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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Mercoledì 29 dicembre 2021

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:


   Le Commissioni IV e X,

   premesso che:

    si sono tenute audizioni informali il 22 dicembre 2021 in sede di Commissioni riunite IV (Difesa) e X (Attività produttive) in merito alla situazione venuta a determinarsi in relazione all'azienda Oto-Melara, di rappresentanti della Leonardo S.p.A. e di rappresentanti della Rheinmetall Italia S.p.A.;

    negli ultimi anni l'Unione europea ha avviato diverse importanti iniziative per favorire il coordinamento tra i sistemi industriali nazionali nel settore della difesa, con l'obiettivo di ridurre le duplicazioni dei prodotti, garantire il migliore utilizzo delle risorse e sostenere l'industria europea della difesa, rafforzandone la base scientifica e tecnologica;

    a partire dal 2017, l'Unione europea ha adottato diversi strumenti di finanziamento diretto dell'industria della difesa, fino al Fondo europeo per la difesa, che per il periodo dal 2021 al 2027 può contare su risorse per 7,9 miliardi di euro, e che tali strumenti richiedono forme di collaborazione tra soggetti di diversi Paesi membri;

    per le realtà industriali del settore, la dimensione europea è quindi il presupposto indispensabile per mantenere competitività sui mercati, salvaguardando livelli produttivi e occupazionali;

    la centralità della prospettiva europea non pregiudica l'esistenza di assetti strategici dell'industria nazionale, ma, al contrario, rende ancora più necessari la difesa e il rafforzamento di tali presidi, le cui competenze possono semmai essere ulteriormente valorizzate nell'ottica della competizione europea;

    la dimensione europea, come sopra delineata, rappresenta la prospettiva principale entro cui affrontare i processi di riassetto proprietario nel settore della difesa, come quello che attualmente coinvolge Leonardo s.p.a., in relazione alla Divisione «Sistemi di difesa», che comprende realtà importanti come ex Oto Melara e Wass;

    tale divisione gode peraltro di una buona condizione di salute e può attualmente vantare un significativo portafoglio di ordini in tutti i settori di produzione (terrestre, navale e subacqueo), con una previsione di investimenti rilevanti nei prossimi anni, grazie anche all'avvio di importanti progetti di cooperazione europea;

    tali assetti sono strategici per l'industria nazionale e devono quindi essere salvaguardati, puntando altresì contestualmente al loro consolidamento e al loro rafforzamento in una dimensione europea;

    è apprezzata l'attiva partecipazione alla vicenda da parte del Governo, anche con l'istituzione di un tavolo interministeriale tra i Ministeri della difesa, dell'economia e delle finanze e dello sviluppo economico;

impegnano il Governo:

   a continuare a seguire da vicino la vicenda, con adeguato coinvolgimento sia del territorio di riferimento, nelle sue articolazioni di rappresentanza istituzionale e sociale, sia del Parlamento;

   a tutelare gli assetti strategici dell'industria nazionale della Difesa, con un'attenzione contestuale al rafforzamento della dimensione europea, necessaria a salvaguardare e far crescere i livelli produttivi e occupazionali, attraverso la competitività sui mercati;

   ad assicurare, nel rispetto delle procedure proprie delle società a partecipazione pubblica quotate, la piena tutela degli interessi nazionali nell'operazione di eventuale cessione di ex Oto Melara e Wass da parte di Leonardo spa, attese anche le competenze del Governo ai sensi del decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21, finalizzato a garantire una base tecnologica altamente competitiva nei settori strategici, condizione su cui poggia la sovranità del nostro Paese;

   ad adottare le iniziative di competenza, esercitando i poteri previsti dalla normativa vigente, già nella fase che precede qualunque trattativa relativa agli assetti proprietari di cui in premessa, al fine di garantire la tutela dei dati sensibili sulla natura e sull'attività di un'azienda strategica per il comparto della Difesa e per la sicurezza nazionale.
(7-00777) «Pagani, Benamati, Enrico Borghi, Carè, De Menech, Frailis, Losacco».

