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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Lunedì 13 settembre 2021

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere – premesso che:

   tra il 2 e il 3 ottobre 2020 il Piemonte è stato interessato da precipitazioni eccezionali per intensità che hanno interessato l'intera regione, con particolare insistenza nelle zone dell'alta val Tanaro, biellese, vercellese e nel verbano; le precipitazioni, pari a circa la metà della pioggia media di un anno, dalla montagna sono scese a valle con forza dirompente. Di conseguenza, fiumi Tanaro, Sesia, Vermegnana e numerosi torrenti in una piena improvvisa, hanno portato giù a valle tonnellate di tronchi, rami, sassi e fango, esondando nelle strade e nei paesi, causando frane, ed edifici e strade portati via dall'acqua;

   i presidenti delle regioni Piemonte e Liguria hanno chiesto lo stato di emergenza, poi riconosciuto, e l'attivazione di tutte le procedure e dei lavori connessi alla fase emergenziale;

   la prima stima dei danni causati dall'alluvione in Piemonte ammontava ad oltre 230 milioni di euro, cifra successivamente largamente integrata;

   la legge di bilancio 2021, al comma 700 dell'articolo 1, ha autorizzato una spesa di 100 milioni di euro per l'anno 2021 nei territori colpiti dagli eventi alluvionali avvenuti nel 2019 e nel 2020, per cui è stato dichiarato lo stato di emergenza ai sensi dell'articolo 24, comma 1, del codice della protezione civile, al fine di provvedere agli interventi urgenti, anche strutturali, per la riduzione del rischio residuo e alla ricognizione dei fabbisogni per la ricostruzione pubblica e privata;

   la situazione delle infrastrutture pubbliche, in particolare di strade e ponti, colpite dall'alluvione 2020 in Piemonte è ancora fortemente critica –:

   quanta parte dei fondi stanziati dalla legge di bilancio 2021 per gli eventi alluvionali degli anni 2019 e 2020 sia stata erogata alla Regione Piemonte, e da questa spesa, sulla base della stima definitiva dei danni pervenuta al Governo.
(2-01322) «Gribaudo, Enrico Borghi, Fiano».

Interrogazione a risposta orale:


   ENRICO BORGHI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   la legge 6 ottobre 2017, n. 158, approvata con ampia convergenza politica e particolare attenzione dell'opinione pubblica e dei media, contiene importanti misure riguardanti i piccoli comuni al fine di promuovere il loro sviluppo sostenibile, l'equilibrio demografico, la residenza in tali comuni, la tutela e valorizzazione del patrimonio naturale, rurale, storico-culturale e architettonico, nonché la tutela del sistema dei servizi essenziali, con l'obiettivo di contrastare lo spopolamento e di incentivare l'afflusso turistico;

   tra le varie disposizioni, particolarmente significativa è la previsione dell'articolo 3 che istituisce un Fondo per lo sviluppo strutturale, economico e sociale dei piccoli comuni destinato al finanziamento di investimenti diretti alla tutela dell'ambiente e dei beni culturali, alla mitigazione del rischio idrogeologico, alla salvaguardia e alla riqualificazione urbana dei centri storici, alla messa in sicurezza delle infrastrutture stradali e degli istituti scolastici nonché alla promozione dello sviluppo economico e sociale e all'insediamento di nuove attività produttive;

   la medesima legge prevede che l'utilizzo delle risorse del Fondo sia consentito attraverso la predisposizione di un «Piano nazionale per la riqualificazione dei piccoli comuni», da adottarsi con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri entro 180 giorni dall'entrata in vigore della legge;

   tuttavia, trascorsi quasi quattro anni dall'approvazione della legge n. 158 del 2017 tale Piano nazionale non è ancora stato adottato così come mancherebbero ancora alcuni atti di attuazione previsti dalla normativa in esame, la cui mancata adozione impedisce l'efficace e completa operatività di alcune importanti disposizioni –:

   quale sia lo stato di attuazione della legge n. 158 del 2017 con riferimento all'adozione di tutti i decreti ivi previsti e alle complessive disposizioni a vantaggio dei piccoli comuni ai quali si rivolge la legge, nonché quali siano, in particolare, i tempi, le modalità e i contenuti del decreto per la predisposizione del «Piano nazionale per la riqualificazione dei piccoli comuni» previsto dalla legge, al fine di consentire gli opportuni e adeguati investimenti normativamente previsti.
(3-02484)

Interrogazione a risposta scritta:


   ASCARI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   in questo periodo di grave emergenza derivante dall'epidemia tuttora in corso, una delle categorie economiche del tessuto imprenditoriale del nostro Paese maggiormente in difficoltà è quella dei ristoratori;

   come è noto, tra il 2020 e il primo quadrimestre del 2021, a causa delle misure di contenimento del COVID-19, le imprese della ristorazione sono state assoggettate per oltre 210 giorni a misure restrittive che hanno imposto onerosi vincoli alla libertà d'impresa con gravi conseguenze sulla redditività delle stesse;

   tale scenario, nel solo 2020, ha determinano un calo senza precedenti del fatturato del settore con variazioni negative che hanno toccato il picco del -64,2 per cento nel II trimestre del -44 per cento nel IV trimestre con una perdita, nel complesso dell'anno, di circa 35 miliardi di euro;

   sono andati persi circa 50.000 posti di lavoro tra gli autonomi e 243.000 tra i dipendenti, metà dei quali, pur in presenza del blocco dei licenziamenti, riguardano contratti di lavoro a tempo indeterminato (tutti i dati sono stime ed elaborazioni dell'Ufficio studi Fipe su dati Inps);

   il 13 aprile 2021 la Federazione italiana pubblici esercizi – l'associazione di categoria maggiormente rappresentativa del settore – ha convocato, straordinariamente, la propria assemblea in Roma, a Piazza San Silvestro, per chiedere con urgenza alle istituzioni di indicare una data certa da cui iniziare una graduale – ma stabile – riapertura delle attività di ristorazione;

