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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Lunedì 20 dicembre 2021

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:


   La IV Commissione,

   premesso che:

    le guerre combattute dall'Italia e, più recentemente, le numerose missioni di mantenimento della pace, peace support o peace enforcing in cui sono state impegnate le sue Forze Armate hanno lasciato una pesante eredità su molti uomini e donne che vi hanno riportato menomazioni più o meno gravi;

    il sacrificio di queste persone non è sempre adeguatamente onorato;

    l'Associazione nazionale fra mutilati ed invalidi di guerra raggruppa, attualmente, circa 40mila iscritti, tra mutilati, invalidi di guerra, vedove ed orfani titolari di pensione di reversibilità e nuovi soci, tutelati ed organizzati in 200 sezioni e numerosi Fiduciariati;

    la sola missione in Afghanistan è costata al Paese il ferimento di 723 militari, alcuni dei quali hanno riportato gravi invalidità e patito mutilazioni;

    mutilati ed invalidi, anche al 100 per cento sono il prezzo pagato anche per l'impegno italiano in Iraq;

    nell'attesa che vengano disposte migliorie ai trattamenti di cui gli invalidi e mutilati di guerra beneficiano, compresi coloro che hanno subito gravi menomazioni nel corso delle numerose missioni militari all'estero alle quali l'Italia ha preso parte con i propri soldati, sembra opportuna un'azione di sensibilizzazione dell'opinione pubblica sul valore morale del loro sacrificio;

    una prima azione pedagogica e di valorizzazione sarebbe senza dubbio l'istituzione di una Giornata nazionale in memoria dei mutilati ed invalidi di guerra, da considerarsi non festiva, ma occasione per riflessioni e commemorazioni;

    alla valorizzazione dell'esperienza drammatica sofferta dai veterani tendono anche delle iniziative legislative in itinere, come l'Atto Camera 2569, sul ripristino della festività nazionale del 4 novembre quale Giornata dell'Unità nazionale, delle Forze armate e dei veterani,

impegna il Governo:

   ad adottare iniziative per valorizzare il sacrificio compiuto dai militari rimasti mutilati od invalidi in guerra e nel corso delle missioni internazionali di mantenimento della pace, peace support o peace enforcing, individuando apposite occasioni di commemorazione e riflessione;

   a considerare in quest'ambito l'opportunità di adottare iniziative per istituire una Giornata nazionale in memoria dei mutilati ed invalidi di guerra, di carattere non festivo, o per abbinare la celebrazione del loro sacrificio a quella dell'Unità nazionale e delle Forze Armate il 4 novembre.
(7-00773) «Pretto, Ferrari, Boniardi, Castiello, Fantuz, Lorenzo Fontana, Gobbato, Piccolo, Zicchieri».

ATTI DI CONTROLLO

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta scritta:


   SIRAGUSA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il 2 dicembre 2021 il Senato ha disposto la decadenza del senatore Adriano Cario nella Circoscrizione Estero-ripartizione America meridionale, la cui elezione era stata contestata per via di presunte schede irregolari;

   come si evince dalla relazione sul caso (Doc III, N. 5), le perizie calligrafiche confermerebbero «l'assenza di mani differenti per ogni scheda bensì la presenza di gruppi di schede riconducibili a una stessa mano», inoltre «La terza perizia ha accertato che per la sezione n. 991 su un campione di 50 schede, tutte risultavano con certezza contraffatte perché compilate con la stessa mano e per talune schede sono state rilevate “tracce verosimilmente attribuibili al ricalco originato dalla sovrapposizione di una o più schede nel vergare il nominativo CARIO”»;

   nella memoria, il senatore Cario rileva come «la scelta del legislatore di consentire il voto per corrispondenza comporta necessariamente una deroga al principio di segretezza e personalità del voto, analogamente a quanto avviene per il voto assistito e per il voto a domicilio»;

   la polemica scaturita da questa vicenda è d'altra parte solo l'ultima di una lunga serie. In questi anni si è stati purtroppo costretti ad assistere a svariati scandali e controversie, così come a numerose inchieste e indagini, aventi per oggetto le – ormai ben note – problematicità e irregolarità concernenti il voto degli italiani all'estero;

   la giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato nella relazione sottolinea, «la necessità che tale normativa sia profondamente riformata al fine di garantire la segretezza, l'effettività e l'assoluta regolarità del voto». Anche la giunta delle elezioni della Camera, riunita in data 4 agosto 2020, ha concordato sulla necessità di una riforma del voto degli italiani all'estero evidenziando come «potrebbe essere utile modificare la legge nel senso di invertire il cosiddetto diritto di opzione: chi vuole votare per corrispondenza, dovrebbe scegliere quest'opzione. Tale proposta è stata avanzata, come altre recepite dalla giunta, dalla presidente dell'Ufficio centrale circoscrizionale per la circoscrizione Estero in sede di audizione, svoltasi il 4 ottobre 2018»;