ATTI DI CONTROLLO

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   MONTARULI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   si sta registrando un vertiginoso aumento dei contagi da COVID-19 in tutta Europa e nel mondo;

   molti nostri connazionali si trovano all'estero anche in occasione delle festività natalizie e si pone il problema della loro tutela compatibilmente con l'esigenza di salute pubblica;

   i quotidiani hanno portato all'attenzione dell'opinione pubblica il caso di alcuni nostri connazionali risultati positivi al COVID-19 durante i doverosi controlli per il trasporto dei passeggeri nell'aeroporto di Helsinki;

   in particolare due ragazzi italiani, risultati appunto positivi, per ore sarebbero stati chiusi in una toilette dell'aeroporto con il supporto solo di alcune bottigliette d'acqua e un paio di sedie;

   le immagini pubblicate sul caso specifico ritraggono un ragazzo dormiente sul lavabo; tale episodio se confermato rappresenta un trattamento non dignitoso della persona in violazione peraltro, a giudizio anche dell'interrogante, anche del diritto alla salute privata e pubblica e alla cura;

   la madre di uno dei ragazzi ha dichiarato di aver chiamato invano la Farnesina per ore senza ricevere alcuna risposta;

   altri connazionali potrebbero risultare in difficoltà analoghe –:

   se si sia avuto riscontro dell'episodio sopra indicato e denunciato dai quotidiani italiani;

   quali urgenti iniziative intenda assumere per garantire ai nostri connazionali all'estero risultati positivi al COVID-19 un trattamento dignitoso e rispettoso della persona e del diritto alla salute privata e pubblica durante la quarantena.
(5-07307)

Interrogazione a risposta scritta:


   UNGARO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo di «La Verità» dell'8 dicembre 2'21 a firma di Alessandro Da Rold, riporta che è stato indetto nel luglio del 2020 dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale un bando di gara pubblico, da 39 milioni di euro, aperto dall'istituto per il commercio estero (Ice);

   la società dal nome Pomilio Blumm è risultata vincitrice del bando con il progetto che è stato chiamato Italy is simply extraordinary, sintetizzato in «be.IT», con il compito di promuovere il made in Italy nel mondo;

   a detta di alcuni partecipanti, Pomilio Blumm ha presentato un'offerta con il 56 per cento di ribasso, di gran lunga superiore ai limiti consentiti dal bando stesso e, secondo le rimostranze legali di due candidati, la procedura si sarebbe conclusa in modo del tutto irrituale, che comprende non solo l'eccesso di ribasso, ma anche svariati errori tecnici senza che l'Anac (Autorità nazionale anticorruzione) abbia eccepito nulla;

   la società Pomilio Blumm ha partecipato alla gara con Triboo, una società quotata in Borsa specializzata nell'e-commerce, che vede come amministratore delegato il dottor Riccardo Monti che, oltre a essere finito in alcune inchieste durante la pandemia per gli appalti sulle mascherine dell'ex commissario Domenico Arcuri è stato presidente dello stesso Ice dal 2012 al 2016 –:

   quali chiarimenti intenda fornire il Ministro interrogato in relazione ai fatti riportati dall'articolo sopracitato a firma di Da Rold e, ove essi trovino riscontro, quali iniziative intenda adottare in ordine al progetto officialbe.it promosso dalla Società Pomilio Blumm.
(4-11025)

INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ SOSTENIBILI

Interrogazione a risposta scritta:


   PATASSINI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   il Progetto infrastrutturale viario Quadrilatero Umbria-Marche consiste nel completamento e nell'adeguamento di due arterie principali (l'asse Foligno-Civitanova Marche strada statale 77 e l'asse Perugia-Ancona strade statali 76 e 318), della Pedemontana Fabriano-Muccia/Sfercia e di altri interventi viari, idonei ad assicurare il raccordo con i poli industriali esistenti e, più in generale, a migliorare ed incrementare l'accessibilità alle aree interne delle regioni interessate;

   dal punto di vista strategico-logistico il Progetto infrastrutturale viario si inserisce nel sistema delle principali dorsali del Paese, consentendo di ridurre il deficit infrastrutturale che riguarda le regioni Marche e Umbria, creando un efficiente collegamento con le regioni circostanti e verso l'Europa;

   il progetto «Quadrilatero» aveva subito uno «stop and go» nelle Marche: si tratta del maxi-lotto 2, che prevede il raddoppio della strada statale 76 tra Fabriano e Serra San Quirico e il completamento della Pedemontana Fabriano-Muccia;

   un nodo era legato alla situazione di crisi finanziaria del general contractor Astaldi. In precedenza, tra il 2011 e il 2013, erano falliti due altri general contractor, Btp e Impresa Spa, impegnati nel completamento della strada statale 76 e alle quali, nel 2015, è subentrato Astaldi, che finora ha realizzato oltre l'80 per cento del progetto;

   in particolare, nelle Marche sono attivi interventi per 93 milioni di euro e sono programmati lavori per 742 milioni di euro, per un investimento complessivo nella regione di 835 milioni di euro. In Umbria Anas ha attivato lavori per 57 milioni di euro, mentre sono programmati lavori per 979 milioni di euro per un investimento complessivo di 1.035 milioni di euro;

