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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Lunedì 22 febbraio 2021

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:


   La X Commissione,

   premesso che:

    il testo del piano nazionale di ripresa e resilienza - Pnrr approvato dal Consiglio dei ministri il 12 gennaio 2021, contiene all'interno delle sei missioni previste (strutturate a loro volta in 4 componenti) una missione finalizzata alla transizione verde ed ecologica della società e dell'economia italiana, in coerenza con le strategie green deal europee e del Piano nazionale integrato per l'energia e il clima - Pniec;

    la seconda componente, «energia rinnovabile, idrogeno e mobilità sostenibile», prevede inoltre come obiettivo: l'aumento della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili e lo sviluppo di una filiera industriale in questo ambito, inclusa quella dell'idrogeno; inoltre, fra gli obiettivi della componente, il Pnrr stabilisce fra gli altri:

     interventi volti a stimolare la crescita di una filiera industriale nei settori tecnologici legati alla produzione di energia da fonti rinnovabili;

     promuovere la produzione, la distribuzione e gli usi finali dell'idrogeno, in linea con le strategie comunitarie e nazionali;

     rendere più sostenibile la mobilità delle persone attraverso il potenziamento del trasporto rapido di massa e delle ciclovie oltre che il rinnovo del parco circolante di mezzi di trasporto pubblico locale e di veicoli privati;

    al riguardo, l'utilizzo dell'idrogeno e del suo ruolo, nel quadro dell'innovazione tecnologica ed industriale e del percorso nazionale di decarbonizzazione, rappresenta un aspetto strategico, nell'ambito della politica energetica delineata a livello europeo e successivamente ulteriormente implementata con l'approvazione da parte della Commissione europea, del Clean Energy Package (noto come Winter package);

    le risorse europee per gli investimenti previste all'interno del testo del Recovery Plan, (per rispondere alla crisi pandemica provocata dal Covid-19) confermano infatti, l'importanza e l'attenzione particolare, dimostrata dal nostro Paese, nella missione prevista di rivoluzione verde e transizione ecologica del Pnrr che ha messo a disposizione circa 70 miliardi di euro;

    in tale scenario, il percorso intrapreso dal Ministero dello sviluppo economico, per lo sviluppo e la crescita dell'idrogeno, è stato caratterizzato da una serie di interventi mirati a livello internazionale e nazionale, tra i quali: l'adesione nel luglio 2018 alla Renewable and Clean Hydrogen Innovation Challenge per accelerare lo sviluppo di un mercato globale dell'idrogeno nell'ambito dell'iniziativa multilaterale «Mission Innovation», che impegna l'Italia a raddoppiare gli investimenti pubblici per le attività di ricerca e sviluppo sulle clean-technologies entro il 2021;

    il nuovo piano industriale che il Ministero dello sviluppo economico sta predisponendo per l'Italia, (che prevede anche investimenti e la collaborazione fattiva con gli altri Paesi europei, per affrontare con successo la transizione tecnologica, digitale e green) è sostenuto anche da un'intensa attività di sensibilizzazione delle imprese nella catena strategica del valore dell'idrogeno verde, con l'obiettivo di sviluppare nuove progettualità altamente innovative per la creazione di un nuovo importante progetto di comune interesse europeo;

    all'interno del quadro suesposto, si ravvisa la necessità di aggiornare le misure normative, regolatorie e della sicurezza (anche nei riguardi della logistica) volte a consentire adeguati livelli di produzione d'idrogeno verde, che richiedono la disponibilità di elevati volumi di energia rinnovabile, una significativa riduzione dei costi e l'incremento dell'efficienza lungo l'intero ciclo;

   il manifesto per lo sviluppo di nuove progettualità altamente innovative nel campo dell'idrogeno, firmato dal Ministro dello sviluppo economico pro tempore Patuanelli insieme ad altri 22 Ministri dell'Unione europea, con l'impegno di far nascere entro il 2021 l'Ipcei idrogeno, che garantirà all'Europa un vantaggio innovativo nel settore e la leadership in ambito internazionale, evidenzia al riguardo l'impegno e l'interesse dimostrato nel corso della presente legislatura, in favore dell'idrogeno, quale nuovo vettore energetico per il futuro,

impegna il Governo:

   a proseguire nella direzione intrapresa in ambito nazionale ed europeo, finalizzata a sostenere la trasformazione energetica, l'uso delle fonti rinnovabili e le potenzialità della filiera dell'idrogeno verde in tale contesto;

   a continuare l'attività di sensibilizzazione, nei riguardi degli operatori del settore e delle imprese della filiera, in particolare quelle di piccola e media dimensione, favorendo le condizioni di sistema per garantire la partecipazione dell'industria e dei centri di ricerca pubblici e privati ai futuri programmi di ricerca previsti in ambito nazionale;

   ad adottare iniziative per introdurre misure agevolative, in favore degli investimenti per il recupero nelle aree industriali dismesse per la sperimentazione e la produzione di idrogeno da fonti rinnovabili e la creazione di una filiera italiana per la produzione di elettrolizzatori, ovvero dispositivi elettrochimici in grado di produrre celle elettrochimiche di diverse dimensioni e tipologie per soddisfare le diverse esigenze del mercato, come ribadito all'interno delle linee d'intervento previste dal Pnrr;

   ad assumere iniziative per potenziare le infrastrutture della mobilità sostenibile e dei processi autorizzativi, in grado di proseguire il processo di decarbonizzazione, in coerenza con gli obiettivi stabiliti in ambito europeo, nell'ambito della strategia di lungo termine, del 2050;

   ad adottare iniziative per sostenere il sistema delle imprese del settore, innalzando i livelli di crescita e competitività (per la maggior parte costituite in un segmento di piccole e medie dimensioni) dello sviluppo di tale mercato strategico dell'idrogeno, attraverso un'azione di semplificazione normativa, amministrativo-procedurale e di snellimento della regolamentazione (nonché di accelerazione dei processi autorizzativi) in grado di espandere le tecnologie adeguate, per sostenere l'impiego finale dell'idrogeno verde nei settori di consumo finale (come, per esempio, i micro-cogeneratori a celle a combustibile);

   a incentivare la ricerca e lo sviluppo della produzione di celle combustibile in Italia, i cui effetti economici, positivi e durevoli, consentiranno di favorire la crescita dei distretti industriali attualmente in recessione, stimolando al contempo l'economia locale, l'indotto collegato e la nascita di nuove start-up, per un programma di formazione e riconversione professionale.
(7-00609) «Vallascas».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministro della difesa, per sapere – premesso che:

   il 15 febbraio 2012, al largo delle coste indiane del Kerala nel Mar Arabico, la petroliera battente bandiera italiana Enrica Lexie ha incrociato un'imbarcazione non identificata, che procedeva nella sua direzione senza rispettare l'alt intimato dai segnali luminosi del mercantile italiano, che rappresentano un codice di comunicazione tra navi, necessario per identificarsi a distanza in quelle acque ad alto rischio di pirateria;

   l'area rientrava in una delle zone ad alto rischio pirateria, individuata già nel 2011 dall'International Transport Workers Federation (Itf), e quindi in acque internazionali direttamente confinante con le acque territoriali indiane;

   nelle aree ad alto rischio di pirateria i mercantili sono invitati ad adottare le misure di autoprotezione raccomandate dall'Imo (International Maritime Organization). Nel corso dell'episodio i militari del reggimento San Marco imbarcati sulla Enrica Lexie, con compiti anti-pirateria, hanno esploso alcuni colpi di avvertimento per mettere in fuga l'imbarcazione sospetta;

   successivamente il peschereccio indiano St. Anthony, con undici uomini di equipaggio, rientrava nel porto di Kochi (sulla medesima costa del Kerala), con due marittimi uccisi da diversi colpi di arma da fuoco;

   le autorità del Kerala invitavano, con un pretesto, la Enrica Lexie a rientrare a Kochi e procedevano all'arresto di due marò del reggimento San Marco, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, accusandoli di aver ucciso i due pescatori. Il 19 febbraio 2012 i due fucilieri di Marina vengono consegnati alla giustizia indiana con l'accusa di aver ucciso due pescatori indiani su un peschereccio, scambiati per due pirati al largo della costa del Kerala, nel sud dell'India. Dopo l'uccisione dei due pescatori indiani, qualche giorno dopo il fermo dei due militari italiani, il tribunale di Kollam dispone il loro trasferimento nel carcere ordinario di Trivandrum. Ne escono solo il 30 maggio quando l'Alta Corte del Kerala concede ai due fucilieri la libertà su cauzione di dieci milioni di rupie (143.000 euro) stabilendo l'obbligo di firma quotidiano che impedisce loro di allontanarsi dalla zona di competenza del commissariato locale;

   ai due fucilieri viene anche ritirato il passaporto. Solo a dicembre del 2012, qualche giorno prima di Natale, il Governo italiano riesce a ottenere dall'Alta Corte del Kerala un permesso di due settimane per i due militari italiani che consente loro di trascorrere le festività in Italia con l'obbligo di tornare in India alla scadenza del permesso. Tornano quindi a casa il 22 dicembre e vengono interrogati dal procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo;

   il 3 gennaio 2013, alla scadenza del permesso, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone tornano in India, per poi rientrare ancora in Italia alla fine di febbraio, quando ai due fucilieri viene dato un permesso di 4 settimane in occasione delle elezioni politiche;

   la esposizione del Governo italiano è, inizialmente, quella di non rimandare i due fucilieri in India, ma la Presidenza del Consiglio dei ministri annuncia invece successivamente che i fucilieri sarebbero tornati nel Paese asiatico. L'allora Ministro degli affari esteri Giulio Terzi annuncia quindi in Parlamento le proprie dimissioni irrevocabili in polemica con la decisione del Governo di rimandare i marò in India. Il 16 dicembre del 2014 arriva il «no» della Corte Suprema indiana alle istanze presentate dai marò, anche per quanto riguarda il possibile rientro in Italia di Girone. Dopo mesi di schermaglie politiche e diplomatiche, il Governo italiano decide, il 26 giugno del 2015, di attivare la procedura di arbitrato internazionale di fronte all'impossibilità di arrivare a una soluzione negoziale con l'India. L'Italia chiede di consentire la permanenza di Latorre in Italia (nel frattempo tornato nel nostro Paese per alcuni problemi di salute) e il rientro in patria di Girone durante l'iter della procedura arbitrale. Il 2 maggio 2016 il Tribunale arbitrale dispone che anche Girone faccia rientro in Italia fino alla conclusione del procedimento arbitrale;

   Italia e India, dopo una lunga fase di scontro politico e giudiziario, hanno deciso di comune accordo di ricorrere al Tribunale dell'Aja, perché decidesse a chi spettava la giurisdizione. I due Paesi si erano di conseguenza impegnati a svolgere il processo una volta attribuito a una delle due Parti;

   a luglio 2020 il Tribunale internazionale dell'Aja ha preso la sua decisione assegnando il processo all'Italia. Ma l'Italia dovrà pagare i danni alle famiglie dei due pescatori uccisi e al capitano del peschereccio bersagliato al largo del Kerala il 15 febbraio del 2012. I giudici internazionali riconoscono «l'immunità funzionale» dei fucilieri di Marina per l'incidente: all'India viene quindi precluso l'esercizio della propria giurisdizione, certificando che i due militari erano funzionari dello Stato italiano, impegnati nell'esercizio delle loro funzioni;

   a questo punto quindi secondo il Tribunale de L'Aja l'Italia dovrà far ripartire il procedimento penale aperto a suo tempo dalla procura della Repubblica di Roma;

   dopo anni di lunghe battaglie numerose sono state le reazioni positive da parte della politica italiana tutta alla conclusione della lunga agonia che ha visto il riconoscimento della giurisdizione italiana nei confronti dei due Marò;

   recentemente è trascorso il nono anniversario dell'incidente navale nelle acque del Kerala che ha generato la contesa internazionale tra Italia e India e a distanza di sette mesi dal provvedimento arbitrale del Tribunale dell'Aja che ha conferito la giurisdizione sulla vicenda dell'Enrica Lexie all'Italia i due militari sono ancora sottoposti alle restrizioni previste dalle disposizioni della Corte suprema di Nuova Delhi non ancora decadute –:

   quali iniziative intendano adottare al fine di adoperarsi, nelle sedi competenti, con ogni mezzo, per sollevare i due militari dalle suddette restrizioni cui sono ancora sottoposti e chiudere definitivamente questa annosa vicenda.
(2-01107) «Deidda, Lollobrigida, Foti, Ferro, Albano, Bellucci, Bignami, Bucalo, Butti, Caiata, Caretta, Ciaburro, Cirielli, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Frassinetti, Galantino, Gemmato, Lucaselli, Mantovani, Maschio, Meloni, Mollicone, Montaruli, Osnato, Prisco, Rampelli, Rizzetto, Rotelli, Silvestroni, Trancassini, Varchi, Vinci, Zucconi».

