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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Lunedì 4 aprile 2022

ATTI DI INDIRIZZO

Mozioni:


   La Camera,

   premesso che:

    l'Espghan (European society for paediatric gastroenterology hepatology and nutrition, Società europea di gastroenterologia, epatologia e nutrizione pediatrica) definisce la celiachia una malattia sistemica immuno-mediata, scatenata dal glutine in soggetti geneticamente predisposti, caratterizzata dalla combinazione variabile di sintomi, auto-anticorpi specifici ed enteropatia;

    la Consensus conference di Oslo ha definito la celiachia come un'enteropatia dell'intestino cronica immuno-mediata precipitata dall'esposizione al glutine con la dieta in soggetti geneticamente predisposti e definisce, altresì, come auto-immunità celiaca la presenza di anticorpi anti-transglutaminasi e/o anti-endomisio nel siero di soggetti celiaci;

    la celiachia è dunque un'enteropatia infiammatoria che colpisce l'1 per cento della popolazione e si sviluppa in soggetti geneticamente predisposti, con produzione da parte del sistema immunitario di autoanticorpi all'assunzione del glutine nella dieta;

    i fattori ambientale e genetico sono necessari, ma non sufficienti per scatenare clinicamente la malattia e, infatti, solo il 3 per cento delle persone, geneticamente predisposte e che consumano glutine, sviluppano, prima o poi, la celiachia, che si configura come una condizione permanente per cui il soggetto che ne è affetto non deve assumere glutine per tutta la vita;

    in Italia i celiaci sono 233.147, di cui il 30 per cento appartenente alla popolazione maschile (70.264) e il 70 per cento a quella femminile (162.883);

    le persone affette da questa patologia devono seguire una rigorosa dieta senza glutine per evitare l'infiammazione e le eventuali complicanze a livello sistemico che si vengono a determinare consumando prodotti con glutine;

    per queste persone è necessario che tutti i cereali contenenti glutine e loro derivati debbano essere obbligatoriamente inseriti nella lista degli ingredienti dell'alimento e indicati in maniera diversa rispetto agli altri e, sul confezionamento del prodotto, è inoltre prevista la dicitura «senza glutine»;

    ai pazienti affetti da celiachia viene erogato dal Servizio sanitario nazionale un contributo mensile che ha l'obiettivo di coprire esclusivamente il fabbisogno nutrizionale giornaliero di carboidrati da soddisfare con alimenti specificamente formulati, il cui ammontare cambia a seconda del sesso e dell'età del soggetto;

    la legge n. 123 del 2005 è stata emanata per tutelare i soggetti celiaci anche fuori casa, prevedendo dei fondi specifici per garantire la somministrazione, su richiesta, di pasti senza glutine nelle mense delle strutture scolastiche e ospedaliere, nelle mense delle strutture pubbliche e per l'implementazione di attività di formazione e aggiornamento per gli operatori del settore alimentare;

    i celiaci che usufruiscono del pasto presso una mensa di una struttura pubblica, dunque, hanno diritto, dietro richiesta, al pasto senza glutine, mentre per la ristorazione commerciale la predetta legge n. 123 del 2005, all'articolo 5, prevede l'inserimento di appositi moduli informativi sulla celiachia nell'ambito delle attività di formazione e aggiornamento professionali rivolte a ristoratori e albergatori, riconoscendo l'importanza della conoscenza della celiachia e delle modalità di preparazione dei pasti senza glutine anche in ristoranti, pizzerie e strutture alberghiere;

    è necessaria una corretta e precoce diagnosi di celiachia che non può prescindere dall'identificazione del paziente da inviare al percorso diagnostico e/o strumentale e, una volta ottenuta la diagnosi, il celiaco deve seguire per tutta la vita una dieta senza glutine;

    attualmente la celiachia è inserita tra le imperfezioni e le infermità che sono causa di non idoneità al servizio militare o, altresì, di non idoneità all'arruolamento nelle Forze armate, elencate all'articolo 582, comma 1, del testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 90;

    in caso di improvvisa insorgenza, all'interno delle Forze armate, della patologia celiaca, il paziente potrà continuare ad esercitare la professione, risultando tutelato; la norma anzidetta risulterebbe discriminatoria laddove si ravvisa l'impossibilità per tanti giovani di intraprendere la carriera militare, anche in caso di asintomaticità, con conseguente ingiusta penalizzazione;

    la diagnosi viene effettuata normalmente con l'indagine sierologica del dosaggio degli anticorpi nel sangue periferico; gli anticorpi anti-transglutaminasi di classe A rappresentano per costo beneficio la classe di anticorpi autorizzata per il primo step, unitamente al dosaggio delle IgA totali;

    l'esame istologico, obbligatorio in caso di familiarità, diventa importante se rimangono i sintomi nonostante la dieta con prodotti celiaci e risulta valido solo se rispetta la classificazione internazionale che considera le alterazioni che il tempo ha determinato sulla mucosa intestinale; la tipizzazione degli antigeni umani leucocitari (hla) viene effettuata una sola volta ed in caso di negatività lo screening periodico risulta inutile;

    il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 12 gennaio 2017 sui livelli essenziali di assistenza prevede l'esenzione dal ticket per gli esami di follow-up, che possono essere prescritti dal medico di medicina generale o dal pediatra di libera scelta, sulla base delle linee guida del Ministero della salute («Protocollo per la diagnosi e il follow-up della celiachia»); gli esami per la diagnosi, invece, sono totalmente a carico dei pazienti, fatta salva la possibilità per le regioni e province autonome di porre a carico del servizio sanitario regionale, anche in compartecipazione, la diagnosi di celiachia o percorsi dedicati;

    secondo quanto riportato dall'Istituto superiore di sanità nel documento «Indicazioni ad interim per un'adeguata gestione delle persone affette da celiachia nell'attuale scenario emergenziale SARS-CoV-2» del 29 maggio 2020, «allo stato attuale delle conoscenze, è plausibile che le persone con celiachia non complicata, in trattamento dietetico e senza segni clinici e sierologici di attività di malattia in corso e in buono stato di nutrizione, non presentino un maggior rischio, rispetto alla popolazione generale, di contrarre l'infezione da SARS-CoV-2 o di un avere un decorso più sfavorevole. I celiaci che non seguono un adeguato trattamento dietetico, che hanno sviluppato complicanze, in particolar modo l'iposplenismo, o che presentano una malattia auto-immune associata alla celiachia sono a più alto rischio infettivo, rispetto alla popolazione generale»;

    secondo quanto riportato nel citato documento dell'Istituto superiore di sanità, una maggiore prevalenza di celiachia si osserva in alcune situazioni (gruppi a rischio), che rappresentano pertanto una chiara indicazione all'indagine sierologica: a) familiarità: la frequenza di celiachia tra i familiari del celiaco è di circa il 10 per cento; b) altre malattie autoimmuni, soprattutto il diabete di tipo 1 (5-10 per cento), le malattie tiroidee autoimmuni (5 per cento), l'epatite autoimmune: c) sindromi di Down (5-10 per cento); d) deficit selettivo di IgA, il quale comporta una falsa negatività dei marcatori sierologici di celiachia di tipo IgA;

    è fondamentale la formazione e l'aggiornamento professionale degli operatori del settore alimentare, al fine di garantire un elevato livello di sicurezza e di qualità nella produzione alimentare e nei servizi di ristorazione, visto che anche le mense scolastiche, ospedaliere e quelle annesse alle strutture pubbliche, ai sensi della legge n. 123 del 2005, devono garantire un pasto senza glutine ai celiaci che ne fanno richiesta;

    oggi sono diverse le regioni che promuovono corsi di formazione dedicati alla celiachia e che prevedono anche ore di formazione pratica svolte in apposite cucine didattiche, dove è possibile sperimentare sul campo le modalità operative corrette per ridurre al minimo i rischi di contaminazione;

    l'accordo del 30 luglio 2015 tra il Governo, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano reca la proposta di aggiornamento del provvedimento del Ministro della salute del 16 marzo 2006, concernente il riparto dei fondi tra le regioni e le province autonome per l'erogazione di pasti senza glutine nella mense scolastiche, ospedaliere e delle altre strutture pubbliche, nonché per lo svolgimento di specifici corsi di formazione sulla celiachia rivolti a ristoratori e albergatori, ai sensi degli articoli 4 e 5 della legge 4 luglio 2005, n. 123;

    secondo quanto si evince all'articolo 1 del predetto accordo, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano provvedono, sulla base delle iniziative promosse e dei dati raccolti, alla predisposizione di una relazione annuale secondo lo schema di cui all'allegato I, contenente: a) i dati relativi al numero di soggetti affetti da celiachia, risultanti dai registri regionali e provinciali per l'erogazione dei buoni per l'acquisto dei prodotti senza glutine; b) il numero delle mense scolastiche, ospedaliere e pubbliche che erogano pasti senza glutine, risultanti dall'elenco delle imprese alimentari registrate ai sensi del regolamento (CE) 852/2004 sull'igiene dei prodotti alimentari; c) il numero dei corsi di formazione e/o aggiornamento sulla celiachia, di natura tecnico-operativa, rivolti agli operatori del settore alimentare; i dati sopra indicati, aggiornati al 31 dicembre dell'anno precedente, devono essere trasmessi, improrogabilmente, entro il 30 aprile di ogni anno al Ministero della salute, in conformità al disposto dell'allegato II, capitoli A e B;

    nell'esercizio finanziario 2021, sulla base dei dati del 2020, sono stati stanziati in favore delle Regioni 325.346,80 euro per garantire la somministrazione dei pasti senza glutine e 521.024,97 euro per le iniziative di formazione, per un totale complessivo di 846.371,77 euro; dai predetti dati emerge invero una sperequazione territoriale di non agevole comprensione: per la formazione si ha, ad esempio, la Calabria con 21 mila euro e la Basilicata con 63 mila, mentre per pasti stanziati abbiamo la Calabria a 8.279,73 euro e la Basilicata a 2.437,76 euro; al riguardo, per evitare la predetta sperequazione, sarebbe auspicabile che le relazioni annuali delle regioni siano adeguatamente pubblicizzate sul sito del Ministero della salute;

    è evidente che la celiachia è una malattia cronica a rischio di complicanze dove il costo della prevenzione è di gran lunga più affrontabile rispetto ai costi necessari per ricoveri e cure e dunque è fondamentale investire sul percorso diagnostico e supportare il celiaco nel follow-up, considerato il numero sempre crescente delle diagnosi e le difficoltà di assicurare un sistema di assistenza omogeneo sul territorio;

    l'Associazione italiana celiachia dal 1979 rappresenta in Italia i pazienti per celiachia e dermatite erpetiforme e le loro famiglie ed è membro della Federazione europea della associazioni pazienti per la celiachia (Association of European coeliac societies, Aoecs) che ha contribuito a fondare a Roma, nel 1988. Tutela i diritti dei pazienti e ha contribuito in decenni di relazioni istituzionali proficue a costruire un quadro di diritti a garanzia dei celiaci che non ha pari nel mondo;

    durante l'emergenza causata dal COVID-19, l'Associazione italiana celiachia ha evidenziato l'urgenza di attuare un nuovo modello organizzativo dell'assistenza ai pazienti celiaci: «digitalizzare il buono per la terapia senza glutine in tutte le regioni italiane, permettendo così la reale circolarità di tutti i canali distributivi della terapia (farmacie, supermercati e negozi specializzati) e l'accesso alla dieta senza glutine in tutto il territorio nazionale, indipendentemente dalla regione di residenza. In questo modo, coerentemente con gli obiettivi di semplificazione, modernizzazione e digitalizzazione dei servizi al cittadino e della sanità dei Governi degli ultimi anni, i pazienti celiaci sarebbero uguali rispetto al loro diritto alla salute»,

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative volte a potenziare la campagna informativa all'interno degli studi medici pediatrici e di medicina generale anche mediante affissione di manifesti intuitivi e brochure mirate sul tema;

2) ad adottare iniziative per prevedere corsi specifici aventi ad oggetto tale patologia da attivarsi presso i centri di prevenzione o in modalità telematica, al fine di contenere gli oneri per la formazione che ad oggi risultano più alti rispetto a quanto investito per il sostegno economico nei confronti di persone affette da celiachia;