   tra la viabilità urbana nell'ambito del Quadrilatero è prevista la realizzazione di una tangenziale sud-ovest della città di Foligno (che completi, con la tangenziale est costituita da un tratto della strada statale 3 Via Flaminia, un anello viario a scorrimento veloce) con la funzione di raccordo alle varie zone e alle varie direttrici, ed una variante sud che colleghi le aree industriali della città e la piastra logistica adiacente all'aeroporto di Foligno, e la realizzazione di una bretella che colleghi la città di Macerata con la superstrada verso Foligno, la cosiddetta intervalliva, che, oltre a favorire il collegamento della città, svolge anche la funzione di mettere in comunicazione la valle del Potenza con quella del Chienti, oltre a un moderno collegamento per la Val di Fiastra, da Sarnano a Sforzacosta;

   a seguito della chiusura dei tratti Foligno-Colfiorito direzione Ovest, Piediripa-Macerata uscita Morrovalle, l'uscita Montecosaro direzione ovest e la tratta Tolentino Ovest Caldarola direzione est a causa dei cantieri stradali presenti, sia per il completamento dell'opera che per ordinaria manutenzione, si sono verificati continui ritardi nei tempi di percorrenza e forti disagi durante il fine settimana e gli orari di punta;

   la protesta degli utenti e autotrasportatori è quotidiana da parte di chi percorre l'autostrada per motivi turistici ma anche soprattutto per motivi lavorativi; le continue deviazioni, oltre ad allungare i tempi di percorrenza, possono provocare gravissimi incidenti;

   tale situazione comporta un crescente inquinamento ambientale dei luoghi in cui si formano le code, che spesso sono zone densamente popolate che mal sopportano l'invasione di mezzi con la paralisi anche della mobilità locale, con disagi alla cittadinanza –:

   se il Ministro, per quanto di competenza, intenda adottare iniziative affinché l'Anas provveda a sbloccare i cantieri sulle tratte evidenziate in premessa e indicare le date attese per il completamento dei lavori di manutenzione e sviluppo dell'intera tratta, ponendo fine ai disagi per gli utenti ed in particolare per gli autotrasportatori.
(4-11023)

INTERNO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   DE MARIA. — Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   le disposizioni anti-contagio adottate per le scuole hanno previsto una complessiva riorganizzazione dell'attività didattica con conseguente impegno da parte dei comuni di ulteriori risorse;

   le istituzioni maggiormente impegnate nell'attuazione delle nuove disposizioni sono le istituzioni scolastiche e, in primo luogo, i comuni i quali hanno da sempre sofferto carenze di organico del personale delle scuole gestite direttamente;

   questa condizione si presenta con i caratteri dell'emergenza anche in considerazione della nuova curva dei contagi nelle scuole e delle ulteriori misure per il contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19;

   solo attraverso l'adozione di provvedimenti normativi adeguati che prevedano un regime assunzionale specifico per il personale educativo, scolastico e ausiliario i comuni potranno garantire la continuità e l'efficienza di servizi fondamentali;

   anche nelle più recenti iniziative normative sono state previste disposizioni che incrementano la quota del Fondo di solidarietà comunale (FSC) destinato a potenziare il numero di posti disponibili negli asili nido, ma non sono state individuate misure dedicate al personale educativo, scolastico e ausiliario da impiegare negli asili nido e nelle scuole dell'infanzia –:

   se, in considerazione delle criticità richiamate in premessa, non si intendano adottare iniziative urgenti che consentano ai comuni di assumere personale educativo, insegnante e ausiliario, in deroga ai limiti normativi, escludendo la spesa per le assunzioni dalle limitazioni assunzionali previste dalla legge per il personale complessivamente inteso.
(5-07306)

Interrogazioni a risposta scritta:


   PRISCO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   con decreto del presidente della provincia di Chieti n. 121 del 13 ottobre 2021 sono state indette le elezioni di secondo grado del presidente e del consiglio della provincia di Chieti per sabato 18 dicembre 2021;

   ai sensi della legge n. 56 del 2014, ai fini delle elezioni, i comuni sono stati ripartiti in distinte fasce a seconda del numero degli abitanti e a ciascuna fascia è stata assegnata una scheda di colore diverso: in particolare, alla fascia demografica dei comuni con popolazione compresa tra tremila e cinquemila abitanti è assegnata una scheda di colore arancione, e alla fascia demografica dei comuni con popolazione compresa tra diecimila e trentamila abitanti è assegnata una scheda di colore rosso;

