Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Lunedì 28 febbraio 2022

TESTO AGGIORNATO AL 10 MARZO 2022

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:


   La Camera,

   premesso che:

    l'invasione dell'Ucraina avviene in spregio ai valori fondamentali della nostra Costituzione che ripudia ogni guerra come strumento di offesa alla libertà dei popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali;

    l'atto unilaterale di aggressione della Russia ai danni dell'Ucraina avviene violando qualsiasi norma del diritto internazionale;

    vanno considerate le conclusioni della riunione straordinaria del Consiglio europeo del 24 febbraio 2022;

    con il regolamento (UE) 2022/259 del Consiglio del 23 febbraio 2022, che modifica il regolamento (UE) n. 269/2014, concernente misure restrittive relative ad azioni che compromettono o minacciano l'integrità territoriale, la sovranità e l'indipendenza dell'Ucraina, e successive modifiche, sono state previste sanzioni che riguardano il settore finanziario, i settori dell'energia e dei trasporti, i beni a duplice uso nonché il controllo e il finanziamento delle esportazioni, la politica in materia di visti, ulteriori inserimenti in elenco di persone di cittadinanza russa e nuovi criteri di inserimento in elenco;

    si ricorda l'istituzione del Fondo di adeguamento alla Brexit e il suo funzionamento, disciplinati dal regolamento (UE) 2021/1755 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 6 ottobre 2021, che istituisce la riserva di adeguamento alla Brexit;

    questi provvedimenti sanzionatori avranno secondo le stime di diversi studi conseguenze negative su importanti settori dell'economia del nostro Paese, quali energia, agroalimentare, turismo, moda, lusso, chimico farmaceutico, settore bancario e finanziario;

    vanno considerate le Conclusioni del vertice Nato del 25 febbraio 2022;

    occorre tenere conto del fatto che secondo le stime delle principali organizzazioni internazionali circa 5.000.000 di cittadini ucraini sono pronti a lasciare il Paese,

impegna il Governo:

1) a condannare, con ogni misura ed in ogni sede internazionale, l'unilaterale aggressione militare perpetuata ai danni dell'Ucraina; a cooperare con i partner dell'Unione europea, della Nato, e con gli altri alleati della comunità internazionale per mettere fine all'aggressione della Federazione russa, e creare le condizioni per il ripristino della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina;

2) al fine di limitare e ridurre le conseguenze negative nei settori sopra citati, a proporre alla Commissione europea e in sede di Consiglio dell'Unione europea, l'istituzione di un fondo temporaneo, sulla base di quello istituito per la Brexit, per introdurre meccanismi economici di compensazione per riequilibrare i danni che le singole nazioni europee subiranno per via delle sanzioni imposte alla Russia e delle conseguenti controsanzioni, basato sul valore delle produzioni e degli scambi commerciali dei singoli Stati membri;

3) a mettere in campo tutte le iniziative necessarie, a livello di Unione europea e a livello nazionale, per attuare meccanismi per il coordinamento degli aiuti umanitari e meccanismi di supporto, e concedere lo status di rifugiati ai cittadini e cittadine ucraine.
(1-00596) «Meloni, Lollobrigida, Albano, Bellucci, Bignami, Bucalo, Butti, Caiata, Caretta, Ciaburro, Cirielli, De Toma, Deidda, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Ferro, Foti, Frassinetti, Galantino, Gemmato, Lucaselli, Mantovani, Maschio, Mollicone, Montaruli, Osnato, Prisco, Rampelli, Rizzetto, Rotelli, Giovanni Russo, Rachele Silvestri, Silvestroni, Trancassini, Varchi, Vinci, Zucconi».

Risoluzione in Commissione:


   La III Commissione,

   premesso che:

    l'Italia è stata tra i primi Paesi a sostenere la creazione di uno strumento multilaterale di risposta alla pandemia con la costituzione dell'acceleratore Act («Access to Covid-19 Tools Accelerator», ACT-A) che si compone di tre pilastri, dedicati rispettivamente ai vaccini (la Covax Facility), alle cure e alla diagnostica;

    il nostro Paese ha contribuito con oltre 385 milioni di euro alla Covax Facility e ha donato oltre 45 milioni di dosi di vaccino a favore di Paesi a basso e medio reddito, di cui oltre 41 milioni già consegnati. In particolare, al 15 febbraio 2022, l'Africa Sub Sahariana ha ricevuto oltre 11 milioni di dosi e l'area Mena oltre 14.5 milioni;

    negli ultimi giorni, il 17 e 18 febbraio 2022, si è svolto a Bruxelles il vertice Unione europea-Unione africana da cui è emerso come la sfida attuale sia garantire un accesso equo ai vaccini. L'Unione europea ha ribadito il suo impegno a fornire almeno 450 milioni di dosi di vaccino in Africa, entro la metà del 2022, in coordinamento con la piattaforma Africa Vaccine Acquisition Task Team (Avatt). Per poter contribuire all'azione dell'Avatt, il Team Europe ha fornito più di 3 miliardi di dollari (equivalenti a 400 milioni di dosi di vaccino) al Covax Facility e alla vaccinazione sul continente africano. Nel documento finale del vertice si legge, inoltre, che il Team Europe mobiliterà 425 milioni di euro per accelerare il ritmo della vaccinazione e in coordinamento con l'Africa Cdc, per supportare la distribuzione delle dosi e la formazione delle équipe mediche;

    secondo gli ultimi dati dell'Organizzazione mondiale della sanità, oltre 9,8 miliardi di dosi di vaccino sono state somministrate, ad oggi, a livello globale, ma 86 Stati membri hanno vaccinato meno del 40 per cento della loro popolazione, e 34 di questi non hanno raggiunto la soglia di copertura del 10 per cento in Africa, oltre l'85 per cento dei cittadini non ha ancora ricevuto la prima dose;

    rafforzare i sistemi sanitari e migliorare la fornitura dei servizi medici di base è fondamentale per aumentare la capacità di assorbimento, criticamente bassa in molti Paesi africani quando si tratta di campagne di vaccinazione, con il rischio concreto di scadenza delle dosi di vaccino rese disponibili;

    gli ostacoli alle campagne di vaccinazione locali sono riconducibili a fattori quali interruzioni della catena del freddo, carenza di personale sanitario specializzato, fragilità dei sistemi sanitari, ma anche limitata disponibilità di strumenti per la somministrazione dei vaccini;

    i dati indicati rendono ancor più pressante l'imperativo di colmare il gap vaccinale con i Paesi africani, molti dei quali sono drammaticamente in ritardo nell'accesso ai vaccini e agli altri strumenti per la risposta al Covid-19;

    va ricordato altresì che l'impegno a favore dell'equità vaccinale è stato sviluppato ulteriormente con la Presidenza italiana del G20 che ha previsto, nel comunicato finale dei Leader, l'impegno a vaccinare il 70 per cento della popolazione mondiale entro metà 2022,

impegna il Governo:

   ad adottare iniziative nel quadro delle attività di cooperazione internazionale, volte a sostenere l'incremento della capacità di assorbimento delle dosi da parte dei Paesi africani beneficiari;

   ad adottare iniziative per sostenere il rafforzamento delle infrastrutture e dei sistemi sanitari locali in tali Paesi e l'accesso degli operatori sanitari in prima linea a formazione, nonché per prevedere misure di adeguati strumenti per la somministrazione dei vaccini;

   ad adottare iniziative per proseguire l'azione di distribuzione dei vaccini anti-Covid tramite Covax;

   a dare attuazione a quanto contenuto nel documento finale del vertice Unione europea-Unione africana richiamato in premessa con riferimento ai vaccini.
(7-00802) «Spadoni, Migliore».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta orale:


   BALDINO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per le politiche giovanili. — Per sapere – premesso che:

   con avviso pubblico del 31 dicembre 2020 sono state avviate le attività di selezione dei programmi e dei progetti di servizio civile universale di cui all'articolo 5 del decreto legislativo n. 40 del 6 marzo 2017;

   con decreto del Capo dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio civile universale n. 738 adottato solo il 3 dicembre 2021 sono stati individuati, definitivamente, i programmi di intervento di servizio civile universale da finanziare a valere sulle risorse del Fondo nazionale per il servizio civile, nonché con gli stanziamenti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e con quelli del Programma operativo nazionale «Iniziativa Occupazione Giovani», che attua la Garanzia Giovani in Italia, definiti dal documento di programmazione finanziaria per il 2021;

   dal decreto dipartimentale n. 723 del 1° dicembre 2021, con il quale sono state approvate le graduatorie definitive relative ai programmi, risulta che è stato positivamente valutato un numero complessivo di 857 programmi, corrispondenti a 77.848 operatori volontari, così distinti:

    810 programmi da realizzarsi in Italia per l'impiego di n. 76.639 operatori volontari;

    45 programmi da realizzarsi all'estero per l'impiego di 1.172 operatori volontari;

    2 programmi da realizzarsi nell'ambito del Pon-log per l'impiego di 37 operatori volontari;

   il bando pubblicato il 14 dicembre 2021 per 56.205 giovani operatori volontari tiene conto delle somme complessivamente disponibili per il Servizio civile universale per l'anno 2021 per programmi selezionati a seguito dell'avviso pubblicato in data 31 dicembre 2020;

   il Pnrr contiene un progetto apposito dedicato al Servizio civile universale nella Missione 5, componente 1, attribuendo un forte significato al contributo del Servizio per i percorsi di emancipazione dei giovani e per il rafforzamento delle loro competenze ai fini dell'accesso all'occupazione –:

   se il Governo intenda, per quanto di competenza, valutare ogni possibile soluzione al fine di reperire ulteriori risorse necessarie per estendere ad altri giovani candidati l'opportunità di svolgere il servizio civile;

   se si intendano fornire notizie in merito al periodo intercorso dal 31 dicembre 2020, data di pubblicazione dell'avviso agli enti, fino al 26 gennaio 2022, data di scadenza dell'ultimo bando per i giovani, così come all'elevato numero di mancati avvii, rinunce ed abbandoni da parte dei giovani operatori;

   se si intendano adottare iniziative per prevedere ulteriori misure che favoriscano l'inserimento dei giovani operatori nel mercato del lavoro, il rafforzamento delle loro competenze, come indicato dallo stesso Governo nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), e il rafforzamento e la semplificazione dell'istituto.
(3-02783)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   nel corso dell'informativa del 25 febbraio 2022 sulla gravissima situazione del conflitto in Ucraina a seguito dell'attacco militare su larga scala della Russia, il Presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi ha sibillinamente affermato che non era riuscito ad interloquire telefonicamente con il Presidente ucraino Zelensky perché «non era più disponibile»;

   alla frase sibillina è succeduta una risposta sarcasticamente e amaramente piccata, tramite tweet, del Presidente Zelensky dal seguente contenuto: «oggi alle 10.30 all'entrata di Chernihiv, Hostomel e Melitpol c'erano pesanti combattimenti. Le persone sono morte. La prossima volta cercherò di spostare il programma di guerra per parlare con #MarioDraghi in un momento specifico. Nel frattempo, l'Ucraina continua a lottare per il suo popolo»;

   il frutto della «sibillina» frase del presidente Mario Draghi e la successiva risposta del presidente Zelensky sembrano successivamente e drammaticamente chiarite da circostanza riferita dal sito di informazione cosiddetto Dagospia, che riferirebbe che sarebbe pervenuta a Palazzo Chigi una telefonata da parte di Zelensky;

   nel predetto frangente non sarebbe stata passata la telefonata al presidente Draghi, ma il presidente ucraino Zelensky sarebbe stato «rimbalzato» con lo sbrigativo suggerimento di prendere appuntamento per successiva telefonata;

   il sito di informazione cosiddetto Dagospia indica anche il consigliere diplomatico del presidente Mario Draghi che si sarebbe contraddistinto per quella che appare all'interrogante una straordinaria performance indicandolo nel signor Luigi Mattiolo;

   la circostanza, ove confermata, sarebbe di una gravità incredibile –:

   se la circostanza corrisponda al vero;

   se effettivamente il singolare protagonista della risposta al presidente Zelensky corrisponda al consigliere diplomatico Luigi Mattiolo;

   per la denegata e non sperata ipotesi che quanto esposto in premessa corrisponda al vero, quale immediato provvedimento si intenda assumere nei confronti del responsabile.
(5-07619)

Interrogazioni a risposta scritta:


   CORTELAZZO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   nelle giornate tra il 4 e il 6 ottobre 2021 rilevanti eventi meteorologici si sono abbattuti su alcuni territori delle province di Padova, Rovigo e Venezia con precipitazioni molto intense e abbondanti grandinate, venti forti e trombe d'aria;

   il presidente della regione del Veneto ha firmato il 7 ottobre 2021, la dichiarazione dello stato di crisi. Successivamente la regione Veneto ha inoltrato una richiesta di dichiarazione di emergenza al Dipartimento della protezione civile, ai sensi dell'articolo 24 del decreto legislativo 2 gennaio 2018, n. 1 (prot. 570586 del 6 dicembre 2021);

   il Dipartimento, nelle giornate tra il 14 e il 16 dicembre, ha avviato una specifica indagine, tramite sopralluoghi effettuati dai propri tecnici congiuntamente ai tecnici regionali e delle amministrazioni locali;

   successivamente il Capo dipartimento ha inviato una nota alla regione respingendo la richiesta di dichiarazione di stato di crisi, in quanto ha ritenuto che «gli eventi in argomento non siano stati tali da giustificare l'adozione di misure che trascendono le capacità operative e finanziarie degli enti competenti in via ordinaria....», in quanto si è ... «riscontrato un quadro di danneggiamento molto localizzato ...»;

   pertanto secondo il Dipartimento gli eventi in questione non rientrano tra le fattispecie contemplate dagli articoli 5 e 7 del decreto legislativo 2 gennaio 2018, n. 1 (emergenze da fronteggiare con mezzi e poteri straordinari per quel che riguarda il soccorso e assistenza alla popolazione interessata dall'evento e il ripristino della funzionalità dei servizi pubblici e delle infrastrutture di reti strategiche) –:

   se non si ritenga opportuno riconsiderare la decisione del Dipartimento della protezione civile, in considerazione della portata degli eventi e dell'ampiezza dei danni verificatisi, che travalicano le capacità di intervento degli enti locali colpiti.
(4-11468)


