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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Mercoledì 17 novembre 2021

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   COSTANZO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   ad appena 40 ore dall'inizio delle Atp Finals di Torino, il torneo tra i migliori otto tennisti del mondo, chi aveva acquistato un biglietto ha ricevuto una e-mail dagli organizzatori in cui si dichiarava che la capienza del PalaAlpitour di Torino – luogo di svolgimento degli incontri – sarebbe stata soggetta a limitazioni, invitando gli spettatori a verificare di essere ancora in possesso del loro posto;

   come riportato da Repubblica in data 13 novembre 2021, Federtennis e Atp erano convinti di poter riempire il Pala Alpitour al 75 per cento della capienza, in deroga rispetto a quanto prevedevano i decreti anti-coronavirus e avevano ricevuto anche rassicurazioni in tal senso dalla sottosegretaria allo Sport Valentina Vezzali; confidando in tale deroga, gli organizzatori avevano proceduto alla vendita dei biglietti;

   la sera del 12 novembre 2021 il Comitato tecnico-scientifico ha negato la deroga, consentendo l'ingresso al Pala Alpitour per soli 7.200 spettatori e non più 8.400. I biglietti tuttavia erano già stati venduti: si parla di 1.200 tagliandi di troppo per ciascuna sessione, dunque circa 15 mila posti cancellati nell'arco dell'intera settimana delle Atp Finals;

   come riportato da Repubblica, i profili social di Atp Finals e Federtennis sono subito stati bersagliati da commenti negativi di chi aveva comprato i biglietti un anno fa, di chi aveva programmato una trasferta da lontano e di chi minacciava querele;

   come riportato da Repubblica, la sera del 12 novembre 2021 è nata in tempo zero una pagina Facebook di spettatori esclusi. Lì ci si interroga su quali siano stati i criteri scelti per l'annullamento dei biglietti. La e-mail parla di ordine cronologico di prenotazione, eppure c'è gente che ha comprato il biglietto un anno fa ed è stata esclusa. Qualcuno avanza il sospetto che coloro che hanno comprato gli ultimi biglietti venduti nelle scorse settimane, più cari, siano stati tutti ammessi;

   il 15 novembre 2021, il Comitato tecnico-scientifico nuovamente riunito, ha respinto la richiesta degli organizzatori delle Atp Finals di aumentare almeno del 7,5 per cento la capienza del Pala Alpitour. Il palazzetto di Torino resta dunque al 60 per cento –:

   quali siano state le motivazioni alla base della sconcertante comunicazione sulle capienze consentite per la partecipazione del pubblico alla competizione tennistica di cui in premessa, avvenuta con grave ritardo e alla vigilia dell'evento, e quali iniziative di competenza intenda assumere per tutelare chi aveva acquistato con largo anticipo i biglietti.
(5-07093)

Interrogazione a risposta scritta:


   CLAUDIO BORGHI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il 16 e 17 novembre 2021 su diversi organi di stampa viene riportata la notizia secondo cui il Presidente francese Emmanuel Macron sarà a Roma giovedì 25 novembre 2021 per firmare il «Trattato del Quirinale» con il Presidente del Consiglio dei ministri italiano Mario Draghi;

   tra il 2017 e il 2018, con il Governo Gentiloni, era stata annunciata la volontà di iniziare i tavoli di lavoro per dare vita al suddetto «Trattato del Quirinale», che avrebbe sancito una cooperazione rafforzata italo-francese con il fine di coordinare e far cooperare i due Paesi su vari temi, tra cui le politiche industriali, finanziarie e commerciali. Tuttavia, la firma dell'accordo, prevista per l'anno 2018, saltò con il cambio di Governo italiano e l'ascesa del governo Conte I. L'iter del «Trattato del Quirinale» venne dunque accantonato e, ad oggi, sembrava completamente fermato –:

   se risponda al vero che l'Italia e la Francia siano in procinto di firmare il cosiddetto «Trattato del Quirinale» e come sia possibile che il Parlamento italiano non sia stato informato neanche sommariamente di tale avvenimento;

   di quali elementi disponga circa il ruolo svolto, nell'ambito della trattativa, dall'ex Presidente del Consiglio dei ministri, Paolo Gentiloni, e in base a quale mandato.
(4-10738)

DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:


   CAON. — Al Ministro della difesa, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   continua l'escalation di furti nelle abitazioni dei comuni di Vigonza e Villanova di Camposampiero, in provincia di Padova, riportando prepotentemente in primo piano la questione «emergenza sicurezza», come i recenti fatti di cronaca evidenziano;

   da mesi ormai Villanova di Camposampiero e diverse frazioni di Vigonza stanno assistendo a una serie crescente di furti in case, ville, negozi, garage condominiali e cantine;

   nelle notti tra il 7 e il 10 novembre 2021 sono state almeno una decina le proprietà private vigontine prese di mira dai malviventi; in un caso, a Villanova di Camposampiero, i ladri si sono spinti fin dentro le camere da letto, mentre i proprietari stavano dormendo;

   non si tratta di eventi saltuari: pochi giorni prima dei fatti menzionati, nelle notti tra domenica 1 e lunedì 2 novembre 2021 sempre a Vigonza, si erano registrati diversi altri furti che avevano preso di mira la farmacia di via Armando Diaz, un ristorante in via Padova, le onoranze funebri «San Marco» in via Diaz e la scuola materna di via Aldo Moro nella frazione di Busa. Negli ultimi due casi, fortunatamente, i ladri non hanno trovato alcun bottino;

   comprensibilmente, l'apprensione fra i cittadini è nuovamente alle stelle: quasi ogni notte gli abitanti vivono nella paura di trovarsi i ladri in casa. I residenti, esasperati, esigono maggiori controlli e più sicurezza, soprattutto nelle ore notturne;

   la caserma dei carabinieri di Pionca di Vigonza è territorialmente competente sui i comuni di Vigonza e Villanova di Camposampiero, che, complessivamente, registrano una popolazione di poco più di 29 mila abitanti. La dotazione organica della caserma dovrebbe essere di tredici unità di personale – un numero già sottodimensionato rispetto alla popolazione residente, che ne richiederebbe tra le sedici e le diciotto – ma, ad oggi, le unità effettivamente presenti sono otto –:

   quali iniziative di competenza il Governo intenda porre in essere per arginare questa ondata di furti e garantire la sicurezza e la tranquillità delle popolazioni di Vigonza e Villanova di Camposampiero;

   se non intenda provvedere ad incrementare i presidi delle forze dell'ordine nei due comuni, cominciando col potenziare la locale caserma dei carabinieri di Pionca di Vigonza con nuovi uomini, mezzi e strumentazione.
(4-10732)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   UBALDO PAGANO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   il decreto-legge 11 novembre 2021, n. 157, recante «Misure urgenti per il contrasto alle frodi nel settore delle agevolazioni fiscali ed economiche» dispone, all'articolo 1, «Misure di contrasto alle frodi in materia di detrazioni per lavori edilizi e cessioni dei crediti. Estensione dell'obbligo del visto di conformità e della congruità dei prezzi»;