   alle ore 16.30 del 19 dicembre 2021, il presidente del seggio ha trasmesso i verbali delle operazioni di spoglio, dai quali si evince che, nell'ambito delle operazioni di voto, si è verificato «un errore materiale» non rimediabile; nello specifico, dai conteggi delle schede risulta che sono state consegnate n. 9 schede di colore rosso, della fascia demografica dei comuni con popolazione superiore a 10.000 e fino a 30.000 abitanti ad elettori di comuni con popolazione superiore a 3.000 e fino a 5.000 abitanti;

   tale errore si è verificato sia nell'ambito della elezione del presidente, che nell'ambito della elezione del consiglio provinciale;

   data la segretezza del voto, non è stato possibile risalire alle preferenze espresse sulle schede votate in modo non corretto e il voto espresso su tali schede, in virtù del voto ponderato, inciderebbe in modo scorretto in favore dei candidati che hanno ricevuto tali preferenze;

   con decreto del presidente della provincia di Chieti n. 168 del 19 dicembre si è ritenuto, tuttavia, che, per il principio di conservazione del procedimento elettorale, le elezioni siano da considerare valide, fatta eccezione per i voti espressi con le schede arancioni e rosse, ovvero dai sindaci e consiglieri dei comuni con popolazione superiore a 10.000 e fino a 30.000 abitanti e dei comuni con popolazione superiore a 3.000 e fino a 5.000 abitanti;

   per il perfezionamento del procedimento già indetto con decreto presidenziale n. 121 del 13 ottobre 2021, sono state, pertanto, indette, per giovedì 23 dicembre 2021, consultazioni elettorali limitate agli elettori di sedici comuni rientranti in quelle fasce demografiche;

   la scelta di ritenere valide le elezioni, fatta eccezione per i voti espressi con le schede arancioni e rosse, ovvero dai sindaci e consiglieri dei comuni con popolazione superiore a 10.000 e fino a 30.000 abitanti e dei comuni con popolazione superiore a 3.000 e fino a 5.000 abitanti, suscita forti dubbi e perplessità in quanto, a spoglio effettuato, si conosce già l'esito della prima consultazione e, quindi, trattandosi di una elezione di secondo livello, sarebbe possibile influenzarne l'esito;

   quanto descritto rappresenta una grave alterazione del voto e del requisito della segretezza in quanto, limitando la ripetizione del voto solo ai comuni appartenenti alle suddette fasce e tenuto conto del calcolo degli indici di ponderazione (34.475 voti su un totale di 99.120), il risultato ne sarebbe comunque falsato, sia per quanto riguarda il numero dei seggi da ripartire, sia per quello concernente il numero dei seggi all'interno delle coalizioni –:

   se sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare per salvaguardare la regolarità e la correttezza del procedimento elettorale.
(4-11022)


   ORRICO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la divisione anticrimine della questura di Cosenza ha richiesto, il 13 dicembre 2021 al tribunale ordinario di Catanzaro, sezione misure di prevenzione, il provvedimento della sorveglianza speciale nei confronti di due giovani studenti universitari, attivisti e sindacalisti – Jessica Cosenza e Simone Guglielmelli – appartenenti ai movimenti civici di Cosenza attualmente incensurati;

   la medesima richiesta di sorveglianza speciale era già stata avanzata soltanto due mesi addietro e comminata nei riguardi di un altro sindacalista, Francesco Azzinnaro, anch'egli attivista cosentino;

   gli attivisti sono da anni impegnati all'interno di comitati cittadini e collettivi a difesa del diritto alla salute, del diritto all'abitare, alla parità di genere ed in difesa dei beni comuni e dei soggetti più fragili ed emarginati, nonché sindacalisti dell'associazione nazionale Usb che conta migliaia di iscritti in tutto il Paese;

   tale circostanza ha provocato un moto di indignazione nell'opinione pubblica e nella società civile calabrese nonché nelle istituzioni territoriali ed accademiche concretizzatosi in due pubbliche manifestazioni di solidarietà svoltesi una presso la sede della provincia di Cosenza cui hanno partecipato cittadini, docenti universitari ed esponenti politici e, l'altra, presso l'Università della Calabria, cui hanno partecipato studenti e militanti;

   l'applicazione dell'istituto si basa, fra gli altri, sul requisito, ad avviso dell'interrogante, arbitrario, della «pericolosità sociale» che, considerato il trasparente impegno profuso dagli attivisti per la comunità, non appare conciliabile con i profili personali degli stessi;

