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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Martedì 26 aprile 2022

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:


   Le Commissioni III e XIV,

   premesso che:

    il 29 e 30 aprile 2022 l'assemblea plenaria della Conferenza sul futuro dell'Europa dovrà compiere l'ultima lettura delle proposte tematiche, modificate alla luce del dibattito nei gruppi di lavoro e votare per identificare tra le proposte consolidate quali considerare prioritarie;

    il Comitato esecutivo dovrà, quindi, redigere il rapporto finale, che verrà consegnato ai tre presidenti della Conferenza – i presidenti di Commissione, Parlamento e Consiglio – nel corso di un evento che si terrà a Strasburgo, il 9 maggio prossimo, in occasione della Giornata dell'Europa ad un anno esatto dall'inaugurazione della Conferenza;

    la Conferenza si è configurata fin dall'inizio come un innovativo processo «dal basso verso l'alto», incentrato sui cittadini europei, mediante una piattaforma digitale multilingue interattiva, che ha raccolto contributi e idee su tutti i temi della Conferenza stessa, nonché attraverso molteplici eventi e dibattiti organizzati in tutta l'Unione, che a livello nazionale sono stati coordinati dal Comitato scientifico istituito con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 20 aprile 2021;

    in questi mesi si è svolto un confronto articolato su un ampio novero di tematiche, con un coinvolgimento dei cittadini nei vari panel europei e nazionali, nonché delle istituzioni locali, nazionali ed europee nei nove gruppi di lavoro e nelle riunioni della plenaria della Conferenza finora svolte a cui hanno attivamente partecipato i rappresentanti del Parlamento italiano;

    le Commissioni riunite III e XIV, congiuntamente alle omologhe Commissioni del Senato, hanno svolto una serie di audizioni nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla Conferenza sul futuro dell'Europa, dalle quali sono emersi interessanti contributi di riflessione;

    il Governo italiano ha presentato un non paper sulla Conferenza che propone una serie di iniziative per migliorare il funzionamento dell'Unione europea, anche con riferimento alla semplificazione del processo decisionale, ivi incluso il passaggio alla votazione a maggioranza qualificata in seno al Consiglio in alcuni settori;

    la crisi pandemica ha rappresentato un banco di prova per l'Unione attraverso il varo di misure eccezionali che hanno consentito di affrontare una sfida epocale con strumenti inediti e sfruttando le flessibilità previste attualmente dai trattati;

    la drammatica situazione della guerra in Ucraina rende ancora più urgente un'azione collettiva più efficace dell'Unione europea al fine di affrontare le sfide sempre più complesse degli scenari globali in evoluzione, rispetto a cui diventa strategica la prospettiva dell'allargamento dell'Unione europea;

    le proposte elaborate e discusse in seno alla Conferenza prospettano sviluppi in vari ambiti delle politiche europee (tra cui politica estera, salute), che potrebbero essere ulteriormente implementati anche in sede di revisione dei trattati;

    le discussioni svoltesi nell'ambito della Conferenza si incrociano con il dibattito in corso a livello istituzionale circa la necessità di una maggiore autonomia e sovranità strategica dell'Unione europea che ha un impatto trasversale su vari settori di azione, dalla difesa all'energia, dalla sicurezza alimentare all'industria;

    è auspicabile che dai lavori della Conferenza emerga un forte impulso verso un rafforzamento del processo di integrazione europea, fondato sul crescente coinvolgimento dei cittadini, dei territori e delle istituzioni locali e nazionali, nonché sul rafforzamento della dimensione parlamentare dell'Unione europea, riconoscendo un ruolo sempre più incisivo al Parlamento europeo e alla cooperazione interparlamentare tra i Paesi membri;

    i Parlamenti nazionali saranno chiamati a portare avanti le istanze emerse in seno alla Conferenza, al fine di consolidare la legittimazione democratica derivante dalla Conferenza stessa, esercitando il loro potere di indirizzo,

impegnano il Governo:

   a informare il Parlamento circa gli esiti della Conferenza, aggiornandolo costantemente sulle iniziative che si intenderanno porre in essere per dare seguito alle conclusioni adottate, garantendo una costante interlocuzione con le competenti Commissioni parlamentari, nonché assicurando un pieno coinvolgimento delle autonomie territoriali;

   a promuovere le proposte emerse dalla Conferenza che possano consentire, a trattati vigenti, un rafforzamento dell'azione dell'Unione europea, nel rispetto dei princìpi di sussidiarietà e proporzionalità, utilizzando tutte le potenzialità dei trattati stessi, ivi incluso l'avvio di un processo di revisione dei trattati nell'ambito di una convenzione composta anche da rappresentanti dei Parlamenti nazionali come previsto dall'articolo 48 del Trattato sull'Unione europea.
(7-00829) «De Luca, Olgiati, Fassino, Battelli, Formentini, Berti, Giglio Vigna, Rossello, Quartapelle Procopio, Colaninno, Emanuela Rossini, Bianchi, Berlinghieri, Galizia, Sensi, Emiliozzi, Migliore, Lupi, Ermellino, Valentini, Orsini, Di Stasio, Buffagni, Del Grosso, Grande, La Marca, De Maria, Campana, Schirò».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:


   ROMANIELLO, DORI e MENGA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   l'Amazzonia rappresenta circa il 40 per cento delle foreste tropicali al mondo, con un'estensione di 7 milioni di chilometri quadrati cui circa 5,5 milioni e mezzo di foresta, uno straordinario ecosistema con decine di migliaia di specie vegetali e animali, molte endemiche, ma anche «motore climatico» capace di condizionare su scala globale il clima terrestre;

   secondo uno studio dell'università di Princeton del 2020 se non ci fosse l'Amazzonia la temperatura del Pianeta aumenterebbe automaticamente di 0,25 °C e risulterebbe quasi impossibile stare dentro i limiti di aumento della temperatura fissati dall'accordo di Parigi e già difficili da raggiungere;

   la foresta amazzonica rappresenta anche l'ambiente di vita per centinaia di popolazioni native indigene che hanno convissuto con questo ecosistema per millenni, utilizzando sapientemente le risorse naturali per scopi alimentari, medici, per vestiario ed utensileria;

   nel corso del 2020 l'Amazzonia brasiliana ha perso quasi 38 chilometri quadrati di vegetazione al giorno, equivalenti a ventiquattro alberi ogni secondo, fenomeno in gran parte riconducibile ad allevatori e agricoltori, che disboscano la foresta e bruciano i detriti per far posto a coltivazioni e bestiame;

   i frequenti incendi che interessano la torba, la materia organica concentrata nel suolo, rilasciano ingenti quantità di carbonio nell'atmosfera, trasformando la foresta da enorme bacino in grado di catturare la CO2, in fonte di produzione di gas serra che riscalda il Pianeta;

   secondo accurati studi scientifici condotti dal biologo/ecologo Tom Lovejoy e dal climatologo brasiliano Carlos Nobre la deforestazione completa di oltre il 25 per cento di superficie (siamo già oltre il 20 per cento) rischia di trasformare la foresta tropicale in savana;

   tutto ciò sarebbe messo a rischio di sopravvivenza principalmente dalle politiche del Governo brasiliano del Presidente Bolsonaro, che attraverso una serie di misure sta legalizzando attività estrattive e modalità di appropriazione indebita delle tetre indigene, ma anche dal modello di economia estrattivista e predatorio di tutti gli altri Paesi che comprendono una parte di Amazzonia, quali Perù, Bolivia, Ecuador, Colombia, Venezuela;

   molti dei prodotti che arrivano dalle zone deforestate e dalle terre indigene, quali carne soia, pellami, minerali preziosi e terre rare, entrano nei circuiti del commercio internazionale fino alle nostre tavole e nostri negozi;

   le principali preoccupazioni derivano dagli effetti di alcuni provvedimenti legislativi sostenuti pubblicamente dal Governo Bolsonaro, come la legge (PL) 191/2020, che permette lo sfruttamento dette terre indigene per progetti minerari, idroelettrici e di infrastrutture su larga scala, la legge 490/2007, che limita la demarcazione delle terre indigene e addirittura rischia di mettere in discussione le terre indigene già demarcate per favorite progetti di sfruttamento delle risorse naturali e la legge 3.729/2004, che allenta la necessità di licenze ambientali, già pesantemente messe in discussione grazie ad un indebolimento sistematico in questi 4 anni di Ibama, l'organo di controllo e sorveglianza delle aree protette e delle altre istituzioni preposte al governo di queste terre –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa, quale sia la sua posizione in merito al regolamento sulla deforestazione che l'Unione europea intende approvare per responsabilizzare i consumatori e per certificare che i prodotti immessi nel mercato europeo non siano connessi a pratiche di deforestazione e di violazione dei diritti umani dei popoli indigeni e quali iniziative stia adottando affinché lo Stato italiano assuma impegni precisi, in particolare con riferimento alla dichiarazione di Amsterdam (Adp) del 2015, nei confronti di quegli Stati e di quelle pratiche che sono responsabili della distruzione della foresta primaria, anche in relazione all'accordo Unione europea - Mercosur.
(4-11913)


   CIABURRO e CARETTA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della transizione ecologica, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   come emerso a mezzo stampa, ma come anche evidente a seguito dell'andamento della relativa crisi industriale, Acciaierie d'Italia, già ArcelorMittal Italia, necessita di un piano urgente di manutenzione degli impianti, di un piano industriale dettagliato, di un piano di investimenti e di una vera e propria gestione;

   nella contingenza economica attuale, in cui la domanda di acciaio da parte del sistema manifatturiero italiano è elevata, anche a seguito della guerra tra Federazione russa e Ucraina, il possesso di una produzione nazionale di acciaio è un obiettivo strategico per l'Italia;

   Acciaierie d'Italia dispone, nel Paese, di diverse unità produttive, le cui principali sono situate a Taranto, Genova Cornigliano, Novi Ligure, Racconigi e Venezia Marghera;

   è in questo caso fondamentale anche il ruolo dei fornitori di materiali essenziali all'espletamento delle attività degli impianti stessi, il cui indotto genera chiaramente posti di lavoro;

   nella sola provincia di Cuneo sono circa ottanta le realtà aziendali che riforniscono Acciaierie d'Italia per settori di primaria importanza come la meccanica, la carpenteria e l'impiantistica, senza considerare autotrasporti, logistica e servizi;

   il perdurare della crisi industriale della cosiddetta «Ex Ilva» sta pregiudicando la tenuta economica di tutti i fornitori e relative aziende legate all'indotto produttivo di Acciaierie d'Italia, rendendo improcrastinabile e prioritaria l'assunzione di iniziative che rompano l'attuale impasse che sta affliggendo il Gruppo –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali urgenti iniziative di competenza intenda assumere per garantire la sostenibilità economica delle aziende operanti nella fornitura di prodotti e materiali verso Acciaierie d'Italia, con riferimento a quanto in premessa.
(4-11921)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per sapere – premesso che:

   il passaporto è un documento di viaggio e di riconoscimento rilasciato in Italia dalle questure e all'estero dalle rappresentanze diplomatico-consolari;

   a partire dal 26 ottobre 2006 il passaporto «elettronico» ha sostituito i precedenti modelli. Tale documento utilizza standard elevati di sicurezza, quali la stampa anticontraffazione ed un microprocessore contenente i dati del titolare e dell'autorità che lo ha rilasciato, con impronte digitali e firma digitalizzata che richiedono la presenza del connazionale presso il consolato; tale documento ha durata decennale e alla scadenza di validità deve essere sostituito da uno nuovo, non potendosi procedere al semplice rinnovo, come nel caso dei passaporti rilasciati in precedenza;

   dal giugno 2021 il sistema Prenot@mi, messo a disposizione dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, permette agli utenti di prenotare tramite internet un appuntamento con l'Ufficio consolare di riferimento, per richiedere uno o vari servizi consolari. Si tratta di un sistema completamente automatizzato, dove l'utente stesso può gestire il proprio account ed i propri appuntamenti. L'appuntamento è obbligatorio per passaporti, carte d'identità e visti;

   tale sistema di prenotazioni risulta essere di non semplice utilizzo, è difficile prendere un appuntamento e, quando ci si riesce, i tempi di attesa per un appuntamento sono lunghi anche svariati mesi, come segnalato agli interpellanti dalle lettere pervenute da molti connazionali che trovano difficoltà a sostituire un passaporto in scadenza oppure ormai scaduto presso i consolati italiani in Nord e Centro America;

   tali lungaggini sono da attribuire, principalmente, alla carenza di personale, sia di ruolo che a contratto, nelle singole sedi diplomatico-consolari;

   la risoluzione in Commissione esteri n. 7-00756 della prima firmataria del presente atto, approvata il 16 dicembre 2021, dopo aver evidenziato le carenze in essere, impegnava il Governo a provvedere ad un incremento della dotazione organica presso le sedi estere del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, sia di personale a contratto che di ruolo, «al fine di rendere la rete consolare italiana in grado di rispondere alle crescenti e nuove aspettative dei nostri connazionali residenti all'estero»; inoltre, impegnava il Governo a potenziare la rete consolare onoraria e «ad adottare iniziative per superare le criticità, da più parti segnalate, relative all'utilizzazione del portale “Fast.it” (Farnesina servizi telematici per Italiani all'estero) e della piattaforma Prenota online» –:

   quali iniziative il Ministro interpellato intenda adottare per superare le criticità evidenziate nella risoluzione richiamata in premessa, e tutt'ora presenti, attuando gli impegni in essa contenuti, al fine di venire incontro alle esigenze di efficienza nei servizi erogati dalla rete diplomatico-consolare ai connazionali all'estero, a partire dalla riduzione dei tempi di attesa per ottenere un appuntamento per il rilascio del passaporto.
(2-01499) «Fitzgerald Nissoli, Aprea, Bagnasco, Battilocchio, Bond, Cannizzaro, Cappellacci, Casciello, Casino, Cristina, D'Attis, Ferraioli, Giacometto, Giacomoni, Labriola, Marrocco, Martino, Musella, Pella, Perego Di Cremnago, Prestigiacomo, Saccani Jotti, Elvira Savino, Sandra Savino, Sessa, Sorte, Spena, Squeri, Maria Tripodi, Valentini».

Interrogazione a risposta scritta:


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   con l'inasprirsi della crisi russo-ucraina nei primi mesi del 2022, venivano attuate le prime sanzioni verso la Confederazione Russa con lo scopo di farla desistere dal compiere un'aggressione militare a danno di un Paese libero, sovrano e democratico: un insieme di misure adottate unitamente da quasi tutto l'Occidente, il quale ha saputo dimostrare coesione nel condannare la Russia e unità d'intenti nel sostenere l'Ucraina nella difesa della propria patria;

   tra i primi Paesi europei a muoversi in questa direzione è stata la Germania guidata da Olaf Scholz: a seguito del riconoscimento delle repubbliche del Donbass, il cancelliere tedesco ha deciso di congelare l'autorizzazione per il gasdotto Nord Stream 2, ancora in costruzione, il quale avrebbe trasportato verso l'Europa ben 55 miliardi di metri cubi di gas all'anno, nel tentativo di colpire nel profondo l'economia russa, la quale trova nelle esportazioni di combustibili fossili i suoi guadagni principali;

   successivamente, con l'apertura del conflitto, i Paesi occidentali, Italia compresa, hanno adottato numerose sanzioni economiche nei confronti del Paese aggressore, accettando il conseguente danno per le nostre economie, fortemente dipendenti dal gas russo, e consapevoli che ogni Paese avrebbe fatto la propria parte nell'applicazione delle suddette sanzioni;

   si apprende da articoli giornalistici, però, che dietro la chiusura del gasdotto Nord Stream 2 si cela un tentativo alquanto maldestro di aggirare le sanzioni imposte nei confronti della Russia: il «Corriere della Sera» rivela, con un suo articolo del 22 aprile 2022, come il Länder di Meclemburgo-Pomerania Anteriore abbia creato, nel 2021, una «Fondazione per il clima MV», la quale avrebbe dovuto commissionare i lavori per il completamento del gasdotto al posto della società russa Nord Stream 2 AG, allo scopo di proteggere le aziende costruttrici ivi coinvolte dalle sanzioni statunitensi. Un fine più che nobile, se non fosse che la creazione della suddetta fondazione fosse eterodiretta e finanziata per la maggior parte proprio da Nord Stream 2 AG, di proprietà Gazprom;

   pur nella consapevolezza del peso che le sanzioni applicate comportano alle nostre economie, è parere dell'interrogante che atteggiamenti disomogenei nell'applicazione delle sanzioni all'aggressore russo rischiano di minare l'unità d'intenti del fronte occidentale, di vanificare i sacrifici compiuti da ogni Paese e, infine, rappresentano un comportamento quantomeno sconveniente nei confronti di propri alleati occidentali, i quali proseguono nell'applicazione coerente delle sanzioni economiche senza ricercare scappatoie di sorta:-

   se il Governo intenda richiedere, nelle competenti sedi europee, l'effettiva conclusione, da parte della Germania, dei rapporti economici con l'azienda russa Gazprom nell'ambito del progetto Nord Stream 2.
(4-11920)