   SPESSOTTO e LEDA VOLPI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   a seguito dell'assegnazione dei Giochi olimpici e paralimpici invernali Milano Cortina 2026 nell'ambito dell'Assemblea generale del Cio del 24 giugno 2019 e della firma dell'Host City Contract tra il Comitato internazionale olimpico (Cio), il Comitato olimpico nazionale italiano (Coni), le città di Milano e Cortina d'Ampezzo e le regioni Veneto e Lombardia stanno lavorando per gli interventi propedeutici all'evento;

   i giochi si svolgeranno in un contesto naturalistico di primaria importanza come quello alpino, in particolare nei territori che ospitano il Patrimonio mondiale Dolomiti Unesco, di ineguagliabile valore geomorfologico e, al contempo, estrema delicatezza per via dei suoi equilibri particolarmente fragili;

   per ospitare i giochi, sarà necessario l'ammodernamento o la ricostruzione di alcuni impianti sportivi, come la pista da bob di Cortina, e saranno realizzati interventi infrastrutturali quali bacini per l'innevamento artificiale, viabilità, parcheggi, e villaggi olimpici;

   secondo la Commissione internazionale per la protezione delle Alpi (Cipra), il territorio alpino, per le sue caratteristiche di area sensibile non è adatto ad ospitare manifestazioni come le Olimpiadi invernali;

   le infrastrutture predisposte per i giochi olimpici costituiscono un costo economico ed ambientale ingente, perché dopo l'utilizzo per un breve periodo di tempo restano nell'ambiente;

   la Cipra Italia, nell'ambito delle sue attività di ricerca, ha monitorato negli anni l'impatto ambientale sulle Alpi dei giochi olimpici di Torino del 2006 e ha osservato l'abbandono delle strutture costruite per i giochi, come il Villaggio Olimpico che avrebbe dovuto essere una città giardino ed è invece rimasto abbandonato ed occupato abusivamente per anni;

   le infrastrutture predisposte per i giochi olimpici costituiscono un costo economico ed ambientale ingente perché al termine dei giochi restano inutilizzate;

   negli ultimi anni, le candidature ai giochi di Innsbruck, Sion e Calgary sono state ritirate per scelta delle amministrazioni pubbliche o in seguito a referendum, a dimostrazione del fatto che la coscienza civica collettiva considera i giochi un costo ambientale ed economico inaccettabile per la collettività;

   il modello di Giochi all'insegna del gigantismo deve essere ripensato in chiave sostenibile;

   la realizzazione della pista da bob a Cortina richiede esorbitanti costi economici ed ambientali dovuti alle grandi opere dotate di centraline ed impianti di refrigerazione, e la pista è destinata ad essere utilizzata per pochi giorni e poi abbandonata;

   i cittadini temono le ripercussioni ambientali di un turismo di massa in un ecosistema delicato come quello alpino;

   nel dossier di candidatura dei XXV giochi olimpici invernali e XIV Giochi paralimpici invernali «Milano-Cortina 2026» si dichiara l'importanza della sostenibilità –:

   se il Governo non intenda adottare le iniziative di competenza per garantire, anche con la predisposizione di strutture amovibili e sostenibili, il minor impatto possibile della realizzazione delle infrastrutture propedeutiche allo svolgimento dei Giochi nell'area alpina.
(4-11469)


   MURONI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   la frazione di Rubbiano fa parte del comune di Montefortino in provincia di Fermo. Questa piccola frazione è situata all'imbocco di una delle zone più belle ed affascinanti del centro Italia: la Valle dell'Infernaccio, all'interno del Parco nazionale dei Monti Sibillini;

   la frazione ha subito ingenti danni con il terremoto del 2016 e i suoi abitanti sono in attesa di poter rientrare nelle loro case dopo la ricostruzione, ma, purtroppo, ad oggi, per svariati motivi, la ricostruzione non è ancora iniziata;

   in questo contesto di incertezza, gli abitanti di Rubbiano sono venuti a conoscenza dell'ordinanza comunale del 23 dicembre 2021. Si legge nell'ordinanza «...Procedimento per l'approvazione del progetto definitivo con l'apposizione del vincolo preordinato all'esproprio e dichiarazione di pubblica utilità». In pratica, abitazioni, terreni, cantine, garage, legnaie, pollai, stalle, orti e giardini saranno oggetto di esproprio per portare a termine un progetto da 7 milioni di euro per lo «...sviluppo dell'offerta ricettiva» e la «valorizzazione delle Gole dell'Infernaccio...», uno dei luoghi più suggestivi dell'Appennino umbro-marchigiano. Gli interessati hanno avuto 30 giorni per presentare le proprie osservazioni;

   il suddetto esproprio, inoltre, coinvolge anche la perdita degli usi civici della comunanza agraria che comprende una importante attività silvicola e pastorale che permette anche la manutenzione di una grande estensione del territorio montuoso dei Sibillini. Inoltre, si ricorda che la frazione di Rubbiano nel 1933 ha subito una valanga con 8 morti e, negli inverni più rigidi e nevosi, il sindaco emana un'ordinanza di sgombro della frazione per evitare rischi eccessivi. Risulta di difficile comprensione che, invece di impiegare fondi pubblici per mettere in sicurezza il territorio in modo da prevenire nuove calamità naturali, si pensi alla realizzazione di un resort;

   a guardare la piantina allegata al progetto si vede che mentre il borgo occupa uno spazio ridottissimo, il nuovo resort lo supererà in estensione di almeno cinque o sei volte. Ci saranno un centro polivalente, campi da bocce, un teatro, locali commerciali, gli immancabili parcheggi. Quanto ai terremotati, va considerato che Rubbiano è zona rossa da 5 anni, le macerie dell'ondata sismica del 2016 e del 2017 sono ancora lì, le domande di ricostruzione giacciono negli uffici e l'attesa è l'unica possibilità per poter sperare ancora in una qualche forma di futuro. «Il sindaco (...) non vuole perdere tempo: l'occasione è ghiotta. I cittadini sono sul piede di guerra (...) Basterà? Difficile a dirsi, anche perché parliamo di una frazione con una cinquantina scarsa di residenti» (come si legge in un articolo pubblicato, il 30 dicembre 2021, sul sito online «Il Manifesto»);

   si evidenzia che il resort sorgerà grazie ai fondi, 160 milioni di euro, del Cis (Contratto istituzionale di sviluppo del Cratere Centro Italia) e del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr);

   mentre il numero delle domande per ricostruire le abitazioni continua a salire la regione Marche ha chiarito definitivamente qual è il suo punto di vista sull'Appennino del futuro: un parco giochi per turisti, ottimamente accessoriato e ben servito. L'ideale per trascorrere qualche giorno di vacanza. Chi in questi luoghi ci vive e vorrebbe restarci o ci viveva e vorrebbe tornarci viene ovviamente dopo –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e se intenda promuovere, per quanto di competenza, una riflessione tecnica al fine di garantire, nel rispetto delle competenze della regione Marche e del comune di Montefortino, specifici interventi di ricostruzione delle abitazioni distrutte dal terremoto e avviare il risanamento ambientale di un territorio già fortemente compromesso in modo da avere uno sviluppo rurale vero ed ecosostenibile.
(4-11470)


   PAOLO NICOLÒ ROMANO, SIRAGUSA, DORI e ROMANIELLO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   da quanto emerge dalle informazioni disponibili online sui siti delle varie pubbliche amministrazioni, che, secondo la legge n. 190 del 2012, sono obbligati alla pubblicazione degli acquisti relativi alla pubblica amministrazione, emerge che numerosi enti, fra cui agenzie di sicurezza italiane polizia, carabinieri, Ministero dell'interno, giustizia, difesa: utilizzano e acquisiscono software antivirus Kaspersky, un'azienda russa con sede a Mosca, specializzata nella produzione di software progettati per la sicurezza informatica, fondata nel 1997 da Evgenij Kasperskij ex-agente del Kgb, dove sembrerebbe abbia acquisito le sue competenze informatiche;

   inoltre, la medesima azienda risulterebbe attiva commercialmente in Italia con una rete di propri distributori e rivenditori, con una offerta rivolta alle aziende, che plausibilmente potrebbero includere quelle incluse nel «perimetro cibernetico» nazionale (infrastrutture strategiche e critiche);

   il Ministero dello sviluppo economico, direzione generale per le tecnologie delle comunicazioni e la sicurezza informatica Istituto superiore delle comunicazioni e delle tecnologie dell'informazione, sulla base della elaborazione nella ungherese CCLab Software Laboratory, avrebbe rilasciato una certificazione di sicurezza CC EAL2+ tale da rendere il software Kaspersky formalmente idoneo ad essere eseguito in ambiti classificati;