   lo stesso articolo 1, al comma 1, lettera b), prevede delle modifiche all'articolo 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, in materia di opzione per la cessione o per lo sconto in luogo delle detrazioni fiscali in relazione ai cosiddetti «Bonus Casa», tra cui quello per il rifacimento delle facciate degli edifici di cui all'articolo 1, commi 219 e 220, della legge 27 dicembre 2019, n. 160;

   in particolare, si prevede che «i tecnici abilitati asseverano la congruità delle spese sostenute secondo le disposizioni dell'articolo 119, comma 13-bis», il quale dispone che l'asseverazione è rilasciata al termine dei lavori o per ogni stato di avanzamento dei lavori;

   nella risposta all'interrogazione a risposta in commissione n. 5-06751, però, il Ministero dell'economia e delle finanze aveva dato indicazioni differenti, sulla scorta delle quali tantissimi condomini e cittadini hanno scelto di avviare i lavori del cosiddetto «Bonus Facciate», pur non essendo certi di poter finire entro il 31 dicembre 2021;

   in particolare, nella citata risposta il Mef si era espresso affermando che «è possibile optare per lo sconto in fattura anche laddove per gli interventi agevolabili con il bonus facciate non sia previsto un pagamento per stati di avanzamento lavori» e che «qualora non siano previsti SAL, può essere esercitata l'opzione per il cosiddetto sconto in fattura, facendo riferimento alla data dell'effettivo pagamento, ferma restando la necessità che gli interventi oggetto dell'agevolazione siano effettivamente realizzati»;

   in sostanza, in tanti hanno effettuato il pagamento dell'importo dei lavori, contando sul fatto che avrebbero potuto terminare i lavori anche dopo il 31 dicembre 2021, potendo contestualmente usufruire del bonus al 90 per cento, con la possibilità di cedere il credito ai fornitori, mediante lo sconto in fattura, mentre, con le novità introdotte dal citato decreto n. 157 del 2021, ciò non sarà possibile a causa della mancanza dell'asseverazione di congruità dei costi, impossibile da ottenere se non successivamente al termine dei lavori –:

   se il Governo intenda, per quanto di competenza, fornire elementi di chiarezza rispetto alla situazione di incertezza riportata in premessa, ossia con riguardo alla possibilità di usufruire del cosiddetto «sconto in fattura» per il «Bonus facciate al 90 per cento» anche per gli interventi che termineranno successivamente al 31 dicembre 2021;

   se e quali iniziative intenda intraprendere per assicurare la univocità delle indicazioni fornite dai Ministeri rispetto all'argomento e consentire di usufruire delle agevolazioni di cui in premessa a coloro i quali hanno avviato i lavori contando sulla posizione espressa dal Mef in occasione della risposta all'interrogazione n. 5-06751.
(5-07099)

Interrogazione a risposta scritta:


   FORNARO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il Piccolo di Trieste e La nuova Venezia danno notizia che le indagini della Procura di Venezia sullo sfruttamento della manodopera alla Fincantieri ha raggiunto i vertici della società. Fino a ora l'inchiesta interessava i titolari delle ditte in subappalto, accusati di pagare gli operai cinque o sei euro l'ora, senza ferie né malattia, ora invece l'inchiesta riguarda diversi manager e dipendenti dell'azienda accusati di diversi reati, tra i quali sfruttamento del lavoro e corruzione tra privati. Secondo gli inquirenti gli indagati avrebbero accettato regali in denaro o in altri beni da parte delle ditte del subappalto per affidare loro i lavori e non controllare come lo stesso venisse svolto;

   secondo il pubblico ministero, i quindici dipendenti di Fincantieri indagati ben conoscevano le condizioni di lavoro degli operai delle ditte e, in questo modo, sempre secondo l'inquirente, avallavano il sistema della cosiddetta «paga globale», con retribuzioni «di appena cinque euro l'ora, con diverse ore non annotate in busta paga, senza né ferie retribuite, né compensi aggiuntivi o retribuzione in caso di malattia»;

   da anni, Fincantieri, società leader mondiale della cantieristica navale, controllata per il 71,32 per cento da Cassa depositi e prestiti Industria spa, il cui capitale è controllato per la sua totalità da Cassa depositi e prestiti, controllata a sua volta per 82,77 per cento dal Ministero dell'economia e delle finanze, ha esternalizzato massicciamente parti della produzione;

   tale indirizzo aziendale ha generato un sistema di appalti e subappalti che spesso, è stato oggetto di indagini e sentenze per sfruttamento del lavoro e caporalato; il sistema appare esposto a infiltrazioni malavitose, oltre ad aver depauperato il sistema occupazionale e la qualità del lavoro stesso –:

   quali iniziative intenda intraprendere il Governo nei confronti della direzione di Fincantieri, affinché il ricorso al sistema degli appalti venga ridotto e, comunque, reso trasparente e pienamente rispettoso delle norme sul lavoro e sulla sicurezza.
(4-10735)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   RADUZZI, MASSIMO ENRICO BARONI, CORDA, EHM, FORCINITI, GIULIODORI, SODANO, SPESSOTTO, SURIANO, TESTAMENTO, TRANO e VILLAROSA. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   in data 11 marzo 2021, alla signora Augusta Turiaco, donna di 55 anni priva di patologie, è stata somministrata la prima dose del vaccino Astrazeneca. Nei giorni successivi, la donna ha lamentato forti dolori che, a seguito di accertamenti medici, sono risultati causati da una emorragia cerebrale, in data 30 marzo 2021 la signora Turiaco è deceduta;

   soltanto in data 24 marzo 2021, dopo la sospensione precauzionale del vaccino Astrazeneca in tutto il territorio nazionale, sia Aifa, che la stessa casa farmaceutica, hanno pubblicato le note informative in cui si descriveva il possibile rischio di trombosi a seguito della somministrazione del vaccino;

   la signora Augusta Turiaco, quindi, aveva ricevuto informazioni incomplete al momento della vaccinazione e non era al corrente dei rischi connessi alla somministrazione del vaccino Astrazeneca;

   in data 30 marzo 2021, i genitori della signora Turiaco hanno presentato un esposto alla procura della Repubblica di Messina, a seguito del quale è stato iscritto il procedimento penale n. 1569/21 Rgnr mod. 44;

   in data 31 marzo 2021, i pubblici ministeri procedenti hanno disposto, ai sensi degli articoli 360 e 549 del codice di procedura penale, un «accertamento tecnico irripetibile autopsia e successivo accertamento medico legale sulla salma di Turiaco Augusta», concedendo un tempo massimo di 30 giorni ai consulenti tecnici di ufficio per elaborare la relazione tecnica. Ad oggi, sono trascorsi oltre 6 mesi e la perizia risulterebbe non ancora depositata;

   la procura di Messina, che ha in carico anche il procedimento riguardante la morte dell'avvocato Mario Turrisi, avvenuta ad aprile 2021 in presunta correlazione con la somministrazione del vaccino Astrazeneca, avrebbe nominato per gli accertamenti medico legali gli stessi consulenti tecnici della signora Turiaco ed anche in questo caso la relazione risulterebbe non essere stata depositata –:

   se il Ministro sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se intenda adottare iniziative ispettive presso la procura di Messina in relazione alle gravi criticità esposte.
(5-07098)

INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ SOSTENIBILI

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   BRUNO BOSSIO e VISCOMI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   la Sacal spa è la società unica aeroportuale di gestione degli aeroporti di Lamezia Terme, di Reggio Calabria e Crotone;

   nei giorni scorsi si è effettuata una ricapitalizzazione che ha determinato una privatizzazione delle quote di maggioranza;

   la parte pubblica è rappresentata dalla regione Calabria e da enti locali territoriali;

   le organizzazioni sindacali si sono pubblicamente pronunciate contro questa manovra di privatizzazione;

   il consiglio comunale di Reggio Calabria ha approvato una mozione consiliare che delega il sindaco ad assumere una iniziativa volta a contrastare questo nuovo assetto societario;

   è di qualche mese fa l'appello, caduto nel vuoto, dei deputati Viscomi e d'Ippolito i quali, al fine di scongiurare il passaggio di Sacal ai privati, chiedevano un incontro urgente alla regione Calabria;

   anche il nuovo presidente della giunta regionale, onorevole Roberto Occhiuto, ha espresso pubblicamente la sua contrarietà a questa forma di ricapitalizzazione e ha manifestato la volontà di investire la magistratura inquirente per accertare eventuali responsabilità;

   si è appreso dalla stampa di un netto dissenso di Enac, che ha chiesto delucidazioni alla società sulle modalità con le quali si è svolto l'aumento di capitale e l'acquisizione delle quote societarie;

   secondo indiscrezioni giornalistiche pare si possa addirittura pervenire alla revoca della concessione aeroportuale o, comunque alla nomina di un commissario;

   tale situazione mette a rischio i livelli occupazionali degli organici della società operativi nei tre aeroporti di competenza e si appalesa una evidente difficoltà strutturale per lo svolgimento dei servizi aeroportuali;

   l'attuale condizione societaria potrebbe addirittura aggravare la crisi organizzativa e finanziaria della stessa società –:

   quali iniziative urgenti di competenza il Ministro interrogato intenda assumere in ordine al citato sovvertimento degli assetti societari e al tempo stesso al fine di verificare come rendere possibile il ripristino di una gestione pubblica degli scali calabresi.
(5-07096)


   BERTI, DI LAURO, MARTINCIGLIO, SCERRA e GRIPPA. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, al Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale. — Per sapere – premesso che:

   il Sistema informativo del demanio marittimo (Sid), realizzato dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti in ottemperanza della legge 11 febbraio 1991, n. 44, costituisce la base informativa di riferimento e lo strumento di interscambio dei dati relativi alla gestione del demanio marittimo nazionale tra pubbliche amministrazioni e i soggetti privati;

   sulla base delle infrastrutture (hardware, ambienti di sviluppo, basi dati ed applicazioni) del Sid è stato realizzato, dallo stesso Ministero, il portale o sistema integrato denominato «Sid il portale del mare» come strumento nazionale condiviso di supporto alla gestione amministrativa e fiscale del demanio marittimo e come spazio comune per l'intercambio, l'integrazione ed il riuso di dati, generati da diverse amministrazioni;

   il Sid, creato in origine per supportare l'attività del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e delle sue articolazioni periferiche, ha assunto progressivamente nuove ed importanti funzioni;

   il decreto dirigenziale del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti del 5 giugno 2009 stabilisce l'obbligatorietà dell'utilizzo del Sid da parte di soggetti privati per la predisposizione automatizzata e presentazione dei modelli di domanda relativi alle concessioni demaniali marittime;

   il provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate n. 59763/2012, confermato da un analogo provvedimento emanato dal dipartimento del tesoro del Ministero dell'economia e delle finanze, il Sid è stato individuato quale unico strumento relativo alle comunicazioni, dovute all'anagrafe tributaria da parte delle pubbliche amministrazioni concedenti, dei dati riguardanti le concessioni di aree demaniali marittime;

   il Sid opera attualmente in cooperazione applicativa con l'Agenzia delle entrate per l'aggiornamento dei dati catastali, per i dati di pagamento dei canoni demaniali marittimi e per l'acquisizione e la verifica on line dell'anagrafica dei soggetti; il portale denominato «SID il Portale del Mare» rappresenta un'importante strumento, i cui servizi e informazioni ivi disponibili variano in funzione della natura e del profilo dei singoli utenti a cui esso si rivolge, quali: pubbliche amministrazioni, suddivise in «enti gestori» (capitanerie di porto, regioni e comuni, autorità di sistema portuale), i quali hanno la gestione e visibilità completa di tutti i dati amministrativi «generati» dalla propria attività amministrativa nell'ambito territoriale di competenza, e «altre amministrazioni» (amministrazioni centrali) interessate, in funzione delle loro specifiche competenze, a specifici set di informazioni; e «soggetti privati», categoria che comprende fra gli altri i concessionari, i tecnici abilitati, i cultori della materia e i privati cittadini; il portale rappresenta dunque un'indispensabile piattaforma operativa per le pubbliche amministrazioni e i concessionari, ma costituisce altresì un importante strumento di informazione e trasparenza rivolto ai privati cittadini che vi possono trovare alcune informazioni, seppur limitate e non sempre di facile consultazione, relative al demanio marittimo nazionale ed in particolare alle concessioni demaniali marittime; il dataset è composto di 52620 voci (item), suddivise nelle seguenti categorie: amministrazione, tipo, numero, anno, data scadenza, uso, categoria, regione, provincia, comune, latitudine e longitudine. L'assenza dell'indicazione dei costi delle concessioni nel database rende difficile la valutazione, a livello centrale, dell'entità e del valore dei beni oggetto di concessione. Pur riconoscendo le difficoltà di un processo archiviazione così vasto e la buona granularità del dato presente nel database, è difficile ricavare una visione d'insieme dal modo in cui i dati vengono presentati nel database –:

   se il Governo reputi opportuno inserire nel portale, come dati accessibili a tutti i cittadini, anche le informazioni inerenti all'ammontare dei canoni pagati dai soggetti privati in relazione all'ottenimento delle concessioni demaniali marittime;

   se il Governo ritenga opportuna l'adozione di soluzioni che rendano più fruibile la piattaforma e facilitino per l'utente la visualizzazione, la lettura e la comprensione dei dati (cosiddetta data visualization).
(5-07097)

INTERNO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   COSTANZO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   come segnalato nel comunicato stampa di Savip (Sindacato autonomo di vigilanza privata), sono ben 133 le guardie giurate che, a Roma (n. 71) e a Foggia (n. 62), dal 1° novembre 2021, rimarranno senza lavoro a causa delle scelte dell'istituto poligrafico dello Stato sulla sicurezza dei suoi siti di produzione;

   come riportato da Savip, «63 semplici portieri, privi di qualifica, di competenza professionale per la tutela dei valori e non soggetti a controlli da parte delle Autorità di pubblica sicurezza, saranno impiegati impropriamente in servizi di vigilanza anche notturni»;

   nonostante la legge n. 178 del 2020, all'articolo 1, commi 1001, 1002 e 1003, abbia previsto una collaborazione tra il Corpo della guardia di finanza e l'istituto poligrafico e Zecca dello Stato ai fini dello svolgimento dei servizi di sorveglianza, con l'impiego di un'aliquota di personale «complessivamente non superiore a 200 unità», Savip denuncia come lo Stato «distoglierà queste preziose (e più onerose) risorse dalla lotta all'evasione fiscale e ai crimini economici per far svolgere loro compiti di mera vigilanza»;