CULTURA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BELLA e FLATI. — Al Ministro della cultura, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   l'area cosiddetta del Pratone di Torre Spaccata, iscritta al catasto di Roma ai fogli 953-954-958, attualmente rappresenta 59 ettari di Agro romano, di proprietà CdP Immobiliare per il 99,5 per cento della superficie, inedificati nonostante la massiva urbanizzazione della città di Roma verso sud est;

   il piano regolatore generale vigente prevede che su tale area vengano realizzate cubature per 600.000 metri cubi su una superficie utile lorda (Sul) di 187.500 metri quadrati; 156.232 di Sul privata, 31.268 di Sul pubblica, destinati per il 60 per cento a servizi, per il 20 per cento residenziali e per il restante 20 per cento a uso flessibile;

   tale centralità era stata inserita tra le venti previste dal Prg in primissima istanza nel 2003;

   durante la stessa fase di controdeduzioni, a gennaio del 2006, le previsioni edificatorie erano state portate a 1.100.000,00 metri cubi, salvo poi essere ridotte a 600.000 metri cubi tramite emendamenti nel marzo del 2006, grazie soprattutto alle proteste di quegli stessi cittadini che avevano visto ignorare il progetto;

   il 31 dicembre del 2021 CdP e Cinecittà Spa hanno raggiunto un accordo che prevede l'edificazione di alcuni teatri di posa e di un'area per il back lot su 31 ettari del Pratone e tale progetto verrà finanziato con parte dei fondi che il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), destina a Cinecittà per il rilancio dell'industria cinematografica;

   l'area in questione è custode di un notevole patrimonio archeologico, riportato già nella Carta dell'Agro al foglio 25 nord, ma anche documentato nel libro «Torre Spaccata SDO: le indagine archeologiche», a cura dell'archeologa Patrizia Gioia, che diresse gli scavi per conto della Sovrintendenza ai beni culturali del comune di Roma fino al 2006;

   tale patrimonio archeologico è in grado di ricostruire un arco cronologico piuttosto vasto che va dalla fine del III millennio a.C. alla fine del I millennio d.C.: insediamenti preistorici inquadrabili cronologicamente tra Neolitico ed Eneolitico, quattro ville romane, testimonianze di età alto repubblicana e medioevale;

   citando testualmente le parole della stessa dottoressa Gioia, nell'introduzione del libro succitato, si è trattato di un complesso intervento di archeologia preventiva, che, come sempre, non può ritenersi del tutto esaustiva, ma che ha costituito uno strumento indispensabile per una più attenta progettazione;

   sull'area la mancata realizzazione della centralità non ha portato a realizzare ulteriori indagini di archeologia preventiva che possano escludere nuovi ritrovamenti archeologici;

   l'area insiste tra quartieri fortemente densificati, quali Torre Spaccata, Cinecittà est, Don Bosco, tutti compresi nel Municipio VII, il più densamente abitato di Roma;

   non esistono in questo quadrante altre porzioni di Agro romano di tale pregio non antropizzate, mentre c'è una discreta abbondanza di edificati pubblici e privati abbandonati al degrado e all'incuria;

   il Pnrr prevede tra i suoi principi attuativi il Dnsh, Do Not Significant Harm, che stabilisce che i progetti finanziati con i fondi Pnrr non possano in alcun modo recare danno ambientale;

   l'iniziativa popolare con la quale i cittadini hanno chiesto di destinare l'intera area a verde, realizzando un grande Parco archeologico in continuità con Villa Flaviana e il Parco di Centocelle, ha raccolto in due mesi 2.700 firme –:

   se il Ministro interrogato ritenga di escludere che le nuove indagini di archeologia preventiva, che sicuramente verranno fatte su un'area di pregio come quella di cui si parla, portino alla luce nuove risultanze che possano interferire con i rigidi vincoli temporali previsti dai progetti finanziati con il Pnrr e se non sia più conveniente proporre, per quanto di competenza, la realizzazione del progetto di Cinecittà su altre aree urbane limitrofe da rigenerare.
(5-07951)

DIFESA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   ROMANIELLO. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   l'invio di armi all'Ucraina, in assenza dei dovuti controlli, rischia di avere conseguenze gravissime;

   il 23 marzo 2022 nel corso del Question Time, l'interrogante ha interrogato il Ministro della difesa Guerini al fine di sapere quali iniziative, per quanto di competenza, intendesse assumere al fine di operare un rigoroso controllo sulla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell'Ucraina, per evitare che l'ingresso di detto materiale nel Paese potesse avvenire ad opera di intermediari fuori dal controllo delle autorità governative ucraine;

   il rischio che le armi possano finire nel mercato nero è stato confermato nei giorni scorsi, anche sulla CNN, da parte di un alto funzionario della difesa statunitense, il quale ha affermato che il pericolo che le armi finiscano nelle mani sbagliate è concreto e reale. Stiamo parlando di mercato nero, di criminalità internazionale, miliziani, mercenari e fondamentalisti;

   i controlli marginali e le difficoltà di identificazione delle armi, specialmente nel lungo periodo, determinano il rischio concreto che tra qualche anno potremmo dover sostenere conflitti contro gruppi armati che utilizzeranno le armi che stiamo inviando oggi in Ucraina. Con tali armamenti militari, gruppi estremisti operanti in diversi teatri di guerra potrebbero generare ulteriori violenze;

   il nostro Paese non dovrà mai entrare in guerra, in nessuna forma; si ritiene pertanto necessario adottare una strategia politica chiara e che, inequivocabilmente, non possa essere interpretata come cobelligerante –:

   se non ritenga che l'Italia debba porsi chiaramente in una posizione non interpretabile in alcun modo come cobelligerante al fine di prevenire qualsiasi tipologia di escalation e di scongiurare qualsiasi rischio di conflitto, nell'interesse dei cittadini;

   se il Ministro interrogato sia in possesso di documenti attestanti che le armi già inviate in Ucraina siano interamente in possesso delle autorità ucraine;

   se intenda assumere iniziative per escludete che le armi inviate dal nostro Paese possano entrare nella disponibilità della criminalità organizzata, anche internazionale, di miliziani, mercenari, gruppi di estremisti, o in altre mani sbagliate.
(5-07954)

DISABILITÀ

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro per le disabilità, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:

   la sentenza n. 152 del luglio 2020 della Corte costituzionale ha disposto l'incremento pensionistico per invalidi civili totali in richiamo ai principi costituzionali di cui all'articolo 38 e alle Convenzioni Onu sui diritti delle persone con disabilità, stabilendo che la pensione di invalidità per tali soggetti sia incrementata fino a 651,00 euro, considerando tale cifra come livello minimo di assistenza: tale incremento riverbera i suoi effetti sull'erogazione del reddito di cittadinanza nella misura in cui esso rileva ai fini della determinazione del reddito familiare;

   il contenuto della sentenza è stato recepito dall'articolo 15 del decreto-legge n. 104 del 2020, recante misure urgenti per il sostegno e il rilancio dell'economia;

   con sentenza n. 2459 del 2015 del Tar Lazio, confermata dal Consiglio di Stato, con sentenza 29 febbraio 2016, n. 842, è stato stabilito che le indennità percepite a qualunque titolo dalle persone con disabilità non devono essere considerate ai fini della «Indicazione della situazione economica equivalente»;

   la pensione di invalidità civile è ricompresa all'interno del reddito familiare e quindi se ne tiene conto per il calcolo del reddito di cittadinanza e della pensione di cittadinanza secondo quanto previsto dal comma 6 dell'articolo 2 del decreto-legge n. 4 del 2019, istitutivo del reddito di cittadinanza, che stabilisce che, ai soli fini del reddito di cittadinanza, il reddito familiare debba includere i trattamenti di assistenza in godimento da parte dei componenti del nucleo familiare escluse le prestazioni non sottoposte alla prova dei mezzi, cioè erogate a prescindere dal reddito proprio o del nucleo familiare;

   la circolare dell'Inps n. 137 del luglio 2016 ha disposto la variazione di quanto percepito nonché, nelle situazioni in cui sono superate le soglie previste dalla norma, la decadenza;

   nella su citata circolare, l'Inps prevede che l'aumento delle pensioni di invalidità al 100 per cento, in virtù della sentenza della Consulta come reddito familiare, determinando un aumento dell'Isee, comportano una decurtazione o addirittura revoca degli importi percepiti;

   pertanto, per il 2022, in linea generale, si considerano i redditi e i trattamenti di tutti i componenti del nucleo percepiti nel 2020: tra i trattamenti assistenziali rilevanti rientrano, gli assegni al nucleo familiare, gli assegni familiari dei comuni ai nuclei numerosi, l'assegno sociale/pensione sociale e la carta acquisti;

   l'Inps chiarisce altresì che: «Tanto rappresentato, a seguito del completamento della ricognizione dei trattamenti esenti che devono essere oggetto di aggiornamento in applicazione del citato articolo 2, comma 6, e acquisito il parere favorevole del Ministero del lavoro, a decorrere dall'erogazione della rata di gennaio della prestazione Rdc/Pdc, verranno presi in considerazione, con il medesimo meccanismo di aggiornamento sopra descritto, tutti i trattamenti esenti di natura assistenziale attualmente inclusi nella determinazione del reddito familiare, ivi compresi quelli collegati alla condizione di disabilità, con la sola eccezione dei trattamenti per i quali non è prevista la prova dei mezzi»;

   sebbene nella stessa nota l'Inps stabilisca che, per quanto riguarda la disciplina dell'Isee, continua a non rilevare alcun trattamento percepito in ragione della condizione di disabilità, di fatto nella determinazione dell'Isee è necessario inserire qualunque tipo di rapporto finanziario intestato ai componenti del nucleo familiare, compresi quelli intestati ai disabili;

   quanto sopra appare agli interpellanti in totale contraddizione sia con le pronunce, che con le norme citate;

   da notizie apprese da fonti di stampa, Fish e Fand, le due principali federazioni nazionali che tutelano i diritti delle persone con disabilità, hanno denunciato di avere ricevuto centinaia di segnalazioni da parte di famiglie che, a seguito del calcolo Isee, non avrebbero più diritto al reddito di cittadinanza, decurtato o nei casi peggiori azzerato dal calcolo;

   la Ministra per le disabilità Stefani ha dichiarato alla stampa (ilfattoquotidiano.it) che presenterà un emendamento ad hoc per «salvare» dal taglio del reddito di cittadinanza i titolari di pensioni di invalidità aumentate per effetto della sentenza della Consulta;

   di contro, sembrerebbe che gli effetti della sentenza, siano stati sostanzialmente «azzerati» con parere favorevole del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, nella misura in cui si deve tener conto, nel valutare il reddito familiare, delle maggiorazioni degli assegni sociali e delle pensioni di invalidità –:

   se i Ministri interpellati non ritengano di adottare le iniziative di competenza volte a garantire l'effettiva applicazione della normativa vigente, assicurando ai richiedenti la possibilità di scorporare dal calcolo Isee le somme che derivano da pensioni di invalidità, indennità di accompagnamento e tutti i trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari percepiti in ragione della condizione di disabilità;

   se non ritengano doveroso adottare iniziative per far sì che i benefici incrementativi derivanti dall'entrata in vigore dell'articolo 15, comma 1, del decreto-legge n. 104 del 2020, non vengano considerati ai fini del rispetto dei requisiti reddituali e patrimoniali necessari alla percezione del reddito di cittadinanza.
(2-01501) «Villani, Nappi, Ruggiero, D'Arrando, Lorefice, Mammì, Misiti, Penna, Provenza, Sportiello, Invidia».

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta immediata:


   MARATTIN, UNGARO, DEL BARBA, MARCO DI MAIO, FREGOLENT, OCCHIONERO e VITIELLO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 1, commi 3-5, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, ha introdotto un meccanismo di alimentazione del Fondo speciale per dare attuazione a interventi in materia di riforma fiscale, istituito dal comma 2 della medesima legge, basato sull'attribuzione allo stesso Fondo delle risorse stimate come maggiori entrate permanenti derivanti dal miglioramento dell'adempimento spontaneo, fermo restando il rispetto degli obiettivi programmatici di finanza pubblica;

   in sede di prima applicazione del meccanismo, nella nota di aggiornamento al documento di economia e finanza 2021, le maggiori entrate permanenti derivanti dal miglioramento dell'adempimento spontaneo registrato nel 2018 sono state quantificate in 4.357 milioni di euro, inizialmente allocate al miglioramento dei saldi tendenziali del 2021; in sede di legge di bilancio per il 2022, tuttavia, il Governo ha discrezionalmente deciso di alimentare il Fondo speciale con 6 miliardi di euro nel 2022 e 7 miliardi di euro a decorrere dal 2023 (utilizzati poi dall'articolo 1, commi 2 e 3, della suddetta legge di bilancio);

   nella risposta all'interrogazione n. 3-02696 il Governo ha confermato che la stessa tendenza registrata nel 2018 al miglioramento della tax compliance si è consolidata nel 2019, ma che tuttavia l'esatta quantificazione delle risorse destinabili al Fondo per l'attuazione della riforma fiscale dovrà essere verificata dalla nota di aggiornamento al documento di economia e finanza 2022 in relazione alle previsioni tendenziali formulate nel documento di economia e finanza 2022, come previsto dall'articolo 1, comma 5, della legge n. 178 del 2020;

   il documento di economia e finanza 2022 (sezione II, «Analisi e tendenze della finanza pubblica», pagine 5-6) riporta che nel 2021 le entrate tributarie della pubblica amministrazione sono risultate superiori di ben 15.544 milioni di euro (4.985 milioni da maggiori imposte dirette e 10.441 milioni da maggiori imposte indirette) rispetto a quanto riportato nella nota tecnico-illustrativa alla legge di bilancio per il 2022 e che su tale situazione si è impostato il quadro macroeconomico tendenziale per il 2022 –:

   se e di quanto il documento di economia e finanza 2022 abbia incrementato la previsione tendenziale relativa alle entrate tributarie nell'esercizio 2022 in relazione all'ultimo aggiornamento e se, a parere del Ministro interrogato, l'attuale condizione posta dall'articolo 1, comma 5, della legge n. 178 del 2020 non comporti la perdita di ogni automatismo tra miglioramenti della tax compliance e riduzione di pressione fiscale, in quanto rende possibile incorporare i miglioramenti strutturali delle entrate tributarie già nella predisposizione del tendenziale di finanza pubblica all'interno del documento di economia e finanza del terzo anno successivo all'esercizio che si sta verificando, perdendo quindi l'automatismo sopra menzionato e lasciando così alla successiva nota di aggiornamento al documento di economia e finanza meramente il compito di certificare l'assenza della condizione prevista dallo stesso comma 5.
(3-02911)


   LUPI, COLUCCI, SANGREGORIO e TONDO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   l'attuale crisi energetica e le conseguenze della guerra in corso in Ucraina stanno provocando problemi gravi per molte famiglie e imprese italiane, causando danni economici e sociali che richiedono soluzioni urgenti;

   il Governo ha ridotto le previsioni di crescita prevista per il 2022 (nello scenario programmatico) dal 4,7 per cento previsto nella nota di aggiornamento al documento di economia e finanza 2021 al 3,1 per cento, a causa dell'incertezza sui recenti sviluppi russo-ucraini, del rapido aumento dei prezzi delle materie prime (energetiche, alimentari, metallurgiche e altre) e dell'incremento dell'inflazione dall'1,6 per cento previsto nella nota di aggiornamento al documento di economia e finanza 2021 al 5,8 per cento del documento di economia e finanza pubblicato di recente;

   secondo le previsioni dell'Unione nazionale consumatori, a fine 2022 una coppia con due figli avrà speso 2.303 euro in più rispetto al 2021. Scendendo più nel dettaglio, le famiglie con due bambini spenderanno in media 1.052 euro in più per luce, gas e acqua, 594 euro per i trasporti e 434 euro per le spese di generi alimentari e prodotti per la casa;

   il numero di persone in condizione di povertà in Italia nel 2021 si è attestato secondo l'Istat a 5,6 milioni, un dato che rischia di aggravarsi notevolmente a fronte della riduzione del potere d'acquisto dovuto all'inflazione e, in particolare, ai rincari sui beni di prima necessità;

   le aziende di diversi settori dell'economia italiana, quali l'automotive, il turismo e la produzione di macchinari industriali, come segnalano i dati di marzo 2022 comunicati da Fim Cisl, Confturismo Confcommercio e Radar Swg, stanno affrontando drastiche riduzioni delle loro capacità produttive e diminuzioni considerevoli nei volumi di attività, ma non hanno ancora ricevuto sostegni adeguati;

   il Governo ha iniziato a intervenire soprattutto sui settori più colpiti dalla crisi energetica e sul costo dell'energia, assumendo iniziative per ridurre i prezzi dei carburanti e dei consumi delle utenze di elettricità e gas e promuovendo misure ad hoc specialmente per le aziende energivore –:

   quali nuove iniziative di competenza intenda adottare e se queste possano includere misure, quali l'estensione della platea delle famiglie beneficiarie del bonus bollette, innalzando la soglia Isee da 12.000 a 30.000 euro, e il taglio dell'aliquota Iva dal 10 per cento al 5 per cento su alcuni prodotti alimentari – come riso, caffè, zucchero, latte, pesce, carne e prosciutto – fino al 31 dicembre 2022, e sostegni, anche fiscali, dedicati alle aziende non energivore appartenenti ai settori più colpiti dalla crisi in corso, come l'automotive, il turismo e i produttori di macchinari industriali.
(3-02912)


   MURA, MICELI, BRUNO BOSSIO, CARLA CANTONE, GRIBAUDO, LACARRA, LEPRI, SERRACCHIANI, VISCOMI, BERLINGHIERI, LORENZIN e FIANO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il 20 aprile 2022, presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, era stato convocato un apposito tavolo con i sindacati, i vertici di Ita Airways, Covisian, Almaviva, il Presidente della Regione Siciliana e il sindaco del comune di Palermo, per affrontare la vertenza dei dipendenti Covisian e per scongiurarne il licenziamento, a seguito della revoca dei servizi di call center da parte della compagnia aerea;

   l'incontro non si è potuto tenere a causa dell'assenza della dirigenza di Ita Airways, il cui capitale sociale è totalmente dello Stato, in spregio delle più elementari forme di rispetto istituzionale e di responsabilità nei confronti delle centinaia di lavoratori che rischiano di perdere la propria occupazione, nonché del rispetto della clausola sociale sottoscritta da Covisian e Ita il 21 ottobre 2022;

   secondo quanto riferito dagli esponenti sindacali, anziché partecipare all'incontro, con una lettera inviata al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Ita Airways ha comunicato di aver proceduto all'assunzione diretta di circa 150 lavoratori per i servizi di call center, di cui il 50 per cento proveniente da Alitalia in amministrazione straordinaria e gli altri da fuori, così escludendo tutti gli attuali 543 lavoratori;

   i vertici della compagnia aerea hanno motivato la mancata partecipazione all'incontro ministeriale con la rottura unilaterale da parte di Covisian del contratto di fornitura del call center di Ita Airways, considerandosi parte lesa. Una motivazione che non può non lasciare esterrefatti e che, ad avviso degli interroganti, induce il dubbio che Ita possa aver ritenuto che il tavolo incardinato presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali non assicurasse la necessaria terzietà;

   non è la prima volta che la dirigenza della nuova compagnia aerea si distingue per comportamenti eccepibili sotto il profilo delle relazioni industriali, così come segnalato con precedente atto di sindacato ispettivo n. 5-07341, in cui si segnalavano comportamenti discriminatori nei confronti delle lavoratrici, atti che avevano portato a una class action e che il tribunale di Roma ha accolto, condannando la società;

   appare davvero inaccettabile che siffatte condotte possano caratterizzare l'operato di un'azienda strategica del nostro Paese, per di più se azienda a totale controllo pubblico, quasi che la dirigenza si ritenesse al di sopra delle leggi o in qualche modo legittimata ad agire senza indirizzi –:

   quali urgenti iniziative e indirizzi di competenza intenda adottare per assicurare soluzioni che, garantendo la continuità occupazionale dei lavoratori occupati nell'ex call center Alitalia, ripristinino relazioni industriali nella compagnia aerea in linea con la nostra tradizione giuridica e sociale.
(3-02913)