   tra l'altro, come fatto già presente al Comitato tecnico scientifico e al Ministero dello sviluppo economico le imprese del settore sono pronte anche ad adottare protocolli di prevenzione ancor più rigorosi, a condizione di (i) poter riaprire nelle zone cosiddette «gialle» in orario serale (fino alle ore 22,00) almeno per quelle attività di ristorazione in grado di garantire il servizio al tavolo all'aperto, così da assicurare la consumazione nel rispetto delle necessarie misure di distanziamento interpersonale; (ii) consentire alle attività di ristorazione e bar delle cosiddette «zone arancioni» – tra le poche a rimanere chiuse in tali fasce di rischio – la somministrazione al tavolo all'aperto fino alle ore 16,00;

   non si può infatti non tenere conto che dai report mensili pubblicati sul sito web del Ministero dell'interno relativi ai controlli sul rispetto delle misure di contenimento anti Covid-19, emerge come da ottobre 2020 (inizio della seconda ondata) e fino a febbraio 2021, sulle 1.919.489 imprese commerciali controllate solo 8.509 (circa lo 0,44 per cento) sono state sanzionate; questi dati dimostrano che la netta maggioranza delle imprese commerciali, tra cui le attività dei servizi di ristorazione, rispettano i protocolli di sicurezza a garanzia della salute dei consumatori, dei lavoratori dipendenti e degli stessi titolari delle attività e che, dunque, non rappresentato luoghi di aumento del numero dei contagi;

   in questi mesi le luci spente delle nostre città hanno messo in evidenza come le attività di ristorazione rappresentino un servizio essenziale per tutti i cittadini che per motivi di studio o di lavoro si spostano, e un presidio di sicurezza per il territorio. Tali imprese, inoltre, tanto più in un momento come questo, rappresentano altresì un presidio di legalità anche e soprattutto in orario serale, dove l'operatore è il primo ad essere interessato al fatto per cui i clienti rispettino le misure di prevenzione all'interno del proprio locale –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti sopra esposti e quali iniziative di competenza ritenga opportuno adottare per consentire una graduale ma stabile riapertura delle attività di ristorazione nelle modalità sopra indicate e, nell'eventualità in cui ciò non fosse possibile, quali iniziative specifiche intenda adottare a sostegno e per il rilancio economico del settore della ristorazione, quale categoria essenziale per il tessuto produttivo ed economico del nostro Paese.
(4-10202)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   SIRAGUSA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il voto degli italiani all'estero è da sempre oggetto di polemiche vertenti su brogli e irregolarità. In questi anni, ad ogni elezione, ci sono state svariate denunce, inchieste, articoli di giornale e servizi televisivi sull'argomento; dubbi sul regolare svolgimento del voto nella circoscrizione estero, sono emersi anche in occasione delle elezioni politiche 2018;

   come riportato da fonti di stampa, due parlamentari della Repubblica, eletti nella circoscrizione Estero, ripartizione America Meridionale, sarebbero indagati dalla procura di Roma per presunta frode elettorale: essi avrebbero ottenuto il seggio, pare, grazie a circa 10 mila schede elettorali falsificate; «anche per l'elezione del 2008 c'erano state contestazioni simili[...] Questo presunto sistema di falsificazione elettorale, quindi, sembra ripetersi negli anni, mettendo continuamente in dubbio lo scrutinio dei voti espressi dagli italiani in Argentina» (Elezioni italiane 2018, sotto indagine per presunti brogli il voto in Argentina, Irpimedia, 8 settembre 2021);

   altre inchieste sarebbero state aperte per presunti brogli e irregolarità in altri Paesi (Brogli elettorali, inchiesta della Procura di Roma sul voto in Canada e Germania, Il Sole 24ore, 5 marzo 2018; Brogli alle elezioni: dalla Repubblica di San Marino uno stock di schede contraffatte, RiminiToday, 6 marzo 2019);

   l'attuale normativa del voto nella circoscrizione estero è lacunosa sotto diversi punti di vista: in primis è da rilevare come l'attuale plico, contenente sia la scheda che il certificato elettorale, possa consentire a chiunque disponga dello stesso di votare al posto del suo legittimo destinatario e proprietario. Questo sistema evidentemente agevola i cosiddetti «cacciatori di plichi» e si presta a facili distorsioni del voto;

   un secondo aspetto rilevante è che i plichi elettorali vengono inviati all'ultimo indirizzo di residenza registrato di tutti gli aventi diritto. È risaputo, però, come spesso questi indirizzi non siano aggiornati. Da ciò risulta un invio massiccio di plichi elettorali – con, tra l'altro, inutile dispendio economico – a destinatari spesso sconosciuti. Per assurdo, un cittadino straniero in possesso del plico potrebbe votare. Questo aspetto di fatto introduce un ulteriore elemento perturbante del voto degli italiani all'estero, non essendoci nessuna certezza dell'identità del votante;

   mentre, da un lato, ci sono stati casi di plichi inviati a gente defunta da anni, in altri casi, all'opposto, molti italiani all'estero denunciano, ad ogni elezione, la mancata ricezione del fascicolo. Un vero e proprio ostacolo e impedimento al proprio diritto di voto;

   oltre a queste criticità, sono da menzionare quelle relative all'effettiva ricezione del plico elettorale da parte del consolato. Non esiste, infatti, un tracciamento che accerti l'avvenuta consegna del fascicolo;

   se non si interviene immediatamente nel modificare la disciplina del voto dei nostri connazionali, il rischio è che le prossime elezioni politiche si svolgeranno con le stesse criticità;

   considerato quanto fin qui esposto, due sono i provvedimenti che, a parere degli interroganti, sono irrimandabili e immediatamente attuabili. Innanzitutto, l'inversione dell'opzione di voto, per limitare l'invio dei plichi elettorali ai soli cittadini che fanno richiesta di voto all'estero; e, in secondo luogo, la separazione del plico elettorale dal certificato elettorale: per disincentivare il furto o l'uso improprio del plico da parte di persone diverse dal destinatario –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti;

   quali iniziative di competenza i Ministri interrogati abbiano intenzione di mettere in atto al fine di assicurare il corretto svolgimento delle consultazioni elettorali nella circoscrizione Estero, al fine di evitare il ripetersi di illeciti e irregolarità come quelli descritti.
(5-06650)

Interrogazione a risposta scritta:


   ANZALDI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   è in vigore l'Accordo di collaborazione in materia radiotelevisiva fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di San Marino, siglato a Roma il 5 marzo 2008 e attualmente vigente ai sensi della legge 29 settembre 2015, n. 164;

   la legge prevede il tacito rinnovo dell'accordo, a meno di eventuale preavviso di 2 mesi;

   l'accordo prevede un onere finanziario annuo, a carico della Rai, di circa 3 milioni di euro, a sostegno dell'emittente San Marino RTV, di cui il servizio pubblico italiano nomina, a proprie spese, il direttore;

   è di questi giorni la notizia che la Rai ha proceduto a nominare il nuovo direttore, Ludovico Di Meo, in scadenza come direttore di Rai2 –:

   quali siano le motivazioni strategiche dietro alla decisione di finanziare una piccola tv locale come San Marino RTV, peraltro riconducibile ad uno Stato estero;

   se il Governo non ritenga che sia maggiormente opportuno che i soldi dei contribuenti utilizzati per far fronte all'onere annuo derivante dell'accordo tra Rai e San Marino RTV vengano impiegati per potenziare la qualità e il prodotto Rai, oppure per il sostegno alle tv locali italiane, invece che per una piccola tv locale estera;

   quali iniziative il Governo intenda adottare per verificare se sia tuttora strategico e sostenibile impiegare risorse pubbliche a sostegno di un'azienda televisiva estera.
(4-10210)

DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:


   PAOLO RUSSO. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   la Corte Costituzionale, con sentenza n. 120 del 2018, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 1475, comma 2, del decreto legislativo n. 66 del 2010, nella parte in cui vieta ai militari di costituire associazioni professionali a carattere sindacale;

   la citata sentenza ha riconosciuto la legittimità di associazioni professionali di personale militare a carattere sindacale; ha rinviato ad un apposito provvedimento legislativo la definizione delle condizioni e dei limiti di tale riconoscimento; ha confermato il divieto per il personale militare di aderire ad altre associazioni sindacali;

   il 21 settembre 2018, il Ministro della difesa pro tempore ha emanato una circolare volta a consentire, nelle more dell'intervento legislativo, il processo di costituzione delle associazioni sindacali militari, indicando però una serie di condizioni soggettive, oggettive e funzionali;

   presso la 4a commissione difesa del Senato è attualmente incardinato il disegno di legge «Norme sull'esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia, a ordinamento militare, nonché delega al Governo per il coordinamento normativo», già approvato in prima lettura dalla Camera dei deputati il 22 luglio 2020;

   a seguito di un incontro tra l'autorità politica e i rappresentati di alcune associazioni sindacali militari neo costituite, avvenuto il 17 luglio 2019, venivano evidenziate alcune criticità che, di fatto, limitano il pieno esercizio dell'attività di rappresentanza. La circolare emanata da capo di gabinetto del Ministero della difesa pro tempore il successivo 22 agosto 2019 individuava, fra le problematiche emerse, l'impossibilità di incontrare il personale militare all'interno di strutture militari al fine di illustrare le principali finalità delle associazioni sindacali e raccogliere le eventuali adesioni;

   la stessa circolare, nelle more della definizione di un nuovo quadro normativo di riferimento, al fine di consentire alle citate associazioni la piena funzionalità delle stesse, precisava che «ai responsabili delle associazioni regolarmente assentite, dovrà essere consentito di incontrare il personale presso i locali di uso comune (sale convegni, spacci, e altro), fuori dall'orario di servizio; non intralciando le normali attività dei reparti; prevedendo una programmazione semestrale delle attività informative»;

   l'organizzazione sindacale italiana dei militari dell'esercito, Itamil Esercito, riconosciuta dal Ministero della difesa con proprio decreto il 2 novembre 2020, con un comunicato stampa dal titolo «Calpestati i diritti sindacali dei militari», pubblicato sul proprio sito internet (www.itamil.org) il 6 settembre 2021, segnala di aver trasmesso alle preposte autorità militari, il 22 agosto 2021, in ottemperanza alle disposizioni della sopra citata circolare, un calendario di incontri informativi nelle caserme, che avrebbero dovuto cominciare ad inizio settembre 2021, lamentando di non aver ricevuto alcun riscontro, alla stregua di tante altre istanze trasmesse via Pec;

   nello stesso comunicato, il sindacato denuncia un fatto increscioso del quale è venuto a conoscenza: nel dicembre 2020, in un reparto militare di stanza in Friuli, il comandante avrebbe trasmesso un'informativa alla procura militare di Verona, dopo aver acquisito informazioni dal portale www.itamil.org, allegando alcuni screenshot di dirigenti del sindacato Itamil alle sue dipendenze, lamentando che questi non gli avrebbero segnalato la propria carica sociale;

   all'epoca dei riportati fatti, contro tali rappresentanti sindacali furono avviati anche provvedimenti disciplinari, successivamente revocati dopo l'intervento del 1° Reparto di Stato Maggiore dell'Esercito, non sussistendo gli estremi delle contestazioni –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza degli episodi riportati in premessa che rischiano di configurarsi, da un lato, come una sconfessione delle disposizioni contenute nella citata circolare del 22 agosto 2019 e, dall'altro, come una grave ingerenza nei riguardi dell'organizzazione sindacale e quali iniziative di competenza intenda adottare al fine di rendere effettivi i diritti sindacali del personale militare.
(4-10209)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta orale:


   GIACOMONI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   l'ultimo report mensile di Enea, riferito al 31 agosto 2021, evidenzia che sono state sino a quella data presentate asseverazioni «superbonus – efficienza energetica» relativamente a 37.128 pratiche edilizie, per un totale di investimenti ammessi a detrazione pari a 5,7 miliardi di euro, cui corrispondono detrazioni spettanti per 6,3 miliardi di euro;

   la conoscenza dell'andamento del «tiraggio» anche delle altre detrazioni «edilizie», per le quali è possibile esercitare le opzioni per lo sconto in fattura o la cessione del credito, ai sensi dell'articolo 121 del decreto-legge n. 34 del 2020, costituisce un elemento fondamentale per qualsiasi valutazione legislativa circa l'opportunità e la correlata sostenibilità finanziaria di misure di proroga di questi regimi agevolativi;

   questi dati sono ricavabili dalle comunicazioni di opzione ad oggi telematicamente ricevute dall'Agenzia delle entrate;

   nel modello di comunicazione di opzione ex articolo 121 del decreto-legge n. 34 del 2020 è previsto che i contribuenti debbano scegliere tra 28 codici per indicare la tipologia di intervento e di corrispondente detrazione fiscale spettante con riguardo alla quale l'opzione viene esercitata –:

   quali sia il numero opzioni esercitate ad oggi dagli aventi diritto ex articolo 121 del decreto-legge n. 34 del 2020, nonché i relativi ammontari, dettagliati con riguardo a ciascuno dei 28 codici che devono essere utilizzati dai contribuenti, nel modello di comunicazione di opzione.
(3-02485)