Interpellanza:


   La sottoscritta chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   per affrontare l'attuale crisi causata dal Coronavirus, la Commissione europea e gli Stati membri hanno concordato un'azione comune a livello di Unione europea per garantire l'approvvigionamento e sostenere lo sviluppo di un vaccino contro il COVID-19, decisivo nella strategia di contrasto alla pandemia;

   l'iniziativa dei Cittadini europea(ICE), in Corso, «Right to cure. No profit on pandemic», chiede alla Commissione europea di proporre una normativa intesa, tra le altre cose, a garantire che i diritti di proprietà intellettuale, compresi i brevetti, non ostacolino l'accessibilità o la disponibilità di qualsiasi futuro vaccino o trattamento contro il COVID-19;

   l'emergenza sanitaria ha infatti messo in evidenza la dipendenza dell'Unione europea da innovazioni e tecnologie essenziali e ha ricordato all'Europa l'importanza di migliorare gli strumenti esistenti per far fronte alle situazioni di crisi, tra cui le norme e gli strumenti efficaci in materia di proprietà intellettuale; pur rappresentando la tutela brevettuale un incentivo fondamentale agli investimenti delle imprese in ricerca e innovazione e nella produzione di nuovi medicinali e dispositivi medici, l'effetto preclusivo dei brevetti può comportare, come sottolineato dal Parlamento europeo nella risoluzione del 17 settembre 2020 sulla penuria di medicinali, una limitazione nell'approvvigionamento sul mercato e una riduzione nell'accesso a medicinali e prodotti farmaceutici;

   la Commissione europea sta studiando, a sua volta, le modalità per incentivare una rapida messa in comune della proprietà intellettuale essenziale in tempi di crisi, anche attraverso un nuovo sistema di concessione di licenze che renda temporaneamente disponibile la proprietà intellettuale essenziale in modo controllato. La Commissione ha inoltre ravvisato l'esigenza di garantire l'esistenza di sistemi efficaci per il rilascio di licenze obbligatorie, ai quali ricorrere come ultima risorsa e come rete di sicurezza in caso di fallimento di qualunque altro tentativo di rendere disponibile la proprietà intellettuale;

   la possibilità di autorizzare temporaneamente la concessione di licenze obbligatorie in caso di crisi sanitaria costituisce una delle flessibilità della sanità pubblica in materia di tutela brevettuale già inclusa nell'accordo sugli aspetti dei diritti di proprietà intellettuale attinenti al commercio (TRIPS) dell'Organizzazione mondiale del commercio e ribadita ulteriormente dalla dichiarazione di Doha del 2001;

   in data 2 dicembre 2020, è stata approvata, in Assemblea, alla Camera, la risoluzione di maggioranza 6-00158 che ha impegnato il Governo, tra gli altri compiti, ad adoperarsi in seno all'Unione europea affinché l'Omc deroghi per i vaccini anti-COVID-19 al regime ordinario dell'Accordo Trips sui brevetti o altri diritti di proprietà intellettuale, per garantire l'accesso gratuito e universale ai vaccini;

   come sottolineato anche dalla Commissione europea, la protezione e l'applicazione dei brevetti dovrebbero tenere in debita considerazione gli interessi della società, in particolare la tutela dei diritti umani e le priorità di sanità pubblica; allo stesso modo, la protezione dei brevetti non dovrebbe interferire con il diritto alla salute, né contribuire ad accrescere il divario tra i cittadini più ricchi e quelli più poveri in termini di accesso ai medicinali –:

   quali concrete iniziative il Governo intenda intraprendere, in seno alle competenti sedi decisionali europee, al fine di garantire, in conformità all'approccio comune e alla strategia globale dell'Unione europea nella lotta al COVID-19 – che ricomprende la necessità di iscrivere il regime di licenze obbligatorie all'interno di un'azione più ampia dell'Unione europea per affrontare la questione dell'accesso ai medicinali – che le restrizioni derivanti dai diritti di proprietà intellettuale, compresi i brevetti, non rappresentino, in una situazione di pandemia e di difficoltà economica, un ostacolo all'accessibilità e alla distribuzione diffusa di qualsiasi futuro vaccino o trattamento contro il COVID, consentendo la massima condivisione possibile di conoscenze, proprietà intellettuale e dati relativi alle tecnologie sanitarie, a beneficio di tutti i Paesi e di tutti i cittadini.
(2-01106) «Ianaro».

Interrogazione a risposta orale:


   MAMMÌ. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il Commissario straordinario per l'attuazione è il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell'emergenza epidemiologica Covid-19, in data 11 dicembre 2020, ha emanato un avviso pubblico volto alla selezione di 5 agenzie per il lavoro per l'affidamento, la selezione e il reclutamento di 3.000 medici e 12.000 infermieri e assistenti sanitari, che dovranno sostenere la campagna di somministrazione del vaccino nelle 1.500 strutture individuate e distribuite su tutto il territorio nazionale, con contratti di assunzione a tempo determinato per la durata pari a 9 mesi, rinnovabili in caso di necessità connesse al Piano vaccinale anti Sars-COV-2;

   a ciascuna delle agenzie aggiudicatarie dell'Accordo Quadro è stata assegnata una specifica «Area Territoriale» del Paese, in base alla seguente divisione: Area Territoriale 1 (Lombardia, Emilia-Romagna, Sardegna, Umbria, Valle d'Aosta), assegnata all'Agenzia Manpower; Area Territoriale 2 (Lazio, Piemonte, Liguria, Provincia Autonoma di Trento), assegnata all'Agenzia Randstad; Area Territoriale 3 (Campania, Puglia, Marche, Basilicata) alla GiGroup; Area Territoriale 4 (Sicilia, Toscana, Abruzzo, Provincia Autonoma di Bolzano) all'Agenzia Umana-Synergie; Area Territoriale 5 (Veneto, Calabria, Friuli-Venezia Giulia, Molise) alle Agenzie Etjca-Orienta;

   il valore stimato dell'affidamento è pari a euro 534.284.100,00 al lordo di ogni spesa, onere e/o imposta di legge, ove previsto; tale importo è omnicomprensivo e si compone del costo massimo stimato derivante dai contratti specifici per il personale, per un periodo massimo di 9 mesi, pari a euro 508.842.000,00 e dal valore massimo stimato del margine di agenzia spettante alle agenzie per il lavoro (ApL) aggiudicatarie pari ad euro 25.442.100,00;

   il costo del lavoro mensile calcolato per ciascun profilo professionale è stato valutato rispettivamente in euro 6.538,00 per i medici e di euro 3.077,00 per gli infermieri e assistenti sanitari. Entrambi i compensi sono espressi al lordo per 13 mensilità. Tuttavia, la stessa interrogante ha ricevuto diverse segnalazioni da infermieri che, dopo aver inviato la propria candidatura, sono stati contattati dall'agenzia per il lavoro competente per l'area territoriale per l'affidamento dell'incarico per il quale, a fronte dei compensi prospettati nell'avviso pubblico, gli veniva offerto un trattamento retributivo mensile pari a circa euro 1.940,00 al lordo, per 38 ore di lavoro settimanali, con la richiesta di disponibilità a prestare servizio in più province della regione di residenza. A queste segnalazioni si uniscono le analoghe testimonianze raccolte dal sindacato Nursing Up, come riportato sui siti internet di Assocarenews in un articolo del 22 gennaio 2021 e NurseTimes del 23 gennaio 2021;

   in base ai più recenti dati ufficiali, sono pervenute 26.690 adesioni all'avviso pubblico del Commissario Straordinario all'emergenza Covid-19 che, pur essendo superiori rispetto ai posti disponibili, tuttavia fanno rilevare lo sconfortante dato delle sole circa 3.900 candidature avanzate dalle figure infermieristiche. Tra i motivi della scarsa partecipazione degli infermieri al bando, come anche evidenziato dalla Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche, è ragionevole supporre che vi siano la mancanza di assicurazioni da parte del Ministro interrogato sul diritto per gli infermieri libero professionisti ad essere compresi tra le categorie per le quali il vaccino anti-covid è prioritario e conseguentemente essere vaccinati quanto prima, nonché le poco attrattive condizioni contrattuali proposte –:

   se il Governo sia a conoscenza delle circostanze illustrate; quali iniziative, anche normative, intenda assumere in merito alla rappresentata difformità tra i compensi proposti agli infermieri dalle agenzie per il lavoro, circa 1940.00 euro al lordo, a fronte di 3077.00 euro al lordo previsti nell'avviso pubblico del Commissario straordinario per l'emergenza Covid-19 volto al reclutamento di personale sanitario per il sostegno alla campagna vaccinale anti Sars-Cov-2.
(3-02066)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   ROTTA, CARNEVALI, SIANI, DE FILIPPO, ZARDINI, PINI, RIZZO NERVO e LEPRI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il 2 dicembre 2020 è stato presentato il Piano strategico per la vaccinazione anti-Sars-CoV-2/Covid-19, il 27 dicembre 2020 è iniziata la campagna vaccinale e l'8 febbraio 2021 è stato pubblicato il documento di aggiornamento delle categorie e l'ordine di priorità per la seconda fase della campagna vaccinale in base all'evoluzione delle conoscenze e alle informazioni sui vaccini disponibili;

   secondo il report vaccini anti Covid-19, pubblicato sul sito del Governo, al 20 febbraio 2021 sono state somministrate 3.387.947 dosi a fronte di una distribuzione pari a 4.692.460 (3.905.460 Pfizer/BioNTech, 244.600 Moderna e 542.400 AstraZeneca);

   tali dati confermano, come evidenziato anche dal rapporto Gimble del 17 febbraio 2021, il fatto che nel primo trimestre del 2021 siano state consegnate solo un terzo delle dosi prenotate;

   sulla base di queste considerazioni, alcune regioni hanno valutato la possibilità di agire autonomamente sul mercato per poter disporre di maggiori dosi di vaccino ricevendo offerte da intermediari;

   in particolare, è di queste settimane la notizia che il Veneto abbia intrapreso una interlocuzione con alcuni intermediari per l'acquisto di circa 27 milioni di dosi che sarebbero fornite e fatturate da intermediari e non dai produttori titolari dell'autorizzazione all'immissione in commercio (Aic). Zaia ha affermato di aver inoltrato all'Aifa la richiesta di autorizzazione per l'importazione di vaccini anti-Covid-19, in conformità alle vigenti norme, a cui l'Aifa avrebbe risposto che la richiesta doveva essere inoltrata al Commissario Arcuri;

   il decreto legislativo n. 219 del 2006 prevede che l'importazione di farmaci sia sottoposta alla autorizzazione dell'Aifa a tutela della tracciabilità e della sicurezza dei farmaci;

   inoltre, la normativa vigente prevede due figure di professionisti nel campo della intermediazione dei farmaci: i grossisti ed i broker, mentre non appare disciplinata la figura dell'intermediario che potrebbe essere assimilato al broker, ma, in tal caso, non rientra fra le sue competenze la fatturazione dei farmaci intermediati;

   l'acquisto da intermediari potrebbe presentare criticità non solo sotto il profilo regolatorio, ma anche sul piano normativo e contrattuale dal momento che gli Stati membri dell'Unione europea hanno un vincolo a non acquistare singolarmente. Inoltre, le stesse aziende, Pfizer e AstraZeneca hanno dichiarato che, in questo momento, i loro contatti sono solo con i Governi e che non stanno fornendo il vaccino al mercato privato;

   tali dichiarazioni aprono, quindi, un interrogativo sulla provenienza di tali dosi offerte al di fuori dei canali ufficiali con il rischio concreto di possibili frodi e truffe a danno delle regioni;

   al momento, l'inchiesta aperta dalla procura della Repubblica di Perugia sulle procedure per l'acquisto di vaccini anti-Covid al di fuori dei canali istituzionali comunitari ha coinvolto le regioni Umbria e Veneto nel tentativo di fare chiarezza circa l'identità degli intermediari e la provenienza dei vaccini offerti –:

   quali iniziative si intendano adottare affinché sia del tutto evidente che la procedura per l'acquisto di dosi di vaccino contro il virus Sar-Cov-2 possa avvenire solo attraverso il Governo nazionale e non da parte delle singole regioni, a tutela della salute di tutti i cittadini, indipendentemente dalla regione di residenza;

   se si intenda rendere noto il testo effettivo della lettera di Aifa in risposta alla richiesta della regione Veneto di importazione di vaccini anti-Covid-19 e se si intenda chiarire se e con quale provvedimento le competenze di Aifa in materia di autorizzazione alla importazione di farmaci, nella fattispecie vaccini, sarebbero state trasferite al Commissario Arcuri;

   se non ritenga di dover chiarire quali siano le competenze degli intermediari per l'acquisto di farmaci e i requisiti che debbono possedere.
(5-05388)

Interrogazioni a risposta scritta:


   UNGARO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   a causa della pandemia a livello mondiale la domanda del mercato aereo nel 2020 è crollata del 75,6 per cento, a fronte di un'offerta in picchiata di oltre 68 punti percentuali. Ha tenuto un po' di più il load factor, sceso di «soli» 19,2 punti percentuali, ma a fronte di un numero di voli drasticamente diminuito. Anche a livello di traffico aereo domestico, il dato risulta il peggiore di sempre, visto che la domanda si è praticamente dimezzata e l'offerta ridotta di oltre un terzo;

   grazie al passaporto sanitario, proposto dall'Associazione internazionale del trasporto aereo (Iata) e allo studio della Commissione europea, le compagnie aeree potranno sapere subito lo stato di salute dei passeggeri e se hanno effettuato il vaccino anti-Covid-19;

   è evidente che questo strumento di sicurezza sanitaria è molto importante anche per i lavoratori del settore volo come assistenti, personale di terra e piloti –:

   se il Governo non intenda inserire nell'elenco delle professionalità aventi diritto alla priorità nel cronoprogramma di campagna vaccinale anche i lavoratori dei trasporti.
(4-08310)


   DI SARNO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il decreto-legge 14 gennaio 2021, n. 2, e il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm) del 14 gennaio 2021 hanno disposto l'applicazione di misure restrittive per il contenimento del contagio da Covid-19;

   sulla base dei dati di monitoraggio raccolti dall'Istituto superiore di sanità, l'ordinanza del Ministro della salute del 19 febbraio 2021 ha disposto, a partire da domenica 21 febbraio 2021, il cambio di «colore» – da giallo ad arancione – di alcune regioni;

   tale provvedimento comporta maggiori restrizioni e regole ferree per le imprese e gli esercizi commerciali legati alla ristorazione, i quali potranno lavorare solo con l'asporto fino alle 18:00 e con la consegna a domicilio fino alle 22:00, ora in cui entra in vigore il cosiddetto «coprifuoco»;

   l'avvio delle nuove zone arancioni, comunicato con scarsissimo anticipo, infligge un grave colpo ad un settore già messo a dura prova dalla crisi economica dovuta al Coronavirus, soprattutto per bar, ristoranti e pub, costretti a chiudere improvvisamente al pubblico, nonostante avessero già acquistato le forniture necessarie per lavorare nel weekend;

   per ridurre l'impatto negativo delle restrizioni su tale tipo di imprese, sarebbe opportuno rimandare l'avvio delle zone arancioni e/o rosse al lunedì o, quantomeno, comunicare con congruo preavviso tale decisione agli imprenditori ed ai negozianti coinvolti nel cambio di regole;

   le associazioni di categoria chiedono a gran voce una rivisitazione dei parametri e delle modalità in base ai quali si dispone il cambio dei «colori» delle regioni, sottolineando che le imprese sono ormai esasperate dall'incertezza che accompagna l'applicazione dei provvedimenti restrittivi;

   la Conferenza delle regioni invoca una semplificazione dei criteri di entrata ed uscita nelle diverse zone, sottolineando la necessità che le misure siano conosciute con tempestività dai cittadini e dalle imprese, nonché l'urgenza di velocizzare la campagna vaccinale, ormai in una situazione di stallo;

   occorre garantire maggiori ristori ed indennizzi agli operatori economici penalizzati dall'incedere della pandemia, intervenendo in modo incisivo a favore delle attività che hanno subìto enormi perdite di fatturato –:

   quali iniziative il Governo intenda adottare in ordine al sistema di comunicazione e di applicazione delle regole derivanti dal cambio di «colore» delle regioni;

   quali iniziative si intendano adottare al fine di tutelare le numerose imprese ed esercizi commerciali coinvolti dal passaggio da un livello di rischio ad un altro.
(4-08318)