   la misura della sorveglianza speciale è solitamente riservata a personalità legate al crimine organizzato predisposte verso il compimento di nuovi e pericolosi reati e non per silenziare e/o reprimere il legittimo dissenso sociale di attivisti impegnati per il riconoscimento dei diritti degli ultimi;

   il provvedimento comporta gravissime restrizioni della libertà personale pregiudizievoli ed afflittive per il futuro di studio e di lavoro dei tre attivisti nonché della possibilità di pater concretizzare il loro impegno politico e sindacale costituzionalmente garantito –:

   quali iniziative di competenza si intendano intraprendere per verificare se le richieste concernenti la misura di prevenzione della sorveglianza speciale avanzate dalla questura di Cosenza nei confronti degli attivisti politici e sindacali siano compatibili con il democratico godimento dei loro diritti civili e costituzionali e se tali richieste, visto quanto sopra esposto, non debbano essere revocate.
(4-11026)

ISTRUZIONE

Interrogazione a risposta scritta:


   DE MARIA. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   le lavoratrici e i lavoratori della scuola, che da molti anni svolgono incarichi come facente funzione di direttore dei servizi generali e amministrativi (Dsga), non sono mai stati regolarizzati nel ruolo superiore e chiedono di sanare una situazione di «precarietà professionale»;

   in Emilia-Romagna, come in altre regioni, tale situazione sta manifestando due gravi criticità: una discontinuità nell'azione amministrativa che sta già mettendo in grande difficoltà le scuole interessate e una diminuzione dei fondi destinati alla gestione dell'emergenza COVID-19;

   i Dsga facenti funzione sono una risorsa per la scuola pubblica e hanno maturato negli anni grandi competenze; risulta quindi incomprensibile che si voglia disperdere un tale patrimonio;

   da diverso tempo i Dsga facenti funzione stanno denunciando la scarsa attenzione e la mancanza di un giusto e meritato riconoscimento per il loro ruolo, dal punto di vista giuridico-economico, ponendo all'attenzione delle competenti sedi istituzionali le complesse problematiche inerenti all'intera categoria e rivendicando la specificità e la complessità dell'attività svolta, anche al fine di assicurare una piena realizzazione dell'autonomia scolastica –:

   se e quali misure il Ministro interrogato intenda promuovere al fine di valorizzare il ruolo dei direttori dei servizi generali e amministrativi e quali iniziative intenda assumere al fine di prevedere, quanto prima, un concorso riservato agli assistenti amministrativi che hanno ricoperto l'incarico di Direttore dei servizi generali e amministrativi per almeno tre anni, anche se privi di titolo di studio specifico, in modo da non disperdere il patrimonio di competenze accumulate negli anni.
(4-11024)

Pubblicazione di un testo riformulato.

  Si pubblica il testo riformulato della mozione Davide Crippa n. 1-00568, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 620 del 22 dicembre 2021.

   La Camera,

   premesso che:

    la situazione pandemica generata dalla diffusione del Sars-CoV-2 ha impattato pesantemente sul comparto turistico: sin dal primo trimestre del 2020, tanto a livello mondiale che nei Paesi dell'Unione europea, le restrizioni di viaggio e le altre limitazioni hanno determinato un'intensa flessione dei flussi turistici; secondo le stime contenute nel Conto Satellite del turismo, il valore aggiunto turistico è stato pari nel 2017 a 93 miliardi di euro, con un peso del 6 per cento sul valore aggiunto totale dell'Italia. Le imprese della filiera turistica erano più di un milione, per il 90 per cento microimprese (1-4 addetti). Ad esse corrispondevano più di 4 milioni di posizioni lavorative (in buona parte a tempo parziale), ovvero il 15 per cento del totale dell'intera economia;

    negli ultimi anni, il turismo nel nostro Paese è stato caratterizzato da un'espansione forte e continua. Nel 2019 aveva raggiunto un record assoluto: 131,4 milioni di arrivi e 436,7 milioni di presenze negli esercizi ricettivi, con una crescita, rispettivamente, del +2,6 per cento e dell'+1,8 per cento rispetto all'anno precedente. Nel 2020, a seguito della pandemia da COVID-19, il settore ha subito un profondo shock;

    la crisi economica derivante dal dilagare della pandemia ha, pertanto, colpito un settore nevralgico dell'economia italiana, che nel decennio precedente si era progressivamente rafforzato, riflettendosi negativamente tanto sulle condizioni occupazionali che sul fatturato del settore, più marcati rispetto agli altri comparti;