   nonostante questo stato di emergenza continuo, il legislatore non parrebbe ancora convinto della necessità di riformare, con urgenza, le modalità con le quali la vasta comunità dei nostri connazionali nel mondo esprime il proprio voto. Ma non solo: è parere dell'interrogante che si debba intervenire anche sulla normativa regolante l'acquisizione della cittadinanza, agendo in particolare sul discusso e discutibile istituto dello ius sanguinis senza limiti generazionali; «Ormai l'Italia viene letteralmente presa in giro anche in America Latina: giorni fa un giornalista argentino, parlando dello scandalo delle cittadinanze facili, ebbe a dire che per diventare italiani vale anche la parentela con Giulio Cesare»;

   nel 2020 il numero di italiani regolarmente iscritti all'Anagrafe degli Italiani residenti all'estero Aire ha raggiunto i 5.486.081; di questi, solo il 51,2 per cento risulta essere iscritto all'Aire per espatrio;

   il sottosegretario Ricardo Antonio Merlo, rispondendo nell'agosto del 2018 a un'interrogazione presentata alla Camera, in commissione III (interrogazione n. 5-00305), rivelò che il Governo intendeva «avviare i lavori per una modifica della normativa che disciplina il voto degli italiani all'estero»;

   l'anno venturo i cittadini saranno probabilmente chiamati a esprimere il proprio voto su vari quesiti referendari. Inoltre, entro il 2023 si terranno le prossime elezioni politiche –:

   se il Governo non intenda adottare iniziative normative volte a modificare urgentemente l'attuale disciplina sulle modalità di voto degli italiani residenti all'estero introducendo il cosiddetto sistema di opzione inversa e disponendo l'invio del certificato elettorale, separato da quello della scheda elettorale.
(4-10988)

INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ SOSTENIBILI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   VIETINA. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   la situazione sul tratto appenninico della E45 al confine fra Toscana ed Emilia-Romagna è diventata da troppo tempo intollerabile;

   la nevicata che ha colpito la zona interessata negli scorsi giorni, ha provocato disagi e danni agli automobilisti costretti ad improvvisare una «guida di emergenza» fra le corsie per schivare le insidie; sono state segnalate lungo tutto il tratto appenninico dell'arteria, buche gigantesche alcune delle quali, accentuate dopo il passaggio dei mezzi spalaneve, rallentamenti, gomme squarciate e danni di vario tipo;

   strade quali la strada statale tre bis Tiberina devono essere totalmente rifatte in attesa del rifacimento completo del tratto viario principale: si tratta di un reticolo viario di supporto che è fondamentale perché collega la Toscana all'Emilia-Romagna e, ciononostante, ancora non sono stati decisi i fondi da stanziare;

   il problema del fondo stradale compromesso è annoso e necessita di una soluzione radicale e non di interventi estemporanei;

   le condizioni del manto stradale incidono molto sulla sicurezza della circolazione, limitando la tenuta degli autoveicoli e l'efficacia della frenata;

   è nostro dovere garantire agli automobilisti una guida sicura e tempi di percorrenza ragionevoli e non subordinati alle condizioni delle strade –:

   quali iniziative e in che tempi il Ministro interrogato intenda intraprendere al fine di provvedere al rifacimento della strada statale tre bis Tiberina e di garantire agli automobilisti la sicurezza nella circolazione stradale, allo stato compromessa, anche con riguardo all'intero reticolo stradale concernente la E45.
(5-07291)

Interrogazione a risposta scritta:


   MUGNAI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie. — Per sapere – premesso che:

   cittadini e stampa locale, più volte, hanno lamentato tutti i problemi che riguardano da tempo la strada regionale n. 71 l'arteria che attraversa la Valdichiana e il Casentino, passando per Arezzo, realizzata nel 1928, che, adesso, necessita di interventi radicali e urgenti visto il passaggio veicolare aumentato in modo impressionante nel tempo;

   la provincia di Arezzo ha riconosciuto che la strada regionale n. 71 necessita di maggiore attenzione, che la stessa provincia riceve dalla, regione 500 mila euro l'anno complessivamente per le strade regionali n. 71, n. 69, e n. 70. Ma si rileva che tali fondi sono inadeguati in quanto occorrerebbero opere straordinarie per garantirne la sicurezza;

   talmente grave è la situazione che, negli ultimi mesi, si è costituito un importante Comitato di cittadini della zona, denominato «Sr71+sicurezza» il quale ha fornito alle istituzioni locali la documentazione che attesta la situazione di criticità dell'arteria. Testimoniando per il suddetto tratto di strada, una mancanza di illuminazione e una presenza di segnaletica obsoleta insieme ad aree di sosta praticamente assenti per mezzi pubblici. Si sta parlando, infatti, di un tratto a doppio senso di marcia che è da riqualificare completamente;

