Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Lunedì 13 dicembre 2021

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:


   La Camera,

   premesso che:

    dal 1° al 13 novembre 2021 a Glasgow si è svolta la Cop26 sul clima, sede deputata a effettuare una revisione degli impegni per realizzare riduzioni quantificabili delle emissioni di gas a effetto serra previsti dagli Accordi sul clima adottati nell'ambito della Conferenza Cop21 di Parigi nel 2015;

    i negoziati hanno portato all'adozione del Glasgow climate pact, che ha fissato, tra gli altri, l'obiettivo minimo di decarbonizzazione per tutti gli Stati firmatari: un taglio del 45 per cento delle emissioni di anidride carbonica al 2030 rispetto al 2010, che dovrebbero poi arrivare a zero intorno al 2050;

    tra gli obiettivi della Cop26 di Glasgow figurava anche il rafforzamento della collaborazione tra i governi, le imprese e la società civile per un più efficace raggiungimento degli obiettivi, sancendo il ruolo importante svolto dalle realtà produttive e dai siti industriali in tali processi, e i risvolti sulle medesime imprese sia in termini di produzione che di occupazione, soprattutto nei settori in cui appare più difficile abbattere le emissioni di anidride carbonica e per le imprese operanti in settori ad alta densità energetica;

    in ambito europeo il 14 luglio 2021 la Commissione europea ha adottato un pacchetto di proposte legislative che definiscono come si intende raggiungere la neutralità climatica nell'Unione europea entro il 2050, compreso l'obiettivo intermedio di riduzione netta di almeno il 55 per cento delle emissioni di gas serra entro il 2030, denominato Fit for 55 per cent, che intende rivedere diversi atti legislativi dell'Unione europea sul clima, il regolamento sulla condivisione degli sforzi, la legislazione sui trasporti e l'uso del suolo, definendo in termini reali i modi in cui la Commissione intende raggiungere gli obiettivi climatici dell'Unione europea nell'ambito del Green Deal europeo;

    nel mese di giugno 2021, con l'approvazione del regolamento (UE) 2021/1056 del Parlamento europeo e del Consiglio, è stato, altresì istituito a livello europeo il «Fondo per una transizione giusta», al fine di fornire sostegno alle persone, alle economie e all'ambiente dei territori che fanno fronte a gravi sfide socioeconomiche derivanti dal processo di transizione verso gli obiettivi 2030 dell'Unione per l'energia e il clima e verso un'economia climaticamente neutra dell'Unione entro il 2050;

    a livello nazionale, il più ampio stanziamento di risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), è previsto per la missione «Rivoluzione verde e transizione ecologica», alla quale sarà destinato circa il 30 per cento dell'ammontare complessivo del Piano, pari a 69,93 miliardi di euro, per «intensificare l'impegno dell'Italia in linea con gli obiettivi del Green Deal sui temi legati all'efficienza energetica e riqualificazione degli edifici, mobilità sostenibile, potenziando le infrastrutture e le ciclovie e rinnovando in modo deciso il parco circolante del TPL, per incrementare la quota di energia prodotta da rinnovabili e stimolare la filiera industriale, inclusa quella dell'idrogeno, e digitalizzare le infrastrutture di rete»;

    il Piano per la transizione ecologica (Pte), inoltre, individua otto obiettivi principali delle politiche ambientali dell'Italia: decarbonizzazione, mobilità sostenibile, miglioramento della qualità dell'aria, contrasto al consumo di suolo e al dissesto idrogeologico, risorse idriche e relative infrastrutture, biodiversità, tutela del mare, promozione dell'economia circolare;

    la Conferenza unificata, nella seduta del 2 dicembre 2021, ha espresso parere negativo sulla proposta del predetto Pte. In particolare, la Conferenza ha evidenziato il permanere delle condizioni preclusive all'espressione di un parere positivo, quali:

     il mancato coinvolgimento delle regioni, non essendo stati convocati incontri tecnici bilaterali specifici;

     un ruolo importante da attribuire alle Autonomie Locali nella definizione della governance del Piano;

     la mancata esplicitazione della gerarchizzazione e dei rapporti tra il Piano di transizione ecologica, il Piano di ripresa e resilienza, la programmazione 2021/2027 e gli obiettivi della Strategia di sviluppo sostenibile;

     la mancata chiarezza sulla assoggettabilità a valutazione ambientale strategica, il mancato accoglimento di molte osservazioni tecniche delle regioni e della pubblica amministrazione (in particolare in tema di qualità dell'aria);

    nonostante l'adozione negli ultimi anni di diverse disposizioni in materia di lotta al cambiamento climatico, tra le quali figurano anche la creazione del Fondo per la transizione energetica nel settore industriale e del Fondo per la riconversione occupazionale nei territori in cui sono ubicate centrali a carbone, appaiono del tutto insufficienti gli strumenti messi in campo a sostegno della svolta green delle aziende e dei conseguenti riflessi sul mercato occupazionale;

    scorrendo gli interventi realizzati sin qui, o quantomeno studiati fin qui, si nota il mancato coinvolgimento del mondo dell'industria e delle imprese nell'approntamento delle politiche per il raggiungimento degli obiettivi, assenza che, peraltro, fa sospettare un atteggiamento di accondiscendenza nei confronti dell'Europa che non tenga conto delle nostre specificità produttive nazionali;

    in questo senso è già stato segnalato da diverse organizzazioni di categoria come alcune scelte di politica ambientale a livello europeo rischiano di provocare impatti molto pesanti sulle imprese manifatturiere italiane, soprattutto se non si dovessero tenere nel debito conto le differenze tra le economie dei singoli Stati dell'Unione;

    la Vice presidente di Confindustria per l'ambiente, la sostenibilità e la cultura ha, infatti, sottolineato come «porre gli stessi obiettivi a tutti potrebbe generare degli effetti distorsivi tra gli stessi Stati dell'Unione (...) se si applicano gli obiettivi di decarbonizzazione in maniera uniforme e indistinta alle economie di Paesi che hanno diversi tassi di industria manifatturiera, si rischia di premiare in maniera del tutto irragionevole quelle a più basso tasso di manifattura e al contempo di penalizzare in modo altrettanto irragionevole quelle che, come la nostra, hanno invece una grande concentrazione di manifattura di livello eccellente»;

    appare evidente che il raggiungimento degli obiettivi dettati dall'Unione europea, finalizzati ad accelerare la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra nei prossimi decenni, non deve comportare un'ulteriore penalizzazione dell'economia nazionale, ma – per contro – favorire la ripartenza e il rilancio della competitività nel contesto mondiale ed europeo;

    la promozione, lo sviluppo e l'impiego delle diverse tecnologie necessarie per dare attuazione alla politica strategica dell'Unione europea per la decarbonizzazione non possono prescindere da un'attenta e circostanziata analisi degli impatti (ambientali, economici, sociali e geopolitici) conseguenti la disponibilità, l'approvvigionamento, i costi e la dipendenza estera dei metalli, dei minerali critici e delle terre rare, indispensabili nella transizione fondata sull'elettrificazione spinta dei consumi e sull'impiego di impianti di produzione elettrica da fonti rinnovabili (quali fotovoltaico ed eolico);

    particolare attenzione dovrebbe, quindi, non solo essere prestata alle problematiche concernenti l'approvvigionamento delle materie critiche necessarie a garantire la continuità del processo di transizione ecologica, ma anche estesa al gas e alle altre fossili importate;

    se è vero che la promozione delle fonti di energie rinnovabili è uno degli obiettivi prioritari dell'Unione europea, altrettanto vero è che in Italia l'affrettata e disordinata installazione di impianti destinati a tale finalità ha in alcuni casi determinato effetti diversi, per non dire opposti, a quelli auspicati. Nei fatti, la duplicazione, rispetto a quelli attivi nel 2009, degli impianti destinati alla produzione di elettricità da pannelli fotovoltaici non sempre risulta bilanciata con l'interesse a garantire un'adeguata tutela ambientale e paesaggistica, volta a tutelare il suolo agricolo, risorsa limitata e non rinnovabile;

    in ambito agricolo, una transizione ecologica netta, sprovvista delle necessarie misure di accompagnamento e di agevolazione, è destinata a pregiudicare la tenuta economica di un comparto che si è mostrato particolarmente resiliente nell'ambito della recente crisi da COVID-19 e protagonista della transizione verde;

    la recente nota del Cite (Comitato interministeriale per la transizione ecologica), con la quale viene fissato per il 2035 l'anno di cessazione della produzione di auto con motore a combustione, risulta fortemente criticata dall'Associazione nazionale filiera industria automobilistica (Anfia) e dai sindacati, che denunciano il gravissimo pericolo della perdita di oltre settantamila posti di lavoro nel comparto in questione a causa di un'accelerazione troppo spinta verso l'elettrificazione; a tacere del fatto di dovere rinunciare a uno dei fiori all'occhiello dell'industria italiana, la filiera del powertrain endotermico;

