposta in Commissione Pini n. 5-07861 dell'8 aprile 2022;

   interrogazione a risposta scritta Sodano n. 4-11883 del 20 aprile 2022.

Trasformazione di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore: interrogazione a risposta scritta Nitti n. 4-06736 del 4 settembre 2020 in interrogazione a risposta in Commissione n. 5-07967.