   è in fase di costituzione un tavolo di lavoro con tutti i sindaci dei comuni che gravitano attorno alla strada regionale 71 al fine di consentire a ogni amministrazione locale di esprimere in maniera concreta e pratica le criticità maggiori riscontrate che, unite a quelle documentate dal Comitato, realizzino un documento unico da presentare in regione Toscana;

   vi sono state, negli ultimi 40 anni, da quando cioè il traffico si è decuplicato, criticità costanti e incidenti, alcuni mortali o molto gravi in questo tratto che solo nella provincia di Arezzo riguarda 70 chilometri circa e che comprende le due vallate denominate Casentino e Valdichiana –:

   se il Governo sia a conoscenza della problematica descritta in premessa, e quindi dei disagi pesanti che riguardano il territorio e gli abitanti della provincia di Arezzo;

   se il Governo intenda adottare iniziative, per quanto di competenza, anche attraverso l'istituzione di un tavolo di discussione tra il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili e la regione Toscana per attivare tutte le azioni possibili per la messa in sicurezza della strada regionale n. 71;

   se il Governo non ritenga opportuno e necessario adottare iniziative di competenza fin da subito per realizzare interventi strutturali e individuare fondi adeguati per garantire una viabilità sicura ai cittadini, che ogni giorno si trovano a percorrere la suddetta strada.
(4-10986)

INTERNO

Interrogazione a risposta orale:


   ZANETTIN. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   pare evidente che la situazione dell'ordine pubblico nel centro di Vicenza rischi di sfuggire drammaticamente di mano;

   solo il 14 dicembre 2021 l'interrogante ha presentato l'ennesimo atto di sindacato ispettivo n. 3-02674, dopo le aggressioni di cui erano rimasti vittime il titolare, un dipendente ed un cliente del ristorante «Angolo Palladio»;

   giovedì scorso un ordigno è stato fatto esplodere contro l'ingresso del locale «Ai due Calici»;

   in data 18 dicembre 2021 la stampa ha dato notizia di un file audio di una telefonata di minacce, addirittura di morte, registrato ed inviato anche al Sindaco Francesco Rucco;

   il centro città rischia di trasformarsi in un «bronx», in balia di baby gang e balordi di ogni genere;

   per contrastare efficacemente il fenomeno, occorrono un presidio forte del territorio da parte delle forze dell'ordine e l'adozione di provvedimenti energici ed esemplari da parte di questore e prefetto. Oltre ai provvedimenti ex articolo 100 del Tulps, già invocati con la precedente interrogazione, a giudizio dell'interrogante, vanno applicati con maggiore solerzia «daspo» urbani, fogli di via, provvedimenti di espulsione dal territorio nazionale di cittadini extracomunitari non in regola con il permesso di soggiorno –:

   quali iniziative urgenti il Ministro interrogato intenda assumere per garantire la sicurezza del centro storico di Vicenza, soprattutto nelle ore notturne.
(3-02688)

Interrogazione a risposta scritta:


   FRATOIANNI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   secondo la ricostruzione della cronaca romana di Repubblica il 28 novembre 2021 Wissem Ben Abdel Latif, migrante tunisino di 26 anni ospitato nel Centro di permanenza per i rimpatri (Cpr) di Ponte Galeria sarebbe morto su un letto di contenzione del Servizio psichiatrico dell'ospedale San Camillo di Roma;

   secondo alcuni compagni del Cpr Abdel sarebbe stato picchiato dagli agenti addetti alla sorveglianza perché protestava contro le condizioni pessime nelle quali i migranti sono costretti a vivere nel centro per l'immigrazione di Ponte Galeria e aveva realizzato alcuni video di denuncia;

   dai video girati da Abdel emerge, in tutta la sua drammaticità, la condizione di chi sperava in un futuro diverso e, invece, nel Paese che lo avrebbe dovuto accogliere si è ritrovato in una condizione di prigionia in un luogo inadeguato e inospitale;