    lo sviluppo di tecnologie innovative sarà determinante per il completo abbattimento delle emissioni di processi industriali e prodotti, nonché lo strumento per una transizione energetica votata al successo. In tale prospettiva la fusione a confinamento magnetico assume un ruolo di rilievo nella ricerca tecnologica finalizzata al processo di decarbonizzazione, in quanto consentirà di potere disporre di grandi quantità di energia pulita, sicura, virtualmente inesauribile e senza la produzione di gas serra;

    in tale contesto va evidenziato anche l'investimento, da parte dell'Italia, di dieci miliardi di euro per la messa in funzione di 5 gigawatt di elettrolizzatori, entro il 2030, anno in cui il 2 per cento della domanda energetica nazionale dovrebbe essere coperta dallo «idrogeno pulito»;

    la necessità di rivedere i nostri processi produttivi non può dunque prescindere dalla tutela dell'ambiente e la salvaguardia dei livelli occupazionali;

    non risulta inoltre in linea con i fini di tutela ambientale la paventata redazione di una direttiva europea che, con il pretesto di contenere le emissioni ed il contenuto energetico, vieterebbe dall'anno 2027 la compravendita e l'affitto di abitazioni aventi una classificazione energetica sotto la classe E con successivo passaggio alla classe D e poi alla C (la compravendita resterebbe possibile solo dall'impegno tassativo da parte del compratore di effettuare entro tre anni i lavori necessari a raggiungere la classe richiesta), atteso che i costi aggiuntivi che si determinerebbero, finirebbero per favorire grandi gruppi finanziari – specialmente stranieri – tra i pochi in grado di potere acquistare centinaia di immobili assumendosi l'onere di sostenere le spese necessarie nei tre anni per il raggiungimento della classe pretesa;

    quanto al tema del «consumo di suolo» l'esame ad oggi effettuato in sede parlamentare, con riferimento in particolare alla rigenerazione urbana, risulta ispirato ad una filosofia legislativa volta a privilegiare l'adozione di regole vecchie ed obsolete non funzionali alla trasformazione delle città, eludendo, in particolare, la questione centrale del recupero dei «centri storici», atteso che, al di là degli edifici che godono di tutele particolari, è importante potere intervenire senza ulteriori vincoli sugli edifici ricadenti in tali ambiti ma privi di pregio o addirittura degradati e pericolanti, certamente privi di significativi elementi volti a contenere il consumo energetico,

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative a livello europeo al fine di tutelare le economie dei Paesi membri messe in situazione di gravi difficoltà dagli aumenti dei metalli, dei minerali critici e delle terre rare, di cui in premessa, introducendo dazi di civiltà a carico di quei Paesi che, non rispettando limiti e fini della transizione ecologica, operano sul mercato in spregio agli stessi, con gravi conseguenze sia sulla salute delle persone sia sull'ambiente;

2) ad assumere con la massima urgenza ogni utile iniziativa volta a sottoporre alla Conferenza Unificata un testo del Piano per la transizione ecologica che, prevedendo con chiarezza il coinvolgimento nell'attuazione dello stesso di regioni ed enti locali ed accogliendo le richieste allo stato formulate, consenta alla stessa di favorevolmente pronunciarsi al riguardo;

3) ad adottare iniziative per definire obiettivi e percorsi chiari per sostenere le aziende nella programmazione dei percorsi di decarbonizzazione delle stesse e a stanziare adeguate risorse economiche per gli investimenti in tal senso;

4) nella trasposizione delle normative europee in materia di lotta al cambiamento climatico, ad adottare iniziative per tutelare le specificità imprenditoriali, produttive, e di conformazione del territorio della nostra Nazione;

5) in questo ambito, a dedicare maggiore attenzione alla nostra industria manifatturiera, definendo percorsi di transizione attraverso scelte che possano sostenere e orientare l'evoluzione dei processi industriali;

6) a sostenere efficacemente le strategie aziendali di adeguamento ai più elevati parametri ambientali nell'ambito di investimenti in tecnologie e impianti che riducano le emissioni, nonché i consumi energetici e di materie prime;

7) a orientare gli strumenti e le risorse previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e, più in generale, le risorse pubbliche nazionali ed europee, per creare sviluppo e innovazione industriale in Italia, sostenendo la riconversione di produzioni che avrebbero altrimenti un impatto negativo dal processo di transizione;

8) a perseguire gli obiettivi di decarbonizzazione promuovendo il rafforzamento delle filiere per la produzione di tecnologie innovative e ad alta efficienza nel settore delle rinnovabili, dell'efficienza energetica e della mobilità sostenibile, favorendo gli investimenti sul territorio nazionale;

9) ad assumere opportune iniziative di carattere normativo volte a definire il «consumo di suolo», tale per cui si abbia un bilancio netto di suolo pari a zero fra superfici impermeabilizzate e de-impermeabilizzate, come più volte richiesto dall'Unione europea;

10) al fine di realizzare una vera indipendenza energetica dell'Italia da altri Stati, a sostenere con forza, anche attraverso la specifica destinazione dei fondi a disposizione o che saranno disponibili, studi e progetti volti nel futuro a consentire l'utilizzo del «nucleare pulito», proseguendo ed incentivando nel contempo ogni utile attività ed impegno a favore dello «idrogeno pulito»;

11) ad assumere, per quanto di competenza, ogni opportuna iniziativa volta a garantire un corretto inserimento paesaggistico degli impianti fotovoltaici ed eolici collocati a terra, e ciò anche mediante l'adozione di specifiche iniziative che ne definiscano più restrittivamente limiti dimensionali e localizzativi;

12) a mantenere l'attuale regime di incentivi e sussidi destinati ai carburanti utilizzati in agricoltura, favorendo nel contempo, anche con ulteriori risorse economiche, il ricambio del parco macchine nel settore, così che migliore risulti l'impatto sull'ambiente;

13) a concorrere ad elaborare un piano di politica industriale con una road map italiana per la transizione produttiva nella mobilità sostenibile, come risultano avere fatto altri Stati.
(1-00562) «Foti, Lollobrigida, Butti, Rachele Silvestri».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   QUARTAPELLE PROCOPIO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'istruzione, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   in data 1° settembre 2021 l'Istituto superiore di sanità, unitamente alla Presidenza del Consiglio dei ministri, al Ministero della salute, al Ministero dell'istruzione e alla Conferenza delle regioni e delle province autonome, ha pubblicato il piano per il monitoraggio della circolazione di Sars-CoV-2 nelle scuole primarie e secondarie di primo grado, prevedendo la predisposizione di una rete «scuole sentinella» in cui effettuare il monitoraggio periodico attraverso test molecolari su campione salivare per tutelare lo svolgimento della didattica in presenza;

   il piano prevede test molecolari salivari condotti, su base volontaria, su alunni nella fascia di età 6-14 anni delle scuole primarie e secondarie di primo grado presenti sul territorio nazionale. Le «scuole sentinella» sono state indicate dalle autorità sanitarie regionali in collaborazione con gli uffici scolastici;

   la campagna, supportata dalla struttura commissariale, stimava di coinvolgere circa 55 mila alunni ogni 15 giorni, con la raccolta dei campioni effettuata in modo autonomo dalla famiglia e il test consegnato in punti di raccolta. Questo, dovrebbe permettere anche la possibilità di processare il campione per l'eventuale sequenziamento genomico virale;

   ad oggi, non sono ancora stati pubblicati i dati relativi all'indagine sulle scuole sentinella –:

   come stia procedendo il monitoraggio e quando saranno pubblicati i dati relativi all'indagine;

   se, visto l'aumentare dei contagi e la nuova variante del virus, non si ritenga utile e necessario estendere tale monitoraggio presso tutti gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, e non solo alle «scuola sentinella».
(5-07247)