3) a prevedere un'adeguata pubblicità delle relazioni annuali che le regioni e le province autonome sono tenute a redigere e trasmettere al Ministero della salute per la ripartizione dei fondi tra le regioni e le province autonome per l'erogazione di pasti senza glutine nella mense scolastiche, ospedaliere e delle altre strutture pubbliche, nonché per lo svolgimento di specifici corsi di formazione sulla celiachia rivolti a ristoratori e albergatori, ai sensi degli articoli 4 e 5 della legge 4 luglio 2005, n. 123, con evidenza dei dati relativi al numero di soggetti affetti da celiachia, delle mense scolastiche, ospedaliere e pubbliche che erogano pasti senza glutine e dei corsi di formazione e/o aggiornamento sulla celiachia, di natura tecnico-operativa, rivolti agli operatori del settore alimentare;

4) ad adottare iniziative di competenza per prevedere controlli sulla qualità delle farine che si trovano sia nei depositi che all'interno dei cibi per evitare che si sviluppino intolleranze;

5) ad adottare iniziative mirate al controllo delle mense scolastiche, ospedaliere e che sono al servizio delle Forze armate, laddove concesso, per prevedere eventuali pericolose reazioni al glutine e consentire l'assunzione dei pasti in totale sicurezza;

6) ad adottare iniziative per introdurre misure premiali o di incentivazione per la ristorazione commerciale e per le mense aziendali private per garantire la somministrazione, su richiesta, di pasti senza glutine;

7) a vigilare, per quanto di competenza, affinché gli alimenti recanti le etichette che prevedono la dicitura «senza glutine» siano effettivamente prodotti in stabilimenti che, sulla base di documentata analisi del rischio e dell'implementazione del piano di autocontrollo, prevedono organizzazione e/o procedure per la gestione del rischio di contaminazione da glutine;

8) a reinserire le farine monocereale senza glutine all'interno del Registro nazionale dei prodotti erogabili a carico del Servizio sanitario nazionale, istituito ai sensi dell'articolo 7 del decreto ministeriale dell'8 giugno 2001, come modificato con decreto ministeriale del 17 maggio 2016, per una sana alimentazione, in quanto anche per i celiaci va raccomandata una dieta varia ed equilibrata con largo uso di alimenti e farine naturalmente senza glutine che presentano normalmente un costo più alto della tradizionale farina di frumento, ma che rappresentano un alimento fondamentale per la preparazione casalinga di alimenti senza glutine;

9) a valutare l'opportunità di adottare iniziative per includere, nel prossimo aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, alcune delle prestazioni per la diagnosi precoce della celiachia nei soggetti ritenuti maggiormente a rischio;

10) a velocizzare il processo di digitalizzazione dell'assistenza ai pazienti celiaci e a valutare l'opportunità di individuare, in sede di Conferenza Stato-regioni, un sistema omogeneo su tutto il territorio nazionale per i soggetti affetti da celiachia, al fine di poter acquistare i prodotti senza glutine al di fuori della regione di residenza o domicilio sanitario del paziente celiaco, utilizzando il buono elettronico in tutti i canali di vendita;

11) a valutare l'opportunità di un'iniziativa normativa volta a eliminare ogni discriminazione e preclusione per l'accesso alla carriera militare per le persone affette da celiachia o da altre intolleranze alimentari.
(1-00621) «Nappi, Provenza, Ruggiero, Misiti, Penna, Sportiello, Villani, Federico, Lorefice, Mammì».


   La Camera,

   premesso che:

    la celiachia è una patologia cronica permanente autoimmune dell'intestino tenue, che colpisce individui di tutte le età e che si sviluppa in soggetti geneticamente predisposti, in cui il soggetto affetto deve escludere il glutine dalla sua dieta per tutta la vita;

    tale condizione si scatena quando il sistema immunitario deputato alla difesa comincia per errore ad aggredire il glutine e la trans-glutaminasi tissutale presente nelle cellule dell'organismo;

    l'unico trattamento attualmente disponibile è una rigorosa e permanente dieta senza glutine e le indicazioni «senza glutine» e «a contenuto di glutine molto basso», nell'etichettatura degli alimenti, sono disciplinate dal regolamento (UE) 828/2014 come informazioni fornite su base volontaria ai sensi dell'articolo 36 del regolamento (UE) 1169/2011;

    la legge 4 luglio 2005, n. 123, recante norme per la protezione dei soggetti malati di celiachia, ha riconosciuto tale patologia come malattia sociale, individuando, tra gli interventi nazionali e regionali finalizzati a favorire l'inclusione nella vita sociale dei pazienti, l'agevolazione dell'inserimento dei celiaci nelle attività scolastiche, sportive e lavorative, attraverso un accesso equo e sicuro ai servizi di ristorazione collettiva, e il miglioramento dell'educazione sanitaria della popolazione sulla malattia celiaca;

    per una patologia il cui unico trattamento scientificamente valido è rappresentato dalla dieta senza glutine, l'educazione alimentare svolge un ruolo primario. La dieta aglutinata va eseguita con rigore per tutta la vita, sebbene si riscontrino difficoltà ad accettare la propria condizione cronica tra alcune fasce di popolazione più a rischio di trasgressioni volontarie. Gli adolescenti, spesso, vivono in maniera drammatica una diagnosi di celiachia con reazioni di rabbia, negazione, ritiro sociale o mancanza di aderenza alla dieta, con gravi ripercussioni sullo stato di salute e sul benessere psicologico;

    la celiachia è una limitazione sociale in quanto incide sulla relazione con gli altri nei contesti nei quali sono previsti pasti fuori casa, dalla scuola al lavoro. Formazione e aggiornamento professionale degli operatori del settore alimentare sono strumenti utili a garantire un elevato livello di qualità e sicurezza nella produzione alimentare e nei servizi di ristorazione. In Italia, nel 2020, sono stati realizzati 313 corsi di formazione in diverse regioni, con il complessivo coinvolgimento di 5.783 operatori del settore alimentare;

    la patologia rappresenta l'intolleranza alimentare più frequente e si stima che colpisca circa l'1 per cento della popolazione. È stato calcolato che nella popolazione italiana il numero teorico di celiaci si aggiri intorno ai 600.000, contro gli oltre 233.147 ad oggi diagnosticati;

    ogni anno in media si registrano 8.680 nuove diagnosi e, nonostante l'emergenza da COVID-19, nel 2020 sono state eseguite circa 7.729 nuove diagnosi di celiachia;

    secondo gli ultimi dati pubblicati dal Ministero della salute nella Relazione annuale al Parlamento sulla celiachia riferita all'anno 2020, risulta che in Italia i celiaci siano 233.147, di cui il 30 per cento appartenente alla popolazione maschile (70.264) e il 70 per cento a quella femminile (162.883) e che le regioni in assoluto dove si registrano più celiaci siano la Lombardia (42.440), il Lazio (23.633) e la Campania (22.542);

    nonostante le nuove diagnosi rimangano stabili nel tempo, sempre più frequentemente si incorre nelle forme di celiachia ad esordio tardivo. Quando la celiachia si manifesta nell'adulto può presentarsi con un ampio spettro di sintomi difficili da inquadrare immediatamente e che spesso spingono i pazienti a consultare diversi specialisti o ad affrontare veri e propri calvari terapeutici, senza trovare soluzione al problema. Si stima che in media siano richiesti ancora sei anni per giungere ad una diagnosi dall'inizio dei sintomi;

    per la diagnosi definitiva è necessaria la biopsia dell'intestino tenue con il prelievo di un frammento di tessuto, per determinare l'atrofia dei villi intestinali attraverso l'esame istologico. Tuttavia, dal 2012, le nuove raccomandazioni della Società europea di gastroenterologia, epatologia e nutrizione pediatrica consentono di porre la diagnosi senza la necessità di eseguire la biopsia nei casi pediatrici in cui sussistano determinate condizioni, soluzione questa che escluderebbe l'utilizzo di analisi strumentali invasive;

    uno studio pubblicato nel mese di febbraio 2022 sulla rivista eBioMedicineThe Lancet, frutto del finanziamento dell'Associazione italiana celiachia con il coinvolgimento dei laboratori di ricerca dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, ha sviluppato una nuova metodologia per l'identificazione di nuovi biomarcatori circolanti quale approccio innovativo per la diagnosi e il monitoraggio dell'aderenza dei pazienti alla dieta senza glutine;

    la completa esclusione del glutine dalla dieta oggi è una pratica più semplice rispetto al passato grazie alla vasta gamma di prodotti senza glutine offerti dal mercato e alle etichette degli alimenti molto dettagliate;

    sebbene la normativa europea nel 2016 abbia definitivamente collocato gli alimenti senza glutine tra gli alimenti di consumo corrente, l'Italia ha mantenuto l'erogabilità per quegli alimenti senza glutine classificabili come «specificamente formulati per persone intolleranti al glutine» o «specificamente formulati per celiaci», inserendoli in un apposito registro nazionale e garantendo, attraverso il Servizio sanitario nazionale, un supporto economico mensile per il loro acquisto, il cui ammontare cambia a seconda del sesso e dell'età del soggetto;

    con il decreto ministeriale del 10 agosto 2018 sono stati aggiornati i tetti di spesa per l'acquisto dei prodotti senza glutine, attraverso l'uso dei buoni erogati, di cui all'articolo 4, commi 1 e 2, della legge 4 luglio 2005, n. 123, distinti per sesso e per fasce di età, sulla base dei livelli di assunzione di riferimento di nutrienti ed energia per la popolazione italiana (Larn) 2014. L'erogabilità è stata mantenuta solo per gli alimenti destinati a sostituire quelli caratterizzati tradizionalmente dalla presenza di cereali fonte di glutine, con l'esclusione di una serie di alimenti difficilmente giustificabile;

    dai dati raccolti, nel 2020 il Sistema sanitario nazionale ha speso 209.688.912,20 euro per l'acquisto dei prodotti senza glutine, con un contributo pro capite medio di circa 1.000 euro;

    il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 12 gennaio 2017 di aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza prevede l'esenzione dal ticket per gli esami di follow-up, che possono essere prescritti dal medico di medicina generale o dal pediatra di libera scelta, mentre gli esami per la diagnosi sono a carico integralmente del paziente, fatta salva la possibilità per le regioni e le province autonome di porre a carico del servizio sanitario regionale la diagnosi di celiachia;

    la dematerializzazione dei buoni per i celiaci, la loro digitalizzazione, circolarità e spendibilità in tutta Italia sono processi volti a semplificare la vita dei pazienti, per garantire concretamente l'accesso alla terapia anche in regioni diverse da quella di residenza. Tali azioni, inoltre, assicurano al contempo risparmi significativi in termini di risorse pubbliche e avanzamento nel processo di modernizzazione della sanità pubblica. Come emerge dall'ultima edizione della Relazione annuale al Parlamento sulla celiachia, i sistemi territoriali di erogazione degli alimenti senza glutine e i canali di acquisto utilizzabili non sono ancora totalmente omogenei nell'intero Paese, generando gravi disuguaglianze tra i pazienti. In alcune regioni, infatti, il valore dei buoni mensili è caricato sulla carta sanitaria ed è spendibile sia nelle farmacie che nei negozi specializzati e nella grande distribuzione; in altre, invece, il sistema è ancora caratterizzato dai buoni cartacei, spesso utilizzabili in un unico servizio o farmacia e in un'unica volta, senza la possibilità per il paziente di ritirare gli alimenti in base al fabbisogno, come avviene per le necessità alimentari comuni. Per superare tali disomogeneità, il Ministero della salute, in raccordo con il Ministero dell'economia e delle finanze e le regioni, sta lavorando ad un sistema informatizzato e regolamentato che consenta la circolarità dei buoni all'interno dei sistemi regionali,

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative per predisporre percorsi per una corretta educazione alla celiachia e alle idonee abitudini alimentari in tutte le scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado, per la promozione della salute e la diffusione delle conoscenze rispetto alle necessità alimentari che caratterizzano la celiachia e altre realtà specifiche;

2) ad adottare iniziative per l'istituzione di una giornata informativa sulla celiachia, con apposite campagne di sensibilizzazione sulla corretta alimentazione miranti a creare un ambiente scolastico, lavorativo e sociale sano e sicuro;

3) ad adottare iniziative, in collaborazione con gli enti territoriali, per prevedere appositi corsi di formazione sulle intolleranze e sulle allergie alimentari per gli operatori della ristorazione collettiva e delle mense, con particolare attenzione a chi opera nelle mense scolastiche;

4) ad incrementare nelle diete delle mense scolastiche e aziendali delle vere alternative alimentari di cibi privi di glutine, che liberino il celiaco dalla schiavitù della farmacia, affermando il principio che il regime dietetico privo di glutine è più salutare per tutti perché prevede alimenti più ricchi e digeribili di quelli tradizionali;

5) ad adottare iniziative per rivedere l'elenco dei prodotti erogabili inseriti nel decreto del 10 agosto 2018 allargandone le fattispecie;

6) a procedere con il completamento, su tutto il territorio nazionale, dell'informatizzazione del processo che renderà i buoni acquisto, erogati ai soggetti affetti da malattia celiaca, dematerializzati, digitalizzati e spendibili in maniera frazionata, permettendo la spesa degli alimenti senza glutine in più canali di vendita e al di fuori del territorio regionale e garantendo significativi risparmi in termini di risorse pubbliche, semplificazione dell'accesso alla terapia e modernizzazione della sanità;

7) a sostenere la ricerca scientifica in Italia sulla celiachia per garantire l'avanzamento della pratica clinica, la prossimità alla cura ed il miglioramento della qualità di vita e ad accrescere gli investimenti per frenare una patologia che si espande al ritmo del 9 per cento per ogni anno;

8) ad incentivare programmi di ricerca che garantiscano l'implementazione di una diagnosi precoce e di monitorare l'aderenza alla dieta, dando la possibilità al clinico specialista di valutare più correttamente la strategia terapeutica migliore da adottare caso per caso (medicina personalizzata);

9) a valutare l'opportunità di adottare iniziative per inserire nel prossimo aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza anche le prestazioni per la diagnosi precoce, in particolare per i soggetti ad elevato rischio di sviluppare la patologia per familiarità;

10) ad adottare iniziative per aumentare la capacità diagnostica degli operatori sanitari attraverso corsi di formazione specifica per ridurre il numero ancora troppo alto di soggetti non diagnosticati che determinano un aggravio della spesa sanitaria.
(1-00622) «Ianaro, Siani, Carnevali, De Filippo, Rizzo Nervo, Pini, Lepri, Lorenzin, Berlinghieri, Pizzetti, Schirò».


