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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Giovedì 10 marzo 2022

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:


   La XIII Commissione,

   premesso che:

    l'incremento dei costi dell'energia e dei carburanti, nonché delle materie prime necessarie per la lavorazione dei prodotti, ha portato ad un rincaro del 230 per cento di frutta e verdura nel 2022 rispetto al 2021;

    le recenti spirali inflattive, che hanno colpito le materie, prime non hanno quindi risparmiato il mondo agroalimentare, incentivando la necessità di provvedere alla istituzione e tutela della sovranità alimentare nazionale;

    il settore ortofrutticolo, nell'Unione europea, vale circa 50 miliardi di euro, il 21 per cento del valore agricolo nell'Unione, per un totale di un milione e mezzo di aziende nel settore, capaci di generare, in termini di indotto, circa 150 miliardi di euro, basati sul 3 per cento della superficie agricola europea;

    secondo elaborazioni da parte dell'istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea), il settore ortofrutticolo, in Italia, vale circa 15 miliardi di euro e rappresenta il 25,5 per cento della produzione agricola nazionale, coinvolgendo oltre 300.000 aziende, metà di questa ricchezza è generata dalla produzione di frutta;

    le sole esportazioni di prodotti ortofrutticoli valgono per oltre 8,5 miliardi di euro;

    la porzione di terreno nazionale impiegata nella produzione ortofrutticola ammonta a 1,2 milioni di ettari dei quali il 3 per cento circa 39.000 ettari, riguarda la produzione di ortaggi in serra, il 34 per cento è dedicato alla frutta fresca, un altro 34 per cento alla produzione di ortaggi a campo aperto, il 12 per cento agli agrumi, il 10 per cento alla produzione di legumi secchi, il 4 per cento alle piante da tubero ed il 3 per cento all'uva da tavola;

    l'Unione europea vanta una legislazione molto severa nell'ambito della produzione ortofrutticola, imponendo caratteristiche standard ai prodotti, sia a livello di dimensioni, che di colorazione della buccia, qualità organolettiche e livelli di zuccheri presenti, caratteristiche che, tuttavia, non sono necessariamente armonizzate con gli attuali, cambiamenti climatici, ossia la crescente forza delle gelate e i recenti episodi di siccità che hanno colpito il comparto agroalimentare nazionale;

    come indicato da varie attività economiche del settore, a fronte di fioriture eccellenti, anche per le produzioni di nocciole, le ridotte precipitazioni costituiscono un potenziale vulnus a danno delle produzioni ortofrutticole;

    come indicato da associazioni di rappresentanza di categoria quali Coldiretti, Confagricoltura, Cia ed altre sigle specializzate, il 2021 è stato l'anno nero per l'ortofrutta italiana tra gelo, tempeste e siccità che hanno devastato campi, serre e raccolti;

    il Piemonte rappresenta un polo produttivo con 6 milioni di quintali di ortofrutta prodotti all'anno per una superficie dedicata di oltre 50.000 ettari, di cui più di 30.000 nella sola provincia di Cuneo;

    le recenti misure indennitarie disposte dal Governo anche contestualmente alla legge di bilancio per il 2022 hanno coperto numerosi settori, con minore riferimento per quello ortofrutticolo, che è stato ulteriormente messo in difficoltà (analogamente all'intero comparto agroalimentare) dalle conseguenze economiche dell'invasione della Repubblica ucraina ad opera della Federazione russa; come riportato da numerose aziende agricole, sono sempre crescenti le difficoltà nello stipulare polizze assicurative a tutela delle proprie produzioni, anche per i crescenti prezzi delle stesse, che portano tale scelta a diventare fuori mercato;

    gli strumenti per la gestione del rischio a disposizione delle attività agricole sono al momento tre, polizze assicurative (per avversità atmosferiche, fitopatie, epizoozie e infestazioni parassitarie), fondi mutualistici (per coprire perdite sulla produzione riconducibili ad eventi naturali avversi) ed i cosiddetti strumenti di stabilizzazione del reddito (cosiddetto Income stabilisation tools – Ist), meccanismi gestiti in forma mutualistica che prevedono una quota di partecipazione su base annuale, con la quale viene coperto il rischio di sperimentare significativi cali di reddito aziendale;

    il ricorso a questi strumenti, in modo particolare per i fondi mutualistici, ma anche gli Ist, sebbene preveda una partecipazione di risorse derivanti da Polizza agricola comunitaria (Pac) e compartecipazione nazionale, vede naturalmente la necessità di un contributo da parte delle aziende;

    il decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, cosiddetto «Decreto Cura Italia» ed il decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23, cosiddetto «Decreto Liquidità» hanno fornito misure di sostegno al reddito ed alla liquidità delle aziende agricole, fornendo copertura degli interessi dei finanziamenti bancari, la possibilità di rinegoziare i propri mutui, nonché tutta una serie di erogazioni di liquidità e di risorse e differimenti nelle scadenze dei pagamenti tale da garantire la continuità economica delle attività stesse;

    la natura emergenziale e temporanea di tali strumenti, nati per rispondere all'emergenza pandemica e non all'attuale emergenza energetica e logistica, che ha messo le aziende, già in attuale tensione economico-finanziaria, nella condizione di non poter restituire le somme dovute, sia in relazione ai mutui, che ai programmi di gestione del rischio previsti, sia a mezzo assicurazione che a fondo mutualistico, deve essere contemperata a quelle che sono le nuove esigenze derivanti dall'attuale assetto economico internazionale;

    il Fondo mutualistico nazionale sulle avversità catastrofali, istituito in seno alla Pac per la programmazione 2021-2027 costituisce un utile presidio a tutela dei comparti, ma la sua entrata in vigore nel 2023 rende necessaria la disposizione di misure per l'anno 2022;

    in tal senso, misure di calmieramento dei prezzi e di agevolazione assicurativa, anche con meccanismi di flessibilità che tengano di conto dei recenti mutamenti internazionali, sono necessarie per garantire la sovranità alimentare nazionale,

impegna il Governo:

   ad adottare tutte le iniziative necessarie per sviluppare misure che agevolino l'accesso a polizze assicurative che possano tutelare il comparto ortofrutticolo dalle criticità delineate in premessa, ed, in particolar modo, tenendo conto della mancanza di liquidità nella quale le aziende del comparto ortofrutticolo sono state trascinate dalle attuali contingenze internazionali;

   ad adottare iniziative per disporre, nelle more della piena operatività del Fondo sulle avversità catastrofali, misure indennitarie e di tutela delle produzioni ortofrutticole nazionali, anche prevedendo, se del caso, misure di calmieramento dei prezzi a tutela di produttori e consumatori;

   ad adottare iniziative per prorogare i termini dei pagamenti per le aziende agricole, in considerazione anche dell'esperienza mutuata con le iniziative di cui ai citati decreti-legge nn. 18 del 2020 e 23 del 2020, in relazione alle iniziative di continuità economica delle imprese medesime;

   ad adottare iniziative per elaborare le necessarie misure strategiche e progettuali, anche in stretto raccordo con le regioni, per sviluppare le necessarie infrastrutture per scongiurare i danni della siccità sul comparto agroalimentare;

   ad adottare iniziative per introdurre misure a tutela e sostegno della nascita di nuove filiere produttive ortofrutticole sul territorio nazionale.
(7-00806) «Ciaburro, Caretta, Vinci».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   FERRI e VITIELLO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per le pari opportunità e la famiglia, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   in Ucraina è in corso un feroce conflitto che sta determinando una delle più grandi catastrofi umanitarie in Europa dalla fine della seconda guerra mondiale, con — secondo alcune stime — duemila civili morti, tra cui bambini, dall'inizio degli scontri, e oltre un milione di profughi tra cui molti minori, che necessitano di assistenza;

   nel Consiglio dei ministri del 28 febbraio 2022 sono stati stanziati 10 milioni di euro, a carico del Fondo per le emergenze nazionali, per assicurare soccorso e assistenza alla popolazione ucraina ed è stato, a tal fine, dichiarato uno stato di emergenza umanitaria, che durerà fino al 31 dicembre 2022 con l'esclusivo scopo di assicurare il massimo aiuto dell'Italia all'Ucraina;

   ai sensi dell'articolo 2 della legge 4 maggio 1983, n. 184 (Diritto del minore a una famiglia), il minore temporaneamente privo di un ambiente familiare idoneo è affidato a una famiglia, preferibilmente con figli minori, o a una persona singola, in grado di assicurargli il mantenimento, l'educazione, l'istruzione e le relazioni affettive di cui egli ha bisogno;

   molte decine di famiglie italiane che avevano avanzato richiesta di adozione di bambini di nazionalità ucraina, e avviato le relative procedure, hanno visto negarsi l'arrivo degli stessi a causa dei disastrosi eventi delle ultime settimane;

   centinaia di minori, adolescenti e di più tenera età, stanno raggiungendo il nostro Paese senza figure genitoriali o familiari: circa 630 orfanotrofi ucraini, sulla base delle notizie disponibili, ospitano quasi centomila bambini di cui, al momento, sarebbe in corso lo sgombero;

   risulta urgente impegnarsi per l'arrivo in sicurezza e per la permanenza dei minori destinati alle famiglie adottiva e, altresì, intervenire per assicurare ai minori rifugiati un nucleo familiare che possa provvedere all'educazione, all'istruzione e all'assistenza affettiva di cui necessitano affinché sia attuata la piena tutela dei diritti riconosciuti dalla Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza –:

   se il Governo intenda procedere ad adottare le necessarie iniziative, anche normative al fine di prevedere la definizione di un albo delle famiglie disposte ad accogliere i minori rifugiati, a individuare le procedure adeguate e a valutare l'adozione delle iniziative di competenza per un'accelerazione dei procedimenti di affidamento e adozione internazionale dei minori, così che possano essere allontanati dalle zone di guerra per essere messi in salvo presso le famiglie affidatarie/adottanti.
(5-07682)

