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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Lunedì 26 luglio 2021

ATTI DI INDIRIZZO

Mozioni:


   La Camera,

   premesso che:

    durante i primi 18 mesi di pandemia sono stati varati una serie di decreti del Presidente del Consiglio dei ministri per misure di emergenza sanitaria e di sostegno all'economia;

    i provvedimenti, in fase di conversione, sono stati analizzati dalle diverse Commissioni parlamentari anche attraverso specifiche indicazioni pervenute in sede di audizione da rappresentanti istituzionali ed esperti;

    sono stati auditi a più riprese i magistrati che operano nei principali distretti italiani, nonché nelle direzioni distrettuali antimafia, compreso il procuratore della Direzione nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho;

    già in occasione della conversione in legge del decreto-legge «liquidità», il procuratore Cafiero de Raho aveva espresso in Commissione VI finanze preoccupazione per le attività del settore «Ho.re.ca.», per i passaggi di mano di attività o di quote, sottolineando la necessità di una sorveglianza rafforzata anche nella concessione dei mutui, attraverso la trasmissione di dati nelle modalità indicate;

    a tal fine, sarebbe importante anche l'istituzione di banche dati gestite dagli organismi di autoregolamentazione delle categorie professionali e messe a disposizione degli inquirenti, come indicato nella proposta di legge atto Camera n. 2903 depositata da l'Alternativa c'è;

    allo stesso tempo occorrerebbero l'istituzione di nuovi fondi e il rafforzamento di quelli esistenti in favore delle vittime dell'usura, come era stato proposto dall'onorevole Piera Aiello mediante l'introduzione di una norma in via emendativa nel decreto-legge «sostegni bis» atto Camera n. 3132 – decreto-legge n. 73 del 2021, articolo 13-bis;

    va inoltre considerato che, come paventato e come poi appurato dalla magistratura, le mafie hanno già messo le mani su parte delle risorse destinate alla ripartenza ed elargite tramite i decreti emergenziali e il rischio che si rafforzino facendo lo stesso con quelle del Piano nazionale di ripresa e resilienza e del fondo complementare, mentre il Parlamento ha convertito e si prepara a convertire provvedimenti per circa 221,5 miliardi di euro, è concreto;

    le mozioni presentate da altri gruppi e componenti parlamentari sollecitano condivisibilmente il Governo ad introdurre strumenti finanziari ed operativi volti a potenziare l'operato delle direzioni distrettuali antimafia;

    tale operato rischia, tuttavia, di divenire inefficace a causa della disarticolazione del codice degli appalti determinata dalle disposizioni appena approvate con il decreto-legge «semplificazioni» (atto Camera n. 3146) e dell'introduzione della riforma giudiziaria prevista dal disegno di legge recante delega al Governo per l'efficienza del processo penale e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari pendenti presso le corti d'appello (atto Camera n. 2435 Governo), come segnalato da gran parte degli esperti del settore e dagli stessi magistrati antimafia,

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative volte all'istituzione di un fondo per rilasciare garanzie agli istituti di credito che concedono prestiti, altri finanziamenti e mutui per le vittime delle richieste estorsive e dell'usura, in modifica di quanto previsto dal comma 1-ter dell'articolo 3 della legge 23 febbraio 1999, n. 44;

2) ad adottare iniziative normative volte a rafforzare la disciplina in materia di conservazione di documenti, dati e informazioni da parte degli organismi di autoregolamentazione delle categorie professionali per prevenire il riciclaggio dei proventi di attività criminose e il finanziamento del terrorismo, in linea con quanto segnalato in premessa.
(1-00506) «Trano, Colletti, Maniero, Giuliodori, Sapia, Cabras, Corda, Spessotto, Vallascas, Forciniti, Testamento, Costanzo, Leda Volpi».


   La Camera,

   premesso che:

    nello scenario economico italiano, aggravato dalle conseguenze derivanti dalla pandemia da COVID-19, si rileva un particolare attivismo da parte delle associazioni criminali teso a sfruttare le difficoltà economiche del tessuto produttivo del Paese;

    lo scenario che emerge costantemente dalle indagini è quello di una mafia che, oltre a mirare al controllo del territorio e del mercato degli stupefacenti, punta a infiltrarsi nell'economia legale e a condizionare i flussi finanziari e il libero mercato, allungando i propri tentacoli sui finanziamenti statali ed europei, anche attraverso la collaborazione di professionisti e tecnici asserviti ai propositi criminali delle organizzazioni mafiose;

    al dinamismo imprenditoriale della criminalità mafiosa si contrappone, purtroppo, uno Stato privo della necessaria flessibilità nell'affrontare la sfida e ingessato dentro una legislazione non al passo con i tempi;

    a fronte di tale situazione l'Italia si deve preparare a gestire, nel corso dei prossimi anni, le ingenti risorse stanziate dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, dal Piano nazionale per gli investimenti complementari, dal Piano nazionale integrato per l'energia e il clima 2030, nonché dai fondi strutturali e di investimento europei per gli anni 2021-2027;

    nonostante la diffusa consapevolezza del problema, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma anche il recente decreto-legge n. 77 del 2021, non dedica ad esso una particolare attenzione, richiamando l'applicazione di istituti generici, come i protocolli di legalità, il potenziamento delle strutture amministrative e della magistratura sul territorio e il rafforzamento della filiera dei controlli e della tracciabilità della spesa. Di fatto, nulla di nuovo rispetto a quanto già esistente e senza un preciso cronoprogramma attuativo. Anche per il settore degli appalti non sono state poste in essere particolari misure se non meri rinvii a norme già esistenti che, come sottolineato recentemente dall'Autorità nazionale anticorruzione nella relazione 2021 sulla propria attività, non sono state sufficienti a contrastare lo sviluppo di tale fenomeno che, nel corso del 2020, anno di drastica riduzione dell'attività economica e di restrizioni dovute alla pandemia, contrariamente alle attese, ha registrato un numero di segnalazioni di fatti illeciti quintuplicato rispetto all'anno 2015 (622 contro 125);

    in data 11 maggio 2021 con l'ordinanza n. 97 la Corte costituzionale si è espressa in merito alla questione dell'ergastolo ostativo, affermando che è proprio l'effettiva possibilità di conseguire la libertà condizionale a rendere compatibile la pena perpetua con la Costituzione e che, laddove questa possibilità fosse preclusa in via assoluta, l'ergastolo sarebbe invece in contrasto con la finalità rieducativa della pena di cui all'articolo 27;

    pur non disconoscendo la funzione rieducativa della pena rilevata dalla Corte costituzionale, è, tuttavia, necessario riaffermare e valorizzare anche la funzione social preventiva, retributiva e punitiva della pena, in particolare modo nei confronti di coloro che sono stati condannati per delitti commessi avvalendosi delle condizioni di cui all'articolo 416-bis del codice penale, ovvero al fine di agevolare l'attività delle associazioni in esso previste;

    pur a fronte degli sforzi profusi da ciascuno, le forze dell'ordine e la magistratura necessitano di nuove e maggiori risorse umane, tecnologiche e strumentali per affrontare le sfide della criminalità organizzata,

impegna il Governo:

1) ad assumere urgenti iniziative di competenza, anche normative, per potenziare l'attività d'indagine e contrasto della criminalità organizzata attraverso il potenziamento delle forze dell'ordine e della magistratura, tanto in termini di personale quanto di dotazioni tecnologiche e strumentali;

2) ad assumere urgenti iniziative di competenza, anche normative, per potenziare l'attività di coordinamento e vigilanza dell'Autorità nazionale anticorruzione, anche attraverso il rafforzamento del Piano nazionale anticorruzione;

3) ad assumere urgenti iniziative di competenza, anche normative, per potenziare l'attività del Commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura e dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, tanto sotto il profilo delle risorse umane assegnate quanto degli strumenti normativi a disposizione per contrastare la criminalità;

4) ad adottare iniziative per investire sulla maggiore digitalizzazione del procedimento penale, nel rispetto del diritto di difesa, in modo tale da semplificare e rendere più efficiente l'azione della magistratura, prevedendo inoltre l'istituzione di tribunali distrettuali antimafia presso ciascun distretto di corte di appello;

5) ad assumere urgenti iniziative normative, come richiesto dall'ordinanza della Corte costituzionale n. 97 del 2021, sul regime del cosiddetto carcere duro e dell'ergastolo ostativo, al fine di predisporre interventi volti a contemperare la finalità rieducativa della pena con le inderogabili esigenze di sicurezza della collettività e le esigenze social preventive, introducendo il principio stringente che solo una fondata e argomentata prognosi in ordine alla non reiterazione del reato e alla rescissione di ogni collegamento con ambienti criminosi, con onere probatorio a carico del detenuto, possa consentire una positiva valutazione relativa alla non attualità della pericolosità sociale che giustifica l'ammissione ai benefici;

6) a porre in essere iniziative per ingenti investimenti in materia di edilizia penitenziaria, in particolare per le strutture carcerarie dedicate alla criminalità organizzata e per il contestuale rafforzamento della polizia penitenziaria;

7) ad adottare iniziative per digitalizzare integralmente le procedure di affidamento dei contratti pubblici finanziati a valere sulle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza, del Piano nazionale per gli investimenti complementari, del Piano nazionale integrato per l'energia e il clima e dei fondi europei 2021-2027, in modo tale da garantire la tracciabilità dei procedimenti, anche avvalendosi delle esperienze in materia di e-procurement sviluppate da Consip.
(1-00507) «Lollobrigida, Meloni, Ferro, Delmastro Delle Vedove, Albano, Bellucci, Bignami, Bucalo, Butti, Caiata, Caretta, Ciaburro, Cirielli, De Toma, Deidda, Donzelli, Foti, Frassinetti, Galantino, Gemmato, Lucaselli, Mantovani, Maschio, Mollicone, Montaruli, Osnato, Prisco, Rampelli, Rizzetto, Rotelli, Giovanni Russo, Rachele Silvestri, Silvestroni, Trancassini, Varchi, Vinci, Zucconi».

Risoluzioni in Commissione:


   La III Commissione,

   premesso che:

    domenica 11 luglio 2021 a Cuba sono iniziate ampie proteste contro il Governo, le più ampie e partecipate in quasi trent'anni da quando, nel 1959, i rivoluzionari guidati da Fidel Castro conquistarono il Paese. I manifestanti hanno chiesto le dimissioni del Governo del presidente Miguel Díaz-Canel. Hanno inoltre protestato contro la grave crisi economica, a causa della quale sull'isola mancano cibo e generi di prima necessità, e contro la cattiva gestione della pandemia da coronavirus;

    il Governo cubano ha risposto alle proteste con la violenza, inviando per la prima volta in decenni la polizia in tenuta antisommossa e ha arrestato decine e forse centinaia di persone, tra cui molti noti oppositori. Inoltre, ha bloccato la connessione a internet per diverse ore, per evitare la diffusione delle immagini e dei video delle proteste e per impedire ai manifestanti di organizzarsi online. Nei giorni successivi, la connessione è tornata a tratti, ma diversi importanti social network come Facebook, Twitter e il servizio di messaggistica Telegram sono rimasti bloccati;

    l'amministrazione americana di Joe Biden ha imposto alcune sanzioni economiche contro funzionari ed enti di Cuba, in risposta alla repressione delle grandi proteste per la democrazia e contro il regime castrista che ci sono state negli scorsi giorni sull'isola. Le sanzioni hanno colpito Alvaro López Miera, che è il capo delle forze armate, e l'intera Brigata speciale nazionale, un corpo di forze speciali soprannominato «berretti neri», che fa capo al Ministero dell'interno e che sarebbe stato il più attivo nella repressione delle proteste. Il Dipartimento del tesoro americano, che è l'ente deputato a emettere le sanzioni economiche, ha detto che López Miera e i «berretti neri» sono stati scelti per il loro coinvolgimento «nella repressione delle proteste pacifiche e per la democrazia che si sono svolte a Cuba a partire dall'11 luglio». «Questo è soltanto l'inizio», ha detto Biden in un comunicato. «Gli Stati Uniti continueranno a sanzionare le persone responsabili per l'oppressione del popolo cubano»;

    con l'annuncio del 16 dicembre 2014, l'allora presidente degli Stati Uniti d'America, Barack Obama, e il presidente della Repubblica di Cuba, Raul Castro, avevano espresso la volontà di avviare un processo di normalizzazione dei rapporti tra i due Stati;

    all'annuncio erano seguiti la ripresa delle relazioni diplomatiche fra i due Paesi, con lo storico vertice dell'11 aprile del 2015, il vertice delle Americhe, la riapertura delle rispettive missioni diplomatiche e la cancellazione di Cuba dalla lista nera dei Paesi che sponsorizzano il terrorismo internazionale;

    durante l'amministrazione Trump, le relazioni tra Cuba e gli Stati Uniti hanno subito, invece, un notevole arresto, dettato dalla volontà degli Stati Uniti di interrompere il processo di normalizzazione dei rapporti. In questo contesto, è stata mantenuta la riduzione, imposta dagli Stati Uniti al personale di entrambe le ambasciate e si è proceduto, a quanto consta all'interrogante, alla chiusura dell'Ufficio locale dei servizi per la cittadinanza e per l'immigrazione degli Stati Uniti a Cuba, trasferendo parte dei suoi servizi in Messico;

    ciò è avvenuto per via dell'annuncio fatto nel giugno del 2017 dal presidente degli Usa, Trump, in cui è stato sancito uno stop allo storico accordo e l'avvio di nuove sanzioni;

    il presidente americano, Biden, ha promesso, durante la sua campagna presidenziale del 2020, che avrebbe cambiato la politica statunitense verso l'isola, affermando che le politiche di Trump avevano «inflitto danni al popolo cubano» e non avevano fatto «nulla per promuovere la democrazia e i diritti umani», facendo intendere, dunque, di voler proseguire con la storica distensione tra Cuba e Stati Uniti che era stata avviata dal presidente Obama;