   BELLA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'istruzione, al Ministro per le disabilità. — Per sapere – premesso che:

   l'Istituto statale per sordi di Roma (Issr), fondato nel 1784, è stata la prima scuola per sordi in Italia e costituisce un polo statale di eccellenza sulla sordità nell'intero territorio nazionale;

   nel 1997 la «legge Bassanini» ha disposto (articolo 21, comma 10) che gli «Istituti a carattere atipico», fra cui l'Issr, dovessero essere trasformati in «enti finalizzati al supporto dell'autonomia delle istituzioni scolastiche», riordino da effettuarsi con regolamento governativo (articolo 67 del decreto legislativo n. 297 del 1994; articolo 17 della legge n. 400 del 1988);

   successivamente, la legge n. 69 del 2000 (articolo 1, commi 1 e 2, richiamandosi al Fondo di cui alla legge n. 440 del 1997) e la direttiva del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca n. 56 del 10 giugno 2005 (articolo 4, lettera «f») hanno definito in oltre 6 milioni di euro il finanziamento destinato agli Istituti atipici menzionati dall'articolo 21, comma 10, della legge n. 59 del 1997;

   oggi sono rimasti attivi l'istituto «Romagnoli» per ciechi e l'Istituto statale per sordi di Roma, quest'ultimo oggetto della presente interrogazione;

   nella direzione della riforma degli Istituti atipici, nel 2000 il decreto n. 46152 del provveditore agli studi di Roma ha distaccato le Scuole dall'Issr e, contestualmente, il Ministero dell'istruzione ha nominato un presidente del Consiglio di amministrazione (2000-2007) e successivamente un commissario straordinario (decreto ministeriale 23 ottobre 2007);

   l'erogazione dei finanziamenti doveva avvenire a partire dall'insediamento dei nuovi organi di gestione definiti mediante il regolamento; tuttavia, poiché quest'ultimo non ha mai perfezionato il proprio iter, l'Issr dal 2009 si è trovato privo di qualsiasi contributo ordinario o straordinario, fatta eccezione per un finanziamento di 1.000.000 di euro corrisposto dal Ministero dell'istruzione nel 2017-2018 (attuazione del decreto-legge n. 91 del 2017, convertito dalla legge n. 123 del 2017);

   in questo stallo burocratico, l'Issr rispondendo alle richieste provenienti da migliaia di persone sorde, dai loro familiari e dagli operatori del terzo settore ha continuato a offrire gratuitamente le sue competenze altamente specialistiche sul deficit uditivo, operando come centro di servizi, consulenza, informazione, documentazione e progettazione sulla sordità. Tali attività sono portate avanti da 20 lavoratori precari storici, 8 dei quali sordi o con altre disabilità;

   da anni l'Issr reitera istanze al Ministero dell'istruzione per promuovere la trasformazione dell'Ente e ricevere adeguati finanziamenti, ma a oggi non è stata ancora individuata una soluzione nonostante il 21 marzo 2018 il Ministero abbia qualificato l'istituto come un «Polo di eccellenza sulla sordità nell'intero territorio nazionale» e un «punto di riferimento per i membri della comunità sorda italiana, gli insegnanti, (...) le famiglie, (...) gli operatori in genere, le scuole (...) e tutti coloro che conducono studi nell'ambito della sordità, rispondendo a domande e bisogni che riguardano l'intero territorio nazionale»;

   attualmente l'Issr versa in condizioni drammatiche non riuscendo ad assolvere agli oneri retributivi e contributivi verso i propri lavoratori, a provvedere al pagamento delle utenze, all'accensione dell'impianto di riscaldamento e alla realizzazione di opere indispensabili per la manutenzione di un edificio storico;

   senza interventi rapidi e significativi la chiusura dell'Issr appare imminente e ciò sarebbe a danno dei suoi lavoratori, delle numerose persone che beneficiano dei suoi servizi e di realtà ospitate all'interno del palazzo: un asilo nido Montessori, la scuola dell'infanzia e primaria dell'Istituto d'istruzione specializzata per sordi «A. Magarotto», numerose associazioni di sordi, l'Istituto di scienze e tecnologia della cognizione (Cnr) –:

   se il Governo non ritenga necessario adottare le iniziative di competenza per:

    a) stabilire con urgenza un congruo finanziamento che scongiuri la chiusura di un'istituzione statale di eccellenza sulla sordità con oltre 200 anni di storia;

    b) riprendere il lavoro per l'emanazione del regolamento di riordino dell'Ente che consentirebbe la dotazione di finanziamenti ordinari e di una pianta organica, permettendo anche la stabilizzazione dei lavoratori precari, così come previsto dalla «Riforma Madia» (articolo 20, comma 2, del decreto legislativo n. 75 del 2017).
(5-07252)

Interrogazioni a risposta scritta:


   MONTARULI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   nel numero di dicembre 2021 del mensile queer berlinese «Siegessäule» è apparso in copertina Riccardo Simonetti, apparente ambasciatore speciale dell'Unione europea per i diritti Lgbt, vestendo i panni della Vergine Maria in versione transessuale, con una folta barba scura e un bambino in grembo;

   tale episodio, riportato da tutti i quotidiani nazionali e non solo, a pochi giorni di distanza dalla pubblicazione delle linee guida emanate dalla Commissaria europea all'uguaglianza, Helena Dalli, che prevedevano la cancellazione, tra l'altro, della parola «Natale» nei documenti interni ed esterni dell'Unione europea, successivamente ritirate, rappresenta un grave affronto alle radici cristiane dell'Europa, ridicolizzandole;

   nell'ottica del riconoscimento di diritti alla comunità Lgbt appare certamente superfluo, a parere dell'interrogante, offendere e svilire le libertà di culto e i convincimenti religiosi di altri, ricorrendo a rappresentazioni blasfeme il cui unico effetto è profanare i simboli della cristianità e urtare la sensibilità religiosa dei fedeli;

   dimostrare la natura inclusiva e rispettosa della Commissione europea nei confronti di tutti non può conciliarsi con questo malsano tentativo di rinnegare le radici cristiano-cattoliche dell'Europa;

   le istituzioni europee, sul punto, si sono espresse chiarendo che Riccardo Simonetti non è insignito del riconoscimento ufficiale di ambasciatore speciale dell'Unione europea presso la comunità Lgbt in quanto simile carica è inesistente;

   tuttavia, un portavoce del Parlamento europeo afferma che, pur in assenza di un legame ufficiale di rappresentanza, lo stesso Parlamento europeo, nella propria strategia di comunicazione, collabora con numerosi influencer, tra cui Simonetti, in ragione della sua popolarità nella comunità di riferimento;

   ad ogni buon conto, è paradossale per l'interrogante che chi si fa scherno delle culture altrui possa rappresentare con serietà la propria collaborando, con o senza riconoscimento, con le istituzioni europee –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare il Governo in ambito europeo per evitare che le istituzioni dell'Unione europea pongano in essere futuri ed ulteriori rapporti di collaborazione con soggetti che intendono offendere e svilire, con la propria strategia comunicativa, i simboli della cristianità e la sensibilità dei fedeli.
(4-10929)


   FEDERICO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la regione Molise è commissariata per il Piano di Rientro dai debiti della sanità dal luglio del 2009;

   con delibera adottata in data 5 agosto 2021 il Consiglio dei ministri ha nominato il dottor Donato Toma, presidente pro tempore della regione Molise, quale Commissario per l'attuazione del vigente Piano di rientro dal disavanzo del Sistema sanitario regionale del Molise;

   nell'ambito del processo di cessione della quota di maggioranza (novanta per cento) dell'azienda ospedaliera Gemelli Molise, sita in Campobasso, in data 4 ottobre 2021, è stato stipulato il contratto preliminare tra la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs ed il gruppo Responsible Capital, società di investimenti con sede in Svizzera;

   la conclusione del contratto definitivo di cessione veniva subordinato al verificarsi di alcune condizioni, tra cui quella legata all'eventuale esercizio del cosiddetto golden power da parte del Governo;

   in data 11 ottobre 2021 il presidente della regione Molise, nonché Commissario ad acta, Donato Toma ha annunciato la volontà della regione di acquisire la quota maggioritaria del Gemelli Molise, qualora venisse esercitato dal Governo il golden power, utilizzando una rimodulazione di parte dei fondi assegnati al Molise, ai sensi dell'articolo 20 della legge n. 67 del 1988;

   durante il Consiglio dei ministri del 9 dicembre 2021, su proposta del Ministero della salute, il Governo ha deciso di non esercitare il golden power, dando sostanzialmente il via libera all'acquisizione delle quote societarie da parte del gruppo responsible Capital –:

   quali siano le motivazioni per le quali il Governo ha deciso di non esercitare il golden power;

   quali garanzie in termini di tutela dei posti di lavoro, della continuità delle prestazioni sanitarie erogate e di prospettive della struttura di cui in premessa siano state date dal gruppo acquirente;

   se le risorse ex articolo 20 della legge n. 67 del 1988 avrebbero potuto essere utilizzate per l'acquisizione di quote societarie del Gemelli Molise da parte della regione.
(4-10930)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   INCERTI, BOLDRINI, SARLI e CIAMPI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il 27 novembre 2021 sul giornale «El Pais», in un articolo di Francisco Peregil, veniva denunciata la morte di un civile Saharawi – Baani Yeslem Sidi di 15 anni – da parte di un missile lanciato da un drone dell'esercito marocchino. Il giovane viaggiava con il fratello di 6 anni e il nonno rimasto gravemente ferito;

   secondo il quotidiano spagnolo i 3 erano vicini ad un pozzo d'acqua dove di solito si prendono cura dei cammelli, quando il loro pick up bianco è stato attaccato, a 110 chilometri di distanza dalla zona di guerra e dal muro costruito da Rabat;

   pochi giorni fa il presidente della Rasd – la Repubblica araba Saharawi Democratica – Brahim Ghali aveva scritto al Segretario generale dell'Onu Antonio Guterres, denunciando l'uccisione di altri 11 civili con l'aiuto di droni;

   se confermate queste azioni diventano «gravi violazioni dei diritti umani» a cui la comunità internazionale non può ritenersi estranea;

   preoccupa l'escalation di tensione tra Marocco e popolo Saharawi che allontana i tentativi di un negoziato possibile quanto inderogabile e di una soluzione pacifica di un conflitto che ormai dura da più di 40 anni –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e quali iniziative intenda intraprendere, per quanto di competenza, per sostenere in sede internazionale la cessazione di questa escalation di violenza e per sollecitare l'avvio di una soluzione del conflitto.
(5-07246)