   se i dati citati fossero confermati, vorrebbe dire che su molti computer delle più importanti agenzie di sicurezza italiane, è presente un software prodotto in Russia, che, ogni giorno, si collega a server di Mosca per scambiare dati e scaricare eventuali aggiornamenti (su cui non vi sarebbe alcuna possibilità né di controllo o verifica preventiva, a prescindere dalle eventuali certificazioni di sicurezza ottenute);

   questo determina, a parere dell'interrogante, un possibile rischio per la cybersicurezza dei nostri sistemi, in quanto se l'Fsb o i militari russi volessero sottrarre dati o perpetrare azioni distruttive di sabotaggio informatico a danno degli enti pubblici e priva i rientranti nel «perimetro cibernetico», laddove avessero il potere di coercizione legale o istituzionale nei confronti di Kaspersky Lab, potrebbero veicolare, inserendolo negli aggiornamenti, il potenziale codice con finalità malevole –:

   se intenda fornire elementi, nel dettaglio, sul software installato della tecnologia Kaspersky nelle pubbliche amministrazioni italiane, con particolare riguardo alle agenzie di sicurezza e ai contesti di impiego classificati, e in tutte le aziende rientrati nelle infrastrutture critiche e strategiche all'interno del «perimetro cibernetico»;

   se intenda chiarire il prezzo corrisposto a Kaspersky lab, per quanto attiene agli acquisti effettuati dalle pubbliche amministrazioni, e se sia stata fatta una valutazione sul fatto che potrebbe essere stata intrapresa una strategia di dumping di prezzo per l'acquisizione di fette di mercato per finalità politiche;

   se le certificazioni operate dal Ministero dello sviluppo economico tengano in considerazione i fattori di rischio geopolitico, soprattutto in considerazione delle recenti evoluzioni nei rapporti con la Russia;

   se intenda intraprendere iniziative per una migrazione volta ad utilizzare tecnologie di sicurezza nazionali, europee o di Paesi, dell'ambito della Nato.
(4-11474)


   SAPIA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   nel Servizio sanitario nazionale il privato accreditato integra il sistema pubblico nell'erogazione delle prestazioni sanitarie e non lo sostituisce;

   dal 2010 la Calabria è commissariata dal Governo per il Piano di rientro dal disavanzo sanitario regionale e il presidente della regione Calabria, onorevole Roberto Occhiuto, ne è il Commissario ad acta; in un articolo di testa a pagina 19, dell'edizione cosentina del «Quotidiano del Sud» del 20 febbraio 2022, si racconta che, per una visita medica, il signor Franco Le Pera è stato indirizzato dal Cup di Corigliano in una struttura privata e qui gli è stato detto di andare da altro specialista, con la motivazione che il caso avesse altra competenza medica;

   la vicenda è emblematica dello stato della sanità pubblica nella regione Calabria, sottoposta a vincoli del Piano di rientro e, perciò, con gravi carenze di organico nelle strutture ospedaliere e territoriali pubbliche;

   con il decreto del Commissario ad acta n. 41 del 2021 è stato definito il livello massimo di finanziamento, per l'anno 2021, circa l'acquisto di prestazioni di assistenza territoriale sociosanitaria e sanitaria da privato accreditato, in complessivi 186.785.000 di euro;

   il decreto legislativo n. 39 del 2013 contiene precise norme su inconferibilità e incompatibilità riguardanti candidature a cariche pubbliche, mandati elettivi e ruoli di dirigenza sanitaria;

   in un articolo del giornalista Emiliano Morrone, pubblicato il 15 gennaio 2021 sulla testata on line «Corriere della Calabria» e intitolato «La Calabria nel feudalesimo della sanità», si legge che «ci sarebbe da verificare in che modo siano gestite le prenotazioni degli esami e delle visite nelle singole aziende del Servizio sanitario calabrese, nonché i tempi di esecuzione; come vengano tenute e aggiornate le liste di attesa; quale sia nel merito l'effettiva disponibilità di personale e di apparecchiature diagnostiche, per queste controllando i contratti e le condizioni di manutenzione e di utilizzo, anche in rapporto ai concorrenti privati nel territorio, di cui andrebbe valutato il budget stabilito per le relative attività»;

   nello stesso articolo si legge, poi, che «bisognerebbe, inoltre, accertare l'appropriatezza dei ricoveri ospedalieri e le eventuali situazioni di commistione tra dirigenza sanitaria e rappresentanza politica, come le ipotesi di inconferibilità di incarichi dirigenziali a personale sanitario con precedenti esperienze di candidature e quelle di incompatibilità con lo svolgimento di mandati elettivi»; ivi, poi, si legge che «occorrerebbe, quindi, ricostruire il quadro dei rapporti tra responsabili della sanità pubblica e partiti, posto che anche i primi hanno il diritto di avere le loro idee e di esprimere il proprio voto, ma astenendosi dalla partecipazione alle campagne elettorali, da iniziative di convincimento degli elettori a favore di candidati che, una volta a palazzo, potrebbero ricompensarli con promozioni di carriera, con il pennacchio discrezionale di referente di qualcosa ed anche con protezioni politiche» –:

   se, per il tramite del commissario Occhiuto, non si intendano adottare iniziative di competenza per riorganizzare il rapporto pubblico-privato relativamente all'erogazione delle prestazioni sanitarie nel territorio della Calabria, nell'ottica di meglio garantire ai residenti la tutela della salute e di contenere le spese per le prestazioni fornite dalle strutture private accreditate, così privilegiando lo sviluppo degli ospedali e degli ambulatori pubblici;

   se il Presidente del Consiglio dei ministri non intenda assumere iniziative normative per aggiornare il decreto legislativo n. 39 del 2013 nella parte concernente le inconferibilità e incompatibilità riguardanti candidature a cariche pubbliche, mandati elettivi e ruoli di dirigenza sanitaria, nel senso di meglio definire le ipotesi ivi previste e di evitare, in maniera più completa, che l'organizzazione e la gestione della sanità pubblica possa essere condizionata dall'esercizio improprio di funzioni di indirizzo o di controllo politico e da candidature di qualsivoglia livello.
(4-11477)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per sapere – premesso che:

   con decreto del Presidente della Repubblica 28 maggio 2020 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 21 luglio 2020), il Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, ha conferito l'onorificenza di «Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Stella d'Italia» ai cittadini russi Mikhail Mishustin (Primo ministro della Federazione Russa) e Denis Manturov (Ministro del commercio e dell'industria della Federazione Russa);

   il 4 settembre 2020 i rappresentanti di Radicali italiani e dell'Associazione Radicale Adelaide Aglietta inviavano una richiesta formale al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Luigi Di Maio di revoca delle suddette onorificenze, elencando una lunga serie di fatti inerenti alla negazione dei diritti civili e politici nella Federazione Russa (fra cui il tentativo di avvelenamento del leader dell'opposizione democratica Alekxej Navalny, avvenuto a Tomsk il 20 agosto 2020) nonché al perdurante regime di sanzioni internazionali vigente nei confronti della Federazione Russa per la lesione dell'integrità territoriale dell'Ucraina, attuata nel 2014 con l'occupazione della Crimea e del Donbass. Alla succitata richiesta formale di revoca non faceva seguito nessun riscontro e nessuna risposta;

   con decreto del Presidente della Repubblica 2 dicembre 2021 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 15 gennaio 2022), il Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, ha conferito l'onorificenza di Commendatore dell'Ordine della «Stella d'Italia» ai cittadini russi Andrey Kostin (banchiere) e Viktor Evtukhov (sottosegretario di Stato al Ministero dell'industria e commercio estero);

   il signor Andrey Kostin è sottoposto a sanzioni da parte dei governi di Usa e Canada per il ruolo rilevante detenuto nel regime di Putin;