   La Camera,

   premesso che:

    le intolleranze alimentari fanno parte di un più vasto gruppo di disturbi definiti come reazioni avverse al cibo. Una delle intolleranze alimentari più diffuse è certamente la celiachia;

    la celiachia è una patologia cronica che si sviluppa in soggetti geneticamente predisposti. È una malattia infiammatoria permanente dell'intestino scatenata dal consumo di alimenti contenenti glutine come il pane, la pasta, i cereali e i biscotti, in soggetti geneticamente predisposti, che devono conseguentemente escludere il glutine dalla loro dieta per tutta la vita;

    questa patologia può manifestarsi a qualunque età e con segni e sintomi estremamente variabili per intensità e per localizzazione. Solo il 3 per cento della popolazione mondiale portatrice della predisposizione genetica e che consuma glutine sviluppa questa patologia nel corso della vita. Esistono infatti dei fattori scatenanti, di cui però, al momento, non si conosce la natura;

    se non trattata adeguatamente, la celiachia può comunque portare allo sviluppo di altre malattie. Nelle donne, per esempio, se non trattata con la dieta, aumenta il rischio di sviluppare disturbi della fertilità (ad esempio, amenorrea, menarca tardivo, menopausa precoce, dismenorrea, endometriosi) e complicanze in gravidanza (ad esempio, poliabortività, ritardo di crescita intra-uterino, prematurità);

    il glutine può causare un'ampia varietà di disturbi (sintomi), anche di gravità variabile. Nei soggetti celiaci il glutine attiva il sistema immunitario che riconosce come dannose alcune molecole dell'intestino e reagisce contro di esse, provocando danni, infiammazione e l'appiattimento dei villi riducendo la loro capacità di assorbimento, determinando, così, i disturbi della malattia celiaca;

    i disturbi (sintomi) della celiachia possono variare molto. Nei casi più lievi, i malati non hanno alcun fastidio evidente e, spesso, scoprono di essere celiaci sottoponendosi ad analisi per altre malattie;

    secondo i dati della letteratura scientifica, la celiachia interessa circa l'1 per cento della popolazione generale a livello globale. In Italia, quindi, i celiaci sono stimati in circa 600 mila persone, anche se la gran parte sono però celiaci non diagnosticati che, usando quotidianamente il glutine, presentano i disturbi della malattia e rischiano di andare incontro a complicazioni;

    i dati più recenti dicono che in Italia ci sono oltre 233 mila celiaci diagnosticati, di cui il 70 per cento appartenente alla popolazione femminile e il 30 per cento a quella maschile;

    osservando l'andamento delle diagnosi nel quadriennio 2017-2020, la media annuale di diagnosi che si registra nel nostro Paese è di 8.680 nuove diagnosi;

    nel solo anno 2020, che è stato un anno particolare dove l'epidemia da COVID-19 ha reso difficile l'accesso alle diagnosi e alle cure, in Italia sono state eseguite 7.729 nuove diagnosi di celiachia;

    attualmente, condurre screening su fasce di popolazione che non manifestano disturbi per scoprire l'eventuale presenza della celiachia non è giustificato; al contrario, è raccomandata l'esecuzione di screening nelle persone cosiddette «a rischio» perché presentano sintomi, hanno familiari di I grado malati di celiachia oppure soffrono di malattie autoimmuni o di malattie genetiche. La celiachia è, infatti, una malattia a rischio di complicanze in caso di diagnosi errate o tardive;

    sotto questo aspetto, nella diagnosi di celiachia, che è bene sia il più possibile tempestiva, un ruolo certamente centrale lo devono svolgere il medico di medicina generale e il pediatra di libera scelta, che pongono il sospetto diagnostico in base all'anamnesi e all'esame obiettivo;

    al momento, l'unica cura disponibile per la celiachia è una permanente e rigorosa dieta priva di glutine. L'eliminazione completa, e per tutta la vita, del glutine dalla dieta permette di far scomparire i disturbi causati dalla malattia e, soprattutto, di evitare complicazioni gravi;

    con la legge 4 luglio 2005, n. 123, lo Stato ha previsto una serie di interventi per favorire il normale inserimento nella vita sociale dei soggetti affetti da celiachia. In particolare, sono stati individuati i seguenti obiettivi: effettuare la diagnosi precoce della malattia celiaca e della dermatite erpetiforme; agevolare l'inserimento dei celiaci nelle attività scolastiche, sportive e lavorative attraverso un accesso equo e sicuro ai servizi di ristorazione collettiva; garantire ai soggetti affetti da celiachia il diritto all'erogazione gratuita di prodotti dietoterapeutici senza glutine; garantire che il foglietto illustrativo dei prodotti farmaceutici indichi con chiarezza se il prodotto può essere assunto senza rischio dai soggetti affetti da celiachia; predisporre gli opportuni strumenti di ricerca;

    peraltro, è importante che, in questi anni, sia sempre più aumentata la presenza sul mercato di alimenti senza glutine formulati appositamente per le persone celiache;

    dal 2017, con la revisione dei livelli essenziali di assistenza, la celiachia rientra tra le malattie croniche invalidanti. Per i soggetti affetti da tale patologia è previsto il regime di esenzione per le prestazioni sanitarie successive alla diagnosi e un supporto economico all'acquisto degli alimenti senza glutine di base;

    per supportare il celiaco nell'acquisto dei prodotti senza glutine specificamente formulati, il Servizio sanitario nazionale garantisce un contributo economico mensile, diverso a seconda dell'età e del sesso del soggetto, in quanto si tiene conto dei corrispondenti fabbisogni energetici;

    come ricorda l'ultima Relazione annuale al Parlamento del Ministero della salute, dai dati raccolti nel 2020 il Servizio sanitario nazionale ha speso oltre 210 milioni di euro per l'acquisto dei prodotti senza glutine, con un contributo pro capite medio di circa 1.000 euro;

    va sottolineato che l'Italia ha mantenuto l'erogabilità degli alimenti senza glutine nonostante la normativa comunitaria ne abbia soppresso lo status di prodotti dietetici;

    un aspetto centrale è legato alla formazione e all'aggiornamento professionale degli operatori del settore alimentare, quali strumenti importanti che contribuiscono a garantire un elevato livello di sicurezza e di qualità nella produzione alimentare e nei servizi di ristorazione;

    attualmente sono diverse le regioni che promuovono corsi di formazione dedicati alla celiachia e che prevedono anche ore di formazione pratica svolte in apposite cucine didattiche, dove è possibile sperimentare sul campo le modalità operative corrette per ridurre al minimo i rischi di contaminazione;

    secondo l'ultima Relazione al Parlamento, in Italia nel 2020 sono stati realizzati 313 corsi di formazione che hanno visto coinvolti 5.783 operatori del settore alimentare. Le regioni che hanno attivato più percorsi formativi sono state il Piemonte (88), l'Abruzzo (50) e l'Emilia-Romagna (50),

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative di competenza per prevedere efficaci interventi di sensibilizzazione e di potenziamento della formazione degli operatori sanitari nell'individuazione dei sintomi, al fine di consentire una diagnosi precoce e accurata della patologia celiaca e delle altre allergie e intolleranze alimentari, a vantaggio della salute stessa dei pazienti interessati, con particolare riguardo alla formazione dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta;

2) ad adottare le opportune iniziative di competenza volte a garantire, nel caso di presenza della malattia all'interno di una famiglia, data la sua caratteristica trasmissione genetica, le attività di screening degli anticorpi in tutti i parenti di primo grado del celiaco;

3) ad avviare adeguate campagne di informazione e sensibilizzazione sulle allergie e sulle intolleranze alimentari, con particolare riguardo alla celiachia, anche adottando iniziative di competenza per prevedere opportuni spazi nella programmazione radiotelevisiva e multimediale, anche della società concessionaria del servizio pubblico, al fine di consentire una maggiore sensibilizzazione in materia di educazione alimentare e di informazione in materia di allergie e intolleranze alimentari;

4) ad adottare iniziative per garantire, di concerto con le regioni, una maggiore formazione e aggiornamento professionale degli operatori del settore alimentare, necessaria a garantire un più elevato livello di sicurezza e di qualità nella produzione alimentare e nei servizi di ristorazione, prevedendo un più diffuso impegno di tutte le regioni nella predisposizione dei corsi di formazione dedicati alla celiachia;

5) ad adottare iniziative per prevedere che le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, nell'ambito della loro autonomia, promuovano iniziative anche didattiche, al fine di sensibilizzare i giovani sull'importanza di una corretta educazione alimentare e sulle allergie e sulle intolleranze alimentari, con particolare riguardo alla celiachia, anche al fine di poter «intercettare» il prima possibile il soggetto che ne soffre e ridurre conseguentemente i rischi di complicanze connesse a diagnosi tardive.
(1-00623) «Marrocco, Versace, Bagnasco, Novelli, Spena, Elvira Savino, Bond, Brambilla, D'Attis».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza:


   La sottoscritta chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro per le pari opportunità e la famiglia, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per sapere – premesso che:

   secondo l'Unicef, sono oltre un milione i bambini in fuga dagli attacchi russi che stanno cercando di mettersi in salvo e spesso sono soli, senza genitori. In molti sono già arrivati e continueranno ad arrivare in Italia: in una dichiarazione congiunta della Ministra Bonetti e del Ministro Di Maio si legge che «nella cornice dei rapporti già in essere in materia di adozioni internazionali tra l'Italia e l'Ucraina, siamo impegnati in queste ore nell'attivazione di corridoi speciali per i minori orfani, perché al più presto ed in sicurezza possano raggiungere il nostro Paese»;

   l'ente che in Italia si occupa delle adozioni di bambini stranieri è la Commissione per le adozioni internazionali. L'iter, come noto, piuttosto complicato, già quando non c'è un conflitto di mezzo, prevede come primo step per procedere all'adozione quello di dichiarare la propria disponibilità al tribunale per i minorenni che valuterà i requisiti della coppia. Ci sono infatti criteri piuttosto stringenti come, ad esempio, il fatto che la coppia debba essere sposata da almeno tre anni. Se il giudice emette il decreto di idoneità, la coppia dovrà iniziare entro 1 anno la procedura di adozione internazionale, rivolgendosi a uno degli enti autorizzati dalla Commissione per le adozioni internazionali. L'ente seguirà i coniugi e svolgerà le pratiche necessarie per tutta la procedura fino all'abbinamento e all'ingresso del bambino in Italia;

   in questo momento, però, tutte le procedure di adozione in Ucraina si sarebbero fermate a causa dell'invasione russa tanto che, secondo la Commissione, ci sono ancora 23 minori ucraini già abbinati a delle famiglie italiane per essere adottati, che sono rimasti bloccati nel Paese. Tra le tante storie raccontate dai media che descrivono le sofferenze delle famiglie italiane che sono in attesa di riabbracciare il minore sulla pagina web del giornale La stampa del 28 febbraio 2022 si apprende di quella titolata «La storia di Marzia: "Nostra figlia adottiva è là in Ucraina. Dobbiamo andare a prendere i bambini" in cui si racconta di Anastasia, la bambina ucraina che hanno deciso di adottare due coniugi di Montanaro in provincia di Torino. Si legge: "Le pratiche sono già tutte firmate, i documenti presentati. Manca solo la seconda visita, prevista per il 20 marzo, e la firma del tribunale. Ma ora tutto è sospeso, tutto è in un limbo". "Noi ci alziamo la mattina, vediamo i parenti, seguiamo i nostri hobby – dice Marzia – È come vivere due vite parallele". Perché poi, poco prima di addormentarsi, il pensiero vola subito là, a Vinnitsa, nell'istituto di Anastasia, dove i russi hanno bombardato colpendo un ponte di collegamento e dove Anastasia li aspetta, lei e il marito, che già chiama papà e mamma. Li aspetta con la tuta che loro le hanno comprato a dicembre, l'ultima volta che si sono visti di persona. "Anastasia aveva male alla pancia – racconta Marzia – i pantaloni che aveva non erano i suoi, erano troppo stretti". E per la seconda volta le si rompe la voce» –:

   se i Ministri interpellati, a distanza di più di un mese dall'inizio del conflitto, abbiano ulteriori elementi conoscitivi rispetto a quelli evidenziati in premessa e quali iniziative ritengano opportune per poter intervenire tempestivamente con lo scopo di definire in luoghi sicuri le seconde visite tra i minori e le famiglie abbinate ovvero concludere l'iter di assegnazione delle adozioni in corso.
(2-01477) «Grippa».