   FASSINA, FORNARO e PASTORINO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia ha, tra le altre conseguenze, acuito la crisi energetica, già in corso prima del conflitto, con notevole aumento dei costi diretti ed indiretti per famiglie e imprese, e che alimenta una forte spinta inflativa, nonché una sensibile diminuzione delle aspettative di crescita come rilevato nel documento di economia e finanza;

   a fronte del suddetto contesto il Governo ha adottato fino ad oggi un timido approccio, limitandosi a prevedere la riduzione delle aliquote di accisa sulla benzina e sul gasolio impiegato come carburante e un contributo, a titolo di prelievo straordinario, dovuto per l'anno 2022, a cui sono tenuti i produttori, importatori e rivenditori di energia elettrica, di gas nonché di prodotti petroliferi che hanno beneficiato di extra profitti, a causa dell'aumento dei prezzi e delle tariffe del settore;

   la risposta appare inadeguata alla dimensione delle sofferenze e degli insostenibili effetti dei costi energetici e, quindi, insufficienti nel generare un importante gettito erariale da destinare a misure di soccorso all'economia reale;

   gli oneri di finanza pubblica determinati da un ulteriore scostamento del bilancio dello Stato dall'obiettivo programmato sono ampliati dall'aumento dei tassi di interesse conseguente alla restrizione della politica monetaria annunciata ed attuata dalla Banca centrale europea –:

   se il Governo intenda adottare iniziative in relazione agli extra-profitti determinatisi negli ultimi mesi in alcuni settori per utilizzare il maggiore gettito per misure selettive di sostegno ai redditi da lavoro e alle imprese in crisi, anche con la finalità di raffreddare la spirale inflativa.
(3-02914)


   TORTO, GALLO, DAVIDE CRIPPA, BALDINO, SAITTA, OLGIATI, ARESTA, MARTINCIGLIO, TUZI, FEDERICO, GRIPPA, MASI, INVIDIA, RUGGIERO, GAGNARLI e BERTI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   secondo il documento di economia e finanza 2022, il peggioramento del quadro economico è determinato dall'aumento dei contagi da COVID-19, ma anche da variabili connesse alla crisi ucraina, all'aumento dei prezzi di energia, alimentari e materie prime, all'andamento dei tassi d'interesse, alla minor crescita prevista dei mercati di esportazione dell'Italia;

   la previsione tendenziale è caratterizzata da rischi al ribasso, per cui si ipotizza che la crescita media annua del prodotto interno lordo potrebbe attestarsi al 2,3 per cento nel 2022;

   la decisione del Governo di confermare gli obiettivi programmatici di disavanzo testimonia l'attenzione verso la sostenibilità della finanza pubblica, ma anche verso la crescita economica;

   l'Esecutivo, che ha già risposto all'aumento dei prezzi dei prodotti energetici con misure di contenimento dei costi, ha ribadito la massima determinazione e rapidità nella predisposizione, qualora si verifichi un peggioramento dello scenario economico, di nuovi interventi a sostegno delle famiglie e delle imprese;

   come riportato nel documento di economia e finanza, la differenza tra l'indebitamento netto programmatico e quello tendenziale, pari a 0,5 punti percentuali di prodotto interno lordo per il 2022, determina un margine di manovra per nuove misure espansive che sarà utilizzato dal Governo per finanziare un provvedimento di sostegno all'economia, da varare prossimamente;

   a fronte della crisi pandemica, il Governo ha presentato finora sei relazioni al Parlamento (cinque nel corso del 2020 e una nel 2021) con richiesta di autorizzazione per lo scostamento del saldo di bilancio strutturale dagli obiettivi programmatici stabiliti, ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 243 del 2012;

   con le risoluzioni parlamentari al documento di economia e finanza (n. 6-00220 alla Camera dei deputati e n. 6-00218 al Senato della Repubblica), il Governo si è impegnato a monitorare, in tempo reale, l'andamento della situazione macroeconomica e dei principali indicatori congiunturali al fine di valutare, qualora si verifichi un peggioramento dello scenario economico conseguente al perdurare degli effetti negativi, l'applicazione di quanto previsto dalla legge 24 dicembre 2012, n. 243, al fine di prevedere interventi di sostegno, del tutto simili a quelli messi in campo durante l'emergenza pandemica, per le famiglie, i lavoratori e per quella parte del comparto produttivo particolarmente colpita dalle conseguenze della crisi in Ucraina –:

   se il Governo non ritenga di presentare al Parlamento una relazione ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 243 del 2012, al fine di incrementare le risorse per una prossima manovra espansiva volta a sostenere famiglie e imprese rispetto alle conseguenze della crisi energetica e del conflitto in Ucraina.
(3-02915)


   LOLLOBRIGIDA, MELONI, ALBANO, BELLUCCI, BIGNAMI, BUCALO, BUTTI, CAIATA, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, DE TOMA, DEIDDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FERRO, FOTI, FRASSINETTI, GALANTINO, GEMMATO, LUCASELLI, MANTOVANI, MASCHIO, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROTELLI, GIOVANNI RUSSO, RACHELE SILVESTRI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI, VINCI e ZUCCONI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   in Italia continua inesorabilmente a salire il tasso d'inflazione, che nel mese di marzo 2022 ha segnato un aumento dell'1,2 per cento su base mensile e del 6,7 per cento su base annua (un valore così alto secondo l'Istat non si era più registrato sin dal 1991), mentre nell'eurozona l'inflazione a marzo 2022 è salita al 7,5 per cento, dal già elevato 5,9 per cento di febbraio 2022;

   il documento di economia e finanza 2022, approvato la scorsa settimana dal Parlamento, rileva come le forti tensioni sui mercati delle risorse energetiche e delle materie prime determinate dalla pandemia e dalla guerra russo-ucraina e il conseguente aumento dell'inflazione stiano determinando un significativo rallentamento dell'economia rispetto alle previsioni contenute nella nota di aggiornamento al documento di economia e finanza di settembre 2021 e nel documento programmatico di bilancio;

   su base annua l'inflazione nel 2022 dovrebbe attestarsi al 5,8 per cento, un valore altissimo rispetto all'1,7 per cento del 2021 e alla stima dell'1,6 per cento prevista nella nota di aggiornamento al documento di economia e finanza, che sta mettendo in serio pericolo la tenuta dei bilanci di famiglie e imprese a causa della sensibile perdita di potere di acquisto e della contrazione dei margini di profitto;

   lo stesso allarme è stato lanciato proprio ieri anche dalla Banca centrale europea, che nelle anticipazioni del suo Bollettino ha evidenziato come l'aumento dei prezzi sia «vento contrario per la ripresa dei consumi» e, in particolare, come i rincari dei prezzi dell'energia vadano a colpire con più forza le famiglie più povere, costringendo i nuclei ad attingere ai propri risparmi per fronteggiare l'aumento delle spese;

   l'improvvisa ripresa dell'inflazione ha provocato un deciso innalzamento della pressione fiscale nel 2021 e un balzo significativo del gettito tributario proveniente dalle imposte indirette –:

   quali urgenti iniziative intenda assumere, anche in ambito europeo, per contrastare l'aumento dell'inflazione e per restituire potere d'acquisto alle famiglie, anche destinando il maggiore introito fiscale a provvedimenti di sostegno alle famiglie in difficoltà.
(3-02916)


   CATTANEO, D'ATTIS, MAZZETTI, GIACOMETTO e PORCHIETTO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il mercato delle cessioni dei crediti nel primo trimestre 2022 ha superato quota 40 miliardi di euro. Gran parte di questi crediti (oltre 35 miliardi di euro) è finita alle banche, una massa che ormai è difficile da gestire in relazione alla capienza fiscale del sistema;

   tutto il mercato delle cessioni dei crediti legati ai bonus fiscali (a partire dal «superbonus 110 per cento») viaggia verso il blocco totale, per l'impossibilità di accettare nuove richieste di cessione;

   gli ostacoli per i contribuenti che volevano cedere sono andati progressivamente aumentando. Il decreto-legge «sostegni ter» (il 27 gennaio 2022) ha ridotto a uno il numero dei trasferimenti possibili;

   da gennaio 2022 sono seguite diverse modifiche, che però ad avviso degli interroganti non hanno portato ancora a un punto di equilibrio sostenibile per tutti i diversi attori. Il decreto-legge n. 17 del 2022, appena convertito in legge, ha consentito di attivare una quarta cessione, che tuttavia si sta rivelando insufficiente a riattivare la circolazione dei crediti;

   nella risoluzione al documento di economia e finanza approvata dal Parlamento, il Governo si è impegnato a prorogare oltre il 30 giugno 2022 i termini per il raggiungimento del 30 per cento dei lavori per le case unifamiliari e villette per accedere al «superbonus 110 per cento»;

   questo, però, non ha risolto i problemi legati alla cessione del credito: si scontano infatti due limiti;

   il primo è che il trasferimento è possibile solo «in relazione ai crediti per i quali è esaurito il numero delle possibili cessioni»: cioè quando il contatore abbia già raggiunto quota tre cessioni. Di fatto, si limita uno degli obiettivi principali della norma, che era quello di consentire agli istituti di scaricare una parte dei crediti, trasferendoli ai propri correntisti;

   il secondo limite è legato alla disposizione del decreto-legge «sostegni ter», nella quale si prevede che a partire dal 1° maggio 2022 scatterà il divieto di cessioni frazionate. Le banche potranno allora cedere solo crediti in blocco, costringendo chi li acquista a smaltirli secondo la loro pluriennale scansione originaria;

   i blocchi sopra delineati rischiano di mettere in difficoltà le aziende che operano sul mercato –:

   quali urgenti iniziative intenda adottare il Governo in merito alle questioni delineate in premessa, in particolare per quel che riguarda la possibilità di consentire sempre la cessione banca-correntista, e non solo al quarto passaggio, e di depotenziare il divieto di cessione frazionata.
(3-02917)

Interrogazione a risposta orale:


   GIACOMETTO e PORCHIETTO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

  l'articolo 5 del decreto-legge n. 41 del 2021 ha previsto, in favore degli operatori economici particolarmente penalizzati dall'emergenza epidemiologica COVID-19, la possibilità di definire in via agevolata le somme dovute a seguito di liquidazione automatica delle dichiarazioni presentate per le annualità 2017 e 2018, senza applicazione di sanzioni e somme aggiuntive;

   per poter beneficiare della definizione agevolata è richiesta una autodichiarazione, in quanto tale definizione degli avvisi bonari si applica nel rispetto dei limiti e delle condizioni del «Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell'economia nell'emergenza del COVID-19»;

   il provvedimento del 18 ottobre 2021 n. 275852 contenente le disposizioni attuative del citato articolo 5 ha ribadito che il contribuente che intenda beneficiare della definizione in esame deve rendere l'autodichiarazione per attestare il rispetto dei limiti e delle condizioni richiesti per beneficiare degli aiuti di Stato, senza tuttavia fornire indicazioni in merito alle modalità per adempiere;

   l'autodichiarazione deve essere presentata entro il termine di 60 giorni dall'approvazione del relativo modello ovvero, se successivo, entro il termine di 60 giorni dal pagamento delle somme, dovute o della prima rata (provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate prot. n. 345838 del 3 dicembre 2021);

   da qualche settimana arrivano avvisi bonari con la proposta di definizione agevolata, ma il modello di autocertificazione non risulta ancora pubblicato;

   i tecnici del settore segnalano che l'accoglimento della definizione da parte del contribuente, disgiunta dalla presentazione della relativa autodichiarazione, che è essenziale al perfezionamento della procedura, comporta il rischio di annullamento della stessa, poiché il contribuente potrebbe non avere contezza della pubblicazione del citato modello –:

   se non ritenga opportuno adottare iniziative affinché l'Agenzia delle entrate automaticamente invii, una volta pubblicato, il modello di certificazione indicato in premessa e le relative istruzioni e scadenze a tutti contribuenti che abbiano aderito alla definizione agevolata di cui all'articolo 5 del decreto-legge n. 41 del 2021.
(3-02910)

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   CANCELLERI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

  l'introduzione dell'assegno unico universale rappresenta una sintesi dei diversi bonus straordinari e delle agevolazioni previste in questi anni a favore delle famiglie con figli a carico;

  una sintesi che ha, in particolare, consentito un ampliamento della platea dei soggetti beneficiari, ora attraverso il superamento del modello di detrazione ex articolo 12 del Testo unico delle imposte sui redditi basata sul reddito in favore di una determinazione realizzata esclusivamente su base Isee, ora prevedendo tra i soggetti beneficiari dell'assegno unico universale anche i figli maggiorenni a carico fino al compimento del ventunesimo anno d'età, rispetto ai quali l'erogazione dell'assegno non è automatica, ma risulta subordinata alla verificazione di determinate condizioni;

   in specie, il decreto legislativo 230 del 2021 richiede a tal fine che il maggiorenne frequenti un corso di formazione scolastica, professionale o un corso di laurea, svolga un tirocinio o un'attività lavorativa e possieda un reddito non superiore a 8 mila euro ovvero svolga il servizio civile universale;

   dopodiché, dopo il ventunesimo anno d'età, l'assegno non sarà più erogabile, operando nei confronti del soggetto a carico la detrazione ex articolo 12 del Testo unico delle imposte sui redditi che, a ben vedere, risulta erogabile anche in assenza delle condizioni di cui sopra;

   un siffatto sistema non risulterebbe, tuttavia, coerente con lo spirito dell'intervento di sostegno alle famiglie, atteso che, condizionando l'erogazione dell'assegno ai soggetti tra i 18 e i 21 al ricorrere di determinate condizioni, si assisterebbe alla creazione di un'area di soggetti non supportati in alcun modo;

   si tratta dei soggetti non «attivi» tra i 18 e i 21 anni, i quali non risultano destinatari né dell'assegno unico universale (previsto per i soli attivi) né della detrazione ex articolo 12 del Tuir (prevista anche per i non attivi ma solo dopo il compimento del ventunesimo anno d'età) –:

   se il Governo per quanto di competenza, intenda chiarire la ratio sottesa all'esclusione dei soggetti non attivi compresi tra i 18 e i 21 anni dall'assegno unico universale ovvero dalla detrazione di cui all'articolo 12 del Testo unico delle imposte sui redditi.
(5-07957)


   VILLAROSA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 1, comma 875, della legge n. 160 del 2019, prevedeva che «A decorrere dall'anno 2020 è riconosciuto a favore dei liberi consorzi e delle città metropolitane della Regione Siciliana un contributo di 80 milioni di euro annui. Il contributo spettante a ciascun ente è determinato secondo la tabella di seguito riportata. Il contributo di cui al periodo precedente è versato dal Ministero dell'interno all'entrata del bilancio dello Stato a titolo di parziale concorso alla finanza pubblica da parte dei medesimi enti. In considerazione di quanto disposto dal periodo precedente, ciascun ente beneficiario non iscrive in entrata le somme relative ai contributi attribuiti e iscrive in spesa il concorso alla finanza pubblica di cui all'articolo 1, comma 418, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, al netto di un importo corrispondente alla somma dei contributi stessi.»;

   la citata disposizione, nel prevedere che l'ente beneficiario «non iscrive in entrata le somme relative ai contributi attribuiti e iscrive in spesa il concorso alla finanza pubblica di cui all'articolo 1, comma 418, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, al netto di un importo corrispondente alla somma dei contributi stessi», provoca, ad avviso dell'interrogante, una distorsione nei dati contabili delle Città metropolitane e dei liberi consorzi siciliani;

   la mancata iscrizione in bilancio dei valori previsti altera i dati riferiti ai titoli di entrata e di spesa, con immediate ripercussioni negative sul superamento delle soglie di rilevanza dei parametri di deficitarietà strutturale per l'annualità 2020;

   con decreto del presidente della Regione Siciliana n. 512 del 22 febbraio 2022 è stato nominato commissario straordinario della Città metropolitana di Messina, l'ingegner Leonardo Santoro che la gestirà fino alla prossima elezione del nuovo Sindaco del comune di Messina;

   la Conferenza metropolitana in data 1° aprile 2022 ha approvato il rendiconto d'esercizio finanziario per il 2020; il mancato superamento di quattro parametri su otto ha certificato la condizione di deficitarietà dell'ente; uno di questi parametri risulta però deficitario proprio per le conseguenze del comma su citato;

   questa palese alterazione nel conteggio aritmetico dei parametri comporta il concreto rischio di esposizione come enti «strutturalmente deficitari» per tutte le Città metropolitane e liberi consorzi siciliani e per i cittadini che ne subiranno le conseguenze –:

   se il Governo sia a conoscenza della problematica illustrata in premessa e se intenda adottare iniziative normative per un definitivo chiarimento al riguardo.
(5-07960)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta scritta:


   ZIELLO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   l'interrogante intende affrontare la questione del provvedimento con il quale il sindaco di un comune dispone per un soggetto il trattamento sanitario obbligatorio in condizioni di degenza ospedaliera, da notificarsi entro 48 ore dal ricovero al giudice tutelare nella cui circoscrizione rientra il comune, ai sensi dell'articolo 35 della legge 23 dicembre 1978, n. 833;

   a partire dal 2020, in concomitanza con la situazione di emergenza pandemica ingenerata dalla diffusione del Sars-CoV-2, i comuni presenti nella circoscrizione del Tribunale di Pisa hanno provveduto alla notificazione dei provvedimenti di cui al periodo precedente mediante recapito a mano a mezzo di agenti di polizia municipale oppure attraverso posta elettronica certificata (PEC);

   le ragioni principali di questa impostazione sono state dettate dalle carenze in organico di personale dipendente a motivo di isolamenti Covid-19 o del ricorso allo smart working;

   per il suddetto periodo i provvedimenti così notificati sono stati regolarmente recepiti per la valutazione ai fini della convalida o meno da parte del Tribunale di Pisa, che ha persino trasmesso ai sindaci indicazioni circa le modalità di invio delle notifiche a mezzo Pec;

   con nota del 24 marzo 2022 il presidente del Tribunale di Pisa ha infine comunicato ai sindaci della circoscrizione che la notifica dei provvedimenti che dispongono un trattamento sanitario obbligatorio al giudice tutelare avrebbe dovuto essere effettuata soltanto a mezzo di messo comunale, come previsto dall'articolo 35, comma 1, della legge 23 dicembre 1978, n. 833;

   invero, diversi comuni del territorio interessato sono medi o piccoli e hanno di conseguenza in servizio soltanto un messo comunale, che tuttavia non può essere disponibile 24 ore al giorno compresi giorni festivi;

   i provvedimenti in questione sono di particolare urgenza e delicatezza, in quanto una mancata convalida potrebbe, ad esempio, rimettere in circolazione un soggetto instabile, con potenziale rischio per la sicurezza dei cittadini;

   eventuali controversie tra organi istituzionali per l'attribuzione della responsabilità di una non convalida per ragioni di carattere burocratico di certo non favoriscono, ma anzi aggravano il funzionamento dell'attività amministrativa;

   a parere dell'interrogante, la norma, in vigore da più di 40 anni e adottata in un periodo in cui la gran parte dell'attività amministrativa era svolta in presenza, appare vetusta e anacronistica soprattutto in relazione al percorso, intrapreso ormai da anni dal legislatore e ulteriormente accelerato dalla crisi pandemica, nella direzione della semplificazione, nonché della digitalizzazione del processo e delle notifiche di tutti gli atti giudiziari –:

   se il Ministro interrogato intenda adottare iniziative normative per garantire un'utilizzazione degli strumenti e delle tecnologie telematiche uniforme in tutti gli uffici giudiziari del territorio nazionale, nonché per superare la previsione dell'articolo 35, comma 1, della legge 23 dicembre 1978, n. 833, di cui in premessa.
(4-11919)

INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ SOSTENIBILI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:

   diversi giornali hanno evidenziato nei loro articoli di stampa il grave disservizio che avrebbe coinvolto una comitiva di persone con disabilità e i loro accompagnatori nella giornata dello scorso 18 aprile presso la stazione di Genova «Piazza Principe». La comitiva, dopo aver trascorso delle giornate nel capoluogo ligure per la vacanza di Pasqua, pur essendosi recata con un'ora di anticipo rispetto al treno regionale veloce 3075 Genova-Milano delle ore 15,48, è stata impossibilitata a procedere nel viaggio di ritorno a quanto pare a causa di un sovraffollamento dello stesso convoglio che avrebbe interessato anche i posti loro riservati ed in precedenza prenotati;

   diverse sono state le versioni che si sono succedute per la ricostruzione dell'accaduto sia da parte di Trenitalia che dall'assessorato competente della Regione Liguria ed infine da parte di «Haccade», l'associazione che aveva prenotato il viaggio di ritorno dopo la vacanza;

   il gruppo, alla fine, si è visto costretto a raggiungere il capoluogo meneghino, oltre che con due ore di ritardo, solo a bordo di un autobus sostitutivo, subendo non pochi disagi;

   anche la Procura di Genova, a seguito dell'esposto presentato da Assoutenti, ha aperto un'indagine contro ignoti dopo la «cacciata» della comitiva di disabili dal treno con l'ipotesi di violenza privata;

   per approfondire i fatti del dirottamento del gruppo su un autobus alternativo al viaggio in treno ci sarebbero stati, a quanto si apprende, sempre dalla stampa, altresì incontri tra i vertici della società Trenitalia s.p.a. ed il Ministro interpellato con lo scopo di evitare il presentarsi di tali accadimenti e intavolare interventi mirati. Si legge altresì che si potrebbero susseguire ulteriori incontri in merito;

   risulta agli interpellanti che per le persone con disabilità o persone a mobilità ridotta (Pmr), esistono spazi garantiti sui convogli e che devono essere sempre assicurati prima della salita degli altri passeggeri. Si tratterebbe nello specifico, di spazi destinati alla loro sistemazione, provvisti di una zona di viaggio con ampio finestrino e vari accessori (tavolino, mancorrente, pulsante di chiamata e altro) e situati in prossimità di servizi igienici adeguati;

   nel regolamento europeo del trasporto passeggeri n. 1371/2007, gli articoli da 19 a 24, sono dedicati, in particolare, a garantire l'attenzione necessaria a persone con disabilità e persone con mobilità ridotta;

   da quanto esposto il contesto dell'intera vicenda fa emergere come ancora ci sia da impegnarsi perché siano tutelati i diritti delle persone con disabilità ed in particolare evidenzia come si sia trattato di un gravissimo disservizio non solo nei confronti della comitiva e degli accompagnatori ma anche dell'intera utenza –:

   quali iniziative urgenti il Governo intenda adottare per chiarire i fatti esposti in premessa;

   quali interventi siano stati posti in essere dal personale di Trenitalia e dalla polizia ferroviaria per tutelare i soggetti coinvolti da questo grave episodio e se da parte di chi aveva la responsabilità sia stato fatto tutto il possibile per risolvere il problema in questione;

   se il Governo non abbia già assunto o intenda assumere iniziative urgenti al fine di potenziare l'erogazione del servizio di assistenza delle persone con disabilità, consentendo alle stesse il viaggio in assoluta sicurezza;

   quali iniziative si intendano adottare, per quanto di competenza, per garantire che non avvengano più simili episodi.
(2-01500) «Traversi, D'Arrando, Grippa, Barbuto, Luciano Cantone, Carinelli, De Lorenzis, Ficara, Liuzzi, Scagliusi, Serritella, Raffa, Elisa Tripodi».

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CILLIS. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   in data 3 febbraio 2021 alla Camera dei deputati si è tenuta l'audizione dei commissari straordinari di Rfi (Rete ferroviaria italiana del gruppo Ferrovie dello Stato italiane) nell'ambito dell'esame dello schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante l'individuazione degli interventi infrastrutturali ai sensi dell'articolo 4, comma 1, del decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32;

   venivano esposti la descrizione del progetto, le relazioni tecniche, i calcoli costi/benefici, e gli obiettivi da raggiungere della linea ferroviaria AV Salerno-Reggio Calabria;

   l'ipotesi di interconnessione al primo lotto con un collegamento veloce dell'itinerario Salerno-Potenza-Taranto si realizza sfruttando parte del corridoio AV verso Reggio Calabria, ad integrazione degli interventi in corso o programmati sulla Potenza-Metaponto e sulla Metaponto-Taranto;

   relativamente alla tratta AV Salerno-Reggio Calabria e il suo collegamento alla Battipaglia-Potenza-Taranto venivano ipotizzate due possibilità: la prima (soluzione 2. Proposta RFI: l'interconnessione al chilometro 33 della linea AV Salerno-Reggio Calabria con la linea storica Battipaglia-Potenza-Taranto) dovrebbe essere quella di sfruttare la linea già esistente facendo tutta una serie di interventi finalizzati a «mitigare» le difficoltà che esistono e che la rendono poco agevole in termini di «velocità», interventi da Rfi già programmati e in corso;

   la seconda (soluzione 1. Proposta RFI: la Bretella dal chilometro 44 - Auletta linea AV Salerno-Reggio Calabria a Tito-Potenza di circa 25 chilometri) dovrebbe essere quella di creare un collegamento ex-novo che venga costruito su un tracciato alternativo e che permetterebbe una maggiore velocità con benefici per i viaggiatori provenienti sia dalla Basilicata che da Taranto e per le merci;

   la bretella alternativa ipotizzata da Auletta-Caggiano, si svilupperebbe, costeggiando in pratica l'attuale tracciato stradale tra Polla e Sant'Angelo Le Fratte, bivio di Satriano di Lucania, per finire prima della stazione di Tito Scalo, con il risultato di evitare la tratta storica fatta di curve e di notevoli pendenze che da Tito porta a Sicignano;

   essa prevede: 1) la stessa velocità media di 95 km/h per il Frecciarossa e per il treno regionale; 2) un tempo di percorrenza dell'attuale linea storica del Frecciarossa di 1 ora e 27 minuti tra Potenza e Salerno rispetto ai 45 minuti con la bretella Potenza-Tito-Auletta; 3) la mancanza di collegamento diretto con l'area Sud e la costiera tirrenica; il tempo di percorrenza è di 4 ore circa con il Frecciarossa e circa 5 ore con il treno regionale (via Battipaglia) da Potenza a Praia a Mare/Maratea rispetto ai circa 45 minuti con la Bretella Potenza-Tito-Auletta; 4) il mancato passaggio dei treni merci, che collegano il porto di Taranto con la direttrice Taranto-Potenza-Battipaglia al corridoio tirrenico con rilevanti vantaggi competitivi delle aree industriali della Basilicata, della provincia di Taranto;

   con l'adozione di questa soluzione, la tratta esistente rimarrebbe regolarmente in funzione, al pari di quella della costiera tirrenica, per la circolazione interna regionale;

   inoltre, si migliora il servizio per i treni regionali sul binario unico, sia con riferimento ai tempi di percorrenza, che al numero di corse, in quanto deviando il Frecciarossa sulla bretella i treni locali non debbono aspettare in stazione dai 10 ai 30 minuti il passaggio del Frecciarossa;

   a promuovere l'adozione del progetto per la realizzazione della nuova bretella ferroviaria si sono schierate associazioni, comitati locali, sindaci, sindacati e istituzioni provinciali e regionali, secondo i quali la scelta della nuova bretella consentirebbe di raggiungere Potenza dall'AV Salerno-Reggio Calabria (al chilometro 44) in una quindicina di minuti, abbattendo i tempi di ben 45 minuti circa;

   le risorse dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) impiegate per l'alta velocità sono una occasione, davvero storica per regioni come la Basilicata e la Calabria per uscire dall'isolamento;

   si tratta di un intervento che consentirebbe di facilitare gli spostamenti di merci e persone –:

   di quali elementi disponga il Governo in relazione a quanto esposto in premessa e quali iniziative intenda adottare al riguardo.
(5-07953)

Interrogazione a risposta scritta:


   LO MONTE. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, al Ministro per il sud e la coesione territoriale. — Per sapere – premesso che:

   nel Piano nazionale di ripresa e resilienza per l'ammodernamento delle infrastrutture ferroviarie della Sicilia figura un investimento per circa 1,5 miliardi di euro;

   spiccano i pubblicizzatissimi interventi sull'alta velocità ferroviaria Palermo- Catania-Messina (1,44 miliardi i finanziamenti previsti al momento), altri fondi per la Circumetnea (82 milioni per rimuovere passaggi a livello e rendere più sicura la rete) e 700 milioni di altri investimenti su un lungo elenco di tratte ferroviarie (dalla linea «dei Templi» fra Palermo, Agrigento e Porto Empedocle al nodo di Catania, fino ad arrivare ai collegamenti a servizio del porto di Augusta e dell'aeroporto di Trapani, ovviamente transitando per la Palermo-Trapani via Milo);

   non mancano gli investimenti sulle stazioni (Acireale, Marsala, Messina centrale e marittima, Milazzo, Palermo Notarbartolo, Siracusa e Trapani Birgi);

   purtroppo, sembra che si finanzino opere infrastrutturali sulla rete ferroviaria già programmate o addirittura in fase di realizzazione con fonti di finanziamento nazionali;

   è quanto emerso recentemente in commissione IV Ambiente e Territorio dell'Ars nella quale si è tornato a parlare di Pnrr e investimenti sulla rete ferroviaria nel corso di un'audizione con il dirigente regionale Fulvio Bellomo e i vertici di RFI e Trenitalia;

   se così fosse, dopo mesi di richieste per conoscere quali progetti fossero inseriti nel Pnrr, si confermerebbe quello che le deputate regionali Giusi Savarino di «Diventerà Bellissima» e Angela Foti di «Attiva Sicilia» denunciavano da tempo: «ossia il finanziamento a valere sul Pnrr di opere già, programmate con altre fonti di finanziamento»;

   la vicenda si aggrava ulteriormente sia considerando che una buona parte dei fondi del Pnrr sono somme in prestito dell'Unione europea che andranno poi restituite, sia, come evidenziato da diversi studi che c'è un divario di infrastrutture e di fondi, nell'attuazione del Pnrr a discapito del Meridione d'Italia;

   «Sul Pnrr – afferma la vicepresidente dell'Ars, Angela Foti – non avevamo notizie di interventi infrastrutturali che non fossero già stati programmati e finanziati da fondi Cipe. L'impressione diventata poi certezza è che sia cambiata soltanto la fonte di finanziamento, ma gli investimenti siano rimasti gli stessi, con l'aggravante che le somme del Pnrr dovranno essere restituite. Stiamo parlando di 1 miliardo e 439 milioni di euro di risorse che spettano alla Sicilia e che potrebbero essere riallocate.»;

   se i fatti evidenziati risultassero veri, ci troveremmo di fronte a qualcosa che assomiglia molto da vicino a una truffa nei confronti della Sicilia –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se non ritenga di dover effettuare una approfondita istruttoria al fine di verificare se hanno fondamento le ipotesi denunciate dai deputati dell'Ars, e cioè che i fondi già destinati alla Sicilia per infrastrutture ferroviarie sono adesso indebitamente sostituiti da fondi Pnrr;

   se non ritenga opportuno verificare, con solerzia, se i fondi del Pnrr destinati al Sud siano ancora coerenti sia con i princìpi previsti per gli interventi del Pnrr sia con i princìpi del pilastro europeo dei diritti sociali che promuovono la cessione e la risoluzione degli squilibri territoriali.
(4-11922)

INTERNO

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

I Commissione:


   TONELLI, IEZZI, BORDONALI e ZIELLO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   durante il convegno organizzato a Napoli il 20 aprile 2022 dalla Direzione Investigativa antimafia in occasione del trentennale dalla sua fondazione, il Ministro della difesa, Lorenzo Guerini, ha annunciato l'intenzione di voler procedere a un ridimensionamento dell'operazione «Strade Sicure», riducendo il contingente assegnato da 7.800 a 5.000 militari;

   l'impiego dei militari in ausilio alle forze dell'ordine nasce dopo le stragi di mafia del 1992 e la stagione dei sequestri di persona, ma è poi proseguita fino a oggi per la necessità di potenziare il controllo del territorio e sopperire ai tagli al comparto sicurezza, tra cui quelli conseguenti alla cosiddetta legge Madia (n. 124 del 2015) che nel luglio 2015 ha eliminato oltre quarantamila effettivi tra le forze dell'ordine;

   questo trend ha subito una importante inversione nel 2019, grazie agli investimenti dell'allora Ministro dell'interno nella legge di bilancio per l'assunzione straordinaria di 8.150 unità tra forze dell'ordine e vigili del fuoco;

   tuttavia, per effetto delle precedenti politiche di spending review sul comparto sicurezza, ancora oggi si regista una carenza negli organici delle forze dell'ordine pari ad almeno 30 mila effettivi da ripristinare il rispetto alla riforma Madia;

   pertanto, è di tutta evidenza che, stante una situazione di sottodimensionamento degli organici delle forze di polizia e anche in vista degli investimenti avviati a oggi la riduzione del numero dei militari coinvolti nell'operazione «Strade Sicure» necessariamente comporterà un gravissimo danno per le attività di controllo del territorio, di contrasto alla criminalità e per la sicurezza del cittadini;

   negli anni e fino a oggi «Strade sicure» ha costituito un servizio di deterrenza molto importante e apprezzato sia dalle comunità che in particolare dagli amministratori locali, come dimostrano anche le reazioni di disappunto e contrarietà dagli stessi rese dopo le dichiarazioni del Ministro della difesa;

   il vuoto lasciato da questa riduzione del contingente assegnato a Strade Sicure porterà a una distrazione degli agenti della Polizia di Stato dalle attuali attività investigative e di contrasto alla criminalità, in un momento in cui le esigenze di attenzionare siti sensibili sono invece aumentate causa delle forti tensioni a livello internazionale –:

   se e quali iniziative di competenza il Ministro intenda adottare, a fronte di quanto riportato in premessa, per evitare il ridimensionamento dell'operazione Strade Sicure, a tutela della sicurezza pubblica.
(5-07961)


   MONTARULI e PRISCO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il Sindaco di Torino, Chiara Appendino, durante il suo mandato aveva istituito presso L'anagrafe della città un registro per la trascrizione dei rapporti di filiazione di coppie dello stesso sesso riconosciuti all'estero;

   chi, aggirando la legge italiana, otteneva in un altro Paese il riconoscimento del rapporto di filiazione poteva, se residente nel capoluogo piemontese, vantare tale rapporto anche in Italia attraverso la suddetta trascrizione;

   il Sindaco Lo Russo, succeduto ad Appendino, ha inizialmente seguito la medesima linea, mantenendo il suddetto registro e costituendosi in quei giudizi nel quale i ricorrenti in forza del rapporto di filiazione chiedevano il riconoscimento del doppio cognome;

   il registro delle coppie cosiddette omogenitoriali è stato emulato da altre città;

   tuttavia, numerose sentenze intervenute a seguito di impugnativa di tali rapporti di filiazione, con partecipazione anche dell'Avvocatura dello Stato, hanno stabilito l'antigiuridicità degli stessi;

   invero, lo stesso Sindaco di Torino ha dovuto suo malgrado sospendere il registro temendo di ricorrere a un abuso;

   la legislazione italiana non prevede, infatti, il riconoscimento delle coppie cosiddette omogenitoriali, ovvero il rapporto di filiazione con coppie dello stesso sesso, e, pertanto, il registro risulta pacificamente non rispettoso dei dettami del nostro ordinamento e contrario all'ordine pubblico;

   fino al momento della sospensione risultavano essere state effettuate circa settanta iscrizioni, mentre sette erano in attesa;

   la sospensione è stata un atto doveroso a seguito di quella che si ritiene un'azione illegittima e ideologica effettuata precedentemente –:

   se le registrazioni effettuate precedentemente alla sospensione del registro debbano essere considerate nulle per difetto assoluto di attribuzione e completa carenza di potere, essendo la registrazione non prevista nell'ordinamento, e quali iniziative di competenza si intendano adottare affinché la legge vigente in Italia sia applicata a tutela dei minori a giudizio dell'interrogante usati strumentalmente nelle azioni politiche delle amministrazioni comunali sopra citate.
(5-07962)