   il giorno 24 gennaio 2022 le associazioni già citate inviavano una richiesta formale al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Luigi Di Maio di revoca delle quattro onorificenze succitate attribuite ai cittadini russi. Nella richiesta gli esponenti radicali scrivevano, fra l'altro, che «le onorificenze suddette stridono con la progressiva trasformazione del regime russo di Vladimir Putin da “democratura” (democrazia formale + autoritarismo sostanziale) in vera e propria “dittatura” (tentativo di avvelenamento di Alexei Navalny, suo arresto, processo farsa, condanna alla reclusione, chiusura di tutte le organizzazioni non in linea con il regime, annullamento di qualsiasi possibilità concreta di partecipazione alle elezioni politiche da parte di candidati alternativi a quelle di regime). Alla chiusura definitiva di ogni spazio di opposizione democratica all'interno, si è accompagnata una politica estera aggressiva, che vede in questi giorni il regime di Putin minacciare nuovamente l'integrità dell'Ucraina, dopo che tale integrità era già stata violata dalla Russia nel 2014 con l'occupazione illegale della Crimea e il sostegno fondamentale del regime russo alle sedicenti “Repubbliche secessioniste” del Donbass (il conflitto nel Donbass ha causato dal 2014 ad oggi oltre 13.000 vittime). Mentre la Federazione Russa è sottoposta a sanzioni per la costante minaccia alla sicurezza dell'Ucraina, l'Italia è l'unico Paese al mondo a conferire onorificenze ad esponenti di primo piano del regime di Putin...». Alla succitata richiesta formale di revoca non faceva seguito nessun riscontro e nessuna risposta;

   effettuando una ricerca su siti istituzionali si scopre che sono ben ventidue i cittadini russi (politici, economisti, uomini di affari; non sono stati considerati intellettuali e uomini di cultura) a cui sono state conferite onorificenze della Repubblica italiana a partire dal settembre 2019, ovvero da quando Luigi Di Maio ricopre la carica di Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale –:

   quali siano le motivazioni alla base della proposta di conferire diverse onorificenze a esponenti del regime di Putin, quello stesso regime che è sottoposto, dal 2014, a un regime di sanzioni internazionali o i cui esponenti sono oggetto, in altri Stati, non di onorificenze ma di sanzioni;

   se, ai sensi della legge 3 febbraio 2011, n. 13, che ha modificato il decreto legislativo n. 812 del 1948, e sulla scorta di un'analisi della situazione del mancato rispetto dei diritti umani, civili e politici all'interno della Federazione Russa e ancora più alla luce del gravissimo atto di guerra compiuto dalla Russia con l'invasione dell'Ucraina in violazione del diritto internazionale, intenda adottare le iniziative di competenza per proporre la revoca delle onorificenze della Repubblica italiana attribuite ai quattro esponenti del regime di Putin citati in premessa;

   se intenda promuovere una radicale riflessione sulla iniziativa per il conferimento delle onorificenze della Repubblica, che non può prescindere dalla valutazione del contesto storico e politico in cui tali onorificenze sono conferite.
(2-01437) «Magi».

AFFARI REGIONALI E AUTONOMIE

Interrogazione a risposta scritta:


   VILLANI, NAPPI, DEL SESTO, BARBUTO e MANZO. — Al Ministro per gli affari regionali e le autonomie, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   con delibera della giunta della regione Campania n. 599 del 28 dicembre 2021, per la tutela della salute e il coordinamento del Sistema sanitario regionale, si è stabilito di assegnare in via provvisoria per l'esercizio 2022 i volumi massimi di prestazioni e i correlati limiti di spesa alle strutture sanitarie private accreditate per l'assistenza specialistica ambulatoriale, secondo quanto previsto nel documento «Allegato A – Nota Metodologica», parte integrante e sostanziale della delibera;

   la suddivisione del tetto massimo delle prestazioni, in virtù della nota metodologica citata, viene fatta su base mensile;

   rispetto agli schemi contrattuali utilizzati negli anni precedenti, si legge nella nota che per quanto riguarda le branche della dialisi ambulatoriale e della medicina fisica e riabilitazione, i nuovi tetti non contengono modifiche significative come per le altre branche;

   i tetti di spesa «di branca», furono introdotti con le delibere della giunta della regione Campania n. 1272 e n. 2451 del 2003, favorendo le strutture private accreditate perché consentivano ai singoli centri più attrattivi ed efficienti una più agevole crescita dimensionale, entro un margine massimo del 10 per cento all'anno (il cosiddetto limite all'overselling);

   tuttavia, questo sistema ha rilevato numerose criticità che hanno generato, negli anni, a fronte delle limitazioni imposte agli acquisti di prestazioni sanitarie dalle strutture private accreditate, il negativo effetto di rendere immediatamente disponibili, nella prima metà dell'anno senza alcuna lista di attesa, tutte le prestazioni sanitarie, comprese quelle che il medico di medicina generale valuta programmabili, a scapito della esigenza, una volta esaurito il tetto di spesa «di branca», di coadiuvare le strutture sanitarie pubbliche nell'assicurare le prestazioni urgenti e/o comunque da garantire in tempi certi e brevi i controlli periodici previsti nei Pdta per patologie oncologiche, cardiologiche;

   il passaggio ai tetti «di struttura», nell'esercizio 2022 effettivo in fase provvisoria dal 1° gennaio fino a fine aprile 2022, per evitare la concentrazione del consumo del tetto di spesa annuale nei primi mesi di ogni nuovo anno, avverrà attraverso step successivi proprio per garantire la massima equità nell'attribuzione del budget individuale con la conseguenza che, una volta esaurito il tetto di spesa «di branca», ricade solo sulle strutture sanitarie pubbliche il compito di assicurare le prestazioni urgenti e/o indifferibili;

   ad oggi, dopo l'entrata della delibera di giunta regionale n. 599/2021, i centri privati richiedono sempre più fondi per le prestazioni, perché finiscono prima dei 30 giorni il budget mensile e conseguentemente allungano i tempi di attesa dei pazienti, dai 7 ai 10 giorni circa;

   tuttavia lo stop a numerose prestazioni ospedaliere ambulatoriali è giustificabile nei mesi di dicembre e gennaio, per via dell'inaspettato picco di contagi da variante Omicron;

   inoltre, la suddivisione su base mensile è stata fatta in virtù dello storico delle prestazioni effettuate e dunque, la ripartizione dovrebbe essere fedele a quelli che sono i reali bisogni dei centri accreditati;

   dall'entrata in vigore della delibera regionale n. 599/2021 si osserva un netto miglioramento del servizio sanitario regionale anche se ovviamente resta perfettibile, considerato poi che la delibera è intervenuta in uno scenario comunque molto delicato e di emergenza che ha dovuto gestire una ondata molto alta di contagi COVID-19;

   all'uopo, la regione Campania si è riservata di decidere a fine marzo 2022, se la sperimentazione della suddivisione dei fondi attuata in virtù della su citata delibera e dell'allegata nota metodologica, sia stata positiva, monitorando anche le criticità eventualmente da risolvere –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, se in virtù anche di un monitoraggio dei dati che emergeranno dall'applicazione della su citata delibera, non intendano valutare in Conferenza Stato-regioni questa modifica adottando iniziative per renderla strutturale come best practice anche in altre regioni.
(4-11472)

CULTURA

Interrogazione a risposta scritta:


   SAPIA. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   in un articolo di Sergio Pelaia pubblicato il 13 dicembre 2021 dalla testata on line i Calabresi, si legge che sotto un palazzone di cemento, a Vibo Valentia, ci sono i resti di una strada e di una villa romana che Giovanni Giamborino, «considerato uno 'ndranghetista», «ha ricoperto, pur essendo un luogo sottoposto a vincolo archeologico, grazie ad una successione impressionante di presunte, connivenze che passa per la Soprintendenza, coinvolge massoni di alto rango e, dal Comune di Vibo, arriva fino ai palazzi ministeriali»;

   Pelaia aggiunge che a «partire da gennaio 2016 Giamborino si muove per ottenere dalla Soprintendenza archeologica l'approvazione di una variante “necessaria” per completare i lavori e poter vendere almeno parte del fabbricato», mentre il «Ros monitora tanti contatti tra Giamborino e Mariangela Preta, archeologa “di fiducia dell'impresa” che effettua i lavori, e con un funzionario all'epoca in servizio alla Soprintendenza di Reggio, Fabrizio Sudano», precisando che «sia Preta che Sudano non sono indagati» e che la «prima oggi dirige il Polo museale di Soriano e spesso ha collaborato da esterna con la Soprintendenza, il secondo dal 15 novembre scorso è il nuovo soprintendente per la città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia»;

   dai brogliacci dell'inchiesta Rinascita Scott, racconta Pelaia, «emerge quello che per gli inquirenti è un “rapporto di confidenza” tra Giamborino e Sudano, in una triangolazione di contatti che coinvolge quasi sempre anche Preta»;

   Pelaia racconta che «a un certo punto serve una firma da parte di un alto burocrate del Ministero dei beni culturali che, in quel momento, ricopre anche l'incarico di soprintendente della Calabria», cioè Gino Famiglietti;

   è Preta, prosegue l'articolo, a spiegare a Giamborino che ruolo abbia, suggerendogli anche di chiamare Simonetta Bonomi, oggi soprintendente del Friuli Venezia Giulia, che «lo conosce»;

   il passaggio con Famiglietti rischia però di comportare un'ulteriore perdita di tempo, allora Giamborino dice alla stessa Preta che «se ci sono problemi vado e chiama a Franceschini... vado e trovo Franceschini», continua Pelaia;

   l'articolo informa che il presunto fedelissimo di Luigi Mancuso, quindi, non nasconde l'intenzione di rivolgersi «ad amicizie» non meglio specificate «in modo – annotano gli inquirenti – da poter, raggiungere gli uffici ministeriali»;

   secondo il racconto giornalistico, nei colloqui con Sudano spunta addirittura una relazione redatta da Giamborino, o da chi per lui, che il funzionario, garantisce, avrebbe fatto propria;

   «allora ti mando quella carta – dice Giamborino – finta che l'hai fatta tu la relazione», e il funzionario risponde: «Questa mandamela che mi serve...», aggiungendo: «Quella la faccio mia, che io faccio l'istruttoria come se ho notato la differenza del progetto e le cose positive sono queste... io più di quello...»;

   in seguito, riporta Pelaia, Sudano ribadisce: «La relazione che ha fatto, che hai fatto tu, che ha fatto non lo so l'ingegnere, sulle cose positive rispetto al progetto vecchio, l'ho fatta già mia, che gliela spiego io, molte cose non gliele spiegherò neanche, comunque non ti preoccupare che faccio in modo da farti avere un ok» –:

   di quali informazioni disponga sulla vicenda;

   se con solerzia non intenda assumere – e quali, all'occorrenza – iniziative di competenza per assicurare l'imparzialità degli uffici dipendenti dal Ministero della cultura di cui in premessa;

   se non si ritenga opportuno trasferire altrove i funzionari pubblici interessati, alle dipendenze del Ministero della cultura;

   quali urgenti iniziative di competenza abbia assunto o intenda assumere per tutelare i resti della strada e della villa romana di cui al succitato articolo di Sergio Pelaia.
(4-11471)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta scritta:


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   nei giorni scorsi, il quotidiano «il Riformista» ha pubblicato una notizia che evidenzia, in ogni suo aspetto, la tragica situazione in cui versa la magistratura italiana e l'acclarata urgenza di introdurre le opportune variazioni costituzionali affinché venga introdotta la responsabilità diretta dei magistrati;

   secondo quanto riportato dal quotidiano, giudice, pubblico ministero e guardia di finanza avrebbero inanellato una serie di errori che hanno portato erroneamente all'applicazione delle misure interdittive nei confronti di due imprenditori che, successivamente, hanno chiesto un risarcimento danni di 6 milioni di euro;

   nel 2015, nelle inchieste di mafia che hanno coinvolto il clan degli Spada, un pentito romeno di nome Paul Dociu segnalava l'esistenza dell'autosalone «Rosa car», gestito dagli Spada, in via dei Romagnoli 147/151, a Ostia;

   gli uomini della squadra mobile hanno acclarato che l'autosalone chiamato «Rosa car» in via dei Romagnoli 147/151, svolge «attività commerciale di fatto di proprietà di Carmine Spada e Carlo Franzese» e, da quel momento, le indagini dei pubblici ministeri della procura di Roma Maria Calò (poi nominata procuratore aggiunto dal Consiglio superiore della magistratura nel 2020) e Mario Palazzi si sono intensificate;

   agli esponenti della famiglia Spada è stata contestata l'aggravante mafiosa, quindi, in contemporanea alle indagini penali partiva anche il procedimento delle misure di prevenzione, affidate alla guardia di finanza;

   trascorrono due anni dall'inizio dell'inchiesta e dalla collaborazione di Paul Dociu. Secondo quanto ricostruito, gli agenti del Gico non avrebbero letto con cura le deposizioni dove venivano annotati i particolari dell'autosalone «Rosa car» e, poiché nel luogo indicato dal pentito non vi era più un autosalone, ma un parrucchiere, avrebbero sommariamente individuato l'autosalone «Rosa car» presso un altro autosalone poco distante chiamato «Gamma Auto»;

   da tale errore dello Stato iniziava un calvario per i due imprenditori titolari dell'autosalone, poiché al primo se ne aggiunge un altro ben più grave. Gli uomini del Gico, per aprire la procedura di prevenzione antimafia, si sarebbero rivolti ai pubblici ministeri Calò e Palazzi ossia agli stessi pubblico ministero che hanno indagato, intercettato e poi chiuso il «Rosa car» degli Spada;

   purtroppo, neanche in questa seconda occasione lo Stato si è accorto di aver commesso un madornale errore;

   i due pubblico ministero avrebbero usato male le dichiarazioni del «pentito» Dociu anche per chiedere e ottenere il sequestro e la confisca della «Gamma auto», che diventa improvvisamente il luogo di riferimento del clan degli Spada, cosa estranea rispetto alle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia;

   l'incubo per i due è iniziato a finire dopo tre anni quando, il 3 dicembre 2021, passa in giudicato il decreto di revoca del sequestro e della confisca dell'autosalone;

   nel frattempo, però, i due titolari, a seguito del sequestro e confisca della società, hanno sostenuto spese per l'amministrazione giudiziaria, sono finiti nelle black list bancarie, assicurative e finanziarie, hanno visto i conti correnti chiusi, e dopo la «riemersione» bancaria, hanno subito l'applicazione dei massimi interessi;

   oltre al danno d'immagine e allo sconvolgimento di tre anni di vita, i due hanno sostenuto un peso economico non indifferente e, pertanto, hanno ritenuto giusto chiedere un risarcimento;

   anche a seguito della bocciatura del referendum sulla responsabilità civile dei magistrati, occorre interrogare il Governo affinché, nelle more di una complessiva riforma della Costituzione, venga reso effettivo il principio della responsabilità indiretta dei magistrati a seguito del risarcimento dovuto al cittadino –:

   quali iniziative il Governo intenda adottare, per quanto di competenza, anche a livello normativo, per dare completa attuazione al principio della responsabilità indiretta dei magistrati; quante richieste di danno siano state accolte e quante azioni di rivalsa siano state avviate nei confronti dei magistrati.
(4-11476)