   Wissem Ben Abdel Latif era partito il 1° ottobre 2021 a bordo di un gommone per raggiungere la Sicilia, insieme ad altri 68 tunisini. Dopo la quarantena è stato condotto a Roma all'interno del Cpr di Ponte Galeria ed era stato giudicato idoneo a vivere in comunità;

   improvvisamente, Abdel sarebbe diventato così tanto aggressivo da essere sottoposto a terapia farmacologica una decina di giorni dopo il suo arrivo a Ponte Galeria;

   successivamente è stato ricoverato, prima al Grassi e poi al San Camillo dove poi è deceduto;

   in un video Abdel racconta: «Abbiamo viaggiato con tre agenti a bordo. Solo Dio sa cosa ci hanno fatto. Ci hanno tolto i telefonini, tutto. Abbiamo fame, siamo in uno stato che solo Dio lo sa, le nostre famiglie non hanno nessuna notizia di noi. Ti supplico trovaci qualcuno. Un avvocato, qualcuno per aiutarci» mentre in un altro dice: «Abbiamo iniziato uno sciopero della fame. Non mangiamo nulla». «Sto rischiando per farvi vedere la verità. Sto rischiando. Sto vivendo una cosa che voglio far vedere. Dio sa. Questa è la mia testimonianza. Siamo decisi a proseguire lo sciopero. Non vogliamo il rimpatrio. Siamo pronti a morire. Possono portare via i nostri cadaveri»;

   secondo i suoi compagni di camerata Abdel avrebbe subito un pestaggio dentro al Cpr tra il 18 e il 23 novembre 2021 forse perché sorpreso proprio con quel cellulare con cui aveva filmato le pessime condizioni in cui vivono i migranti nel centro di Ponte Galeria e attraverso il quale aveva denunciato: «Le porte delle camere non si chiudono. Ci hanno tolto tutto e dato un pantaloncino e una maglietta. E una coperta che chissà dove stava prima. E che non basta per coprirci. Qui fa freddissimo al punto che non riusciamo a dormire. Aiutateci! Aiutateci!»;

   il 24 novembre 2021 il giudice di pace di Siracusa sospendeva l'esecutività del decreto di respingimento e del provvedimento di trattenimento presso il Cpr di Ponte Galeria ma, secondo il suo legale, lo stesso non ne ha avuto notizia ed è rimasto ricoverato in stato di contenzione;

   a parere dell'interrogante tutti coloro che sono in custodia dello Stato devono essere rispettati nella loro dignità e nei loro diritti e in questo si misura il senso profondo di uno Stato democratico;

   la morte del giovane tunisino, avvenuta in circostanze oscure, non ammette che rimangano zone grigie o impunità di alcun genere e pone ancora una volta il tema dell'inadeguatezza dei Cpr e della necessità che l'Italia ripensi le proprie politiche di accoglienza proprio a partire dalle pessime condizioni in cui versano i centri per i rimpatri –:

   se il Ministro interrogato non intenda rendere noti i risultati delle attività ispettive di competenza attivate;

   se, anche alla luce dei fatti esposti in premessa, non intenda adottare iniziative per rivedere le politiche di accoglienza in Italia verificando le condizioni di vita nei Cpr, nonché prevederne la chiusura.
(4-10984)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   MURELLI, CAFFARATTO, CAPARVI, DURIGON, GIACCONE, LEGNAIOLI, MINARDO, MOSCHIONI, PAROLO e TATEO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   è notizia che ha destato non poco sconcerto quella relativa ad un'azienda tessile di Taranto «sparita nel nulla»;

   l'azienda è la Tessile 2.0 di Martina Franca, una delle numerose aziende che producono per conto terzi, nata due anni fa. I titolari sono del brindisino e, nel periodo di massimo lavoro, occupava una quindicina di dipendenti, ma le difficoltà legate alla pandemia e la riduzione degli ordinativi le avevano ridotte a cinque e per gli altri dipendenti era scattata la cassa integrazione con causale Covid;

   sembrerebbe che, quando una delle dipendenti si è recata per ritirare alcuni oggetti personali dall'armadietto, non abbia trovato più nulla, neanche le macchine da cucire –:

   se e quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda adottare per far luce sull'episodio esposto in premessa, anche procedendo a delle ispezioni ministeriali, nonché a tutela e salvaguardia dei lavoratori e delle lavoratrici coinvolte.
(5-07292)


   GIACCONE, MOLINARI, MURELLI, CAFFARATTO, CAPARVI, DURIGON, LEGNAIOLI, MINARDO, MOSCHIONI, PAROLO, LIUNI e MACCANTI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   è notizia riportata a mezzo stampa nei giorni scorsi quella relativa al licenziamento a mezzo social di una dipendente della multinazionale Yazaki, azienda leader che produce e commercializza cablaggi e sistemi di distribuzione elettrica per autoveicoli, Stellantis tra i, primi clienti;

   la donna, 50 enne, separata da sei e con due figli, venerdì 17 dicembre 2021, nell'arco di una telefonata, si è trovata all'improvviso senza lavoro dopo 18 anni di carriera alla sede di Grugliasco della Yazaki;

   il 10 dicembre 2021 l'interessata era a lavorare in modalità smart working, quando ha ricevuto una telefonata via Teams in cui le comunicavano che, per scelta aziendale, il loro ente sarebbe stato chiuso con effetto immediato e che tutta l'attività sarebbe stata trasferita in Portogallo; per cui doveva ritenersi esonerata dal prestare preavviso da subito e che a breve avrebbe ricevuto la raccomandata di fine lavoro; nel giro di un'ora dalla telefonate le è stata disattivata la rete aziendale, l'accesso al pc e alla posta;