   DE CARLO e BERTI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   i dati, del 22 aprile 2022 del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione (Ministero dell'interno) evidenziano che sarebbero sbarcati in Italia, da inizio anno, 8.669 migranti, rispetto ai 8.604 del 2021, e ai 3.227 del 2020;

   solo ad aprile, alla data del 22 aprile 2022, sarebbero sbarcati, in Italia, 2.030 migranti;

   il rapporto del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, Mauro Palma, evidenzia che, al 15 settembre 2021, sarebbero state rimpatriate, nel corso dell'anno, 2.226 persone rispetto alle 3.351 persone rimpatriate nella totalità del 2020 (- 50,54 per cento); il 61 per cento dei rimpatri sarebbe avvenuto con voli charter muniti di scorta, mentre il 26,5 per cento, utilizzando voli commerciali senza scorta;

   come noto, in conseguenza della situazione pandemica (COVID-19, i vettori aerei e navali richiedono l'attestazione di negatività all'effettuazione di un tampone antigenico rapido o molecolare, entro le 72 ore antecedenti la partenza, finalizzato all'individuazione del virus;

   diversi quotidiani nazionali (La Repubblica, Il Giornale) e locali (La voce del Trentino, Ravenna e Dintorni) segnalano che più immigrati irregolari, soggetti a una procedura di espulsione, rifiutatisi di effettuare il tampone — che è una mera facoltà — hanno evitato l'espulsione;

   talvolta, a seguito del mancato rimpatrio, i migranti, rientrati nei Cpr, e trascorso il periodo massimo di 90 giorni previsto, tornano in libertà, pur ricevendo ordine scritto di lasciare entro sette giorni il territorio italiano, imposizione spesso disattesa;

   ai sensi dell'articolo 349, comma 2-bis, del codice di procedura penale, se gli accertamenti necessari per l'identificazione della persona, nei cui confronti vengono svolte le indagini, e delle persone in grado di riferire su circostanze rilevanti per la ricostruzione dei fatti, «comportano il prelievo di capelli o saliva e manca il consenso dell'interessato, la polizia giudiziaria procede al prelievo coattivo nel rispetto della dignità personale del soggetto, previa autorizzazione scritta, oppure resa oralmente e confermata per iscritto, del pubblico ministero» –:

   se la Ministra interrogata non ritenga opportuno adottare iniziative normative sul modello di quanto previsto dall'articolo 349, comma 2-bis, del codice di procedura penale, idonee a garantire l'individuazione del virus Sars-CoV-2 e necessarie per l'imbarco e la corretta finalizzazione della procedura di espulsione, nel rispetto della piena dignità personale del soggetto.
(5-07963)


   SARRO e SPENA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la circolare del Ministero dell'interno del 10 marzo 2022 ha stabilito che — nelle more della pubblicazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che definisca le categorie di persone rientranti nelle misure di protezione temporanea per gli sfollati dall'Ucraina a seguito dell'invasione militare delle forze armate russe — la richiesta di tale tipologia di permesso di soggiorno resti riservata ai soli cittadini ucraini e ai cittadini ivi residenti in data anteriore al 24 febbraio 2022, agli apolidi e ai cittadini e loro familiari di Paesi terzi che beneficiavano di protezione internazionale o di protezione nazionale equivalente in Ucraina prima della predetta data del 24 febbraio 2022, e alla medesima data sfollati dall'Ucraina;

   sebbene le tensioni tra Russia e Ucraina si siano intensificate tra dicembre 2021 e gennaio 2022, già il 3 dicembre 2021 il Ministro della difesa ucraino Oleksii Reznikov, intervenendo in Parlamento, riferiva della possibilità di una escalation militare da parte della Russia alla fine di gennaio 2022;

   alla luce di tali dichiarazioni, molti cittadini ucraini hanno abbandonato il loro Paese già prima del 24 febbraio 2022, allarmati anche dalle dichiarazioni sempre meno distensive che arrivavano dalle autorità russe nonché dal potenziamento della presenza militare russa ai confini ucraini;

   i cittadini ucraini arrivati prima del 24 febbraio 2022, tuttavia, sono ammessi nello Spazio Schengen per un periodo di 90 giorni senza il visto, in qualità di turisti, senza poter lavorare né usufruire dei servizi;

   in Italia, dopo i 90 giorni dall'ingresso, i cittadini ucraini — arrivati prima del 24 febbraio 2022 — sono tenuti ad assumere un diverso status giuridico al fine di rimanere regolarmente sul territorio italiano –:

   quali iniziative intenda adottare per consentire che le misure di protezione temporanea previste nella circolare del Ministero dell'interno del 10 marzo 2022 siano estese anche alle persone indicate in premessa, le quali, alla luce delle tensioni crescenti tra la fine del 2021 e l'inizio del 2022, hanno deciso di rifugiarsi in Italia nel periodo compreso tra il 4 dicembre 2021 e il 24 febbraio 2022.
(5-07964)


   CECCANTI, PINI, ORFINI, RACITI, RIZZO NERVO, GRIBAUDO, BRUNO BOSSIO, CIAGÀ e CIAMPI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il 30 marzo 2022 comparivano sul profilo Twitter «@rgowans» una serie di tweet, chiamati in gergo tecnico thread, in cui si ricostruiva la richiesta di porto sicuro e di aiuto al soccorso da parte della ONG SeaEye a seguito del salvataggio di 32 persone da parte della nave «MV Karina» al largo delle coste libiche;

   la «MV Karina» essendo non attrezzata per il soccorso e il mantenimento di persone a bordo richiedeva, in base all'articolo 98 della convenzione internazionale di Montego Bay, un porto sicuro;

   il thread menzionato si apriva con una fotografia della richiesta di POS da parte della ONG SeaEye protocollata e firmata da parte dell'ufficiale in servizio, presso la centrale operativa del Comando generale del Corpo della Capitanerie di Porto – Guardia costiera, lo scorso 29 marzo 2022;

   l'account Twitter «@rgowans» risulta essere stato sottoposto a indagine da parte di varie Procure della Repubblica italiana in quanto sospettato di essere connesso ad una rete di trafficanti e componenti della mafia libica anche a causa di una lunga serie di minacce dirette nei confronti degli operatori delle organizzazioni non governative che operano nel Mediterraneo e dei giornalisti che documentano la situazione nel Mediterraneo e in Libia;

   l'account su citato è stato oggetto di una precedente interrogazione parlamentare la n. 4-10234 del 14 settembre 2021 a seguito di minacce rivolte a Don Mattia Ferrari, viceparroco di Nonantola (Modena) all'epoca dei fatti e di ulteriori minacce documentate e oggetto di indagine nei confronti di Nello Scavo, giornalista del quotidiano «Avvenire» –:

   di quali elementi di conoscenza disponga per comprendere come sia stato possibile che un account anonimo con connessioni con la criminalità organizzata libica fosse in possesso e pubblicasse documenti ufficiali e protocollati non pubblici e quali iniziative intenda intraprendere, per quanto di competenza, anche per il tramite della polizia postale, per verificare come questi documenti siano entrati in possesso di un account oggetto di indagine per connessioni con la criminalità organizzata e così prevenire il ripetersi in futuro di fatti analoghi.
(5-07965)


   MARCO DI MAIO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   l'Operazione dell'Esercito Italiane «Strade sicure», condotta sul territorio nazionale dall'Esercito Italiano ininterrottamente dal 2008, aiuta le forze dell'ordine a fronteggiare le straordinarie esigenze di prevenzione e contrasto della criminalità e del terrorismo, attraverso l'impiego di un contingente di personale militare delle Forze Armate, che agisce con le funzioni di agente di pubblica sicurezza;

   il supporto dell'Esercito alle forze dell'ordine tradizionali è stato fondamentale nello svolgimento delle attività di controllo di punti critici di tutto il territorio nazionale e, in particolare, delle città della riviera romagnola, soprattutto in alcuni periodi particolari dell'anno;

   i sindaci del territorio, da ormai 25 anni anni circa, constatano e denunciano alle istituzioni locali l'insufficienza delle dotazioni di uomini e mezzi delle forze di polizia ai fini del controllo e della garanzia dell'ordine pubblico in un'area che conta più di 20 milioni di presenze turistiche l'anno. È dello scorso inverno la più recente richiesta, da parte degli amministratori della provincia di Rimini, di garanzie sui rinforzi agli apparati di polizia durante i mesi estivi;

   il recente ridimensionamento del programma e il conseguente taglio da 7.000 a 5.000 unità di personale preposte all'Operazione, soprattutto a fonte di amministrazioni che chiedono continui rinforzi di agenti per garantire la sicurezza e l'ordine pubblico sul territorio nei periodi di maggiore affluenza turistica, non si ritiene essere una scelta opportuna;

   se, da una parte, sono comprensibili le necessità del periodo storico che si sta vivendo, in cui si prospetta una situazione bellica o pre-bellica, dall'altra non bisogna dimenticare i bisogni dei territori, che richiedono un incremento dei numeri delle forze militari presenti in loco –:

   se il Ministro interrogato non ritenga di adottare iniziative per fronteggiare la riduzione delle unità di personale preposte all'operazione «Strade Sicure», anche potenziando la presenza di donne e uomini delle forze dell'ordine non solo nelle località turistiche, ma ovunque i contingenti dell'Esercito fossero presenti sul territorio nazionale.
(5-07966)

ISTRUZIONE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   PRESTIPINO. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   il 14 marzo 2022 risultano svolte le prime prove scritte del concorso ordinario per la scuola secondaria di I e II grado, bandito dal DD n. 499 del 21 aprile 2020 come modificato dal decreto n. 23 del 5 gennaio 2022;

   da notizie a mezzo stampa, sarebbero innumerevoli le proteste dei candidati che evidenziano la presenza di quiz sbagliati, formulati con più di una risposta esatta o addirittura in cui la stessa domanda viene ripetuta due volte;

   segnalazioni nella prova per la classe di concorso A60, riportano, a titolo di esempio, la presenza di quesiti dalla formulazione ambigua, con più risposte corrette tra le quattro fornite o ancora, con nessuna risposta corretta tra quelle disponibili;

   in altri casi le segnalazioni, invece, riguardano quesiti addirittura errati, in quanto le risposte fornite non avevano alcun collegamento con il riferimento normativo indicato nella domanda: ad esempio, 1 nella prova scritta del concorso per i posti di sostegno nella scuola secondaria di primo grado è stato segnalato un errore nel quesito riguardante l'articolo 34 (e non l'articolo 33) della Costituzione;

   naturalmente, errori di tal genere hanno penalizzato fortemente i candidati, i quali si sono visti valutata come errata una risposta invece da ritenersi corretta;

   in presenza di quesiti dalla formulazione ambigua, che si prestano quindi a diverse interpretazioni, o che presentano più di una risposta corretta tra quelle proposte o nei casi in cui viene considerata errata una risposta tecnicamente corretta, è sempre possibile impugnare l'esito della prova;

   ogni quiz a risposta multipla dovrebbe prevedere con certezza una risposta univocamente esatta, per evitare una valutazione dei candidati che possa porsi in violazione del principio della par condicio desumibile dall'articolo 97 della Costituzione;

   da parte dei sindacati sembrerebbe già avviata una diffida all'amministrazione, riservandosi di agire in giudizio per tutelare i propri associati ingiustamente penalizzati;

   nei mesi scorsi, risulta già promosso un ricorso gratuito per i precari che non hanno potuto partecipare al concorso straordinario e all'ordinario della primaria e infanzia in quanto impediti a causa di eventuale quarantena o infezione da COVID-19 –:

   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda adottare al fine di tutelare i candidati al concorso ordinario per la scuola secondaria di I e II grado, penalizzati dalla formulazione errata di molti quiz e se non intenda altresì adottare iniziative al fine di garantire un corretto svolgimento delle prossime prove in calendario.
(5-07950)

Interrogazioni a risposta scritta:


   FURGIUELE. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   nelle scorse settimane, l'avvio dei lavori su via Roma disposti dall'amministrazione comunale di Cosenza per la modifica della viabilità cittadina e la riapertura al traffico in un'area nella quale, ricadono anche due istituti scolastici, hanno sollevato polemiche;

   l'area in questione era stata oggetto di una riqualificazione, voluta dalla precedente amministrazione comunale, che aveva permesso la nascita di una piazza intitolata a Stéfano Rodotà su cui affacciano gli ingressi di due istituti scolastici. In questo modo si era garantita agli alunni non solo maggiore sicurezza ma anche un utile spazio di svago al momento dell'uscita da scuola;

   all'avvio dei lavori tutte le famiglie degli alunni frequentanti gli istituti e il dirigente scolastico degli stessi hanno manifestato pubblicamente il proprio disappunto e gli alunni hanno affisso alcuni cartelli sulle transenne messe per delimitare l'area dei lavori, al fine di dissuadere l'amministrazione dalla prosecuzione dei lavori che li priverebbe di uno spazio tanto importante;

   del resto, le così dette «strade scolastiche», una strada o un piazzale adiacente a una o più scuole in cui viene vietato il traffico degli autoveicoli, in modo che tutti possano raggiungere la scuola in sicurezza sono molto diffuse all'estero e in alcune città italiane in quanto favoriscono l'autonomia dei bambini (i livelli di autonomia negli spostamenti quotidiani dei bambini italiani tra i 6 e gli 11 anni sono tra i più bassi a livello internazionale influendo negativamente sullo sviluppo delle loro capacità di orientamento e socializzazione e sulla costruzione della fiducia nelle proprie capacità), incentivano modalità di spostamento attive come l'andare in bici o il camminare, favoriscono il gioco libero e la socializzazione, promuovono la salute dei bambini abbassando i livelli di inquinamento cui sono sottoposti e riducono i tassi di incidentalità;

   qualche giorno fa il dirigente scolastico dell'istituto cosentino ha ricevuto una contestazione di addebito da parte dell'Ufficio procedimenti disciplinari dell'Usr della Calabria che, si apprende dalla stampa locale, è stato interessato della questione dal sindaco che riteneva improprio il ruolo del dirigente durante la protesta delle famiglie soprattutto in relazione al contenuto offensivo di alcuni dei cartelli affissi sulle transenne;

   senza voler entrare nel merito della discussione sulla validità della scelta dell'amministrazione, comunale appare chiaro che il dirigente scolastico non ha fatto altro che provare a tutelare le esigenze della comunità scolastica manifestando sì il proprio dissenso, ma sempre con toni pacati e consoni al ruolo che riveste, come del resto riportato dalla stampa locale che si è occupata a più riprese della questione e che in nessun modo i cartelli offensivi possono essere ricondotti al suo operato;

   eppure il dirigente scolastico, il 20 maggio 2022, dovrà comparire di fronte alla commissione disciplinare dell'Usr con il proprio avvocato per giustificare il suo comportamento ovvero aver manifestato nei modi consentiti dalla legge il proprio dissenso rispetto ad un provvedimento dell'amministrazione comunale che toglierà uno spazio verde sicuro agli alunni che frequentano la scuola che dirige –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto sopra descritto;

   quali iniziative, per quanto di competenza, intenda intraprendere per chiarire le ragioni che hanno portato ad avviare un procedimento disciplinare nei confronti del dirigente scolastico cosentino.
(4-11915)


   MORRONE. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   in una scuola superiore della provincia di Forlì-Cesena, qualche giorno fa, un docente di letteratura si è trovato di fronte alla richiesta di due studenti di religione islamica di interrompere l'ascolto in classe di alcuni brani musicali che intendeva utilizzare a supporto della sua lezione poiché, a loro dire, i due studenti musulmani stavano osservando il ramadan;

   è chiamato ramadan quel periodo lungo un mese durante il quale i fedeli islamici, dall'alba al tramonto, sono chiamati a praticare il digiuno alimentare, ad astenersi da attività violente, da peccati di parola e da tutto ciò che può considerarsi disonorevole fra cui ascoltare la musica anche se, su quest'ultimo aspetto, il precetto non è chiaro e l'interpretazione dottrinale prevalente è che non si debba ascoltare musica ad alto volume in luoghi pubblici per non offendere coloro che stanno digiunando;

   secondo quanto si apprende da un lancio dell'Agenzia Agi e da altri media locali e nazionali, il docente si sarebbe rivolto al dirigente scolastico che, a sua volta, avrebbe deciso di rimettere il tutto alla volontà dei genitori dei due studenti ed eventualmente dell'imam, decisione alquanto bizzarra e singolare che avrebbe non solo compromesso la libertà di insegnamento e i diritti degli altri studenti a partecipare a una lezione prevista dal piano formativo, ma addirittura messo a rischio il carattere laico della scuola pubblica italiana;

   i guasti del relativismo culturale e l'avvento di teorie multiculturaliste, a cui non è estraneo il sistema scolastico italiano, impedirebbero nei fatti qualunque processo di vera integrazione, creando al contrario un «caos multiculturale» che, privo in molti casi di una consolidata base comune condivisa, può degenerare in un inevitabile «antagonismo di pratiche, valori e tradizioni» che finisce per compromettere la coesistenza civile e il rispetto della diversità culturale, caratteristiche di una vera integrazione;

   parallelamente si avverte la tendenza a relativizzare le tradizioni, la cultura, la storia italiane e i valori cardine della nostra comunità nazionale, giustificando questo fenomeno con una travisata interpretazione del concetto di tolleranza e di salvaguardia delle culture delle minoranze –:

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda intraprendere al fine di assicurare il rispetto della laicità della scuola pubblica italiana e della libertà di insegnamento dei docenti e far sì che il diritto allo studio di tutti gli studenti non possa venire compromesso, come accaduto nel caso citato, provvedendo anche a elaborare linee guida che sostengano le decisioni assunte dalla dirigenza scolastica e che privilegino prioritariamente i compiti e i doveri demandati al sistema scolastico finalizzati all'apprendimento, all'educazione e a una salda formazione di ogni studente sul piano cognitivo e culturale.
(4-11917)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta immediata:


   CARELLI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il comma 103 dell'articolo 1 della legge n. 234 del 2021 stabilisce che: «Al fine di garantire la tutela delle prestazioni previdenziali in favore dei giornalisti, con effetto dal 1° luglio 2022, la funzione previdenziale svolta dall'Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani “Giovanni Amendola” (Inpgi) ai sensi dell'articolo 1 della legge 20 dicembre 1951, n. 1564, in regime sostitutivo delle corrispondenti forme di previdenza obbligatoria, è trasferita, limitatamente alla gestione sostitutiva, all'Istituto nazionale di previdenza sociale (Inps) che succede nei relativi rapporti attivi e passivi»; mentre il comma 113 dispone che: «Al fine di favorire una rapida ed efficace integrazione delle funzioni, è costituito un comitato di integrazione composto dal direttore generale e da tre dirigenti dell'Inpgi, in carica alla data del 31 dicembre 2021, nonché da quattro dirigenti incaricati di funzioni di livello dirigenziale generale dell'Inps, coordinati dal direttore generale dell'Inps, con il compito di pervenire all'unificazione delle procedure operative e correnti entro il 31 dicembre 2022» e che il comitato esercita tali funzioni fino al 30 giugno 2022;

   il «Fondo integrativo di previdenza per i giornalisti professionisti», dove gli editori versano il contributo obbligatorio «con le stesse modalità previste per le assicurazioni sociali obbligatorie», eroga la cosiddetta «ex fissa», prestazione previdenziale integrativa di natura contrattuale;

   si stima siano oltre 2.000 i giornalisti in attesa di ricevere questa prestazione, per un importo lordo vicino ai 140 milioni di euro, di cui circa 50 milioni di imposte;

   il fondo «ex fissa» è stato considerato previdenza e non retribuzione differita sia dalla Corte dei conti nelle relazioni sui bilanci Inpgi 1996-2019, sia dalla Corte di cassazione con sentenza n. 6137 del 9 marzo 2017; sulla base della Convenzione del 15 luglio 1985, i datori di lavoro devono versare al Fondo un contributo addizionale dell'1,50 per cento;

   da aprile 2009 le parti sociali hanno introdotto presso Inpgi un Fondo contrattuale addizionale (0,60 per cento della retribuzione imponibile, di cui 0,50 per cento a carico del datore e 0,10 per cento a carico del giornalista) a contabilità separata;

   tale Fondo dovrebbe avere una dotazione attiva di circa 40 milioni di euro; non è nota la situazione reale dei crediti per indennità «ex fissa» maturati dai giornalisti prima e dopo il 1^ gennaio 2015, quando è entrato in vigore l'accordo del 24 giugno 2014 di gestione speciale –:

   quali iniziative di competenza intenda assumere per salvaguardare il risparmio dei giornalisti beneficiari del Fondo integrativo «ex fissa».
(3-02918)


   MOLINARI, DURIGON, GIACCONE, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BITONCI, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, CLAUDIO BORGHI, BUBISUTTI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CAPITANIO, CARRARA, CASTIELLO, VANESSA CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, CESTARI, COIN, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DONINA, FANTUZ, FERRARI, FIORINI, FOGLIANI, LORENZO FONTANA, FORMENTINI, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GALLI, GASTALDI, GERARDI, GERMANÀ, GIACOMETTI, GIGLIO VIGNA, GOBBATO, GOLINELLI, GRIMOLDI, GUSMEROLI, IEZZI, INVERNIZZI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LOLINI, EVA LORENZONI, LOSS, LUCCHINI, LUCENTINI, MACCANTI, MAGGIONI, MANZATO, MARCHETTI, MARIANI, MATURI, MICHELI, MINARDO, MORRONE, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLIN, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATELLI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, PICCHI, PICCOLO, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RAVETTO, RIBOLLA, RIXI, SALTAMARTINI, SCOMA, SNIDER, STEFANI, SUTTO, TARANTINO, TATEO, TIRAMANI, TOCCALINI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, VIVIANI, RAFFAELE VOLPI, ZANELLA, ZENNARO, ZICCHIERI, ZIELLO, ZOFFILI e ZORDAN.. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il reddito di cittadinanza, introdotto dal decreto-legge n. 4 del 2019 come misura di contrasto alla povertà, si è rivelato fallimentare nel suo intento, creando distorsioni nel mercato del lavoro e ammanchi nelle casse dello Stato;

   è oramai quasi quotidiana, infatti, la notizia dei diversi furbetti del reddito di cittadinanza; l'ultima, in ordine temporale, risale al 14 aprile 2022 allorquando l'Arma dei carabinieri ha reso noto in un comunicato che dal 1° gennaio 2021 a febbraio 2022 oltre 5 milioni di euro sono stati percepiti indebitamente da ben 955 persone che non avevano titolo per beneficiare del reddito di cittadinanza;

   nella regione Lazio «su 2.504 persone controllate che beneficiavano del reddito di cittadinanza ne sono state denunciate 543, con un ammontare complessivo di redditi indebitamente percepiti pari a 3.116.522 euro». «In Toscana, su 1.810 persone controllate 153 sono risultate prive dei requisiti previsti dalla normativa» e la truffa è stata pari a «636.998 euro. Nelle Marche sono state 67 le persone denunciate su 1.447 controllate, con 450.075 euro di redditi indebitamente percepiti». In Sardegna «su 3.260 persone controllate quelle denunciate sono state 163, con 863.670 euro di redditi indebitamente percepiti». In Umbria «su 554 persone controllate dai carabinieri 29 sono risultate prive dei requisiti, con 178.075 euro di redditi percepiti indebitamente»;

   la misura così concepita non solo si presta a raggiri e truffe, ma rappresenta anche un deterrente nella ricerca di nuova occupazione e, in specie per il settore del turismo, un vero e proprio freno al lavoro stagionale;

   lo stesso Ministro del turismo, Garavaglia, in occasione della seduta di interrogazioni a risposta immediata in Assemblea alla Camera dei deputati il 20 aprile 2022, ha confermato la difficoltà degli operatori del settore turistico-ricettivo di reperire personale – sembrerebbe manchino circa 250 mila unità – «soprattutto nei casi di rapporto di lavoro temporaneo o stagionale in cui l'ammontare dei redditi e l'instabilità del rapporto di lavoro non risultano sempre allettanti a fronte del reddito di cittadinanza percepito»; addirittura «c'è chi preferisce fare i tre giorni a chiamata e non andare proprio per non perdere il reddito di cittadinanza» –:

   in quali termini il reddito di cittadinanza si sia rivelato misura di politica attiva del lavoro ovvero quale sia il numero dei percettori ricollocati e di essi quanti i giovani fino a 26 anni.
(3-02919)

Interrogazione a risposta orale:


   MENGA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   con il decreto legislativo 31 luglio 2020, n. 101, è stata data attuazione alla direttiva 2013/59/Euratom che stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall'esposizione alle radiazioni ionizzanti;

   in ossequio a quanto stabilito dalla richiamata normativa, il datore di lavoro attua tutte le misure di sicurezza e protezione idonee a salvaguardare la salute del lavoratore, assicurando allo stesso la sorveglianza fisica per mezzo di esperti di radioprotezione e la sorveglianza sanitaria mediante uno o più medici autorizzati;

   il medico autorizzato è un medico in possesso del titolo di medico competente, abilitato presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, ai sensi dell'articolo 138 del decreto legislativo n. 101 del 2020, a svolgere l'attività di radioprotezione medica, vale a dire qualsiasi tipologia di sorveglianza medica per i lavoratori di categoria A e B esposti a radiazioni ionizzanti;

   l'articolo 134, comma 2, del richiamato decreto consente ai medici competenti, già incaricati di svolgere l'attività di sorveglianza sanitaria sui lavoratori esposti classificati di categoria B, di continuare tale attività, anche in assenza dell'abilitazione di cui all'articolo 138, per ulteriori ventiquattro mesi decorrenti dall'entrata in vigore del decreto stesso;

   tuttavia, in considerazione della frequenza annuale delle sessioni di esame, del numero esiguo di corsi di formazione specialistica, della complessità della prova d'esame e dalla mancata emanazione da parte del Ministero del lavoro e delle politiche sociali del decreto con cui definire i contenuti della formazione, l'arco temporale individuato dalla norma è penalizzante per tutti i medici competenti che non riusciranno a conseguire l'abilitazione entro il mese di luglio 2022;

   difatti, ad oggi, solo un numero esiguo di medici competenti ha conseguito l'abilitazione in radioprotezione, e ciò determinerà conseguenze negative anche a discapito di tutte le aziende ed enti interessati che si avvalgono di tale figura professionale –:

   se il Governo, sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e in considerazione del prossimo scadere del termine previsto dall'articolo 134, comma 2, del decreto legislativo n. 101 del 2020, nonché del numero esiguo di medici autorizzati:

    a) quali iniziative urgenti, necessarie e opportune intenda porre in essere al fine di garantire la prosecuzione dell'attività di sorveglianza medica, in favore dei lavoratori classificati esposti di categoria B, stante la carenza dei medici competenti in possesso dell'abilitazione;

    b) se non intenda adottare iniziative per prorogare di ulteriori 24 mesi il termine fissato dal richiamato articolo 134 per consentire ai medici competenti già incaricati sia di continuare a lavorare che di conseguire l'abilitazione di cui all'articolo 138.
(3-02908)

Interrogazioni a risposta scritta:


   GRIPPA, VILLANI, SCAGLIUSI e BARBUTO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'istruzione, al Ministro per le disabilità. — Per sapere – premesso che:

   dalla rilevazione Istat emerge che nell'anno scolastico 2020/2021 sono più di 300 mila gli alunni con disabilità che frequentano le scuole italiane (fonte Ministero dell'istruzione), con un +2 per cento rispetto all'anno precedente;

   la legge 5 febbraio 1992, n. 104, prevede, a garanzia del concreto ed effettivo diritto allo studio e dell'integrazione dello studente con disabilità fisica, psichica o sensoriale, l'assistenza per l'autonomia e la comunicazione, unitamente al sostegno;

   nel nostro Paese, migliaia sono i cittadini che hanno conseguito la qualifica di Asacom, cioè di assistente all'autonomia e alla comunicazione dei disabili, che si è andata ad affermare come figura di grande importanza per un buon percorso di inclusione degli alunni con disabilità, seppur ancora oggi non goda ancora del giusto riconoscimento professionale oltre che della giusta disciplina che la regolamenti;

   per l'accesso ai corsi di formazione per conseguire la qualifica Asacom, sarebbe richiesto il diploma di scuola superiore e il compimento del diciottesimo anno di età alla data di iscrizione al corso. I corsi si porgono come obiettivo di far acquisire all'allievo le basi formative della figura professionale derivante dalle disposizioni contenute nell'articolo 42 del decreto del Presidente della Repubblica n. 616 del 1977 (Assistenza ai minorati psicofisici) e nell'articolo 13 della legge n. 104 del 1992 (Obbligo per gli enti locali di fornire l'assistenza per l'autonomia e la comunicazione personale degli alunni con handicap fisici o sensoriali);

   la gestione del servizio di predetti assistenti è attribuita agli enti locali. Le ore di assistenza scolastica vengono indicate nel Pei (Piano educativo individualizzato) a seconda delle reali necessità dello studente;

   purtroppo, per quanto risulta all'interrogante, non si sarebbe ancora giunti ad una definizione univoca di detta qualifica su tutto il territorio nazionale, sotto il profilo del ruolo, delle funzioni, delle competenze professionali, dei percorsi formativi, della relativa certificazione e del suo riconoscimento legale ed economico;

   sono anni che molti cittadini riuniti in associazioni si battono per veder riconosciuta, regolamentata e tutelata questa figura professionale, in quanto risorsa fondamentale per scuole e famiglie e, in particolar modo, per il diritto all'istruzione e all'inclusione dei bambini e dei ragazzi con disabilità, presentando proposte e chiedendo incontri alle istituzioni perché possano essere assunti nei ruoli dello Stato;

   negli ultimi anni per frequentare il corso, organizzato dalle regioni, bisogna sostenere un costo che può arrivare a raggiungere i 1.800 euro per circa 650 ore di lezione, compreso di tirocinio ed un esame finale, organizzato dalle regioni per un titolo da utilizzare nelle strutture e con le mansioni sopra elencate –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti sopra esposti e quali iniziative di competenza ritengano necessario intraprendere, anche sul piano normativo, al fine di stabilizzare, come dipendenti pubblici, gli assistenti all'autonomia e alla comunicazione, figure ormai presenti da decenni nelle scuole e atte ad affrontare le criticità dell'integrazione degli alunni con disabilità.
(4-11912)


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   come si apprende da un articolo apparso su «Il Messaggero» del 14 aprile 2022 la Corte dei conti ha rinviato a giudizio Domenico Parisi, l'ex presidente dell'Agenzia nazionale per le politiche attive per il lavoro (Anpal), chiedendo che fossero restituiti ben 100 mila euro per delle spese non attinenti al ruolo ricoperto sostenute nel periodo della sua presidenza;

   la figura di Parisi venne scelta dall'allora Ministro del lavoro e delle politiche sociali Luigi Di Maio, ponendolo alla guida dell'ente che avrebbe miracolosamente debellato la povertà nel nostro Paese, grazie alle migliaia di navigator assunti e all'utilizzo di apposite applicazioni, le quali avrebbero incrociato le domande di lavoro con le offerte, onde evitare, a detta del partito anticasta, che il reddito di cittadinanza si tramutasse in un sussidio permanente a carico dello Stato;

   i voli in questione sarebbero serviti a Parisi al fine di potergli garantire il proseguimento del suo incarico di docente part-time di demografia e statistica applicata, svolto presso il Dipartimento di Sociologia della Mississippi State University, dovendo, in tal modo, volare spesso da Roma a Starkville; successivamente, sarà la stessa Corte a dichiarare l'incompatibilità dei due incarichi;

   ma, se già l'utilizzo di voli pagati dallo Stato al fine di mantenere due incarichi incompatibili non bastassero a dimostrare la sobrietà del professor Parisi, è bene precisare che tutti questi voli sono stati condotti dal medesimo in business class, la quale, sempre a detta di Parisi, gli sarebbe spettata di diritto in quanto trattavasi di voli superiori alle 5 ore e in quanto soffriva di problemi alla schiena;

   stupisce il modo in cui, alla forza politica di Governo che si definisce fin dalla sua fondazione come antagonista di quella casta corrotta e madre di tutti i mali italici, fosse sfuggito un episodio che ben rappresenta quell'insieme di privilegi che si sarebbero dovuti sconfiggere a colpi di onestà e buon esempio;

   ci si trova, quindi, di fronte ad un ulteriore caso di sperpero di soldi pubblici legati al reddito di cittadinanza, dopo i casi già noti dei fallimentari navigator e dell'elargizione del reddito a soggetti non aventi diritto;

   si tratta di risorse dei contribuenti italiani che andrebbero utilizzate al fine di garantire sostegni più concreti ai cittadini maggiormente bisognosi e non a garantire le comodità di pochi privilegiati –:

   se il Governo intenda chiedere la restituzione delle somme indicate in premessa, senza attendere la pronuncia della Corte dei conti.
(4-11923)

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta scritta:


   CARETTA e CIABURRO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   come emerso a mezzo stampa, la guerra tra Russia e Ucraina e la conseguente scarsità di forniture di olio di semi di girasole, nonché il rincaro dei costi di tale prodotto, può comportare un temporaneo ricorso all'olio di palma come sostituto da parte dell'industria alimentare;

   transitando dal Mar Nero circa il 76 per cento delle esportazioni mondiali di olio di girasole, si rivela per l'appunto meno costoso, anche in termini di logistica, ricorrere all'olio di palma come surrogato dell'olio di semi di girasole;

   venerdì 22 aprile 2022, il Governo dell'Indonesia ha annunciato il blocco totale delle esportazioni di olio di palma, effettivo da giovedì 28 aprile 2022, come misura per contrastare la carenza di olio da cottura, che il Paese ricava in gran parte dalla palma, nonché il rincaro dei prezzi alimentari che sta colpendo anche il mercato indonesiano;

   essendo l'Indonesia il primo produttore globale di olio di palma, con il 50 per cento delle forniture globali, la decisione del Governo di Giacarta ha portato ad un forte rincaro delle quotazioni di olio di palma, con eventuali ripercussioni anche su operatori economici europei;

   l'attuale contingenza economico-internazionale rende sempre più complesso poter scegliere in totale libertà le materie utilizzate nei processi produttivi da parte dell'industria agroalimentare, rendendo sempre più necessaria la presenza di garanzie per la tenuta delle produzioni stesse –:

   se il Ministro sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative di competenza intenda intraprendere per garantire che il blocco delle esportazioni di olio di palma stabilito dall'Indonesia non abbia ripercussioni sul mercato italiano e sull'andamento dei cicli produttivi dell'industria alimentare italiana.
(4-11918)

SALUTE

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   il servizio di emergenza sanitaria territoriale 118, istituito nel nostro Paese con il decreto del Presidente della Repubblica 27 marzo 1992, è in grado di garantire, in caso di emergenza-urgenza sanitaria, un tempestivo intervento nei confronti del cittadino che avesse bisogno di immediata assistenza: altro non è che la prima linea di risposta del servizio sanitario nazionale; il succitato decreto ha inoltre lasciato alle regioni la facoltà di organizzare i servizi di emergenza territoriale, sintomo questo della profonda disomogeneità organizzativa esistente tra le diverse regioni italiane che porta alcuni territori, come la Sardegna a esempio, a subire gravi carenze di medici del 118 specializzati in medicina d'emergenza; nonostante il ruolo di fondamentale importanza che rivestono dunque i pronto soccorso italiani in tutto il Paese, a oggi rischiano di collassare definitivamente a causa della carenza – sempre più insistente e mortificante – di medici del 118 specializzati e operanti in emergenza territoriale, con particolare attenzione a quelle regioni in cui l'assunzione del personale non corrisponde al reale fabbisogno delle aziende sanitarie territoriali; a ciò si aggiunge che, come già certificato da molti sindacati e numerose associazioni tra le più rappresentative della categoria a livello nazionale, molti specialisti decidono di non lavorare più all'interno del servizio di 118, preferendo contesti e reparti in cui vi sono carichi di lavoro meno gravosi e più remunerativi, come a esempio la continuità assistenziale, e soprattutto dove viene garantito l'inquadramento in ruolo e l'assunzione a tempo indeterminato alle dirette dipendenze del servizio sanitario nazionale; a tal proposito, la prima problematica che sta causando questa «fuga» di medici dell'emergenza territoriale verso altri reparti, è infatti la necessità – non ancora risolta – di una norma nazionale che disciplini la materia e che consenta il passaggio su base volontaria dei medici del 118 operanti in regime di convenzione, a un inquadramento a tempo indeterminato; a quanto sopra si aggiunge una inadeguata gestione delle assunzioni del personale medico idoneo a operare nell'emergenza territoriale, laddove il più delle volte gli enti competenti non procedono alla verifica degli organici in dotazione ai servizi di emergenza territoriale di tutta la regione: procedura che invece risulterebbe utile al fine di individuare gli incarichi vacanti da ricoprire con assunzioni a tempo indeterminato. In quei contesti dove la suddetta verifica interviene, come accaduto qualche settimana fa in Sardegna per assunzione di nuovo personale, le assegnazioni dei medici del 118 specializzati avvengono comunque secondo criteri, a giudizio degli interpellanti, incomprensibili e senza un preciso schema che tenga conto del fabbisogno e delle carenze di personale; è inoltre importante sottolineare che la presenza dei medici del 118 sulle ambulanze, specializzati in medicina d'emergenza territoriale, risulta essere fortemente strategica altresì per ridurre la pressione sugli stessi pronto soccorso, dal momento che molte volte il paziente viene assistito direttamente in loco senza la necessità di trasportarlo verso la sede del pronto soccorso, e alleggerendo dunque il carico sul personale in servizio presso lo stesso presidio –:

   quali iniziative di competenza il Ministro interpellato intenda adottare al fine di: a) risolvere le criticità esistenti e descritte in premessa che rischiano di causare il totale collasso dell'intero sistema di emergenza nel nostro Paese; b) puntare ad una omogeneizzazione della materia in tutto il Paese, riducendo le inique differente tra le regioni italiane e garantendo un equo accesso ai sistemi di emergenza-urgenza per tutti i cittadini e in tutte le regioni, comprese le isole maggiori; c) definire norme chiare e precise che consentano l'inquadramento in ruolo a tempo indeterminato, su base volontaria, dei medici del 118 operanti, a oggi, in regime di convenzione.
(2-01502) «Lapia, Schullian».