ISTRUZIONE

Interrogazione a risposta scritta:


   FRATOIANNI. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   gli studenti e le studentesse del Liceo artistico Petrocchi di Pistoia in questi giorni, stanno protestando per porre l'attenzione su emergenze nazionali e locali sulle quali le autorità scolastiche e il Ministro interrogato dovrebbero fornire risposte precise e chiare;

   oltre a questioni legate alla piattaforma nazionale che sta animando occupazioni e proteste in tantissimi istituti del Paese, come il contrasto alla repressione violenta delle manifestazioni studentesche, le modalità dell'esame di maturità decise senza coinvolgere gli studenti, la sostanziale inerzia rispetto alle recenti morti di studenti coinvolti nei Pcto (nuova alternanza scuola-lavoro) gli studenti e le studentesse del Liceo Petrocchi pongono rilevanti problemi di carattere locale come la noncuranza delle istituzioni locali per l'edilizia scolastica, l'incapacità di utilizzare e istituire i fondi dedicati alla scuola per migliorare le situazioni complesse di scuole come la loro (divisa in quattro sedi diverse) e soprattutto protestano per denunciare recenti e meno recenti episodi di razzismo, omofobia, apologia del fascismo da parte di alcuni docenti dell'istituto nei confronti degli studenti;

   da quanto si apprende dal Tirreno del 22 febbraio 2022, il principale riferimento delle accuse degli studenti sarebbe un insegnante al quale si attribuiscono battute a sfondo sessista e ripetuti atti discriminazione nei confronti di uno studente;

   l'insegnante in questione l'anno scorso ha già ricevuto la sanzione del cosiddetto «avvertimento», a seguito di una segnalazione ricevuta dalla dirigente scolastica, la quale sostiene, oggi, di non aver potuto procedere con altri provvedimenti disciplinari di sua competenza, né tantomeno avrebbe potuto investire il competente ufficio scolastico perché le successive segnalazioni venivano a lei riferite solo verbalmente e mai per iscritto attraverso atti formali;

   la famiglia di un ragazzo ha, in questi giorni, formalizzato una denuncia scritta e la preside ha dichiarato di voler procedere a nuove verifiche;

   secondo quanto riferito dalla madre del ragazzo oggetto di discriminazioni, il figlio è costretto a far uso di forti psicofarmaci a causa degli insulti subiti e lei stessa avrebbe parlato tante volte dei comportamenti e delle parole gravemente discriminatorie del docente;

   a parere dell'interrogante la denuncia dei ragazzi nei confronti di docenti con atteggiamenti omofobi e razzisti deve trovare la massima chiarezza e, se confermati, meritano l'adozione di tutti i provvedimenti necessari e, per questo, occorre un deciso intervento da parte del Ministero dell'istruzione che, anche attraverso iniziative di natura ispettiva, possa ricostruire quanto accaduto e individuare casi e responsabilità;

   la scuola è il luogo dove vanno coltivati e praticati i valori della solidarietà, dell'accoglienza della ricchezza delle differenze e non ci può essere spazio per atteggiamenti discriminatori, omofobi e razzisti –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, anche di natura ispettiva, intenda assumere in relazione alle denunce degli studenti e delle studentesse del Liceo artistico Petrocchi di Pistoia richiamate in premessa, così da poter permettere agli uffici competenti di poter assumere i provvedimenti disciplinari opportuni rispetto alle eventuali responsabilità accertate.
(4-11475)

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Interrogazione a risposta orale:


   VILLANI. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   il direttore dei servizi generali e amministrativi (Dsga), vertice contabile-amministrativo delle istituzioni scolastiche, svolge un ruolo di primaria importanza nel sistema nazionale di istruzione ed educazione nel nostro Paese;

   nel corso della discussione della legge di bilancio per il 2022 sono state presentate decine di emendamenti da tutte le forze politiche che hanno recepito una considerevole parte delle urgenti richieste che sono state avanzate nel corso degli anni da parte della categoria;

   nonostante l'ampia condivisione politica ribadita in varie occasioni, anche da membri del Governo, nulla è stato previsto nella legge di bilancio;

   tuttavia, il ruolo dei Dsga è importante e centrale per il buon funzionamento delle scuole, ma permane carenza di risposte da parte del Governo e dell'amministrazione di fronte alle pressanti e giustificate richieste poste dalla categoria;

   il diffuso malessere tra i Dsga è stato reso piuttosto evidente in occasione della partecipatissima manifestazione di protesta tenutasi a Roma il 30 novembre 2021;

   visto il perdurante atteggiamento tenuto dal Ministero dell'istruzione e il mancato recepimento da parte del Governo delle richieste avanzate in occasione della legge di bilancio, è stata proclamata dal sindacato di categoria Anquap un'azione di protesta per tutto il mese di gennaio, che ha già raccolto centinaia e centina di adesioni in tutta Italia;

   gli argomenti posti a fondamento della protesta sono tanti ed in particolare l'esigenza di finanziamenti per una equiparazione del trattamento economico fondamentale ai direttori amministrativi di accademie e conservatori; un incremento di indennità di direzione, quota base e quota variabile; una indennità mensile a Dsga obbligati a lavorare in due scuole; la valorizzazione del personale Ata a partire dagli assistenti amministrativi; l'introduzione dell'organico dei coordinatori amministrativi; l'incremento dell'organico degli assistenti tecnici nel primo ciclo; la programmazione della rete scolastica sul territorio, superando la condizione ingestibile delle scuole sottodimensionate; la revisione del sistema di governance delle scuole, riformando totalmente gli attuali organi collegiali;

   inoltre, altri argomenti di fondamentale importanza sono la riscrittura del Testo unico del 1994, la revisione del reclutamento del personale Ata, prevedendo concorsi per titoli ed esami, l'indizione urgente di un nuovo concorso per Dsga ed infine una rivisitazione del sistema di classificazione e di tutti i profili professionali del personale Ata, resa inevitabile dai nuovi e più complessi compiti e dai maggiori carichi di lavoro;

   in tale ambito, è necessario istituire la categoria dei quadri (o elevate professionalità);

   la legge di bilancio prevede importanti misure per pubblica amministrazione e lavoro pubblico, con particolare riferimento alle risorse per il trattamento accessorio (200 milioni di euro a valere già per i contratti collettivi nazionali di lavoro (Ccnl) 2019/2021) e gli ordinamenti professionali (200 milioni di euro a valere già per i contratti collettivi nazionali di lavoro (Ccnl) 2019/2021);

   nell'atto di indirizzo del comparto istruzione e ricerca è quindi prioritario inserire la nuova area delle elevate professionalità –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative intendano intraprendere al fine di soddisfare le annose e urgenti richieste, considerato il perdurante malessere della categoria dei direttori dei servizi generali e amministrativi.
(3-02784)