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   SCAGLIUSI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   in data 17 marzo 2022, molti treni sul territorio nazionale hanno registrato ritardi fino a due ore o sono stati cancellati. Trenitalia ha dichiarato che si sarebbe trattato di malfunzionamenti del sistema di controllo centralizzato gestito dal software Bombardier/Alstom, sebbene inizialmente si fosse ipotizzato un attacco hacker;

   nella stessa giornata, anche in Polonia, secondo l'autorevole giornale specializzato Rynek Kolejowy, 19 dei 33 centri di controllo locali con equipaggiamento Bombardier/Alstom non sono risultati operativi, provocando notevoli difficoltà e cancellazione dei treni su tutto il territorio nazionale, ma in questo caso il gestore non esclude un attacco informatico;

   nella mattinata di ieri 23 marzo 2022, come appreso dai giornali, il gruppo Ferrovie dello Stato è stato colpito da un attacco hacker che ha paralizzato una buona parte dell'azienda, oltre ad altre aziende satelliti del gruppo. Le biglietterie e le macchine self service sono andate in tilt e messe offline dall'azienda per evitare la propagazione dell'infezione informatica;

   il caso appare simile a quello che, alcuni mesi fa, ha colpito molte aziende e pubbliche amministrazioni, come la regione Lazio che l'estate scorsa si ritrovò con la piattaforma sanitaria bloccata, con ricadute per le prenotazioni dei vaccini anti-Covid;

   da quanto si apprende, il caso del 23 marzo 2022 sarebbe stato provocato da un criptolocker, della famiglia dei ramsonware, programmi creati ad arte per introdursi in una rete informatica, entrare in altre macchine, criptare e rendere inaccessibili una certa quantità di dati sensibili e poi richiedere un riscatto per liberare il sistema;

   i tecnici di FS starebbero lavorando con la cybersicurezza e con la polizia postale con l'obiettivo di risalire agli indirizzi e ai server utilizzati per l'attacco, ed individuare la porta di accesso individuata dagli hacker;

   è bene ricordare che, nell'attuale scenario di guerra, l'agenzia di cybersicurezza italiana ha mandato di recente avvisi per applicare una postura di massima difesa cibernetica, attivando tutte le misure di prevenzione e controllo urgenti;

   una fonte che lavora nel mondo della sicurezza digitale, si legge sul Corriere della sera, avrebbe mostrato una chat in cui i responsabili dell'attacco avrebbero richiesto un riscatto da 5 milioni di dollari in criptovalute da pagarsi entro 3 giorni, pena l'aumento del riscatto a 10 milioni. Rfi, attraverso un portavoce, non conferma di aver ricevuto richieste in denaro ma, considerata la tipologia di attacco, il riscatto pare essere una prassi;

   il sospetto che l'evento sia collegato alle tensioni internazionali per il conflitto in Ucraina si è manifestato quando fonti qualificate della sicurezza italiana hanno spiegato che la tipologia dell'attacco e il modus operandi potrebbero essere riconducibili ad hacker russi;

   l'evento, nonostante i disagi attualmente contenuti, posto che la circolazione ferroviaria è proseguita regolarmente e sarà possibile acquistare i biglietti via App e sul sito, ha riportato in auge il rischio potenziale a cui si è sottoposti, se non si proteggeranno al meglio i sistemi informatici delle nostre pubbliche amministrazioni, delle aziende partecipate e private;

   secondo un recente rapporto della società «Trend Micro», l'anno scorso l'Italia è stata prima in Europa e quarta nel mondo per numero di attacchi informatici subiti. Questi dati, qualora confermati, spingono a impegnarsi per comprenderne i motivi e migliorare la nostra cyberprotezione nazionale –:

   se i casi del 17 e del 23 marzo 2022 possono in qualche modo essere messi in relazione;

   quali siano gli sviluppi e le più recenti informazioni in merito, i dati ufficiali circa il nostro livello di vulnerabilità informatica e le eventuali misure che il Governo ha intenzione di mettere in campo per evitare il più possibile che casi come quelli in parola si ripetano in futuro.
(5-07829)


   VIANELLO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   è un preciso dovere politico fare emergere le responsabilità in ordine alla vicenda della Banca popolare di Bari, se davvero si vuole che quella di tale Banca sia l'ultima volta che i cittadini sono chiamati a pagare per gli opachi affari di banchieri ed avventurieri;

   è indispensabile un'operazione «verità» con cui si chiarisca il coinvolgimento nelle decisioni della Banca Popolare di Bari che hanno portato alla vendita di un ingente numero di azioni a soggetti privi del profilo d'investitore qualificato;

   lascia perplessi, a parere dell'interrogante, il fatto che gli unici filoni di inchiesta sulla Banca Popolare di Bari di cui si parla attualmente siano quelli che coinvolgono gli ex vertici Jacobini ed il gruppo Fusillo, mentre sia calato un assordante silenzio sullo strano, incomprensibile ed inspiegabile salvataggio Tercas e delle responsabilità di Banca d'Italia;

   si rammenta la sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea del 2 marzo 2021 che, a seguito della conferma della sentenza del Tribunale dell'Unione europea datata 19 marzo 2019 (relativa all'annullamento della decisione del 23 dicembre 2015, con cui la Commissione europea aveva erroneamente qualificato l'intervento del Fondo interbancario di tutela dei depositi per il salvataggio di Tercas quale illegittimo «aiuto di Stato»), ha aperto un ventaglio di ipotesi per i veri danneggiati (gli azionisti ed i soci delle Banche, in generale, e della Banca Popolare di Bari, in particolare);

   la pronuncia delle sentenze sopra citate ha definitivamente cristallizzato la necessità per lo Stato italiano di presentare il conto dei danni a Bruxelles in base all'articolo 266 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, secondo cui da una sentenza di annullamento deriva in sostanza l'obbligo per l'istituzione che ha adottato l'atto di disporre un risarcimento adeguato del danno arrecato ai ricorrenti (tra i quali figura anche la Repubblica Italiana) –:

   se e quali iniziative di competenza il Governo ha adottato o intenda adottare al fine di individuare strumenti di tutela per i soci/azionisti della Banca Popolare di Bari che hanno subito il deprezzamento delle proprie azioni in conseguenza della cattiva gestione anche a livello europeo, del summenzionato ente creditizio.
(5-07835)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   QUARTAPELLE PROCOPIO, FASSINO, PALAZZOTTO, BOLDRINI e DELRIO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il 30 marzo 2022, il Presidente tunisino Kais Saied ha sciolto il Parlamento, i cui lavori erano già stati sospesi fino a data da definirsi otto mesi fa. Difatti, nel luglio 2021 Saied aveva rimosso il Primo ministro, il terzo nel giro di un anno, e aveva sospeso i lavori del Parlamento, con una mossa che i suoi oppositori avevano definito a loro volta un «colpo di stato». Circa un mese dopo, ad agosto 2021, aveva esteso la sospensione dei lavori in Parlamento «fino a nuovo avviso», e a settembre aveva firmato un provvedimento che gli permetteva di governare per decreto, senza dover passare per il Parlamento. A dicembre 2021, infine, aveva annunciato un referendum, fissato per luglio del 2022, per votare una nuova Costituzione, che dovrebbe sostituire quella entrata in vigore nel 2014 dopo la primavera araba, e nuove elezioni per rinnovare il parlamento fissate per il prossimo dicembre;

   il motivo alla base della decisione dello scioglimento definitivo invece, riguarderebbe un presunto tentativo di golpe – almeno stando alle accuse di Saied – da parte di un gruppo parlamentare nei confronti del quale è stata ordinata un'indagine immediata. Difatti, su invito dell'Ufficio dell'Assemblea dei rappresentanti del popolo, organismo che riunisce la Presidenza del Parlamento e i rappresentanti dei partiti, 120 deputati (su un totale di 217) hanno partecipato a questa plenaria online, presieduta di Tarek Fertiti, vicepresidente del Parlamento, indipendente. Il Presidente dell'Assemblea, Rached Ghannouchi, leader del partito Ennahda, non ha preso parte a questa sessione plenaria. Centosedici parlamentari hanno votato a favore di un disegno di legge volto a revocare le misure eccezionali adottate da Saied, tra cui, appunto, il congelamento del Parlamento, e la sua assunzione dei pieni poteri per decreto, ignorando i limiti imposti dall'attuale Costituzione;

   il Presidente ha dunque annunciato il definitivo scioglimento durante una riunione del «Consiglio di sicurezza nazionale» da lui presieduto. Questi ha infatti rilevato: «Annuncio oggi in questo momento storico lo scioglimento dell'Assemblea dei Rappresentanti del Popolo per preservare lo Stato e le sue istituzioni e per preservare il popolo tunisino»;

   sciogliendo il Parlamento, fondato oltre dieci anni fa, si legge nel comunicato dell'Osservatorio euromediterraneo dei diritti umani (Euromed Monitor), organizzazione indipendente con sede a Ginevra, «il presidente Saied ha infetto un duro colpo al progetto democratico in Tunisia. Mantenere l'esistenza del Parlamento chiaramente non rappresenta una minaccia per l'indipendenza o la continuità del Paese». Il Presidente tunisino, secondo gli stessi analisti, «continua ad adottare misure che contraddicono i suoi doveri costituzionali, e agisce, non appena vengono annunciate le misure eccezionali, in modo unilaterale senza rispettare la costituzione, che si era comunque impegnato a rispettare sin dal suo insediamento», ha precisato l'Osservatorio;

   lo scioglimento del Parlamento tunisino aggrava la grossa crisi in corso da tempo in Tunisia, che, negli ultimi anni, era già stata notevolmente complicata dalla forte instabilità politica, da un'intensa crisi economica e dalla pandemia da Coronavirus, ma soprattutto dall'autoritarismo dello stesso Presidente –:

   quali iniziative bilaterali con gli organismi istituzionali della Tunisia e multilaterali con i Paesi europei intenda avviare il Ministro interrogato per monitorare gli sviluppi istituzionali in Tunisia e consentire elezioni libere e che rispettino e garantiscano la crescita democratica tanto agognata con la «primavera araba» dal popolo tunisino.
(5-07831)

Interrogazione a risposta scritta:


   BELLUCCI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   la guerra in Ucraina non è solo orrore e distruzione, ma anche storie di coraggio e umanità, come quella di Andrea Cisternino, un volontario del rifugio Italia KJ2 per animali poco distante da Kiev, che resiste in attesa dei soccorsi;

   dal 2012 Andrea, ex fotografo di moda, si è trasferito in Ucraina per denunciare e combattere l'operato dei cosiddetti «dog hunter», i cacciatori specializzati nella cattura e nell'uccisione dei cani randagi; una lotta che si è concretizzata con l'apertura di un rifugio in cui, nel corso degli anni, ha accolto migliaia di animali che sulla strada sarebbero andati incontro a morte certa;

   già nei primi giorni, nonostante la minaccia ormai sempre più concreta e imminente dello scoppio della guerra, Andrea aveva annunciato l'intenzione di restare in Ucraina, iniziando ad accumulare cibo e mangime, come da lui stesso comunicato: «Continuo a fare scorte per non restare senza cibo per gli oltre 400 ospiti del Rifugio, posso non mangiare io ma loro sono mia responsabilità dal giorno che li ho salvati. Ho paura per loro ma sono con loro. Grazie agli amici che stanno donando»;

   da ormai una settimana, però Andrea e gli altri dipendenti, insieme agli animali ospitati nella struttura, sono senza cibo e senza acqua potabile e nonostante sia stata attivata la missione d'emergenza della Croce Rossa Internazionale, purtroppo gli aiuti ancora non sono arrivati, ma il nostro connazionale e il suo staff non intendono mollare;

   mentre tutta l'Italia segue la sua vicenda con il fiato sospeso, continuando a donare aiuti, altri ucraini bloccati nella stessa area russa di Andrea hanno condiviso con lui quel poco che sono riusciti a racimolare;

   secondo quanto si apprende da fonti di stampa, il convoglio di aiuti ha raggiunto Kiev ed i viveri sono in un magazzino pronti per la consegna, ma mancandogli ultimi 50 chilometri, i più difficili affinché i soccorritori possano metter piede nel territorio sotto il controllo dei russi e aiutare Andrea, il suo staff e i suoi amati animali –:

   se e quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere a riguardo per aiutare e salvare Andrea Cisternino e gli altri dipendenti del suo rifugio KJ2, insieme agli oltre 400 animali ospitati nella struttura.
(4-11743)

CULTURA

Interrogazione a risposta scritta:


   PATELLI. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   la Madonna del Parto, celebre affresco di Piero della Francesca, dovrà tornare nella chiesa di Santa Maria di Momentana in provincia di Arezzo, ossia nella sua sede originaria;

   è quanto stabilito da una sentenza del Consiglio di Stato che mette fine ad un lungo contenzioso, che si trascina ormai da trenta anni, tra il comune di Monterchi, in provincia di Arezzo, e il Ministero della cultura in merito alla collocazione dell'opera;

   il capolavoro di Piero della Francesca attualmente si trova nella ex scuola elementare di via della Reglia, nel comune di Monterchi, in un piccolo museo a lei dedicato;

   è stata collocata lì nel 1992, anno del cinquecentenario della morte dell'artista;

   nel 2021 i giudici del Tar della Toscana avevano deciso di spostare l'affresco rinascimentale dalla scuola per portarlo nella chiesa di Santa Maria Momentana dove l'opera fu realizzata;

   quest'ultima, però, fu letteralmente demolita nel 1785 per costruirvi un cimitero e da allora il dipinto è rimasto in una cappella dentro al cimitero, attualmente di proprietà del comune di Monterchi;

   dopo il 1992, anno del restauro, iniziò un lungo contenzioso civile tra il Ministero della cultura, il comune di Monterchi e la Diocesi di Arezzo innanzi al tribunale di Firenze proprio sulla collocazione dell'opera;

   fu raggiunto un accordo che stabiliva la collocazione della Madonna del Parto nell'area dell'ex convento delle Benedettine, area adibita a museo dallo stesso comune di Monterchi per attrarre turisti;

   tuttavia, il Ministero della cultura non ha mai avallato tale collocazione;

   a detta del sindaco di Monterchi la sentenza del Consiglio di Stato, che conferma quella del Tar, è sconcertante perché la chiesa di Momentana non sarebbe idonea a ospitare un tale capolavoro, in quanto troppo angusta e soprattutto molto buia –:

   se e quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda adottare con riguardo a quanto esposto in premessa, anche attivando i propri uffici periferici.
(4-11745)

DISABILITÀ

Interrogazione a risposta scritta:


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro per le disabilità, al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   con l'appropinquarsi della fine dello stato emergenziale derivato dalla diffusione del virus COVID-19, si vede l'emanazione delle disposizioni governative atte a «traghettare» l'Italia verso il ritorno, seppur ancora molto parziale, al nostro precedente stile di vita, stravolto, oramai, da ben due anni;

   secondo indiscrezioni giornalistiche, nella bozza del decreto-legge del 24 marzo 2022, sembrava essere stata prevista la possibilità, per i lavoratori cosiddetti fragili, di poter usufruire del lavoro agile fino alla data del 30 giugno 2022; si tratterebbe di una proroga rispetto a quanto previsto dalle disposizioni precedenti, che garantivano tale possibilità fino al 31 marzo. Trattasi di lavoratori che, per patologie cardiache, trapianti avvenuti o in attesa di essere effettuati, nonché per cicli di cure oncologiche, vedono compromesso il proprio sistema immunitario, comportando il concreto rischio di potersi contagiare con molta più facilità rispetto agli altri colleghi che non presentano le stesse problematiche;

   tale previsione, però, non risulta essere presente nella versione definitiva del testo;

   viene quindi stabilito un meccanismo che garantisce, ad ogni amministrazione, la possibilità di decidere in modo autonomo le modalità con cui organizzarsi, tanto che, ad esempio, il Ministero dell'economia e delle finanze avrebbe previsto, a quanto consta all'interrogante, la possibilità di allargare l'ambito temporale su cui calcolare la «prevalenza» del lavoro in ufficio, obbligatoria nel pubblico impiego;

   al fine di evitare che le amministrazioni adottino soluzioni differenziate e al fine di evitare che lavoratori fragili appartenenti a diversi enti vengano trattati in modo difforme, risulta necessaria l'emanazione di specifiche direttive per garantire uniformità di trattamento dei lavoratori su tutto il territorio nazionale –:

   se il Governo intenda adottare iniziative di competenza al fine di garantire parità di trattamento di lavoratori fragili ma appartenenti ad enti differenti;

   se il Governo, frattanto, intenda adottare iniziative normative volte a prorogare fino al 30 giugno 2022 la previsione del lavoro agile per i lavoratori fragili.
(4-11746)

ECONOMIA E FINANZE

Interpellanza:


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:

   il quartiere Eur di Roma rappresenta un'esperienza unica nella storia urbanistica e dell'architettura del Novecento al punto da diventare il riferimento per altre grandi operazioni di trasformazione e promozione territoriale finalizzate alla crescita e alla modernizzazione di grandi capitali europee, tra tutte Londra con Canary Warf e Parigi con la Defènse;

   nel 1936 fu costituito, con il nome di Ente autonomo dell'Esposizione universale di Roma, l'organismo per la gestione delle trasformazioni e delle realizzazioni degli edifici dell'Eur, sotto il cui controllo venne completato il quartiere con la costruzione di numerosi edifici progettati dai maggiori architetti italiani del Novecento;

   l'Eur S.p.a., frutto della trasformazione dell'ente E.U.R., è una società pubblica d'interesse nazionale, partecipata al 90 per cento dal Ministero dell'economia e delle finanze ed al 10 per cento da Roma Capitale, proprietaria di un grande e pregiato patrimonio immobiliare nella città di Roma, con la specifica funzione di manutenere e tutelare gli edifici, le aree verdi e il decoro urbano, grazie al costante lavoro dei suoi 132 dipendenti, per la maggior parte tecnici altamente qualificati; una società sana che ha rappresentato nei decenni un consolidato modello di gestione del territorio senza mai gravare sui contribuenti;

   l'Eur S.p.a. ha sempre conseguito risultati di bilancio in utile, autofinanziandosi attraverso l'incremento della redditività delle superfici locabili e lo sviluppo dei servizi connessi, trasferendo dividendi agli Azionisti, fin quando non è stata investita, per decisioni estranee alla società, della realizzazione della «Nuvola» di Fuksas, che ha determinato una crisi economico-finanziaria alla quale si è fatto fronte con la vendita di quattro «Palazzi» storici per il completamento della «Nuvola» e dell'Albergo «La Lama», con la conseguenza di minori ricavi per circa 20 milioni di euro dai bilanci di Eur S.p.a.;

   dalla lettura degli ultimi bilanci, i cui risultati sono stati effetto anche di svalutazioni della «Nuvola» e delle partecipazioni detenute a società controllate, tra cui la Roma Convention Group (Nuvola di Fuksas), emerge che il valore del margine operativo lordo del bilancio consolidato corrisponde esattamente alla metà di quello di Eur S.p.a. nei risultati di esercizio del 2020;

   è ad evidenza di tutti che la «Nuvola» opera mastodontica, qualificata strategica anche in prospettiva della candidatura di Roma Capitale alle Olimpiadi 2024, doveva essere realizzata con fondi dello Stato che, invece, ha lasciato da sola Eur S.p.a. a fare fronte alle ingenti spese e ancora oggi continua a rappresentare il principale problema di Eur S.p.a.;

   nonostante tale delicata situazione, l'ingegner Cossellu, nominata amministratore delegato dal nuovo consiglio di amministrazione di Eur S.p.a. l'11 gennaio 2022 (7 mesi dopo la scadenza formale del precedente consiglio di amministrazione), in soli 2 mesi di mandato avrebbe: a) conferito incarichi diretti di consulenza per un totale di circa 350.000,00 euro; b) attivato un bando pubblico per la ricerca e assunzione a tempo indeterminato di un «Dirigente per lo sviluppo delle strategie con riporto diretto all'A.D.», a tal fine nominando una Commissione interna composta da lei stessa in qualità di Presidente e due Dirigenti di Eur S.p.a. quali membri; c) manifestato interesse nei confronti di n. 17 candidati tra i quali, spicca, in particolare, l'ingegner Palmieri, con il quale l'ingegner Cossellu avrebbe avuto precedenti rapporti di lavoro; d) attivato un bando pubblico per la ricerca e assunzione a tempo indeterminato di un «Direttore Risorse Umane, Organizzazione e Comunicazione Interna»; e) richiesto di raddoppiare il budget delle sue spese personali per le trasferte a Roma (è residente a Milano) da 1.500,00 euro/mese a 3.000,00 euro/mese, dichiarando in consiglio di amministrazione costi non corrispondenti al vero; f) richiesto una nuova fornitura di smartphone/pc di ultima generazione; g) acquistato una lavastoviglie compatta per il suo ufficio (caso senza precedenti), cumulando, di fatto, in soli due mesi, costi prossimi al milione di euro;

   l'ingegner Cossellu contestualmente avrebbe anche promosso, a quanto consta all'interrogante, una razionalizzazione dell'utilizzo delle risorse umane nell'azienda;

   nonostante il mandato di amministratore delegato di una società pubblica dovrebbe avere carattere di esclusiva, l'ingegner Cossellu conserva contemporaneamente anche altri incarichi presso due aziende milanesi (Inwit S.p.a. e Aon Italia) –:

   considerata la gravità dei fatti esposti in premessa, se e quali immediate iniziative di competenza il Governo intenda assumere in merito, con particolare riguardo alla correttezza e alla trasparenza dell'operato dell'attuale amministratore delegato di EUR S.p.a.
(2-01478) «Mollicone, Durigon, Gerardi, De Angelis, Zicchieri, Bellucci, Foti».