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   BOLOGNA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   tra le attività di screening necessarie a garantire una completa presa in carico delle esigenze del paziente oncologico rientra quella nutrizionale;

   le attività di screening nutrizionale sono fondamentali per la riuscita delle terapie oncologiche e per aumentare il tasso di sopravvivenza dei pazienti, in quanto finalizzate alla prescrizione dei supporti alimentari adeguati per chi non riesce, a causa della malattia nutrirsi con i comuni alimenti;

   la crisi pandemica dovuta alla diffusione del virus Sars-CoV-2 ha comportato il rinvio di numerose attività di screening, aggravando la condizione, anche nutrizionale, dei pazienti oncologici;

   la consapevolezza dell'incidenza e delle conseguenze negative della malnutrizione nel malato oncologico è ancora molto scarsa sia tra gli operatori sanitari sia tra i pazienti; a ben vedere, un corretto e consapevole impiego delle conoscenze e delle tecniche relative ad un'adeguata nutrizione clinica nei pazienti oncologici avrebbe una ricaduta positiva, con un favorevole impatto sugli esiti e sulla qualità di vita degli stessi, nonché sulla spesa sanitaria;

   la programmazione e l'organizzazione dei servizi sanitari dovrebbero garantire un percorso nutrizionale del paziente oncologico, anche attraverso protocolli di collaborazione con i pediatri di libera scelta, con i medici di medicina generale e gli specialisti del settore, così da assicurare la continuità della cura indipendentemente dalla differenziazione e dall'organizzazione dei servizi a livello territoriale;

   il Ministero della salute, nel 2017, ha pubblicato le Linee di indirizzo sui percorsi nutrizionali nei pazienti oncologici, approvate dalla Conferenza Stato-regioni; queste sottolineano l'importanza e la necessità di inserire nei percorsi diagnostico terapeutici assistenziali (Pdta) oncologici un'immediata valutazione dello stato nutrizionale del paziente, da effettuarsi immediatamente dopo la diagnosi di tumore;

   le citate Linee guida ribadiscono, inoltre, l'importanza di predisporre reti di nutrizione clinica che, a partire dal territorio, mettano in connessione gli specialisti per definire percorsi terapeutici adeguati alle esigenze dei pazienti e ad una prescrizione aderente alle necessità cliniche degli stessi;

   a ben vedere, i contenuti di tali Linee guida non sarebbero applicati nelle regioni e, troppo spesso, si assiste ad una disparità di trattamento che conduce alla mancata o ritardata visita da parte di nutrizionisti –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della mancata applicazione da parte delle regioni delle Linee di indirizzo sui percorsi nutrizionali nei pazienti oncologici emanate dal Ministero della salute e quali iniziative di competenza, anche in raccordo con le regioni, intenda intraprendere per colmare questa carenza e per garantire l'inserimento e l'effettiva applicazione nei percorsi diagnostico terapeutici assistenziali oncologici, dello screening nutrizionale, così da garantire pienamente l'efficacia delle terapie e migliorare la qualità di vita e la sopravvivenza dei pazienti.
(5-07949)


   BOLOGNA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la presa in carico degli anziani affetti da malattie croniche multiple rappresenta una delle maggiori sfide per il Servizio sanitario nazionale;

   in Italia, gli over-65 sono 13,8 milioni (il 22,8 per cento della popolazione generale); di questi, oltre 8 milioni sono affetti da almeno una malattia cronica; 5,5 milioni hanno almeno tre patologie croniche concomitanti che richiedono trattamenti a lungo termine con regimi terapeutici complessi;

   nel 2060, i grandi anziani (75-85 anni) con multi-morbilità e poli-farmaco-terapia saranno 6 milioni (il 10 per cento dell'intera popolazione). Oltre il 60 per cento dei farmaci a carico del Servizio sanitario nazionale è utilizzato da over-65: è soprattutto in riferimento a questi pazienti fragili che l'aderenza terapeutica gioca un ruolo fondamentale per il raggiungimento degli outcome di salute e qualità di vita desiderati, e per realizzare un invecchiamento attivo e il più possibile in buona salute, che resta l'obiettivo principe di ogni sistema sociosanitario;

   sull'utilizzo dei farmaci in Italia, una bassa aderenza terapeutica è estremamente comune nei pazienti che utilizzano farmaci per trattare patologie croniche come depressione, diabete, ipertensione e broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco);

   in questo contesto, la pandemia ha costituito un'ulteriore criticità, con l'aumento dell'interruzione di molte terapie farmacologiche croniche soprattutto negli anziani, che sono i soggetti maggiormente esposti al rischio di sviluppare gravi complicanze se colpiti da infezione da Sars-Cov-2;

   con il Paper di Italia Longeva è stata realizzata, per la prima volta, una revisione sistematica della letteratura scientifica prodotta tra il 2010 e il 2020 ed è stata evidenziata la necessità di inserire nel Nuovo sistema di garanzia (ex Griglia Lea) un indicatore sintetico di aderenza;

   operativamente, il Nuovo sistema di garanzia – che comprende 88 indicatori distinti in sei aree di assistenza nei quali il tema dell'aderenza è assente – consente di misurare, secondo le dimensioni dell'equità, dell'efficacia, e della appropriatezza, che tutti i cittadini ricevano le cure e le prestazioni rientranti nei Lea:-

   se il Ministro interrogato intenda adottare iniziative per considerare nel Nuovo sistema di garanzia anche l'indicatore di aderenza ai trattamenti farmacologici, il quale rappresenta un meccanismo di incentivazione a livello regionale che garantisce una maggiore efficienza dell'investimento farmacologico e la possibilità di valutazione dell'operato delle regioni in base a un target prefissato a livello nazionale.
(5-07952)


   MAMMÌ, D'ARRANDO, NAPPI e VILLANI. — Al Ministro della salute, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la Giunta Regionale del Veneto, in data 13 aprile 2022, su proposta dell'Assessore alla Sanità ha approvato una nuova delibera in sostituzione della n. 305 del 16 marzo 2021 inerente al «percorso di Formazione Complementare in Assistenza Sanitaria dell'Operatore Socio-Sanitario»;

   l'emanazione della delibera n. 305 del 2021 è stata sospesa dal TAR e dal Consiglio di Stato in via cautelare; in merito alla medesima l'interrogante aveva sottoposto all'attenzione del Governo le criticità ivi contenute affinché intervenisse;

   tale provvedimento, come sostenuto dalla Fnopi (Federazione nazionale delle professioni infermieristiche) e dagli Ordini Regionali Infermieristici, intende modificare i percorsi formativi per le figure degli Oss (Operatori socio-sanitari), prevedendo un ampliamento di competenze a norma vigente in capo alle figure infermieristiche, mettendo a rischio l'utente e lo stesso operatore, il quale appare così esposto sia a livello penale – stante il rischio di configurazione di abuso di professione – sia soggetto ad ulteriore sfruttamento salariale, con assegnate ulteriori responsabilità a invarianza retributiva;

   la necessità di emanare la delibera in oggetto, da parte della Regione Veneto, viene giustificata dalla situazione dettata dalla pandemia di COVID-19, che ha portato ad un accrescimento di domanda di personale sociosanitario presso le strutture extraospedaliere residenziali e semiresidenziali per anziani, pubbliche e private, al fine di supportare il personale infermieristico nelle attività sanitarie;

   la Federazione Oss Migep segnala, attraverso un appello rivolto alle istituzioni, le possibili ricadute che possono esserci qualora la delibera in oggetto venga attuata in considerazione non solo dell'ampliamento delle competenze, come già scritto precedentemente, ma anche in considerazione del fatto che le nuove funzioni assegnate agli Oss a seguito del percorso di formazione complementare travalichino quelle richiamate nell'accordo Stato-Regioni del 16 gennaio 2003;

   è ampiamente condivisa la necessità di provvedere al potenziamento delle risorse di personale sanitario e sociosanitario, in modo particolare a seguito dell'emergenza pandemica, ma che non può essere quanto previsto dalla delibera in oggetto la soluzione, stanti le inopportune ingerenze a danno sia delle figure infermieristiche che degli Oss stessi in essa contemplate;

   trasferendo le competenze tipiche degli infermieri agli Oss, si corre il rischio di ledere entrambe le professioni, senza tra l'altro risolvere il problema della necessità di incremento di personale sanitario dettata dalla pandemia, che invece potrebbe essere affrontato tramite un razionale impiego di professionalità realmente in grado di rispondere alle cogenti domande di salute dei cittadini;

   è necessario procedere celermente alla definizione della figura degli Oss prevedendo una revisione della disciplina formativa da adottarsi in modo uniforme a livello nazionale e con conseguenti adeguamenti dal punto di vista contrattuale, compreso il profilo retributivo e quello delle competenze lavorative;

   in linea con quanto auspicano le stesse rappresentanze sindacali, potrebbe essere opportuno che tale processo di revisione possa avvenire mediante l'attivazione di un osservatorio nazionale presso il Ministero della salute, che preveda la presenza dei ministeri competenti, dei referenti della Conferenza Stato-Regioni, delle rappresentanze sindacali degli Oss e delle figure infermieristiche –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se non ritengano opportuno adottare iniziative di competenza, anche di carattere normativo e in raccordo con le regioni, volte a giungere ad una disciplina coerente e uniforme del percorso formativo per la definizione del profilo dell'operatore socio-sanitario, anche attraverso l'istituzione di un osservatorio nazionale;

   se e quali iniziative di competenza intendano adottare per garantire la salvaguardia e la valorizzazione dei profili professionali degli operatori socio-sanitari e degli infermieri, in un'ottica di collaborazione tra gli stessi, e al fine di tutelare i diritti dei pazienti destinatari delle prestazioni assistenziali.
(5-07956)


   MAMMÌ. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   in applicazione di recenti disposizioni, è consentito, fino al 4 marzo 2023, l'esercizio temporaneo in Italia della professione di medico e di infermiere e della qualifica di operatore socio-sanitario ai cittadini ucraini residenti in Ucraina prima del 24 febbraio 2022, qualora in possesso della qualifica professionale conseguita all'estero e regolata da direttive dell'Unione europea e muniti del Passaporto europeo delle qualifiche per i rifugiati;

   in base alle modalità previste nell'ordinanza 872/2022 della Protezione civile, in deroga al regolamento del decreto n. 394 del 1999 e alle disposizioni del decreto del 2007, è consentito l'esercizio delle professioni sanitarie e socio-sanitarie in Italia, in strutture sanitarie o socio-sanitarie pubbliche o private;

   pur condividendo lo spirito solidaristico ed umanitario della disposizione in questione, nella piena consapevolezza dell'importanza del contributo che essi potranno fornire, specie in termini di mediazione linguistica, per l'assistenza alle popolazioni che giungeranno da quelle zone d'Europa nel nostro Paese, tuttavia le principali organizzazioni sindacali di rappresentanza della categoria infermieristica, come la Nursing Up, oltre alla stessa Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi) e alcuni rappresentanti delle Rsa – come da diversi comunicati stampa recentemente pubblicati in rete – hanno espresso alcune perplessità condivise dall'interrogante a partire dai necessari controlli da effettuarsi prima della immissione in servizio dei professionisti sanitari ucraini;

   senza nulla togliere alla loro preparazione professionale e assicurando senza alcun indugio il pieno appoggio a essi, sotto il profilo della pratica assistenziale quotidiana, specie negli interventi operatori, i professionisti sanitari ucraini potrebbero trovare ostacoli dettati dalla barriera linguistica, tali da impedire ai medesimi di agire in autonomia o di comprendere le richieste di assistenza formulate. Anche se tali figure assumeranno di certo rilevanza per l'attività di mediazione culturale, come già detto sopra, tuttavia si ritiene necessario prevedere che sia affiancata all'inserimento lavorativo l'attivazione di corsi di lingua italiana, per rendere più efficace il proprio inserimento e rendimento lavorativo a tutela della salute dei cittadini;

   non esistendo in Ucraina un ordine professionale dei medici e degli infermieri, debbono essere eseguite delle opportune verifiche e controlli prima della immissione in servizio dei professionisti sanitari e, ai fini di una eventuale loro futura stabilizzazione, si reputa indispensabile verificare la qualità della formazione di detto personale sanitario;

   con particolare riferimento agli infermieri ucraini, qualora la formazione degli stessi non soddisfi i requisiti minimi previsti in Italia, si ritiene necessario prevedere che possano comunque esercitare con la qualifica di assistente sanitario, in base a quanto disposto dalla raccomandazione 2022/554 del 5 aprile della Commissione europea;

   nell'ottica di un percorso che potrebbe rivelarsi non solo umanitario, ma anche funzionale, la stessa Fnopi (Federazione nazionale degli ordini delle professioni sanitarie), sta valutando l'opportunità di consentire la prosecuzione degli studi universitari in Italia, senza bisogno di prova di ammissione, agli studenti del corso di laurea in infermieristica, costretti ad abbandonare le facoltà ucraine a causa del conflitto, allo scopo di offrire loro una formazione di qualità riconosciuta agli infermieri italiani anche al di fuori dei confini europei –:

   se e quali iniziative i Ministri interrogati intendano assumere, nell'ambito delle proprie competenze, al fine di garantire una migliore qualità nelle prestazioni assistenziali da parte dei professionisti sanitari ucraini di cui in premessa, in particolare valutando l'attivazione di corsi di lingua italiana rivolti a essi ed effettuando adeguati controlli prima dell'ingresso in servizio degli stessi operatori sanitari ucraini, al fine di verificare la qualità della loro formazione professionale.
(5-07959)

Interrogazione a risposta scritta:


   LEDA VOLPI, MASSIMO ENRICO BARONI e CORDA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la miocardite è comunemente definita come un processo infiammatorio del miocardio. L'incidenza della miocardite nella popolazione generale è di circa 1,5 milioni di casi nel mondo all'anno (stimata tra 10 e 20 casi ogni 100.000 persone). Detta infiammazione è stata segnalata come una possibile complicanza del Covid-19 ovvero effetto collaterale di somministrazione dei «vaccini mRNA anti-SarsCov2»;

   in una recente intervista pubblicata sul sito www.piacenza24.eu, il dottor Alessandro Capucci, ordinario di malattie cardiovascolari presso l'Università delle Marche, ha dichiarato: «La cronaca ci mostra come molti atleti abbiano avuto problemi di miocardite, problemi che li hanno tenuti lontano dai terreni di gioco. (...) Recenti dati della UK Health Security Agency, relativi alla situazione nel Regno Unito, ci mostrano come sia i casi di malattia sia le ospedalizzazioni sia, infine, i decessi avvengano in prevalenza in persone vaccinate (72 per cento, 74 per cento e 82 per cento) ponendo dei seri dubbi sulla sicurezza ed efficacia degli attuali vaccini anti-Covid (JR Hope, The Desert Review, aprile 2022)»;

   a riprova di quanto affermato uno studio brasiliano, condotto da Flavio Cadegiani, ha rilevato che gli atleti maschi, che sono già esposti ad elevati livelli di catecolamine, ne incrementano ancora il livello, a seguito dell'inoculazione di questi vaccini, con conseguente necrosi di parti del tessuto, muscolare miocardico. Inoltre, i giovani ne presentano un livello più elevato rispetto agli atleti più anziani (>40 anni) ed i maschi rispetto alle femmine;

   sulla rivista Jama Cardology dello scorso giugno sono stati descritti casi di miocardite verificatisi nei giorni seguenti la somministrazione di un vaccino anti Covid-19 a mRna. In particolare, è emerso che i medici del Duke Cardiovascular Magnetic Resonance Center hanno descritto un gruppo di sette pazienti con miocardite acuta che si sono presentati nel loro centro nell'arco di tre mesi. Quattro erano stati da poco vaccinati contro il Covid-19 con un vaccino a mRna;

   sono stati altresì riportati casi di miocardite avvenuti dopo la vaccinazione contro il Covid-19 all'interno del Sistema sanitario militare americano tra gennaio e aprile 2021. Detti casi riguardavano 23 pazienti di sesso maschile (età media 25 anni). Tutti i militari erano in precedenza sani e in ottima forma fisica e hanno ricevuto il vaccino mRNA. In 20 dei pazienti, i sintomi si sono manifestati dopo la seconda dose. Tutti i pazienti presentavano livelli di troponina cardiaca significativamente elevati;

   uno studio israeliano ha evidenziato che «c'è un probabile legame tra chi ha ricevuto la seconda dose di Pfizer e la miocardite negli uomini tra i 16 e i 30 anni»;

   i rapporti del Cdc americano attestano che i casi di miocardite sembrano verificarsi prevalentemente negli adolescenti e nei giovani adulti, con prevalenza nei maschi, soprattutto dopo la seconda dose e tipicamente entro quattro giorni dalla vaccinazione;

   secondo il Cdc degli Stati Uniti, sulla base dei dati derivati dal Vaers, i tassi di segnalazione di casi di miocardite/pericardite per milione di dosi di vaccino mRNA contro il Covid-19 dovrebbero essere rispettivamente 9,1 e 66,7 nella popolazione di età compresa tra 12 e 17 anni e di 5,5 e 56,3 nella popolazione di età compresa tra i 18 e i 24 anni;

   in Europa, l'EudraVigilance ha riportato che i decessi correlati alla somministrazione di vaccini mRNA dall'inizio della campagna vaccinale risulterebbero 5.781 –:

   se intenda rendere noti e pubblicare i dati sull'incidenza della miocardite/endocardite nei minori, nei giovani adulti e negli atleti sottoposti a vaccinazione con mRNA e i dati sulla mortalità complessiva in tali categorie;

   se si intenda riconsiderare la politica sanitaria relativa ai vaccini anti-Covid con riferimento alla popolazione più giovane, alla luce di tali evidenze.
(4-11914)