Interrogazione a risposta scritta:


   MAGI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il 28 febbraio 2022 il procuratore della Corte penale internazionale dell'Aia (di seguito «Cpi» o «la Corte»), Karim A. A. Khan QC, ha annunciato ufficialmente di aver aperto un'indagine per «crimini di guerra» in Ucraina, dopo aver ricevuto il via libera da 39 Stati sulla base delle precedenti conclusioni del suo ufficio emerse dall'esame preliminare;

   come emerge dalla stessa dichiarazione, ha ricevuto segnalazioni sulla situazione in Ucraina dai seguenti 39 Stati parti della Cpi; Repubblica d'Albania, Commonwealth d'Australia, Repubblica d'Austria, Regno del Belgio, Repubblica di Bulgaria, Canada, Repubblica di Colombia, Repubblica di Costa Rica, Repubblica di Croazia, Repubblica di Cipro, Repubblica Ceca, Regno di Danimarca, Repubblica di Estonia, Repubblica di Finlandia, Repubblica francese, Georgia, Repubblica federale di Germania, Repubblica ellenica, Ungheria, Repubblica d'Islanda, Irlanda, Repubblica Italiana, Repubblica di Lettonia, Principato del Liechtenstein, Repubblica di Lituania, Granducato del Lussemburgo, Repubblica di Malta, Nuova Zelanda, Regno di Norvegia, Regno dei Paesi Bassi, Repubblica di Polonia, Repubblica del Portogallo, Romania, Repubblica Slovacca, Repubblica di Slovenia, Regno di Spagna, Regno di Svezia, Confederazione Svizzera, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord;

   questi deferimenti consentono alla Corte di procedere con l'apertura di un'indagine sulla situazione in Ucraina dal 21 novembre 2013 in poi, comprendendo così nel suo ambito qualsiasi accusa passata e presente di crimini di guerra, crimini contro l'umanità o genocidio commessi in qualsiasi parte del territorio dell'Ucraina da qualsiasi persona;

   le indagini attive da parte della Cpi sarebbero notevolmente accelerate se uno Stato Parte dello Statuto di Roma (lo «Statuto») dovesse deferire la situazione all'Ufficio, come previsto dall'articolo 14 dello Statuto;

   la raccolta delle prove è già iniziata;

   come noto, i costi dell'effettivo funzionamento della Corte sono indubbiamente consistenti e, secondo quanto stabilito nello statuto agli articoli 115 e 116, le risorse finanziarie della Corte e dell'Assemblea degli Stati Parte provengono da contributi degli Stati Parte, da risorse finanziarie delle Nazioni Unite e da contributi volontari –:

   quali iniziative di competenza intenda intraprendere il Governo al fine di sostenere pienamente le strutture della Corte penale internazionale nello svolgimento dell'indagine avviata rispetto all'aggressione russa all'Ucraina, agevolandone il lavoro, in particolare con riguardo al sostegno finanziario necessario a tale iniziativa, perché la Cpi possa svolgere il proprio ruolo di raccolta delle prove, per un lasso di tempo così ampio, e procedere, sulla base di questa raccolta, all'incriminazione per crimini di guerra.
(4-11558)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta scritta:


   UNGARO, SCHIRÒ e SIRAGUSA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   sono giunte agli interroganti diverse segnalazioni da parte dei concittadini residenti nella circoscrizione consolare di Barcellona in merito all'impossibilità di ottenere in tempi ragionevoli l'accesso a servizi pubblici essenziali, come per esempio il rinnovo del passaporto — per il quale spesso occorre attendere diversi mesi — l'emissione della carta d'identità o l'iscrizione all'Aire;

   Barcellona è diventata, da anni, una delle mete di riferimento della nuova emigrazione italiana all'estero: il numero di cittadini italiani residenti iscritti all'Aire ha raggiunto le 115 mila unità, registrando dei tassi di crescita annuali attorno al 5 per cento; un fenomeno che continua a mettere sotto pressione le nostre strutture consolari. Una situazione di precarietà acuita ulteriormente negli ultimi due anni dalla crisi pandemica da COVID-19 che ha costretto il Consolato a ridurre la sua capacità operativa generando una mole imponente di arretrati –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti e quali urgenti iniziative intenda adottare per potenziare l'operatività del Consolato generale d'Italia di Barcellona, quali per esempio l'ampliamento della pianta organica tramite l'attribuzione di nuovo personale come funzionari, contrattisti o digitatori, con la finalità di assicurare un servizio pubblico celere ed efficace per i nostri connazionali residenti a Barcellona.
(4-11552)

CULTURA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   RADUZZI. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   da quanto risulta all'interrogante il maestro russo Valery Gergiev, uno dei più importanti direttori d'orchestra, è stato sospeso dalla propria attività lavorativa in numerosi teatri lirici nazionali. La motivazione che ha determinato il suo allontanamento sarebbe stata la non condanna esplicita dell'aggressione militare russa in Ucraina. Dopo il licenziamento del direttore d'orchestra dal «Teatro alla Scala», il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha dichiarato che l'allontanamento di Gergiev sarebbe stato dovuto alla mancata risposta di sottoscrizione ad una lettera preconfezionata in cui si prendevano le distanze dalla guerra;

   tuttavia, l'allontanamento del direttore non sarebbe avvenuto solo al «Teatro alla Scala» di Milano, ma sarebbe stato adottato anche in altri teatri italiani ed europei. Gergiev, da quanto si apprende da fonti stampa, sarebbe stato escluso dal palinsesto del Macerata Opera Festival in programma il prossimo 20 agosto 2022, nonché si è visto interrompere il proprio contratto di lavoro con il prestigioso teatro Petruzzelli di Bari, dove avrebbe dovuto tenere un concerto con l'Orchestra del Mariinskij di San Pietroburgo. La motivazione delle disdette lavorative sarebbe sempre quella di essere rimasto in silenzio e non aver condannato esplicitamente l'aggressione di Putin in Ucraina;

   Valery Gergiev non sarebbe l'unico musicista russo ad essere stato escluso dai suoi incarichi, anche la soprano russa Anna Netrebko ha dovuto disdire i propri impegni lavorativi. La stessa, tramite i propri profili social avrebbe denunciato la discriminazione subita: «è fortemente ingiusto forzare gli artisti o qualsiasi personaggio pubblico a fare sentire le proprie opinioni politiche e a denunciare la sua terra natale». Nonostante avesse dichiarato di essere contro la guerra e di avere molti amici in Ucraina, ha poi sottolineato quanto sia assurdo estendere una questione politica al campo artistico, aggiungendo che lo scopo degli artisti sarebbe quello di «unire le persone dove la politica le divide»;

   considerato che il direttore Valery Gergiev non ha alcuna responsabilità nei bombardamenti ad opera delle forze militari russe sulle città ucraine, nonché che lo stesso non ha mai rilasciato nessuna dichiarazione a favore della guerra, la decisione di esclusione del suddetto direttore si fonderebbe sulla inesistente colpevolezza di «non opinione» sull'argomento e quindi in netto contrasto con il diritto al lavoro e di libertà artistica riconosciuti rispettivamente dagli articoli 4 e 33 della Costituzione –:

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare, per quanto di competenza, affinché tali episodi non si ripetano ulteriormente e non si generalizzi in campo culturale una ingiustificata discriminazione verso gli artisti russi.
(5-07691)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   VITIELLO e FERRI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   le accise e l'Iva hanno un peso specifico notevole nella definizione del prezzo del carburante che, secondo la rilevazione diffusa dal Ministero della transizione ecologica relativa al 28 febbraio 2022, costituiscono circa il 57 per cento del prezzo finale della benzina e del gasolio, mentre il prezzo industriale copre il 43 per cento circa;

   alcune delle accise sono imposte di scopo, introdotte nel corso degli anni per raggiungere determinati obiettivi, alcuni dei quali risolti ormai da tempo come la ricostruzione dopo il disastro del Vajont del 1963, dopo l'alluvione di Firenze del 1966, il terremoto del Friuli del 1976, dell'Irpinia 1980 e molti altri;

   l'ultimo report dell'Unem, l'Unione energie per la mobilità, l'associazione che rappresenta le principali aziende che operano in Italia nell'ambito della lavorazione, della logistica e della distribuzione dei prodotti petroliferi, mostra che il gasolio in Italia costa 5,7 centesimi in più al litro rispetto alla media europea, ma che, al netto di accise e Iva, il prezzo industriale italiano è inferiore di 7,8 centesimi, e che il prezzo della benzina è più caro di 3,9 centesimi rispetto alla media europea, ma senza le tasse il prezzo industriale è di 6 centesimi in meno rispetto al resto d'Europa;

   secondo i dati settimanali comunicati dal Ministero dello sviluppo economico, il prezzo medio nazionale della benzina in modalità self sale a 1.953,14 euro al litro (+84,28) e il prezzo medio praticato del diesel self cresce a 1.829,33 euro al litro (+88,86);

   Assopetroli-Assoenergia evidenzia la significativa contrazione della disponibilità di prodotto afferente alla rete di distributori e l'aumento del costo dei carburanti e dei combustibili che si sta ripercuotendo sui rivenditori –:

   se il Ministro interrogato intenda assumere le necessarie determinazioni affinché si faccia fronte al vertiginoso aumento dei prezzi dei carburanti e quali iniziative di competenza, anche normative, intenda adottare al fine di ridurre il prezzo dei carburanti e, in particolare, le componenti che incidono fortemente su di esso, ovvero le accise e l'Iva.
(5-07684)