   «L'elevato costo di questa dubbia operazione, che nulla aggiunge in termini di benefici e qualità del servizio prestato all'Ipzs si scaricherà così tutto sulla collettività, con un doppio danno per l'Erario», dichiara Savip –:

   se il Governo sia a conoscenza delle motivazioni alla base della scelta operata dall'istituto Poligrafico dello Stato e quali iniziative intenda assumere per la tutela delle 64 famiglie dei lavoratori della vigilanza.
(5-07094)

Interrogazioni a risposta scritta:


   FERRO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   «È certo però che questi sbarchi continui sull'Italia rendono la situazione insostenibile. Quindi l'Ue deve trovare un accordo, e noi stessi dobbiamo spendere di più in Libia e aiutare libici per creare situazioni più umane per queste migrazioni che molto spesso non originano in Libia ma vengono da Paesi limitrofi»: sono le dichiarazioni del Presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, nel corso della recente conferenza internazionale sulla Libia;

   parole dure, che certificano il fallimento della politica europea e, soprattutto, della politica nazionale in materia di gestione dei flussi migratori, come, del resto, avevano mostrato da mesi i numeri degli sbarchi lungo le coste italiane;

   solo pochi giorni fa, sono stati intercettati più di 300 migranti afghani, iracheni ed egiziani sulle coste della Calabria, con il comune di Roccella Ionica che più di tutti continua a fare i conti con quella che è diventata una vera e propria emergenza socio-sanitaria e umanitaria;

   come denunciato dallo stesso sindaco di Roccella Ionica a fine ottobre «Negli ultimi due giorni a Roccella si sono registrati 6 sbarchi con 672 migranti. Nel mese di ottobre sono stati 11 gli sbarchi che hanno richiesto assistenza per 1.254 migranti. Più del totale dei migranti giunti nel 2020. Da inizio anno sono 3.250 quelli giunti a Roccella. Quasi 9 volte il numero di migranti del 2019 e più del doppio di quelli arrivati nel 2020. Si è rafforzata la rotta di immigrazione che dal Medio Oriente punta sulla costa ionica calabrese. Non abbiamo né autonomia di spesa né forza finanziaria per sopportare questo gravoso impegno e per questo abbiamo chiesto da tempo al Ministero di affiancarci concretamente e immediatamente nello svolgimento di impegni il cui assolvimento, data la natura del fenomeno, non può più essere richiesto al Comune»;

   il Centro di primo soccorso della cittadina della Locride è saturo da tempo e non ha più la possibilità di ospitare in maniera dignitosa centinaia di migranti che arrivano con cadenza quasi quotidiana, mentre l'amministrazione comunale è stata lasciata sola a farsi carico dell'accoglienza, senza risorse, e senza poteri;

   l'apertura della rotta turca ha, infatti, creato una situazione difficilmente gestibile in una località senza strutture adeguate e dove l'unico presidio di prima accoglienza è quello della Croce Rossa e dei volontari cittadini: sulla costa ionica calabrese, diventata una nuova Lampedusa, non c'è un hotspot, né una nave quarantena in cui isolare i migranti dopo il tampone e non si riescono a garantire le condizioni minime di sicurezza igienico-sanitaria –:

   quali siano gli intendimenti del Governo con riferimento alla gravissima situazione esposta in premessa.
(4-10733)


   SENSI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il comune di Pescara si è dotato di un sistema di videosorveglianza governato dall'intelligenza artificiale (IA), con oltre 332 telecamere ad altissima risoluzione «posizionate in 34 zone strategiche e persino davanti alle scuole», con una «control room», gestita dalla polizia municipale, dotata di 9 schermi da 55 pollici ciascuno, su cui vengono visualizzate le immagini delle telecamere;

   l'impianto è frutto di un investimento da 1.404.392 euro di cui circa 904.392 finanziati dal Ministero dell'interno nel rispetto dei parametri imposti dalla direttiva del 2 marzo 2012 sui sistemi di videosorveglianza, come riportato in una pagina web del sito della polizia municipale del comune di Pescara, dove, tra l'altro, si afferma di aver operato nel rispetto della normativa sulla privacy e sul trattamento dei dati;

il sistema offre la «possibilità di effettuare un'analisi predittiva, in base a determinati livelli di allarme, e questo consente di unire con forza alla fase repressiva quella preventiva (“tipo e colore di un'auto”, “caratteristiche somatiche attese”, “pacchi sospetti”, e altro). Non solo: “il sistema potrà essere integrato anche con impianti di parti terze (privati, ad esempio come i commercianti, una volta che siano state ottenute le necessarie autorizzazioni)”»;

   i Garanti della privacy europei, l'Edps (European data protection supervisor) e l'Edpb (European data protection board) in un parere congiunto del 18 giugno 2021 sulla proposta di regolamento della Commissione europea relativa all'utilizzo dell'AI (artificial intelligence), presentata ad aprile 2021, hanno ribadito la necessità di «un divieto generale di qualsiasi uso dell'IA per il riconoscimento automatico di caratteristiche umane in spazi accessibili al pubblico, come il riconoscimento di volti, andatura, impronte digitali, DNA, voce, sequenze di tasti e altri segnali biometrici comportamentali» –:

   se l'uso dell'intelligenza artificiale per il controllo di massa, il riconoscimento attraverso dati biometrici («caratteristiche somatiche attese»), il ricorso alla «analisi predittiva» non solo nella fase repressiva, ma addirittura in quella preventiva, l'integrazione con impianti privati, siano stati valutati sufficientemente dal Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, competente ad esprimere sostanzialmente un preventivo parere sui progetti di videosorveglianza urbana presentati dai comuni.
(4-10737)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   MARCO DI MAIO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   la categoria dei lavori gravosi, come noto, è stata declinata dalla legge n. 232 del 2016 (la cosiddetta finanziaria 2017) a seguito del confronto tra Governo e parti sindacali del settembre 2016 per dare un ristoro parziale a quei soggetti che svolgono lavori faticosi e pesanti in misura tale, tuttavia, da non poter godere dei benefìci, ben più robusti, previsti per i lavori usuranti di cui al decreto legislativo n. 67 del 2011;

   all'interno delle professioni indicate negli allegati C ed E alla predetta legge n. 232 del 2016, come attuata dai decreti del Presidente del Consiglio dei ministri n. 87 e dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 88 del 16 giugno 2017, sono state incluse undici categorie professionali di lavoratori dipendenti che svolgono attività gravose tra cui: 1) gli operai dell'industria estrattiva, dell'edilizia e della manutenzione degli edifici; 2) conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni; 3) conciatori di pelli e di pellicce; 4) conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante; 5) conduttori di mezzi pesanti e camion; 6) personale delle professioni sanitarie infermieristiche e ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni; 7) addetti all'assistenza di persone in condizioni di non autosufficienza; 8) insegnanti della scuola dell'infanzia ed educatori degli asili nido; 9) facchini, addetti allo spostamento merci e assimilati; 10) personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia; 11) operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori di rifiuti;