   TESTAMENTO e DEL SESTO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   col nome di «lotto zero» viene identificato il progetto di rete stradale, della lunghezza di circa 5 chilometri, che dovrebbe collegare in provincia di Isernia il bivio di Pesche al chilometro 181+500 della strada statale 17 e il viadotto 1 della Isernia-Castel di Sangro. Tale progetto prevede la costruzione di due gallerie, otto viadotti e tre svincoli, per un costo complessivo di 170 milioni di euro;

   negli ultimi anni molte perplessità sono state manifestate sull'opera sotto il profilo ambientale-paesaggistico, sotto quello economico e della reale utilità e, infine, sotto quello procedurale. Riguardo al primo, l'opera avrebbe pesanti ripercussioni sul consumo di suolo e sulla falda acquifera e sulle sorgenti del fiume Sordo, che alimentano l'acquedotto isernino da 2000 anni, nascendo esse in un contesto ambientale caratterizzato da forti peculiarità, con la presenza della «Riserva orientata di Pesche», area di elevato interesse naturalistico istituita dall'Unione europea, e del costituendo «Parco delle Acque di San Martino». In merito al secondo aspetto, il costo dell'opera sarebbe lievitato in modo spropositato in questi anni: dagli iniziali 18 milioni di euro agli attuali 170 milioni di euro e in conseguenza di ciò sono stati presentati dal Comitato «No lotto zero» e dall'Associazione antimafia A. Caponnetto numerosi esposti alle procure della Repubblica, alla Corte dei conti e all'Autorità nazionale anticorruzione, come si evince anche da un articolo pubblicato su Primo Piano Molise del 13 febbraio 2021. Inoltre, secondo lo stesso Comitato da un'attenta lettura delle schede Anas relative al progetto si evidenzierebbe l'inconsistenza delle motivazioni che lo giustificherebbero, vista la previsione di un esiguo traffico veicolare giornaliero e un'abbreviazione dei tempi medi di percorrenza di appena tre minuti rispetto alle attuali opzioni stradali. In merito agli aspetti meramente procedurali, sempre nell'articolo giornalistico di cui sopra si fa riferimento al fatto che non sarebbe stata effettuata un'adeguata analisi del rapporto costi/benefici, requisito che è previsto dalle sentenze del Tar Veneto n. 333/2012 e del Consiglio di Stato n. 6777/2018;

   il progetto è stato inserito dal precedente Governo tra i 53 interventi infrastrutturali per i quali è stata prevista, al fine di accelerarne l'iter, la nomina di un commissario straordinario ai sensi dell'articolo 4, comma 1, del decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 giugno 2019, n. 55 (cosiddetto decreto semplificazioni), ma l'esame del relativo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri presso le Commissioni parlamentari competenti si è interrotto con la crisi di Governo;

   a fronte della grave crisi sociale, economica e ambientale che si sta vivendo e della consapevolezza che le vere e impellenti esigenze del Paese siano altre, come il dissesto idrogeologico, la carente sicurezza di alcuni tratti autostradali e non, l'arretratezza di una parte della rete ferroviaria, ad avviso degli interroganti, è inopportuno sprecare denaro pubblico per la realizzazione di un tratto autostradale inutile e dannoso sul piano della sostenibilità ambientale ed economica –:

   se il Governo intenda riconsiderare la presunta strategicità dell'opera a fronte delle criticità ambientali, economiche e procedurali esposte in premessa, anche alla luce dell'impronta ambientalista e sostenibile che sembrerebbe ispirare l'azione del nuovo Governo.
(4-08330)


   FASSINA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   sono in via di presentazione le liste per il rinnovo del consiglio di amministrazione di Tim e l'attuale consiglio di amministrazione, a maggioranza espressione del principale azionista Vivendi, sta lavorando alla presentazione di una lista propria di maggioranza; sembrerebbe che Cassa depositi e prestiti (Cdp) intenda rinunciare a presentate una propria lista di candidati per il consiglio di amministrazione della Tim;

   la Cassa depositi e prestiti è il secondo socio di Tim, con il 9,9 per cento, oltre a detenere il 50 per cento di Open Fiber; la Tim è un'azienda strategica per la sicurezza nazionale a controllo privato, un dato di primaria rilevanza, in quanto Tim insiste nel proporre la propria infrastruttura come rete unica per la banda larga fondamentale per la digitalizzazione del nostro Paese;

   oltre al rischio di perdere il controllo di un'azienda di interesse nazionale, sussiste anche quello di un pesantissimo rischio erariale, in quanto Cdp è per oltre l'80 per cento del Ministero dell'economia e delle finanze;

   in tale contesto si segnala, altresì, che il 25 febbraio 2021 scade il diritto di prelazione di Cdp sulla quota del 50 per cento di Enel in Open Fiber; la società elettrica ha accettato di trattare la cessione al fondo australiano Macquarie per 2,68 miliardi di euro;

   sarebbe auspicabile che Cassa depositi e prestiti decidesse di esprimere una lista autonoma di candidati, in considerazione degli ingenti investimenti effettuati in questi anni per acquisire quote del capitale di Telecom –:

   se intendano assumere iniziative di competenza immediate e quali affinché Cassa depositi e prestiti presenti una propria autonoma lista per il consiglio di amministrazione di Tim.
(4-08334)


   DONZELLI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'università e della ricerca, al Ministro per le pari opportunità e la famiglia. — Per sapere – premesso che:

   nel corso della trasmissione radiofonica dal titolo «Bene bene male male», andata in onda il 19 febbraio 2021 (e in replica sabato 20 febbraio 2021) sull'emittente radiofonica fiorentina Controradio e condotta dal direttore Raffaele Palumbo, il professor Giovanni Gozzini, ordinario di storia all'università di Siena e, dal 2007 al 2008, assessore alla cultura del comune di Firenze, con il sindaco Leonardo Domenici (Pd), commentando la recente nascita del governo Draghi e il dibattito parlamentare che ne è scaturito, ha pronunciato le seguenti parole riferite al presidente di Fratelli d'Italia e deputato Giorgia Meloni: «Ortolana», «pesciaiola», «demenziale», «ignorante», «non ha mai letto con ogni evidenza un libro in vita sua», «rana dalla bocca larga», «vacca», «scrofa», «peracottara». Le frasi sono state pronunciate con insistenza e, a parere dell'interrogante, con l'accondiscendenza dell'altro interlocutore, Giorgio Van Straten, nominato dalla sinistra in numerosi consigli di amministrazione e organismi e attuale presidente della Fondazione Alinari per la fotografia, scelto dalla regione Toscana. In merito ai fatti accaduti Giorgia Meloni, leader dell'unico partito attualmente all'opposizione fra quelli eletti in Parlamento, il 20 febbraio 2021 ha ricevuto una telefonata di solidarietà dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella;

   appare di inaudita gravità il comportamento del professor Gozzini, docente di un ateneo pubblico, e, proprio in considerazione del ruolo ricoperto, le parole pronunciate rappresentano un pessimo esempio nei confronti dei giovani studenti universitari –:

   se non ritenga l'utilizzo di tale linguaggio lesivo dei valori costituzionali e di quali elementi disponga circa iniziative, anche di carattere disciplinare, dei vertici dell'Ateneo in relazione alle suddette gravissime dichiarazioni del professor Gozzini.
(4-08338)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   SCHIRÒ. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   nella circoscrizione consolare di Barcellona, che attualmente raccoglie oltre 105.000 iscritti all'Aire, opera a livello scolastico l'Istituto italiano comprensivo, istituito nel 2003, composto dalla scuola primaria statale, dalla scuola secondaria di primo grado (entrambe situate nella sede di Carrer de Setanti) e dal liceo scientifico (situato nella storica sede di Passaje Mendez Vigo);

   nell'anno scolastico 2019-20, gli studenti iscritti sono stati 549, suddivisi tra scuola primaria (253), scuola secondaria di primo grado (150) e liceo scientifico (146), ai quali si aggiungono 100 iscritti alla scuola dell'infanzia paritaria ospitata presso i locali di Carrer de Setanti;

   i titoli di studio finali rilasciati hanno valore legale a tutti gli effetti sia in Italia che in Spagna;

   negli ultimi anni, alla luce delle locali normative in tema di sicurezza degli edifici scolastici, si sono evidenziate complesse problematiche relativamente ai due plessi, particolarmente acute per quello di Mendez Vigo, tali comunque da richiedere impegnativi lavori di ristrutturazione;

   nonostante il Consolato si sia attivato, da un lato, per richiedere ai proprietari gli adeguamenti richiesti dalla legge locale, dall'altro per cercare una organica soluzione alternativa, capace di riunire i due diversi plessi, non si è arrivati ad una soluzione che possa assicurare il normale avvio del prossimo anno scolastico, anche per le difficoltà intervenute a seguito della particolare incidenza della pandemia;

   l'istituto comprensivo si è trovato, per altro, ad affrontare una fase di tale delicatezza senza il dirigente scolastico ad esso assegnato e tuttora è privo di questa importante funzione;

   mentre per il plesso che ospita i livelli scolastici di primo e secondo grado si è potuto procedere agli adeguamenti richiesti, per il liceo scientifico non sarebbero state ancora conseguite le condizioni atte a garantire la continuità didattica degli studenti dell'istituto in vista del normale avvio del prossimo anno scolastico –:

   quali iniziative le rappresentanze scolastiche e consolari italiane a Barcellona abbiano assunto e intendano assumere nell'immediato per assicurare che le attività didattiche del liceo scientifico possano riprendere regolarmente nell'anno scolastico 2021-22;

   quali iniziative i Ministri interrogati, intendano adottare per assicurare una sistemazione e una prospettiva durevoli alla vita del liceo scientifico e, con esso, all'importante istituto comprensivo, insediato in una realtà nella quale la presenza degli italiani è in costante crescita.
(5-05386)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta scritta:


   BIGNAMI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   negli ultimi anni uno degli strumenti più utilizzati dagli operatori economici per svecchiare il parco dei veicoli commerciali circolanti è stato il noleggio a lungo termine (full rent) che garantisce la possibilità di godere di un bene nuovo appositamente acquistato e predisposto, dietro pagamento di un canone mensile fisso per un dato periodo di tempo;

   il mancato pagamento o il pagamento parziale del canone è uno dei motivi di risoluzione unilaterale del contratto che spesso comporta, oltre all'obbligo di riconsegnare il veicolo noleggiato, anche il pagamento di importi a titolo di penale o di oneri accessori per il recesso anticipato;

   i principali vantaggi di questa formula sono di natura fiscale ed economica, ma sono anche di natura amministrativa, in quanto nel canone sono normalmente inseriti una serie di servizi come, ad esempio, la manutenzione ordinaria e straordinaria, l'assicurazione per la responsabilità civile, la tassa di proprietà, il soccorso stradale;

   al contrario di altre forme di contratto, al termine del periodo stabilito non è prevista l'opzione del riscatto quindi il locatario può scegliere se restituire il mezzo nelle stesse condizioni in cui si trovava nel momento della consegna, salvo la normale usura, oppure rinegoziare il contratto per un nuovo veicolo;

   con la diffusione della pandemia da Covid-19 e delle misure per il suo contenimento, molte attività economiche sono state costrette ad interrompere le proprie attività o a ridurle perché interessate direttamente o indirettamente da questi interventi con la conseguenza di drastici cali del fatturato ed, in alcuni casi, addirittura con la cessazione dell'attività;

   alla luce di questa situazione economica molto difficile, molti intestatari di contratti di noleggio a lungo termine di veicoli commerciali, si sono trovati nell'impossibilità di fare fronte al pagamento del canone mensile e per questo si sono rivolti alle finanziare delle varie case automobilistiche per richiedere una dilazione o una temporanea sospensione del pagamento –:

   se si intendano adottare iniziative normative al fine di fare rientrare anche questa casistica all'interno di quelle previste dal «bonus affitti» previsto dal cosiddetto decreto Rilancio per i canoni dei mesi di marzo, aprile, maggio e giugno 2020, poi esteso dal cosiddetto decreto Ristori anche per i mesi di ottobre, novembre e dicembre 2020, per quei soggetti che hanno subito un drastico calo dei propri ricavi rispetto al periodo d'imposta precedente.
(4-08312)