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   ancora una volta sembrerebbe emergere un flusso finanziario che parte dall'Italia per finire nella casse di associazioni ritenute vicine all'organizzazione terroristica Hamas;

   nei mesi scorsi, infatti, era già emerso come i fondi per la cooperazione internazionale del Governo Italiano fossero finiti ad associazioni ritenute contigue ad Hamas, per le quali lo Stato di Israele ha chiesto di sospendere le erogazioni mentre il Governo italiano ha fatto sapere di non ritenere sufficienti le prove fornite da Israele per procedere in tal senso;

   oggi, secondo quanto riportato dal quotidiano «la Repubblica», la banca Unicredit avrebbe chiuso un conto corrente bancario di un'associazione a seguito di una serie di transazioni sospette e avrebbe inviato anche una segnalazione all'autorità antiriciclaggio per fare chiarezza su cosa stia succedendo;

   al centro delle attività di vigilanza bancaria vi sarebbe l'associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese - Odv, presieduta da Mohammad Hannoun, architetto palestinese trapiantato a Genova e già coinvolto in numerose inchieste per attività di raccolta fondi destinate alle famiglie dei kamikaze palestinesi;

   l'associazione ha sedi a Genova, Milano e Roma e, nonostante la denominazione «Onlus», non risulterebbe essere iscritta al registro dell'Agenzia delle entrate;

   secondo quanto riportato dal quotidiano, l'istituto bancario avrebbe individuato una serie di attività sospette che avrebbero causato la sospensione dei vincoli contrattuali e la segnalazione all'Unità informazione finanziaria, che sta valutando in questi giorni i vari indici di anomalia riscontrati;

   secondo indiscrezioni, la massiccia movimentazione di contante, l'invio di provviste economiche a soggetti non censiti in Palestina e ad altri inseriti nelle black list delle banche dati europee, sarebbero le ragioni determinanti le misure adottate;

   l'Abspp Onlus, come è riscontrabile dalle attività postate sui social, svolge un'importante attività di raccolta fondi: pacchi alimentari, sostegno per la scolarizzazione restano le attività principali, alle quali si aggiungono l'organizzazione di conferenze con esperti di geopolitica e di preghiere con imam noti;

   l'attività sarebbe stata per un certo periodo sotterranea, in concomitanza con l'inchiesta della procura di Genova denominata «Collette del terrore» che, dopo il rinvio a giudizio, si concluse con un nulla di fatto per la mancanza di elementi verificabili in territorio palestinese;

   il ruolo e il prestigio di Hannoun nel corso degli anni sono cresciuti notevolmente, arrivando a ricoprire un ruolo pivotale nelle dinamiche della difesa della causa palestinese. Da qualche tempo è presidente anche dell'associazione degli «Europei per Al-Quds», un network costituito da decine di associazioni. Una serie di iniziative che l'architetto terrebbe ben ancorate in Italia, sia per la mole di interessi e donazioni provenienti nel nostro Paese, che per la sua capacità di dialogo con la politica;

   secondo quanto riportato da Repubblica, Hannoun avrebbe intrattenuto fitti rapporti politici con esponenti del Movimento 5 Stelle come l'ex esponente del movimento Alessandro Di Battista, già testimonial dell'associazione, e il sottosegretario agli affari esteri Manlio Di Stefano;

   a maggio 2021 l'associazione di Hannoun ha organizzato la preghiera del venerdì al Palasharp di Milano e alla Moschea Omar di Torino con Sheykh Riyad Al Bustanji, uno dei predicatori più radicali dell'islam –:

   se quanto indicato in premessa, per quanto di competenza, corrisponda al vero;

   se l'associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese - Odv, o altre associazioni guidate Mohammad Hannoun abbiano ricevuto fondi italiani per la cooperazione internazionale;

   quali iniziative il Governo intenda adottare per impedire il finanziamento di associazioni ritenute vicine ad Hamas.
(5-07251)

Interrogazione a risposta scritta:


   CAVANDOLI, SALTAMARTINI, GERARDI e TATEO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'interno, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   si apprende da fonti di stampa la vicenda della bambina nata in Ucraina con tecniche di maternità surrogata, che i genitori italiani hanno poi abbandonato con la baby sitter;

   risulta, infatti, che la coppia residente a Novara si è recata in Ucraina nell'agosto del 2020 per ottenere un figlio con pratiche di gestazione per altri e che, dopo la nascita della bambina, questa sia stata affidata a una baby sitter del luogo, che l'ha accudita per un anno attendendo il ritorno, mai avvenuto, dei genitori, prima di informare il consolato italiano a Kiev;

   il Servizio per la cooperazione internazionale della polizia criminale (Scip) si è occupato nei giorni scorsi del rimpatrio della bambina, dopo che la procura di Novara ha preso atto della mancanza di volontà della coppia di prendersene cura;

   la minore, infatti, risulta di cittadinanza italiana in quanto figlia di genitori italiani e riconosciuta alla nascita;

   su richiesta della procura dei minori di Torino, il tribunale ha dato la bambina in affido a una famiglia residente nella provincia di Novara, che si era già resa disponibile, attraverso la rete dei servizi sociali;

   la procura dei minori ha, inoltre, chiesto al tribunale l'apertura della procedura di adottabilità della bambina;

   va considerata l'impossibilità di perseguire penalmente la coppia che ha fatto ricorso alla surrogazione di maternità, non rientrando i reati di cui all'articolo 12, comma 6, della legge 19 febbraio 2004 n. 40 nel novero di quelli punibili anche se commessi in territorio estero ai sensi dell'articolo 7 del codice penale;

   inoltre, come si apprende sempre da fonti di stampa, nelle prossime settimane l'autorità giudiziaria potrebbe ascoltare i genitori e decidere di accertare l'esistenza di un legame biologico tra la coppia e la piccola: una verifica che, anche il procuratore per i minori di Torino, ha definito: «Un atto opportuno, perché in passato ci sono stati casi poco chiari»;

   queste verifiche rimandano alla possibilità di una diversa ricostruzione della vicenda, che adombrerebbe, quantomeno, un tentativo di aggirare il divieto di surrogazione di maternità;

   la stessa stampa riporta notizie di persone che si sono dichiarate, anche pubblicamente, disposte ad adottare la bambina –:

   se i Ministri interrogati, per quanto di competenza, intendano adottare iniziative per verificare e fornire i dati dei cittadini minori italiani nati all'estero e riconosciuti presso i consolati italiani presenti in nazioni quali l'Ucraina e la Moldavia;

   se si intendano adottare iniziative per verificare la sussistenza di una corrispondenza tra questi e gli aspiranti genitori italiani che hanno fatto richiesta di adozione internazionale.
(4-10932)

DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:


   FANTUZ, FERRARI, PRETTO, PICCOLO, TURRI, POTENTI, BISA, TATEO, TOMASI, DI MURO, PAOLINI, RACCHELLA, FOGLIANI, BITONCI e STEFANI. — Al Ministro della difesa, al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   gli studi psicologici effettuati sui reduci dei conflitti del ventesimo e ventunesimo secolo hanno condotto all'identificazione del cosiddetto disturbo post-traumatico da stress — Dpts — e allo sviluppo di criteri diagnostici;

   su questo specifico disturbo è innegabile l'attenzione che la Difesa esprime per il mantenimento dello stato di benessere psico-fisico del proprio personale, in particolare di coloro che si trovano impiegati in operazioni fuori dal territorio nazionale e pertanto esposti con maggiori probabilità a situazioni catalizzatrici di esperienze disorganizzanti dell'equilibrio psico-emotivo;

   sul fronte dell'assistenza psicologica, dal 2017 a oggi sono state implementate apposite iniziative di supporto psicologico, aventi l'obiettivo di verificare e migliorare morale e condizioni psicofisiche dei militari e, a partire dal 2018, sono state condotte specifiche sezioni formative dedicate allo stress management, a cui si aggiungono sistematici interventi di supporto psicologico, svolti durante l'operazione e al termine dell'impiego, assicurando il pieno supporto specialistico in ogni circostanza;

   accanto ai nuclei di psicologi a contatto, distaccati in operazioni durante l'insorgere di determinate situazioni di disagio, sono attive, su base permanente, anche molteplici strutture specialistiche: in particolare l'unità di psichiatria e consultorio psicologico presso il policlinico militare del Celio che, unitamente agli altri consultori presso le infermerie presidiarie, ai poliambulatori delle forze armate e al neo riconfigurato Centro veterani della difesa (tuttora in corso di potenziamento), rappresenta un sicuro e qualificato riferimento in grado di fornire un aiuto concreto nelle situazioni di disagio non solo estreme ma anche meno evidenti;

   situazioni più border line si verificano anche giornalmente in tutto il comparto sicurezza e difesa, dalle forze di polizia a ordinamento civile a quelle a ordinamento militare;

   all'operatore colpito da una forma, seppur temporanea, di patologia depressiva non si associa un adeguato percorso terapeutico e di sostegno psicologico di recupero, sostenuto da figure professionali di riferimento facenti capo ai comandi presso cui il militare e l'operatore di polizia è amministrato, e ad altre procedure interne che prevedano, a esempio, il ritiro della tessera di riconoscimento, e della pistola d'ordinanza;

   la serenità di un operatore di polizia determina il buon svolgimento del servizio istituzionale, dalla pubblica emergenza, alla ricezione del pubblico, dall'ordine pubblico, ai servizi investigativi: per questo la salute mentale di chi opera nel settore della sicurezza e della difesa è fondamentale e di primaria importanza per il nostro Paese;

   a questioni di ordine familiare e gerarchico si aggiunge il disagio che gli operatori vivono, ogni qualvolta si trovano a dover far fronte, durante un intervento di pubblica emergenza, un servizio di ordine pubblico, un servizio di ricezione del pubblico, e/o un servizio investigativo, a elementi di resistente violenza, contornata da insulti, umiliazioni, rischi e pericoli spesso difficili da gestire, situazioni che scatenano nell'operatore stesso una reazione, nella maggior parte dei casi «passiva» e «remissiva», facendo insorgere una forma di frustrazione che cresce quando gli aspetti sopraelencati si accavallano;

   nell'anno in corso, il 2021, si contano, solo nelle forze dell'ordine, 49 suicidi, ma allo stato attuale, nei protocolli sanitari amministrativi delle forze di polizia non risultano test periodici di controllo sullo stato di salute psicofisica tali da consentire un monitoraggio preventivo e di facile intervento per poter agire con un eventuale percorso terapeutico nei confronti dei soggetti colpiti da forti stati di tensione emotiva e da stress depressivo –:

   se i Ministri interrogati, per quanto di competenza, non ritengano di adottare iniziative per prevedere forme di monitoraggio della salute nel comparto sicurezza e difesa, così da poter intervenire tempestivamente nel modo più adeguato.
(4-10927)

INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ SOSTENIBILI

Interrogazione a risposta scritta:


   VIVIANI, BUBISUTTI, GASTALDI, GOLINELLI, LIUNI, LOLINI, LOSS e MANZATO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   dal 29 settembre 2021 e fino al 15 dicembre 2021, a largo di Genova, la società Poliservizi Srl, a mezzo della M/B «Alvitia», M/B «Sigma 1» R/re «Porto Vado IV» e M/N «Artic» per conto della «Fugro Germany», sta effettuando lavori di campionamento di fondale marino, video ispezione a mezzo ROV e indagine/Survey, per la lavorazione del nuovo collegamento sottomarino a fibra ottica Bluemed nello specchio acqueo prospicente i|porto e del litorale di Genova;

   risulta all'interrogante che, da novembre ad oggi, la Motonave Artic, impiegata nei suddetti lavori, avrebbe svolto la sua attività al di fuori dei segmenti autorizzati alle ordinanze della Capitaneria di porto di Genova n. 227 e 279, rispettivamente del 28 settembre 2021 e del 23 novembre 2021, causando problemi alle cooperative di pescatori «Pescatori Portofino picc. Soc. Coop. A r.l.» e «Cooperativa Pescatori Casteldragone di Carinogli» che stavano esercitando la pesca con il palangaro, nella zone consentite, con relativo perimento degli attrezzi;

   l'ordinanza n. 227, specificatamente prescrive gli obblighi ai quali i comandanti dei mezzi nautici devono conformarsi al fine di assicurare il rispetto delle disposizioni relative alla sicurezza della navigazione;

   l'attività svolta dalla M/N Artic, sembra, invece, non essere conforme alle prescrizioni stabilite dalle suddette ordinanze e questo è rilevabile anche dai tracciati AIS, marin traffic;

   tale situazione mette nelle condizioni che le suddette cooperative non possano continuare ad intraprendere la loro attività di pesca con il palangaro, in quanto gli attrezzi rischierebbero di essere nuovamente danneggiati per le ragioni sopra esposte;

   le ordinanze sopracitate hanno lo scopo anche di tutelare la sicurezza della navigazione dei pescherecci e la salvaguardia degli attrezzi per la pesca marittima nei pressi – per un raggio di 200 metri – dello specchio acqueo interessato dalle attività di campionamento del fondale marino;

   inoltre, i lavori che sta effettuando la M/N Artic sta mettendo in difficoltà l'attività di pesca anche di altri pescherecci appartenenti ad altre marinerie ricadenti nelle zone interessate;

   risulta, infine, all'interrogante che le due cooperative avrebbero presentato denuncia di evento straordinario presso Circomare Santa Margherita Ligure e Locomare Camogli per perimento degli attrezzi a causa, appunto, dell'attività svolta dal M/N Artic al di fuori degli ambiti autorizzati –:

   se siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa, e quali iniziative, per quanto di competenza, intendano mettere in atto per tutelare il regolare svolgimento delle attività di pesca nelle zone adiacenti ai lavori, e affinché siano risarcite adeguatamente le suddette cooperative che hanno subito danni derivanti dallo svolgimento dell'attività della M/N Artic al di fuori dei segmenti autorizzati dalle suddette ordinanze della capitaneria di porto di Genova.
(4-10928)

INTERNO

Interrogazioni a risposta orale:


   FORMENTINI e IEZZI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   fonti di stampa hanno dato notizia di rapporti sospetti tra alcune associazioni costituitesi in Italia e l'organizzazione terroristica palestinese Hamas;

   in particolare, l'Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese – Abspp o Odv –, di cui è presidente Mohammad Hannoun, si è vista chiudere il conto bancario da Unicredit, in ragione di alcune transazioni poco chiare, segnalate contestualmente all'unità di informazione finanziaria per l'Italia;

   la Odv svolgerebbe infatti un'importante attività di raccolta fondi, che afferma destinare all'invio di pacchi alimentari, al sostegno per la scolarizzazione e alla promozione di conferenze;

   la Odv, che peraltro non risulta iscritta al registro dell'Agenzia delle entrate, avrebbe movimentato ingenti quantità di contante ed inviato provviste economiche a soggetti non censiti in Palestina e ad altri inseriti nelle black list delle banche dati europee;

   sempre la Odv avrebbe organizzato nel maggio 2021 la preghiera del venerdì al Palasharp di Milano e alla Moschea Omar di Torino, invitandovi Sheyk Riyad al Bustanji, ritenuto fra i predicatori più radicali dell'Islam;

   tali circostanze inducono a ritenere che occorra monitorare con più attenzione le associazioni come la Odv presenti in Italia, affinché non incanalino verso Hamas o altre organizzazioni dedite al terrorismo fondi raccolti nel nostro Paese –:

   quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere per intensificare i controlli sull'associazionismo islamico, affinché venga scongiurato il rischio che raccolga ed incanali fondi verso realtà terroristiche o dedite alla propaganda dell'estremismo jihadista.
(3-02672)