Interrogazione a risposta scritta:


   GAGLIARDI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 1, comma 345, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, ha istituito, nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, un fondo per indennizzare i risparmiatori che, investendo sul mercato finanziario, sono rimasti vittime di frodi finanziarie ed hanno sofferto un danno ingiusto altrimenti non risarcito;

   il fondo è alimentato dall'importo dei conti correnti e dei rapporti bancari definiti come «dormienti» all'interno del sistema bancario, dagli importi degli assegni circolari non riscossi entro il termine di prescrizione, da quelli delle polizze assicurative scadute e dalle somme dovute ai beneficiari di buoni fruttiferi emessi dopo il 14 aprile 2001 e non reclamati entro il termine di prescrizione del relativo diritto, ovvero 10 anni dalla data di scadenza del titolo;

   questa elencazione non tiene però conto delle differenze sostanziali che sussistono tra i titoli elencati ed i rapporti di credito-debito sottostanti e confluiscono indistintamente nel fondo somme che hanno natura molto differente tra loro;

   in particolare, i buoni fruttiferi postali (Bfp), rappresentano una forma di risparmio sicura, garantita e flessibile, ed offrono al risparmiatore la possibilità di investire a lunga scadenza e disinvestire in qualsiasi istante, con la totale garanzia del capitale investito maggiorato degli interessi nel frattempo maturati;

   a seguito della entrata in vigore della normativa indicata, la totale garanzia che dovrebbe fornire, per sua natura, i Bfp, è venuta meno. Si sono verificati molti casi di piccoli risparmiatori che hanno investito somme nell'acquisto di buoni fruttiferi postali, con l'obiettivo di creare un fondo di risparmio da utilizzare in caso di necessità per sé o un proprio familiare, e si sono visti negare il rimborso del capitale sottoscritto perché confluito nel fondo conti dormienti non avendolo, spesso per dimenticanza, ritirato entro la data di prescrizione –:

   se il Ministro interrogato ritenga che il buono postale fruttifero, risparmio garantito e produttivo di interessi, sia conciliabile con la prescrizione del diritto alla restituzione del capitale investito e se non ritenga opportuno assumere iniziative normative per rivedere la disciplina sui conti dormienti con riferimento ai Bfp;

   se, all'esito dell'analisi economica sull'introito derivato dai Bfp dormienti e confluiti nel fondo antifrode, ritenga che non sia più utile per la collettività lasciare tali risparmi alle famiglie titolari dei buoni.
(4-10206)

INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ SOSTENIBILI

Interrogazione a risposta scritta:


   DEIDDA, VARCHI e VINCI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   con decreto ministeriale 24 luglio 2002 è stata Istituita l'area marina protetta denominata «Capo Gallo - Isola delle Femmine»;

   il porto di Isola delle Femmine è stato caratterizzato, negli anni, da un incremento del traffico di natanti da diporto, specialmente durante la stagione estiva;

   la spiaggia, con l'isola considerata una piccola oasi galleggiante, è a pochi chilometri di distanza da Palermo, tanto da essere diventata da fine degli anni '60 la meta preferita dei palermitani, ma negli anni è cresciuta con flussi turistici italiani e internazionali;

   nel mese di marzo 2021 l'ateneo di Palermo e il Corpo delle capitanerie di porto hanno siglato un accordo di collaborazione sui temi della gestione dell'Area marina protetta Capo Gallo - Isola delle Femmine;

   l'accordo prevede lo sviluppo di strategie comuni per la diffusione e la divulgazione della conoscenza dell'ecologia e della biologia degli ambienti marini e costieri e delle caratteristiche ambientali e geomorfologiche di tali zone;

   lungo i fondali marini, inoltre, si trovano diversi reperti archeologici di età romana e greca, oltre a reperti di epoche più recenti, tra cui, il più popolare, il relitto Junkers-52, la carcassa di un aereo tedesco affondato nel 1942;

   proprio in ragione di tali motivi risulta assolutamente insufficiente la presenza solo stagionale del presidio della Capitaneria di porto - Guardia costiera, la quale, del resto, per la capacità del proprio personale è in grado di svolgere sia l'attività d'informazione/prevenzione, sia quella tipicamente repressiva;

   nonostante l'esigua dotazione organica rispetto al territorio di propria competenza, è lodevole il lavoro della Guardia costiera con innumerevoli interventi testimoniati, per altro, dai mass media e dalla stampa locale;

   appare quindi necessaria la costante presenza di un presidio del citato Corpo, al fine, altresì, di salvaguardare la vita dei soggetti che svolgono le loro attività in mare, anche durante la stagione invernale, i quali, spesso, devono fronteggiare comportamenti scriteriati ed irresponsabili di terzi;

   il comune di Isola delle Femmine già in passato, più precisamente nel gennaio 2021, ha manifestato la necessità dell'attivazione di un presidio fisso, posto che la suindicata presenza garantirebbe dei vantaggi anche per tutta la cittadinanza e per i turisti, consentendo, inoltre, di combattere con efficacia abusi ed attività illecite e di proteggere, come merita, l'area protetta in questione –:

   se siano a conoscenza dei fatti sopraesposti e quali iniziative intendano adottare al fine di garantire, anche nel Comune di Isola delle Femmine, il presidio annuale della Capitaneria di porto - Guardia costiera.
(4-10205)

ISTRUZIONE

Interrogazione a risposta scritta:


   GAGLIARDI. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   le scuole serali pubbliche istituite nella provincia di Parma accolgono circa 1.000 studenti, tra adulti che intendono conseguire tardivamente il diploma conclusivo del secondo ciclo di istruzione e giovani che non possono frequentare i corsi diurni;

   il sistema scolastico della provincia emiliana sta ora però attraversando un momento di gravissima difficoltà. A metà maggio 2021, infatti, all'esito di «conferenza di servizio» a cui hanno partecipato i presidi ed il provveditore locale, è stato improvvisamente annunciato lo smantellamento dei corsi serali;

   la decisione estrema è stata motivata dal notevole aumento degli studenti iscritti alla prima superiore e dal fatto che gli organici scolastici (che sarebbero «congelati» da anni da parte del Ministero e della regione) non siano concretamente sufficienti per garantire una idonea istruzione a tutti gli alunni;

   conseguentemente, la soluzione trovata per risolvere la criticità è stata quella di attingere dai ruoli dei corsi serali, di fatto trasferendo i docenti ai corsi diurni. Questa scelta ha portato così le scuole serali ad essere private di insegnanti ed a non potere ulteriormente garantire il servizio, rischiando concretamente di non avere le risorse per riaprire per il prossimo anno scolastico;

   questo grave scenario porterebbe un migliaio di persone a non vedersi garantito il diritto allo studio: occorre evidentemente intervenire con urgenza, atteso anche il breve tempo che separa dall'inizio dell'anno scolastico, in modo da porre rapidamente rimedio alla situazione –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti di cui in premessa e quali iniziative di competenza intenda assumere per garantire il diritto allo studio e l'apertura delle scuole serali anche nella provincia di Parma.
(4-10207)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   COSTANZO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   l'indennità di malattia è normalmente a carico dell'Inps per un massimo di 180 giorni in ciascun anno solare e con esclusione di alcune categorie di lavoratori come impiegati industria, quadri e dirigenti;

   l'articolo 26 del decreto-legge n. 18 del 2020 aveva stabilito che il periodo trascorso in quarantena «dai lavoratori dipendenti del settore privato, è equiparato a malattia ai fini del trattamento economico previsto dalla normativa di riferimento, mentre non è computabile ai fini del periodo di comporto»;

   l'articolo 26 del decreto-legge n. 18 del 2020 aveva limitato il periodo di tutela per i periodi di quarantena al solo anno 2020, e nei limiti della copertura finanziaria prevista di 663,10 milioni di euro;

   attraverso il messaggio n. 2842 del 6 agosto 2021, l'Inps ha ricordato che, stante la mancanza di apposita copertura finanziaria per il 2021, l'Istituto non potrà «procedere a riconoscere la tutela previdenziale» per gli eventi di quarantena riferiti all'anno in corso;

   considerato che la tutela in questione per l'anno 2020 può contare su 663,10 milioni di euro di stanziamenti pubblici, l'Inps procederà ad effettuare una verifica sul rispetto del tetto di spesa. In caso di sforamento, si aprirebbe la strada alle richieste di rimborso da parte dell'Istituto (attraverso l'emissione di note di rettifica), nei confronti di quei datori di lavoro che nel 2020, per i casi di quarantena, hanno anticipato in busta paga e poi recuperato somme a carico dell'Inps a titolo di indennità di malattia;

   come riportato da Repubblica in data 25 agosto 2021, nel 2020 circa 1 milione di lavoratori – 962 mila per l'esattezza – sono stati in quarantena per un totale di 13 milioni di giorni di malattia, il 9 per cento dei 145 milioni di giorni di malattia complessivi, un numero a sua volta del 20 per cento più alto del 2019;

   il Ministro interrogato si è recentemente espresso, attraverso un messaggio lanciato nel corso della Festa dell'unità di Modena riportato dal Sole 24 Ore, sui fondi 2021 a copertura degli eventi di quarantena, dichiarandosi favorevole a consentire che la quarantena sia considerata una malattia e che non gravi sui lavoratori e sulle imprese –:

   se non intenda adottare un'iniziativa normativa urgente per rifinanziare l'indennità da quarantena, assicurando all'Inps la possibilità di riconoscere alle lavoratrici e ai lavoratori in quarantena le tutele previdenziali previste per l'anno 2020.
(5-06648)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   COSTANZO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   in una nota congiunta riportata da La Stampa in data 1° settembre 2021, Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl e Acqf rivelano la loro preoccupazione per le conseguenze sul settore automobilistico della crisi dei microchip, sempre più necessari per fare funzionare centraline e servizi connessi;

   i sindacati, come riportato da la Stampa, hanno chiesto al Governo una nuova convocazione del tavolo per l'automotive insediato a giugno 2021, sottolineando «la crisi dell'approvvigionamento dei semiconduttori che sta determinando forti criticità negli stabilimenti»;

   la crisi del chip, che ha costretto le fabbriche di tutto il mondo a funzionare a singhiozzo nelle scorse settimane, non risparmia l'Italia e Stellantis, che ha dovuto rinviare la riapertura di Melfi, dove si lavorerà – secondo quanto riportato da La Stampa – solo cinque o sei giorni al mese e dove si produrranno solo 8 mila vetture a fronte delle 22 mila prodotte abitualmente;

   secondo gli analisti di AutoForecast Solutions la carenza di microchip nell'ultima settimana di agosto ha causato la mancata produzione di 445 mila veicoli nel mondo, con una perdita stimata per l'intero 2021 di 8,1 milioni di veicoli –:

   se non intenda convocare al più presto il tavolo per l'automotive al fine di trovare le migliori soluzioni per fronteggiare la crisi del chip, garantendo il futuro di tutti i lavoratori italiani e dei siti del nostro Paese.
(5-06649)

Interrogazioni a risposta scritta:


   CAPPELLACCI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   il decreto del Ministro dello sviluppo economico del 19 giugno 2019 ha definito il calendario nazionale che individua le scadenze della tabella di marcia ai fini dell'attuazione degli obiettivi della decisione (UE) 2017/899, ai sensi dell'articolo 1, comma 1032, della legge 27 dicembre 2017, n. 205, come modificato dall'articolo 1, comma 1106, della legge 30 dicembre 2018, n. 145;

   in particolare, tale decreto ha indicato 4 aree geografiche, con al loro interno 4 aree ristrette per il rilascio dei CH 50 – 53, nonché le corrispondenti fasi temporali per le operazioni tecniche nel periodo transitorio individuato dal gennaio 2020 al giugno 2022. Il decreto ha altresì disposto la tempistica e le modalità della dismissione della codifica DVBT/MPEG2 in favore della codifica DVBT-2/HEVC previa fase transitoria MPEG-4 su standard DVBT a partire dal mese di settembre 2021 per alcune aree e l'attivazione finale dello standard DVBT-2 a livello nazionale entro giugno 2022;