   UBALDO PAGANO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   la legge di bilancio 2016 (legge 28 dicembre 2015, n. 208) ha introdotto un credito d'imposta in favore delle imprese del Mezzogiorno (articolo 1 comma 98-110) per l'acquisizione di beni strumentali nuovi, quali macchinari, impianti ed attrezzature varie, facenti parte di un progetto di investimento iniziale ai sensi del regolamento (UE) n. 651/2014;

   inizialmente l'agevolazione era prevista in relazione agli investimenti realizzati a decorrere dal 1° gennaio 2016 e fino al 31 dicembre 2019. La legge di bilancio 2020 (legge 27 dicembre 2019, n. 160) ha disposto la proroga della disciplina del suddetto credito d'imposta (articolo 1, comma 319) fino al 31 dicembre 2020;

   la legge di bilancio 2021 (legge 30 dicembre 2020, n. 178), in ultimo, ha disposto, ai commi 171-172, la proroga al 31 dicembre 2022 del credito d'imposta per l'acquisto di beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive nelle zone assistite ubicate nelle regioni del Mezzogiorno;

   sebbene la proroga sia stata accolta con soddisfazione dalle imprese interessate, molte di esse hanno segnalato, negli scorsi giorni e come avvenuto lo scorso anno, il medesimo dubbio rispetto alla procedura per accedere al beneficio, attinente al momento meramente operativo della richiesta. In breve, al momento di presentare l'apposita comunicazione per l'indicazione dei dati degli investimenti agevolabili e del credito d'imposta del quale è richiesta l'autorizzazione alla fruizione, esse hanno riscontrato un'incongruenza sulla piattaforma Sogei e, in particolare, in relazione al modello Cim 17. Quest'ultimo, infatti, riporterebbe solo due opzioni selezionabili: la prima relativa agli investimenti effettuati nelle zone economiche speciali (con termine al 31 dicembre 2020); la seconda relativa agli investimenti effettuati nel Mezzogiorno, recante il termine del 31 dicembre 2020, in luogo del 31 dicembre 2022, così come disposto dalla legge n. 178 del 2020;

   con ogni probabilità si tratta di un mancato aggiornamento del software alle ultime novità normative. La circostanza, dunque, causa di legittime perplessità, richiede una celere risoluzione, affinché le imprese che si vorranno avvalere della misura suesposta non incontrino difficoltà nel disbrigo degli adempimenti necessari all'ottenimento del beneficio. Allo stesso modo, necessitano del medesimo aggiornamento anche le sezioni del sito dell'Agenzia delle entrate dedicate alla misura –:

   se intenda adottare iniziative, per quanto di competenza, affinché il dipartimento delle finanze del Ministero dell'economia e delle finanze proceda al disbrigo degli adempimenti necessari in modo che l'Agenzia delle entrate possa aggiornare il modello Cim 17 e relative procedure informatiche e, conseguentemente, permettere alle imprese di avanzare richiesta per il summenzionato beneficio.
(4-08313)


   SILVESTRONI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   Enav è una società per azioni che gestisce, attraverso quattro centri di controllo d'area e le torri di controllo sugli aeroporti di competenza, il traffico aereo civile nell'ambito dello spazio aereo di spettanza italiana;

   la società, quotata in Borsa a seguito del collocamento sul mercato azionario del 46,7 per cento del proprio capitale, è controllata dal Ministero dell'economia e delle finanze, che detiene il 53,3 per cento del capitale restante, ed è vigilata dall'Ente nazionale per l'aviazione civile e dal Ministero delle infrastrutture trasporti;

   la situazione emergenziale derivante dal virus Covid-19, e le conseguenti restrizioni alla libera circolazione tra Stati, stanno colpendo duramente i settori del turismo e del trasporto aereo;

   l'Associazione italiana dei gestori degli aeroporti ha evidenziato che, nel 2020, si è registrato un calo dei passeggeri del 72,6 per cento e dei cosiddetti movimenti aerei del 57,2 per cento rispetto all'annualità 2019;

   la crisi del trasporto aereo impatta enormemente sul business di Enav, posto che i suoi ricavi per la maggior parte derivano dai cosiddetti servizi di traffico aereo erogati, e la società, nell'annualità 2020, ha registrato appena il 39,7 per cento delle cosiddette unità di servizio rispetto al 2019;

   i ricavi consolidati del Gruppo Enav, per i primi nove mesi del 2020, sono stati pari a circa 589 milioni di euro solo ed esclusivamente grazie al meccanismo compensativo del cosiddetto effetto balance che permette ad Enav il recupero o la restituzione ai vettori degli effetti derivanti dallo scostamento tra il traffico aereo previsto nel piano tariffario e quello a consuntivo e che ha inciso per circa 287 milioni di euro, quasi il 50 per cento dei ricavi totali;

   Eurocontrol, l'organizzazione intergovernativa a cui partecipano 41 Stati europei al fine di mantenere e sviluppare un efficiente sistema di controllo del traffico aereo a livello europeo, per i mesi di febbraio e marzo 2021 ha previsto volumi di traffico inferiori di circa il 75 per cento rispetto al 2019;

   l'attuale scenario e le incerte prospettive future dovrebbero imporre, almeno nel breve periodo e, comunque, sino ad una ripresa del traffico aereo, azioni di razionalizzazione dei costi e mirati investimenti volti a mantenere gli essenziali livelli di safety aerea imposti per il controllo del traffico aereo;

   da autorevoli organi di stampa si apprendono, invece, assunzioni caratterizzate dalla vicinanza politica al Movimento 5 Stelle e non basate sulla professionalità che dovrebbe essere, oggi più che mai, l'unico «Driver» per la selezione del personale di aziende strategiche per il «Sistema Paese» come l'Enav;

   risulterebbe, inoltre, che la comunicazione istituzionale di Enav per il proprio piano industriale sia stata affidata, nel mese di dicembre 2020, alla Comin & Partners, l'agenzia di comunicazione utilizzata dal Movimento 5 Stelle nei propri Stati Generali tenutisi nel mese di novembre 2020 –:

   se corrisponda al vero l'affidamento alla citata agenzia della comunicazione istituzionale di Enav, anche in considerazione del fatto che, per quanto consta all'interrogante, i precedenti vertici aziendali, nonostante i significativi utili realizzati ed i migliori margini di spesa, abbiano sempre svolto la citata attività con le sole strutture aziendali preposte;

   se l'affidamento sia stato effettuato mediante una procedura di gara ad evidenza pubblica, e, se del caso, quali siano state le imprese invitate alla procedura di gara e con quali criteri siano state individuate;

   se la durata dell'incarico sia collegata all'intero arco temporale del nuovo Piano industriale di Enav che, a quanto risulta, non sarebbe ancora stato approvato dal consiglio di amministrazione di Enav;

   se, nonostante quanto sopra, quando l'attività della suddetta agenzia per l'Enav abbia avuto inizio.
(4-08337)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   SURIANO e MARTINCIGLIO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 14 della legge 7 luglio 2016, n. 122, e successive modificazioni, ha introdotto il Fondo per l'indennizzo in favore delle vittime di reati intenzionali violenti e gli importi degli indennizzi sono fissati da decreto interministeriale 22 novembre 2019;

   la legge 11 gennaio 2018, n. 4, e successive modificazioni, introduce nel nostro ordinamento il patrocinio a spese dello Stato per consentire la tutela e il risarcimento degli orfani per crimini domestici, nella fattispecie ai figli maggiorenni o minorenni che siano rimasti orfani di un genitore a seguito di un omicidio commesso dal coniuge anche legalmente separato o divorziato, o legato da un'unione civile, anche se cessata, o dalla persona che è o è stata legata da relazione affettiva e stabile convivenza;

   tra le altre disposizioni previste dalla legge n. 4 del 2018 vi sono quelle che prevedono ulteriori strumenti a carico dello Stato, delle regioni e delle autonomie locali in favore dei figli delle vittime, quali assistenza gratuita di tipo medico-psicologico con esenzione della relativa spesa sanitaria e farmaceutica, servizi di consulenza e misure volte a garantire il diritto allo studio e l'avviamento al lavoro;

   con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze 21 maggio 2020, n. 71, sono stati finalmente stanziati dal Governo 14,5 milioni di euro per il 2020 e 12 milioni all'anno dal 2021 al 2024 al fine di dare attuazione alla legge n. 4 del 2018, dando sollievo e sostegno economico e morale a tutti gli orfani da crimini domestici;

   esistono però episodi di cui bisogna tenere conto, come la triste vicenda accaduta alla famiglia di Giovanna Zizzo, una madre che nell'agosto 2014 ha perso la propria figlia dodicenne, vittima del raptus di follia dell'ex marito che l'ha uccisa prima di tentare il suicidio. Anche la sorella Marica, oggi maggiorenne, venne accoltellata, ma riuscì a salvarsi;

   a seguito di tale vicenda lo Stato ha concesso l'indennizzo alla madre nel quadro della legge n. 122 del 2016, ma non ha potuto estendere alcun beneficio alla sorella della vittima per risarcire i danni psicologici e per avviare un percorso di assistenza negli studi e nell'accesso al mondo del lavoro;

   costituisce un paradosso il fatto che se la vittima non è il genitore ma altro parente come fratello o sorella, non si applicano i risarcimenti e i benefici previsti dalla legge n. 4 del 2018 –:

   se si intendano adottare iniziative per estendere i benefici previsti dalla legge n. 122 del 2016 e dalla legge n. 4 del 2018 anche ai parenti di secondo grado in linea collaterale.
(5-05387)

Interrogazioni a risposta scritta:


   ZANICHELLI e MARTINCIGLIO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   nei prossimi anni, per un periodo non prevedibile ma certamente di lunga durata, la pandemia manifesterà compiutamente i propri effetti perniciosi, costringendo al fallimento numerose imprese con ricadute economiche, sociali, occupazionali di enorme portata;

   l'attuale legge fallimentare (regio decreto 16 marzo 1942, n. 267 e successive modifiche), all'articolo 1, così dispone: «Non sono soggetti alle disposizioni sul fallimento e sul concordato preventivo gli imprenditori di cui al primo comma, i quali dimostrino il possesso congiunto dei seguenti requisiti:

    a) aver avuto, nei tre esercizi antecedenti la data di deposito della istanza di fallimento o dall'inizio dell'attività se di durata inferiore, un attivo patrimoniale di ammontare complessivo annuo non superiore ad euro trecentomila;

    b) aver realizzato, in qualunque modo risulti, nei tre esercizi antecedenti la data di deposito dell'istanza di fallimento o dall'inizio dell'attività se di durata inferiore, ricavi lordi per un ammontare complessivo annuo non superiore ad euro duecentomila;

    c) avere un ammontare di debiti anche non scaduti non superiore ad euro cinquecentomila.

   I limiti di cui alle lettere a), b) e c) del secondo comma possono essere aggiornati ogni tre anni con decreto del Ministro della giustizia, sulla base della media delle variazioni degli indici ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati intervenute nel periodo di riferimento»;

   dall'introduzione della modifica normativa (avvenuta con il decreto legislativo 9 gennaio 2006, n. 5, cui è seguita la novella recata del decreto legislativo 12 settembre 2007, n. 169), tali limiti non sono mai stati aggiornati dal Ministro della giustizia che avrebbe dovuto, invece, rivalutarli di quasi il 20 per cento come risulta dai valori Istat;

  gli effetti della crisi economica, sopra descritti, potranno risultare attenuati, in termini numerici, puntando alla riduzione dei fallimenti e alla ricerca di soluzioni alternative che salvaguardino gli attori economici e i lavoratori coinvolti –:

   quali iniziative intenda adottare, per quanto di competenza, e se intenda provvedere all'adeguamento dei parametri dimensionali introdotti dal decreto legislativo 9 gennaio 2006, n. 5, e mai aggiornati, al fine di renderli finalmente congrui, rispetto agli effettivi valori correnti.
(4-08314)


   DORI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il decreto-legge 28 ottobre 2020, n. 137, recante «Ulteriori misure urgenti in materia di tutela della salute, sostegno ai lavoratori e alle imprese, giustizia e sicurezza connesse all'emergenza epidemiologica da Covid-19», ha introdotto alcune disposizioni in tema di deposito degli atti processuali penali, anche in deroga alle vigenti regole. Tali previsioni sono essenzialmente contenute nell'articolo 24, che disciplina il deposito in procura di memorie, documenti, richieste, istanze di cui all'articolo 415-bis, comma 3, codice di procedura penale;

   la norma prevede espressamente che tale adempimento «avviene, esclusivamente, mediante deposito dal portale del processo penale telematico»;

   considerato il perdurare dell'emergenza Covid-19, il decreto del Ministro della giustizia del 13 gennaio 2021, pubblicato in Gazzetta ufficiale 21 gennaio 2021, ha stabilito ulteriori modalità eccezionali di deposito degli atti, documenti e istanze e ha ampliato l'elenco individuato dal decreto-legge n. 137 del 2020;

   attualmente, tutti i depositi devono avvenire a cura degli avvocati esclusivamente tramite il portale del processo telematico e con le modalità individuate dal provvedimento del direttore generale dei sistemi informativi automatizzati del Ministero della giustizia n. 10667 del 4 novembre 2020;

   le nuove modalità telematiche di fruizione del sistema giustizia se, da un lato, rappresentano una riforma auspicata e innovativa, dall'altro, non si sono rivelate esenti da criticità tecnico-operative;

   oltre alle ripetute interruzioni dei servizi informatici, la situazione è aggravata dall'impossibilità di depositare gli atti processuali penali in formato cartaceo, in quanto modalità non riconosciuta dalle norme vigenti in materia;

   al riguardo si segnala una nota emanata l'11 febbraio 2021 dal «Dipartimento Organizzazione Giudiziaria, del Personale e dei Servizi Direzione Generale per i Sistemi Informativi Automatizzati» del Ministero della giustizia, con la quale, per consentire l'aggiornamento e il ripristino dei servizi informatici bloccati, è stato disposto che «gli atti urgenti dovranno essere gestiti secondo quanto previsto dall'articolo 8 del decreto ministeriale n. 264 del 2000»;

   l'articolo 8, comma 1, del decreto ministeriale n. 264 del 2000 («Regolamento recante norme per la tenuta dei registri presso gli uffici giudiziari») prevede che: «In caso di interruzione del funzionamento del sistema informatico l'ufficio provvede alla ricezione degli atti apponendo su ciascuno di essi la data, l'ora, se richiesta dalla legge o dalla natura dell'atto, e un numero progressivo provvisorio. Gli atti vengono, successivamente inseriti nel sistema informatico secondo l'ordine risultante dalla data e dal numero provvisorio»;

   sono numerose le Associazioni forensi e i consigli dell'ordine che continuano a segnalare il malfunzionamento del portale dei servizi telematici del Ministero della giustizia. Come ha evidenziato l'Associazione italiana giovani avvocati (Aiga) in una lettera del 20 febbraio 2021 alla Ministra Marta Cartabia, tale malfunzionamento «di fatto ci impedisce di svolgere regolarmente l'attività professionale a causa delle continue, prolungate e ripetute interruzioni del servizio»;

   tale situazione compromette gravemente il diritto di difesa costituzionalmente garantito –:

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda porre in essere per risolvere le problematiche relative al funzionamento del portale dei servizi telematici del Ministero della giustizia, anche attraverso l'individuazione di appositi fondi del Next Generation EU finalizzati al suo potenziamento, prevedendo sempre un metodo alternativo di deposito degli atti in ogni caso in cui non sia possibile il deposito telematico, in modo da garantire per ogni cittadino l'effettività del diritto di difesa.
(4-08321)


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   in data 24 aprile 2019, in sede di assegnazione in prima nomina del personale nominato vice ispettore del ruolo maschile e femminile del Corpo della polizia penitenziaria al termine del VI corso per vice ispettori, avviato il 10 settembre 2018 e conclusosi nel marzo 2019, il Capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria con apposito provvedimento del 24 aprile 2019 n. 0132129 riattivava per 4 mesi, dal 3 maggio al 15 settembre 2019, l'assegnazione a servizi provvisori di 98 neo vice ispettori, ottenuti a vario titolo ai sensi dei benefici di legge vigenti;

   al termine di tale periodo, con nuovo provvedimento del 27 settembre 2019 n. 0289126, la direzione generale del personale prorogava le assegnazioni provvisorie per ulteriori 6 mesi fino al 15 marzo 2020;

   nella proroga sono rientrati ulteriori 60 vice ispettori e, contestualmente, sono state sanate le posizioni di quelli già rientrati nel primo elenco;

   nel provvedimento di rinnovo si specificava che l'amministrazione rinnovava il distacco ma che era in corso di approvazione un decreto di sanatoria per tutti gli ispettori posti in distacco;

   la direzione generale del personale, con successivo provvedimento del 24 marzo 2020, a quanto risulta all'interrogante, prorogava il servizio temporaneo di 48 vice ispettori per 2 mesi fino al 15 maggio 2020; anche in questo caso nella nota del rinnovo si ribadiva che l'amministrazione stava lavorando per un provvedimento d'assegnazione definitivo;

   uguale proroga di 4 mesi veniva concessa dalla stessa direzione, sempre per quanto consta all'interrogante, a 42 vice ispettori con provvedimento del 14 maggio 2020, fino al 15 settembre 2020;

   successivamente, con ultimo provvedimento dell'11 settembre 2020 n. 0314587, la direzione generale del personale prorogava fino a marzo 2021 le assegnazioni provvisorie per i 34 vice ispettori rimasti, nelle more dell'assunzione di definitive determinazioni;

   al termine di tale sequela di provvedimenti di proroga, alla data del 19 ottobre 2020, la direzione generale del personale con provvedimento n. 0366999 procedeva all'assegnazione definitiva di 64 appartenenti ai vari ruoli, in cui risultano presenti anche 15 vice ispettori del VI corso;

   i criteri applicati per la selezione degli aventi diritto sono stati concordati in data 14 settembre 2020 con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative del Corpo di polizia penitenziaria, ma, poco prima che l'accordo pattizio fosse definito, il dipartimento ha provveduto alla stabilizzazione del personale in servizio provvisorio nelle scuole dell'amministrazione;

   secondo i criteri stabiliti, soltanto tre ispettori restano esclusi dal provvedimento di stabilizzazione;

   appare, quindi, all'interrogante del tutto illogica la scelta dei criteri discrezionali individuati dal Dipartimento per l'amministrazione penitenziaria per la scelta del personale avente diritto alla stabilizzazione presso la sede o il servizio di assegnazione provvisoria;

   tali criteri, a giudizio dell'interrogante, sembrerebbero non aver generato reale selezione o discrimine, quanto, piuttosto, sembrerebbero escludere verosimilmente solo i tre agenti residuanti;

   al fine di sanare quanto illustrato in premessa e al fine di fugare ogni ombra di dubbio dall'operato dell'amministrazione penitenziaria, sarebbe opportuno includere nei provvedimenti citati anche i tre agenti attualmente esclusi, data l'esigua consistenza numerica del contingente ancora non stabilizzato –:

   se il Ministro intenda adottare iniziative per procedere alla stabilizzazione dell'assegnazione presso le sedi di servizio provvisorio anche per i tre agenti attualmente esclusi dai provvedimenti finora adottati e indicati in premessa.
(4-08323)


   VILLANI, NAPPI, MARTINCIGLIO e BARBUTO. — Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno, al Ministro per le politiche giovanili. — Per sapere – premesso che:

   negli ultimi anni baby-gang e fenomeni di alcolismo e droga tra i minori, si stanno espandendo a macchia d'olio in tutto il territorio nazionale;

   fenomeni riconducibili, a grandi linee, ad una sorta di disimpegno morale che esiste nella società, negli adulti in particolare e di conseguenza nei minori, che non hanno più forti riferimenti educativi e culturali soprattutto a causa della frammentazione delle esperienze educative, reso ancora più grave, in questo periodo;

   in questi giorni si sono verificati altri due episodi: a Napoli, un 13enne aggredito all'uscita da scuola da 7 bulli minorenni, coetanei della vittima, nel quartiere di Pianura, nei pressi di una scuola;

   le indagini hanno consentito di accertare che, circa una settimana prima, gli stessi sette minorenni, per futili motivi a seguito di una partita di calcio, si erano resi responsabili di un'aggressione analoga nei confronti dello stesso giovane e di un suo amico, minacciandoli in quell'occasione anche con un coltello;

   l'altro vile episodio si è consumato a Formia ai danni di un 17enne morto accoltellato durante una rissa scoppiata fra due gruppi di giovanissimi: uno della zona e l'altro della provincia di Caserta;

   secondo quanto riportato da fonti di stampa intorno alle 20 due ragazzi in motorino si sarebbero avvicinati al gruppo di giovani che sostava nei pressi del ponte Tallini, nel centro di Formia: in pochi istanti la situazione è degenerata, sono apparsi i coltelli e il 17enne è stato colpito;

   si tratta di una violenza gratuita di crudeltà disumana e di privazione della libertà personale che diventa virale a causa delle visualizzazioni sui social network;

   a ciò si aggiunge il problema attuale del distanziamento sociale, oltre che di sicurezza personale, per le norme di contenimento da Covid-19 che ha acutizzato il fenomeno di disagio di questi adolescenti, virtualmente impoveriti;

   episodi di violenza che destano preoccupazione estrema sul territorio nazionale e che necessitano di un netto segnale di collaborazione tra enti locali e istituzioni al fine di arginare il fenomeno delle baby gang sempre più diffuso e frequente e con connotati sempre più allarmanti;

   secondo l'Osservatorio nazionale sull'adolescenza il 6-7 per cento degli under 18 vive esperienze di criminalità collettiva e, dai dati riportati dal Ministero della giustizia, il trend sembra in ascesa vertiginosa;

   nella classifica delle città-nido per giovani criminali al primo posto c'è Bologna, poi Roma, Catania, Napoli, nelle cui zone le immagini di Gomorra et similia parlano da sé; cresce come una pianta infestante il seme della baby-camorra con codici di comportamento brutali ripresi rigorosamente con gli smartphone;

   i riferimenti di base per il fanciullo e per l'adolescente sono costituiti dalla famiglia e dalla scuola e certamente l'abbandono scolastico rappresenta in questo contesto un fattore di rischio elevato;

   in relazione a tale aspetto, a parere degli interroganti, le regioni Calabria, Campania, Lazio e Sicilia sono quelle con il numero più alto di minori problematici, le cui storie hanno un epilogo pressoché simile: l'abbandono dello studio da parte dei giovani (dai 18 ai 24 anni con 14 punti percentuali rispetto alla media dell'Unione europea del 10,6 per cento) ed una propensione più consistente nel Sud alla ricerca di un lavoro, fondamentale per i bilanci familiari –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto esposto e quali iniziative di competenza intendano adottare, con particolare riferimento alle aree più esposte ai fenomeni di baby gang e criminalità, per arginare il problema e garantire, con il supporto di una rete integrata tra gli operatori sociali (enti locali, prefettura, Asl, scuole, tribunale dei minori, servizi sociali e altro) pronti interventi sui disturbi dell'infanzia e dell'adolescenza;

   se intendano adottare iniziative per stabilire percorsi di prevenzione e quindi di recupero delle devianze, atte a fornire risposte concrete alle infrazioni commesse dai ragazzi, che non possono considerarsi semplicemente «bravate».
(4-08332)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta scritta:


   MANTOVANI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   secondo il «Rapporto Pendolaria 2021» di Legambiente sono 2 milioni e 938 mila i viaggi giornalieri che avvengono mediante il servizio ferroviario regionale;

   il traffico giornaliero sui treni regionali include gli 820 mila viaggiatori che si muovono in Lombardia con Trenord;

   tra il 2018 e il 2019 il numero di viaggiatori giornalieri sul trasporto regionale lombardo ha subito un incremento di 20.000 unità, mentre, dal 2011 al 2019, si è passati da 650.000 ad 820.000, facendo segnare un incremento pari al 26,1 per cento;

   come descritto dal rapporto di Legambiente, il combinato disposto degli interventi derivanti dal Recovery Plan e dal contratto di programma di Rfi la percentuale di elettrificazione in Italia potrebbe passare dal 69,1 per cento al 77,8 per cento;

   dagli appena citati interventi di elettrificazione risultano però escluse linee molto frequentate e di vitale importanza per garantire la mobilità in aree urbane dinamiche dal punto di vista della mobilità pendolare come la Brescia-Parma e la Lecco-Monza;

   la trazione elettrica è totalmente assente sulla rete ferroviaria presente in Sardegna;

   l'elettrificazione delle sopracitate tratte rappresenta un fattore fondamentale per migliorare la qualità del servizio passeggeri, implementare quello merci, raggiungendo peraltro la decarbonizzazione della mobilità così come suggerito dagli obbiettivi europei;

   le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026 consentiranno di migliorare l'accessibilità, i collegamenti e la dotazione infrastrutturale dei territori della regione Lombardia, della regione Veneto;

   la candidatura olimpica di Milano-Cortina 2026 è stata portata avanti puntando molto su un sistema efficiente, sostenibile e un piano di mobilità innovativo utile a garantire i più alti standard internazionali di accessibilità e una rete infrastrutturale solida e affidabile;

   un'ampia fetta delle risorse del Next Generation EU riguardano investimenti dedicati alla sostenibilità ambientale anche attraverso interventi utili a garantire una pianificazione strategica di medio periodo, con un piano di sviluppo integrato, sostenibile e interconnesso per un Paese più competitivo, equo e vivibile –:

   se si intenda adottare iniziative volte ad includere le sopracitate tratte ferroviarie all'interno di un progetto che garantisca interventi infrastrutturali volti alla elettrificazione delle direttrici attualmente percorse da treni a trazione diesel;

   se si intenda adottare iniziative per includere l'elettrificazione delle ferrovie nazionali all'interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
(4-08320)


   ZIELLO, RIXI, LOLINI e LEGNAIOLI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il 17 febbraio 2021, la compagnia della guardia di finanza di Pisa, nell'ambito dei controlli sugli esercizi autorizzati alla vendita di generi di monopolio, ha «passato al setaccio» numerosi negozi operanti nel centro storico e nei pressi della locale stazione ferroviaria; durante i controlli effettuati presso tali esercizi commerciali sono stati rinvenuti oltre 47.000 articoli per fumatori, ovvero cartine, filtri e materiale per il confezionamento di prodotti da fumo, posti in vendita in assenza di autorizzazione ed in completa evasione di imposta; come si apprende dalla stampa, i titolari di tali esercizi, tutti di origine del Sud-Est Asiatico, sono stati sanzionati amministrativamente per circa 100 mila euro;

   la maggior parte degli esercizi commerciali sottoposti a controllo è svolta in locali che risultano di proprietà di Rete ferroviaria italiana (Rfi) e locati ai predetti titolari;

   lo svolgimento di attività illegali nei locali di proprietà di Rete ferroviaria italiana (Rfi) danneggia l'immagine della stessa società, ne svilisce la mission e contravviene financo al dovere, proprio di Rfi, di valorizzazione del proprio patrimonio immobiliare –:

   se e quali iniziative di competenza intenda intraprendere affinché Rete ferroviaria italiana (Rfi) operi in modo tale che i locali di sua proprietà, situati nei pressi delle stazioni ferroviarie e locati a terzi, siano oggetto di una politica di riqualificazione commerciale, coerentemente col dovere del Gruppo di FS di valorizzazione del patrimonio immobiliare.
(4-08325)


   CASCIELLO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   sta destando grandissima preoccupazione e molti malumori la notizia, pubblicata in questi giorni dalla stampa, secondo la quale, Vera Fiorani, amministratore delegato di Rfi e commissario straordinario designato all'alta velocità da Salerno a Reggio Calabria, ha presentato il 3 febbraio 2021, alle Commissioni ambiente e trasporti alla Camera dei deputati, il potenziamento tecnologico e gli interventi infrastrutturali della linea Salerno-Reggio Calabria;

   secondo quanto riferito dalla dottoressa Fiorani e riportato anche dall'Associazione Ferrovie in Calabria, la nuova linea AV Salerno-Reggio Calabria, in previsione, si innesterebbe direttamente sulla linea a Monte del Vesuvio in direzione Napoli, bypassando l'attuale stazione di Salerno e Battipaglia; ci sarebbe una unica stazione a Baronissi come hub provinciale e da qui poi, percorrendo tutto il Vallo di Diano, la fermata successiva sarebbe addirittura in Calabria a Praja a Mare (CS); tutta la Piana del Sele, i comuni da Capaccio Paestum a Sapri, resterebbero esclusi e pesantemente mortificati;

   un territorio lungo 150 chilometri (questa è la distanza da Fisciano a Sapri), già privo di collegamenti autostradali e con un declassamento della tratta storica Battipaglia-Sapri al rango di linea regionale, sarebbe tagliato fuori dalla tratta dell'alta velocità, nuova grande infrastruttura di rilevanza nazionale, precludendo importanti opportunità di sviluppo per l'intera regione; il flusso di viaggiatori che potrebbe arrivare con la linea veloce porterebbe un beneficio in termini di presenze turistiche, alleggerimento nei periodi estivi del traffico auto con enormi vantaggi sulla precaria viabilità nel Cilento;