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   CENTEMERO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   come noto, nei giorni scorsi, il consiglio di amministrazione di Borsa Italiana s.p.a., parte del gruppo Euronext, ha nominato presidente l'attuale vicepresidente Claudia Parzani, con efficacia dal 27 aprile 2022;

   Borsa Italiana s.p.a., società che si occupa della gestione del mercato azionario italiano e che comprende anche lo strategico Mercato dei titoli di Stato (Mts), costituisce un asset fondamentale per il nostro Paese: tale infrastruttura finanziaria, infatti, gestisce anche una rete di dati sensibili relativi a titoli di Stato, nonché delle imprese quotate e delle migliaia di piccole e medie imprese che hanno seguito i programmi «Élite», per un valore complessivo di 3,5 miliardi di euro;

   nel mese di aprile 2021 il London Stock Exchange ha ceduto Borsa Italiana s.p.a. al gruppo Euronext, in partnership con Intesa Sanpaolo e Cassa depositi e prestiti attraverso la controllata Cdp Equity: l'operazione – stimata in 4,4 miliardi di euro – ha portato alla nascita del principale hub di quotazione in Europa, con oltre 1.890 società quotate per un totale di 5,6 trilioni di euro di capitalizzazione di mercato;

   tuttavia, si evidenzia che l'acquisizione di Borsa Italiana da parte di Euronext continua ad essere accolta con alcune perplessità da parte di alcuni commentatori, in virtù dell'inevitabile riassetto a livello di governance che ne è conseguito e che potrebbe, secondo i medesimi, in futuro determinare una minore autonomia decisionale e operativa proprio per il mercato azionario italiano;

   il Gruppo della Lega ha più volte evidenziato l'importanza di salvaguardare l'autonomia e il ruolo strategico di Borsa italiana, sollevando la tematica in sede parlamentare: dapprima, con interpellanza urgente n. 2-00488, in aperta fase di offerte pubbliche di acquisto; successivamente, con ulteriore atto di sindacato ispettivo n. 5-06616, in relazione ai potenziali esuberi derivanti dal piano industriale messo in atto da Euronext, e, da ultimo, con la mozione n. 1-00457, sottoscritta da tutti i gruppi di maggioranza e approvata con l'obiettivo di tutelare lo strategico assetto economico-finanziario e l'autonomia di Borsa italiana s.p.a., nonché rafforzare il Mercato telematico dei titoli di Stato (Mts) –:

   quali ulteriori iniziative, per quanto di competenza, il Governo intenda assumere al fine di tutelare l'infrastruttura finanziaria di Borsa italiana, i livelli di governance e l'autonomia della medesima, considerato l'importante ruolo da sempre avuto sul mercato internazionale dei capitali.
(5-07833)


   VIANELLO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   sul sito della Confconsumatori della regione Puglia, è apparso un articolo (dal titolo «Popolare di Bari, azionisti pronti a costituirsi in giudizio») che menziona il coinvolgimento della Banca Popolare di Bari in un'indagine penale relativa a due aumenti di capitale varati tra il 2013 ed il 2015 (anche in funzione dell'acquisto della banca Tercas), attraverso una falsa rappresentazione alla Consob della situazione finanziaria e di bilancio del citato istituto di credito;

   secondo la fonte di stampa consultata, se tale circostanza venisse confermata, potrebbe emergere che molte persone abbiano effettuato investimenti viziati dalla circolazione di informazioni non corrette, con il rischio che i medesimi abbiano acquistato titoli azionari privi di valore e che (a seguito di ciò) possano chiedere la risoluzione dei relativi contratti e la restituzione delle somme conferite in tali operazioni (oltre al risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali);

   si palesa, quindi, la possibilità che la Banca Popolare di Bari possa subire un grave nocumento alla propria solidità patrimoniale che potrebbe causare anche la cessazione dell'attività;

   detto scenario viene dipinto a tinte fosche da un approfondimento della Banca d'Italia del 16 dicembre 2019, in cui si legge quanto segue: «Nell'ipotesi in cui si dovesse pervenire a uno scenario liquidatorio con rimborso dei depositanti (senza cessione di attività e passività ad un altro intermediario), le ricadute del dissesto sarebbero assai rilevanti, sia sul tessuto economico sia sul risparmio locale. La liquidazione implicherebbe innanzi tutto l'azzeramento del valore delle azioni che esacerberebbe il contenzioso legale con i soci, già elevato a motivo delle modalità di collocamento degli aumenti di capitale 2014-15 (550 milioni di euro, quasi integralmente sottoscritti da clientela al dettaglio), ritenute dalla Consob non coerenti con la normativa sui servizi di investimento e da essa sanzionate ... La cessazione dell'attività della banca implicherebbe il blocco dell'operatività con forte pregiudizio della continuità di finanziamento di famiglie e imprese; gli impatti sul territorio sarebbero considerevoli, anche alla luce della cospicua quota degli impieghi erogati dalla BPB nelle regioni di insediamento (come detto, pari al 10 per cento). Anche gli impatti occupazionali (circa 2.700 dipendenti) sarebbero rilevanti e difficilmente assorbibili dalla debole economia locale. La crisi della BPB potrebbe inoltre incrinare la fiducia dei depositanti di altre piccole banche locali, innescando un effetto contagio»;

   tale situazione potrebbe produrre un forte impatto sugli azionisti e gli investitori appartenenti alle fasce più deboli e fragili della popolazione (come invalidi, lavoratori e pensionati), senza, trascurare che la variegata casistica dei potenziali danneggiati include (come lo stesso interrogante ha avuto modo di verificare alla luce delle testimonianze raccolte a seguito di numerose interlocuzioni con i diretti interessati) anche persone che dichiarano di essersi ritrovate titolari di azioni senza avere mai sottoscritto alcunché (potendosi, pertanto, ipotizzare la falsificazione delle firme apposte sui documenti);

   ad aggravare ulteriormente il quadro in esame milita l'attuale situazione di profondo rosso dei bilanci dell'istituto che risulta avere chiuso l'anno 2021 con una perdita di 170,8 milioni di euro (senza trascurare le perdite di esercizio del 2018 pari a 430 milioni di euro) –:

   se e quali iniziative di competenza il Ministro interrogato abbia adottato o intenda adottare al fine di risolvere la situazione descritta in premessa, con particolare attenzione alla duplice necessità di evitare la messa in liquidazione della Banca Popolare di Bari e di tutelare azionisti ed investitori (soprattutto quelli non qualificati o appartenenti alle fasce più deboli della popolazione).
(5-07834)

Interrogazione a risposta scritta:


   PRISCO e ALBANO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   è questi giorni la notizia di un nuovo problema di non poco conto, diretta conseguenza delle molteplici modifiche normative introdotte dal novembre 2021 e successivamente ritoccate più volte, da ultimo dal decreto-legge n. 13 del 25 febbraio 2022;

   come indicato sul portale informativo dedicato alla «monetizzazione» del «superbonus» e dei «bonus casa ordinari» il servizio di Poste Italiane è stato riattivato solo per le spese sostenute nel 2022;

   restano fuori le prime cessioni del credito relative a spese sostenute nel corso del 2021, per le quali negli ultimi giorni stanno arrivano le comunicazioni di rifiuto;

   la scelta di Poste Italiane di non acquistare più crediti relativi a spese agevolabili ai sensi del «superbonus» e dei bonus fiscali ordinari sulla casa relative al 2021 riguarda anche molti istituti di credito e crea una situazione di impasse per i contribuenti

   il tutto si incrocia infatti con l'importante scadenza fissata al 29 aprile 2022, termine ultimo per l'invio in modalità telematica della comunicazione all'Agenzia delle entrate relativa alla cessione del credito d'imposta;

   è quindi urgente un intervento correttivo, che disponga in primo luogo una proroga della scadenza del 29 aprile 2022 per l'invio della comunicazione per la cessione del credito. Un intervento tampone che, seppur con tutte le difficoltà create dalle misure anti frode, darebbe più tempo agli esclusi da Poste Italiane di reperire soggetti intenzionati ad acquistare i crediti maturati relativi ai lavori sostenuti nel 2021 –:

   se non intenda con urgenza adottare iniziative, per quanto di competenza, al fine di scongiurare che centinaia di famiglie non possano fruire delle agevolazioni fiscali di cui in premessa per spese già sostenute che ricadrebbero interamente e rovinosamente sulle loro spalle.
(4-11742)

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta orale:


   BARATTO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   dalla crisi bancaria di Banca popolare di Vicenza e Veneto Banca hanno avuto inizio procedimenti penali di vasta portata, che hanno coinvolto migliaia di cittadini con un conseguente impegno dell'apparato giudiziario del tribunale di Treviso;

   al contempo, l'avvio di questi procedimenti si affianca all'aggravarsi della cronica mancanza di personale presso la procura della Repubblica di Treviso e, in generale, presso la sede del tribunale trevigiano, fortemente penalizzata oramai da anni;

   gli ultimi dati disponibili riferiscono di una situazione drammatica prevedendo un giudice, ordinario o onorario, ogni 22.721 cittadini, il 30 per cento in più rispetto alla media veneta e addirittura più del doppio rispetto ai dati nazionali;

   Treviso si distingue negativamente anche nell'ambito della giustizia civile relativamente al numero di imprese per giudice: sono 1.748, contro 1.332 della media regionale e con Belluno con il rapporto migliore di 757 imprese per ciascun giudice;

   tale situazione, unitamente a quella che riguarda l'organico del personale ausiliario, ha spinto il Procuratore della Repubblica di Treviso a lanciare un allarme serio sullo stato della giustizia trevigiana, dichiarando che la maggior parte dei processi per reati cosiddetti minori sarà inevitabilmente soggetta al rischio di prescrizione, avendo tale situazione determinato la fissazione delle udienze oltre il 2024 –:

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda assumere, per quanto di competenza, per consentire quanto prima la copertura delle posizioni vacanti ed al contempo potenziare, anche temporaneamente, l'organico della Procura della Repubblica di Treviso per far fronte all'emergenza in questione.
(3-02868)


   COLLETTI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 696-bis del codice di procedura civile disciplina la «consulenza tecnica preventiva ai fini della composizione della lite», la cui primaria finalità è appunto quella di favorire la composizione della lite nella fase antecedente a quella di merito;

   in materia di responsabilità sanitaria, il procedimento di cui all'articolo 8 della legge n. 24 del 2017, che richiama il predetto articolo 696-bis del codice di procedura civile, costituisce condizione di procedibilità della domanda di merito, unitamente alla mediazione obbligatoria, anche se in forma non cumulata ma alternativa;

   a conclusione della procedura di accertamento tecnico preventivo (Atp), in linea generale, il giudice dovrebbe effettuare la liquidazione giudiziale dei compensi al difensore ed al consulente tecnico di parte ma ciò, stante il silenzio della legge, non sempre avviene; infatti, vi è un orientamento minoritario di alcuni tribunali che ancora effettuano la liquidazione delle spese di lite alla valutazione della soccombenza che resta di esclusiva competenza del giudizio di merito;

   la mancata previsione normativa della liquidazione delle spese processuali presupporrebbe che si debba, quindi, necessariamente addivenire ad un giudizio di merito altrimenti le spese di lite non sarebbero liquidate, né liquidabili;

   quanto detto potrebbe quindi creare una costrizione, soprattutto in capo alla parte ammessa al patrocinio alle spese dello Stato, sia essa ricorrente che resistente, che non avrebbe più la facoltà di decidere se continuare o meno il giudizio nel merito, ma vi sarebbe quindi costretta per evitare la preclusione al diritto alla liquidazione delle spese di lite;

   tale «costrizione» sarebbe contraria al principio di economia processuale che sviluppa il principio di semplificazione, inteso come risparmio di atti e attività processuali non essenziali e porterebbe ad un inutile moltiplicarsi degli stessi, aumentando così il carico della giustizia ed andando contro gli interessi stessi dello Stato;

   l'orientamento della Suprema Corte nulla dice riguardo alla mancata prosecuzione del giudizio nel merito, ma si limita ad analizzare la sola ipotesi di liquidazione delle spese in caso di vittoria o soccombenza (ex multis Corte di cassazione, ordinanza n. 35510/2021) –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e delle descritte criticità;

   se sia in corso un monitoraggio delle stesse al fine di identificare possibili soluzioni e se intenda promuovere iniziative di carattere normativo o interpretativo per porvi rimedio, rendendo possibile la liquidazione delle spese di lite a conclusione del procedimento di A.t.p. e non del successivo eventuale giudizio di merito.
(3-02869)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   UBALDO PAGANO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il 28 ottobre 2003 Intesa Gestione Crediti S.p.a. ha chiesto al tribunale di Bari di avviare una procedura di fallimento dell'Interedil;

   il 24 maggio 2004 il tribunale di Bari ha dichiarato il fallimento dell'Interedil;

   il professor avvocato Cataldo Balducci ha prestato attività a favore della curatela del fallimento della «Interedil srl», maturando compensi per 54 mila euro, oltre IVA e Cap;

   malgrado siano passati quasi vent'anni, il Ministero della giustizia non ha mai liquidato quanto spettante al professionista;

   in due occasioni (con nota del 28 settembre 2017, prot. n. 180328 e con nota del 1o febbraio 2018 prot. n. 021887), in risposta alla richiesta di pagamento avanzata dal professor Avvocato Balducci, la Direzione generazionale degli affari Giuridici e legali - ufficio I, del dipartimento per gli affari di giustizia del Ministero della giustizia, ha confermato «la volontà dell'Amministrazione [...] di aderire alla proposta transattiva» con la corresponsione dell'importo dovuto;

   ad oggi, malgrado siano trascorsi oltre quattro anni da quest'ultima comunicazione, al professor Balducci non risulta essere stata liquidata la somma spettante

   se, per quanto di competenza, intenda intraprendere iniziative volte all'effettiva corresponsione da parte del Ministero della giustizia dei compensi per l'attività prestata dal professor avvocato Balducci.
(5-07830)

INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ SOSTENIBILI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   FORMENTINI, BORDONALI, DARA, DONINA, EVA LORENZONI, MICHELI e RAFFAELE VOLPI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   già con precedente atto di sindacato ispettivo n. 4-10540, tuttora privo di risposta, gli interroganti evidenziavano le problematiche connesse alla decisione di Trenitalia di sopprimere i treni Frecciarossa Desenzano-Milano;