   tuttavia, la situazione di emergenza causata dalla pandemia del COVID-19 ha determinato un rallentamento nella distribuzione degli apparecchi televisivi adeguati ai nuovi standard;

   alla luce di tale condizione, il Ministero dello sviluppo economico ha espresso la volontà di rivedere le scadenze della tabella di marcia indicata nel decreto del 19 giugno 2019 e ha formulato un'ipotesi che, mentre dispone una proroga per le altre aree, anticiperebbe la calendarizzazione della sola Sardegna agli ultimi mesi del 2021 in luogo della data originariamente prevista quale termine ultimo il 31 marzo 2022;

   occorre, invece, tenere conto che se le ragioni legate alla distribuzione dei nuovi apparecchi di ricezione sono valide per le regioni delle aree 2, 3 e 4 e per le altre dell'area 1, permangono anche e soprattutto per la Sardegna la quale attraversa, inoltre, un complesso momento di difficoltà economica. L'anticipo delle scadenze rischia, pertanto, di aggravare le difficoltà economiche delle emittenti locali dell'isola che subirebbero un incremento improvviso dei costi non pianificato, derivante dal fatto di non poter utilizzare già dalla fine dell'anno e non da marzo le proprie apparecchiature per le trasmissioni. Inoltre, l'improvviso e accelerato cambiamento della codifica trasmissiva danneggerebbe gli utenti finali ovvero i cittadini sardi che, rispetto ai connazionali di altre parti d'Italia, dovrebbero provvedere alla sostituzione degli apparati televisivi non idonei alla ricezione con conseguente diminuzione degli ascolti e degli introiti pubblicitari per le stesse emittenti televisive locali;

   anche una delle principali associazioni di categoria Aeranti Corallo in data 27 luglio 2021 ha espresso al Ministero dello sviluppo economico la necessità di fissare la transizione in tutte le 19 aree tecniche, compresa la Sardegna, previste dal Piano nazionale di assegnazione delle frequenze (Pnaf) dal 1° aprile 2022 per essere completate a giugno 2022 e senza passaggi intermedi all'MPEG 4 di cui invece all'anticipo della roadmap di novembre 2021 per la Sardegna –:

   se, alla luce delle considerazioni sopra esposte e della grave crisi economica che incide anche sul settore delle emittenti televisive, non ritenga opportuno mantenere, per quanto riguarda la Sardegna, le scadenze indicate nel decreto del Ministro dello sviluppo economico del 19 giugno 2019.
(4-10203)


   BIGNAMI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   sono giunte all'interrogante numerose segnalazioni di cittadini residenti nel quartiere San Donato/San Vitale di Bologna che, da fine gennaio 2021, a seguito del tentativo di furto avvenuto presso il bancomat posizionato in Via F. Beroaldo, non possono più usufruire del servizio di ufficio postale. Il suddetto ufficio, infatti, risulta chiuso proprio da quando il bancomat era stato fatto esplodere da malviventi e, da allora, non ha più riaperto. I residenti chiedono che venga riaperto l'ufficio postale di via Beroaldo;

   l'ufficio postale di via dell'Artigiano è punto di riferimento del quartiere sia per la sua posizione strategica, sia per l'ampio bacino di cittadini a cui presta i propri servizi;

   dal 31 gennaio 2021 tutti coloro che hanno necessità di usufruire dei servizi postali debbono recarsi presso la Posta di via Carlo Alberto Pizzardi (distante circa 1,5 chilometri), oppure direttamente alla posta centrale in Piazza Minghetti (distante circa 2,3 chilometri);

   il riferimento di tali uffici postali viene riportato nell'avviso di chiusura temporanea. Questi sono individuati come uffici alternativi a cui rivolgersi, mentre il ritiro della corrispondenza in giacenza è possibile solo presso la sede di via Saliceto 4, distante 2,1 chilometri;

   tale servizio alternativo risulta assolutamente gravoso, soprattutto per i numerosi anziani residenti in zona, impossibilitati a raggiungere gli uffici definiti «più vicini»;

   ad oggi, sussiste il disagio derivante dalla chiusura dell'ufficio postale di Via dell'Artigiano 32/A. Nonostante molteplici avvisi in cui si preannunciava una riapertura immediata, l'ufficio postale risulta ancora chiuso. Questo provoca ancora disagi per i residenti della zona che, per usufruire dei servizi postali, devono recarsi presso gli uffici limitrofi, tra i quali il più vicino risulta essere quello di Via Pirandello 22 che dista ben 2,3 chilometri;

   tale chiusura, inoltre, comporta inevitabilmente un notevole afflusso di cittadini presso le altre sedi, provocando così affollamento e lunghe file che, specialmente in questo periodo di piena pandemia, risultano vietate ed altamente pericolose –:

   se tale chiusura e la conseguente riorganizzazione degli uffici postali interessati rispettino quanto previsto dagli accordi sottoscritti da Poste Italiane e Anci in merito alla distribuzione dei servizi sul territorio;

   atteso che la chiusura dell'ufficio postale sito in via dell'Artigiano 32/A a Bologna rappresenta un grave disservizio ai danni della cittadinanza, quali iniziative, per quanto di competenza, si intendano assumere, affinché Poste Italiane proceda a una pronta riapertura dell'ufficio postale.
(4-10208)

TRANSIZIONE ECOLOGICA

Interpellanza:


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della transizione ecologica, il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:

   il 21 luglio 2017 il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e le regioni interessate hanno sottoscritto un protocollo d'Intesa finalizzato alla realizzazione di opere per il collettamento e la depurazione del lago di Garda;

   il 20 dicembre 2017 il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, le regioni interessate e gli enti interessati hanno sottoscritto una convenzione che prevede un finanziamento ministeriale del progetto pari a 100 milioni di euro, a fronte di un costo complessivo di euro 230 milioni di euro;

   a febbraio 2018 Acque Bresciane ha incaricato l'università di Brescia di svolgere un'analisi preliminare su sei possibili alternative di localizzazione;

   a settembre 2018 Acque Bresciane ha proposto all'Ato di Brescia di realizzare due depuratori, nel comune di Gavardo, in affiancamento al costruendo depuratore A2A, e, a Montichiari, in ampliamento dell'impianto esistente, per la depurazione dei reflui dei comuni della sponda bresciana del Lago di Garda;

   a novembre 2018 l'Ato di Brescia ha approvato l'istanza;

   a febbraio 2020 il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha istituito un tavolo tecnico per valutare gli impatti ambientali del nuovo sistema di depurazione sul fiume Chiese;

   il 10 febbraio 2020 oltre 20 sindaci hanno scritto una lettera al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare esprimendo le perplessità e preoccupazioni sorte dopo la pubblicazione del progetto, che individua nel fiume Chiese il corpo recettore degli scarichi dei reflui provenienti dai comuni del Lago di Garda;

   il fiume Chiese è da tempo sfruttato a fini produttivi soprattutto da agricoltura intensiva e lunghi tratti del suo corso d'acqua, ogni anno, sono quasi prosciugati a causa dei canali artificiali che dirigono l'acqua nelle campagne dove vengono seminate le colture;

   a maggio 2020 i tecnici nominati dai comuni di Gavardo e Montichiari e le associazioni ambientaliste hanno trasmesso al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare le loro osservazioni sullo studio di fattibilità di Acque Bresciane;

   il 1° settembre 2020 i sindaci dei comuni del Chiese hanno inviato al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio è del mare una comunicazione chiedendo di escludere l'ipotesi di scarico nel Fiume Chiese e nel Naviglio Grande Bresciano;

   il 30 novembre 2020 il consiglio provinciale di Brescia ha approvato una delibera, la «Mozione Sarnico», indicando che le infrastrutture di depurazione debbano essere localizzate nelle are territoriali dei comuni afferenti all'impianto stesso: «come indirizzo strategico, in merito alle infrastrutture di depurazione, si adotta il criterio, a valere anche sulle opere ancora in corso di progettazione, che persegua il principio generale che gli impianti consortili di depurazione siano localizzati nelle aree territoriali dei comuni afferenti all'impianto stesso»;

   Il 17 dicembre 2020 l'Ato di Brescia ha trasmesso ad Acque Bresciane la richiesta di identificare nuove ipotesi di localizzazione per il sistema di depurazione, conformi con gli indirizzi espressi dalla provincia di Brescia e con i regolamenti regionali;

   tra gennaio e marzo 2021 Acque Bresciane ha chiesto all'università di Brescia di aggiornare gli studi per includere anche ipotesi conformi con gli indirizzi espressi dalla delibera del consiglio provinciale di Brescia del 30 novembre 2020;

   il 9 aprile 2021 Acque Bresciane ha trasmesso all'Ufficio d'ambito di Brescia (Ato) una relazione sulla valutazione dei nuovi scenari localizzativi insieme all'analisi comparativa svolta dall'università. Le alternative prese in considerazione sono: Peschiera, Gavardo e Montichiari; Peschiera e Lonato. Il 10 aprile 2021 Acque Bresciane ha aperto un confronto con il territorio sulle soluzioni proposte per il collettamento e la depurazione della sponda bresciana del Garda;

   il 14 maggio 2021 e il 16 giugno 2021 la Federazione del Tavolo delle associazioni che amano il fiume Chiese e il suo lago d'Idro ha inviato al Ministero della transizione ecologica uno studio sulla possibilità di ristrutturare e potenziare l'attuale depurazione del lago di Garda, anche risparmiando notevole denaro pubblico;

   il prefetto di Brescia è stato nominato quale Commissario straordinario per il collettamento e la depurazione delle acque del Garda;

   con una nota del 23 luglio 2021 la prefettura di Brescia ha annunciato che: «il sistema di collettamento e depurazione a servizio della sponda bresciana del lago di Garda si articolerà in due depuratori che verranno ubicati a Gavardo e Montichiari»;

   il trasferimento della depurazione del lago di Garda nel fiume Chiese comporterebbe lo spreco della risorsa del lago d'Idro e dei bacini a monte rilasciando acqua ogni anno per lavare il letto del fiume;

   dal 9 agosto 2021 è in corso a Brescia un presidio permanente di associazioni, comitati e cittadini contro la decisione del Commissario –:

   quali iniziative di competenza il Governo intenda porre in essere per rivalutare soluzioni alternative, compresa quella di ristrutturare e potenziare l'attuale sistema di depurazione sublacuale, rispetto a quella annunciata dal Commissario straordinario, che siano in linea con la delibera della provincia di Brescia di cui in premessa, anche con un minore impiego di risorse pubbliche, e che tengano in considerazione i gravi effetti che tale decisione provocherebbe sul fiume Chiese.
(2-01323) «Dori, Fornaro, Timbro, Fratoianni, Muroni».

Interrogazione a risposta in Commissione:


   DAL MORO. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   negli ultimi mesi si è assistito a un progressivo incremento dei prezzi di gas ed energia elettrica, che dal luglio 2021, hanno raggiunto livelli record, con un aumento del 9,9 per cento per la corrente elettrica e del 15,3 per cento per il gas;

   le cause di tali aumenti sono attribuibili al forte aumento delle quotazioni delle materie prime, in costante crescita dall'inizio dell'anno in ragione del miglioramento delle prospettive economiche dopo i ribassi dei mesi precedenti dovuti alla pandemia, e la forte crescita dei prezzi dei permessi di emissione di CO2;

   in particolare, per quanto riguarda i mercati del gas, i rincari sono stati determinati anzitutto dalla crescita della domanda, a causa di temperature inferiori alle medie stagionali che hanno dirottato verso i consumi parte del gas che, nella stagione primaverile, è solitamente destinata al riempimento degli stoccaggi, e dalle riduzioni delle forniture dal nord Europa e minori disponibilità di Gnl, in quanto parte della produzione del bacino atlantico è stata indirizzata verso l'Asia; la risalita del prezzo del gas naturale e la contestuale accelerazione della crescita del prezzo della CO2 hanno invece contribuito al rialzo del prezzo dell'energia elettrica;

   gli aumenti sarebbero stati persino più elevati, determinando un aumento di circa il 20 per cento della bolletta dell'elettricità, se il Governo non fosse intervenuto con un provvedimento di urgenza per diminuire la necessità di raccolta degli oneri generali in bolletta del trimestre in corso;