   purtroppo questo episodio non rappresenta un caso isolato, ma riecheggia il licenziamento di massa, via Zoom, di Vishal Garg, magnate dei mutui in America e si aggiunge ai diversi casi, sempre più numerosi, di licenziamenti intimati a mezzo e-mail, sms o whatsapp;

   il licenziamento, si rammenta, è la modalità di recesso unilaterale che viene formulato dal datore di lavoro nei riguardi del lavoratore e deve essere necessariamente intimato (ai sensi dell'articolo 2 della legge n. 604 del 1966) per iscritto;

   in proposito, tuttavia, in assenza di specifiche normative nel nostro ordinamento circa le modalità di comunicazione del licenziamento, la giurisprudenza ha ritenuto che si debbano considerare valide tutte quelle modalità che comportino la trasmissione al destinatario del documento scritto nella sua materialità e che diano, dunque, certezza del fatto che esso sia venuto a conoscenza del lavoratore e del momento di tale conoscenza;

   l'avvento di nuove tecnologie informatiche e di nuovi mezzi di comunicazione ha portato, tra gli altri, l'effetto di riformare, nella prassi, le modalità di irrogazione del licenziamento, lasciando ritenere alla giurisprudenza validi anche i licenziamenti intimati, ad esempio, via whatsapp purché con la doppia spunta –:

   se e quali iniziative di competenza, anche di carattere normativo, il Ministro interrogato intenda adottare affinché un atto unilaterale come il licenziamento possa comunque rivestire una connotazione più rispettosa ed umana nei riguardi di chi lo subisce.
(5-07293)


   TATEO, MURELLI, CAFFARATTO, CAPARVI, DURIGON, GIACCONE, LEGNAIOLI, MINARDO, MOSCHIONI e PAROLO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

  è notizia riportata anche a mezzo stampa quella relativa ad una truffa all'Inps da taluni sedicenti, sindacalisti;

   il meccanismo consisteva nel farsi assumere formalmente da società compiacenti e sfruttare la legge sull'aspettativa sindacale non retribuita, maturando i contributi senza che nessuno avesse fatto i versamenti;

   l'ipotesi di reato è truffa allo Stato, gli indagati sono una dozzina di sindacalisti, ad essere coinvolta è la Cisl e l'importo sequestrato in via cautelare dalla magistratura si aggira intorno ai 600 mila euro; in altri termini sembra ci sia stato un abuso dell'istituto dell'aspettativa sindacale non retribuita, previsto dallo Statuto dei lavoratori, utilizzando il quale si è ricorso a fittizie assunzioni di lavoratori (poi in distacco sindacale) presso aziende compiacenti, senza, quindi, che venisse svolta alcuna attività lavorativa nei 6 mesi precedenti (condizione imposta dalla legge) e dunque lucrando il risparmio dei contributi previdenziali figurativi versati per legge ai lavoratori dall'Inps –:

   se, alla luce della vicenda esposta in premessa, non ritenga opportuno adottare iniziative per procedere ad una riforma dell'istituto del distacco sindacale, al fine di evitare il ripetersi di abusi ed elusioni di legge, nonché al superamento dell'oramai anacronistica cosiddetta «legge Mosca».
(5-07294)

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Interrogazione a risposta scritta:


   TUZI. — Al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto stabilito dall'articolo 35 del decreto del Presidente della Repubblica n. 164 del 2002 rubricato «Federazioni sindacali»: «Qualora due o più organizzazioni sindacali diano vita ad aggregazioni associative comunque denominate, l'amministrazione, a seguito della comunicazione dei relativi atti costitutivi, degli Statuti, della sede legale e della persona incaricata di rappresentare l'aggregazione associativa, attribuisce un codice meccanografico per l'accreditamento delle deleghe per la riscossione dei contributi sindacali»;

   tale norma consente, quindi, di mantenere integra l'identità e l'autonomia economica dei sindacati facenti parte di un'aggregazione, conservando la titolarità dei diritti inerenti agli istituti fondamentali della legge n. 121 del 1981 e l'autonomia gestionale sotto ogni profilo;

   l'articolo in questione è stato più volte oggetto di dubbi interpretativi, tanto da richiedere l'intervento del Consiglio di Stato, con pareri n. 4569/2003 e 895/2002, che ha ribadito l'adesione su base ideologica alle aggregazioni e sindacati, richiamando i principi costituzionali;