    Cuba richiede che venga posto fine all'embargo (bloqueo), riconosciuto illegale da ben 28 risoluzioni dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, l'ultima delle quali, proprio del 23 giugno 2021, con la quale 184 Paesi hanno appoggiato la richiesta di Cuba; solo gli Stati Uniti e Israele hanno votato contro e Colombia, Brasile e Ucraina si sono astenuti;

    l'Italia non ha mai votato a favore delle sanzioni contro Cuba, anzi, da anni, a livello europeo e italiano, si hanno relazioni bilaterali molto forti, con accordi di collaborazione in campo economico, sociale, culturale, politico e diplomatico. I rapporti italo-cubani, pur nel contesto di una concezione della democrazia e dei diritti umani evidentemente non coincidenti, sono improntati ad una tradizionale amicizia. Importante, in questi anni, è stata anche l'intensificazione dei rapporti tra il Governo italiano e quello cubano, anche attraverso l'ambasciata di Cuba in Italia, che ha portato ad incentivare e a promuovere nuovi progetti di cooperazione e di scambio economico e culturale tra i due Paesi, agevolando anche gli interscambi con aziende italiane, assieme agli scambi accademici e universitari, anche grazie all'aiuto e all'attività dell'Associazione nazionale di amicizia Italia-Cuba, che, quest'anno, festeggia i sessant'anni della sua fondazione. Cuba è anche un Paese prioritario nella cooperazione allo sviluppo, uno status che consente la programmazione e l'attuazione di importanti progetti che interessano settori cruciali della società cubana, la rilevanza dei quali, oggi, è ulteriormente anche accresciuta, visto il duro impatto che la pandemia da COVID-19 ha prodotto sull'isola. Nonostante le difficoltà che il COVID-19 ha prodotto, Cuba non ha mancato il sostegno all'Italia, mandando a Crema e a Torino, nella primavera 2021, due «Brigadas Henry Reeve», con un totale di 90 medici, in sostegno della popolazione italiana in quel momento gravemente provata dal COVID-19;

    le sanzioni commerciali contro Cuba – l'embargo (bloqueo) – furono decise dalla legge del Senato degli Stati Uniti d'America del 12 marzo 1996, conosciuta come «la Legge Helms-Burton». L'amministrazione Trump ha riattivato una clausola di tale legge che regola e definisce l'embargo, in particolare il cosiddetto Titolo III che permette a cittadini americani, o cubani divenuti poi americani, di fare causa a compagnie accusate di «trafficare» con le proprietà confiscate dal Governo cubano. Tutti i presidenti americani, negli ultimi 23 anni, avevano sospeso il Titolo III a causa delle obiezioni sollevate dagli alleati degli Stati Uniti che intrattengono relazioni economiche con l'Avana. Dal 2014, e dopo la cancellazione delle sanzioni alla Corea del Nord, Cuba è l'unico Paese a cui sono applicate le sanzioni come previsto dal Twea, il Trading With Enemy Act, del 1917, atto a regolare i rapporti commerciali «col nemico»;

    il bloqueo ha provocato, in tutti questi anni, all'economia cubana, un danno enorme, quantificato dalle Nazioni Unite nell'ordine dei 117 miliardi di dollari ed è stato un imponente ostacolo allo sviluppo economico e sociale del Paese, colpendo tutti i settori fondamentali dell'economia e segnatamente il campo della salute, dell'alimentazione, dell'educazione e della cultura;

    gli effetti dell'embargo su Cuba sono preoccupanti, in particolar modo per le sue conseguenze sulla popolazione cubana. Ma, l'applicazione extra-territoriale del bloqueo danneggia gravemente non soltanto Cuba e la sua popolazione, ma colpisce anche gli interessi e i diritti sovrani dei Paesi terzi, il che costituisce una violazione del diritto internazionale, degli scopi e dei principi della Carta delle Nazioni Unite e delle norme del libero commercio;

    l'embargo economico, commerciale e finanziario imposto dal Governo degli Stati Uniti contro Cuba, da oramai quasi sei decenni, è il sistema di sanzioni unilaterali più severo e prolungato che sia stato applicato contro qualsiasi Paese e in particolare, negli ultimi due anni, da quando l'amministrazione Usa Trump ha deciso di dare corso a nuove sanzioni, ha avuto un notevole impatto nella sua dimensione extra-territoriale, nonostante lo sforzo del Governo cubano di aprire l'economia al contributo degli imprenditori privati esteri e delle cooperative, e per ridurre o eliminare le complesse pratiche burocratiche o le proibizioni che disincentivano gli investimenti esteri e dunque il progresso economico;

    l'Unione europea ha offerto un maggior appoggio finanziario a Cuba per far fronte all'inasprimento delle sanzioni americane durante l'amministrazione Trump: i contributi europei, soprattutto nell'ambito della cooperazione e dello sviluppo, rimangono l'unica «fonte di ossigeno» per Cuba e sono stati triplicati negli ultimi anni – più di 200 milioni di euro – e l'Unione europea è il primo socio commerciale di Cuba e il primo in tema di investimenti;

    nel 2008, è stato rilanciato il dialogo ad alto livello Unione europea-Cuba ed è ripresa la cooperazione bilaterale allo sviluppo e nel 2016 è stato firmato l'Accordo per il dialogo politico e la cooperazione (Adpc) – il primo sottoscritto dall'Unione europea con Cuba –, in vigore dal 2017, con lo scopo di rinsaldare gli storici legami tra l'Europa e l'isola, attraverso uno «strumento solido per appoggiare la modernizzazione economica e sociale di Cuba»;

    l'accordo ha uno specifico riguardo anche per i diritti umani; difatti essi figurano sia nel capitolo sul dialogo politico, che in quello sulla cooperazione e, il rispetto dei diritti umani e la difesa della democrazia e dello Stato di diritto dovrebbero essere un'aspirazione essenziale dell'Adpc, al punto che, l'accordo comprende una cosiddetta «clausola relativa ai diritti umani», che costituisce un elemento standard essenziale degli accordi internazionali dell'Unione europea, che consente di sospendere l'accordo medesimo in caso di violazione delle disposizioni in materia di diritti umani;

    la situazione del rispetto dei diritti umani a Cuba permane critica;

    negli ultimi anni, Amnesty International ha documentato arresti, intimidazioni e minacce nei confronti di attivisti e giornalisti indipendenti e ha identificato molti prigionieri di coscienza, in carcere solo per aver espresso pacificamente le loro opinioni. Tutt'oggi, i giornalisti indipendenti, i dissidenti pacifici e i difensori dei diritti umani che documentano le violazioni di tali diritti e che sono per lo più membri dell'opposizione democratica sono perseguitati, detenuti arbitrariamente o imprigionati. E, stando a quanto riportato dalla commissione cubana per i diritti umani e la riconciliazione nazionale, nell'ottobre 2018, sono stati eseguiti almeno 202 arresti arbitrari di breve durata, per motivi indubbiamente politici, di oppositori pacifici e attivisti indipendenti della società civile che esercitavano i loro diritti fondamentali di espressione, assemblea e associazione politica;

    il parere n. 50 del 2020 del gruppo di lavoro del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite sulla detenzione arbitraria, pubblicato il 14 ottobre 2020, avverte che la violazione sistematica dei diritti umani da parte delle autorità cubane è prassi comune; che, negli ultimi dodici mesi fino al 1° giugno 2021, sono stati registrati 199 casi di prigionieri politici a Cuba, con 65 nuovi casi di detenzione politica; che, dall'inizio del 2021, il mese di aprile è stato il più repressivo, come testimoniato dall'Osservatorio cubano dei diritti umani, che ha documentato oltre 1.018 azioni repressive contro attivisti per i diritti umani e giornalisti indipendenti, di cui 206 casi di detenzioni arbitrarie e 13 casi di gravi violenze; che, secondo l'organizzazione dei difensori dei prigionieri, attualmente vi sono 150 prigionieri politici detenuti a Cuba;

    alla luce dell'analisi effettuata dalla Commissione interamericana per i diritti umani il giorno 11 febbraio 2021, sono state adottate misure precauzionali a favore di 20 membri identificati del Movimento San Isidro (Msi) ed è sufficientemente dimostrato che i diritti alla vita e all'integrità personale delle persone identificate sono gravemente a rischio; che le autorità cubane hanno fatto illegalmente irruzione nella casa di Luis Manuel Otero Alcántara, artista indipendente e coordinatore del Movimento San Isidro, e lo hanno arbitrariamente detenuto per diverse ore in assenza di accuse; che Denis Solís González, membro dell'Msi, è detenuto arbitrariamente con l'accusa di oltraggio e Luis Robles Elizástegui è in carcere semplicemente per aver portato un cartello in cui chiedeva pacificamente la liberazione di Denis Solís González; che Maykel Castillo Pérez, membro dell'Msi e co-creatore della canzone «Patria y Vida», è detenuto arbitrariamente ed è stato dichiarato scomparso per 14 giorni dal Comitato delle Nazioni Unite sulle sparizioni forzate;

    contrariamente alle richieste del Parlamento europeo, l'Unione europea non ha potuto visitare prigionieri politici in carcere, né monitorare i processi a carico di oppositori, dissidenti, attivisti dei diritti umani o membri indipendenti della società civile; le organizzazioni internazionali per i diritti umani quali Human Rights Watch, Amnesty International, Prisoners Defenders, tra gli altri numerosi osservatori indipendenti della situazione dei diritti umani, tra cui i relatori speciali delle Nazioni Unite, non possono entrare a Cuba, nonostante anni di insistenza sulla necessità di visitare l'isola; la libertà di stampa è una funzione fondamentale della democrazia, mentre, il Committee to Protect Journalists (Cpj) ha sottolineato come Cuba sia uno dei 10 Paesi più censurati in tutto il mondo e Reporters sans frontières ha collocato Cuba tra i Paesi più oppressivi insieme a Azerbaigian, Crimea, Guinea Equatoriale, Eritrea, Iran, Corea del Nord, Siria, Turkmenistan e Uzbekistan;

    il Governo cubano, tutt'ora, rifiuta di riconoscere il monitoraggio sui diritti umani come attività legittima e nega statuto giuridico alle associazioni locali per la difesa dei diritti umani, nonché l'accesso alle carceri ai gruppi indipendenti di difesa dei diritti umani;

    nonostante la Chiesa svolga un ruolo primario nell'erogazione di servizi sociali non statali a Cuba, le autorità cubane si dimostrano ancora molto restrittive per quanto riguarda la costruzione o la ricostruzione di chiese cristiane;

    la strada verso una reale transizione democratica di Cuba deve necessariamente includere una effettiva partecipazione dei cittadini agli affari pubblici e una maggiore libertà di associazione e di espressione, ma, nonostante l'istituzione del dialogo sui diritti umani e la rielezione di Cuba presso il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite per il periodo 2017-2019, nel Paese, questi risultati non sono ancora tangibili;

    il monitoraggio e il dialogo dei diritti umani a Cuba devono continuare a destare l'attenzione e l'interesse della comunità internazionale per incoraggiare un processo di transizione pacifica a una democrazia pluralistica e il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, nonché una ripresa economica sostenibile e un miglioramento del livello di vita del popolo cubano;

    a tal fine, il dialogo e l'apertura verso Cuba, nonostante i risultati negativi della stessa nella tutela dei diritti fondamentali, resta, al momento, una strada obbligata per non abbandonare il popolo cubano, ma per aiutarlo nel lungo percorso verso la democrazia,

impegna il Governo:

   ad esortare, in tutti i consessi internazionali o bilaterali, il Governo cubano al pieno rispetto dei diritti fondamentali di tutti i suoi cittadini, allineando la propria politica in materia dei diritti umani al diritto internazionale, al fine di consentire la partecipazione attiva alla vita politica e sociale da parte di tutta la società civile e tutti i soggetti politici dell'opposizione;

   a condannare la repressione violenta delle proteste di questi ultimi giorni e a chiedere il rilascio immediato delle persone arrestate per motivi politici nel corso delle proteste;

   ad adottare iniziative per sostenere, con tutti gli strumenti a disposizione, la libertà di stampa e l'accesso alle informazioni a Cuba, e a chiedere il rilascio di tutti i giornalisti imprigionati solo per aver esercitato un fondamentale diritto come quello di cronaca;

   a intraprendere e potenziare, anche nel quadro dell'Accordo di dialogo politico e di cooperazione tra Unione europea e Cuba, tutte le iniziative di cooperazione internazionale e cooperazione decentrata allo sviluppo, che abbiano come obiettivo il sostegno allo sviluppo economico, sociale e culturale di Cuba;

   a supportare ogni altra idonea iniziativa finalizzata alla costruzione positiva di rapporti economici, sociali e culturali tra le autorità locali e la società civile italiana e cubana;

   ad adottare iniziative per continuare a supportare la proposta di risoluzione del governo cubano all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, e quindi a mettere in atto tutte le iniziative diplomatiche, in seno all'Unione europea, per favorire la ripresa delle normali relazioni diplomatiche tra Stati Uniti e Cuba, a partire dalla rimozione totale del bloqueo.
(7-00703) «Quartapelle Procopio, Delrio, Fassino, La Marca, Boldrini».