   FRAGOMELI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   negli ultimi mesi il Governo è intervenuto più volte per ridurre la pressione per il «caro bollette» stanziando risorse pari a 1,2 miliardi di euro (III trimestre 2021), 3,5 miliardi di euro (IV trimestre 2021) e 5,5 miliardi di euro (I trimestre 2022);

   il decreto-legge 1° marzo 2022, n. 17, ha previsto misure urgenti per il contenimento dei costi dell'energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali e sono state destinate, per tali finalità, quasi 8 miliardi di euro, di cui circa 5,5 saranno destinati a fare fronte al caro energia per il II trimestre 2022 e la restante parte, invece, a sostegno delle filiere produttive che stanno soffrendo maggiormente in questa fase;

   il nuovo decreto proroga, in particolare, le misure già in essere, come l'azzeramento delle aliquote relative agli oneri generali di sistema applicate alle utenze domestiche e non domestiche, la riduzione dell'Iva al 5 per cento e degli oneri generali per il settore gas, il rafforzamento del bonus sociale per le famiglie con Isee di circa 8.000 euro o di 20.000 nel caso di famiglie numerose e il credito d'imposta per le imprese energivore;

   seppure i provvedimenti in essere forniscono un sostegno considerevole alle famiglie e alle imprese che in questo particolare momento sostengono i costi della crisi energetica legata alla guerra in Ucraina, le citate misure, tuttavia, non intervengono su alcuni aspetti rilevanti tra cui gli oneri riconosciuti agli operatori del settore della distribuzione elettrica in relazione ad investimenti attuati dagli stessi per la manutenzione e lo sviluppo della rete;

   in particolare con la delibera 23 dicembre 2021 614/2021/R/com, l'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) ha fissato, per il periodo 2022-2027, i tassi di remunerazione del capitale investito rispettivamente al 5 per cento per la trasmissione dell'energia elettrica, al 5,2 per cento per la distribuzione e misura dell'energia elettrica, al 5,1 per cento per le reti di trasporto del gas e al 5,6 per cento per la distribuzione e misura del gas;

   i tassi di remunerazione degli investimenti, stabiliti dall'Autorità, appaiono, a giudizio dell'interrogante elevati, se confrontati con i tassi di accesso ai finanziamenti bancari per realizzare tali investimenti, al punto da garantire una rendita finanziaria alle imprese distributrici di energia elettrica e gas;

   considerato che il costo dell'investimento è riconosciuto alle imprese e caricato sulle bollette, sarebbe opportuno, in questa fase, riconsiderare questo spread, allineando i tassi di remunerazione degli investimenti a quelli di mercato;

   le attuali disposizioni normative stabiliscono, inoltre, che per le cessioni di beni e le prestazioni di servizi rilevanti ai fini Iva – in questo caso l'energia elettrica – i relativi oneri tributari sono parte integrante della base imponibile da assoggettare ad imposta e pertanto le accise sulle materie prime sono comprese nell'imponibile e sono da assoggettare all'Iva;

   considerato che sulle accise delle materie prime che concorrono a formare il costo della fornitura si applica l'Iva, sembrerebbe opportuno, a parere dell'interrogante, intervenire sulle disposizioni che prevedono l'applicazione dell'Iva sugli oneri tributari imputati in bolletta al fine di evitare una doppia tassazione –:

   quale sia l'orientamento dei Ministri interrogati in merito ai fatti esposti in premessa, e quali iniziative, per quanto di competenza, intendano adottare al fine di ridurre ulteriormente l'aggravio dell'onere dovuto all'aumento del costo della materia prima, anche valutando, in raccordo con l'Arera, l'opportunità di allineare i tassi di remunerazione degli investimenti ai valori di mercato e intervenendo al fine di evitare l'applicazione dell'Iva sugli oneri tributari.
(5-07689)


   FRAGOMELI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   secondo il dettato costituzionale, e in particolare l'articolo 53 della Costituzione il sistema tributario è informato a criteri di progressività; tuttavia, in un contesto di crescente concorrenza fiscale internazionale, negli ultimi 50 anni, in Italia, sono stati introdotti sistemi di «tassazione duale» del reddito per evitare uscite di capitali verso Paesi a bassa fiscalità;

   in particolare, oggi, la legislazione vigente prevede una tassazione sostitutiva e proporzionale della maggior parte dei redditi di capitale, con aliquote differenziate e disallineate rispetto all'aliquota Ires come per i proventi finanziari, il capital gain, i canoni di locazione, le plusvalenze immobiliari, e, in alcuni casi, una esenzione totale come per la detassazione delle plusvalenze ultraquinquennali sugli immobili o sull'abitazione principale, o l'esenzione per le plusvalenze del risparmio investito nei piani individuali di risparmio – Pir; una tassazione proporzionale è oggi applicata anche su alcuni redditi, con preponderante componente lavorativa come per i redditi autonomi minimi dei professionisti;

   il medesimo articolo 53 della Costituzione prevede che «tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva»;

   il quadro d'insieme della tassazione in Italia sembrerebbe contraddire il principio costituzionale sopra enunciato e violare il principio di equità orizzontale penalizzando i redditi di lavoro – dipendente e autonomo – rispetto a quelli fondati sul capitale;

   con il disegno di legge delega per la riforma fiscale, attualmente all'esame parlamentare, è stato condiviso il modello della dual income tax rispetto al modello alternativo della comprehensive income tax, in tal modo prevedendo l'assoggettamento alla progressività solo dei redditi da lavoro (e assimilati), e lasciando l'applicazione delle aliquote proporzionali agli altri redditi –:

   quale sia il complessivo numero di persone fisiche che per varie ragioni percepiscono esclusivamente redditi da rendite finanziarie o immobiliari, al fine di comprendere la parte di contribuenti che sfugge alla progressività della tassazione.
(5-07690)

Interrogazioni a risposta scritta:


   DI SARNO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto riportato da numerosi organi di stampa, si sta assistendo a un vero e proprio default che riguarda almeno 500 mila imprese, pari al 43 per cento dei contribuenti;

   le stesse, infatti, non sono state in grado di pagare le rate delle imposte pregresse e sospese a seguito della normativa emergenziale Covid-19 e, da qualche giorno senza alcun preavviso, si stanno vedendo notificare, a tempo di record, le intimazioni di pagamento del residuo dovuto, comprensivo di sanzioni e interessi, per essere venuta meno la rottamazione;

   si prevede il pagamento dei debito entro 5 giorni, senza possibilità di dilazione o altre tolleranze: scaduto il termine previsto, scatteranno direttamente le procedure esecutive e cautelari come fermi amministrativi, ipoteche è pignoramenti;

   anche il restante 57 per cento di contribuenti interessati si trova a fare i conti con le difficoltà e i tempi per l'adempimento della prossima scadenza poiché entro il 7 marzo 2022 deve essere stata saldata la rata dei piani di rottamazione ter non decaduti è il debito dovrà essere pagato non oltre il 12 marzo 2022, cioè entro la tolleranza ammessa dall'Agenzia delle entrate;

   le aziende sono costrette a valutare le opzioni alla rateizzazione tributaria per bloccare il pagamento del dovuto, stoppare i pignoramenti, le azioni esecutive, nonché utilizzare metodi alternativi alla rottamazione, allo scopo di pagare a saldo e stralcio il debito residuo, tornato ai valori nominali, aumentati di sanzioni e interessi;

   i versamenti già effettuati in passato sono stati acquisiti a titolo di acconto dell'importo complessivamente dovuto, ma il carico tributario iscritto a ruolo (che prima era stato ridotto in funzione dell'accesso alla rottamazione) ora è stato ripristinato e rideterminato perché la rottamazione ter estingue l'intero debito solo se pagato integralmente;

   considerando che i debiti pregressi risalgono nel tempo, poiché i ruoli sono riferiti all'annualità dal 2016 in poi, ci si rende conto che le imprese sono, oggi, incolpevolmente sommerse da esposizioni tributarie che avevano cercato di definire con le agevolazioni previste via via nel tempo e che mai prima d'ora l'agente della riscossione aveva potuto sollecitare;

   in mancanza di soluzioni normative, gli strumenti disponibili per le aziende in difficoltà non sono molti, anzi si riducono sostanzialmente a composizione negoziata per la soluzione della crisi d'impresa e concordato preventivo; la prima ha l'inconveniente di una maggior complessità e della relativa novità della procedura che probabilmente non è ancora stata assimilata da tutti gli operatori coinvolti; la seconda ha il vantaggio di aprire le porte alla transazione fiscale;

   in riferimento alla composizione negoziata, il Governo aveva cercato di scongiurare il default del sistema Paese, introducendo questo strumento con il decreto-legge 24 agosto 2021, n. 118, proprio per agevolare la continuità aziendale, risanare le imprese in difficoltà finanziaria ed evitare l'uso smisurato delle procedure concorsuali;

   ottenere le misure cautelari con la suddetta misura non è però così semplice, in quanto la domanda di nomina dell'esperto e la istanza da presentare al tribunale per la conferma delle misure cautelari richiedono la predisposizione di documentazione specifica che necessita di tempo per la redazione e per ottenerla;

   se poi si considera che, tra la documentazione da allegare vi sono alcune certificazioni rilasciate proprio dall'Agenzia delle entrate e che questa si riserva 45 giorni per consegnarle, si comprende che chiedere le misure protettive previste per proteggersi dalle azioni del fisco può risultare inadeguato –:

   se non intenda adottare urgenti e opportune iniziative normative, verso anche una riapertura dei termini di cui in premessa allo scopo di garantire la tenuta economica del Paese, evitando di intasare la macchina giudiziaria, incapace peraltro di assorbire uno «tsunami» economico così imponente.
(4-11553)