   a queste categorie, dal 1° gennaio 2018, la legge n. 205 del 2017 ha aggiunto ulteriori quattro attività (i cui dettagli sono contenuti nel decreto del Ministero del lavoro del 5 febbraio 2018). Si tratta dei: 12) siderurgici di prima e seconda fusione e lavoratori del vetro addetti a lavori ad alte temperature non già ricompresi nel perimetro dei lavori usuranti; 13) Operai dell'agricoltura, della zootecnia e pesca; 14) Pescatori della pesca costiera, in acque interne, in alto mare dipendenti o soci di cooperative; 15) Marittimi imbarcati a bordo e personale viaggiante dei trasporti marini ed acque interne (l'attestazione dello svolgimento dell'attività gravosa deve essere prodotta dal datore di lavoro attraverso il modulo Ap116);

   a seguito delle modifiche contenute nella legge di bilancio per il 2022, anche per il prossimo anno, le categorie di lavoratori sopra indicate hanno facoltà di chiedere l'Ape sociale se in possesso di almeno 63 anni e almeno 36 anni di contributi, oppure, se più favorevole, hanno la facoltà di ritirarsi con la pensione anticipata al raggiungimento di 41 anni di contributi, a prescindere dall'età anagrafica, a condizione, però, di vantare almeno 12 mesi di lavoro effettivo prima del 19° anno di età –:

   una proposta di revisione della disciplina riguardante i lavori gravosi è stata formulata dalla commissione tecnica competente che ha da poco terminato i lavori sotto la guida del suo presidente Cesare Damiano; la proposta è stata inoltrata al Ministero dell'economia e delle finanze e al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, affinché sia inserita in un decreto ministeriale;

   ad oggi, ancora non è stato emanato alcun decreto ministeriale che veda rientrare, nelle categorie indicate, quella della polizia locale, recando un grave danno ad un settore così importante per la sicurezza dei nostri comuni, considerate le situazioni di degrado e criminalità che spesso si trova ad affrontare, nonché la situazione di emergenza COVID e l'accesso tardivo all'età pensionabile previsto dopo i 67 anni d'età –:

   quali iniziative intendano adottare i Ministri interrogati per accelerare l'emanazione di un decreto ministeriale al fine di assicurare l'appartenenza della perizia locale alle categorie di cui in premessa con le agevolazioni previste.
(5-07100)

Interrogazione a risposta scritta:


   ZUCCONI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   secondo dati Istat, tra luglio e agosto 2021, è cresciuto il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni, registrando uno +0,5 per cento pari a +64 mila unità, che ha portato il tasso di inattività al 35,8 per cento che – letto in combinato disposto con la riduzione del numero di persone in cerca di lavoro (-7,2 per cento, pari a -180 mila unità) – lascia chiaramente emergere uno scenario complesso nell'ambito del quale si muove una palese distorsione delle dinamiche del mercato del lavoro, con una tendenza ad optare per la mancata ricerca di lavoro, presumibilmente, in ragione della garanzia offerta dagli attuali strumenti di sostegno al reddito;

   nell'ambito delle attività afferenti alla filiera dell'Horeca, si riscontra una tendenza da parte dei dipendenti, a prescindere alla formulazione contrattuale che li caratterizza, alla richiesta di un licenziamento «pilotato» da concordare con l'imprenditore e finalizzato, da un lato, all'accesso agli ammortizzatori sociali attualmente vigenti e, dall'altro, alla prosecuzione del rapporto di lavoro «a nero»;

   è sempre maggiore la difficoltà degli imprenditori del mondo dell'Horeca, in particolare nel turismo, circa il reclutamento di personale in ragione della ridotta disponibilità di lavoratori ad operare nel settore, poiché vi è una predilezione da parte di questi degli strumenti di sostegno al reddito;

   il trend succitato sta mettendo in ginocchio le imprese del comparto, in particolare quelle della distribuzione dei prodotti alimentari e delle bevande, che sono destinatarie di molteplici richieste di risoluzione pilotata di rapporto di lavoro, o, in alcuni casi, di reiterate condotte di insubordinazione da parte dei dipendenti, legittimanti l'irrogazione del licenziamento, propedeutico alla fruizione di strumenti di sostegno al reddito;

   secondo l'interrogante non risultano essere state predisposte iniziative di monitoraggio, controllo multilivello e misure di deterrenze atte ad esorcizzare la prassi del licenziamento pilotato, in assenza delle quali il fenomeno illustrato in premessa rischia di amplificarsi in maniera esponenziale;

   a rendere palese la portata dell'emergenza suesposta, contribuisce l'ultimo rapporto della Guardia di finanza, relativo al danno erariale maturato fra gennaio 2020 – settembre 2021, in particolare per quanto riguarda il bilancio delle frodi nell'ambito della spesa previdenziale e assistenziale pari a 269 milioni di euro, dove una voce determinante è rappresentata dagli indebiti percettori di indennità e bonus, disposti dai provvedimenti susseguitisi negli ultimi 18 mesi sul versante della gestione del rischio epidemiologico da Covid-19 e dall'illecita percezione del reddito di cittadinanza, che, da sola, determina un danno erariale di 217 milioni di euro;

   stando al monitoraggio diffuso dall'Inps a fine settembre 2021, relativo alla fruizione degli incentivi all'occupazione da parte delle imprese, emerge l'incremento del ricorso agli sgravi contributivi nel primo semestre 2021, ma il carattere temporaneo degli stessi, in quanto ancorato alla gestione dell'emergenza pandemica, lascia presagire il carattere transitorio del vantaggio che questo andrebbe a determinare sull'intero tessuto produttivo –:

   se non si ritenga prioritario adottare iniziative per definire al più presto uno strumento di controllo multilivello che consenta il monitoraggio dei percettori di strumenti di sostegno al reddito, segnatamente nella fase immediatamente successiva alla risoluzione del rapporto di lavoro;

   se si intendano adottare iniziative urgenti per introdurre misure di deterrenza finalizzate ad esorcizzare il trend suesposto, segnatamente per quanto attiene al ricorso al cosiddetto licenziamento pilotato alla conversione del rapporto di lavoro da contrattualizzato a irregolare;

   se non ritenga prioritario adottare iniziative per introdurre, strutturalmente, una riduzione degli oneri contributivi gravanti sui datori di lavoro dei settori in cui è stato maggiore l'impatto delle misure legate alla gestione dell'emergenza epidemiologica, al fine di garantire l'offerta di proposte contrattuali e retributive che siano da appeal per i lavoratori esorcizzando il ricorso all'assistenzialismo indebito.
(4-10739)

SALUTE

Interrogazione a risposta orale:


   MARTINCIGLIO, BOLDRINI, ASCARI, APRILE, CIAMPI, SARLI, CANCELLERI e GAGNARLI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la legge n. 194 del 1978 rappresenta uno strumento fondamentale per garantire la salute delle donne e l'esercizio del diritto a decidere senza imposizioni del proprio corpo, della propria sessualità scegliendo liberamente se essere o meno madri;

   a quarant'anni dell'entrata in vigore, e nonostante i cittadini abbiano confermato la validità dei suoi contenuti, esprimendosi negativamente al referendum abrogativo proposto da una parte del Paese, ancora oggi la legge trova una serie di difficoltà applicative legate, in particolare, alle dimensioni assunte dal fenomeno dell'obiezione di coscienza di medici, anestesisti, ostetriche e persino operatori socio-sanitari che operano negli ospedali italiani e dalle resistenze alla diffusione della interruzione di gravidanza farmacologica in molte aree del Paese;

   ciò determina un'inaccettabile contrapposizione fra due diritti individuali parimenti tutelati dalla legge, quello della donna a scegliere liberamente della sua gravidanza e quello dei medici ad obiettare;

   in molte regioni italiane la mancata copertura territoriale delle strutture ospedaliere che garantiscono la presenza di un ginecologo (e, più in generale, di un'équipe medica) non obiettore impedisce, nei fatti, l'esercizio della donna all'interruzione volontaria di gravidanza (Ivg) con effetti diretti soprattutto sulle fasce di popolazione con minori risorse (minorenni, donne straniere, donne in condizioni economiche precarie), penalizzate quando si tratta di reperire le informazioni per accedere ai servizi o di spostarsi dal proprio territorio di residenza per poter fruire della prestazione sanitaria;

   sebbene dalla «Relazione Ministro Salute attuazione Legge 194/78 tutela sociale maternità e interruzione volontaria di gravidanza - dati 2019 e preliminari 2020» si evinca che «l'analisi dei carichi di lavoro per ciascun ginecologo non obiettore non sembri evidenziare particolari criticità nei servizi di IVG a livello regionale o di singole strutture», in alcune regioni italiane il diritto all'Ivg è nei fatti precluso. Si pensi, ad esempio, al caso della regione Siciliana (che, con 4.840.876 abitanti, è la quinta regione più grande per densità di popolazione) dove cinque ginecologi su sei sono obiettori di coscienza (nel 2019 il tasso dei medici obiettori era dell'82,7 per cento e quello degli anestesisti del 79,2 per cento) e dove, in alcune aree specifiche quali ad esempio la città di Marsala (quinta città della Sicilia) e, più in generale, nella provincia di Trapani, la legge n. 194 del 1978 non può essere applicata poiché vi è soltanto un medico non obiettore (con l'effetto di obbligare di fatto le donne a spostarsi in altre province con il rischio di andare ben oltre il tempo massimo consentito dalla legge) e per il fatto che l'Ivg farmacologica con Ru486 è possibile sono in otto strutture in tutta la regione;

   quanto evidenziato suggerisce, quindi, che la contrazione del numero delle interruzioni di gravidanza registrata nell'ultimo periodo dal Ministero della salute potrebbe derivare dalla concreta difficoltà di accedere alla prestazione sanitaria con l'effetto, nefasto, di alimentare il ricorso da parte di alcune donne – soprattutto, come nel caso delle regioni «di frontiera», di migranti vittime di stupro – a strutture clandestine, con grave rischio per la salute delle donne in violazione, quindi, alla legge n. 194 del 1978;

   la stessa Relazione ministeriale menzionata rivela che la tipologia di intervento e la durata della degenza evidenziano una variabilità regionale che suggerisce la necessità di un «approfondimento da parte degli organi regionali, anche attraverso un confronto interregionale, per capirne le motivazioni e uniformare i protocolli terapeutici, al fine di assicurare un'offerta efficiente e di qualità»;

   ancorché sia compito delle singole regioni assicurare che l'organizzazione dei servizi e le figure professionali garantiscano alle donne l'esercizio del diritto di cui all'articolo 9 della legge 194 del 1978 minimizzando l'impatto dell'obiezione di coscienza, a parere dell'interrogante il Ministro interrogato potrebbe promuovere il ripensamento, a legge invariata, del tema dell'obiezione di coscienza, sollecitando le regioni ad intervenire sulle pratiche concrete, anche contrattuali e di gestione aziendale degli enti ospedalieri, al fine di garantire, in ogni struttura pubblica e privata accreditata, la dotazione organica necessaria a garantire il concreto esercizio individuale del diritto all'Ivg, anche attraverso la disposizione di concorsi pubblici ad hoc (pratica coerente con il dettato costituzionale e già adottata in alcune regioni italiane) per medici non obiettori –:

   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda promuovere affinché l'applicazione della legge n. 194 del 1978 sia garantita uniformemente su tutto il territorio nazionale;

   se, altresì, ritenga opportuno adottare iniziative, per quanto di competenza, per potenziare l'attività di consultori e promuovere campagne di informazione, soprattutto nelle scuole, atte a prevenire il fenomeno dell'Ivg.
(3-02625)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   SURIANO, SPESSOTTO, CORDA, MANIERO, SODANO, TRANO, MASSIMO ENRICO BARONI e GIULIODORI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   l'azienda del bellunese ACC WANBAO, unica in Europa per la realizzazione di compressori per frigoriferi, è nuovamente in fase amministrazione straordinaria dal maggio 2020 dopo che il colosso cinese Wanbao ha scelto di chiudere lo stabilimento in Italia per concentrarsi sulla produzione in Cina con il conseguente trasferimento del brevetto;

   l'azienda cinese aveva rilevato la proprietà del Gruppo Acc nel 2014 in seguito a un dissesto finanziario di circa 450 milioni di euro e al conseguente affidamento delle trattative allo stesso attuale commissario straordinario;

   la prima asta pubblica per la vendita si è chiusa il 5 ottobre 2021 ed è andata deserta;

   il Ministero dello sviluppo economico non ha poi autorizzato le trattative private, come da prassi dopo un'asta pubblica, ma ha scelto di indire una nuova gara con ratifica delle eventuali dimostrazioni di interesse presso un notaio per il 20 novembre 2021;

   se anche questa nuova gara si chiuderà senza alcuna dimostrazione di interesse, il commissario sarà costretto ad avviare la procedura fallimentare per lo stabilimento e portare i libri in tribunale entro 5 giorni;

   le parti sociali sono state convocate da remoto per il giorno 22 novembre 2021, cioè dopo la chiusura della procedura di gara;

   nell'incontro del 10 novembre 2021 tra parti sociali, regione Veneto ed Electrolux è stato riaffermato l'interesse strategico per Electrolux della produzione di Acc Wanbao e che non ci sono motivi che inducano, con 4 mesi di anticipo rispetto alla fine del mandato del commissario, alla chiusura dell'amministrazione controllata, causando così l'irrimediabile fallimento dell'Acc Wanbao –:

   se il Governo sia a conoscenza di tutti gli sviluppi della vicenda e quali progetti e soluzioni intenda mettere in atto per la continuazione e lo sviluppo della produzione dei compressori nello stabilimento Acc Wanbao, unico nel suo genere in Italia e in Europa.
(5-07095)

Interrogazioni a risposta scritta:


   GRILLO, DEL SESTO e CASA. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   notizie stampa degli scorsi mesi hanno riportato l'intenzione del Ministero dello sviluppo economico di avviare importanti progetti per la produzione nazionale di vaccini anti Covid;

   così come riportato sull'articolo de «Il Sole 24 ore» del 4 marzo 2021 dal titolo «Vaccini, Giorgetti: 400-500 milioni per polo nazionale vaccini, fiducia per produzione italiana ed europea», il Ministro interrogato affermava la necessità di importanti risorse per accompagnare sia il progetto di polo nazionale, sia quelle aziende che accompagneranno la strategia italiana e europea di risposta ai vaccini;

   si rileva, inoltre, che all'articolo 20, commi da 7 a 10, del cosiddetto «Decreto sostegni», è previsto uno stanziamento di 200 milioni di euro, per il 2021, per il riconoscimento – mediante l'istituto del contratto di sviluppo – di agevolazioni finanziarie relative ad investimenti privati concernenti la ricerca e produzione di nuovi farmaci e vaccini inerenti al contrasto, nel territorio nazionale, di patologie infettive emergenti, nonché di quelle più diffuse, anche attraverso la realizzazione di poli di alta specializzazione e forme di riconversione industriale;

   tali agevolazioni sono previste anche per la realizzazione di interventi complementari e funzionali ai suddetti investimenti –:

   se i finanziamenti messi a disposizione per tali importanti finalità siano stati utilizzati e in quali interventi siano stati investiti.
(4-10734)


   D'IPPOLITO. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il signor D. A. ha segnalato all'interrogante d'aver cambiato fornitore d'energia circa un anno addietro, passando da Enel Energia ad Eni; in una bolletta Eni del settembre 2021, che lo stesso utente ha precisato d'aver ricevuto in ottobre 2021, il signor D. A. ha notato un addebito di circa 250 euro, recante la voce «Applicazione corrispettivo morosità», più l'imposta di bollo; dopo aver contattato Eni, per quanto riassunto dal signor D. A. l'operatrice rispondente l'avrebbe informato che il precedente fornitore dell'inteso servizio, in forza di una legge dello Stato, ha, nella fattispecie reclamato un credito e lo ha riscosso coattivamente tramite il nuovo fornitore; il suddetto signor D. A. ha inviato prova dell'avvenuto pagamento di tutte le fatture, all'apposita Pec di Eni Gas Luce, dimostrando le proprie ragioni; il signor D. A. constatava l'avvenuto prelievo delle somme relative al Corrispettivo di morosità, malgrado quanto già rappresentato al proprio (nuovo) fornitore; gli perveniva quindi nota del suddetto nuovo fornitore, nella quale si legge che l'importo in questione veniva «richiesto a titolo di indennizzo da un suo precedente Venditore, al quale risulta il mancato pagamento di una o più bollette», ivi citando la delibera ARG/elt 191/09 e sue modifiche ed integrazioni, consultabile sul sito www.arera.it; nella predetta nota di precisazione da parte di Eni Gas Luce, si legge che, per «poter procedere allo storno dell'importo relativo al Corrispettivo di Morosità, come previsto dalla delibera ARG/elt 219/10, abbiamo necessità di ricevere dall'acquirente Unico (quale organo garante designato dall'ARERA – già AEEGSI) comunicazione di rettifica dell'importo addebitato, poiché è la Società di Vendita uscente che informa l'Acquirente Unico della necessità di rettifica del Corrispettivo di Morosità»; lo stesso signor D. A. ha specificato d'aver consultato il sito Arera per scaricare il modulo di contestazione «e, con somma sorpresa», d'aver letto che, «prima di poter inviare la richiesta», ha l'onere di comunicare e dimostrare a «Enel di aver già effettuato il pagamento oggetto di Cmor, quindi attendere 40 (QUARANTA) giorni per inviare la contestazione ad ARERA»; il signor D. A. ha dunque rappresentato all'interrogante d'aver inviato una Pec ad Enel Energia, con cui ha trasmesso le prove dell'avvenuto pagamento delle fatture ritenute non pagate; il signor D. A. ha poi aggiunto d'aver avuto lo stesso problema «per 2 forniture che contemporaneamente» aveva trasferito da Enel a Eni, inviando la documentazione di pagamento di entrambe le forniture; il signor D. A. ha continuato a scrivere ad Eni Gas Luce ed è in attesa di rimborso, per quanto precisato nella nota trasmessa all'interrogante; «non potevo immaginare – ha scritto il signor D. A. – di dover impiegare giornate intere per dimostrare di non aver alcun debito con il precedente fornitore (Enel) il quale ha, in un primo momento, sguinzagliato diverse società di recupero crediti che in ogni modo (email, telefonate, sms...) hanno tentato – inutilmente – di farsi pagare (una seconda volta) le ultime bollette per poi procedere con lo strumento Cmor»; lo stesso signor D. A. ha poi segnalato di aver verificato che la sua problematica è stata vissuta in modo pressoché identico da numerosi altri utenti come risulta anche da segnalazioni di associazioni di consumatori, che rilevano una serie di inconvenienti e situazioni quantomeno incresciose;

   alla luce delle problematiche segnalate diviene urgente intervenire normativamente per rafforzare e rendere più incisivi i poteri di tutela dei consumatori dell'Autorità di regolazione per l'energia reti e ambiente (Arera), intervenendo sulla normativa istitutiva di cui alla legge 14 novembre 1995, n. 481; di quali informazioni disponga il Governo in merito –:

   quali iniziative di competenza, in particolare di carattere normativo, intenda assumere a piena tutela dei consumatori, in modo che non abbiano nocumento alcuno nei rapporti con i fornitori di energia.
(4-10736)

UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta scritta:


   NITTI. — Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   con delibera n. 40-2020 del luglio 2020 il Conservatorio Frescobaldi di Ferrara ha convertito la cattedra di docenza di prima fascia di bibliografia e biblioteconomia, CODM/01 in un posto di personale T.A nel profilo di collaboratore – area terza;

   analoga conversione di una cattedra bibliografia e biblioteconomia musicale CODM/01 in n. 1 e mezza posizione lavorativa di collaboratore è risultata dalla delibera del consiglio accademico del conservatorio di musica «Giuseppe Verdi» di Milano, il 30 giugno 2020;

   la medesima conversione della cattedra di bibliografia e biblioteconomia musicale in composizione musicale elettroacustica è stata deliberata dal conservatorio di Musica «Luca Marenzio» di Brescia con delibera del 7 luglio 2020;

   con la delibera del 7 luglio 2020 il consiglio di amministrazione del conservatorio «Luca Marenzio» di Brescia ha convertito la cattedra CODM/01 in composizione musicale elettroacustica;

   con deliberazione del consiglio di amministrazione del 2 luglio 2020 il conservatorio «Claudio Monteverdi» di Bolzano ha convertito la cattedra di bibliografia e biblioteconomia musicale in lingua tedesca in una cattedra di musiche tradizionali in lingua tedesca;

   negli anni precedenti le cattedre di bibliografia e biblioteconomia erano già state convertite nei conservatori di Benevento, Firenze, La Spezia, Lecce;

   le biblioteche dei conservatori custodiscono un patrimonio musicale tra i più importanti al mondo, oggi solo in parte digitalizzato, attorno al quale si ritiene necessario mantenere le figure professionali esistenti e garantire ulteriori interventi che accrescano la valorizzazione e fruizione da parte dell'utenza;

   la cattedra di «Bibliografia e biblioteconomia musicale» costituisce un fondamentale raccordo tra didattica, ricerca scientifica e le numerose attività proprie della biblioteca per le quali occorrono più figure con competenze qualificate e diversificate;