   La III Commissione,

   premesso che:

    Cuba sta attraversando la peggiore crisi economica, alimentare e sanitaria degli ultimi trent'anni;

    l'11 luglio 2021 sono iniziate ampie proteste contro il Governo cubano, le più partecipate da quando nel 1959 i rivoluzionari guidati da Fidel Castro conquistarono il Paese;

    le manifestazioni di protesta che sono iniziate a causa degli «apagones», le interruzioni di energia elettrica della durata anche di 12 ore, si sono trasformate in motivo di protesta contro il Governo cubano per l'aggravarsi della situazione economica e sanitaria;

    numerosi media hanno denunciato atti di violenza contro i manifestanti che hanno coinvolto la polizia cubana, armata di manganelli e spray al peperoncino, provocando migliaia di arresti, molti feriti e anche un morto di 36 anni come riferiva il ministero degli Interni cubano;

    tra i prigionieri delle manifestazioni ci sono anche giornalisti e attivisti. Peter Stano, il portavoce dell'Alto rappresentante dell'Unione europea, ha detto «siamo al corrente degli arresti avvenuti a Cuba di attivisti politici e anche di giornalisti e siamo molto preoccupati, è un fatto assolutamente inaccettabile. Chiediamo alle autorità cubane di rilasciare immediatamente le persone arrestate per le loro opinioni politiche e per il loro lavoro giornalistico. Il loro posto non è in prigione.»;

    il 12 luglio 2021 il Governo cubano bloccava internet e l'accesso ai più noti social media per evitare il diffondersi di notizie sulle manifestazioni. Attualmente, rimangono bloccati su 3G e 4G i social network e alcune applicazioni di messaggistica;

    il 17 luglio 2021 le proteste continuavano, oltre 100 mila persone hanno partecipato ad una manifestazione per chiedere «la fine dei tentativi di destabilizzare il Paese», come riferito dall'agenzia di stampa ufficiale cubana Prensa Latina;

    Miguel Díaz-Canel, succeduto a Raúl Castro come nuovo Presidente di Cuba e come segretario del Partito comunista, manca di un carisma straordinario e di nuove strategie politiche, emerge dai media che nell'ultimo congresso del Partito Comunista si è dato come obiettivo quello di «riformare la rivoluzione»;

    lo slogan delle manifestazioni in corso è «Patria Y Vida», mutuato da una canzone, un esplicito capovolgimento dello slogan rivoluzionario «Patria Y Muerte», nel testo della canzone così come negli slogan di piazza, si evoca il tramonto di un regime incapace considerato oramai distante dalla vita quotidiana;

    nel 2020 l'economia si è contratta dell'11 per cento, la cifra peggiore in tre decenni, e, all'inizio dell'anno, il Governo cubano ha proposto un nuovo pacchetto di misure economiche che ha provocato l'aumento dei prezzi, un'elevata inflazione e l'assenza di un mercato stabile;

    la pandemia da COVID-19 ha bloccato totalmente il turismo, una delle principali fonti di reddito per l'isola, aggravando ulteriormente le prospettive economiche;

    a Cuba la crisi economica si è trasformata in una crisi alimentare e sanitaria, nonostante l'assistenza gratuita del sistema sanitario; mancano i generi di prima necessità ed è insostenibile la scarsità di cibo che si unisce alla progressiva intensificazione dei contagi, causa dell'inadeguata gestione della pandemia da COVID-19 in carenza di medicine e infrastrutture sanitarie;

    alcune manifestazioni pacifiche contro la dittatura nell'isola caraibica si stanno presentando anche in Europa e va tenuto conto che l'Italia è uno dei principali partner commerciali di Cuba, settimo fornitore mondiale per export in quel territorio, il secondo in Europa dopo la Spagna,

impegna il Governo:

   ad assumere iniziative urgenti, nelle opportune sedi internazionali, per chiedere l'immediata liberazione dei manifestanti e dei giornalisti ancora prigionieri che sono stati arrestati per motivi politici durante le proteste, in riferimento agli accordi di dialogo politico e di cooperazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Cuba, dall'altra, fatto a Bruxelles il 12 dicembre 2016 e ratificato con la legge n. 42 del 2019;

   a sostenere, nelle sedi dell'Unione europea, l'avvio di una riconsiderazione complessiva degli accordi con Cuba, alla luce delle ripetute violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali quali la libertà di espressione;

   a farsi promotore, nelle opportune sedi, di iniziative per lo svolgimento di un'inchiesta intesa a verificare le eventuali violazioni dei diritti umani da parte delle autorità, considerando la sospensione dell'erogazione di fondi italiani per la cooperazione allo sviluppo a favore di Cuba.
(7-00704) «Lupi».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza:


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'interno, il Ministro della transizione ecologica, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, per sapere – premesso che:

  in circa due giorni in Sardegna si è consumata una vera e propria catastrofe ambientale;

  un'apocalisse di fuoco ha stretto in una morsa inesorabile un vasto territorio ricompreso tra il Montiferru e la Planargia, un vero polmone verde, epicentro degli incendi che sono divampati e andati avanti tutta la notte tra i comuni di Santu Lussurgiu, Bonarcado, Scano Montiferro, Cuglieri, Sennariolo, Tresnuraghes, Magomadas, Flussio e Tinnura; ma un grave prezzo lo stanno pagando anche i comuni di Usellus, Villaverde, Villaurbana, Arzana e Fonni;

   quindi particolarmente colpita è la provincia di Oristano dove il terrore si è impadronito della popolazione;

   si tratta di un disastro ambientale ed economico che purtroppo sta interessando anche i centri abitati che hanno visto gravemente danneggiate scuole, strutture sportive, aziende artigianali e aziende agricole;

   interi paesi sono stati costretti ad evacuare e sarà difficile per loro un ritorno alla normalità;

   è stato completamente incenerito il maestoso monumento naturale di «Tanca Manna», l'olivastro millenario di Cuglieri simbolo di un patrimonio vegetale agricolo di pregio, e il patrimonio boschivo del Montiferru è oramai compromesso;

   si tratta di un colpo pesantissimo che finora vede oltre 10 mila ettari di territorio essere stati divorati dal fuoco in quella che viene definita un'apocalisse ambientale che ha colpito pascoli, animali, fienili e capannoni, con danni all'agricoltura e all'allevamento che necessiterà di decenni per essere superata;

   tutto questo è accaduto nonostante gli sforzi dei vigili del fuoco, protezione civile, forze dell'ordine e volontari;

   come già rilevato ed evidenziato ampiamente, già da diverso tempo, purtroppo la mancanza di manutenzione boschiva e di idonee politiche di forestazione ha trasformato l'enorme area colpita in un deposito di combustibile, che ha rappresentato una bomba ad orologeria pronta ad esplodere e in balia di qualunque piromane o evento fortuito –:

   quali urgenti iniziative si intendano adottare al fine di procedere tempestivamente al ristoro delle aziende colpite da questo flagello e se si intendano utilizzare parte delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per il rimboschimento ed il risanamento delle zone colpite.
(2-01288) «Scanu, Marino, Papiro, Sut, Orrico, Carabetta, Cadeddu, Alberto Manca, Perantoni, Buompane».

Interrogazione a risposta orale:


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   nei giorni scorsi, numerosi quotidiani hanno riportato la notizia che, dopo l'ingaggio di Elsa Fornero come consulente del Governo sulle pensioni, uh altro incarico di consulenza è stato assegnato ad uno dei protagonisti dell'infausta gestione dell'emergenza Covid-19, azzerando di fatto la discontinuità politica con il precedente Governo Conte;

   l'ex commissario straordinario al Covid e amministratore delegato di Invitalia, Domenico Arcuri, ha ottenuto la sottoscrizione di una convenzione da 4.094.062,12 di euro tra Invitalia e la Presidenza del Consiglio dei ministri per il tramite del sottosegretario di Palazzo Chigi con delega alla programmazione e al coordinamento della politica economica, Bruno Tabacci;

   secondo un documento citato da Il Giornale, la sottoscrizione sarebbe avvenuta in data 11 marzo 2021, undici giorni dopo la nomina di Tabacci, ed è firmato dalla dottoressa Francesca Maria Macioce, dirigente di prima fascia del Dipartimento per la programmazione economica e ha validità dal 31 marzo;

   il compito affidato all'ex commissario Arcuri consisterebbe nel «rafforzare la capacità delle strutture di Governo per il monitoraggio dell'avanzamento finanziario e procedurale degli investimenti pubblici, per la mappatura del portafoglio di progetti finanziati in ottica Programmi-Progetti, la ricognizione di aree e progetti in criticità realizzativa, da sottoporre ad azioni di supporto, e per l'attuazione della strategia di sviluppo sostenibile all'interno del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile»;

   l'ex commissario Arcuri, ad avviso dell'interrogante, si è distinto, in negativo, per una serie di operazioni fallimentari nella gestione dell'emergenza tra cui: la lentezza del piano vaccinale; il bando per le «primule» da 400 mila euro l'una, in un numero variabile tra 21 e 1.200 per un costo finale tra gli 8,4 e i 480 milioni di euro mentre i ristori per il settore fiere ed eventi non arrivavano; l'acquisto a prezzi elevati dei banchi a rotelle per scongiurare la didattica a distanza da una società priva di solidi fondamentali e il successivo inutilizzo per la chiusura delle scuole a causa del lockdown; l'acquisto di mascherine e i dispositivi di sicurezza a prezzi esorbitanti attraverso mediatori, operazioni attualmente sotto la lente attenta della magistratura; l'acquisto dei respiratori cinesi inutilizzabili dalla Fondazione cinese in cui è vicepresidente Massimo D'Alema, suo mentore e amico;

   giova ricordare anche la battuta d'arresto subita anche sul progetto di vaccino italiano Reithera caldeggiato da Arcuri e «bocciato» dalla Corte dei conti in quanto i fondi pubblici sarebbero stati spesi in modo non conforme alla normativa vigente;

   infine, è notizia dei giorni scorsi che i revisori dei conti abbiano mosso pesanti rilievi per un'operazione di svalutazione immobiliare nel bilancio di Invitalia, fatta passare come utile;

   anche Invitalia, ad esempio, ha dato prova di malagestione. Ad esempio, Italia Turismo società con otto villaggi e resort nel Sud della Penisola, ha accumulato un passivo di oltre 20 milioni dal 2016 al 2018. Pisticci, Otranto, Sciacca sono solo alcune delle maxi-strutture turistiche di proprietà di Invitalia abbandonate e degradate, con un evidente depauperamento del patrimonio pubblico;

   data la delicatezza del compito assegnato e l'importanza delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per il rilancio dell'economia nazionale, appare necessario fare chiarezza sulle valutazioni condotte dal Governo nell'assegnazione di tali incarichi, anche alla luce di quanto indicato in premessa, al fine di scongiurare l'ennesimo fallimento –:

   quali siano gli elementi riferiti ad Arcuri ed Invitalia, individuati e valutati positivamente dal Governo, nella scelta per l'assegnazione dell'incarico di cui in premessa;

   se il Governo abbia tenuto conto anche delle inchieste pendenti nella valutazione dell'opportunità della scelta dei consulenti.
(3-02425)

Interrogazioni a risposta scritta:


   CARETTA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della transizione ecologica, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

  secondo le ultime rilevazioni, è previsto un ulteriore rincaro del petrolio nel periodo 2021-2022; considerato che l'85 per cento delle merci viaggiano su strada, è atteso che il rincaro abbia conseguenze sui generi di consumo, come anche ortofrutta, formaggi, carne ed altri prodotti destinati al consumo alimentare, particolarmente sensibili ai rincari nei costi di trasporto; da inizio 2021, i prezzi dei carburanti sono saliti del 14 per cento;

   il petrolio, da solo, pesa per il 30 per cento sulla domanda mondiale di energia prevista per il 2021, il carbone per il 26 per cento e il gas naturale per il 23 per cento, le fonti fossili rappresentano il 79 per cento della domanda mondiale di energia; data la crescita della richiesta di mercato, sono probabili ulteriori e sostenuti aumenti dei prezzi finali;

   considerata la spirale inflattiva che ha colpito materie prime, anche nel contesto agricolo, questo fenomeno, in assenza di risposta in sede nazionale ed europea, rischia di incrementare i costi a carico dei consumatori, dunque dei cittadini, sia per i prodotti che per i servizi offerti sul mercato –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative di competenza intenda intraprendere per tutelare i cittadini italiani dalla spirale inflattiva che sta colpendo le materie prime e nello specifico, dal rincaro del petrolio, in particolare al fine di scongiurare aggravamenti degli oneri economici in capo al comparto agroalimentare.
(4-09897)