   la nuova ipotesi di accordo sindacale del 30 novembre 2021, condivisa dalla Funzione pubblica, che all'articolo 29 modifica l'articolo 35 del decreto del Presidente della Repubblica n. 164 del 2002 sembrerebbe andare in contrasto con questa disciplina, oltre che con la libertà garantita alle singole sigle sindacali;

   il nuovo accordo, infatti, prevede che: «Le organizzazioni sindacali che abbiano dato o diano vita, mediante fusione, affiliazione o in altra forma di aggregazione associativa ad un nuovo soggetto sindacale, ai fini della misurazione della consistenza associativa, devono imputare sul codice unico del nuovo soggetto sindacale le deleghe delle quali risultino titolari, (...) unitamente all'atto costitutivo e allo statuto del nuovo soggetto sindacale. Per le medesime finalità, le suddette deleghe saranno conteggiate purché il nuovo soggetto succeda effettivamente nella titolarità delle deleghe che ad esso vengono imputate o che le stesse siano, comunque, confermate espressamente dai lavoratori a favore del nuovo soggetto»;

   l'adesione ad una federazione, con la nuova modifica, comporterebbe la mancata possibilità per il sindacato che si aggrega di recuperare i propri iscritti una volta uscito dalla stessa, rimanendo gli stessi assoggettati ad una fusione di fatto;

   questo tipo di disciplina comporterebbe una violazione della libertà di ogni cittadino di aggregarsi e di aderire alla sigla sindacale che più rispecchia le sue idee;

   essa finirebbe per agevolare le grandi sigle sindacali, che non necessitando delle federazioni per lo svolgimento ottimale delle loro attività, manterrebbero integra la loro autonomia e identità, a scapito delle sigle sindacali più piccole;

   l'adesione del sindacato alla federazione non significa adesione tour court dei suoi aderenti al nuovo soggetto, essendo gli stessi legati al sindacato da comunanza di ideologie –:

   se sia a conoscenza di tale questione;

   quale iniziativa di competenza intenda porre in essere per salvaguardare l'identità delle sigle sindacali aderenti ad una federazione.
(4-10981)

SALUTE

Interrogazioni a risposta scritta:


   BOLDI, PETTAZZI, PANIZZUT, DE MARTINI, FOSCOLO, LAZZARINI, PAOLIN, SUTTO, TIRAMANI e ZANELLA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   l'acondroplasia è una malattia rara causata da una mutazione del recettore del fattore di crescita dei fibroblasti 3 (gene FGFR3). La mutazione influisce sulla crescita di quasi tutte le ossa del corpo, incluse quelle del cranio, della colonna vertebrale, delle braccia e delle gambe, determinando una statura molto bassa di aspetto caratteristico;

   in data 26 agosto 2021, l'Agenzia europea per i medicinali ha rilasciato l'autorizzazione all'immissione in commercio per un medicinale orfano – il primo medicinale orfano – indicato per il trattamento della suddetta malattia, avente denominazione Voxzogo, a base del principio attivo vosoritide;

   secondo i documenti pubblicati nel sito istituzionale dell'Ema, il predetto medicinale, da somministrare mediante iniezione sottocutanea una volta al giorno, consente l'attivazione costante del predetto gene FGFR3, stimolando in maniera sensibile la crescita ossea e migliorando i sintomi provocati dalla malattia;

   il fattore tempo è indispensabile ai fini dell'accesso e del buon esito della terapia stessa. Quest'ultima, infatti, «deve terminare quando è improbabile che il paziente cresca ulteriormente» e le sue ossa abbiano concluso la fase di sviluppo (in questi termini si veda anche l'Epar – European public assessment report, pubblicato nel sito dell'Ema);

   al momento in cui si scrive, nonostante i mesi trascorsi dal rilascio dell'autorizzazione comunitaria e nonostante la procedura accelerata prevista dalla legge per la classificazione dei medicinali orfani, l'Aifa non ha concluso la negoziazione delle condizioni di prezzo e rimborso relative alla predetta specialità medicinale;

   nel corso delle sedute del 1o-3 dicembre 2021, inoltre, la Commissione tecnico scientifica dell'Aifa ha confermato il proprio parere non favorevole all'inserimento del medicinale Voxzogo nell'elenco istituito ai sensi della legge n. 648 del 1996; inserimento che avrebbe consentito l'erogazione del farmaco a carico del Servizio sanitario nazionale nelle more della conclusione della relativa procedura di negoziazione;

   per effetto di quanto sopra, il medicinale Voxzogo, già autorizzato dall'Ema e già utilizzato in altri Paesi europei, come la Francia e la Germania, non può a tutt'oggi essere prescritto nel nostro Paese con costi a carico del Servizio sanitario nazionale;