   TROIANO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   a seguito dell'emanazione in sede europea delle linee guida della definizione di default, ai sensi dell'articolo n. 178 del regolamento (UE) n. 575/2013 e di successive norme in materia, sono state introdotte nuove regole in materia di classificazione in default delle controparti, a cui le banche dovranno attenersi a decorrere dal 1° gennaio 2021;

   la nuova disciplina definita dalle autorità bancarie europee, impone l'applicazione di criteri più restrittivi rispetto a quelli sino ad oggi adottati da parte degli intermediari italiani;

   al riguardo, la nuova definizione prevede, infatti, che, ai fini del calcolo dei requisiti patrimoniali obbligatori per le banche e gli intermediari, i debitori siano classificati come deteriorati (default) al ricorrere di almeno una delle seguenti condizioni:

   a) il debitore è in arretrato da oltre 90 giorni nel pagamento di un'obbligazione rilevante;

   b) la banca giudica improbabile che, senza il ricorso dell'escussione delle garanzie, il debitore adempia integralmente alla sua obbligazione e che un debito scaduto è considerato rilevante quando l'ammontare dell'arretrato supera entrambe le seguenti soglie:

   1) 100 euro per le esposizioni al dettaglio e 500 euro per le esposizioni diverse da quelle al dettaglio (soglia assoluta), per PMI e privati;

   2) l'1 per cento dell'esposizione complessiva verso una controparte; in relazione al suesposto quadro normativo, la Centrale dei rischi della Banca d'Italia, si è adeguata a seguito delle integrazioni emanate in sede europea, con particolare riferimento ai requisiti prudenziali per gli enti creditizi e le imprese d'investimento, sostenendo che la nuova definizione di default non modifica tuttavia nella sostanza, i criteri di valutazione creditizia;

   ciononostante, a giudizio dell'interrogante, la nuova disciplina prevista dal suesposto regolamento introduce criteri che risultano, in alcuni casi, più stringenti rispetto a quelli finora previsti, i cui effetti economici e finanziari, rischiano di penalizzare fortemente le imprese e la domanda interna;

   l'entrata in vigore delle nuove regole, (che coincidono con un periodo di incertezza socio-economica legata alla diffusione della pandemia da COVID-19, sull'intero territorio nazionale) a parere dell'interrogante, rischia infatti di determinare un impatto negativo e penalizzante per il tessuto economico e produttivo;

   al riguardo, a giudizio dell'interrogante, risulta pertanto urgente e necessario adottare adeguate misure finalizzate a sospendere, anche in via temporanea, l'introduzione del nuovo quadro normativo di classificazione in default, al fine di consentire ai consumatori e alle imprese di adeguarsi alla nuova normativa, in maniera più ragionevole, ed evitare, di conseguenza, un effetto domino che ridurrebbe fortemente le possibilità di accesso al credito bancario, con le prevedibili conseguenze negative sul piano economico e occupazionale;

   a tal fine, si evidenzia come il 5 maggio 2021 la Camera dei deputati abbia approvato la mozione n. 1-00413, con la quale ha impegnato il Governo ad intervenire in materia attraverso numerose iniziative, per quanto di competenza, ivi inclusa la proroga del termine transitorio –:

   quali valutazioni il Ministro interrogato intenda esprimere con riferimento a quanto esposto in premessa;

   se condivida i timori in premessa riportati, in relazione agli effetti che tali misure di classificazione di default rischiano di determinare sul tessuto socioeconomico e produttivo del Paese, anche con riferimento alla riclassificazione degli affidamenti della clientela in caso di sconfinamenti sul conto corrente bancario di modesta entità;

   in caso affermativo, quali iniziative, per quanto di competenza urgenti e necessarie, il Ministro interrogato intenda intraprendere, anche in sede europea, affinché sia introdotto un periodo transitorio, in base al quale alcuni dei criteri precedenti in materia di classificazione dei debitori possano essere ritenuti validi e consentire, pertanto, una maggiore capacità finanziaria in favore delle famiglie e delle imprese, già fortemente colpite in maniera significativa dagli effetti della pandemia.
(4-11557)

INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ SOSTENIBILI

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, per sapere – premesso che:

   i territori di Bresso, Cusano Milanino e Cinisello Balsamo sono situati nella provincia nord di Milano, con una popolazione di oltre 120.000 abitanti;

   nel 2016 – 20 settembre 2016 – è stato approvato in consiglio regionale della Lombardia il Programma regionale della mobilità e dei trasporti (Prmt) in cui si prevede lo sbinamento della metropolitana M5 da nord di Bignami in direzione Bresso, Cusano Milanino e Cinisello Balsamo, area Ovest;

   il Governo ha già previsto con la legge di bilancio per il 2021, legge n. 178 del 30 dicembre 2020, lo stanziamento di 15 milioni di euro per sostenere la realizzazione del bivio a nord dell'attuale capolinea di Bignami, che costituisce una predisposizione da realizzarsi nell'ambito dei lavori del prolungamento della linea M5 a Monza, per consentire la realizzazione dell'allacciamento di tale linea con la diramazione per Bresso senza causarne interruzioni dell'esercizio di durata particolarmente elevata;

   i 15 milioni necessari alla realizzazione del manufatto per lo sbinamento a Nord di Bignami, in direzione Bresso, Cusano e Cinisello Ovest sono stati appositamente previsti con l'aumento dei finanziamenti previsti dalla legge n. 145 del 2018, all'articolo 1, comma 96, per il prolungamento della linea metropolitana M5 da Milano a Monza: i finanziamenti sono passati da euro 617.928.440 a euro 632.928.440 –:

   quali iniziative intenda adottare il Ministro interrogato per assicurare i finanziamenti alla realizzazione dell'opera per garantire il collegamento della metropolitana M5 di Milano verso i comuni di Bresso, Cusano Milanino e Cinisello Balsamo in tempi consoni allo sviluppo urbano e abitativo dei territori; e quante risorse intenda destinare il Ministero per la realizzazione dell'intervento.
(2-01447) «Buffagni».

INTERNO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   DE MICHELI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   come riportato da notizie a mezzo stampa, nel mese di gennaio 2022 il direttivo dell'Associazione nazionale partigiani d'Italia Alto Mantovano aveva presentato richiesta al comune di Castiglione delle Stiviere (MN) di utilizzare, previo pagamento, la sala conferenze comunale (sita in Palazzo Menghini) per la presentazione del libro «E allora le foibe?» dello storico e ricercatore universitario Eric Gobetti, prevista per il 17 febbraio;

   a seguito dell'accoglimento della richiesta da parte del comune, l'Anpi dell'Alto Mantovano ha proceduto con il pagamento della quota prevista per usufruire della sala comunale;

   nei primi giorni di febbraio 2022, tuttavia, i gruppi «Comitati 10 Febbraio» e «Una rosa per Norma» hanno manifestato la loro disapprovazione – mediante articoli apparsi su «La Gazzetta di Mantova» – per la concessione della sala comunale ad Eric Gobetti, ricercatore da loro accusato di essere portatore di una visione storica opposta alla loro e da loro non apprezzata sul tema delle foibe;

   a seguito delle proteste di tali gruppi, il sindaco di Castiglione delle Stiviere, Enrico Volpi, ha revocato l'autorizzazione per l'utilizzo della sala comunale al fine di evitare precisi rischi di turbamento dell'ordine pubblico cittadino;

   a metà febbraio 2022, alcuni consiglieri comunali di Castiglione delle Stiviere hanno presentato un esposto al prefetto – in ordine alla revoca dell'autorizzazione all'uso della Sala civica – denunciando l'illegittimità della scelta del sindaco, e chiedendo alla prefettura un intervento volto a ripristinare una condizione di legittimità dell'agire amministrativo del comune di Castiglione delle Stiviere;

   alla vigilia dell'incontro di presentazione del libro di Eric Gobetti, il movimento Casapound ha ricoperto i muri cittadini, nei pressi della camera del lavoro di Mantova, con manifesti che, sotto l'effige della studentessa istriana Norma Cossetto, barbaramente uccisa, riportavano un testo sostanzialmente intimidatorio nei confronti di Eric Gobetti, reo di non essere allineato alla visione di Casapound;

   il 17 febbraio 2022 si è svolta, senza alcun incidente e in una sala messa a disposizione dalla Cgil locale, la conferenza per la presentazione del libro alla presenza dell'autore Eric Gobetti e di oltre duecento persone;

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare, per quanto di competenza, alla luce di principi di cui agli articoli 17, 18 e 21 della Carta costituzionale, la cui attuazione deve essere garantita su tutto il territorio nazionale, nonché per prevenire e contrastare l'ormai frequente ripetersi di azioni quali quelle richiamate in premessa, che secondo l'interrogante ricordano, tristemente, il clima in cui maturò l'antidemocratico e liberticida regime fascista.
(5-07688)

Interrogazione a risposta scritta:


   DORI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della salute, al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   nel corso degli ultimi mesi varie località del territorio bresciano sono state coinvolte da una serie di pericolosi roghi divampati in aree sia boschive sia urbane, anche all'interno di impianti di stoccaggio e smaltimento dei rifiuti;

   sulla base delle notizie riportate dalla stampa locale, la frequenza degli incendi dimostra che il fenomeno in allarmante crescita:

   il 9 novembre 2021 si è sviluppato un incendio presso l'impianto della Specialrifiuti, società operante nel settore dei servizi di trasporto e smaltimento dei rifiuti speciali, nella sede di Calcinato, al confine con la frazione di Montichiari;

   in data 31 gennaio 2022 si è verificato un incendio sul Monte Maniva in Valtrompia, che ha coinvolto un'ampia area boschiva di oltre 200 ettari tra le località di Collio e Pezzaze;

   in data 10 febbraio 2022 si è avuta notizia di un incendio presso l'impianto della Rpf S.r.l. con sede ad Alfianello in provincia di Brescia, azienda specializzata nel recupero e nel trattamento di materie plastiche;

   in data 26 febbraio 2022 si è sviluppato un incendio presso lo stabilimento della Tobanelli S.p.a. a Bedizzole, che si occupa di riciclo di materiali, tra cui alluminio;

   in data 27 febbraio 2022 è divampato un incendio presso la Cartiera del Chiese S.p.a. sita a Montichiari in provincia di Brescia;

   la combustione di materiali e di rifiuti altamente tossici provoca un'elevata dispersione di sostanze inquinanti nell'aria delle zone interessate, fortemente percepita anche nei centri abitati circostanti, con conseguenti gravi sulla salute dei cittadini e dell'ambiente;

   il fatto che alcuni incendi si siano sviluppati all'interno di impianti di stoccaggio o discariche induce ad ancora maggiore attenzione rispetto all'accertamento delle specifiche cause dei roghi –:

   se i Ministri interrogati siano al corrente dei fatti descritti in premessa e se ritengano, per quanto di competenza, di dover assumere iniziative per il monitoraggio e il controllo del fenomeno dei roghi tossici in particolare in siti di stoccaggio di rifiuti nel territorio bresciano con conseguente pericolo per la salute dei cittadini e per l'ambiente.
(4-11550)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   SURIANO, MASSIMO ENRICO BARONI e EHM. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il decreto 5 novembre 2021 «Adozione del Programma nazionale per la garanzia di occupabilità dei lavoratori (Gol)» ha stabilito l'imminente partenza del programma Gol (Garanzia di occupabilità dei lavoratori) nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e gli obiettivi assai stringenti da raggiungere per il potenziamento dei servizi per l'impiego;

   ai sensi dell'articolo 3, comma 5, dello stesso decreto all'interno del programma Gol il ruolo di vigilanza e tutoraggio, oltre al potere sostitutivo al fine della garanzia dei livelli essenziali delle prestazioni viene riconosciuto ad Anpal ed Anpal Servizi spa;

   il decreto legislativo 14 settembre 2018, n. 150, riconosce ad Anpal il ruolo di coordinamento della rete dei servizi per le politiche del lavoro, nel rispetto del riparto delle competenze costituzionali;

   il personale assunto con contratto di collaborazione ex articolo 12, comma 3, del decreto-legge n. 4 del 2019 convertito dalla legge n. 26 del 2019, corrisponde a circa 1.900 operatori e rappresenta ad oggi più del 60 per cento delle risorse umane di Anpal Servizi spa (nonché principale bacino di personale affinché Anpal e Anpal Servizi possano operare sui territori) e il cui contratto è in scadenza al 30 aprile 2022;

   si è verificato un forte ritardo delle procedure concorsuali regionali relative al piano straordinario di potenziamento dei Centri per l'impiego, nonché la mancata previsione nei bandi di concorso per questi lavoratori delle riserve e delle preferenze indicate dall'articolo 18 del decreto-legge n. 41 del 2021;

   il personale ex articolo 12, comma 3, del decreto-legge n. 4 del 2019 convertito dalla legge n. 26 del 2019 ha già superato una pubblica selezione essendo stato oggetto di un impegnativo processo di formazione per mesi dalla stessa Anpal Servizi spa e avendo operato all'interno degli uffici preposti ai Servizi per il lavoro, maturando una esperienza di quasi tre anni;

   il programma Gol rappresenta una vera e propria opportunità per il Paese e anche un generale rilancio della rete dei Servizi per il lavoro, quindi emerge prepotentemente la necessità di nuove professionalità (quali quelle del case-manager) diverse dai profili puramente tecnico-amministrativi di cui si avvalgono le amministrazioni regionali –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti e quali iniziative di competenza intenda adottare per non disperdere queste preziose professionalità, assicurando a queste risorse umane la continuità lavorativa e la stabilizzazione;

   quale ruolo intenda riconoscere ad Anpal e ad Anpal servizi all'interno della rete dei Servizi per il lavoro;

   se sia intenzionato ad avviare un processo di depotenziamento del ruolo di coordinamento dell'organo centrale che, nel rispetto del riparto delle competenza costituzionali, implicherebbe una minore garanzia nell'erogazione dei livelli essenziali delle prestazioni su tutto il territorio nazionale.
(5-07685)

Interrogazioni a risposta scritta:


   LICATINI e BARZOTTI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   nel mese di febbraio 2022 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il bando di concorso pubblico, per titoli ed esami, per il reclutamento di un contingente complessivo di 1.249 unità di personale non dirigenziale a tempo indeterminato di ispettori del lavoro e funzionari da destinare alle sedi di Roma e alle sedi territoriali dell'Ispettorato nazionale del lavoro;

   i posti sono ripartiti nel seguente modo: n. 1.174 per il profilo di ispettore tecnico, n. 25 per il profilo funzionario area informatica, n. 50 per il profilo funzionario socio statistico economico;

   dalle disposizioni del bando emerge che, per accedere al concorso, in relazione al profilo di ispettore tecnico, sarebbe sufficiente una laurea triennale di qualsiasi tipo;

   l'Ispettorato nazionale del lavoro è un'importante Agenzia unica per le ispezioni del lavoro dello Stato italiano che si occupa principalmente di tutela e sicurezza del lavoro, esercitando le proprie funzioni sul territorio, eseguendo attività di vigilanza e controllo, garantendo la salute e incolumità nei luoghi di lavoro;

   all'Ispettorato competono, inoltre, gli accertamenti in materia di riconoscimento del diritto a prestazioni per infortuni sul lavoro e malattie professionali, occupandosi delle caratteristiche dei vari cicli produttivi, al fine di poter stabilire l'applicazione della tariffa dei premi e l'istituto emette inoltre circolari interpretative in materia ispettiva e sanzionatoria, nonché direttive operative rivolte al personale ispettivo;

   ad oggi, esistono lauree specificamente indirizzate ad acquisire competenze tecniche in materia, le quali prevedono il sostenimento di esami, l'approfondimento di materie che vertono, in particolare, sull'organizzazione sanitaria, sulle condizioni di igiene e sicurezza nei luoghi di vita e di lavoro e sugli alimenti, sulla valutazione dei problemi esistenti nell'ambito delle comunità e delle organizzazioni lavorative, sui fenomeni infortunistici, sulla conoscenza con approccio preventivo delle malattie infettive, e in generale sulla tutela della salute, indirizzo peculiare proprio delle professioni sanitarie;

   i tecnici delle prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro, infatti, sono delle figure specialistiche di primaria importanza, sebbene sottovalutate; la legge n. 3 dell'11 gennaio 2018, «Delega al Governo in materia di sperimentazione clinica di medicinali nonché disposizioni per il riordino delle professioni sanitarie e per la dirigenza sanitaria del Ministero della salute» rappresenta, inoltre, il raggiungimento di un importante traguardo, poiché sancisce in maniera definitiva la dignità delle professioni sanitarie istituendo, congiuntamente ad altri, l'ordine dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche della riabilitazione e della prevenzione prevedendo l'istituzione degli specifici albi, tra cui quello della professione sanitaria del tecnico della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro (con il successivo decreto attuativo 13 marzo 2018), che rappresenta una garanzia per l'espletamento di quelle attività che richiedono determinati requisiti professionali;

   il tecnico della prevenzione è quindi una figura regolamentata, competente e adeguata per l'adempimento delle competenze che il profilo di ispettore tecnico richiede;

   l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza ha sicuramente il merito di prevedere le assunzioni in questo specifico settore che, da molto tempo, il Paese si aspettava e auspicava, anche in considerazione delle morti di giovani studenti nei luoghi in cui svolgevano stage o durante il programma di alternanza scuola-lavoro;

   tuttavia, il bando trascura la necessaria competenza che deve contraddistinguere l'adempimento di questo delicato compito, prevedendo che, per lo svolgimento di tale ruolo, possa essere sufficiente una «generica» laurea anche triennale –:

   se, alla luce delle predette considerazioni, il Ministro interrogato intenda assumere iniziative di competenza volte a operare una modifica orientata verso una maggiore specificità dei requisiti per l'accesso ai ruoli di cui in premessa, attribuendo il giusto rilievo alle professioni sanitarie regolamentate e più adeguate allo scopo che si intende raggiungere.
(4-11554)