   SAITTA e RIZZO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   il 5 luglio 2021 un incendio di vaste proporzioni ha interessato, per diverse ore, la zona industriale di Caltagirone, devastando l'impianto di selezione della frazione secca dei rifiuti gestito dalla Kalat Impianti s.r.l., società a responsabilità limitata, ad integrale partecipazione pubblica, per la gestione degli impianti di trattamento, valorizzazione e recupero della raccolta differenziata;

   grazie all'intervento dei vigili del fuoco e dei volontari della protezione civile è stato possibile estinguere l'incendio e rimettere in sicurezza l'intera area, evitando in tal modo ulteriori danni alla zona interessata;

   l'incendio ha generato una vera e propria nube tossica causata dalla combustione dei rifiuti, provocando in tal modo danni all'ambiente e al territorio circostante;

   a causa di quanto accaduto, gli abitanti dei 15 comuni del Calatino serviti dall'impianto distrutto dall'incendio, rischiano di essere gravati da disagi e dai maggiori oneri causati dal conferimento dei rifiuti ad altri impianti;

   il malfunzionamento dello stabilimento della Kalat Impianti comporterà, inoltre, una perdita degli introiti derivanti dalla gestione dei rifiuti prodotti nella zona del calatino;

   a seguito di tale incendio e su richiesta dei sindaci dei comuni interessati, l'Arpa si è attivata per accertare le dimensioni del danno ambientale e l'eventuale matrice dolosa del gesto;

   dalla lettura di alcuni articoli di giornale e di alcune dichiarazioni si apprende, infatti, della possibile natura dolosa dell'incendio che, al momento, deve essere ancora accertata dalle autorità competenti;

   occorre intervenire con estrema urgenza e con aiuti economici al fine di ripristinare l'impianto di selezione della frazione secca dei rifiuti della Kalat impianti per evitare disagi per il territorio del Calatino –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti descritti;

   quali iniziative intendano adottare, per quanto di competenza, al fine di appurare l'efficacia delle azioni di contrasto agli incendi nella regione Sicilia, nonché di supportare anche economicamente il ripristino dell'impianto distrutto dall'incendio e i costi che i comuni del Calatino dovranno sopportare per il conferimento dei rifiuti in altri siti siciliani.
(4-09903)


   ALAIMO, GIARRIZZO, DEL SESTO, D'ORSO, VILLANI e MARTINCIGLIO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 12 del decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 settembre 2020, n. 120 (decreto-legge semplificazioni), ha apportato alcune modifiche alla legge generale sul procedimento amministravo (legge n. 241 del 1990), in funzione di semplificazione e accelerazione dell'azione amministrativa;

   in particolare, viene aggiunto all'articolo 2 della legge n. 241 del 1990 il comma 4-bis che obbliga le pubbliche amministrazioni a misurare e rendere pubblici i tempi effettivi di conclusione di alcuni procedimenti amministrativi;

   l'articolo 2, comma 4-bis, stabilisce espressamente che le pubbliche amministrazioni misurano e pubblicano nel proprio sito internet istituzionale, nella sezione «Amministrazione trasparente», i tempi effettivi di conclusione dei procedimenti amministrativi di maggiore impatto per i cittadini e per le imprese, comparandoli con i termini previsti dalla normativa vigente;

   lo stesso articolo prevede che, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione, previa intesa in Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sono definiti modalità e criteri di misurazione dei tempi effettivi di conclusione dei procedimenti, nonché le modalità di pubblicazione;

   il nuovo comma 4-bis rinvia, dunque, ad un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri per la definizione delle modalità e dei criteri di misurazione dei tempi effettivi di conclusione dei procedimenti;

   ad oggi, sembrerebbe che il decreto di cui all'articolo 2, comma 4-bis, non sia stato ancora adottato;

   spesso il mancato rispetto dei termini del procedimento è considerato come «evento-sentinella» di un possibile malfunzionamento dell'attività amministrativa ed è necessario che venga adeguatamente monitorato e valutato, anche per individuare le idonee misure correttive di carattere normativo, organizzativo o amministrativo da adottare oltre che per valutarne le performance dell'organizzazione;

   il principio di trasparenza dell'azione amministrativa stabilisce l'obbligo per tutte le pubbliche amministrazioni di rendere visibile e controllabile all'esterno il proprio operato ed è, dunque, uno strumento giuridico idoneo a rendere sia i cittadini che le imprese sempre più consapevoli dei risultati e dei meccanismi di funzionamento della macchina pubblica –:

   se il Governo non ritenga indispensabile adottare le iniziative di competenza al riguardo predisponendo il decreto necessario per dare attuazione concreta alla disposizione normativa di cui all'articolo 2, comma 4-bis, della legge n. 241 del 1990, al fine di rendere pubblici i tempi effettivi di conclusione dei procedimenti amministrativi di maggiore impatto per i cittadini e per le imprese, nel rispetto del principio di trasparenza dell'azione amministrativa.
(4-09906)


   FORMENTINI, BILLI, CECCHETTI, COIN, COMENCINI, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, PICCHI, RIBOLLA, SNIDER e ZOFFILI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   tra il 2017 e il 2018 Paolo Gentiloni, allora a capo del Governo italiano, ed Emmanuel Macron, Presidente della Repubblica francese, annunciarono l'apertura di tavoli di lavoro per definire il cosiddetto «Trattato del Quirinale»;

   il documento avrebbe dovuto sancire la «cooperazione rafforzata» italo-francese su un ampio ventaglio di temi: dalla crescita all'occupazione, dalla politica migratoria all'ambiente, dalla formazione alla difesa comune europea;

   la firma di tale accordo, prevista tra settembre e ottobre del 2018, saltò a causa del cambio di governo intervenuto in Italia;

   l'iter del «trattato del Quirinale» sembrava completamente fermo fino al 2 luglio 2021 quando, secondo quanto riportato da fonti di stampa, in occasione della visita di Stato del Presidente della Repubblica italiano al Presidente francese è riaffiorata la volontà di pervenire alla sua firma;

   con l'accordo di Caen il 21 marzo 2015 l'allora Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Paolo Gentiloni, aveva sottoscritto un'intesa relativa alla definizione dei confini marittimi, rideterminando le linee di demarcazione tra le acque territoriali italiane e francesi e le zone sotto giurisdizione nazionale oltre i confini territoriali. L'accordo tra i due Paesi non è peraltro mai entrato in vigore poiché non è stato ratificato dal Parlamento italiano;

   l'accordo prevedeva che l'Italia avrebbe ceduto alla Francia ampie porzioni di mare – oggi definite come acque internazionali nel mar Ligure e nel tratto compreso tra la Sardegna settentrionale e l'arcipelago toscano – circostanza che avrebbe comportato l'assegnazione alla Francia dell'esclusiva economica su diverse zone marine particolarmente ricche di fauna ittica anche pregiata, oggi attraversate da numerosi pescherecci italiani, nonché sedi di possibili riserve di gas e di petrolio;

   il Parlamento ha recentemente approvato una legge che permetterà all'Italia di dichiarare la propria Zona economica esclusiva –:

   se il Governo intenda chiarire quali siano le disposizioni previste dal cosiddetto «Trattato del Quirinale» in corso di negoziazione e se non ritenga opportuno fornire elementi tempestivamente circa i suoi contenuti;

   se il «Trattato del Quirinale» contempli disposizioni suscettibili di incidere sulla delimitazione delle aree marittime di giurisdizione francesi ed italiane, prevista dall'Accordo di Caen, consentendo la trasformazione, in zona economica esclusiva della Francia, di zone marittime oggi definite come acque internazionali e fondamentali per l'economia delle aree interessate.
(4-09913)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   ZOFFILI, CAPITANIO, BILLI, CECCHETTI, COIN, COMENCINI, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, FORMENTINI, PICCHI, RIBOLLA e SNIDER. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   una giovane ragazza italiana di origini marocchine, nata a Vimercate nel 1998 ove si erano temporaneamente trasferiti i genitori, cresciuta in Brianza ed attualmente studentessa universitaria a Marsiglia, è stata recentemente bloccata alla dogana aeroportuale di Marrakech subito dopo il proprio atterraggio;

   la giovane è in possesso sia del passaporto italiano che di quello marocchino, ma al suo arrivo in Marocco avrebbe esibito soltanto quest'ultimo, generando nelle autorità di presidio all'aeroporto di Marrakech il convincimento di trovarsi davanti ad una cittadina marocchina di religione islamica;

   alla giovane, le autorità marocchine hanno contestato un post pubblicato su Facebook nel 2019, nel quale la studentessa aveva definito «versetto del whiskey» il passaggio coranico concernente l'obbligo del sacrificio, o Kautar, ciò che costituirebbe un'offesa pubblica dell'Islam penalmente perseguibile in Marocco;

   la giovane ha trascorso qualche giorno con i propri genitori, attualmente residenti in Marocco, prima di essere convocata in tribunale per essere processata;

   in esito al processo, la giovane è stata condannata a tre anni e mezzo di carcere, nonché al pagamento di un'ammenda pari a 50 mila dirham;

   della sentenza il Ministero della giustizia marocchino avrebbe dato notizia in lingua araba –:

   quali iniziative di competenza, il Governo intenda porre in essere in favore della giovane 23enne italiana di origini marocchine appena condannata al fine di ottenerne il sollecito rilascio.
(5-06500)


   FITZGERALD NISSOLI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il Consiglio dei ministri di giovedì 22 luglio 2021 ha deciso le modalità di utilizzo del Green Pass;

   la certificazione vaccinale (Green Pass) viene emessa automaticamente in formato digitale e stampabile dalla piattaforma nazionale dopo la vaccinazione;

   è possibile acquisire la certificazione, dopo aver ricevuto notifica, via email o sms, della sua disponibilità da diversi canali: sul sito www.dgc.gov.it/web/ con accesso tramite identità digitale (Spid/Cie) oppure con tessera sanitaria (o con il documento di identità se non si è iscritti al Servizio sanitario nazionale) in combinazione con il codice univoco ricevuto via email o sms; nel fascicolo sanitario elettronico; tramite l'App «Immuni» oppure l'App IO;

   tale certificazione contiene un QR Code con le informazioni essenziali;

   gli italiani residenti all'estero che hanno fatto la vaccinazione presso uno Stato estero, in particolare in Nord e Centro America, non hanno accesso alla possibilità di avere tale certificazione in Italia;

   molti di questi cittadini italiani iscritti all'Aire stanno per fare ritorno in Patria per le vacanze estive e non vi è certezza sulla validità del loro vaccino per gli spostamenti necessari sul territorio italiano;

   inoltre, parecchi di loro devono fare la seconda dose e non hanno informazioni in merito alla circostanza se possano farla anche sul territorio italiano –:

   se il Governo non ritenga urgente fornire indicazioni certe chiarendo se agli italiani iscritti all'Aire e vaccinati nello Stato estero di residenza sia riconosciuta valida la certificazione di avvenuta vaccinazione così come rilasciata dalle competenti autorità estere e se questa possa essere usata come il Green Pass; qualora non vi fosse tale automatismo, se si intenda indicare come ottenere il riconoscimento di tali vaccinazioni estere;

   se si intendano dare indicazioni chiare su come gli iscritti Aire possano accedere al programma vaccinale per fare la seconda dose di vaccino in Italia.
(5-06501)

Interrogazioni a risposta scritta:


   SIRAGUSA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   ad oggi, come più volte ricordato dal consolato generale a Londra ai numerosi nostri concittadini che ad esso si erano rivolti per aiuti e delucidazioni sull'argomento, non esiste un accordo di riconoscimento reciproco tra Unione europea e Regno Unito in merito ai sistemi di certificazione dello status vaccinale emessi dagli stati comunitari e dall'isola britannica;

   in conseguenza di ciò, il Regno Unito non riconosce ai titolari di green pass un accesso al suo territorio a condizioni facilitate. Analogamente, il covid pass britannico dell'applicazione Nhs inglese (o simili attestazioni cartacee da parte dei sistemi sanitari gallese, nord-irlandese e scozzese) non garantisce un'esenzione dalle nostra norme sanitarie italiane anti-Coronavirus – quali isolamento fiduciario, obbligo di tampone – per i viaggiatori che, dal Regno Unito, vogliano recarsi in Italia;

   la comunità italiana residente nel Regno Unito è, come noto, assai numerosa: oltre 400 mila persone iscritte all'Aire. Molti di loro, avendo lì effettuato la vaccinazione, a causa del ritardo nell'addivenire a un accordo tra Regno Unito e Unione europea o tra Regno Unito e Italia, sono assurdamente privati della libertà di movimento a cui pure avrebbero diritto. Ma il problema, lungi dall'essere circoscritto ai rapporti con l'isola britannica, riguarda la gran parte degli italiani nel mondo, i quali, lo si ricorda, sono oltre sei milioni;

   in merito, tra le risposte alle domande ricorrenti presenti sul sito dedicato alla Certificazione verde COVID-19 (dgcgov.it), «si ipotizza», in verità in maniera abbastanza vaga ed ellittica, che «la soluzione tecnica e organizzativa per il rilascio della Certificazione ai cittadini italiani vaccinati all'estero possa essere operativa entro la fine di luglio»;

   l'ingresso in Italia con certificazione vaccinale è già consentito per i viaggiatori provenienti da Stati Uniti, Canada e Giappone –:

   quali iniziative il Governo abbia intenzione di intraprendere al fine di assicurare il rientro in Italia, oltre che la libera circolazione nel nostro Paese, di tutti i nostri connazionali vaccinati all'estero, riconoscendo inoltre la validità delle certificazioni vaccinali emesse nel loro attuale Paese di residenza.
(4-09898)