    i dati forniti dalla Confcommercio, durante l'audizione in Commissione attività produttive del 9 novembre 2021, delineano una situazione piuttosto preoccupante: si apprende, infatti, che nel solo primo anno di pandemia il turismo in Italia ha perso, in base ai dati di Istat, per quanto concerne gli arrivi nel periodo marzo-dicembre 2020 rispetto al 2019, 48,3 milioni di stranieri su 60 e 29 milioni di italiani su 59,2;

    in termini di presenze, il dato è ulteriormente negativo; le notti trascorse dai turisti a destinazione si sono ridotte di 154,8 milioni su 203,8 per gli stranieri e di 77,8 milioni su 197,3 per gli italiani. La flessione in negativo ha interessato del 5,8 per cento il contributo all'economia nazionale per la sola parte generata dal turismo, con una riduzione del valore della produzione turistica del 58 per cento e il dato più preoccupante è quello della caduta degli indicatori del segmento del turismo montano quantificabile nella misura del 70 per cento;

    si è trattato di una perdita colossale di risorse e ricchezza che non ha gravato solo sulle aree montane, ma sull'intero sistema economico del nostro Paese, per il quale il turismo genera nel complesso, tra componenti dirette, indirette e indotte, poco meno del 14 per cento del Prodotto interno lordo. Con specifico riguardo, poi, al fatturato e alla redditività delle imprese operanti nel settore, i dati disponibili a livello nazionale evidenziano, nel 2020, che il fatturato delle società di capitali operanti nei comparti dell'alloggio, della ristorazione e dell'intrattenimento si sarebbe contratto del 40 per cento, circa quattro volte la riduzione registrata per la media delle imprese;

    come noto, anche il turismo organizzato ha sofferto e soffre ancora in modo particolare delle continue fibrillazioni legate allo spostamento dei viaggiatori a causa della continua recrudescenza del COVID-19; ciò non permette di pianificare progetti per il futuro, con grave incidenza sui redditi di tali aziende;

    i numeri forniti non consentono una ripresa immediata e non potranno neppure essere riassorbiti nei primi mesi del 2022, se non si programmano interventi poderosi, utilizzando al meglio i provvedimenti di investimento e le riforme messi in campo dall'Europa e dal Governo nazionale per risolvere problematiche aperte da anni e, soprattutto, riposizionare il «prodotto turistico Italia» in un nuovo contesto competitivo contraddistinto da una domanda nazionale ed estera profondamente modificata dal COVID-19 ma che al contrasto al COVID-19 può fornire una importante risposta;

    l'enorme vastità e diversità di caratteristiche dell'offerta turistica nel nostro Paese e l'esistenza di due stagionalità quadrimestrali – dicembre-marzo e giugno-settembre – sia pure dovendosi tenere conto di ragguardevoli distinguo tra area ed area – consentono di sostenere iniziative mirate ad una distribuzione più ottimale dei flussi nel tempo, ammodernando l'offerta ricettiva e di tutto l'insieme dei servizi turistici e complementari che intorno ad essa ruotano, anche in logica di migliore complementarietà; le nuove necessarie misure di contenimento della pandemia COVID-19, previste dal decreto-legge 24 dicembre 2021, n. 221, cosiddetto decreto «festività», tra l'altro anche con specifico riguardo ai controlli per gli ingressi sul territorio nazionale, dimostrano che il settore turistico non è al riparo da incertezze capaci di provocare ulteriori ingenti danni economici;

    a rischiare la compromissione in modo irrimediabile ed irreversibile è uno dei settori che più di altri ha pagato il prezzo della pandemia: il settore del turismo montano e quello dello spettacolo, delle sale da ballo e delle discoteche, grandemente legato al turismo in diverse aree del nostro territorio;

    sebbene comprensibili risultino le motivazioni sottostanti il provvedimento, gli operatori lamentano la tempestività circa l'efficacia della misura, atteso che il settore turistico alberghiero e dello spettacolo, ivi incluse sale da ballo e discoteche, anche e non solo per grandi eventi, programma le attività con mesi di preavviso ed ora si trova a fronteggiare «cancellazioni» impreviste e legittimate dal provvedimento governativo, che determineranno danni economici incalcolabili;

    il settore del turismo si trova ad affrontare un'altra brutta battuta di arresto, che non solo determinerà un mancato guadagno, ma in taluni casi, anche un danno emergente a lungo termine, se non si interverrà con provvedimenti tempestivi e mirati;