   MONTARULI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   all'interno del Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di Torino, dalla fine del mese di settembre del corrente anno, oltre cento soggetti sono stati messi in libertà dopo reiterati atti di autolesionismo;

   stando a quanto rappresentato dal sindacato di polizia Siulp, pare che tale pratica sia nota e simulata e quindi non derivante da uno stato di malessere che affligge il soggetto ma, perlopiù, trattasi di un espediente per poter ottenere il rilascio per motivi sanitari;

   a sostegno di tale tesi vi sono numeri e dati decisamente significativi: se il numero dei rilasci viene paragonato a quello dello scorso anno (2020), pari a dieci, tutti per patologie gravi non psichiatriche, ci si rende facilmente conto dell'eccessiva sproporzione di quanto accaduto nell'ultimo trimestre;

   il numero dei tentati suicidi, particolarmente elevato, è iniziato a crescere smisuratamente dopo la vicenda di Mamadou Moussa Balde, il ventitreenne della Guinea che lo scorso maggio si è tolto la vita all'interno di uno dei moduli abitativi all'interno del quale era stato messo in isolamento;

   a seguito di tale episodio, in poco più di due mesi, centoquindici persone avrebbero provato a togliersi la vita ingerendo sorsate di bagnoschiuma o simulando un'impiccagione con lenzuola di carta e, a seguito di visita medica, sono state rilasciate dal Cpr;

   dopo la tragedia di Mamadou Moussa Balde, il dramma è stato sfruttato dagli altri trattenuti per poter lasciare liberamente il centro, mettendo in crisi un sistema già fortemente in difficoltà;

   la compromissione dell'operatività del Cpr di Torino rischia, in assenza di immediati provvedimenti, di pregiudicare l'intero sistema delle espulsioni: nel corso del 2019 erano state espulse quattrocentotrentatré persone, cinquanta nel 2020 e centotrentatré nei primi mesi del corrente anno, mentre nell'ultimo trimestre sono state registrate appena sei espulsioni;

   sempre secondo quanto rappresentato dal Siulp, il numero dei tentativi di suicidio ammonta a cinque o sei ogni giorno e i soggetti presenti nel centro spesso sono dediti ad attività criminose quali violenze sessuali, maltrattamenti e spaccio e trattenuti presso il Cpr dopo la scarcerazione, in attesa del rimpatrio;

   risulta, altresì, che sia stato liberato anche qualche soggetto attenzionato per legami con radicalismo islamico –:

   quali urgenti iniziative intenda adottare per ripristinare la piena operatività del Cpr di Torino, evitando che particolari soggetti dediti all'attività criminale possano circolare liberamente per la città;

   se non ritenga utile adottare le iniziative di competenza, anche normative, al fine di modificare le procedure attualmente in essere, evitando il passaggio intermedio presso il Cpr per soggetti carcerati e prevedendo l'espulsione direttamente dall'istituto penitenziario.
(3-02673)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   MONTARULI e PRISCO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   è emersa l'ennesima triste notizia che riguarda le reiterate violenze e sevizie subite da una giovane ragazza marocchina di anni diciotto, per mano del padre e del fratello, in quanto la stessa si rifiutava di professare la religione musulmana e di osservarne i precetti;

   in particolare, la giovane ragazza sin da quando aveva quattordici anni, è stata costretta a subire percosse e minacce di morte da parte dei suoi più stretti familiari, rinchiusa in cantina e legata ad una sedia perché desiderava vivere in «maniera occidentale»;

   i maltrattamenti sono stati di una portata tale da indurre persino la ragazza a tentare il suicidio, per fortuna non consumato, sino a quando, dopo l'ennesima minaccia e aver dovuto contrarre un matrimonio non voluto con il cugino trentaduenne, e dovendo a questi concedere rapporti sessuali in Marocco, ha trovato il coraggio di procedere con denuncia a carico dei suoi familiari;

   la denuncia e l'intervento delle autorità preposte, se da un lato rappresentano la fine di un incubo di lesioni e vessazioni, dall'altro configurano soltanto l'inizio di uno nuovo, complice la giovane età della vittima e l'incompleta assenza di mezzi per provvedere a sé stessa;

   si consideri, inoltre, che, per ogni caso simile a questo, dove il disastroso esito può in qualche modo dirsi concluso «positivamente», vi è un numero particolarmente significativo di ragazze nelle medesime condizioni costrette a subire tali soprusi senza avere, tuttavia, la possibilità di ricorrere a strumenti di protezione e tutela –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare per fornire maggiore supporto alle persone che versano nelle condizioni di cui in premessa, scongiurando che le violenze da queste subite si protraggano per un significativo lasso di tempo, incentivando rapidamente il ricorso alle autorità competenti.
(5-07249)

ISTRUZIONE

Interrogazione a risposta scritta:


   BELLA, ROBERTO ROSSINI, AZZOLINA e GALLO. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   è stata riportata dagli organi di stampa nazionale, il 6 dicembre 2021, la dichiarazione del Sottosegretario all'istruzione Sasso sull'efficacia della misura inserita nel decreto «Sostegni-bis» relativa alla possibilità, data alle scuole, di acquistare impianti di aerazione e sistemi di ventilazione meccanica, affermando che essa «si sta confermando una giusta intuizione»;

   nella sua dichiarazione il Sottosegretario Sasso rileva inoltre che: «Negli istituti dove questi dispositivi, per scelta dei dirigenti scolastici, vengono utilizzati, i contagi, le quarantene e il ricorso alla didattica a distanza sono stati drasticamente diminuiti, in molti casi azzerati. Siamo al lavoro per trovare ulteriori risorse finanziarie per permettere alle scuole di investire su tali strumenti, in modo da assicurare il più possibile le lezioni in presenza. L'obiettivo deve essere quello di trovare almeno 300 milioni di euro»;

   la comunità scientifica è da sempre alla ricerca di dati oggettivi che possano aiutare e supportare scelte consapevoli e sempre più efficaci per il controllo e la prevenzione del dilagare del virus Sars-Covid-19 e le sue recenti mutazioni, anche per supportare il decisore politico nelle scelte, talvolta difficili, da assumere –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e se non ritenga necessario acquisire i dati sulla base dei quali il Sottosegretario Sasso ha formulato le dichiarazioni di cui in premessa al fine di far sì che la comunità scientifica possa verificarne la fondatezza e affinché possano essere individuate nuove e più efficaci soluzioni per il contrasto del virus Covid-19 nelle aule scolastiche;

   se non ritenga opportuno adottare ogni iniziativa di competenza, qualora i dati su cui si fondano le dichiarazioni del Sottosegretario Sasso fossero confermati dalla comunità scientifica, al fine di ampliare le straordinarie misure di contrasto del Covid-19 a tutte le istituzioni scolastiche della Nazione anche per confermare la prioritaria misura della didattica in presenza.
(4-10933)

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Interrogazione a risposta scritta:


   CECCONI, MAMMÌ e MURONI. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la legge 30 dicembre 2020, n. 178, all'articolo 1, comma 409, ha riconosciuto un'indennità di specificità infermieristica, nei limiti dell'importo complessivo annuo lordo pari a 335 milioni di euro, con decorrenza prevista dal 1o gennaio 2021, quale parte del trattamento economico fondamentale;

   la stessa legge di bilancio 2021, all'articolo 1, comma 408, ha previsto, uno stanziamento di 500 milioni di euro, in erogazione fin dal mese di gennaio 2021, per la dirigenza medica, veterinaria e sanitaria presso le strutture del Servizio sanitario nazionale, al fine di valorizzarne il servizio reso;

   lo stanziamento per la dirigenza medica e veterinaria è stato prontamente erogato, mentre l'indennità di specificità prevista per gli infermieri, sebbene già stanziata non è stata ancora riconosciuta, in quanto il previsto aumento è stato vincolato al rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto sanità per il triennio 2019-2021, le cui trattative sono ancora in corso;

   gli infermieri equivalentemente ai medici e agli altri operatori sanitari, nel corso della pandemia hanno evidenziato un encomiabile spirito di abnegazione e servizio, anteponendo i bisogni dei pazienti alle proprie legittime rivendicazioni di categoria;

   gli interroganti ritengono che è necessario e urgente valorizzare lo straordinario impegno profuso dal personale infermieristico, avendo presente che esso rappresenta il pilastro fondamentale del sistema sanitario –:

   se il Governo non ritenga opportuno adottare opportune iniziative normative al fine di consentire una rapida erogazione dell'indennità di specificità infermieristica, di cui all'articolo 1, comma 409, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, anche svincolandola, se necessario, dal rinnovo del contratto collettivo nazionale 2019-2021 del comparto sanità.
(4-10925)

SALUTE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   FERRI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 8, comma 1, del decreto legislativo n. 502 del 1992, dispone che «Il rapporto tra il Servizio sanitario nazionale, i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta è disciplinato da apposite convenzioni di durata triennale conformi agli accordi collettivi nazionali stipulati, ai sensi dell'articolo 4, comma 9, della legge 30 dicembre 1991, n. 412, con le organizzazioni sindacali di categoria maggiormente rappresentative in campo nazionale»;

   in data 20 gennaio 2005 è stato stipulato l'Accordo collettivo nazionale per la disciplina dei rapporti con i medici di medicina generale, che regolamenta il rapporto di lavoro autonomo convenzionato per l'esercizio delle attività professionali, tra i medici di medicina generale e le aziende sanitarie locali, per lo svolgimento, nell'ambito del Servizio sanitario nazionale dei compiti nei settori, tra l'altro, dell'emergenza sanitaria territoriale (articolo 13);

   la maggior parte dei medici del settore dell'emergenza sanitaria territoriale non risulta assunta come dirigente medico dalle aziende sanitarie locali, in quanto riceve un inquadramento quale «medico convenzionato a tempo indeterminato»;

   ciò determina una disciplina del rapporto economico-giuridico facente capo ai medici convenzionati a tempo indeterminato complessivamente peggiorativa rispetto ai dirigenti medici;

   esemplificativamente, i medici convenzionati:

    1. non hanno diritto al riconoscimento del trattamento di fine rapporto;

    2. sul piano contributivo, si applica una aliquota del 24 per cento anziché del 34 per cento come previsto per i lavoratori dipendenti;

    3. non possono fruire dei benefici previsti dalla legge n. 104/1992;

    4. non hanno diritto ad alcun tipo di beneficio economico-assistenziale (ad esempio bonus COVID o baby-sitter);

   tale assetto appare irragionevole giacché, nel rapporto giuridico che lega i medici convenzionati alle aziende sanitarie, sussistono tutti gli indici che connotano lo svolgimento di un rapporto di lavoro subordinato, in quanto essi:

    1) utilizzano esclusivamente strumenti di lavoro forniti dalle aziende sanitarie, lavorano all'interno dei locali delle stesse, oppure ove è richiesto l'intervento di emergenza medica dalle medesime deciso, e sono retribuiti con compensi fissi parametrati al numero di ore lavorate;

    2) devono prestare la propria attività per 38 ore settimanali;

    3) devono osservare i turni di lavoro stabiliti dai dirigenti delle aziende sanitarie, ai quali devono comunicare e giustificare eventuali assenze dal lavoro, non potendo autonomamente gestire i turni: i medici convenzionati possono dare la disponibilità per alcuni turni, ma la decisione spetta al responsabile del servizio, che deve coprire fasce orarie scoperte o riequilibrare i turni dei medici, autorizzare le variazioni ed eventualmente sostituire personale di ruolo con i medici convenzionati;

    4) devono comunicare le assenze dal lavoro e giustificarle, inviando apposito certificato medico;

    5) devono ottenere l'approvazione dei periodi di ferie aziende sanitarie;

    6) sono assoggettati, non solo a direttive, ma a disposizioni puntuali e cogenti;

    7) sono sottoposti a controllo, sia riguardo al rispetto degli orari, dovendo timbrare il badge in entrata e in uscita o utilizzare forme alternative di controllo, sia riguardo al monitoraggio costante degli spostamenti durante i servizi di emergenza, dal tempo di partenza al tempo di rientro in sede;

    8) possono subire sanzioni disciplinari;

   ad avviso dell'interrogante è necessario che sia adottata ogni necessaria iniziativa, anche di carattere normativo, funzionale all'inquadramento dei medici convenzionati a tempo indeterminato nel ruolo sanitario della dirigenza medica, in modo da allineare l'assetto giuridico alla situazione di fatto in cui essi operano –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della problematica esposta e quali iniziative intenda adottare al riguardo.
(5-07245)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   SURIANO e LEDA VOLPI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la decisione annunciata dal gruppo svizzero Ronal di chiudere entro il prossimo anno lo stabilimento della Speedline di Tabina di Santa Maria di Sala, in provincia di Venezia, per delocalizzare la produzione porterà la perdita di 600 posti di lavoro diretti e di altre centinaia nell'indotto;

   l'imminente chiusura della Speedline, stabilimento specializzato nella produzione di cerchi in lega, è ormai l'ennesimo episodio di un progressivo smantellamento di parti essenziali del settore dell'automotive in atto nel nostro territorio e nel resto del Paese come testimoniato da molti esempi, Giannetti, Timken, Gkn, e altro;

   il processo di desertificazione industriale interessa, in realtà, da anni, diversi settori e sta privando il nostro Paese di imprese importanti che per competenze lavorative, know how e capacità produttive rappresentano una base di partenza obbligata nella necessaria transizione verso la mobilità sostenibile;

   è stata depositata alla Camera una proposta di legge contro le delocalizzazioni, elaborata da diversi giuristi insieme ai lavoratori dell'azienda Gkn con l'obiettivo di dare continuità occupazionale e sanzionare i comportamenti illeciti delle aziende –:

   quali iniziative il Governo intenda concretamente intraprendere per impedire che si proceda alla delocalizzazione, la quale sarebbe disastrosa non solo per i dipendenti diretti ma per i gravi danni che la chiusura arrecherebbe al tessuto economico e produttivo dell'intera provincia di Venezia e del Veneto;

   quale sia la posizione dei Ministri interrogati circa le questioni poste in premessa e quali iniziative intendano adottare al fine di fermare l'emorragia di nostre aziende verso altri Paesi.
(5-07250)

TRANSIZIONE ECOLOGICA

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   PRISCO, FOTI, BUTTI e RACHELE SILVESTRI. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   il raggiungimento della neutralità climatica nel 2050 e l'obiettivo intermedio del taglio del 55 per cento delle emissioni di CO2 nel 2030 passano anche dalla riqualificazione energetica degli edifici, con nuovi standard che saranno proposti il 14 dicembre 2021 dalla Commissione europea nella revisione della direttiva sul rendimento energetico dell'edilizia (Energy performance building directive - EPBD) che interessa gli edifici pubblici e privati;

   la nuova certificazione diventerà più stringente e sarà obbligatoria per gli edifici da costruire, da ristrutturare, in caso di vendita o di rinnovo dell'affitto, e, in particolare, da notizie di stampa risulterebbe che:

    il nuovo articolo 9 della direttiva, che stabilisce gli standard di rendimento degli edifici, prevede l'obbligo per gli Stati membri di assicurare che dal 2027 gli edifici pubblici appartengano alla classe F, e dal 2030 salgano di un altro gradino alla classe E; gli edifici residenziali, case e appartamenti, dovranno rientrare almeno nella classe F dal primo gennaio 2030 e salire almeno alla classe E dal 2033;

    i nuovi articoli 16 e 17 rendono più stringente il livello di certificazione degli Stati membri: dal 31 dicembre 2025 il certificato dovrà seguire un modello prestabilito europeo e sarà introdotto l'obbligo di rilasciare questo certificato per gli edifici e le case che vengono costruiti, venduti, ristrutturati o anche in caso di rinnovo del contratto d'affitto; questo significa che gli edifici con classe energetica «G», la peggiore nella classifica del rendimento energetico, resteranno automaticamente fuori del mercato a meno che non passino di classe;

    per effetto delle suddette disposizioni una percentuale elevatissima di immobili in Italia incapperebbe nel divieto di cessione dell'immobile con classificazione inferiore alla classe energetica prima F e poi E, e cosa del tutto inaccettabile, le disposizioni in questione si tradurrebbero di fatto in una indiretta ma effettiva espropriazione dal diritto di proprietà dell'immobile posseduto di cui non si potrebbe più disporre pienamente laddove fosse negata la possibilità di venderlo o di affittarlo, se non a determinate condizioni -:

   se le notizie riportate dalla stampa nazionale in merito alle previsioni della direttiva «green» sulla classificazione energetica degli immobili degli Stati membri corrispondano al vero;

   se il Governo intenda attivarsi urgentemente, per quanto di competenza, per scongiurare che quella che gli interroganti giudicano una miope previsione comunitaria limiti la piena proprietà degli immobili degli italiani e la possibilità quindi di disporne senza condizioni come stato di diritto vorrebbe.
(5-07244)


   FREGOLENT. — Al Ministro della transizione ecologica, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il 12 dicembre 2021 un vasto incendio ha interessato la fabbrica «Demap» situata nella zona industriale nel comune di Beinasco alle porte di Torino;

   il rogo ha colpito un capannone dove sono presenti materie plastiche destinate alla raccolta differenziata;

   l'incendio ha prodotto una nube nera ed un acre odore di bruciato. Sul posto sono subito intervenute sei squadre dei vigili del fuoco che hanno dovuto impiegare ore per domare le fiamme, mentre le operazioni di bonifica sono ancora in corso. In appoggio alle squadre e alle quattro autobotti in azione è intervenuto anche il Nucleo biologico chimico radiologico;

   la Protezione Civile ha subito raccomandato ai cittadini che abitano nella zona sud di tenere in via precauzionale le finestre chiuse e di uscire di casa solo se necessario, per breve tempo e indossando sempre la mascherina FPP2;

   nel corso della notte, per effetto dell'inversione termica, a Torino e nei comuni limitrofi, potrebbe inoltre aumentare l'odore prodotto dal materiale plastico bruciato;

   sta destando forte preoccupare tra i cittadini l'impatto ambientale e sulla salute provocato dall'incendio, soprattutto a causa delle sostanze sprigionate dalle materie plastiche andate in fumo: «Il nucleo Nbcr sta effettuando tutti i controlli. Si sta verificando se le esalazioni possono essere tossiche o pericolose per la salute»: ha dichiarato sui media il comando provinciale dei vigili del fuoco;

   nell'attesa dei primi risultati da parte dell'Arpa, l'Agenzia regionale per l'ambiente, intervenuta sul posto per verificare l'eventuale presenza di sostanze tossiche, il sindaco di Beinasco Daniel Cannati ha invitato gli abitanti ad indossare le mascherine all'aperto, ad a continuare a tenere le finestre chiuse per precauzione;

   nelle zone prossime all'incendio e nelle zone di probabile caduta dei fumi tossici, sono state comunque già misurate concentrazioni di inquinanti più che doppie rispetto al normale: in particolare, 265 ppb (parti per bilione) nella zona dell'incendio, 230 ppb all'asilo Garelli, 220 nel centro di Beinasco, 301, nella piazza Vittorio Veneto della città alle porte di Torino;

   il 13 dicembre 2021 alcune scuole sono rimaste chiuse per precauzione anche a Torino-:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative urgenti intenda assumere, per quanto di competenza, al fine di appurare in tempi brevi se il rogo della fabbrica di Beinasco abbia provocato conseguenze per l'ambiente e per la salute dei cittadini.
(5-07248)