   è sconcertante che, pur utilizzando fondi europei dedicati alle aree depresse, sarebbe penalizzata un'area già mortificata come il Cilento ed inferto un colpo mortale per gli albergatori, le aziende agricole, il commercio, senza coinvolgere in alcun modo tutti i livelli istituzionali;

   si tratta, peraltro, di un progetto totalmente in contrasto con le precedenti ipotesi di realizzazione che prevedevano, nella programmazione degli investimenti nazionali, che la linea alta velocità Salerno-Reggio Calabria si sviluppasse lungo il percorso della «Variante Ogliastro-Sapri»;

   tutte le forze sane della società civile e delle istituzioni si stanno interessando e si sono mobilitate per la risoluzione della preoccupante questione; sono partite iniziative di protesta sul web e la costituzione di un comitato per quella che viene considerata una battaglia di civiltà in difesa del territorio, volta a impedire che Rfi possa tagliare fuori la parte a sud della provincia di Salerno dalla via di comunicazione su ferro –:

   sulla scorta di quanto esposto, quali iniziative intenda assumere, nell'ambito delle proprie competenze, per scongiurare la realizzazione di un progetto che rischia di mortificare, escludendolo dalla tratta del trasporto veloce su ferro, un intero territorio che riveste un'importanza strategica nel settore del turismo e del suo indotto, patrimonio Unesco, già penalizzato da una rete stradale assolutamente inadeguata, anche prevedendo l'istituzione di un tavolo di confronto fra Ministero, comuni, provincia e regione.
(4-08333)

INTERNO

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:

   i sistemi di riconoscimento facciale sono sempre più diffusi malgrado le preoccupazioni crescenti in merito alla loro efficienza e ai rischi per la privacy e i diritti civili dei cittadini;

   negli Stati Uniti milioni di immagini digitali sono state letteralmente «raschiate» da Facebook, YouTube e milioni di altri siti web, raccolte in giganteschi date base e vendute da aziende private alle forze di polizia o ad altre aziende private. Casi analoghi sono avvenuti anche in altre nazioni;

   la risoluzione del Parlamento europeo del 20 gennaio 2021 sull'intelligenza artificiale ha invitato la Commissione europea a prendere in considerazione l'introduzione di una moratoria sull'utilizzo di tali sistemi da parte delle autorità dello Stato nei luoghi pubblici, aeroporti ad esempio, e nei locali destinati all'istruzione e all'assistenza sanitaria fino a quando le norme tecniche non saranno considerate pienamente conformi ai diritti fondamentali, i risultati ottenuti non saranno privi di distorsioni e di discriminazioni e non vi saranno rigorose garanzie contro gli utilizzi impropri in grado di assicurare la necessità e la proporzionalità dell'utilizzo di tali tecnologie;

   la Polizia di Stato e l'Arma dei carabinieri attraverso il sistema automatico di riconoscimento immagini (S.a.r.i. Enterprise), da anni, sono in grado di risalire all'identità di un individuo mediante il confronto di volti su una lista di candidati, selezionati dal sistema tra tutte le foto segnaletiche presenti nella banca dati Afis (Automated Fingerprint Identification System). Le immagini utilizzate sono acquisite dagli uffici di polizia operanti nell'ambito di indagini relative ad un procedimento penale; altre sono trasmesse dal servizio di cooperazione internazionale di polizia della Direzione centrale della polizia criminale;

   secondo una indagine della testata giornalistica IrpiMedia, il Ministero dell'interno sarebbe intenzionato a sviluppare questo sistema per utilizzare il riconoscimento facciale in tempo reale sui migranti: «sistema tattico per monitorare le operazioni di sbarco e tutte le varie tipologie di attività illegali correlate, video riprenderle ed identificare i soggetti coinvolti»;

   la stessa indagine sostiene l'esistenza di un progetto, esteso questo a tutti i cittadini, il sistema S.a.r.i. Real-Time, pensato a «supporto di operazioni di controllo del territorio in occasione di eventi e/o manifestazioni» in tempo reale;

   secondo IrpiMedia, il Garante per la protezione dei dati personali avrebbe «richiesto una valutazione di impatto sulla privacy dei cittadini (DPIA), valutazione necessaria quando si tratta della gestione di dati biometrici che possono avere gravi ripercussioni sui diritti fondamentali», ma sarebbe ancora in attesa di una risposta dal Ministero dell'interno –:

   quali sistemi di riconoscimento facciale intenda utilizzare per le attività di competenza del Ministero dell'interno, o se non ritenga invece opportuna una moratoria in attesa di una migliore definizione della normativa in materia di privacy a tutela dei diritti costituzionali dei cittadini.
(2-01109) «Sensi, Enrico Borghi».

Interrogazioni a risposta scritta:


   CIRIELLI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   si apprende da organi di stampa dell'ennesimo episodio di aggressione perpetrato ai danni di un appartenente alle forze dell'ordine nello svolgimento delle proprie funzioni;

   in particolare, sembrerebbe che, a Torino, in prossimità del quartiere San Salvario, il personale della squadra volante, durante un intervenuto per il controllo del territorio contro lo spaccio di sostanze stupefacenti, abbia notato una persona prelevare qualcosa dal paraurti di un'auto e metterselo in tasca per poi allontanarsi rapidamente in direzione di corso Marconi;

   l'indiziato, un senegalese di 25 anni, raggiunto per essere sottoposto a relativo controllo, avrebbe assalito un agente di polizia nel tentativo di darsi alla fuga;

   l'agente di polizia in parola, violentemente strattonato, finiva al suolo battendo la testa sull'asfalto e per qualche minuto avrebbe perso finanche conoscenza;

   disteso e privo di sensi, l'agente sarebbe stato soccorso dai suoi colleghi della squadra volante che avrebbero poi provveduto ad allertare i soccorsi sanitari e, condotto in ospedale, veniva ricoverato d'urgenza a causa di un trauma cranico con versamento e prognosi di almeno 30 giorni;

   l'aggressore, già noto alle forze dell'ordine per plurimi precedenti penali legati all'attività di spaccio di sostanze stupefacenti, sarebbe stato successivamente identificato ed arrestato per violenza e resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali aggravate;

   la vicenda descritta in premessa desta non poche preoccupazioni in ordine alla incolumità e alla sicurezza degli uomini e delle donne in divisa, sempre più spesso bersaglio e vittime di episodi di violenza da parte di soggetti immigrati, talvolta irregolari, dediti ad esercitare attività illecite sul nostro territorio;

   l'arroganza e l'indifferenza con cui tali malviventi affrontano le forze dell'ordine, per nulla intimiditi ed anzi totalmente sprezzanti rispetto a qualunque ripercussione nei loro confronti, trova il proprio humus nella fallimentare politica messa in atto dal Governo uscente sull'immigrazione e sulla repressione della criminalità, che ha di fatto reso veramente difficile l'applicazione dell'istituto della custodia cautelare anche per i reati di violenza ed in flagranza di reato;

   appare infatti inspiegabile che il predetto aggressore, nonostante fosse stato già arrestato a gennaio 2021 dalla polizia di Stato, si trovasse ancora libero di circolare per le strade e non fosse stato ancora espulso nonostante plurimi precedenti penali;

   è doveroso, dunque, che il nuovo Governo prenda in carico con la massima solerzia il grave problema legato alla sicurezza e all'incolumità dei cittadini e delle forze dell'ordine, intervenendo, da un lato, sul piano legislativo e, quindi, sanzionatorio con misure più incisive e, dall'altro, mediante un radicale cambiamento di rotta rispetto alla gestione del fenomeno dell'immigrazione del Governo uscente –:

   se il Ministro dell'interno sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, considerata la gravità degli stessi, quali urgenti iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare per fronteggiare il fenomeno delle aggressioni perpetrate nei confronti delle forze dell'ordine nell'esercizio delle loro funzioni;

   se il Governo non ritenga necessario adottare iniziative di carattere normativo che prevedano un aumento delle pene per il grave reato di violenza a pubblico ufficiale maggior tutela delle forze dell'ordine e di riforma dell'istituto della custodia cautelare in flagranza di reato e, se non intenda intervenire anche sul piano normativo per una corretta gestione del fenomeno dell'immigrazione segnando una inversione di tendenza rispetto alle politiche dell'immigrazione attuate dal Governo precedente.
(4-08319)


   IEZZI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nella sola giornata di sabato 20 febbraio 2021 a Milano si sono registrate due violente aggressioni ai danni di esponenti e militanti del partito della Lega Salvini Premier;

   il primo gravissimo episodio è avvenuto al termine di un presidio in viale Lunigiana quando, dopo che i più si erano allontanati, i militanti della Lega, Valentina Bonecchi, Simone Busiello e Alessandro Righini, sono stati brutalmente aggrediti sia verbalmente che fisicamente da esponenti del vicino centro sociale Lambretta, sito in via Edolo;

   questi ultimi hanno prima spintonato e inseguito i tre giovani con piccoli gruppi organizzati e successivamente li hanno pedinati fino alle loro autovetture, fotografandoli e minacciandoli di ulteriori aggressioni fisiche se fossero ritornati nel quartiere;

   il presidio era stato organizzato per chiedere al sindaco Sala la riqualificazione di viale Lunigiana che da anni il Municipio 2 e i residenti richiedono senza purtroppo ottenere riscontri;

   come denunciato dal presidente di zona, Samuele Piscina, è dal 2016 che nel territorio del Municipio 2 nessun centro sociale viene sgomberato e oltre a quello di via Edolo, a cui appartengono gli autori della vile aggressione di sabato, e agli storici Leoncavallo e T28, in questi ultimi anni sono stati occupati abusivamente altri immobili, quali quelli di via Iglesias, via Esterle, via Breda e dei bastioni di Porta Venezia, in un clima di «tolleranza» da parte dell'attuale amministrazione e di totale esasperazione da parte invece dei cittadini;

   quanto accaduto sabato è di assoluta gravità e dà dimostrazione di quanto gli esponenti di questi centri sociali si comportino violentemente, violando le regole e atteggiandosi come se il quartiere fosse ormai di loro proprietà;

   il secondo gravissimo episodio si è invece verificato nella zona di Villapizzone dove l'assessore regionale e commissario cittadino della Lega, Stefano Bolognini, il capogruppo della Lega nel Municipio 8, Enrico Salerani, e alcuni cittadini sono stati circondati e ripetutamente minacciati da almeno una ventina di nomadi durante un regolare sopralluogo nel campo rom di via Negrotto;

   anche in questo caso come nel precedente sopra citato, solo grazie alla presenza e professionalità delle forze dell'ordine si è impedito che l'aggressione sfociasse in qualcosa di peggio;

   il campo nomadi di via Negrotto è un centro di illegalità e, anziché venire immediatamente chiuso, dall'attuale amministrazione, ad avviso dell'interrogante, viene invece consentito che i suoi abitanti vivano in sfregio alle istituzioni e alle leggi;

   questa situazione di grave degrado è ormai evidente a tutti e il quartiere vive ormai ostaggio dei nomadi;

   in questa escalation di violenza e degrado ed in assenza di interventi da parte, dell'attuale amministrazione, è di tutta evidenza che occorrono contromisure immediate e concrete a favore della città di Milano ed anche in tema di gestione dell'ordine pubblico –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto riportato in premessa, quali iniziative di competenza intenda adottare a tale riguardo ed, in particolare, se non ritenga opportuno istituire un tavolo istituzionale presso il Ministero dell'interno per affrontare la gravissima situazione di ordine pubblico e sicurezza, nonché di degrado in cui versa attualmente la città di Milano.
(4-08324)


   FERRO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   destano rabbia e indignazione le immagini di degrado in cui versa il cimitero di Modena a Reggio Calabria, sommerso da cumuli di rifiuti sparsi ovunque e depositati anche dentro le aiuole, nei vicoli del cimitero, davanti i loculi dei defunti, dentro le fontane;

   le foto non lasciano spazio a immaginazione: non c'è un angolo, un passaggio sgombro di immondizia e per tutto il cimitero, soprattutto davanti alle fontanelle dove i rifiuti sono bagnati, si respira un odore nauseabondo;

   una vera e propria emergenza rifiuti, denunciata proprio dal prefetto Mariani, che ha parlato di «crisi di sistema» che affonda le sue radici in anni di ritardi e responsabilità ultradecennali, spiegando come tale situazione sia legata a un problema «di raccolta ma è anche un problema di strutture che mancano, di insufficienza impiantistica» che non consente di smaltire i rifiuti e farlo in maniera corretta;

   solo a Reggio Calabria sarebbero presenti a terra circa 2.500-3 mila tonnellate di immondizia non raccolta e se non si interviene tempestivamente il rischio è di una nuova emergenza igienico-sanitaria;

   non si tratta certamente di un caso isolato, come ricordato dallo stesso prefetto, a partire dalle vicende della Puglia e della Campania, sulle quali negli anni scorsi si sono accesi i riflettori mediatici nazionali e che fino a qualche tempo fa pativano analoghi problemi di smaltimento dei rifiuti, mentre ora sono riuscite a trasformare l'immondizia da problema in risorsa;

   solo pochi mesi fa il Ministro della difesa, proprio a Reggio Calabria, in occasione di un comizio elettorale per il rinnovo della carica di sindaco e del consiglio comunale, confermava il proprio assenso all'utilizzo delle Forze Armate per l'istituzione di presidi in zone sensibili al problema rifiuti;

   nonostante ciò, ad oggi, nulla sembra essere cambiato e continuano a persistere evidenti difficoltà nel sistema di raccolta è smaltimento dei rifiuti, che necessita di un intervento immediato da parte dello Stato, anche dal punto di vista degli investimenti e della semplificazione burocratica e fiscale –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e quali immediate iniziative di competenza intenda assumere al fine di fronteggiare e risolvere l'emergenza rifiuti nella provincia di Reggio Calabria.
(4-08328)