   Desenzano del Garda è il comune più popoloso del lago di Garda e il secondo della provincia di Brescia, meta annuale di migliaia di turisti;

   per gli interroganti è impensabile che la Gardesana, con la sua vocazione turistica che rappresenta un'opportunità per oltre 32 mila imprese artigiane lombarde, sia tagliata fuori da collegamenti ferroviari rapidi ed efficienti; invero, Desenzano necessariamente continuare ad essere attraversata dall'alta velocità e diventare l'hub del Garda;

   nello specifico, poi, non si possono ignorare i forti disagi che la soppressione della fermata del convoglio Freccia delle 7.55 verso Milano dalla stazione di Desenzano del Garda crea ai pendolari del territorio che quotidianamente devono recarsi per studio o per lavoro a Milano –:

   non ritenga di adoperarsi, per quanto di competenza, nei confronti di Rfi/Trenitalia affinché siano riviste le decisioni in merito alla tratta Milano-Desenzano, a tutela dei pendolari ed a salvaguardia del turismo e, più in generale, per non penalizzare nell'ottica dei collegamenti ferroviari, l'intera provincia di Brescia.
(5-07828)

Interrogazioni a risposta scritta:


   D'ERAMO, ZENNARO e BELLACHIOMA. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   a quanto si apprende da organi di stampa, nella giornata del 30 marzo 2022 diversi massi hanno sfondato la recinzione e sono franati nella carreggiata dell'autostrada A24, nei pressi dell'area di sosta di Roviano, precipitando nella corsia di sorpasso della carreggiata ovest e colpendo un'auto della Guardia di finanza;

   la frana ha scavalcato le reti di consolidamento dei versanti e ha abbattuto le recinzioni del confine autostradale;

   l'autostrada, a seguito dell'evento franoso, è stata chiusa al traffico per qualche ora e poi riaperta ma solo in una direzione;

   l'autostrada dei Parchi A24-A25 è un'infrastruttura strategica per il Paese e per i collegamenti in Abruzzo;

   l'autostrada al momento è oggetto di importanti chiusure anche temporanee di caselli e di carreggiate che provocano gravi ritardi per tutti gli utenti;

   emergerebbe, inoltre, un rischio concreto di ulteriori aumenti tariffari del 34,75 per cento dei pedaggi sulle tratte autostradali in questione a partire da luglio 2022 –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare il Ministro interrogato al fine di;

    a) garantire la sicurezza e l'ammodernamento sul tratto oggetto del recente evento franoso;

    b) garantire tempistiche certe per la chiusura dei cantieri e delle restrizioni di carreggiata;

    c) evitare gli aumenti tariffari che potrebbero interessare le tratte dall'A24-25 a partire da luglio 2022.
(4-11741)


   FOGLIANI, ANDREUZZA, BAZZARO e VALLOTTO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   nel luglio 2021 il Governo italiano ha adottato un decreto-legge sul divieto di passaggio delle grandi navi nella laguna di Venezia, entrato in vigore il 1° agosto 2021, con l'obiettivo di tutelare l'integrità ambientale, paesaggistica, artistica e culturale di Venezia. Il provvedimento vieta il passaggio in laguna di imbarcazioni di stazza superiore alle venticinquemila tonnellate, riconoscendo come monumento nazionale il Bacino di San Marco, il Canale di San Marco e il Canale della Giudecca;

   a seguito di tale decisione, il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, d'intesa con il Ministero dell'economia e delle finanze e il Ministero del turismo, ha adottato un decreto che stanzia una dotazione finanziaria a titolo di compensazione a favore delle compagnie di navigazione e dei terminalisti che hanno subito perdite a causa di tale provvedimento;

   a novembre 2021 il dossier è stato portato all'attenzione della Commissione europea, sotto forma di pre-notifica, per gli opportuni controlli di incompatibilità con la normativa europea sulla concorrenza, e sembra che presso la Commissione il documento sia ancora in fase di esame;

   va sottolineata la rilevanza di tale misura, in quanto tali rimborsi costituiscono un supporto essenziale non solo per le compagnie di navigazione e i terminalisti, ma anche per tutti i lavoratori e le altre società collegate, attualmente condizionate da un elevato grado di incertezza e dalla necessità di prospettive sicure per pianificare la loro stagione commerciale –:

   considerato il danno che questa lunga attesa sta provocando nei confronti degli operatori, se e quali iniziative di competenza intenda adottare in tutte le sedi, nazionali ed europee, al fine di sbloccare questa situazione e di provvedere all'erogazione delle suddette risorse a beneficio delle imprese e dei lavoratori del settore nel più breve tempo possibile.
(4-11744)


   STEFANI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   l'attuale situazione di crisi internazionale e di incertezza economica, dovuta soprattutto all'aumento dei prezzi delle materie prime, può creare diversi problemi all'avanzamento degli interventi di messa in sicurezza degli edifici e del territorio;

   il comma 136 dell'articolo 1 della legge n. 145 del 2018 prevede uno stanziamento di risorse per tali interventi ai comuni da parte delle regioni con un termine di 8 mesi per avviare i lavori, pena la revoca del finanziamento;

   in sede di conversione del decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 228, era stato presentato un emendamento che prevedeva una proroga a 12 mesi della norma contenuta nel citato comma 136 in quanto, per diversi comuni, il termine è fissato a giugno 2022 e molti dei beneficiari hanno rappresentato la necessità di autorizzare tale proroga, soprattutto per cause connesse alla pandemia da COVID-19;

   tale richiesta non è stata accolta e si è invece scelto di prorogare di 3 mesi lo stanziamento per gli interventi di messa in sicurezza del territorio previsti, anziché dal comma 136, dal comma 143 della medesima legge, che prevede l'assegnazione di risorse direttamente dagli uffici ministeriali ai comuni, senza il tramite delle regioni;

   i comuni di alcune regioni sono destinatari di un ammontare complessivo delle risorse previste dallo stanziamento di cui al comma 136 molto ingente; in particolare, i comuni della regione Veneto sono destinatari di un ammontare pari a 10 milioni di euro che andranno a finanziare circa 113 interventi;

   non si comprende appieno la coerenza di tale operato, soprattutto nell'attuale situazione di emergenza economica che sta ulteriormente aggravando l'iter di affidamento dei lavori –:

   se e quali iniziative di competenza intenda adottare al fine di allineare coerentemente i termini citati, introducendo una proroga delle misure della norma di cui all'articolo 1, comma 136, della legge n. 145 del 2018.
(4-11747)

INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:


   UBALDO PAGANO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   Corato è un comune italiano di 47.181 abitanti della città metropolitana di Bari in Puglia;

   nella tarda serata di mercoledì 27 ottobre 2021, nel centro cittadino sono stati esplosi diversi colpi di pistola che hanno ferito alla gamba un uomo di 27 anni, poi soccorso e trasportato d'urgenza in ospedale;

   tale grave episodio si somma a una serie di altri casi di violenza avvenuti negli ultimi mesi nella stessa cittadina;

   come riportato da alcuni organi di stampa locali, inoltre, e come ribadito dal sindaco nelle ore immediatamente successive all'episodio, nella città di Corato «dilaga l'attività di spaccio, praticata con disinvoltura e ostentato senso di impunità. Sono sempre più diffusi gli episodi di violenza gratuita ai danni di cose e di ignari cittadini, spesso molto giovani. Da più parti e in modo sempre più insistente, si mormora di richieste di pizzo verso le attività commerciali. Le denunce sono poche, anche perché c'è un diffuso senso di abbandono, da parte delle Istituzioni, percepite dalla gente come deboli o assenti»;

   l'escalation di questo genere di vicende suggerisce, sempre come afferma lo stesso sindaco, «un salto di qualità in termini di organizzazione e occupazione della città, da parte di gruppi criminali emergenti», tale da dover essere oggetto di un maggiore interesse da parte delle autorità delegate al mantenimento dell'ordine e della sicurezza pubblica –:

   se sia a conoscenza dei fatti riportati in premessa e segnatamente se sia informato del preoccupante aumento di casi di violenza nella città di Corato e nell'area del nord barese e dell'esistenza di solide organizzazioni criminali ivi operanti;

   se e quali iniziative di competenza intenda intraprendere per reprimere tali fenomeni criminali e debellare le suddette organizzazioni.
(4-11739)


   COVOLO e ZANETTIN. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   riportano i giornali locali che, nella notte tra sabato 26 e domenica 27 marzo 2022, in pieno centro a Vicenza, alcune bande di giovani hanno turbato l'ordine pubblico;

   nella zona tra Piazza dei Signori e contra' Pescherie vecchie, alle ore 2.20 del mattino, gli agenti della polizia di Stato sono intervenuti per sedare momenti di tensione tra queste bande e i residenti che erano scesi in strada per protestare; all'arrivo delle forze dell'ordine alcuni giovani hanno cercato di fuggire, ma sono stati trattenuti dalla polizia e denunciati per ubriachezza molesta;

   dai controlli capillari sul territorio, predisposti dal questore di concerto con l'amministrazione comunale, quello stesso fine settimana gli agenti hanno potuto effettuare verifiche su 278 persone ed emettere 21 fogli di via dal territorio comunale, nonché 13 ordini di allontanamento;

   l'attenzione nei confronti della criminalità comune, in particolare di quella di tipo predatorio, dell'immigrazione clandestina, strettamente collegata alla prima, e del fenomeno delle cosiddette baby gang, deve restare alta in città, ma i numeri dei controlli su riportati dimostrano che Vicenza ha bisogno di un rafforzamento sia in tema di organico delle forze dell'ordine che di controlli da effettuarsi sistematicamente;

   il successo di questa operazione, infatti, rischia di essere provvisorio, stante l'aumento delle presenze di immigrati irregolari in città e dal previsto ritiro dei militari dell'operazione «Strade Sicure» dal territorio comunale –:

   quali iniziative intenda intraprendere per rafforzare l'organico delle forze dell'ordine nel comune di Vicenza e per prevenire più efficacemente episodi come quello riportato in premessa e se, a tal fine, non ritenga di dover destinare ai commissariati vicentini una quota delle unità previste dai quattro piani assunzionali programmati dal Ministero dell'interno.
(4-11740)


   CUNIAL. — Al Ministro dell'interno, al Ministro per le pari opportunità e la famiglia, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   con lo studio dal titolo: «Traffico di esseri umani dalle città ucraine e villaggi: tendenze attuali» del 2019, le ricercatrici di Odessa e di Kharkiv, hanno concluso che l'Ucraina è sempre stata negli anni, soprattutto negli anni più recenti, luogo di arrivo, partenza e transito per le vittime della tratta degli esseri umani, non solo ucraine, ma anche migranti di altre nazionalità;

   il 13 ottobre 2021, secondo un sondaggio della Oim, la principale organizzazione intergovernativa nel campo della migrazione, gli ucraini sottovalutavano i pericoli della tratta di esseri umani. Il 70 per cento degli intervistati credeva di non essere personalmente a rischio di essere vittima di tratta e che gli ucraini tendono ad accettare maltrattamenti e persino violazioni dei diritti per mantenere il proprio posto di lavoro. Secondo il sondaggio, il 24 per cento di tutti gli intervistati ha dichiarato di essere disposto ad accettare sanzioni dal proprio datore di lavoro per aver commesso errori sul lavoro. Un ulteriore 11 per cento accetterebbe di trattenere lo stipendio, un metodo regolarmente utilizzato dai trafficanti per costringere i migranti allo sfruttamento. L'Oim ritiene che più di 110.000 ucraini siano caduti preda dei trafficanti dal 1991 e l'Ucraina rimane uno dei principali Paesi di origine della manodopera sfruttata in Europa;

   il 26 febbraio 2022, il Governo italiano ha dichiarato di stare predisponendo corridoi umanitari speciali. I Ministri per le pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti e degli affari esteri e cooperazione internazionale Luigi Di Maio hanno dichiarato che: «La situazione di grave precarietà dei minori orfani in Ucraina a seguito dell'aggressione russa suscita preoccupazione e richiede di attivare con sollecitudine tutte le misure a loro tutela previste dagli accordi internazionali. Siamo impegnati in queste ore nell'attivazione di corridoi speciali per i minori orfani, perché al più presto ed in sicurezza possano raggiungere il nostro Paese», a fronte di un arrivo di profughi via autobus nel nostro Paese;

   il 7 marzo 2022 l'Ucraina ha negato la creazione dei corridoi umanitari verso la Russia, giudicandoli immorali;

   in un articolo del 9 marzo 2022 il sito «infomigrants.net», si denunciava come mentre migliaia di persone dall'Ucraina sono arrivate alla vasta stazione centrale di Berlino su treni e autobus, la polizia tedesca ha confermato le voci che circolavano, secondo cui alcune persone erano state avvicinate da persone a cui era stato offerto del denaro per venire a «stare» con loro. Oltre alle donne, sono stati presi di mira anche i giovani che viaggiano da soli. Un volontario danese, Daniel Marslew, ha detto lunedì a «InfoMigrants» che ci sono state molte segnalazioni su Telegram di trafficanti che cercavano di rimorchiare bambini e donne che viaggiavano da soli;

   l'Unicef, in un suo documento del 19 marzo 2022, dal titolo «Bambini in fuga dalla guerra in Ucraina a rischio di traffico e sfruttamento» chiede misure rafforzate per proteggere i bambini che attraversano l'Ucraina verso i Paesi vicini, in quanto con oltre 1,5 milioni di bambini in fuga dalla guerra in Ucraina dal 24 febbraio 2022, questi sono maggiormente a rischio di traffico e sfruttamento di esseri umani;

   il 30 marzo 2022 Antonio Murzio, su true-news.it, in un articolo dal titolo «Traffico di esseri umani, il pericolo tratta che dall'Ucraina arriva in Italia» analizzando i dati sulla scomparsa di alcuni bambini in fuga dall'Ucraina, lancia l'allarme sulla tratta di esseri umani anche in Italia –:

   quali iniziative siano state messe in campo per contrastare l'eventuale fenomeno di cui in premessa nel nostro Paese e a chi sia stata affidata la gestione dei profughi in arrivo.
(4-11748)