   SARLI e EHM. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il giornale on line «il Desk» riporta il 24 febbraio 2022 una notizia riguardante la lotta per il lavoro dei disoccupati del «Movimento 7 Novembre» di Napoli;

   in particolare, viene riportato che la questura di Napoli aveva notificato avvisi orali a cinque esponenti del Movimento disoccupati «7 Novembre» di Napoli impegnati in molte manifestazioni di protesta in città a sostegno della loro vertenza sociale;

   i disoccupati sono stati accusati di avere invaso terreni ed edifici, di interruzione di pubblico servizio, di riunioni non autorizzate in luogo pubblico. I provvedimenti riguardano soprattutto il portavoce Eduardo Sorge, responsabile sindacale dei SiCobas, al quale viene intimato di tenere una condotta conforme alla legge e in caso di persistenza non si escludono provvedimenti più restrittivi;

   vi sono state una sequela di misure, con multe, denunce, procedimenti, fino a 5 processi nel solo mese di marzo 2022, indagini per associazione a delinquere, pericolosità sociale e avvisi orali –:

   se i Ministri interrogati intendano adottare iniziative di competenza, tra cui la convocazione di un tavolo inter istituzionale con gli enti locali, per individuare risposte per una platea di disoccupati che, da anni, rivendica salario e lavoro e indica, allo stesso tempo, anche soluzioni per progetti di pubblica utilità;

   se ritengano di voler affrontare le questioni del salario e del lavoro, poste all'attenzione dell'opinione pubblica dal «Movimento disoccupati 7 Novembre» di cui in premessa con politiche attive e di inclusione;

   se siano del parere di intraprendere tutte le iniziative di competenza affinché la vertenza dei disoccupati del «Movimento 7 Novembre» di Napoli non sia affrontata come problema di ordine pubblico, ma in un quadro di relazioni tra istituzioni.
(4-11555)


   AMITRANO e DEL SESTO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   come è noto, lo sfruttamento della manodopera lavorativa di italiani e di stranieri in special modo, si manifesta non solo attraverso la completa inosservanza delle normative in materia previdenziale e di sicurezza dei luoghi di lavoro, bensì anche attraverso vere e proprie forme di riduzione in schiavitù assai spesso perpetrate attraverso i cosiddetti «caporali», questi ultimi autori di illecita attività di intermediazione tra la domanda e l'offerta di lavoro;

   un fenomeno, dunque, che presenta, in alcune realtà territoriali, forti legami con la criminalità organizzata e nonostante l'impianto normativo vigente, periodicamente nel nostro Paese si riscontrano episodi di caporalato e di sfruttamento del lavoro nero, solo nelle ultime settimane si sono registrati casi in Emilia Romagna, Veneto, Lazio, Calabria, Toscana e Campania;

   il fenomeno del lavoro nero è in forte crescita, soprattutto a Napoli e nella sua provincia, un fenomeno diffuso che, oltre a rappresentare una forma di sfruttamento dei lavoratori e dei loro diritti, danneggia altresì l'obiettivo di elaborare un sistema produttivo sano ed efficace;

   negli ultimi anni, il preoccupante ritorno del lavoro nero investe non solo gli immigrati in ambito del settore agricolo, ma anche i cittadini italiani, assoldati a basso costo nelle fabbriche o aziende, con l'obiettivo da parte dei datori, di scaricare il costo della crisi economica – provocata dalla pandemia e attualmente dalla guerra in Ucraina che ha paralizzato le commesse e le forniture – sulle categorie più deboli, sulle persone meno attrezzate a difendersi, costrette ad accettare le regole imposte dai nuovi «caporali»;

   da notizie stampa del 7 marzo 2022, nel corso dei controlli messi in campo a Napoli è emerso che l'Ufficio dell'ispettorato del lavoro di Napoli, in collaborazione con la polizia municipale, ha scoperto in via Argine una fabbrica di abiti usati nella quale erano impiegati circa 20 lavoratori tra uomini, donne e giovani mentre tagliavano, cucivano e rimettevano in sesto abiti usati destinati al mercato del cascame tessile, lavoratori in nero che, come riportato dal quotidiano «Il Mattino» percepivano il reddito di cittadinanza e anche una paghetta settimanale di circa 20 euro al giorno per 8 ore di lavoro;

   attualmente, sono in corso anche le verifiche sui finanziamenti pubblici che hanno nutrito attività formalmente corrette, che commissionano la raccolta di indumenti usati e che probabilmente anche attraverso eventuali subappalti – sotto traccia – arrivavano ai singoli lavoratori in nero;

   con decreto ministeriale n. 32 del 24 febbraio 2022 è stato istituito il Tavolo tecnico, insediatosi il 3 marzo 2022 e che si pone l'importante obiettivo di elaborare un Piano nazionale di contrasto al lavoro sommerso nei diversi settori dell'economia; va considerato, inoltre, che, il contrasto all'impiego di personale sprovvisto di un regolare contratto è una delle due riforme che compongono la cornice delle «Politiche attive del lavoro e sostegno all'occupazione» poiché la missione n. 5 del Pnrr mira a far emergere il lavoro irregolare, salvaguardando così i diritti dei lavoratori –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se non ritenga opportuno adottare le iniziative di competenza per rafforzare e potenziare le attività di prevenzione, vigilanza e contrasto al lavoro sommerso, attraverso azioni ispettive mirate a contrastare non solo i fenomeni del lavoro nero e del caporalato, ma anche quello dell'interposizione illecita di manodopera e delle altre forme di sfruttamento che si traducono in fattispecie di dumping connesse all'utilizzo, a scopo elusivo, degli istituti previsti dalla vigente normativa in materia lavoristica, al fine di far emergere il lavoro irregolare e garantire, altresì, la tutela dei diritti dei lavoratori.
(4-11556)

POLITICHE GIOVANILI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   GRIBAUDO, BONOMO, CECCANTI, GADDA, RACITI, RIZZO NERVO, QUARTAPELLE PROCOPIO, MADIA e PINI. — Al Ministro per le politiche giovanili. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 1, comma 253, della legge n. 147 del 2013 (legge di stabilità 2014), autorizzava per la prima volta la spesa di 3 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014, 2015 e 2016, per l'istituzione in via sperimentale di un contingente di Corpi civili di pace destinato alla formazione e alla sperimentazione della presenza di 500 giovani volontari da impegnare in azioni di pace non governative nelle aree di conflitto o a rischio di conflitto o nelle aree di emergenza ambientale;

   la prima annualità di sperimentazione è stata avviata nel giugno del 2017, con l'avvio al servizio di 102 giovani, 78 per l'estero in aree a rischio di conflitto o post conflitto o di emergenza ambientale e 24 in emergenza ambientale in Italia;

   la seconda annualità è stata avviata a giugno del 2019, con l'avvio di 126 giovani, 106 per l'estero in aree a rischio di conflitto o post conflitto o di emergenza ambientale e 20 in aree di emergenza ambientale in Italia;

   nella tarda primavera del 2020 il Comitato di monitoraggio e valutazione dei Corpi civili di pace, in collaborazione con il Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale, aveva identificato alcune migliorie da apportare al prontuario di progetti del Corpo civile di pace, in vista della pubblicazione dell'avviso progetti, previsto per l'autunno 2020;

   il comitato aveva altresì indicato alcuni criteri per l'affidamento dell'incarico di valutazione dell'intera sperimentazione così come previsto dal decreto del 2015;

   a conclusione delle prime due annualità, 2017 e 2019, dovrebbero essere rimasti a disposizione per concludere la sperimentazione circa 5 milioni di euro;

   nell'ultima riunione del Comitato di monitoraggio e valutazione dei Corpi civili di pace, nel novembre 2021, il Dipartimento si era impegnato a pubblicare l'avviso progetti entro dicembre 2021;

   è evidente che proprio in questo momento, con la guerra alle nostre porte, è imprescindibile che l'Italia continui a costruire percorsi di pace, anche attraverso sperimentazioni come quella prevista per i Corpi civili di pace –:

   quali siano le ragioni che hanno determinato la mancata pubblicazione del suddetto avviso nel 2021 e se sia stata definita la tempistica per la pubblicazione dell'avviso nel 2022, al fine di procedere quanto prima alla valutazione dei progetti e alla pubblicazione del bando per la raccolta delle candidature dei giovani.
(5-07686)

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Interrogazioni a risposta scritta:


   DE LUCA. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro per il sud e la coesione territoriale. — Per sapere – premesso che:

   con deliberazione della giunta regionale n. 444 del 1° luglio 2018, la regione Campania ha dato attuazione alle linee guida di indirizzo del Ministero per la semplificazione e la pubblica amministrazione, prevedendo l'avvio di un corso-concorso a cura della Commissione interministeriale Ripam;

   nel luglio del 2019 si è avviata la procedura concorsuale per l'assunzione di 2243 figure professionali da inserire negli enti locali cui hanno partecipato ben 304 mila candidati, dei quali solo 1878 hanno superato la prova preselettiva e la prima prova scritta;

   la formula utilizzata rappresenta una novità nel panorama dei concorsi pubblici e prevede un corso-concorso che, da un lato fornisce un'importante preparazione teorico-pratica, dall'altro un supporto lavorativo agli enti pubblici ospitanti, senza però garantire alcuna assunzione al termine del lunghissimo percorso;

   diverse criticità hanno dilatato i tempi previsti, dunque, la proiezione temporale riguardo allo svolgimento del concorso è stata disattesa dall'attuale previsione assunzionale;

   coloro che sono risultati idonei alla prova preselettiva e alla prima prova scritta del concorso saranno impegnati fino alla fine di maggio 2021 in un percorso formativo molto impegnativo, suddiviso in training on the job presso gli enti locali e di formazione on line;

   la pandemia ha inevitabilmente rallentato o addirittura bloccato le varie attività della pubblica amministrazione tra cui anche i concorsi pubblici, creando ulteriori criticità ai comuni, considerate le già esigue unità di personale in servizio;

   i comuni interessati dalla procedura e che hanno aderito al «Piano per il Lavoro» sono ad oggi ben 127, tutti con noti problemi di organico, acuiti ulteriormente per effetto dei pensionamenti anticipati dovuti alla riforma «Quota 100»;