   FUSACCHIA, MURONI, CECCONI, FIORAMONTI e LOMBARDO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il 22 luglio 2021 è stato approvato dal Consiglio dei ministri il decreto-legge «misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19 e per l'esercizio in sicurezza di attività sociali ed economiche», che impone, a partire dal 6 agosto, l'obbligo di presentare il Green Pass per partecipare a tutte le principali attività di aggregazione sociale, quali spettacoli ed eventi aperti al pubblico, musei e mostre, piscine e palestre e centri benessere al chiuso, sagre fiere congressi, centri estivi, concorsi pubblici, e anche per accedere ai ristoranti al chiuso;

   per ottenere il Green Pass è necessario dimostrare l'esito negativo di un tampone antigenico o molecolare effettuato nelle 48 ore precedenti, l'avvenuta vaccinazione nei nove mesi precedenti contro il virus Sars-Cov-2 o la guarigione dal Covid-19 nei sei mesi precedenti;

   da questa misura rischiano di rimanere esclusi centinaia di migliaia di cittadini italiani residenti nel Regno Unito, poiché l'Italia non ha ancora provveduto a riconoscere la validità delle vaccinazioni somministrate dal sistema sanitario britannico, come invece hanno già fatto altri 19 Paesi dell'Unione europea, fra cui Germania, Francia, Spagna, Grecia;

   i vaccini somministrati nel Regno Unito sono gli stessi adoperati in Italia e approvati dall'Agenzia europea per i medicinali (Ema) e l'utilizzo della tecnologia rende semplice e funzionale l'integrazione dei certificati digitali e la comunicazione dei relativi dati anche a livello transnazionale. In vista dell'estate, molti cittadini italiani residenti in Regno Unito procederanno al rientro nel loro Paese natio, per motivi turistici o di ricongiungimento famigliare. Essendo tali soggetti vaccinati nel Regno Unito con gli stessi vaccini somministrati in Italia, è logico e necessario che possano, al pari dei cittadini italiani vaccinati in Italia, ottenere il green pass per non dover rinunciare al rientro o per non risultare esclusi dalla vita sociale del Paese –:

   quali iniziative il Governo stia intraprendendo per procedere al riconoscimento della validità delle vaccinazioni somministrate dal sistema sanitario del Regno Unito ai cittadini italiani lì residenti, anche ai fini dell'ottenimento del green pass.
(4-09904)

CULTURA

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della cultura, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:

   l'articolo 1, comma 2, lettera d), del decreto-legge n. 59 del 2021 relativo al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza, prevede l'assegnazione, al Ministero della cultura, di complessivi 1.455,24 milioni di euro per il periodo 2021-2026, riferiti ad un Piano di investimenti strategici su siti del patrimonio culturale, edifici e aree naturali;

   questi finanziamenti erano già in parte previsti nella prima versione del Piano nazionale di ripresa e resilienza che, nella scheda della Missione 1 «Digitalisation, innovation, competitiveness and culture» (pagina 95), citando l'intervento di recupero dell'ex Manifattura Tabacchi di Palermo, richiamava, oltre agli obiettivi più propriamente culturali e turistici, anche quello di «contribuire alla creazione diretta e indiretta di posti di lavoro e di competenze “green” e “digitali” e “migliorare la coesione e l'inclusione sociale”»;

   il Ministero della cultura ha recentemente confermato il sopracitato intervento, con uno stanziamento di 33 milioni di euro per il recupero dell'ex complesso della Manifattura Tabacchi di Palermo, con la realizzazione di un Auditorium e di un centro polifunzionale in chiave culturale;

   l'ex Manifattura Tabacchi è un complesso di proprietà di Cassa depositi e prestiti, composto da diversi corpi architettonici confinanti col cantiere navale di Palermo di Fincantieri o a ridosso dello stesso;

   il cantiere navale è stato in questi anni oggetto di rilancio produttivo e occupazionale, con un investimento statale di 120 milioni di euro che risulta già in corso di realizzazione e un protocollo di intesa tra Fincantieri e Autorità di sistema portuale della Sicilia occidentale che consentirà, entro poco tempo, la sua valorizzazione come polo navalmeccanico al centro del Mediterraneo;

   anche in virtù dell'imponente investimento pubblico sul cantiere navale di Palermo, l'intervento di recupero dell'ex Manifattura Tabacchi non può prescindere dalla storica e irreversibile vocazione produttiva di quell'area; si ricorda che un precedente progetto di trasformazione del complesso in una struttura ricettiva (Prusst 63), proprio perché percepito in contrapposizione al cantiere navale, fu oggetto di energiche proteste da parte di sindacati e lavoratori che furono determinanti nell'indurre all'abbandono di tale idea progettuale;

   risulta necessario cogliere l'opportunità di questo intervento per provvedere a un intervento di ricucitura e riqualificazione territoriale dell'area via Montalbo-via dei Cantieri-via Ammiraglio Rizzo-via Montepellegrino;

   nella medesima area dell'ex Manifattura Tabacchi insiste un complesso sportivo, con un campo di calcio a 11, storicamente gestito dall'A.s.d. Fincantieri, la società sportiva del quartiere da sempre collegata ai lavoratori del cantiere navale; questo campo rappresenta un punto di riferimento per diverse società sportive e associazioni con una ferma vocazione territoriale e sociale; si segnala, a mero titolo esemplificativo, l'utilizzo della struttura da parte dell'Asd Palermo Calcio Popolare che, operando in sinergia con realtà nazionali come Save the Children e la rete territoriale di associazioni e centri aggregativi «Calciando in Rete», promuove attività sportiva per bambini e ragazzi dei quartieri a maggior rischio di esclusione sociale della città di Palermo; alcune idee progettuali in passato sembravano orientate a spostare il campo, riducendone la dimensione e non dando alcuna certezza rispetto al futuro modello di gestione che non può rispondere ad una mera logica economica;

   la Cgil e la Fiom Palermo hanno espresso pubblico apprezzamento per il finanziamento di 33 milioni di euro, chiedendo però un impegno nel renderlo coerente con la vocazione occupazionale e sociale e con la storia del territorio (anche con riferimento all'impianto sportivo e alle strutture dell'ex mensa e del dopo lavoro);

   Cassa depositi e prestiti deve promuovere azioni di recupero del proprio patrimonio immobiliare che siano sostenibili, economicamente e socialmente;

   un progetto di recupero dell'ex Manifattura Tabacchi di Palermo non può prescindere sia dal totale coinvolgimento di Fincantieri che dalla piena considerazione delle esigenze economiche e sociali del territorio;

   sia Fincantieri che Leonardo s.p.a. (con uno stabilimento a Palermo) possono contribuire a tale intervento, inserendosi nel recupero di una parte di questi spazi per un polo che si occupi di ricerca e sviluppo e innovazione tecnologica legata al «green» e formazione mirata e specialistica collegata alle rispettive prospettive industriali –:

   se il Governo intenda promuovere ogni iniziativa istituzionale utile a favorire la partecipazione di Fincantieri s.p.a. — ed eventualmente di Leonardo s.p.a. — nel progetto di recupero e rifunzionalizzazione dell'ex Manifattura Tabacchi, nell'ottica di valorizzare la dimensione connessa alla formazione di competenze «verdi» e «digitali», e alla promozione dell'innovazione tecnologica e produttiva, garantendo piena integrazione tra l'investimento a finalità culturale e la vocazione industriale e occupazionale di quell'area; se il Governo intenda altresì promuovere ogni iniziativa di competenza utile alla salvaguardia, nella sua posizione attuale, dell'impianto sportivo esistente, al suo ammodernamento e al mantenimento della vocazione sociale e territoriale di questa struttura.
(2-01290) «Varrica».

DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:


   FORNARO. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   il 9 giugno 2021 è morto a Johannesburg Gianadelio Maletti, che durante la seconda guerra mondiale intraprese la carriera militare, divenendo ufficiale dell'Esercito. Il 15 giugno 1971, con il grado di colonnello, venne assegnato al Sid, il Servizio segreto italiano, di cui diventò capo del reparto D;

   Maletti lasciò l'Italia per rifugiarsi in Sud Africa nel 1980 a seguito di una condanna a quattro anni di reclusione, ridotta a due in appello, per favoreggiamento per aver fornito un documento d'identità falso al latitante neofascista Marco Pozzan, allora ricercato per la strage di piazza Fontana. Nel 1996 ebbe un'altra condanna a 14 anni di reclusione ed alla interdizione perpetua dai pubblici uffici per spionaggio sul dossier «Mi.Fo.Biali», che comportò la revoca da parte della Presidenza della Repubblica dell'onorificenza di Commendatore dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana, conferitagli nel 1975. Nel comunicato del Segretariato generale della Presidenza della Repubblica dell'8 maggio 2014 si legge, inoltre, che «al citato ufficiale, per effetto della condanna, è stata comminata, altresì, la perdita dello stato di militare con conseguente cancellazione dai ruoli militari.»;

   da fonti di stampa si apprende che il Ministero della difesa degradò Maletti, riconsegnandolo al ruolo rivestito dai militari appena arruolati. Ma poi l'ex capo del Sid vinse il ricorso davanti al Tar (3 agosto del '94) e il Consiglio di Stato il 30 maggio 2005 diede ancora torto all'Avvocatura dello Stato. Nello stesso 2005, da quanto si apprende da articoli dell'epoca, il Ministero della difesa notificò a Maletti un provvedimento in cui si contestava che «le condotte, reiterate nel tempo, poste in essere dall'Ufficiale evidenziano un gravissimo disvalore disciplinare in quanto si pongono in completo contrasto con i principi derivanti dall'essere militare, rivestito di un grado dirigenziale e di comando, ledendo l'immagine dell'istituzione e infrangendo tutti i precetti del Regolamento di Disciplina Militare». Ma a questa notizia non ne seguirono altre –:

   se, come riportato in premessa, sia stato realmente avviato l'iter per degradare da generale Gianadelio Maletti e, in caso di risposta affermativa, se la pratica sia giunta al termine e con quale esito.
(4-09914)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta scritta:


   FERRO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il direttore degli istituti penitenziari è una figura di estrema delicatezza, sia dal punto di vista del ruolo che dal punto di vista dello status giuridico, che attrae a sé ogni responsabilità gestionale e contabile della realtà che governa: è in capo al direttore che ricade, infatti, la responsabilità della gestione della popolazione detenuta, la responsabilità di gestione del personale amministrato, sia esso appartenente alla polizia penitenziaria o al comparto ministeriale, così come la responsabilità di gestione della struttura e dei suoi componenti;

   alla luce di tali considerazioni, è evidente che per rispondere in maniera ottimale a tali responsabilità, ogni istituto penitenziario dovrebbe avere alla propria guida un direttore il cui incarico non sia caratterizzato da provvisorietà, ma sia tale da metterlo nelle condizioni di lavorare con un'azione progettuale di lungo periodo;

   come si apprende da una nota Sinappe prot. N. 5427 del 2 ottobre 2021, difficoltà si registrano, in particolare, nella regione Calabria ove risultano scoperti uffici di vitale importanza per la tenuta del sistema penitenziario come l'Ufficio I (scoperto da più di 10 mesi) e l'Ufficio IV del Prap; in quasi nessuno degli istituti penitenziari della regione vi è la figura del vice direttore; situazione confermata dalla nota del 22 febbraio 2021 di «Apertura procedura per il conferimento degli incarichi superiori relativa ai posti di funzione comunicati con nota del Capo del Dipartimento 4 febbraio 2021, n. 0043770.U - Amministrazione penitenziaria»;

   a ciò, si aggiungono, sempre secondo la citata nota, gli effetti della mobilità che interesserà l'istituto di Catanzaro e un dirigente in servizio presso il Prap già destinatario di un provvedimento di assegnazione fuori regione, che «conduce ad una emiparalisi del sistema tanto che, esemplificativamente, risulta impossibile procedere all'avvicendamento del personale negli uffici, indire interpelli straordinari, rivedere gli accordi decentrati», nonché interloquire con le sigle sindacali e fornire un valido interlocutore al personale amministrato che possa dare risposte adeguate ai loro eventuali bisogni familiari e professionali –:

   se i fatti di cui in premessa corrispondano al vero e quali immediate iniziative di competenza intenda assumere per garantire il tempestivo perfezionamento delle procedure concorsuali per la nomina dei dirigenti penitenziari, con particolare riguardo alle strutture della regione Calabria.
(4-09901)

INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ SOSTENIBILI

Interrogazioni a risposta scritta:


   SILLI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   il Centro elaborazione dati (Ced) registra, al 22 giugno 2021, nelle province di Prato e di Firenze, 9.606 fogli rosa attivi;

   il Co.p.a., consorzio pratese autoscuole, dai dati degli uffici periferici a livello provinciale della Motorizzazione civile relativi agli esaminatori impiegati, rileva disparità di personale qualificato impiegato rispetto alla popolazione che usufruisce del servizio e rispetto all'alto numero di fogli rosa attivi;

   la Motorizzazione di Firenze e Prato utilizza 6 esaminatori per una popolazione di 1.252.590 abitanti, con un rapporto popolazione\esaminatore di 208.765, mentre la Motorizzazione di Pistoia utilizza 10 esaminatori in una popolazione di 291.697 abitanti, con un rapporto popolazione\esaminatore di 29.170;