   BIGNAMI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   Telegram è un'applicazione di messaggistica istantanea e broadcasting senza fini di lucro e consente di inviare messaggi gratuitamente mediante la connessione web dello smartphone. Tale servizio è fornito dalla società Telegram LLC, una società a responsabilità limitata con sede a Dubai;

   da fonti stampa si apprende che Telegram sarebbe l'applicazione di messaggistica più utilizzata dai gruppi che diffondono messaggi di stampo negazionista nei confronti dell'Olocausto;

   l'articolo 604-bis del codice penale recante: «Propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa», sanziona chiunque ponga in essere atti volti alla diffusione o all'incitamento di idee fondate sulla superiorità o sull'odio razziale, etnico, nazionale o religioso con la reclusione da sei mesi a quattro anni –:

   se e quali iniziative di competenza intenda porre in essere al fine di effettuare maggiori controlli sui mezzi di comunicazione interpersonali, onde evitare che proliferino gruppi caratterizzati dall'incitamento all'odio razziale e religioso;

   se si intendano porre in essere iniziative volte ad un rafforzamento della normativa per ampliare i poteri di intervento dell'Agenzia per le garanzie nelle comunicazioni e della polizia postale, al fine di provvedere alla rapida chiusura di canali negazionisti e che incitano all'odio razziale.
(4-08331)


   CIRIELLI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   organi di stampa riportano la notizia dell'ennesima aggressione ai danni di alcuni attivisti di Fratelli d'Italia impegnati, la mattina di sabato 13 febbraio 2021, in un banchetto pacifico di promozione politica organizzato in piazza Foroni a Torino dalla sezione giovani di Fratelli d'Italia;

   in particolare, sembrerebbe che un gruppo di cinque facinorosi, con il volto travisato, avrebbe preso di mira il prefato banchetto, dapprima ribaltandolo e successivamente, aggredendo con pugni, calci e catene i due attivisti che, a causa delle lesioni riportate, sarebbero stati ricoverati presso l'ospedale San Giovanni Bosco per le opportune cure mediche;

   l'episodio appena descritto non è purtroppo isolato e, infatti, si innesta in una sequela di precedenti analoghi accadimenti come il violento attacco, di poche settimane fa, contro tre gazebi installati a Bologna in occasione di una campagna per richiedere le elezioni anticipate;

   è di tutta evidenza che gli accadimenti gravissimi della specie sopra riferita rendono la misura esatta di quanto sia difficile, ancora oggi, esprimere le proprie posizioni politiche senza subire vessazioni e violente aggressioni;

   è doveroso a tal proposito porre in evidenza come l'attività politica e partitica sia espressione del fondamentale diritto di partecipazione dei cittadini alla vita democratica della nostra Repubblica, che non può in alcun modo essere compromessa da comportamenti di intolleranza e di violenza come quelli descritti in premessa;

   alla luce della formazione della nuova maggioranza parlamentare a sostegno dell'attuale Governo, Fratelli d'Italia, oggi più di prima, quale unico partito attualmente all'opposizione, risulta secondo l'interrogante ancor più esposto a simili e deprecabili episodi, per i quali appare doveroso intervenire con solerzia al fine di ripristinare un clima di libero e civile dibattito politico e democratico;

   appare inaccettabile che, ancora oggi, vi siano feroci quanto vili aggressioni animate da motivazioni politiche e partitiche che minano le principali libertà costituzionalmente garantite oltre il dibattito politico e quindi le fondamenta democratiche del nostro Paese;

   è, dunque, improcrastinabile riconoscere la gravità e la frequenza degli episodi in parola quale diffuso ed allarmante «fenomeno» e, conseguentemente, intervenire anche sul piano legislativo per stigmatizzare più severamente le aggressioni che sovente militanti di ogni colore politico subiscono per la propria attività politica –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e considerata la gravità degli stessi, quali urgenti iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare, al fine di garantire la libertà di espressione politica fondamentale per la partecipazione dei cittadini alla vita democratica della Nazione ed evitare il ripetersi di ulteriori e più gravi fatti rispetto a quelli descritti in premessa.
(4-08335)

ISTRUZIONE

Interrogazioni a risposta scritta:


   VILLANI, DEL SESTO, MARAIA e BARBUTO. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   nel territorio salernitano, la profonda crisi organizzativa e gestionale dell'istituzione scolastica Primo circolo didattico di Angri, importante e prestigiosa scuola del territorio angrese, che ospita più di 1.100 alunni di cui più di 700 di scuola primaria e 350 di scuola dell'infanzia e un organico di circa 140 operatori scolastici tra docenti e personale Ata;

   tale scuola è assurta agli onori della cronaca fin dall'inizio dell'anno scolastico, a causa dei notevoli disagi causati dalla gestione organizzativa e dalla presenza di pericolosi assembramenti venutisi a creare fin dal primo giorno di rientro in classe dei bambini delle scuole primarie e che hanno avuto il loro culmine nella giornata di venerdì 22 gennaio 2021;

   in quella data, infatti, a causa di un piano organizzativo evidentemente fallace, che non ha tenuto conto della necessità di permettere l'ingresso e l'uscita dei bambini dall'istituto scolastico in fasce orarie scaglionate e della necessità di predisporre appositi percorsi Covid, si è venuta a creare, all'esterno dell'istituto scolastico una ressa incontrollata, la quale, oltre a non garantire il necessario distanziamento sociale per grandi e piccini, ha reso impossibile lo smistamento dei giovani alunni ai propri genitori;

   si è reso pertanto necessario il solerte intervento di alcuni genitori che si sono offerti di supportare il personale scolastico, evidentemente allo sbando, per garantire ordine e sicurezza in favore dei bambini;

   gli episodi del 22 gennaio 2021 si sono ripetuti anche nei giorni successivi tanto che i genitori, preoccupati, hanno inviato una lettera al Ministero dell'istruzione e ad altri enti per segnalare quanto avvenuto;

   a questa situazione di totale precarietà si aggiunge che, il 22 gennaio due fratellini che frequentano il primo circolo sono risultati positivi al Covid-19; in conseguenza di ciò la dirigente scolastica comunicava che in data 24 gennaio 2021 avrebbe provveduto alla sanificazione dei locali scolastici, così da permettere il regolare e sicuro rientro in classe degli studenti; il giorno successivo, lunedì 25 gennaio 2021 i genitori, preoccupati della salute dei propri figli, ebbero a chiedere l'esibizione dei certificati di avvenuta sanificazione dei locali, in uno con il comando di polizia municipale del comune di Angri, su sollecitazione del sindaco;

   non avendo avuto alcun riscontro, il 26 gennaio 2021 la dirigente dell'Asl locale, dottoressa Tedesco, ebbe a recarsi personalmente presso l'istituto scolastico per accertarsi dell'intervenuta sanificazione; alla stessa però, rimasta in attesa all'esterno dell'edificio scolastico, fu rifiutato l'ingresso dalla dirigente, che in mancanza di un appuntamento non era disposta ad interloquire con lei, ingresso poi favorito dall'intervento dei carabinieri di Angri;

   i suddetti episodi sono accadimenti frequenti e sicuramente riconducibili ad una mala gestia della dirigente del primo circolo didattico «Sant'Alfonso Maria Fusco» di Angri, in relazione all'adozione ed attuazione di tutti i provvedimenti necessari all'avvio dell'anno scolastico e alla repressione e alla limitazione del contagio Covid-19, con conseguente limitazione di alcuni servizi essenziali per l'istruzione pubblica nel territorio comunale di Angri;

   l'Usr per la Campania, nella persona del direttore generale Luisa Franzese, oltre al Ministro dell'istruzione pro tempore Lucia Azzolina, allertati sulla situazione e sollecitati dall'interrogante ad intervenire, il 15 gennaio 2021 disponevano l'ispezione di un dirigente tecnico, incaricato di verificare la situazione;

   le richieste di intervento ricevute dall'interrogante non sono state solo da parte di tanti genitori, ma anche da parte dell'assessore Maria D'Aniello e dal personale Ata e dai docenti che hanno denunciato l'insostenibile situazione lavorativa e il clima di tensione nel quale si trovano costretti a lavorare –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto e quali opportuni accertamenti ed iniziative di competenza intenderà promuovere, anche a seguito di quanto emergerà dalla relazione dell'ispettore incaricato, al fine di ripristinare la fiducia e garantire la sicurezza degli studenti e del personale scolastico dell'istituto.
(4-08326)


   FRASSINETTI, ALBANO, BUCALO, ROTELLI, CIRIELLI, FERRO e RAMPELLI. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   la legge 30 marzo 2004, n. 92, vuole conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani, giuliani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale;

   al comma 2 dell'articolo 1 la norma dispone che «Nella giornata di cui al comma 1 sono previste iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado. È altresì favorita, da parte di istituzioni ed enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservare la memoria di quelle vicende. Tali iniziative sono, inoltre, volte a valorizzare il patrimonio culturale, storico, letterario e artistico degli italiani dell'Istria, di Fiume e delle coste dalmate, in particolare ponendo in rilievo il contributo degli stessi, negli anni trascorsi e negli anni presenti, allo sviluppo sociale e culturale del territorio della costa nord-orientale adriatica ed altresì a preservare le tradizioni delle comunità istriano-dalmate residenti nel territorio nazionale e all'estero»;

   nel comune di Vanzaghello (Milano) la celebrazione della ricorrenza del Giorno del Ricordo non ha avuto luogo a causa della decisione del dirigente scolastico, Domenico Pirrotta, che ha vietato la distribuzione del fumetto «Foiba rossa», che ripropone per immagini la tragica vicenda di Norma Cossetto, nelle classi della scuola media dell'istituto «De Gasperi»;

   il preside Pirrotta avrebbe sospeso la distribuzione del fumetto in quanto i docenti, dopo averlo letto per valutarlo, avrebbero deciso non essere adatto «per ragazzi di quell'età»;

   il blocco della distribuzione del materiale commemorativo del Giorno del Ricordo è avvenuto in realtà dopo che il dirigente scolastico apprendeva dall'Anpi che sarebbe stato opportuno vietarne la diffusione;

   le tesi negazioniste e giustificazioniste relative alla tragedia delle Foibe e dell'Esodo sono state osteggiate anche dai più alti livelli istituzionali in occasione della commemorazione del 10 febbraio 2021 –:

   come, in futuro il Ministro interrogato intenda garantire l'applicazione della legge n. 92 del 2004, anche tramite la distribuzione presso le scuole di materiale e documentazione inerente a quei tragici fatti, come nel caso in questione era, a parere degli interroganti, la distribuzione agli studenti della terza media De Gasperi di Vanzaghello (Milano) della grafic-novel «Foiba rossa» sulla storia di Norma Cossetto.
(4-08336)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta orale:


   DONZELLI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto appreso da articoli di stampa nel novembre 2020 dieci persone sono state condannate dal tribunale di Firenze nel processo su un presunto racket di appartamenti di proprietà dell'Inps, in uno stabile di Firenze, in via Monteverdi. Le pene più alte risultano a 9 anni e 4 mesi e a 5 anni e 1 mese. Tra i reati contestati, a vario titolo, quelli di invasione di terreni e abitazioni, estorsione, appropriazione indebita, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. In base alle indagini dei carabinieri, coordinati dal pm Gianni Tei, i due fratelli, gestori dibatto di una cooperativa edile, avrebbero occupato gli appartamenti e poi li avrebbero affittati in nero a operai romeni alle loro dipendenze, che sottopagavano. In questo modo sarebbero riusciti ad accaparrarsi ingenti somme di denaro, ricorrendo anche all'uso della violenza e ad intimidazioni di vario tipo. È ingente il patrimonio immobiliare di proprietà di Inps –:

   se e quali iniziative di competenza siano state assunte per prevenire e/o contrastare tali episodi criminosi avvenuti in immobili di proprietà dell'Inps;

   se si intenda rendere nota la lista degli immobili di proprietà di Inps ed ex Inpdai della provincia di Firenze e chiarire da chi dipenda oggi la loro gestione, compresa la parte di patrimonio Inps di provenienza ex Inpdap ed ex Enpals tuttora gestita dalle regioni, considerato anche che, come si riporta sul sito www.inps.it, l'attività di gestione tecnico-amministrativa del patrimonio da reddito dell'istituto prevede per alcune tipologie la gestione di Romeo Gestioni spa.
(3-02067)

Interrogazione a risposta scritta:


   ROTTA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   dall'insediamento del consiglio di amministrazione dell'Istituto di assistenza anziani di Verona (Ipab I.a.a.) i livelli di conflittualità tra il suddetto consiglio di amministrazione e la direzione e le organizzazioni sindacali hanno raggiunto un grado elevato, con pesanti ricadute sulla qualità del servizio per gli ospiti e sulla vita dei lavoratori;

   in particolare, le organizzazioni sindacali hanno comunicato che l'ente ha chiesto ai lavoratori la restituzione di tutte le progressioni economiche dal 1999 ad oggi, dell'indennità di rischio (30 euro al mese) e della produttività (150 euro lordi in tre anni), mettendo in mora tutti i dipendenti, cessati e pensionati degli ultimi 10 anni, per somme che arrivano fino a 18 mila euro a testa; la richiesta di restituzione delle somme percepite, per un totale di oltre 5 milioni di euro, avviene senza un accertamento ispettivo della Corte dei Conti ma sulla base di un'iniziativa autonoma di controllo;

   si tratta di una scelta che mette in discussione la contrattazione tra le parti, e quindi le scelte condivise tra soggetti negoziali nel corso di 20 anni, sulla base dei dettati contrattuali, e che disconosce il ruolo e le funzioni svolte dai precedenti consigli di amministrazione che si sono succeduti nei 20 anni, dei direttori e dei revisori dei conti che hanno sempre certificato la regolarità della contrattazione;

   quello relativo alle quote di stipendio da restituire è solo l'ultimo atto di un conflitto che da tempo, è ai massimi livelli nell'ente veronese. In tribunale è finita anche una questione relativa ad una contestazione disciplinare in relazione a uno sciopero del giugno 2019, al termine del quale l'istituto aveva denunciato 33 lavoratori, inciampando però questa volta in una condanna per condotta antisindacale. I lavoratori hanno, in ogni caso, dovuto sostenere i costi della difesa;