   la grave carenza di personale, quale problema comune a tutte le amministrazioni aderenti al suddetto piano per il lavoro, ha imposto a diversi enti di richiedere alla regione Campania e alla commissione interministeriale Ripam di definire in tempi certi la conclusione dell'iter concorsuale tenuto conto del protocollo di svolgimento dei concorsi pubblici del 3 febbraio 2021 della Presidenza del Consiglio dei ministri, che limita la presenza a 30 candidati per lo svolgimento in presenza delle successive prove selettive;

   alcuni enti hanno già approvato delibere di giunta comunale, trasmesse alla regione Campania ed al Formez, chiedendo una semplificazione delle procedure concorsuali ed una certezza nei tempi di assunzione al fine di inserire in organico i borsisti che di fatto stanno già operando come veri e propri lavoratori nei settori di competenza;

   sia il decreto-legge n. 34 del 2020 che il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 3 novembre 2020 hanno introdotto modalità semplificate per lo svolgimento dei concorsi, prevedendo la possibilità di rideterminare le prove delle procedure già in itinere per la formazione specialistica;

   in questo particolare momento di enorme difficoltà per il Paese, dovuto all'emergenza epidemiologica da COVID-19, anche diversi interventi governativi sono andati nella direzione della semplificazione delle procedure concorsuali e delle «assunzioni emergenziali» di personale nelle pubbliche amministrazioni –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto sopra esposto e intendano individuare, per quanto di competenza, tempi certi e celeri per la definizione della procedura concorsuale al fine della effettiva assunzione del personale già formato presso gli enti aderenti al «Piano per il lavoro» con la regione Campania e se intendano adottare iniziative affinché la Commissione interministeriale Ripam adotti soluzioni idonee alla semplificazione delle due ultime prove previste.
(4-11547)


   MICELI. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro per il sud e la coesione territoriale. — Per sapere – premesso che:

   l'Agenzia della coesione territoriale ha bandito il «Concorso pubblico per il reclutamento a tempo determinato di 2.800 unità di personale non dirigenziale di Area III - F1 o categorie equiparate nelle amministrazioni pubbliche con ruolo di coordinamento nazionale nell'ambito degli interventi previsti dalla politica di coesione dell'Unione europea e nazionale per i cicli di programmazione 2014-2020 e 2021-2027, nelle autorità di gestione, negli organismi intermedi e nei soggetti beneficiari delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia» (cosiddetto Concorso Sud), pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 4° Serie Speciale Concorsi ed esami n. 27 del 6 aprile 2021, con procedure improntate a princìpi di digitalizzazione, trasparenza e celerità e la cui prova preselettiva si è svolta mediante la valutazione dei titoli di studio e di servizio posseduti dai candidati;

   a fronte della candidatura di oltre 80.000 (ottantamila) persone, da pochi giorni risultano pubblicate sulla piattaforma online «Step One» di Formez Pa, graduatorie che ammettono definitivamente alla successiva prova scritta soltanto 8.582 candidati per ciascuno dei cinque profili messi a bando (esperto amministrativo giuridico; esperto in gestione, rendicontazione e controllo; esperto tecnico; esperto in progettazione e animazione territoriale; analista informatico);

   tale numero di ammessi è pari al triplo dei posti messi a bando e più 182 candidati risultano ammessi ex aequo (24,1 per cento residenti in Sicilia, 19 per cento in Campania, 16,6 per cento in Calabria, 13,7 per cento in Puglia e 57 unità residenti all'estero);

   per il concorso è stata prevista una procedura semplificata e velocizzata («fast track») che dovrebbe consentire l'assunzione dei vincitori entro luglio 2021 e, per tale ragione, è previsto che la prova scritta – un test di 40 domande con risposta a scelta multipla da risolvere in 60 minuti in modalità digitale e distinta per ogni profilo – si svolga dal 9 all'11 giugno 2021 presso sei sedi individuate nelle regioni interessate;

   da quanto si apprende dagli organi di stampa, diversi dei candidati esclusi avrebbero lamentato presunte irregolarità formali e procedurali del processo di verifica dei titoli, selezione e pubblicazione delle graduatorie che potrebbero dar luogo a eventuali ricorsi;

   tali pendenze comportano un rischio concreto di ritardo nello svolgimento dell'iter concorsuale, se non di invalidamento ex post, qualora le lamentate anomalie, dopo il completo esperimento delle selezioni, dovessero risultare effettivamente esistenti;

   il preminente interesse alla massima trasparenza e regolarità nelle procedure di selezione, obbliga a fare immediata chiarezza sullo stato della procedura concorsuale, anche prima dell'intervento della magistratura amministrativa, e ciò a tutela tanto del buon andamento della pubblica amministrazione, quanto delle migliaia di persone che vi stanno partecipando quali candidate –:

   di quali elementi informativi dispongano i Ministri interrogati in relazione ai fatti esposti in premessa e quali eventuali iniziative di competenza intendano intraprendere per impedire quei danni che si determinerebbero al buon andamento della pubblica amministrazione e ai partecipanti al concorso in caso di eventuale sospensione, interruzione e/o annullamento della procedura concorsuale citata.
(4-11548)

SALUTE

Interrogazione a risposta scritta:


   SAPIA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   dal 2010 la Calabria è commissariata dal Governo per il Piano di rientro dal disavanzo sanitario regionale e il presidente della regione Calabria, onorevole Roberto Occhiuto, ne è il delegato;

   in un articolo pubblicato sulla testata Gazzetta del Sud, in data 9 marzo 2022, recante il titolo «Rete nefrodialitica, le troppe falle rischiano si far saltare il sistema», viene riportata la vicenda dei pazienti in predialisi calabresi che devono provvedere all'accesso vascolare e poi procurarsi un posto sul territorio per il trattamento salvavita;

   ivi si riporta: «La Rete nefrodialitica è in caduta libera nel campo gravitazionale della sanità calabrese. Una situazione che si ripercuote esclusivamente sui pazienti (1.500 nella regione) per i quali trovare un posto vicino casa è diventato un calvario. Ciò nonostante la Calabria con 450 reni artificiali disponibili ma dislocati sul territorio in modo disomogeneo ha una potenzialità di trattamenti salvavita per 1.800 pazienti (ossia 4 per ogni posto rene)»;

   Aned Calabria – sempre nel citato articolo – denuncia «una situazione sull'orlo del baratro», dove «la dialisi peritonale rimane ancora una chimera, i trapianti segnano il passo e la prevenzione s'è persa per strada»;

   l'Associazione denuncia ancora – ivi si legge – che «mentre il numero dei dializzati calabresi aumenta, i servizi dedicati a questa tipologia di pazienti vengono ridotti»;

   l'articolo riporta «la mancata verifica periodica tra Aned e Regione per un'ottimale pianificazione e aggiornamento della Rete nefrodialitica e la misera percentuale di attuazione di dialisi domiciliare peritonale»;

   ciò comporterebbe che l'intero sistema si starebbe avviando verso il default «in considerazione del pesante aggravio dei costi sulle casse regionali (75 milioni)», con l'aggravio «della via crucis dei malati, sballottati come pacchi postali per un posto di dialisi nei 37 centri calabresi, il 35 per cento dei quali avrebbero carenza di organico, nello specifico di nefrologi ed infermieri»;

   emblematico è il caso, riportato in un articolo della testata Il Quotidiano del Sud, datato 9 marzo 2022 e dal titolo «Privati non pagati da mesi, si ferma il trasporto dei dializzati» che riassume la vicenda del trasporto dei dializzati afferenti all'Asp di Catanzaro;

   ivi si riporta che «le ambulanze private utilizzate per il trasporto di pazienti dializzati resteranno ferme a partire da lunedì. Rischia di bloccarsi in questo modo un servizio fondamentale per il Servizio sanitario calabrese»;

   ciò sarebbe dovuto – ivi si legge – ad «una protesta annunciata dalle associazioni che si occupano di questo servizio, ma che dallo scorso mese di settembre non ricevono rimborsi spese dall'Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro»;

   l'articolo precisa ancora che tale servizio si regge sul volontariato, con l'importo dei rimborsi fermo da anni «a 0,7 centesimi al chilometro più il diritto di chiamata, cioè che un'ambulanza o un'autovettura medica escono con a bordo una équipe di volontari per poche decine di euro, con tutto quello che significa anche rispetto all'attuale costo dei carburanti» –:

   se non intenda, per il tramite del Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo sanitario della regione Calabria, adottare le iniziative di competenza per procedere all'aggiornamento della rete nefrodialitica calabrese;

   se, sempre per il tramite del Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo sanitario della regione Calabria, non intenda provvedere alla carenza di nefrologi ed infermieri mediante nuove assunzioni o anche ricollocazione, vista la disomogeneità della stessa Rete;

   quali iniziative, per il tramite del Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo sanitario della regione Calabria, intenda assumere al fine di agevolare il trasporto gratuito dei dializzati.
(4-11549)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   COSTANZO. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   dopo le molte vertenze scaturite dalla maxi acquisizione, nel 2019, di tutti i punti vendita Auchan da parte del gruppo Margherita (Conad), accompagnate dall'annuncio di pesanti esuberi, secondo quanto riportato dal giornale La Voce in data 8 marzo 2022, Conad ha aperto una nuova procedura di licenziamenti collettivi per 42 Full Time Equivalenti a Settimo Torinese (potenzialmente oltre una sessantina di persone), lamentando uno stato di crisi nelle vendite e nei fatturati; la scorsa settimana una delegazione di Filcams-Cgil, Uiltucs-Uil e Flaica Cub, composta da delegati e segreterie territoriali, ha incontrato l'assessore al lavoro della città di Torino, Gianna Pentenero, per lanciare l'allarme rispetto a una nuova procedura di licenziamento collettivo aperto dalla dirigenza aziendale di Conad, per il punto vendita di corso Romania, a Torino;

   come ricordato da La Voce, a fine 2020 il punto vendita allora Auchan — con 260 dipendenti — era passato prima a Margherita Distribuzione (società costituita ad hoc da Conad) e poi definitivamente al marchio Conad, e in quell'occasione, attraverso un'operazione di trasferimento di ramo d'azienda considerata poi illegittima in primo grado dal tribunale di Torino, erano stati esclusi 106 lavoratori;

   i 106 lavoratori esclusi — assistiti dalle tre sigle Filcams, Uiltucs e Flaica Cub — erano poi stati reintegrati a seguito della sentenza di primo grado;

   in tutta Italia ci sono circa cinquecento lavoratori nella stessa situazione;

   ora si attende l'esito dell'appello, ma nel frattempo il destino dei 42 lavoratori resta nuovamente appeso a un filo;

   le tre sigle sindacali hanno richiesto di aprire un tavolo regionale al Piemonte;

   gli ultimi tavoli ministeriali sulla cessione della rete retail Auchan si sono svolti a fine 2020 –:

   se non si ritenga opportuno riaggiornare i tavoli Conad-Auchan già aperti sulla maxi operazione di acquisizione, al fine di valutare i programmi dell'azienda e di chiarire il destino dei lavoratori coinvolti.
(5-07683)