   è di tutta evidenza la necessità di superare quest'assurda situazione di impasse burocratico e di tutelare pienamente i diritti dei bambini e delle famiglie coinvolte, le quali si trovano peraltro impossibilitate ad acquistare autonomamente il farmaco, considerato il costo di circa 300 mila euro per ciclo di terapia –:

   se non ritenga di adottare ogni iniziativa utile al fine di promuovere, con la massima urgenza, una rivalutazione dei pareri espressi dalla Commissione tecnico scientifica (Cts) dell'Aifa l'inserimento del Voxzogo nell'elenco istituito ai sensi della legge n. 648 del 1996, nonché la celere e positiva conclusione della procedura di ammissione del farmaco alla rimborsabilità da parte del Servizio sanitario nazionale.
(4-10983)


   CUNIAL. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   con l'interrogazione n. 4-10899, l'interrogante ha affrontato il tema relativo al vaccino anti-SARS-Cov-2 come possibile farmaco genico, affermando quelli che sono i principali punti di somiglianza tra questi farmaci vaccinali e i farmaci propriamente genici;

   un medicinale è propriamente di terapia genica quando ha come effetto principale noto la regolazione, la riparazione, la sostituzione, l'aggiunta o l'eliminazione di una sequenza genetica;

   con lo studio dal titolo «Vaccini Covid-19 basati su mRNA del vettore adenovirale DNA e SARS-CoV-2: possibile integrazione nel genoma umano - I geni adenovirali sono espressi nei vaccini basati sul vettore?» gli studiosi hanno evidenziato che:

   a) una dose da 0,5 ml di adenovirus ricombinante ChAdOx1-S di AstraZeneca, contiene circa 2,5 μg di DNA ricombinante di scimpanzé Ad26, che sono probabilmente assorbite dalle cellule del sistema linfatico e del fegato e il loro Dna sarà trasportato ai nuclei delle cellule. Nella recensione, gli autori hanno presentato le prove per l'inserimento del Dna di adenovirus nei genomi del ricevente e le sue conseguenze;

   b) l'RNA di SARS-Cov-2 o segmenti di esso, come il gene spike, può essere retrotrascritto dalle trascrittasi inverse codificate da LINE-1 o da altri fattori, e il Dna così sintetizzato può integrarsi a frequenze e posizioni sconosciute nei genomi dei vaccinati. Naturalmente, lo stesso vale per tutte le infezioni da SARS-Cov-2. Pertanto, il rischio di eventi di integrazione indesiderati delle trascrizioni inverse dell'Rna SARS-Cov-2 in caso di infezioni da SARS-Cov-2 appare simile a quello della vaccinazione con il vaccino COVID-19 a base di mRNA;

   con lo studio dal titolo: «Indagini approfondite hanno rivelato alterazioni fisiopatologiche coerenti dopo la vaccinazione con i vaccini COVID-19», si è dimostrato, come effetto collaterale dei vaccini anti-SARS-Cov-2 inattivati, esservi modifiche «nell'espressione genica di molti diversi tipi di cellule immunitarie»;

   in una intervista dal titolo: «L'mRNA dei vaccini COVID-19 può essere integrato nel DNA umano?» pubblicata su Scimex, il professor Thomas Preiss, il leader del gruppo di biologia dell'RNA presso il College of Health & Medicine dell'Australian National University, afferma che: «Al momento non ci sono prove che sia plausibile che l'mRNA dei vaccini COVID-19 sia integrato nel DNA umano, almeno non nel senso che rappresenterebbe un problema medico significativo con i vaccini mRNA» ma che «l'assenza di prove non è prova di assenza» salvo poi tranquillizzare che la probabilità di accadimento dell'integrazione è bassa e che il rischio è minore dei benefici;

   pertanto, l'interrogante sostiene che, seppur in forma di effetto collaterale, questi vaccini anti-SARS-Cov-2 si possano qualificare, oltre che Ogm, anche come farmaci a terapia genica. Per l'interrogante, il fatto che sia un effetto collaterale li rende ancora più pericolosi in quanto, teoricamente, la convinzione della comunità scientifica che uno dei vantaggi dei vaccini a mRNA rispetto a quelli a vettore virale o a Dna stia appunto nella non-integrazione nel Dna del soggetto, fa sottostimare questo come rischio nella valutazione rischio/beneficio, non facendolo prendere minimamente in considerazione, né dai produttori, né dalle autorità di controllo, né dalle autorità che autorizzano la commercializzazione –:

   se alla luce di quanto esposto in premessa, il Ministro interrogato non intenda interrompere la campagna vaccinale in corso e adottare iniziative per abrogare le norme che vedono la vaccinazione come requisito fondamentale per la continuazione della vita sociale senza restrizioni.
(4-10985)