   Lucca utilizza 10 esaminatori a fronte di una popolazione di 382.543 abitanti, con un rapporto popolazione\esaminatore di 38.254;

   il ridotto numero di esaminatori rispetto alle esigenze determina gravi ritardi nelle date di esame e disagi legati all'impossibilità di conseguire le patenti in tempi brevi nelle province interessate;

   le scuole guida pratesi subiscono la concorrenza delle province vicine che, grazie alla maggiore disponibilità di esaminatori della Motorizzazione civile, possono offrire una maggior frequenza di date di esami, accelerando così il conseguimento della patente;

   questa situazione determina una crisi del settore a livello locale: le aziende saranno costrette ad effettuare tagli al personale e, in alcuni casi, a chiudere l'attività di autoscuola;

   la situazione comporta con ogni evidenza gravi disagi per l'utenza e lungaggini nei servizi per i cittadini e nell'attività economica delle aziende locali –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della complessa situazione in cui si trovano le motorizzazioni civili di Firenze-Prato, in particolare per quanto riguarda il ridotto numero di esaminatori presenti in organico;

   quali iniziative di competenza intenda assumere per porre rimedio, in tempi brevi, alle problematiche esposte in premessa.
(4-09899)


   LAPIA. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   con il decreto n. 247 del 1° dicembre 2020, il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili ha provveduto per l'anno 2021 all'adeguamento dei canoni balneari agli indici Istat;

   in particolare, il decreto stabilisce che le misure unitarie dei canoni annui relativi alle concessioni demaniali marittime sono ridotte per l'anno 2021 dell'1,85 per cento rispetto alle misure unitarie dei canoni determinati per il 2020;

   le misure unitarie così aggiornate costituiscono la base di calcolo per la determinazione del canone da applicare alle concessioni demaniali marittime rilasciate o rinnovate a decorrere dal 1° gennaio 2021;

   la medesima percentuale si applica alle concessioni in vigore, ancorché rilasciate precedentemente al 1° gennaio 2021;

   la misura minima del canone, che fino al 2020 ammontava a 362,90 euro, è di 2.500 euro e si applica alle concessioni per le quali la misura annua di canone, determinata in base alla normativa, dovesse risultare inferiore al citato limite minimo;

   il decreto in esame prescrive che tale misura dovrà essere aggiornata annualmente con l'indice Istat ma solo in aumento e non in diminuzione;

   l'aumento è stato deciso come misura di compensazione della norma «salva-pertinenziali» prevista dal decreto-legge n. 104 del 14 agosto 2020 (cosiddetto «Decreto agosto») che ha abrogato gli elevati canoni fissati dall'Omi (Osservatorio mercato immobiliare dell'Agenzia delle entrate) per le imprese cosiddette «pertinenziali», ovvero che operano su beni in muratura incamerati dallo Stato, aprendo così la possibilità ad una definizione agevolata del contenzioso per le famiglie;

   a seguito di tale aumento, risulta palese il trattamento penalizzante per tutti gli operatori del turismo balneare, che si sono trovati ad affrontare un costo notevole aggiuntivo, pur già gravati dalle conseguenze economiche provocate dalla pandemia;

   al pari, è evidente la disparità di trattamento tra coloro che svolgono un'attività di modeste dimensioni, non in grado di assicurare un elevato guadagno economico stagionale, che si sono trovati obbligati a pagare la stessa somma prevista per i concessionari che hanno a disposizione spazi di costa balneabili molto più ampi, e che si trovano quindi in grado di ottenere ricavi di ben altra entità;

   tale disagio ha comportato la scelta di molti piccoli operatori del settore balneare di non fornire alcun servizio ai turisti, con la rinuncia all'apertura del servizio stagionale, gettando loro e le rispettive famiglie in uno stato di difficoltà economica importante, essendo essi incapaci nell'immediato di avviare una nuova attività –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, intenda assumere il Ministro interrogato perché si possa rimuovere la palese disparità di trattamento legata alle tariffe delle concessioni demaniali, e venga individuato un sistema tariffario progressivo e non uniforme, in base alle capacità economiche e alle dimensioni di ciascun destinatario.
(4-09902)


   BERTI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie. — Per sapere – premesso che:

   il tessuto sociale, economico e produttivo della città di Livorno è stato duramente colpito dalla crisi economica iniziata nel 2008, e il capoluogo labronico, insieme al resto della costa toscana, rappresenta, secondo le analisi dell'istituto regionale programmazione economica della Toscana (Irpet), il territorio regionale maggiormente colpito dal gap infrastrutturale e, in particolare, dal ritardo nella realizzazione di importanti opere pubbliche;

   da anni a Livorno si discute della realizzazione di una rotatoria all'incrocio tra la variante Aurelia e via di Montenero, un tratto stradale contraddistintosi negli anni per la sua pericolosità causa di numerosi e ripetuti incidenti;

   mediante la delibera della giunta regionale toscana n. 216, del 9 marzo 2015, è stato approvato il «Protocollo di intesa tra la regione Toscana e il comune di Livorno per il rilancio e la valorizzazione della città di Livorno»;

   una delle premesse che motivano tanto il contenuto della delibera che del Protocollo ad essa allegato è: «la necessità di valorizzare tutte le possibili sinergie istituzionali ai fini del rilancio e della valorizzazione della città di Livorno che vive una particolare crisi economica e che necessita della realizzazione di opere infrastrutturali strategiche che consentano la ripresa dell'economia ed il reperimento di posti di lavoro gravemente compromessi dalla chiusura di fabbriche ed attività economiche del territorio»;

   nell'articolo 1 del suddetto protocollo figura, tra gli ambiti di intervento ritenuti prioritari, la «rifunzionalizzazione della viabilità, già prevista nell'ambito dell'accordo di programma sottoscritto in data 28 dicembre 2012, relativamente alla realizzazione del nuovo Ospedale, valutando la possibilità di confermare il finanziamento dell'opera indipendentemente dalla realizzazione del presidio Ospedaliero»;

   la realizzazione della rotatoria all'incrocio tra la variante Aurelia e via di Montenero era prevista all'interno delle sopra citate opere di rifunzionalizzazione della viabilità del quartiere Montenero (Livorno) e secondo quanto affermato nel 2017 dall'allora sindaco di Livorno, Filippo Nogarin, per la realizzazione di tali opere erano stati stanziati 3,5 milioni di euro, il cui utilizzo però non era possibile dovuto alla mancanza di un passaggio formale di competenza della giunta regionale;

   in un articolo pubblicato dalla testata locale Il Tirreno, in data 29 ottobre 2019, si riportava la testimonianza di una cittadina, residente in un'unità abitativa sita nelle immediate vicinanze dell'incrocio tra la variante Aurelia e via di Montenero, che ha dichiarato di aver assistito in tre anni ad almeno 25 incidenti stradali, alcuni anche gravi, imputabili alla pericolosità dell'incrocio e alla mancanza di una segnaletica chiara;

   la realizzazione della rotatoria è stata oggetto di un'interrogazione a risposta scritta, presentata in data 4 settembre 2017, dall'allora consigliere regionale Giacomo Giannarelli nella quale si chiedeva alla giunta regionale toscana se intendesse ed entro quali termini attivare tutte le procedure necessarie per finanziare e realizzare la rotatoria sopra menzionata;

   alla data odierna, pur non risultando più disponibili i fondi stanziati dalla regione, sono proseguiti gli incidenti verificatisi al suddetto incrocio, gli ultimi dei quali avvenuti in data 23 e 24 luglio 2020 –:

   di quali elementi disponga il Governo in relazione a quanto esposto in premessa;

   se e quali iniziative di competenza il Governo intenda intraprendere per favorire condizioni di massima sicurezza stradale nel tratto in questione, anche mediante l'assegnazione al Comune di specifiche risorse ad esso finalizzate.
(4-09912)

INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:


   CONTE e FORNARO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il 21 luglio 2021, a Voghera (Pavia), pare che, l'assessore comunale alla sicurezza, nel corso di una lite, abbia estratto una pistola regolarmente detenuta e abbia esploso un colpo che ha centrato un uomo di 39 anni, uccidendolo;

   l'assessore, che si è difeso parlando di un colpo partito involontariamente nel corso di una caduta successiva a uno spintone, è stato posto agli arresti domiciliari;

   i fatti sono all'attenzione degli inquirenti che stanno ricostruendo la dinamica della lite tra i due e le modalità attraverso le quali si è giunti al tragico evento;

   quello che è avvenuto appare sufficiente a segnalare il pericolo contenuto nel possesso stesso di un'arma da fuoco, che è per sua natura uno strumento minaccioso, offensivo, un attrezzo di morte;

   l'ultimo rapporto redatto dalla Polizia di Stato sulle armi in Italia segna una preoccupante crescita delle licenze d'uso: un milione e 286.247 licenze con una crescita di quasi il 10 per cento rispetto al 2019, anno in cui si era verificata una diminuzione complessiva;

   a crescere sono soprattutto le licenze per uso sportivo, mentre sono in diminuzione le licenze di caccia e sono stabili quelle per difesa personale;

   il 13 giugno 2021, ad Ardea, in provincia di Roma, un uomo ha ucciso a colpi di pistola due bambini e un anziano, per poi togliersi la vita; l'uomo avrebbe ottenuto l'arma in seguito alla morte del padre, che la deteneva in quanto guardia giurata;

   l'episodio, insieme a tanti altri fatti di cronaca, compresi i femminicidi sempre più frequenti, segnala una grande questione rispetto all'uso e al possesso di armi;

   le norme sulle armi in Italia appaiono molto articolate, fanno distinzioni tra nulla osta, che consente solo di detenere, e porto d'armi, che consente anche il trasporto fuori dalla propria abitazione; questi ultimi sono concessi per uso sportivo (raggiungimento del poligono di tiro), per la caccia o per difesa personale;

   l'ordinamento esclude dalla possibilità del porto d'armi solo i condannati a pene superiori a tre anni;

   per le autorizzazioni sportive o di caccia è sufficiente una certificazione di «idoneità psico-fisica», rilasciata generalmente dalle autorità sanitarie regionali o locali che attesti che il soggetto «non è affetto da malattie mentali oppure da vizi che ne diminuiscano anche temporaneamente la capacità d'intendere e di volere»; l'iter di autorizzazione appare decisamente leggero, con istanze gestite dalle questure, e con rinnovi a cinque anni, il rilascio del certificato medico non richiede né un esame tossicologico né una vera e propria valutazione psichiatrica, ma solo un controllo generico e di base;

   se il porto d'armi per la difesa personale ha una regolamentazione rigorosa (un esame attento del rischio a cui si ritiene di essere sottoposti per ragioni speciali), quelli per uso sportivo e per la caccia sono potenzialmente accessibili da chiunque, e consentono di acquistare e detenere fino a 12 armi sportive con le loro munizioni;

   Luca Traini, che nel 2018 ha sparato nel centro di Macerata, nelle Marche, cercando di colpire alcuni migranti, aveva un porto d'armi per uso sportivo;

   secondo un report di Small Arms Survey, un centro studi indipendente con sede a Ginevra che punta a ridurre la diffusione delle armi, nel 2017 in Italia a fronte di una popolazione di 60,5 milioni di abitanti erano presenti complessivamente 8,6 milioni di armi –:

   se, alla luce dei fatti riportati in premessa, non ritenga, nell'ambito delle sue competenze, di adottare una iniziativa per definire una normativa più stringente e rigorosa rispetto al tema della detenzione, del porto e dell'uso delle armi.
(4-09909)


   LAPIA. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   Graziano Mesina è il più noto esponente del banditismo sardo dal dopoguerra in poi, protagonista di numerose azioni criminali, arresti ed evasioni: l'ultima condanna risale al 12 dicembre 2016, quando il Tribunale di Cagliari lo condannò ad una pena di 30 anni di reclusione per traffico di droga;

   nel 2019 venne liberato per decorrenza dei termini e, l'anno successivo, la Corte cassazione rigettò il ricorso del suo legale. Il 2 luglio dello stesso anno è dunque scattato il nuovo mandato d'arresto ma, quello stesso giorno, tuttavia, Mesina non venne trovato nella sua casa ad Orgosolo (Nuoro) cominciando un periodo di latitanza. Nel febbraio 2021 il Ministero dell'interno lo ha dunque inserito nell'elenco dei latitanti di massima pericolosità;

   da quel 2 luglio in poi, in maniera costante, la città di Orgosolo è stata teatro di continui blitz, posti di blocco e perquisizioni a tappeto da parte delle forze dell'ordine per tentare di ritrovare il soggetto latitante e consegnarlo all'autorità giudiziaria. L'ultimo blitz, avvenuto il 22 luglio 2021 sempre ad Orgosolo, ha visto un imponente dispiegamento di militari (circa 150) e mezzi dei carabinieri del Comando provinciale di Nuoro (compreso un elicottero del decimo Elinucleo carabinieri di Olbia);

   le ricerche procedono altresì con perlustrazioni, appostamenti e pedinamenti continui nel paese barbaricino: azioni che, seppur finalizzate all'importante obiettivo di consegnare alla giustizia un pericoloso latitante, hanno costretto con il tempo tutta la comunità di Orgosolo a convivere in uno stato di inquietudine e apprensione;

   negli ultimi mesi si comincia a riscontrare un sentimento di malumore che serpeggia tra gli abitanti della città, molti dei quali temono pesanti ricadute a livello di immagine e anche a livello economico che possano generarsi in un territorio costantemente alla ribalta delle cronache giornalistiche, proprio a causa dei fatti descritti;

   la città di Orgosolo, infatti, interessata durante l'anno da un notevole flusso turistico, è una delle mete più importanti di tutto il barbaricino: culla di arcaiche tradizioni, patria del canto a Tenore e patrimonio dell'umanità dell'Unesco, è considerata una vera e propria città-museo, dove è possibile ammirare i suggestivi murales che adornano le strade e le piazze del borgo antico. Le conseguenze delle restrizioni imposte per contenere la diffusione del contagio da Coronavirus ha già di per sé fortemente compromesso il settore produttivo locale che tuttavia, seppur con fatica, prova a riprendersi, nonostante sia ancora in atto l'emergenza sanitaria;

   appare dunque evidente come la presenza di numerosi militari e mezzi atti a perseguire l'obiettivo di catturare il latitante possa creare uno stato di soggezione non solo per gli abitanti ma anche per i visitatori del posto che talvolta, ignorando i motivi di queste importanti operazioni condotte dalle forze dell'ordine, decidono di abbandonare la città e recarsi altrove;

   ci si chiede dunque se non esistano strategie alternative e propedeutiche all'arresto definitivo di Graziano Mesina, che non siano esclusivamente rappresentante dalla necessità di «blindare» costantemente l'intero territorio di Orgosolo: ci si riferisce, in particolare, a possibili operazioni di intelligence condotte attraverso strumenti tecnologici e all'avanguardia che potrebbero essere forniti ai vari nuclei impegnati nell'attività di ricerca, poiché sembrerebbe che gli stessi possano non disporre in alcuni casi di tutta la strumentazione e il supporto necessari a facilitare le attività –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti riportati in premessa;

   se i Ministri interrogati non ritengano opportuno assumere iniziative, per quanto di competenza, al fine di fornire maggiore supporto alle attività di ricerca del latitante Graziano Mesina, affinché la comunità di Orgosolo e dei territori circostanti possa tornare a rivivere in breve tempo in uno stato di piena sicurezza e tranquillità, scongiurando un danno all'immagine della città che potrebbe risultare irreparabile.
(4-09911)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta scritta:


   BERTI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della salute, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   lo stabilimento Solvay di Rosignano Marittimo (Livorno), dedicato alla produzione di composti chimici, genera esternalità ambientali negative che riguardano gli scarichi in mare, le emissioni inquinanti e l'ingente consumo della risorsa idrica;

   come riportato nella relazione di Arpa Toscana datata 7 giugno 2017 il sito Solvay, di 220 ettari, presenta una contaminazione dei terreni, nonché delle acque sotterranee (falda superficiale e falda profonda) da arsenico, mercurio, composti organoclorurati e Pcb;

   negli anni hanno destato preoccupazione le condizioni di ripetuta esposizione dei lavoratori dello stabilimento all'amianto presente nel sito industriale, materiale cancerogeno con il quale gli operai entravano in contatto spesso privi di alcuna protezione;

   in data 18 giugno 2021, mediante sentenza di primo grado emessa dal Tribunale del lavoro di Livorno, è stato accolto il ricorso dell'unico figlio di Romano Posarelli, operaio impiegato presso la Solvay dal 1974 al 1993, deceduto nel 2010 per adenocarcinoma polmonare, asbestosi e placche pleuriche, tutte patologie riconducibili, nella ricostruzione del giudice, all'inalazione di fibre di amianto sul luogo di lavoro in assenza di benché minimi dispositivi di protezione individuale;

   per la morte di Posarelli era stato rinviato a giudizio Piero De Gaudenzi, già direttore dello stabilimento di Rosignano, che secondo quando si legge nella sentenza non solo non aveva posto in essere «quelle misure minime per contrastare l'inalazione» delle fibre di amianto ma non aveva nemmeno «informato le maestranze in relazione ai rischi e alle cautele da adottare»;

   Posarelli «aveva utilizzato amianto e altri agenti cancerogeni per il polmone, sia come materia prima, sia quale elemento presente nella struttura e nella componentistica dei macchinari» senza l'ausilio di maschere protettive e nella sentenza si sottolinea altresì che, nonostante all'epoca fosse già nota «l'intrinseca pericolosità delle fibre» l'azienda non adottò neppure quelle «misure minime» previste dalla vigente normativa;

   i risultati di uno studio del 2016 coordinato dal dottor Claudio Marabotti mostrano, nella bassa Val di Cecina, elevati tassi standardizzati di mortalità dovuti a cardiopatie ischemiche, malattie cerebrovascolari, Alzheimer e mesotelioma pleurico, che sul territorio di Rosignano Marittimo presentava un'incidenza del 300 per cento rispetto alla media Toscana. In particolare, a fronte di una mortalità standardizzata in Toscana per mesotelioma, malattia provocata dall'esposizione all'amianto, di 1,21 il dato di Rosignano si attestava su valori più che doppi, ovvero 3,69;

   nel 2016 Ezio Bonanni, direttore dell'Osservatorio nazionale sull'amianto (Ona) riferiva che Rosignano era ai primi posti in Italia per i casi di mesotelioma in rapporto alla popolazione ed in particolare, e secondo dati dell'Osservatorio nel decennio che va dal 2001 al 2010 sono stati censiti 24 decessi (sei femmine e 18 maschi) rispetto agli otto attesi (due femmine e sei maschi) –:

   di quali elementi dispongano i Ministri interrogati riguardo a quanto esposto in premessa;

   se il Ministro del lavoro e delle politiche sociali non ritenga opportuno, per tramite dell'Ispettorato nazionale del lavoro, eseguire dei controlli presso lo stabilimento Solvay sito a Rosignano Marittimo per verificare la sicurezza dei lavoratori rispetto all'esposizione alle fibre di amianto o ad altre sostanze nocive e la scrupolosa osservanza di tutte le normative atte a evitare ogni forma di esposizione pericolosa;

   se il Ministro della salute non ritenga opportuno realizzare uno studio di coorte residenziale riguardante la mortalità e i ricoveri nella Val di Cecina per valutare l'eventuale associazione tra inquinamento e insorgere di specifiche patologie e, conseguentemente, attivare controlli sanitari, finalizzati alla diagnosi precoce, rivolti a quei lavoratori e cittadini particolarmente esposti, attualmente o in passato, alle fibre di amianto.
(4-09907)

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Interrogazione a risposta scritta:


   BELLUCCI. — Al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   nell'agosto 2020 il Comune di Roma Capitale pubblicava il bando di «Concorso pubblico, per esami, per il conferimento di n. 420 posti per l'accesso alla Categoria D (posizione economica D1)», tra i quali n. 80 posti per l'accesso nel profilo professionale di funzionario educativo scolastico;

   con avviso del 22 aprile 2021 il bando, sospeso a seguito della dichiarazione dello stato di emergenza, veniva modificato con riapertura dei termini; in particolare, oltre a non essere prevista alcuna valutazione dei titoli di cultura e professionali, imprescindibile nei concorsi, in ambito scolastico, venivano eliminate sia la prova preselettiva, sia la prova orale, riducendosi l'intero concorso ad una sola prova a quiz;

   le modifiche della procedura venivano giustificate con un errato richiamo all'articolo 10, comma 1, decreto-legge n. 44 del 2021, che ha ridisegnato il nuovo modello concorsuale, prevedendo, nel testo in vigore fino al 31 maggio 2021, che «le amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, prevedono, anche in deroga alla disciplina del decreto del Presidente della Repubblica 9 maggio 1994, n. 487, e della legge 19 giugno 2019, n. 56, le seguenti modalità semplificate di svolgimento delle prove, assicurandone comunque il profilo comparativo:

    a) nei concorsi per il reclutamento di personale non dirigenziale, l'espletamento di una sola prova scritta e di una prova orale;

    b) l'utilizzo di strumenti informatici e digitali e, facoltativamente, lo svolgimento in videoconferenza della prova orale [...];

    c) [...] una fase di valutazione dei titoli legalmente riconosciuti [...] ai fini dell'ammissione alle successive fasi;

    c-bis) [...] i titoli e l'eventuale esperienza professionale, inclusi i titoli di servizio, possono concorrere alla formazione del punteggio finale.»;

   nel nuovo modello di concorso delineato dal citato articolo 10 i titoli non sono stati affatto eliminati ma, anzi, assurgono al ruolo di prova preselettiva e possono altresì contribuire a formare il punteggio finale;

   proprio l'eccessivo peso assegnato ai titoli ha fatto sorgere le note polemiche sfociate in un emendamento che, in sede di conversione del decreto-legge n. 44 del 2021, ha modificato la lettera c) dell'articolo 10, distinguendo tra profili ad elevata specializzazione tecnica o amministrativa e profili privi di tale carattere: per i primi la valutazione dei titoli rimane in funzione preselettiva della stessa partecipazione; mentre, per i secondi la valutazione dei titoli rimane ai soli fini dell'attribuzione di punteggio, non potendo però essere superiore a un terzo del punteggio finale;

   le modifiche apportate all'originario bando, non applicano, peraltro, il modello generale di concorso pubblico di cui all'articolo 10, comma 1, bensì il successivo comma 3, che riguarda i concorsi pubblici espletati fino al permanere dello stato di emergenza, prevedendo due diverse ipotesi: procedure concorsuali i cui bandi sono già pubblicati, ma non sia stata svolta alcuna attività alla data di entrata in vigore del decreto, che è esattamente il caso in esame, e procedure concorsuali i cui bandi sono pubblicati successivamente alla data di entrata in vigore del decreto e fino al permanere dello stato di emergenza;

   essendo già stato pubblicato il bando di concorso, il «decreto Brunetta» ad avviso dell'interrogante non consentiva di eliminare la prova preselettiva prevista dal bando, bensì soltanto di modificarla nella preselezione fondata sui titoli di cui al comma 1, lettera c), dandone avviso con modifica del bando pubblicata, in Gazzetta Ufficiale e riapertura dei termini, cosa che l'amministrazione ha effettivamente fatto –:

   se il Governo non ritenga di promuovere, per quanto di competenza, una verifica da parte dell'ispettorato per la funzione pubblica, ai sensi dell'articolo 60, comma 6, del decreto legislativo n. 165 del 2001, in relazione a quelli che l'interrogante giudica profili di illegittimità nel bando del concorso del comune di Roma di cui in premessa, con particolare riguardo all'eliminazione della prova preselettiva originariamente prevista.
(4-09905)

SALUTE

Interpellanza:


   La sottoscritta chiede di interpellare il Ministro della salute, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per sapere – premesso che:

   secondo i dati censiti dalla Fondazione Migrantes, al 1° gennaio 2020 gli iscritti all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero (Aire) erano 5.486.081. In valore assoluto si sono registrate quasi 198 mila iscrizioni in più rispetto all'anno precedente. Mentre a livello nazionale la popolazione residente si è ridotta di quasi 189 mila unità, gli iscritti all'Aire sono aumentati nell'ultimo anno del 3,7 per cento che diventa il 7,3 per cento nell'ultimo triennio;

   la presenza italiana nel mondo si conferma soprattutto europea, con quasi 3 milioni di iscritti all'Aire (dei quali 2,2 milioni residenti nei paesi dell'Unione europea); a seguire, l'America con oltre 2,2 milioni e soprattutto l'America centro-meridionale (oltre 1,7 milioni), l'Oceania (158 mila), l'Asia (oltre 73 mila presenze) e, infine, l'Africa con poco più di 70 mila iscritti;

   in questi mesi estivi, molti connazionali hanno o stanno facendo rientro in Italia per andare a trovare famigliari e amici o al termine di un periodo di studi o di lavoro. Per tutti loro si pone il problema della vaccinazione anti COVID-19;

   il 15 giugno 2021 è entrato in vigore il regolamento (UE) 2021/953 del Parlamento europeo e del Consiglio che ha disciplinato il rilascio, la verifica e l'accettazione di certificati interoperabili di vaccinazione, di test e di guarigione in relazione alla COVID-19 (certificato Covid digitale dell'Unione europea). Tale strumento è entrato in vigore il 1° luglio e servirà ad agevolare gli spostamenti all'interno dell'Unione durante la pandemia di COVID-19;

   con l'ordinanza n. 7 del 24 aprile 2021, la somministrazione in Italia dei vaccini per la prevenzione delle infezioni da COVID-19 è stata ampliata anche a persone temporaneamente in Italia, non iscritte al Servizio sanitario nazionale. Tra queste figurano anche i cittadini italiani iscritti all'A.i.r.e.. A tali soggetti, alla conclusione del ciclo vaccinale, dovrebbe pertanto essere rilasciata la certificazione verde COVID-19;

   diversa è la situazione per tutti coloro che in questi mesi si sono vaccinati nei propri Paesi di residenza extra Unione europea, utilizzando i vaccini a disposizione a livello locale, sia quelli riconosciuti dal nostro Paese e dall'Unione europea, sia quelli come il russo Gam-Covid-Vac (nome commerciale Sputnik), molto utilizzato in America Latina (Argentina o e Venezuela, ad esempio) o il vaccino cinese Sinovac al momento, non vengono riconosciuti dall'Unione europea;

   nel primo caso, viene segnalata l'impossibilità per questi connazionali rientrati in Italia di ottenere la certificazione verde COVID-19, nonostante l'articolo 5 decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 17 giugno 2021 lo prevedesse. Questo perché si sta ancora attendendo la predisposizione di una specifica funzionalità che consenta al Sistema TS di rilasciare tali certificazioni e che dovrebbe essere operativa entro la fine del mese di luglio 2021;

   difficoltà analoghe vengono evidenziate dagli italiani e i loro famigliari – iscritti o meno all'Aire – parzialmente immunizzati con vaccini riconosciuti a livello comunitario e che, una volta rientrati nel nostro Paese, chiedono di ricevere la seconda dose;

   maggiormente complessa è la situazione relativa ai nostri connazionali che si sono immunizzati o parzialmente immunizzati con vaccini tipo Sputnik V e Sinovac ancora non riconosciuti dall'Ema, per i quali ad oggi non sono state individuate soluzioni;

   i consolati e le ambasciate italiane in tutto il mondo sono sotto pressione a causa delle richieste dei nostri connazionali che rivendicano un loro diritto;

   la rapida diffusione della variante Delta del COVID-19, conosciuta in origine come la variante indiana, continua a preoccupare per il numero crescente di casi nel mondo e diversi Paesi, a cominciare dalla Francia, stanno reintroducendo misure per contenere una nuova diffusione della pandemia;

   per evitare un ritorno alle chiusure il Governo ha deciso di estendere, dai primi giorni di agosto, l'obbligo del certificato verde oggi limitato alle residenze per anziani e alle feste di matrimonio, consentendo solo a chi è immunizzato o ha un tampone negativo l'ingresso nei luoghi più affollati, soprattutto al chiuso. Il pass servirà agli over 12 in zona bianca per l'accesso a eventi sportivi, fiere, congressi, musei, parchi tematici e di divertimento, centri termali, sale bingo e casinò, teatri, cinema, concerti, concorsi pubblici, ma pure per sedersi ai tavoli al chiuso di bar e ristoranti, in piscine, palestre, sport di squadra, centri benessere, limitatamente alle attività al chiuso –:

   quali chiarimenti il Governo, per quanto di competenza, intenda fornire relativamente alle problematiche esposte in premessa e quali iniziative intenda intraprendere per garantire il rientro e la libera circolazione in Italia dei nostri connazionali residenti all'estero vaccinati sia con vaccini riconosciuti che non riconosciuti dall'Unione europea, a maggior ragione in vista della prossima estensione dell'obbligo di esibizione del certificato verde COVID-19.
(2-01289) «Fitzgerald Nissoli».