    la legge di bilancio per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024, all'articolo 1, commi 366-367, istituisce un Fondo unico nazionale per il turismo con una dotazione pari a 120 milioni di euro per gli anni 2022 e 2023 e a 40 milioni di euro per l'anno 2024, con la finalità di razionalizzare gli interventi finalizzati all'attrattività e alla promozione turistica nel territorio nazionale, sostenendo gli operatori per attenuare gli effetti della crisi, non solo economica, ma anche sanitaria, per il rilancio produttivo ed occupazionale;

    similmente, la legge di bilancio 2022, all'articolo 1, commi 486-487, istituisce, nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico, con una dotazione di 150 milioni di euro per l'anno 2022, un Fondo da destinare al sostegno degli operatori economici del settore del turismo, unitamente al settore dello spettacolo e dell'automobile, gravemente colpiti dall'emergenza epidemiologica COVID-19;

    il settore delle discoteche e delle sale da ballo ha affrontato e sta affrontando gravissime difficoltà a seguito della crisi pandemica e delle chiusure disposte per contrastare la diffusione del virus Sars-CoV-2 e si è visto negare la riapertura, nonostante abbia sempre dimostrato la massima e fattiva disponibilità all'ipotesi ad esso prospettata – in più riprese – di riaprire con il green pass ed in base a ben definiti protocolli di sicurezza differenziati tra attività all'aperto e quelle al chiuso;

    la riapertura del settore, sempre con limitazioni, è stata infatti disposta solo con l'articolo 1, comma 1, lettera b), del decreto-legge 8 ottobre 2021, n. 139, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 dicembre 2021, n. 205, dopo ben venti mesi di porte chiuse;

    a seguito della più recente cabina di regia COVID-19, però, il Consiglio dei Ministri ha approvato il citato decreto «festività», che proroga lo stato di emergenza nazionale e stabilisce ulteriori misure per il contenimento della diffusione dell'epidemia;

    in particolare, all'articolo 6, del summenzionato decreto «festività», si prevede il divieto di feste, comunque denominate, eventi a queste assimilati e concerti che implichino assembramenti in spazi aperti, nonché la sospensione delle attività che si svolgono in sale da ballo, discoteche e locali assimilati, a far data dal 25 dicembre ultimo scorso e sino al 31 gennaio 2022;

    attualmente il settore delle sale da ballo e discoteche beneficia delle risorse stanziate per il Fondo per le attività economiche chiuse, istituito ai sensi dell'articolo 2, del decreto-legge «Sostegni» (decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 luglio 2021, n. 106) con una dotazione di 140 milioni di euro per l'anno 2021, e, successivamente, il decreto-legge «Green pass» (decreto-legge 13 luglio 2021, n. 105, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 settembre 2021, n. 126) ha disposto che una quota, pari a 20 milioni di euro, del citato Fondo per il sostegno delle attività economiche chiuse sia destinata in via prioritaria alle attività che alla data del 23 luglio 2021 risultavano chiuse in conseguenza delle misure di prevenzione alla diffusione dell'epidemia da COVID-19, adottate ai sensi degli articoli 1 e 2 del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 maggio 2020, n. 35;

    il 1° settembre 2021, con decreto del Ministro dello sviluppo economico, è stato attivato il citato fondo da 140 milioni di euro;

    discoteche e sale da ballo sono alcune delle attività che potranno richiedere i contributi a fondo perduto fino a un massimo di 25 mila euro, per ciascun soggetto beneficiario, e a cui è destinata una quota pari a 20 milioni di euro del fondo istituito dal Ministero;

    l'attivazione del citato fondo per sostegno delle attività economiche chiuse è stata definita doverosa dallo stesso Governo per il tramite del Ministro dello sviluppo economico il quale, specificando che si tratta di un primo passo per sostenere il settore, non ha escluso la possibilità di un rifinanziamento dello strumento agevolativo;

    le perdite economiche subite dal settore sono, come si può immaginare, ingenti dopo ben due anni di sospensione delle attività e dopo la nuova chiusura richiesta durante l'attuale periodo di festività, ed è quindi essenziale implementare con tempestività e decisione i necessari strumenti di compensazione;

    valutando la situazione e dall'analisi degli strumenti disponibili, non si può non prendere atto del fatto che il turismo nella sua globalità, a partire da quello montano, è stato uno dei primi settori a risentire pesantemente delle conseguenze della crisi pandemica, non fosse altro perché il concetto su cui basa la sua economia è letteralmente antitetico a quello di «contingentamento degli spostamenti», o peggio ancora, di «lock down»; ma sarà anche uno degli ultimi ad uscirne, se è addirittura il Documento di economia e finanza, anche nell'ultima Nota di aggiornamento, ad affermare che «gli afflussi turistici recupererebbero nel 2022, per poi tornare ai livelli pre-crisi nel 2023»;