TRANSIZIONE ECOLOGICA

Interrogazione a risposta orale:


   MANZO, VILLANI e NAPPI. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   con l'interrogazione a risposta orale n. 3-02272 del 13 maggio 2021, l'interrogante portava all'attenzione del Governo l'annoso problema dell'inquinamento del fiume Sarno, che con un percorso di circa 24 chilometri, attraversa circa 41 comuni della Campania sparsi tra le provincie di Avellino, Salerno e Napoli per sfociare nel Golfo di Napoli proprio di fronte alla cosiddetta «Petra Herculis» al confine tra il litorale Stabiese e quello oplontino. In particolare, si evidenziava che, pur costituendo il più ricco serbatoio di acqua potabile dell'Italia meridionale, oggi si annovera tra i 20 fiumi più inquinati del mondo;

   durante la XIV legislatura, il 2 aprile 2003 fu istituita al Senato la Commissione di inchiesta sulle cause dell'inquinamento del fiume e concluse i suoi lavori tre anni dopo nell'aprile del 2006, scrivendo nelle conclusioni: «La moltiplicazione incontrollata e confusa delle competenze amministrative ha avuto due effetti fortemente negativi: da una parte, in questo labirinto di attribuzioni non coordinate, la difficile riconoscibilità delle specifiche competenze di ciascun ente o soggetto ha finito con il rendere estremamente difficile l'accertamento delle responsabilità relative al mancato o al cattivo esercizio delle competenze attribuite. Dall'altra parte, la disarticolazione e la confusione delle competenze, unitamente alla situazione di sostanziale irresponsabilità conseguente all'oggettiva difficoltà di far valere in concreto responsabilità puntuali e determinate, ha inciso fortemente sull'efficienza dell'azione amministrativa, favorendo l'insorgere di diffuse situazioni di inerzia e di latitanza istituzionale. Per avere una sintetica, ma palese conferma dell'incapacità complessivamente mostrata dal “sistema” delle amministrazioni pubbliche (Ministeri, regione, CasMez, comuni e province) di affrontare in maniera adeguata la situazione di crescente degrado del bacino del Sarno, è sufficiente considerare che dal 1973 alla nomina a Commissario delegato del generale Jucci (2003) quel sistema ha utilizzato, senza ottenere risultati tangibili (se si esclude il ciclo di depurazione di Solofra-Mercato San Severino), risorse pubbliche per un ammontare di circa 800 milioni di euro»;

   oltre agli 800 milioni spesi dal 1973 al 2003, sono stati previsti altri 400 milioni di euro per finanziare il Grande Progetto Sarno, varato dalla giunta regionale campana presieduta da Stefano Caldoro;

   il Grande Progetto Sarno prevede opere per la sicurezza idraulica e opere per la riqualificazione del fiume per un costo complessivo di 217 milioni di euro, ai quali si aggiungono, 190 milioni per il disinquinamento;

   oggi, circa 900 mila cittadini, residenti nel bacino idrografico del Sarno, sono costretti a pagare gli oneri di bonifica, pur dovendo ancora fare i conti con i danni ambientali e gli effetti sulla salute causati dall'inquinamento;

   è del marzo 2022 la notizia secondo la quale gli uomini del comando gruppo per la tutela ambientale di Napoli, su delega della procura di Torre Annunziata, hanno dato esecuzione ad un ordine di esibizione di documentazione nell'ambito della prosecuzione delle indagini finalizzate ad accertare le cause dell'inquinamento del fiume Sarno. Durante le indagini condotte dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Napoli e Salerno è infatti emerso che numerosi comuni del bacino idrografico del Sarno, tra i più inquinati di Europa, risultano privi di collettamento agli impianti di depurazione esistenti o addirittura privi di una propria rete fognaria, con la conseguenza che le acque nere delle abitazioni vengono riversate nel fiume;

   si cerca di far luce pure sui finanziamenti relativi alla manutenzione e all'adeguamento degli impianti di depurazione comprensoriali e sull'importo complessivo delle somme di denaro richieste ai cittadini quale onere di depurazione e il loro utilizzo in termini di attività a tutela del fiume –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative di competenza, anche normative in raccordo con la regione siano state poste in essere per frenare l'emorragia di denaro pubblico in atto per la bonifica del fiume Sarno;

   se il Ministro interrogato intenda adottare iniziative normative per una razionalizzazione delle competenze amministrative relative alla realizzazione delle opere di bonifica e sicurezza idraulica.
(3-02909)

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   FREGOLENT. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   i cambiamenti climatici e la siccità stanno creando da tempo gravissimi problemi per l'approvvigionamento idrico del nostro Paese;

   la situazione si sta aggravando rapidamente: dal mese di dicembre 2021 al mese di febbraio 2022 l'Italia ha ricevuto l'80 per cento di pioggia e il 60 per cento di neve in meno rispetto alla media stagionale;

   secondo gli ultimi dati l'inverno del 2022 in Italia è stato il sesto più siccitoso degli ultimi 63 anni. In termini climatici, significa una media di 1,7 gradi in più rispetto al trentennio 1981-2010, 2,3 gradi se si considerano le regioni del Nord;

   la carenza di acqua è riscontrabile nelle arterie fluviali del Paese ed, in particolare, nel Po (e i suoi affluenti), nel cui bacino si costruisce il 40 per cento del prodotto interno lordo nazionale e che contribuisce all'approvvigionamento idrico di 16 milioni di persone;

   gli effetti della siccità sono infatti riscontrabili soprattutto in Piemonte e nella pianura veneta dove il Po ha mostrato i livelli delle portate più bassi rispetto agli ultimi trent'anni;

   la carenza di acqua del Po, se fin dal 2003 si aggravava soprattutto nella stagione estiva, sta quindi iniziando a produrre effetti devastanti fin dall'inizio della primavera;

   l'European drought observatory (Edo), l'Osservatorio sulla siccità, ha recentemente segnalato la situazione di grave criticità con ampie zone in crisi estrema (il più alto grado di allerta) nel Nord ovest d'Italia;

   la mancanza di acqua ha gravi ripercussioni su tutte le attività umane, su molteplici settori economici, sulla produzione di energia idroelettrica, sulla biodiversità, sulla fauna, sulla flora e sulla tutela dell'ecosistema;

   per quanto riguarda il tema dell'ecosistema, nel Piano nazionale di ripresa e resilienza sono presenti progetti e risorse per riattivare i processi naturali e favorire il recupero della biodiversità in tutta l'area del Po, lungo tutto il suo corso a cui sono destinati 360 milioni di euro –:

   quali iniziative urgenti intenda assumere, di concerto con le autorità di bacino preposte e gli enti locali interessati, al fine di contrastare, nello specifico, la cronica carenza di acqua del bacino del Po, anche al fine di garantire la continuità di approvvigionamento idrico per la popolazione e per le attività economiche del territorio.
(5-07948)


   FLATI, BELLA e ASCARI. — Al Ministro della transizione ecologica, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   l'area cosiddetta del Pratone di Torre Spaccata, iscritta al Catasto di Roma ai fogli 953-954-958, attualmente rappresenta 59 ettari di Agro Romano, di proprietà CdP Immobiliare per il 99,5 per cento della superficie, inedificati;

   il Prg vigente prevede la realizzazione, su tale area, di cubature per 600.000 metri cubi su una superficie utile lorda di 187.500 metri cubi: 156.232 di Sul privata, 31.268 di Sul pubblica, destinati per il 60 per cento a servizi, per il 20 per cento residenziali e per il restante 20 per cento a uso flessibile;

   il 30 dicembre 2021, CdP e Cinecittà Spa hanno annunciato un accordo che prevede l'edificazione di alcuni teatri di posa e di un'area per il backlot su 31 ettari del Pratone, finanziata dai fondi del Piano di ripresa e resilienza destinati a Cinecittà per il rilancio dell'industria cinematografica;

   nel territorio di Roma/Est risulta esserci un elevato consumo di suolo e un'alta densità abitativa, per cui in alcuni quartieri le aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport sono notevolmente al di sotto dell'indice di 9 metri cubi per abitante imposto dal vigente decreto interministeriale n. 1444 del 1968;

   il Pratone, frammento intatto di Agro romano, assolve funzioni di compensazione ambientale e sociale all'interno di un territorio urbanisticamente saturo, in cui abbondano edificati pubblici e privati lasciati al degrado e all'incuria;

   l'area, habitat naturale di molte specie vegetali (oltre 150) e animali (numerose specie di uccelli, insetti, mammiferi e rettili), è ricca di biodiversità ed è definita nella rete ecologica del Prg vigente del comune di Roma come componente secondaria, pertanto con valori naturalistici da preservare o ripristinare;

   il Pratone rappresenta un corridoio ecologico per molte specie (volpi, ricci ed altro), alcune di grande pregio e rarità come il falco pellegrino, tutelato dalla direttiva «uccelli» dell'Unione europea, e la luscengola;

   «la tutela dell'ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni» è tra i principi fondamentali della Costituzione (articolo 9);

   la Costituzione (articolo 41) prevede che l'iniziativa economica privata non possa svolgersi in modo da recare danno alla salute e all'ambiente;

   la valle del Pratone conserva un lembo periferico del cosiddetto lahar di Albano, conformazione geologica formatasi a seguito di una immensa colata di fango dovuta alla tracimazione del lago di Albano databile al IV sec. a.C., evento raccontato da Tito Livio;

   nelle modifiche e integrazioni alla rete ecologica viene descritta la particella 217 (il Pratone di Torre Spaccata) come area destinata ad approfondimento, da riqualificare in quanto patrimonio naturalistico;

   la Sovrintendenza capitolina ai beni culturali ha già prodotto tutta la documentazione, al Pratone, necessaria per implementare le opportune tutele archeologiche e paesaggistiche;

   il Pnrr prevede tra i suoi principi attuativi il Do Not Significant Harm (DNSH), per cui i progetti finanziati con fondi Pnrr non possono recare danno ambientale;

   negli anni, la cittadinanza ha ripetutamente sollecitato l'Amministrazione a tutelare l'area da possibili speculazioni edilizie, considerandola patrimonio culturale ed ambientale, nonché possibile risorsa economica e sociale del quartiere sud est di Roma, in continuità ecologica e storico-archeologica con il Parco archeologico di Centocelle;

   la petizione popolare, con cui si chiede di destinare l'intera area a verde pubblico, in due mesi ha raccolto oltre 2.700 firme –:

   se il Governo ritenga di escludere che le indagini ambientali, propedeutiche alla sottoscrizione del contratto preliminare di compravendita dell'area, portino alla luce risultanze che possano interferire con i rigidi vincoli temporali previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e che l'edificazione del Pratone rechi danno alla preservazione della fauna e della flora urbana di Roma, e se non sia più conveniente proporre, per quanto di competenza, la realizzazione dei teatri di posa e dell'area per il backlot su altre aree urbane limitrofe da rigenerare.
(5-07955)


   BRAGA. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   risulta all'interrogante che gli atti attuativi previsti dalla legge n. 132 del 28 giugno 2016, recante La disciplina relativa al Sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente e all'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, non siano stati ancora emanati;

   si tratta di provvedimenti nodali per assicurare l'efficacia della citata legge, utili peraltro a mettere a disposizione del corpus iuris validi strumenti di prevenzione e controllo per contrastare fenomeni di illegalità ambientale e promuovere una reale transizione ecologica del Paese;

   con la risposta all'atto 5-07398 del 20 gennaio 2022 la Sottosegretaria Vannia Gava assicurava sul rapido avanzamento e sullo snellimento di tutti i passaggi procedimentali necessari per Adozione definitiva del seguenti decreti attuativi:

    decreto del Presidente del Consiglio dei ministri da adottare entro un anno dall'entrata in vigore della legge (articolo 9, comma 3) per stabilire i Lepta (Livelli essenziali delle prestazioni tecniche ambientali), nonché i criteri di finanziamento per il raggiungimento dei medesimi ed il catalogo nazionale dei servizi;

    decreto del Presidente della Repubblica relativo al regolamento che stabilisce le modalità di individuazione del personale incaricato degli interventi ispettivi nell'ambito delle funzioni di controllo svolte del Snpa, il codice etico, e competenze del personale ispettivo e i criteri generali per lo svolgimento delle attività ispettive;

    decreto ministeriale da emanare entro centocinquanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge (articolo 15) relativamente all'approvazione delle tariffe nazionali di definizione delle spese relative al rilascio dei pareri sulle domande di autorizzazione ambientale e allo svolgimento dei successivi controlli programmati, nonché alle convalide delle indagini analitiche prodotte dai soggetti tenuti alle procedure di bonifica e messa in sicurezza di siti inquinati;

    decreto ministeriale da emanare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge inerente alle modalità di assegnazione alle agenzie degli introiti conseguenti al rilascio dei pareri, allo svolgimento dei controlli e alle convalide sopra richiamate;

    decreto ministeriale di approvazione dei criteri e delle tariffe nazionali relativi alla liquidazione delle spese strettamente connesse ad attività di indagine delegate dall'autorità giudiziaria;

   rispetto a quanto sopraccitato è così da segnalare un ulteriore aggravio del ritardo già accumulato nonostante la previsione di legge vigente –:

   quale siano stati negli ultimi tre mesi i progressi nell'avanzamento della predisposizione di ciascuno dei provvedimenti sopra elencati di attuazione della legge n. 132 del 2016, di diretta competenza o di iniziativa del Ministro interrogato e quali siano i tempi previsti per la loro emanazione.
(5-07958)

TURISMO

Interrogazione a risposta scritta:


   DIENI e MARTINCIGLIO. — Al Ministro del turismo. — Per sapere – premesso che:

   nel footer del sito del Ministero del turismo è presente il link al sito dell'Agenzia nazionale del turismo;

   ai sensi dell'articolo 12, comma 2, del decreto-legge n. 35 del 14 marzo 2005, l'Agenzia nazionale del turismo, prima Ente nazionale del turismo (ENIT), è nata per promuovere l'immagine unitaria dell'offerta turistica nazionale e favorirne la commercializzazione;

   a livello digitale, il sito dell'Agenzia non sembra però rispondere in alcun modo a questo obiettivo. Cliccando sulla sezione «Fiere ed Eventi» questa rimanda ad una «pagina 404»;

   per promuovere il turismo, l'Agenzia rimanda ad uno ulteriore sito, denominato «Italia» che non è chiaramente identificabile, ma che si nasconde dietro il blocco «TURISTA» che compare in homepage;

   all'interno del sito l'immagine unitaria dell'offerta turistica nazionale non sembra però essere rappresentata in maniera omogenea ed equilibrata;

   partendo dalla homepage del sito «Italia» nella sezione «Città d'Arte» manca l'elenco di molte altre città come quelle della Calabria – a esempio Tropea, Borgo dei Borghi 2021 – o Stilo che con la Chiesa Bizantina la Cattolica compare addirittura sui nostri Passaporti;

   allo stesso modo nella sezione «L'Italia dei Musei» non c'è alcun riferimento alla regione Calabria nonostante la presenza dei Bronzi di Riace all'interno del Museo Archeologico di Reggio Calabria;

   nella sezione «Dove andare» compare la distinzione tra «città» e «regioni». Nel primo caso non c'è riferimento a gran parte delle città del sud Italia che non compaiono neanche sulla cartina accanto. Inoltre cliccando sul link «scopri tutte le città» si viene rimandati ad una nuova sezione dove tra le prime card compare quella di un noto quartiere romano, il «Gianicolo»;

   nel secondo caso invece le regioni d'Italia da 20 sono passate a 21 con la distinzione Trentino ed Alto Adige che è un'unica regione. Almeno in questa sezione è possibile, selezionando la voce «Calabria», poter ammirare alcune delle bellezze della regione;

   tramite la sezione «COSA FARE» si accede ad una nuova pagina sulla quale è possibile osservare le «14 spiagge più scenografiche d'Italia». L'elenco sembra essere basato su un giudizio soggettivo più che obiettivo. Compaiono menzionate, più volte, alcune regioni e non vengono indicate spiagge altrettanto belle di altre, come le spiagge del Parco del Monte Conero nelle Marche o la spiaggia di Scilla in Calabria;

   il sito sembra essere indicizzato per valorizzare alcune realtà e regioni italiane, a discapito di altre, come quelle del Mezzogiorno, per le quali il turismo è centrale;

   la digitalizzazione rappresenta un fondamentale strumento di marketing in grado di promuovere in tempi rapidissimi e senza alcun limite territoriale, il patrimonio artistico, culturale ed architettonico del nostro Paese;

   tale patrimonio però non può essere offuscato né da alcun algoritmo digitale, né tantomeno dalla non conoscenza della nostra cultura;

   anche questo dovrebbe essere il principio alla base del quale dovrebbero essere valutati i progetti che stanno rispondendo all'avviso pubblico per la concessione di contributi per valorizzare la capacità di adattamento al mercato turistico attraverso progetti integrati, mirati al miglioramento della comunicazione digitale e all'attrattività del Sistema Paese, in attuazione del Piano di Promozione 2020, ai sensi del decreto ministeriale 11 agosto 2020 ex articolo 179, comma 1, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto descritto;

   quale criterio oggettivo sia stato adottato nella selezione delle voci indicate nel sito «Italia»;

   quali iniziative intenda adottare per garantire una promozione unitaria del patrimonio culturale del Paese;

   per quali ragioni il link del sito «Italia» non venga inserito su quello del Ministero del turismo.
(4-11916)

Apposizione di firme ad interrogazioni.

  L'interrogazione a risposta in Commissione Scagliusi n. 5-07945, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 22 aprile 2022, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Serritella, Ficara, Grippa.

  L'interrogazione a risposta in Commissione Butti n. 5-07947, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 22 aprile 2022, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Foti.

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interrogazione a risposta in Commissione Carelli n. 5-07807 del 30 marzo 2022.