   il 1° ottobre 2021, l'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) dovrà procedere all'aggiornamento delle tariffe dell'energia elettrica e del gas e sono prevedibili ulteriori aumenti, in considerazione degli attuali andamenti che vedono petrolio, gas naturale ed elettricità in rialzo sui mercati: nella sola settimana da lunedì 30 agosto a domenica 5 settembre 2021, il prezzo medio di acquisto dell'energia elettrica scambiata sulla Borsa gestita dal Gme è stato pari a 130,54 euro/MWh, il 15,3 per cento in più rispetto alla settimana precedente, una tendenza che è prevista confermarsi anche nelle settimane successive;

   analoghi andamenti per il petrolio, con il Brent che è salito nell'ultimo mese da 68 dollari a oltre 72,4 dollari al barile, e per il gas naturale, con il prezzo del Ttf, il contratto utilizzato come riferimento per il mercato europeo, che ha toccato nei primi giorni di settembre il record storico a 55 euro/MWh, mentre tre mesi fa, in giugno 2021, la media era intorno ai 28 euro/MWh;

   gli esperti del settore parlano di possibili aumenti che potrebbero andare dal 20 al 30 per cento a partire da ottobre 2021, previsioni che stanno mettendo in allarme il settore delle imprese, che, dopo un periodo di grande crisi, avevano iniziato la ripresa e per le quali i costi energetici sono una variabile importante dei costi di produzione;

   anche per le famiglie l'incidenza di questi rincari potrebbe risultare drammatica, specie per le famiglie più numerose o con redditi bassi –:

   quali iniziative anche normative, intenda intraprendere il Governo, per quanto di competenza, in relazione ai previsti rincari in un momento così delicato per la ripresa del Paese, al fine di tutelare i consumatori.
(5-06651)

Interrogazione a risposta scritta:


   CIABURRO e FRASSINETTI. — Al Ministro della transizione ecologica, al Ministro dell'interno, al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   come noto, il 29 agosto 2021 un rogo ha interessato l'intera facciata di un palazzo di diciotto piani, noto come «Torre del Moro», situato nella periferia sud di Milano;

   secondo i primi rilievi degli inquirenti, e come poi comunicato e condiviso successivamente dalle agenzie di stampa, l'incendio si sarebbe originato al quindicesimo piano della struttura, le fiamme avrebbero innescato gli elementi esterni della facciata ventilata che, con la sua particolarità costruttiva, ha favorito la rapida propagazione dell'incendio con un effetto cosiddetto camino;

   secondo le prime analisi di laboratorio condotte dal nucleo investigativo antincendio dei vigili del fuoco, i pannelli di rivestimento esterno del palazzo erano costituiti da materiale plastico sintetico altamente infiammabile;

   il grattacielo è stato ultimato nel 2011, periodo in cui non esisteva alcuna normativa che tenesse conto dei materiali usati in facciata e del loro comportamento in caso di incendio; pertanto, in fase di progetto tale normativa non è stata rispettata;

   come noto, il Comitato centrale tecnico-scientifico del Corpo nazionale dei vigili del Fuoco ha adottato la regola tecnica verticale (Rtv) «chiusure d'ambito» che, per la prima volta in Italia, disciplina il comportamento al fuoco delle facciate e delle coperture degli edifici; al momento il testo è in attesa di notifica alle competenti autorità della Commissione europea, ai fini di una successiva approvazione definitiva;

   tuttavia, come segnalato da varie associazioni di rappresentanza di categoria, gli obblighi contenuti nella Rtv sono ritenuti insufficienti a garantire la sicurezza sul caso che un incendio colpisca per l'appunto la facciata o la copertura di un edificio, in quanto questi obblighi individuano come sicure le soluzioni tecniche maggiormente diffuse sul mercato e che hanno già dato prova di non essere efficaci nel limitare la propagazione di un incendio;

   nel testo della Rtv, quindi, non sono state recepite le indicazioni tecniche che sono state definite a seguito dei tragici incendi avvenuti negli ultimi anni e nei tempi più recenti, tra cui il caso della Grenfell Tower di Londra del 4 giugno 2017, o ancora l'incendio del 2 marzo 2021 durante la ristrutturazione del centro ex Fiat Engineering di Corso Ferrucci a Torino o ancora l'incendio del 3 marzo 2021, avvenuto a Firenze, durante i lavori di coibentazione sulla copertura di un centro commerciale;

   il cosiddetto Superbonus 110 per cento istituito dal decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, cosiddetto «Decreto Rilancio», costituisce sicuramente uno strumento prezioso e fondamentale sia per rilanciare il settore dell'edilizia nel Paese, che per mettere in sicurezza gli immobili sul territorio nazionale;

   considerato il caso di cronaca di cui sopra, una revisione maggiormente omnicomprensiva della Rtv e della normativa in materia di sicurezza antincendio è quanto più improcrastinabile e necessaria;

   dato che la relazione è ancora in attesa di inoltro presso le competenti Autorità europee ai fini dell'approvazione, esistono dei margini operativi per il miglioramento del testo –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative intendano intraprendere, per quanto di competenza, per:

    a) attuare una pronta revisione della Rtv di cui in premessa in previsione del prossimo inoltro alle autorità europee per l'approvazione definitiva, prevedendo una piena attuazione delle disposizioni di sicurezza già contenute nel decreto legislativo 10 giugno 2020, n. 48, di cui alla direttiva (UE) n. 2018/844 del Parlamento europeo e del Consiglio;

    b) prevedere incentivi e requisiti per la riduzione del rischio di incendio in edilizia, soprattutto in relazione nel caso di cui in premessa, aggiuntivi rispetto a quelli già obbligatori;

    c) promuovere, in ogni caso, l'adozione di tecniche e materiali non combustibili rispetto all'attuale prassi di mercato, anche tramite concertazione con le organizzazioni di categoria più rappresentative del settore;

    d) potenziare lo strumento del «Superbonus 110 per cento» anche al fine di agevolare ed incentivare gli interventi di messa in sicurezza antincendio.
(4-10204)

Trasformazione di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati così trasformati su richiesta dei presentatori:

  interrogazione a risposta orale Ascari e altri n. 3-02218 del 22 aprile 2021 in interrogazione a risposta scritta n. 4-10202.

  interrogazione a risposta orale Cappellacci n. 3-02439 del 28 luglio 2021 in interrogazione a risposta scritta n. 4-10203.