   PAOLIN, COVOLO e MATURI. — Al Ministro della salute, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   tutti gli animali nascono uguali davanti alla vita e hanno gli stessi diritti all'esistenza (Articolo 1, dichiarazione universale dei diritti dell'animale, Parigi sede Unesco 15 ottobre 1978);

   nel 2020 gli animali domestici posseduti in Italia hanno superato il numero della popolazione residente, arrivando a ben 62 milioni;

   uno dei fattori che ha contribuito a questo incremento è stata la pandemia, che ha spinto sia famiglie che singole persone all'acquisto o all'adozione di un animale quale conforto alle lunghe giornate di isolamento;

   da alcuni studi è emerso, altresì, che le persone over 65 che hanno la fortuna di possedere un animale a quattro zampe vivono meglio e più a lungo;

   per la maggior parte degli anziani la presenza di un animale domestico incide positivamente anche sulla salute, evitando generalmente l'insorgere di stress o depressioni;

   a fronte di quanto esposto, però, la stessa pandemia che ha contribuito all'incremento del numero di animali domestici, sta comportando anche grandi difficoltà nel reperimento di vaccini e farmaci destinati a cani e gatti –:

   se e quali iniziative intenda prendere il Governo per garantire il reperimento dei vaccini e dei farmaci per animali, in quanto si ritengono ottimistiche le rassicurazioni datate 20 ottobre 2021 dalla presidente dell'Aisa (Associazione nazionale imprese della salute animale) Arianna Bolla, secondo la quale, entro i primi mesi del 2022, la situazione per la reperibilità dei suddetti vaccini e farmaci dovrebbe migliorare;

   se, a fronte dei positivi effetti psicofisici riscontrati nelle persone, soprattutto quelle anziane, che accudiscono un animale domestico, nonché alla luce del fatto che i pet nel nostro Paese sono 62 milioni, il Governo non ritenga che i prodotti per gli animali non debbano più essere considerati beni di lusso e, conseguentemente, se intenda adottare iniziative per procedere alla riduzione dell'Iva dal 22 al 10 per cento.
(4-10987)

TRANSIZIONE ECOLOGICA

Interrogazione a risposta scritta:


   BENIGNI. — Al Ministro della transizione ecologica, al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   l'Italia è stato il primo Paese europeo a credere nel gas naturale liquefatto come alternativa al gasolio per ridurre l'impatto ambientale dell'autotrasporto;

   sono molti i trasportatori che, negli ultimi anni, hanno sostenuto importanti investimenti per l'acquisto di mezzi alimentati a Gnl. I mezzi alimentati a Gnl hanno, infatti, un costo di acquisto di decine di migliaia di euro superiore rispetto ai veicoli a gasolio;

   gli autotrasportatori che, nel nome della sostenibilità ambientale, hanno effettuato tali investimenti sono oggi particolarmente penalizzati dal notevole aumento del costo del carburante, che è passato nel giro di pochi mesi da 0,80 a 2,20 euro al litro;

   ciò, unicamente all'intenzione di ridurre le agevolazioni previste per l'acquisto di mezzi alimentati a Gnl annunciata dal Ministro della transizione ecologica rischia di comportare un grave arresto al processo di sostituzione dei mezzi pesanti in circolazione con veicoli a ridotto impatto ambientale;

   un tale rischio si pone in evidente contraddizione con gli importanti obiettivi di mobilità sostenibile e di transizione ecologica che il nostro Paese si propone di raggiungere e che costituiscono una chiara priorità dell'azione di Governo, come peraltro dimostra la nuova denominazione assunta dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, oggi rispettivamente «Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili» e «Ministero della transizione ecologica»;

   il perseguimento di tali obiettivi, nei citati settori, impone di pensare e predisporre un consistente sistema di sostegni ed incentivi alle imprese di trasporto che hanno investito ed intendono investire nell'acquisto di mezzi sostenibili;

   in particolare, si ravvisa l'opportunità, già segnalata dalle associazioni di categoria, di introdurre un consistente credito di imposta sull'acquisto di veicoli alimentati a Gnl e del relativo carburante, a beneficio delle imprese;

   appare altresì necessario promuovere la sostenibilità d'esercizio ed incentivare il processo di efficientamento energetico nel settore merci attraverso l'introduzione di misure destinate a porre un freno all'incredibile aumento del costo del Gnl –:

   se i Ministri interrogati non intendano adottare iniziative per sostenere il processo di rinnovo del parco mezzi pesanti circolante attraverso la sostituzione di veicoli alimentati a gasolio con meno inquinanti veicoli alimentati a Gnl, in particolare attraverso il riconoscimento di crediti di imposta a beneficio delle imprese che acquistino ed impieghino tali veicoli e l'introduzione di misure volte a porre un freno all'aumento del costo del carburante in questione, con l'obiettivo di perseguire utilmente gli obiettivi di transizione ecologica e di mobilità sostenibile che costituiscono una dichiarata priorità dell'azione di Governo.
(4-10982)