Interrogazioni a risposta scritta:


   PENTANGELO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   i volontari che si sono sottoposti alla sperimentazione per testare l'efficacia del vaccino ReiThera non otterranno il pass sanitario. Sono circa un migliaio quelli che, offertisi per testare l'efficacia dell'unico; vaccino prodotto in Italia dal tecnopolo di Castel Romano specializzato in vettori adenovirali, non vedranno riconosciuta la loro condizione soggettiva di persone immuni e i diritti connessi;

   ciò accade perché la Corte dei Conti, nel mese di maggio 2021, ha interrotto il finanziamento pubblico per realizzare la fase tre della sperimentazione e la conseguente produzione industriale del vaccino;

   mancando questo fondamentale passaggio, le Agenzie del farmaco Ema ed Aifa non hanno inserito ReiThera tra i vaccini efficaci e validi per richiedere e ottenere il pass sanitario. Infatti, una delle conseguenze per coloro i quali si sono sottoposti alla sperimentazione, non completata, è quella di non poter accedere al pass sanitario, pur avendo ottenuto una adeguata risposta anticorpale contro il Covid-19;

   a ciò si aggiunga il fatto che essi non potranno sottoporsi nemmeno alla terapia immunizzante. Non potranno inocularsi uno dei quattro vaccini autorizzati in commercio, poiché hanno già un'alta carica anticorpale, sono quindi già immunizzati, e un ulteriore somministrazione rischierebbe di causare loro gravi danni alla salute;

   si tratta di un problema serio, da risolvere con urgenza, poiché chi non vedrà riconosciuto il proprio legittimo diritto al rilascio del pass sanitario sarà sottoposto a consistenti forme di privazioni di diritti di libertà individuali. Si è innanzi a un caso di manifesta disparità di trattamento, perché si nega un diritto di libertà a chi è già immunizzato e solo per motivi formali non vede riconosciuto il diritto al rilascio del pass sanitario dalle competenti autorità;

   l'interrogante ritiene che il Ministro interrogato non debba abbandonare al proprio destino chi ha contribuito con generosità e coraggio alla sperimentazione e a causa di ciò, e delle norme vigenti, invece del plauso legittimo ricevono in cambio un diniego al rilascio del pass stesso e i diritti di libertà connessi;

   non poter ricevere ricevere il pass sanitario perché il vaccino ReiThera non è stato riconosciuto, mentre la sperimentazione è sospesa, comporta l'ulteriore danno rappresentato dal fatto di non poter aggirare l'ostacolo inoculandosi una seconda dose di uno dei vaccini riconosciuti. Non potersi sottoporre ad altra vaccinazione perché è già avvenuta la copertura anticorpale in seguito all'inoculazione del vaccino ReiThera aggiunge al danno la beffa;

   infatti, i volontari che hanno preso parte in prima persona a una pratica rischiosa, e fatta a vantaggio dell'intera collettività, ora non potranno proseguire nella stessa per cause ad essi non imputabili. La conseguenza pratica non solo non li premia in alcun modo ma, al contrario, è causa di discriminazione;

   questi cittadini sono considerati dalle istituzioni alla stregua dei cosiddetti no vax, e l'interrogante ritiene sia assolutamente necessario e urgente un intervento normativo riparatorio per rimediare a queste errore che sta penalizzando seriamente i volontari che hanno dato un contributo importante alla ricerca italiana –:

   quali iniziative urgenti intenda assumere per dare soluzione al problema esposto in premessa, considerando prioritariamente l'eventualità di effettuare un test sierologico sui volontari della sperimentazione del vaccino ReiThera che attesti la presenza di anticorpi, così da consentire a chi può dimostrare, con una documentazione riconosciuta dalle autorità competenti, l'adeguata copertura anticorpale di chiedere il pass sanitario, come gli altri cittadini vaccinati, per garantire loro il giusto e pieno godimento dei diritti di libertà e la piena tutela della salute, al pari degli altri cittadini vaccinati ed ugualmente immuni.
(4-09900)


   CUNIAL. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   con l'interrogazione n. 4-08453, l'interrogante aveva segnalato la correlazione tra le vaccinazioni e varianti del virus Sars-Cov-2, chiedendo di interrompere la campagna vaccinale, in favore di una prevenzione vera e una cura vera mediante soluzioni anche farmacologiche ed esistenti sul mercato;

   con lo studio «Anticorpi contro Sars-CoV-2 e varianti circolanti suscitati dal vaccino mRNA» pubblicato su Nature il 10 febbraio 2021, gli autori hanno ipotizzato che l'emergere di particolari varianti siano in risposta alla selezione immunitaria in individui con immunità non sterilizzante;

   con lo studio «Resistenza anticorpale delle varianti Sars-CoV-2 B.1.351 e B1.l.7» dell'8 marzo 2021 pubblicato su Nature, gli autori, studiando sieri di personale sanitario vaccinato con il vaccino di Moderna e Pfizer, hanno concluso che la variante B. 1.351 è refrattaria alla neutralizzazione da parte della maggior parte degli anticorpi monoclonali. Inoltre, la recente comparsa delle mutazioni B.1.1.7, B.1.351 e P.1 ha segnato l'inizio della deriva antigenica di Sars-CoV-2. Il virus sta andando nella direzione di sfuggire agli attuali interventi terapeutici e profilattici diretti contro la proteina spike virale. Gli studiosi inoltre ritengono che se la diffusione dilagante del virus continua e si accumulano mutazioni più critiche, allora si continuerebbe ad inseguire continuamente il Sars-CoV-2 in continua evoluzione, come per il virus dell'influenza;

   con lo studio in pre-print «Evasione immunitaria Sars-CoV-2 per variante B.1.427/B.1.429» del 1o aprile 2021, i dati presentati indicano che SARS-CoV-2 B. 1.427/B.1.429 è associato a una riduzione della sensibilità agli Abs neutralizzanti del plasma provocata dalla vaccinazione con due dosi di Pfizer/BioNTech BNT162b2 o Moderna mRNA-1273 e dall'infezione con il prototipo SARS-CoV-2 e B.1.1.7 VOC;

   con lo studio «Considerazioni epidemiologiche ed evolutive dei regimi di dosaggio del vaccino Sars-CoV-2» del 23 aprile 2021 pubblicato sulla rivista Science, si è dimostrato come tra il tempo che intercorre tra le due dosi di somministrazione del vaccino si possa aumentare il potenziale di evoluzione antigenica se le risposte immunitarie non sono ottimali e il virus continua a replicarsi in alcune persone vaccinate, portando potenzialmente a mutazioni di fuga immunitaria;

   con lo studio «Rischio più rapida fuga evolutiva dagli interventi biomedici mirati alla proteina spike Sars-CoV-2» pubblicato il 28 aprile 2021, gli studiosi avvertono che se l'evoluzione all'interno dell'ospite di Sars-Cov-2 contribuisce all'evasione immunitaria a livello di popolazione, potrebbe accelerare l'emergere di ceppi resistenti al vaccino nei mesi successivi alla distribuzione dello stesso; ciò può anche portare ad un aumento del rischio di potenziamento anticorpo-dipendente (ADE), già ripreso dall'interrogante con più interrogazioni;

   già nel 2015 con gli studi «La necessità di interventi sulle malattie evolutivamente razionali: la vaccinazione può selezionare per una maggiore virulenza» e «La vaccinazione imperfetta può aumentare la trasmissione di agenti patogeni altamente virulenti» si erano affrontate le questioni di come interventi sulle malattie, come la vaccinazione, possano portare all'evoluzione di agenti patogeni più dannosi, infatti, se da un lato i vaccini riescono a mantenere in vita gli ospiti non impedendo la trasmissione, potrebbero consentire a ceppi molto virulenti di circolare nella popolazione;

   il 21 giorno 2021, l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha cambiato la nomenclatura alle varianti, attribuendo alle stesse lettere greche. Ad oggi sono censite 11 varianti, per un totale di 28 lignaggi;

   è parere dell'interrogante che la narrazione della variante Delta per generare paura, sia appositamente sostenuta per spingere alla vaccinazione, la quale, per quanto esposto sopra, causerà solamente una evoluzione inaspettata del virus, la vaccino resistenza e l'obbligo del ricorso al vaccino annuale –:

   se il Governo, per quanto espresso in premessa, non intenda, interrompere la campagna di vaccinazione per una gestione che riporti nella normalità l'attività del servizio sanitario.
(4-09910)

TRANSIZIONE ECOLOGICA

Interrogazione a risposta scritta:


   CHIAZZESE, SUT, NAPPI e VILLANI. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   il 24 giugno 2021 sul sito di Reuters è stato pubblicato un articolo-inchiesta dal titolo «Gas infrastructure across Europe leaking planet-warming methane» sul forte effetto serra causato quotidianamente in tutta l'Unione europea a causa di perdite e sfiati degli impianti di idrocarburi;

   in particolare, attraverso l'utilizzo di una telecamera a infrarossi, la ong Clean Air Task Force (Catf) ha documentato la fuoriuscita o lo sfiato delle emissioni di metano dagli impianti di petrolio e gas in 123 siti di lavorazione in Austria, Repubblica Ceca, Germania, Ungheria, Italia, Polonia e Romania;

   il metano, oltre a configurarsi come un precursore di ozono — un inquinante secondario che causa ogni anno oltre 17.000 morti premature in Europa di cui oltre 3.000 in Italia, secondo il rapporto 2020 sulla qualità dell'aria della Agenzia ambientale europea — ha un effetto serra circa 80 volte più potente della CO2 in un periodo di 20 anni ed è responsabile di almeno il 25 per cento del riscaldamento globale;

   inoltre, le emissioni di metano sono aumentate molto più velocemente di quanto previsto dagli obiettivi dell'Accordo di Parigi;

   attualmente l'Unione europea non regola le emissioni di metano nel settore energetico, il che significa che le aziende che gestiscono i siti esaminati da, Catf non stanno violando le leggi a causa di perdite o sfiati. Tuttavia, mentre alcuni Stati membri richiedono alle aziende di segnalare alcune emissioni, non esiste un quadro generale che le costringa a monitorare le perdite più piccole o a risolverle;

   tra i siti localizzati nei Paesi dell'Unione europea che rilasciano una quantità significativa di metano vengono citati i siti italiani di Minerbio (nord-est di Bologna), di Pineto in Abruzzo e di Panigaglia vicino La Spezia;

   nel mese di ottobre 2020, la Commissione europea ha pubblicato la «strategia per il metano» che funge da punto di partenza per un processo di sviluppo di una legislazione per vietare le pratiche di combustione e sfiato di routine ed introdurre l'obbligo di migliorare il rilevamento e la riparazione delle perdite nelle infrastrutture del gas –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto evidenziato in premessa e quali iniziative di competenza intenda assumere per tutelare la sicurezza delle persone e dell'ambiente e favorire una più netta presa di posizione nella direzione indicata dall'Unione europea, anche alla luce sia del percorso verso la neutralità climatica al 2050 che dei piani di ripresa contemplati nel Next Generation EU.
(4-09908)

Apposizione di firme ad interrogazioni.

  L'interrogazione a risposta in commissione Cenni n. 5-06487, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 22 luglio 2021, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato De Filippo.

  L'interrogazione a risposta in commissione Melicchio n. 5-06493, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 23 luglio 2021, deve intendersi sottoscritta anche dalla deputata Alaimo.

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interrogazione a risposta in Commissione Giacomoni n. 5-06259 del 18 giugno 2021.

Trasformazione di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore: interrogazione a risposta scritta Zoffili e altri n. 4-09756 del 7 luglio 2021 in interrogazione a risposta in Commissione n. 5-06500.