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta orale:


   BUSINAROLO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   in data 7 agosto 2021, nel corso del tg, edizione delle ore 12, trasmesso dall'emittente Telearena, è stato trasmesso un servizio relativo alle gravi conseguenze subite dagli agricoltori della provincia veronese a seguito delle eccezionali gelate della scorsa primavera che, in particolare nella città di Pescantina, hanno letteralmente bruciato la totalità delle coltivazioni tardive della pesca nettarina, una delle maggiori produzioni realizzate nella zona;

   a seguito di tale evento la Coldiretti, come riportato nello stesso servizio giornalistico, ha invitato gli agricoltori a presentare le domande necessarie a ricevere i sostegni economici previsti dal Governo;

   è opportuno ricordare che, a tutela degli agricoltori colpiti da simili eventi, sono intervenuti il cosiddetto «decreto sostegni-bis», che ha previsto un incremento della dotazione del Fondo di solidarietà nazionale, utilizzato anche per gli interventi indennizzatori per le gelate tardive, ai quali è destinata una somma di circa 161 milioni di euro, attraverso un coordinamento con le varie regioni;

   le gelate eccezionali che hanno distrutto la totalità della produzione delle pesche tardive hanno messo in ginocchio l'economia del comparto agricolo della provincia veronese interessata, già duramente provata, come nel resto del Paese, dalla emergenza sanitaria ancora in atto legata alla pandemia da Covid-19 –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione descritta in premessa e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda porre in essere al fine di garantire tempi brevi per la fruizione di ogni misura di sostegno economico per le categorie lavorative colpite, nello specifico, dall'ondata di gelate verificatesi nei mesi della primavera scorsa.
(3-02867)

SALUTE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   LEDA VOLPI, COLLETTI, CABRAS, MASSIMO ENRICO BARONI, SAPIA e CORDA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il decreto-legge n. 21 del 2022 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 21 marzo 2022, con l'articolo 34, ha introdotto la possibilità, dal 22 marzo 2022 al 4 marzo 2023, in deroga alla normativa vigente, dell'esercizio temporaneo delle qualifiche professionali sanitarie e della qualifica di operatore socio-sanitario de parte dei professionisti cittadini ucraini, residenti in Ucraina prima del 24 febbraio 2022;

   più precisamente si deroga agli articoli 49 e 50 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n. 39453 – che disciplinano rispettivamente: il riconoscimento dei titoli abilitanti all'esercizio delle professioni per i cittadini stranieri non residenti di esercitare in Italia come lavoratori autonomi o dipendenti, di ottenere tale riconoscimento anche in assenza di un titolo abilitante all'esercizio della professione e che il nominativo del professionista, con titolo conseguito all'estero, debba risultare negli appositi elenchi di cittadini stranieri che abbiano ottenuto il riconoscimento di titoli abilitanti o per i quali non vi è ancora un ordine o un collegio, – e alle disposizioni di cui al decreto legislativo n. 206 del 2007;

   quest'ultimo dà attuazione alla direttiva 2005/36/CE relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali, che al Capo IV detta, con riferimento alle diverse professioni sanitarie, il regime specialistico del riconoscimento delle esperienze professionali e dei periodi di formazione;

   pertanto, la nuova disposizione normativa deroga a due conditio sine qua non: difatti l'Ucraina, ad oggi, non è uno Stato membro dell'Unione e, in tale Stato, non è previsto un ordine professionale per le professioni sanitarie;

   inoltre, tale previsione si aggancia all'articolo 13 del decreto-legge n. 18 del 2020 che ha consentito, con le medesime deroghe, il riconoscimento delle qualifiche professionali sanitarie conseguite in uno Stato dell'Unione europea o in Stati terzi, l'esercizio temporaneo di tali qualifiche, fino al 31 dicembre 2022, da parte di professionisti che intendono esercitare sul territorio nazionale una professione sanitaria conseguita all'estero in base a specifiche direttive dell'Unione europea;

   la percentuale di vaccinazioni anti-Covid in Ucraina si aggira intorno al 30 per cento; si aggiunga che l'anno scorso in Ucraina c'è stato un focolaio di poliomielite e che è tra i primi Paesi al mondo per casi di tubercolosi. Difatti l'Ucraina è stata inserita dall'Oms tra i Paesi ad elevata endemia di tubercolosi (Tbc), tanto che è stato istituito presso l'Istituto Spallanzani un ambulatorio dedicato alla sorveglianza per la tubercolosi dei migranti;

   infine, emerge una riflessione sul giuramento di Ippocrate che impegna i sanitari a «prestare soccorso nei casi d'urgenza e mettersi a disposizione dell'Autorità competente in caso di pubblica calamità»;

   pertanto oltre alle su esposte considerazioni si rileva la «delicatezza» delle professioni sanitarie –:

   se il Ministro interrogato non intenda valutare se non sia opportuno un serio e preliminare accertamento della conoscenza avanzata della lingua italiana da parte degli ordini professionali come presupposto per poter lavorare in Italia e quale sarà il metodo di accertamento del possesso dei titoli e dello standard qualitativo di formazione necessario per esercitare la professione in Italia;

   se, dato il contesto di guerra e di estrema necessità, non sia più indicato adoperarsi per favorire l'invio di aiuti sanitari, compreso personale, in Ucraina piuttosto che il percorso contrario;

   se siano state prese in considerazione le eventuali conseguenze civili e penali per gli errori scaturenti dall'esercizio delle suddette professioni e quali iniziative in tal senso si intendano predisporre;

   se i sanitari ucraini andranno a sostituire i sanitari italiani sospesi, in quanto non vaccinati e addirittura i sanitari guariti e non reintegrati e conseguentemente se saranno previsti per i sanitari ucraini gli obblighi vaccinali compreso quello anti Covid-19.
(5-07832)

Interrogazione a risposta scritta:


   CUNIAL. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il dottor De Donno, principale esponente dell'utilizzo del plasma iperimmune per la cura dei pazienti affetti da COVID-19 in Italia, si era espresso, in data 14 maggio 2020 al Senato, in quanto soggetto audito in qualità di direttore di pneumologia e dell'unità di terapia intensiva respiratoria dell'ospedale Carlo Poma di Mantova, in merito all'efficacia della terapia;

   il 27 luglio 2021 il dottor De Donno è morto suicida e la procura di Mantova ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo;

   già con l'interrogazione n. 4-10228 del 14 settembre 2021, che qui si richiama nella sua interezza era stato chiesto al Governo se non ritenesse di adottare iniziative affinché trovasse spazio anche la terapia al plasma convalescente da guariti come terapia per soggetti non ospedalizzati da COVID-19;

   il 30 marzo 2022 è stato pubblicato sul The New England Journal Of Medicine, lo studio «Early Outpatient Treatment for Covid-19 with Convalescent Plasma» relativo al trial clinico NCT04373460, per testare l'uso del plasma convalescente per limitare le complicazioni associate a Sars-CoV-2. Lo studio ha concluso che: «Il plasma convalescente Covid-19 può essere preso in considerazione per l'uso iniziale nei pazienti con Covid-19 e per l'uso in future pandemie, mentre sono in fase di sviluppo terapie e vaccini monoclonali. La creazione di centri di infusione in grado di somministrare rapidamente plasma convalescente Covid-19 per pazienti ambulatoriali durante le pandemie può essere una considerazione per i futuri sistemi sanitari. Anche nell'attuale pandemia, la continua propagazione delle varianti Sars-CoV-2, con resistenza in evoluzione agli anticorpi monoclonali attualmente disponibili, indica la potenziale utilità di sviluppare capacità per la disponibilità e la distribuzione del plasma convalescente di Covid-19, soprattutto perché di provenienza locale. I livelli di anticorpi sono eterogenei tra i donatori, e in future pandemie dovrebbe essere preso in considerazione solo l'uso di plasma terapeutico con livelli di anticorpi nei decili superiori» –:

   se non intenda il Governo, a fronte di questa ulteriore evidenza scientifica, adottare iniziative per interrompere la campagna vaccinale, per una strategia rivolta alla cura dei pazienti e un ritorno ad una gestione normale a livello sanitario.
(4-11749)

SUD E COESIONE TERRITORIALE

Interrogazione a risposta orale:


   DEIDDA. — Al Ministro per il sud e la coesione territoriale. — Per sapere – premesso che:

   a metà dicembre 2021 è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che ripartisce il «Fondo di sostegno ai comuni marginali» per gli anni 2021-2023;

   si tratta, in totale, di 180 milioni euro assegnati a 1.187 comuni, selezionati per le loro condizioni particolarmente svantaggiate, in quanto a forte rischio di spopolamento, con un indice di vulnerabilità sociale e materiale (Ivsm) elevato e con un basso livello di redditi della popolazione residente;

   le risorse potranno essere utilizzate per tre categorie di interventi nei territori soggetti a spopolamento:

    adeguamento di immobili comunali da concedere in comodato d'uso gratuito per l'apertura di attività commerciali, artigianali o professionali;

    concessione di contributi per l'avvio di attività commerciali, artigianali e agricole;

    concessione di contributi a favore di chi trasferisce la propria residenza e dimora abituale nei comuni delle aree interne, come concorso per le spese di acquisto e ristrutturazione dell'immobile (massimo 5.000 euro a beneficiario);

   inoltre, i comuni svantaggiati potranno concedere gratuitamente propri immobili da adibire ad abitazione principale o per svolgere lavoro agile;

   tra i 1187 comuni, come da elenco pubblicato nell'allegato B, mancano certamente alcuni che, nella regione Sardegna, come Esterzili, Ussassai o Seui, stanno registrando un incremento del fenomeno di spopolamento con la conseguente riduzione dei servizi e delle attività produttive operanti nel proprio territorio –:

   se sia a conoscenza di quanto sopra esposto, se intenda chiarire i motivi di esclusione e/o l'assenza nell'elenco dei comuni beneficiari del fondo, ma anche in quello degli esclusi, di diversi comuni della regione Sardegna, in particolare Esterzili, Seui o Ussasai e se e quando potranno essere presi in considerazione.
(3-02866)

Apposizione di una firma ad una interrogazione.

  L'interrogazione a risposta scritta Fiorini n. 4-11728, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 1° aprile 2022, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Tombolato.

Trasformazione di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati così trasformati su richiesta dei presentatori:

   interrogazione a risposta in Commissione Businarolo n. 5-06669 del 15 settembre 2021 in interrogazione a risposta orale n. 3-02867;

   interrogazione a risposta orale Ubaldo Pagano n. 3-02577 del 29 ottobre 2021 in interrogazione a risposta scritta n. 4-11739;

   interrogazione a risposta scritta Deidda n. 4-11035 del 10 gennaio 2022 in interrogazione a risposta orale n. 3-02866;

   interrogazione a risposta in Commissione Baratto n. 5-07358 del 12 gennaio 2022 in interrogazione a risposta orale n. 3-02868;

   interrogazione a risposta in Commissione Colletti n. 5-07426 del 4 febbraio 2022 in interrogazione a risposta orale n. 3-02869.