SALUTE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BOLOGNA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   i dati dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) evidenziano che l'emicrania è una patologia disabilitante che interessa circa il 12 per cento della popolazione adulta nel mondo;

   si tratta di una patologia neurologica, connotata da un forte impatto sulla qualità di vita dei pazienti, con altissimi costi umani, sociali ed economici;

   come evidenziato dagli studi scientifici elaborati dall'Istituto superiore di sanità e dal Cergas-Sda Bocconi e grazie alla diffusione delle informazioni relative a questa patologia gestite dall'Osservatorio della medicina di genere e dai gruppi di lavoro sulla medicina di genere regionali, dalla Associazione italiana donne medico, dalle società scientifiche, dalle associazioni dei pazienti e da altre realtà come la Fondazione Onda, si sa che è una patologia «genere specifica», presentando una prevalenza tre volte maggiore tra le donne che manifestano quadri clinici in termini di complessità e disabilità più gravi rispetto agli uomini: difatti, in Italia, quattro dei sei milioni di persone affette da emicrania sono donne con un forte impatto socio-economico da considerare sia per i costi diretti che indiretti;

   in questo scenario, grava anche il peso dello stigma legato alla banalizzazione del mal di testa, erroneamente ricondotto all'esperienza comune di sintomo transitorio e al mancato riconoscimento dell'emicrania come una vera e propria patologia invalidante;

   l'approvazione della legge 14 luglio 2020, n. 81, recante Disposizioni per il riconoscimento della cefalea primaria cronica come malattia sociale, è stato un primo e importante passo al fine di costruire una cultura su questa patologia, sulle sue caratteristiche cliniche, sul suo impatto esistenziale e sull'importanza di una diagnosi corretta e la necessaria presa in carico socio-sanitaria;

   la legge del 2020 prevedeva un termine di 180 giorni dall'entrata in vigore affinché il Ministero della salute adottasse un decreto – mai intervenuto – per l'individuazione di progetti e di metodi nuovi per la tempestiva ed efficace presa in carico dei pazienti, evidenziando, altresì, le opportune linee guida per le regioni –:

   quali siano le iniziative che intende intraprendere per ottemperare a quanto richiesto dalla legge n. 81 del 2020 per tutelare il diritto alla salute e garantire la presa in carico omogenea su tutto il territorio nazionale di milioni di pazienti affetti da cefalea cronica.
(5-07618)

Interrogazione a risposta scritta:


   MATURI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   per gli spostamenti all'interno dei Paesi dell'Unione europea di cani, gatti e altri animali da compagnia il regolamento (UE) 576/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 giugno 2013 prevede la necessità dell'identificazione degli animali stessi tramite un tatuaggio, se apposto prima del 3 luglio 2011, tramite un sistema elettronico (microchip o trasponditore) e con il possesso del passaporto individuale di cui all'allegato III, parte 1, del regolamento (UE) n. 577/2013 della Commissione del 28 giugno 2013;

   tali norme, sebbene fondamentali per la circolazione degli animali in condizioni di sicurezza, necessitano chiaramente di una deroga a favore delle centinaia di migliaia di cittadini ucraini che in queste ore stanno abbandonando il proprio Paese per mettersi in salvo dalla guerra e trovare rifugio in uno Stato membro, Italia inclusa;

   è evidente la necessità di implementare misure straordinarie affinché le persone in fuga dal conflitto, che spesso hanno già perso la casa, il lavoro e i risparmi, non siano costrette a separarsi anche dal proprio animale da compagnia;

   la situazione assolutamente drammatica impone di tutelare con ogni strumento possibile il padrone dell'animale, la stabilità dei legami affettivi e ovviamente l'incolumità e la vita degli animali stessi;

   le associazioni per la tutela e la protezione degli animali, tra cui Oipa e Lav, si sono immediatamente attivate, rivolgendo un accorato appello al Ministro della salute –:

   se e quali iniziative intenda urgentemente adottare al fine di garantire che l'ingresso di cani, gatti e altri animali da compagnia al seguito di rifugiati sia consentito anche senza passaporto individuale, in deroga al regolamento europeo n. 576/2013.
(4-11473)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta scritta:


   ANDREUZZA, BAZZARO, FOGLIANI e VALLOTTO. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   com'è noto, l'effetto ripartenza, conseguente alla pandemia COVID, ha ingenerato un forte aumento delle materie prime necessarie al mondo produttivo, dall'edilizia ai prodotti energetici;

   la maggiorazione del costo del gas, si ripercuote con forza sul comparto artigianale delle vetrerie di Murano; un mercato di eccellenza, simbolo del made in Italy e vanto del Paese in tutto il mondo;

   le imprese del settore hanno necessità di utilizzare il combustibile senza soluzione di continuità, 24 ore al giorno per tutto l'anno, anche solamente per mantenere i forni accesi e funzionanti. Volendo brevemente riportare alcuni dati, ci si trova in presenza di un settore che annualmente produce un consumo stimato pari a 7 milioni di metri cubi, per una spesa complessiva di 1.750.000 euro ogni anno. Se si mettono in relazione questi dati con quelli forniti da Confartigianato, che ha quantificato il possibile aumento del gas da 0,19 euro a 0,58 euro a metro cubo, ne consegue che la spesa finale risulterà più che raddoppiata; secondo altri dati, addirittura, l'aumento potrebbe passare da circa 20 centesimi metro cubo a 0,90. Costi insostenibili per piccole imprese e botteghe artigiane;

   altro elemento da tenere in considerazione è che il vetro di Murano fa da traino all'intera filiera e all'economia locale. Si parla di circa 64 aziende con un capitale umano pari a 650 addetti, a cui va ad aggiungersi l'indotto di riferimento composto da incisori, decoratori e professionisti dell'arte vetraria; si consideri anche il sistema di stoccaggio, trasportatori, negozianti, commercianti, commessi e altri soggetti in vario modo collegati;

   si tratta di figure professionali e del mondo del lavoro che si vedrebbero private di un fondamentale volano economico, ciò anche in considerazione del fatto che il vetro di Murano non è un bene di prima necessità, quindi, suscettibile alle forti oscillazioni del mercato che potrebbero renderlo scarsamente competitivo e antieconomico;

   il Ministro Giorgetti ha mostrato in questi mesi una attenzione particolare al comparto produttivo italiano, sia con azioni dirette, che attraverso il costante e proficuo lavoro all'interno del Governo. L'intervento effettuato a tutela delle famiglie, si ritiene vada esteso anche alle imprese, per tutelare un marchio riconosciuto in tutto il mondo. Si potrebbero, quindi, valutare ipotesi di compensazione per attenuare il peso degli aumenti; oppure, estendere a queste imprese il trattamento legato alla legge speciale di Venezia;

   le vetrerie di Murano meritano, altresì, tutela in quanto, da sempre, sono imprese proiettate verso uno sviluppo ecosostenibile della produzione; le vetrerie hanno adottato negli anni diverse misure per abbattere emissioni inquinanti;

   a quanto fin qui esposto, c'è da aggiungere in ultima analisi che il settore di riferimento ha subìto un blocco alle vendite quasi totale a causa della pandemia e solamente grazie alla ripresa del lavoro e allo slancio dato dal turismo in estate, si è potuto registrare qualche debole segnale di ripresa. Una crescita lenta, ma con ottimi segnali per il futuro; un aumento incontrollato del costo dell'energia porterà artigiani e imprese ad arrestarsi completamente senza possibilità di ripresa –:

   se i Ministri interrogati, per quanto di competenza, abbiano disposto o intendano adottare iniziative per predisporre interventi di monitoraggio e controllo del fenomeno esposto in premessa;

   se e quali iniziative, abbiano adottato o intendano adottare per la risoluzione delle problematiche di cui in premessa al fine di sostenere l'intera filiera del settore delle Vetrerie di Murano, al fine di evitare maggiorazioni di costi che possano gravare sulla ripresa economica del comparto di riferimento e di tutto il Paese.
(4-11467)

Apposizione di una firma ad una mozione.

  La mozione Versace e altri n. 1-00593, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 17 febbraio 2022, deve intendersi sottoscritta anche dalla deputata Giannone.

Trasformazione di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati così trasformati su richiesta dei presentatori:

   interrogazione a risposta orale Andreuzza e altri n. 3-02560 del 20 ottobre 2021 in interrogazione a risposta scritta n. 4-11467;

   interrogazione a risposta scritta Baldino 4-11121 del 18 gennaio 2022 in interrogazione a risposta orale n. 3-02783.