   LUCIANO CANTONE. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   è attualmente all'esame della 10a Commissione permanente (Industria, commercio, turismo) del Senato, l'Atto Senato n. 2469, il disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021;

   dalla relazione illustrativa al disegno di legge citato emerge che le aree di intervento siano state individuate senza il coinvolgimento preventivo delle associazioni dei consumatori iscritte nell'elenco di cui all'articolo 137 del decreto legislativo n. 206 del 2005, codice del consumo;

   la legge n. 31 del 2019 ha modificato il decreto legislativo n. 206 del 2005 e introdotto gli articoli 840-bis e 840-sexiesdecies del codice di procedura civile, attribuendo la legittimazione ad agire per la proposizione delle azioni di classe e delle azioni inibitorie collettive alle sole organizzazioni o associazioni senza scopo di lucro iscritte in un elenco pubblico istituito presso il Ministero della giustizia: «ferma la legittimazione di ciascun componente della classe, possono proporre l'azione di cui al presente articolo esclusivamente le organizzazioni e le associazioni iscritte in un elenco pubblico istituito presso il Ministero della giustizia»;

   il testo del decreto che istituisce tale elenco non risulta pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale;

   la mancata attuazione della citata legge n. 31 del 2019 impedisce agli enti del terzo settore, ed in particolare alle associazioni dei consumatori riconosciute come rappresentative a livello nazionale, ai sensi del citato articolo 137, di agire a tutela degli interessi collettivi rappresentati con le azioni di classe ed inibitorie;

   l'Italia, inoltre, è chiamata a recepire entro il 25 dicembre 2022 la direttiva (UE) 2020/1828 del Parlamento europeo e del Consiglio del 25 novembre 2020 relativa alle azioni rappresentative a tutela degli interessi collettivi dei consumatori e che abroga la direttiva 2009/22/CE;

   al considerando 8 della citata direttiva (UE) 2020/1828 si legge che «La presente direttiva mira a contribuire al funzionamento del mercato interno e al conseguimento di un livello elevato di protezione dei consumatori consentendo a enti legittimati che rappresentano gli interessi collettivi dei consumatori di proporre azioni rappresentative per provvedimenti inibitori e provvedimenti risarcitori nei confronti di professionisti che violano le disposizioni del diritto dell'Unione. Tali enti legittimati dovrebbero poter chiedere la cessazione o il divieto di tale comportamento illecito e chiedere risarcimenti, a seconda di quanto opportuno e previsto dal diritto dell'Unione o dal diritto nazionale, per esempio sotto forma di indennizzo, riparazione o riduzione del prezzo»;

   al considerando 24, poi, si afferma che «Le organizzazioni dei consumatori, in particolare dovrebbero svolgere un ruolo attivo nell'assicurare che le pertinenti disposizioni del diritto dell'Unione siano rispettate. Esse dovrebbero essere considerate nella posizione ideale per richiedere lo status di ente legittimato conformemente al diritto nazionale»;

   il 16 dicembre 2021 la Camera dei deputati ha approvato, in prima lettura, il disegno di legge «Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti normativi dell'Unione Europea – Legge di delegazione europea 2021» (Atto Camera: 3208) che contiene, inter alia, la delega per il recepimento della citata direttiva (UE) 2020/1828 ed attualmente il disegno di legge è all'esame della 14a Commissione permanente (Politiche dell'Unione europea) Atto Senato 2481 –:

   se il Governo sia a conoscenza di tale ritardo nell'emanazione degli atti necessari al fine di rendere effettiva la tutela dei diritti individuali omogenei attraverso l'azione di classe;

   quali iniziative di competenza si intendano avviare al fine ottemperare al citato dettato normativo.
(5-07687)

TRANSIZIONE ECOLOGICA

Interrogazione a risposta scritta:


   CUNIAL. — Al Ministro della transizione ecologica, al Ministro della salute, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   venerdì 25 febbraio 2022, sul sito del Ministero della transizione ecologica viene pubblicata una consultazione pubblica, ai sensi dell'articolo 12 del decreto legislativo 8 luglio 2003, n. 2241 sul Progetto sperimentale proposto dalla Arcoblu s.r.l. (numero identificativo B/IT/22/01) sull'utilizzo di un vaccino costituito da un ceppo di Herpesvirus geneticamente modificato allo scopo di valutarne l'efficacia contro la malattia di Marek, la bursite infettiva e la malattia di Newcastle nel pollo da carne (inizio consultazione pubblica: 24 febbraio 2022 - Fine consultazione pubblica: 25 marzo 2022);

   la consultazione ha per oggetto tre documenti: la sintesi del fascicolo tecnico contenente le informazioni necessarie alla valutazione del rischio ambientale connesso all'emissione deliberata nell'ambiente a scopo sperimentale di Ogm; la valutazione del rischio ambientale e le confusioni sul potenziale impatto ambientale dell'emissione deliberata nell'ambiente dell'Ogm; ogni nuova informazione sui rischi per la salute umana, animale e per l'ambiente;

   un animale geneticamente modificato è un esemplare il cui materiale genetico è stato alterato attraverso l'aggiunta, la modifica o l'eliminazione di alcune sequenze di Dna con modalità che non avvengono in natura. Il Dna è il materiale genetico di un organismo e contiene istruzioni per tutte le caratteristiche che un organismo eredita. Pertanto, le modifiche apportate al corredo genetico di un animale possono venire trasmesse alla generazione successiva;

   all'interrogante risulta che in Italia già esistano — per la patologia in questione — vaccini con buona efficacia non Ogm;

   il progetto in questione contraddice i dettami della Commissione europea in termini di salvaguardia della biodiversità, riduzione dell'uso dei pesticidi, Farm to fork;

   a oggi non è possibile individuare sul lungo termine i pericoli potenziali di tale sperimentazione;

   sempre più studi scientifici aumentano i dubbi sulla reale sicurezza degli Ogm;

   al fine di garantirsi dai possibili rischi all'ambiente e alla salute umana derivanti dagli Ogm, la Comunità Internazionale ha creato, in ottemperanza all'articolo 19 della Convenzione sulla diversità Biologica, il protocollo di Cartagena sulla biosicurezza;

   la sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea, con sede in Lussemburgo del 25 luglio 2018 (vincolante per gli Stati membri dell'Ue) conferma, in attuazione del principio di precauzione, la pericolosità degli Ogm e dei nuovi Nbt (da assimilare agli Ogm). L'Italia, in quanto Stato membro dell'Unione europea, ha l'obbligo di recepire le direttive comunitarie e di ottemperare regolamenti;

   in Italia sussiste un ampio fronte di opposizione agli Ogm di Associazioni ambientaliste, organizzazioni dell'agricoltura e realtà contadine. Milioni di consumatori hanno, inoltre, chiaramente rivendicato il proprio diritto ad alimentarsi con cibi non manipolati geneticamente. Le grandi aziende agroalimentari e le principali catene di supermercati hanno recepito questo segnale decidendo di escludere gli Ogm e i loro derivati dai prodotti alimentari –:

   se il Governo abbia preso in considerazione la gravità e i rischi di questo progetto;

   se abbia intenzione di adottare iniziative, per quanto di competenza, al fine di fermare sul nascere qualsiasi sperimentazione idonea all'introduzione nel nostro Paese.
(4-11551)

Apposizione di firme ad interrogazioni.

  L'interrogazione a risposta scritta Meloni e altri n. 4-11528, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta dell'8 marzo 2022, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Caretta, Ciaburro.

  L'interrogazione a risposta in Commissione Spena n. 5-07672, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 9 marzo 2022, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Nevi, Anna Lisa Baroni.

Ritiro di un documento di indirizzo.

  Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: Risoluzione in Commissione Caretta n. 7-00805 dell'8 marzo 2022.

Trasformazione di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati così trasformati su richiesta dei presentatori:

   interrogazione a risposta in Commissione De Luca n. 5-05578 del 23 marzo 2021 in interrogazione a risposta scritta n. 4-11547;

   interrogazione a risposta in Commissione Miceli n. 5-06161 del 4 giugno 2021 in interrogazione a risposta scritta n. 4-11548.

ERRATA CORRIGE

  Nell'Allegato B ai resoconti della seduta del 28 febbraio 2022, alla pagina 24808, seconda colonna, le righe dalla prima alla nona si intendono soppresse.