Interrogazioni a risposta scritta:


   PLANGGER, LOSS e VANESSA CATTOI. — Al Ministro della transizione ecologica, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie. — Per sapere – premesso che:

   a causa della nuova regolamentazione introdotta dalla «direttiva habitat», con la quale si considerano alloctone – ovvero non originarie di un determinato territorio – le specie di pesci la cui presenza non sia specificamente documentata, recentemente a Milano si è svolta una manifestazione delle aziende che praticano la pesca sportiva e che occupano circa 80 mila persone; l'entrata in vigore del decreto del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare del 2 aprile 2020, in ottemperanza al decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997 «Regolamento recante l'attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e semi naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche», sta avendo un pesantissimo e negativo impatto sull'attività della pesca sportiva che rappresenta una nicchia di offerta turistica molto importante;

   con le ultime novità contenute nel decreto ministeriale – approvato con il parere favorevole della Conferenza tra Stato, regioni e province autonome solo con l'impegno del Ministro dell'ambiente di aprire un tavolo per approfondire i contenuti dell'allegato 3 – molte specie ittiche locali come le trote fario, le lacustri, i salmerini, i coregoni e i barbi e altro, non potranno più essere allevate e immesse nelle acque interne dove sono presenti da diverse centinaia di anni;

   l'originario dettato dell'articolo 12 del decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997 contemplava un divieto di immissione di fauna alloctona che a seguito della novella, ex articolo 2, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica n. 102 del 2019, poteva essere derogato per dare una possibilità di sviluppo al settore;

   per effetto della definizione dei criteri per l'immissione in natura di specie non autoctone, contenuti nell'articolo 3 del decreto ministeriale, si è delineato un quadro di restrizioni più vincolanti delle preesistenti, perché l'elenco delle specie ittiche autoctone che correda il decreto è basato su criteri scientifici: in tal modo, si è creato un assetto eccessivamente restrittivo in quanto specie come la trota fario, immesse da più di un secolo, divengono alloctone;

   la tutela degli habitat naturali non è assoluta visto che deve tenere in considerazione esigenze economiche, sociali e culturali, nonché le particolarità regionali e locali: comunque in base al regolamento (UE) n. 1143 del 2014, né il Coregonus lavaretus (coregone), né la Salmo trutta (trota fario), né l'Oncorhynchus mykiss (trota iridea) sono incluse nella lista delle specie esotiche invasive; la Conferenza delle regioni e delle province autonome il 3 novembre 2021 ha approvato all'unanimità un documento con il quale chiede al Governo di approvare una disciplina transitoria per consentire la prosecuzione della gestione dell'attività di pesca sportiva e professionale, dell'indotto turistico, produttivo e commerciale in condizioni di legittimità, limitandone i danni causati dal blocco delle immissioni di salmonidi;

   appare dunque urgente e indifferibile una revisione del decreto ministeriale 2 aprile 2020, o quantomeno dei suoi criteri applicativi, e in particolare dell'elenco delle specie da ritenere autoctone e alloctone -:

   se non si ritenga di dare seguito agli impegni presi con i rappresentati delle regioni e delle province autonome, istituendo presso il Ministero della transizione ecologica un apposito nucleo di ricerca e valutazione composto da esperti ministeriali e degli enti locali, al fine di adottare norme e disposizioni volte all'individuazione delle specie ittiche autoctone e paraautoctone, onde superare le incertezze e le ambiguità prodotte con la circolare esplicativa n. 55247 del 24 maggio 2021;

   se non ritengano di adottare tutte le iniziative necessarie per modificare il decreto 2 aprile 2020, con riferimento all'articolo 3 e all'Allegato (3), al fine di armonizzarlo con gli strumenti tecnici di valutazione e pianificazione regionali (carte ittiche e piani ittici regionali).
(4-10926)


   FARO, GIULIANO e LOVECCHIO. — Al Ministro della transizione ecologica, al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   il potenziamento dei collegamenti ferroviari fra la regione Puglia e la regione Campania, attraverso la linea AV/AC Milano-Roma-Napoli costituisce un importante avanzamento del processo di integrazione e di sostegno allo sviluppo socio-economico del Mezzogiorno, connettendo due aree, quella campana e quella pugliese, che da sole rappresentano oltre il 40 per cento della produzione meridionale;

   la nuova linea Napoli-Bari, del valore di 6,2 miliardi di euro, è parte integrante del Corridoio ferroviario europeo Ten-T Scandinavo-Mediterraneo. Nel 2026, data prevista per la conclusione dei lavori, l'opera faciliterà gli spostamenti da Bari verso Napoli e Roma, riducendo i tempi di viaggio. Sono comunque previste progressive riduzioni dei tempi di viaggio grazie all'apertura, per fasi, dei nuovi tratti di linea, con l'avvio del nuovo collegamento diretto Napoli-Bari nel 2023;

   la linea ferroviaria AC/AV Napoli/Bari, oltre a rappresentare una infrastruttura importante per l'intero Meridione, costituisce una occasione di sviluppo, attualmente limitato da una grave carenza, sia di infrastrutture che di collegamenti tra il capoluogo Foggiano, del Gargano con le principali città italiane, che attualmente soffre una pesante carenza infrastrutturale sotto il profilo dei collegamenti con le principali città italiane;

   sotto tale profilo, la realizzazione della predetta tratta ferroviaria prevede la costruzione di una seconda stazione, dedicata esclusivamente all'alta velocità, a Foggia-Sud, zona Cep San Lorenzo, per evitare che il territorio della Capitanata venga «bypassato» dai treni viaggiatori, Alta Velocità, da e per Roma, con la costruzione di una piattaforma Merci-Container in zona Asl di Incoronata, che permetta di intercettare il traffico merci che attraverserà i corridoi ferroviari 1 e 8 da Copenaghen-Napoli-Bari-Mar Nero e viceversa;

   ad oggi, chi viaggia in direzione della Puglia, con destinazione Foggia, ha a disposizione l'unica linea alta velocità che, da Roma, passando per Caserta, arriva fino a Lecce e che frequentemente è occupata interamente da viaggiatori che da Roma arrivano a Caserta, lasciando proseguire il convoglio praticamente quasi vuoto fino a Lecce e lasciando, altresì, tanti viaggiatori pugliesi senza la possibilità di trovare posto;

   al fine di conoscere la tempistica di realizzazione dell'opera, l'interrogante ha avviato una interlocuzione con Rfi per conoscere lo stato dell'iter autorizzativo e del cronoprogramma relativo alla realizzazione dell'infrastruttura;

   a tale riguardo Rfi S.p.a., in data 16 marzo 2021, ha richiesto al Ministero della transizione ecologica il parere sulla verifica di assoggettabilità dell'opera infrastrutturale a Valutazione di impatto ambientale (Via), quale fase prodromica per procedere alle fasi conclusive del processo autorizzativo con la successiva fase esecutiva del progetto;

   ma, sebbene il termine per il rilascio del suddetto parere sia scaduto il 5 luglio 2021 e nonostante un sollecito di Rfi del 22 novembre 2021, il Ministero della transizione ecologica ancora non si è espresso -:

   quali siano gli elementi ostativi eventuali che impediscono il rilascio del parere di assoggettabilità a Via del progetto relativo alla realizzazione della seconda stazione di Foggia;

   quale sia la tempistica occorrente per ricevere il suddetto parere, necessario per la costruzione della seconda stazione di Foggia.
(4-10931)

Apposizione di una firma ad una mozione.

  La mozione Vianello e altri n. 1-00545, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 15 novembre 2021, deve intendersi sottoscritta anche dalla deputata Costanzo.

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:

   interrogazione a risposta in Commissione Baldelli n. 5-06666 del 15 settembre 2021;

   interrogazione a risposta in Commissione Pellicani n. 5-07223 del 9 dicembre 2021.