   con una lettera dell'11 luglio 2020 indirizzata tra gli altri al Ministero dell'università e della ricerca, la Società italiana di musicologia ha dichiarato di ritenere «essenziale che non vengano penalizzati gli insegnamenti dell'area musicologica (da CODM/01 a CODM/07) al fine della piena attuazione della riforma del settore (...)» e di guardare «con preoccupazione le scelte effettuate da alcuni Conservatori di Musica, che hanno convertito numerose cattedre di quest'area a favore di altri settori. L'Alta Formazione Musicale non può fare a meno di questi insegnamenti musicologici, anche in previsione dell'attivazione del terzo livello di studi, ossia del diploma accademico di Formazione alla ricerca e dei percorsi triennali e biennali in Discipline storiche»;

   la risoluzione n. 8-00045, «Nitti, Azzolina, Carbonaro, Lattanzio, Casa, Villani», approvata in Commissione Cultura della Camera dei deputati, impegnava il Governo, tra le altre cose a «valutare la possibilità di porre in essere tutte le iniziative (...) per assicurare a ciascun ISSM il servizio attraverso la presenza di un docente di bibliografia e biblioteconomia» con funzione di responsabile scientifico e almeno un addetto alla sorveglianza;

   la Conferenza dei direttori dei Conservatori di musica, riunitasi a Roma nei giorni 24-25 giugno 2019 aveva rappresentato «la necessità che il docente-bibliotecario venga affiancato da un Collaboratore, che tale figura non possa scaturire necessariamente da procedure di conversione, e che pertanto occorra ragionare su un progressivo ampliamento dell'organico (...)» auspicando «la costituzione di un tavolo tecnico per compiere una ricognizione dell'attuale situazione delle biblioteche dei conservatori e definire misure di carattere normativo e finanziario per assicurare alle suddette biblioteche strumenti adeguati al ruolo che esse svolgono nei conservatori e nei territori dove le istituzioni operano» –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dell'elevato numero di conversioni di cattedre di bibliografia e biblioteconomia musicale in atto nei conservatori di musica italiani;

   quando il Ministro interrogato intenda attivare il tavolo tecnico, auspicato dalla Conferenza dei direttori, sul tema delle biblioteche dei conservatori, al fine di dare piena attuazione agli impegni assunti con la risoluzione n. 8-00045.
(4-10731)


   DORI. — Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   il processo di statizzazione degli Istituti superiori di studi musicali e delle Accademie di belle arti storiche ha avuto inizio nel 2017 per effetto di quanto disposto dall'articolo 22-bis del decreto-legge 24 aprile 2017 n. 50, convertito dalla legge n. 96 del 2017;

   per la realizzazione del processo di statizzazione l'articolo 22-bis del suddetto decreto-legge prevede l'emanazione di tre decreti attuativi: un decreto del Ministro dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, per disciplinare le modalità della procedura di statizzazione; un decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, su proposta del Ministro dell'università e della ricerca, per definire la ripartizione di un apposito fondo istituito per l'attuazione del processo di statizzazione; un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il Ministro dell'istruzione e con il Ministro dell'economia e delle finanze, per definire i criteri per la determinazione delle dotazioni organiche, nonché per il graduale inquadramento nei ruoli dello Stato del personale docente e non docente in servizio;

   la disciplina attuativa del processo di statizzazione è stata definita con decreto interministeriale n. 121 del 22 febbraio 2019;

   l'articolo 2 del suddetto decreto interministeriale ha previsto l'istituzione di una Commissione esaminatrice con il compito di verificare le istanze presentate dalle istituzioni interessate;

   l'articolo 2, comma 5, del predetto decreto aveva fissato il termine per la conclusione dell'iter attuativo di detto processo di statizzazione al 31 luglio 2020;

   i criteri di ripartizione del fondo per la statizzazione sono stati definiti con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze del 2 aprile 2019;

   con decreto ministeriale n. 29 del 27 gennaio 2020 è stata nominata la Commissione per la valutazione delle istanze presentate con il compito di definire la proposta di dotazione organica di ciascuna Istituzione, da allegare al provvedimento di statizzazione;

   sulla base dei criteri stabili dal suddetto decreto, le risorse sono state attribuite alle istituzioni da statizzare con i decreti direttoriali n. 643 dell'11 maggio 2020, 1154 del 22 luglio 2020 e 1832 dell'11 novembre 2020;

   l'articolo 33, comma 2-ter del decreto-legge 14 agosto 2020 n. 104 ha differito dal 31 luglio 2020 al 31 dicembre 2021 la conclusione del processo di statizzazione;

   con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 9 settembre 2021, pubblicato in Gazzetta ufficiale il 28 ottobre 2021, sono stati definiti i criteri per la determinazione delle dotazioni organiche, nonché il graduale inquadramento nei ruoli dello Stato del personale docente e non docente in servizio;

   a oggi, la commissione esaminatrice non ha ancora terminato l'esame delle istanze di statizzazione pervenute, così impedendo il completamento dell'iter attuativo dell'intera procedura;

   con comunicato dell'8 novembre 2021 la Federazione Uil Scuola Rua ha rivolto un appello al Ministero dell'università e della ricerca chiedendo di «accelerare e chiudere rapidamente» i processi di statizzazione, in quanto «sarebbero intollerabili e ingiustificati ulteriori ritardi»;

   con comunicato dell'11 novembre 2021 anche la Flc-Cgil ha affermato che «...i lavori della Commissione procedono con una lentezza esasperante e con tempi che rischiano di essere incompatibili con quelli (entro il 2021) che più volte il Ministero, in incontri ufficiali, aveva garantito che sarebbero stati rispettati...le procedure di statizzazione languono. Una situazione davvero paradossale e inaccettabile che queste prestigiose istituzioni non meritano» –:

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda porre in essere per consentire la conclusione dell'iter attuativo del processo di statizzazione degli Istituti superiori di studi musicali e delle Accademie di belle arti storiche, anche mediante la predisposizione di un preciso cronoprogramma da rispettare per l'attuazione di tutte le rimanenti fasi del procedimento.
(4-10740)

Apposizione di una firma ad una mozione.

  La mozione Vianello e altri n. 1-00545, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 15 novembre 2021, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Lombardo.

Apposizione di firme a risoluzioni.

  La risoluzione in Commissione Gagliardi e altri n. 7-00716, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 9 agosto 2021, deve intendersi sottoscritta anche dalla deputata Muroni.

  La risoluzione in Commissione Rizzo e Frusone n. 7-00746, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 28 ottobre 2021, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Tofalo.

Apposizione di una firma ad una interpellanza.

  L'interpellanza urgente Melicchio e altri n. 2-01373, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 16 novembre 2021, deve intendersi sottoscritta anche dalla deputata Villani.

Trasformazione di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati così trasformati su richiesta dei presentatori:

   interrogazione a risposta scritta Berti e altri n. 4-05939 del 9 giugno 2020 in interrogazione a risposta in Commissione n. 5-07097;

   interrogazione a risposta in Commissione Nitti n. 5-04381 del 17 luglio 2020 in interrogazione a risposta scritta n. 4-10731.