    si rende pertanto necessario estendere al 2022 l'efficacia delle misure di supporto alle attività economiche messe in campo durante la pandemia: dai crediti d'imposta, a partire da quelli sui canoni di locazione commerciale, ai contributi diretti sulla riduzione di volumi d'affari rispetto al 2019, agli interventi sul costo del lavoro e di rafforzamento degli ammortizzatori sociali in modalità COVID-19, a quelli per migliorare in modo adeguato e strutturale il livello di accessibilità al credito, alla riduzione della pressione fiscale, prestiti a ventiquattro mesi senza interessi. Si tratta anche di attivare misure mirate a rendere vantaggiosa l'attività di investimento nelle aree montane, superando gli attuali divari rispetto ad altri territori ed incentivando la riqualificazione dei contesti imprenditoriali che costituiscono componente essenziale dei sistemi turistici locali e dell'attrattività dei territori;

    si evidenzia anche la necessità di dare continuità ai crediti di imposta per la sanificazione e l'acquisto di dispositivi di protezione e quant'altro necessario ad assicurare la sicurezza delle strutture in cui si svolge l'attività economica, in modo da compensare gli operatori, a partire dalle strutture ricettive, dei sovra-costi che dovranno essere sostenuti a causa dell'emergenza sanitaria, in particolare durante la stagione invernale che, come noto, è quella ad alto rischio di influenze, rectius, di diffusione del COVID-19;

    il Piano nazionale di ripresa e resilienza mette oggi a disposizione strumenti importanti nel complesso sistema di missioni, componenti, misure, linee progettuali, investimenti, sub-investimenti e riforme che lo compongono. Questa pluralità di strumenti, anche in ragione dell'assegnazione di risorse e obiettivi da raggiungere in capo a diversi Ministeri e organi amministrativi centrali e periferici, potrà trovare una lettura sinergica, una messa a sistema, in chiave di sviluppo delle attività e del prodotto turistico della montagna e dei suoi territori, secondo progetti trasversali,

impegna il Governo:

1) ad intervenire tempestivamente e senza indugio, nel rispetto delle incertezze sull'andamento epidemiologico dei prossimi mesi, mediante iniziative di competenza, in particolare di carattere economico, tese:

  a) a prevedere apposite e adeguate misure di ristoro per le imprese del comparto turistico che hanno riportato un calo considerevole del fatturato negli ultimi mesi, anche determinato dalle limitazioni imposte a causa della pandemia;

  b) a prolungare la cassa integrazione per il settore turistico al fine di consentire alle imprese del settore di ricorrere a questo strumento per coprire il costo dei lavoratori ed evitarne il licenziamento;

  c) a prorogare la «tax credit affitti» relativa al credito d'imposta sulle locazioni commerciali e affitto d'azienda;

  d) a valutare la possibilità di esentare, per tutto il 2022, dal pagamento dell'Imposta municipale propria (Imu), tutti coloro che operano nel settore turistico;

  e) a garantire continuità nel riconoscimento delle agevolazioni fiscali per la sanificazione e l'acquisto di dispositivi di protezione e quant'altro necessario ad assicurare la sicurezza delle strutture in cui si svolge l'attività economica, in modo da compensare gli operatori del comparto turistico dei sovra-costi che dovranno essere sostenuti a causa del prolungarsi dell'emergenza sanitaria in corso;

  f) in materia di locazioni commerciali ad uso turistico, ad introdurre il regime della cedolare secca al 21 per cento di cui all'articolo 3 del decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23;

  g) a introdurre appositi incentivi e fiscalità di vantaggio per sostenere gli investimenti nelle aree montane al fine di contrastare lo spopolamento e la desertificazione antropica delle predette zone;

  h) a valutare l'opportunità di rimodulare, per il 2022, il canone Rai per le strutture ricettive;

  i) a prevedere un prestito «ponte», di almeno 24 mesi, a tasso zero per consentire alle imprese di rimborsare i voucher che scadranno a breve;

  l) a rafforzare il percorso di promozione dei diversi settori e delle differenti destinazioni del turismo italiano, al fine di fornire un'immagine unitaria dell'offerta turistica nazionale;

  m) a prevedere, compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili e i vincoli di bilancio, urgenti, specifici e adeguati indennizzi che sostengano le imprese, i lavoratori e le lavoratrici del settore delle sale da ballo e delle discoteche.
(1-00568) «Davide Crippa, Masi, Elisa Tripodi, Sut, Scanu, Orrico, Faro, De Carlo, Alemanno».