   è stato altissimo il tributo in termini di infortunio da Covid-19 degli operatori delle case di riposo che, nonostante i contagi, hanno cercato di garantire gli standard infermieristici minimi per la cura degli anziani. Pertanto, risulta inaccettabile ogni comportamento che va ad amplificare situazioni di rabbia e conflitto;

   le organizzazioni sindacali, al fine di risolvere la suddetta questione, hanno indetto presidi, conferenze stampa, incontri con parlamentari, consiglieri regionali, e comunali, nonché vari presidi di protesta ma al momento la situazione è ancora in stallo –:

   se i Ministri interrogati non ritengano, per quanto di competenza, di adottare iniziative per porre fine all'esasperata conflittualità che impedisce il normale e sereno svolgimento delle attività lavorativa, evitando che siano scaricate sui lavoratori difficoltà e problemi verosimilmente secondo l'interrogante relativi alla struttura dirigenziale, con grave danno per l'attività lavorativa e la vita stessa dei lavoratori coinvolti.
(4-08311)

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta scritta:


   CARETTA. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   con decreto del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali dell'11 gennaio 2021 sono state fissate le modalità dell'arresto temporaneo del «fermo pesca» per l'anno 2021;

   dal documento risulta una riduzione delle giornate di pesca a circa 130 giornate l'anno, a detrimento dell'intera flotta a strascico nazionale;

   come evidenziato a mezzo stampa, ma anche in numerosi contesti istituzionali, il settore ittico è stato duramente colpito dalla crisi da Covid-19, anche in virtù della chiusura, nel 2020, dei canali «HoReCa»;

   le conseguenze di tale provvedimento sono destinate a ripercuotersi anche su tutta la filiera produttiva, con particolare pregiudizio in capo alle imprese che operano a monte ed a valle delle catture marine;

   la normativa europea in materia di aiuti di Stato correntemente in vigore permette di cofinanziare con fondi europei eventuali forme di indennizzo per mancato reddito ad armatori e personale imbarcato;

   la riduzione dell'attività di pesca conseguente al predetto decreto ministeriale ha anche l'effetto avverso di incentivare la presenza di prodotti stranieri sui banchi della distribuzione e dell'ingrosso, in quanto la quantità di prodotto made in Italy disponibile da portare in tavola, a fronte di una riduzione delle giornate di pesca, è destinata a diminuire –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative intenda intraprendere per tutelare il comparto ittico nazionale al netto dei fatti di cui in premessa, prevedendo una rinegoziazione del fermo pesca per l'anno 2021 o misure di copertura economica a sostegno delle imprese costrette alla inattività.
(4-08317)

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Interrogazione a risposta scritta:


   BAGNASCO, NOVELLI, VERSACE, BOND, MUGNAI e BRAMBILLA. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro della salute, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il decreto-legge 7 ottobre 2020, n. 125, convertito dalla legge n. 159 del 2020, prevede una serie di disposizioni connesse con la proroga della dichiarazione dello stato di emergenza epidemiologica da Covid-19;

   l'articolo 1-ter dei citato decreto-legge proroga al 31 dicembre 2021 il termine per le possibilità di alcune assunzioni, da parte di pubbliche amministrazioni, derivanti da cessazioni dall'impiego verificatesi in alcuni anni precedenti;

   la proroga concerne, tra l'altro, la possibilità di assunzioni a tempo indeterminato, per le amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, le agenzie e gli enti pubblici non economici, in relazione ad una quota delle cessazioni dall'impiego verificatesi negli anni dal 2013 al 2019;

   come segnalano diversi ordini dei medici, l'attuale stato di emergenza pandemica sta evidenziando con forza la necessità di dover assumere personale, peraltro a totale carico degli ordini – nelle more che vengano banditi e conclusi specifici concorsi pubblici attualmente bloccati a causa del Covid-19 – in sostituzione di coloro che sono andati in pensione dopo il 2019, per lo svolgimento dei compiti istituzionali propri dei medesimi ordini dei medici –:

   ad adottare iniziative normative, in ragione del perdurare dell'emergenza pandemica, per prevedere l'estensione del termine del 2019 relativo alle cessazioni dall'impiego di cui in premessa, in relazione alle quali si può procedere a nuove assunzioni, entro il termine previsto dal decreto-legge n. 125 del 2020, dando così la possibilità anche agli ordini dei medici di poter assumere il necessario personale in sostituzione di coloro che sono andati in pensione anche successivamente al 2019.
(4-08329)

SALUTE

Interpellanza:


   La sottoscritta chiede di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   sono tante e da tutta Italia le persone che si stanno mobilitando per partecipare alla gara di solidarietà per aiutare il piccolo Luca, di soli 6 anni, e Melissa, un anno tra pochi giorni, entrambi affetti da atrofia muscolare spinale di tipo 1, una delle forme più aggressive di questa malattia genetica neuromuscolare, che insorge subito dopo la nascita e causa una progressiva debolezza muscolare che compromette la respirazione e la deglutizione;

   in assenza di trattamenti, la sopravvivenza di questi bambini, nel 90 per cento dei casi, non raggiunge i 20 mesi;

   secondo gli ultimi dati disponibili, in Europa ogni anno nascono circa 550-600 bambini con atrofia muscolare spinale (Sma) e in Italia colpisce circa 40-50 bambini all'anno;

   l'unica speranza per questi bimbi è l'assunzione di Zolgesma, un farmaco molto costoso (oltre due milioni di dollari), prima ed unica terapia genica al mondo in grado di intervenire direttamente sul Dna, correggendo l'errore che causa la patologia: somministrato in un'unica infusione per via endovenosa, il farmaco inserisce una nuova copia funzionante del gene Smn1 nelle cellule del paziente, arrestando la progressione della malattia;

   in base agli studi clinici a disposizione, un trattamento precoce consente ai bambini affetti da Sma di raggiungere tappe di sviluppo motorio che si avvicinano a quelle dei loro coetanei sani, come il controllo della testa e la capacità di sedersi senza supporto, senza il bisogno di ricorrere a supporti ventilatori; pur non essendo una cura definitiva, la terapia genica rappresenta quindi un grande passo in avanti per tutti i pazienti con atrofia muscolare spinale;

   il 19 maggio 2020 la Commissione europea ha concesso a tutti i 27 Stati membri dell'Unione europea, oltre ad Islanda, Norvegia, Liechtenstein e Regno Unito l'approvazione condizionale per Zolgensma, fino a 21 chili di peso, parametro massimo in cui è assicurata l'efficacia stessa del farmaco;

   secondo lo studio sulla storia naturale della Sma «Pediatric neuromuscular clinical research», infatti, quasi tutti i pazienti di età inferiore ai 5 anni (e alcuni di età pari a 6, 7 o 8 anni) hanno un peso inferiore a 21 chili;

   nonostante ciò, la determina n. 126266/2020 approvata il 12 novembre 2020 da Aifa prevede l'inserimento del medicinale Zolgensma nell'elenco dei medicinali erogabili a totale carico del Servizio sanitario nazionale ai sensi della legge 23 dicembre 1996, n. 648, per il trattamento solo entro i primi sei mesi di vita di pazienti con diagnosi genetica (mutazione bi-allelica nel gene SMN1 e fino a 2 copie del gene SMN2) o diagnosi clinica di Sma di tipo 1;

   in Germania, Zolgensma è approvato e in commercio dal luglio 2020 per bambini con Sma fino a 21 chilogrammi; in Francia, Portogallo e Grecia sono stati approvati programmi di accesso anticipato sempre fino ai 21 chilogrammi e tra gli Stati che hanno dato il via libera al farmaco, nessuno ne ha limitato l'accesso come in Italia;

   per Luca o Melissa, però, il Ssn potrebbe arrivare troppo tardi, visto che, ad esempio, Luca attualmente pesa già 18 chilogrammi e rischia di non rientrare più nei criteri previsti per l'efficacia del farmaco, motivo per cui le famiglie hanno attivato una raccolta fondi per acquistare privatamente il farmaco e andare in Germania per la somministrazione;

   l'accesso alle terapie, o a qualsiasi farmaco che apporti un miglioramento nella qualità della vita, dovrebbe essere disponibile per la più ampia platea possibile e, condividendo le parole di Anita Pallara, presidente Famiglie Sma, l'associazione che si occupa di persone affette da atrofia muscolare spinale, e che conosce bene speranze, paure e lotte di genitori e figli, «Non possiamo ignorare che un bambino con una diagnosi non tempestiva, oltre i sei mesi, sia ingiustamente escluso da un'importante opportunità» –:

   quali siano le motivazioni alla base della scelta di somministrare il Zolgensma solo fino ai sei mesi di vita e se non ritenga fondamentale adottare iniziative di competenza affinché siano adeguati i criteri di somministrazione della terapia a quelli in atto in altri Stati europei, rendendo disponibile il trattamento a un maggior numero di pazienti;

   se non ritenga necessario adottare iniziative per introdurre programmi nazionali di screening neonatale, sul modello di progetti pilota avviati in alcune regioni italiane, quale strumento indispensabile per una diagnosi tempestiva.
(2-01108) «Bellucci».

Interrogazioni a risposta scritta:


   FEDERICO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   ai sensi del decreto del Ministero della salute del 30 aprile 2020 tra i parametri utilizzati per individuare il livello di rischio di esposizione al contagio dei territori regionali c'è il tasso di occupazione dei posti letto di terapia intensiva;

   con i suoi report settimanali inviati al Ministero della salute la regione Molise ha fatto sempre riferimento ad una disponibilità complessiva di 39 (trentanove) posti letto di terapia intensiva e conseguentemente è sempre stato indicato un tasso di occupazione inferiore alla soglia di allerta del 30 per cento;

   nell'ultima settimana è stata attivata la rete Cross (Centrale remota operazioni soccorso sanitario) per l'utilizzo di posti letto di terapia intensiva su tutto il territorio nazionale, in caso di mancanza di posti letto per pazienti COVID-19 –:

   se il Ministero interrogato intenda adottare iniziative, per quanto di competenza, per verificare:

    a) quale sia l'effettiva disponibilità di posti letto di terapia intensiva afferenti alla rete ospedaliera molisana ed utilizzabili per pazienti COVID;

    b) quale sia la disponibilità degli stessi per pazienti non COVID;

    c) quali siano le motivazioni per cui è risultato necessario attivare il sistema Cross.
(4-08315)


   LAPIA. — Al Ministro della salute, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   la Psa ha fatto la sua prima apparizione in Sardegna nel 1978, ma, grazie al sistema di contrasto avviato nel 2014 con l'Udp (unità di progetto) preposta a tale compito, dal 12 settembre 2018 non risultano più ad oggi focolai attivi che indichino la presenza del patogeno nei suini di allevamento domestici;

   l'Udp è stata istituita con legge regionale n. 34 del 2014: la direzione politica è stata posta in capo alla presidenza della regione. Il responsabile della stessa rappresenta l'amministrazione regionale in materia di contrasto ed eradicazione della Psa nei confronti dei competenti servizi dell'Unione europea, del Ministero della salute e del centro nazionale di referenza per le pesti suine presso l'Istituto zooprofilattico dell'Umbria e delle Marche;

   avendo raggiunto l'obiettivo di eradicazione della Psa in Sardegna – tale obiettivo è stato riconosciuto anche durante la fact finding mission degli ispettori della Commissione europea nel 2019 – la Commissione europea avrebbe dunque dovuto sollevare la regione autonoma Sardegna dalle restrizioni imposte, alla fine di un percorso promosso dal Ministero della salute, di concerto con il responsabile dell'Udp di cui sopra e dunque con la regione autonoma Sardegna. Un percorso che, di fatto, non si è mai avuto;

   la dimostrazione della mancanza di interlocuzione tra gli organi interessati si riscontra in due fatti ben definiti e verificatisi negli ultimi giorni;

   il primo riguarda la decisione del 2 febbraio 2021 della Commissione europea 2021/123 riguardante «misure di protezione contro la peste suina africana» con la quale la Commissione ha di fatto aggiornato la precedente decisione 2014/709/UE, riassegnando alla regione autonoma Sardegna una posizione ad alto rischio negli sviluppi della situazione epidemiologica della peste suina africana;

   il secondo riguarda, invece, le dimissioni, risalenti al 17 febbraio 2021, del dottor Alessandro De Martini, già responsabile dell'unità di progetto di cui sopra. Il dottor De Martini motiva le sue dimissioni, sottolineando come queste metodologie di lavoro (in riferimento all'Udp) «sono messe in discussione e ciò, oltre a essere disfunzionale rispetto agli obiettivi, determina una situazione di confusione e di imbarazzo istituzionale [...]» inoltre, «a distanza di oltre 5 mesi dalla Delibera n. 47/3, del 24 settembre 2020, assunta per ridefinire la composizione dell'Unità di progetto per l'eradicazione della Psa, mancano ancora le designazioni delle componenti di parte nazionale, bloccando, di fatto, l'attività di ridefinizione e aggiornamento del Piano regionale di eradicazione della Psa»;

   quanto sopra riportato, oltre a creare un vero e proprio vuoto organizzativo nel coordinamento tra istituzioni che si sarebbe reso necessario al fine di contrastare l'emergenza descritta, ha di fatto bloccato l'interlocuzione con la Commissione europea che, con decisione del 2 febbraio 2021 n. 2021/123 ha prorogato per la regione autonoma Sardegna la permanenza in fascia 4 definita «ad alto rischio»;

   a tutto ciò si aggiunga l'inerzia della giunta regionale che, dal momento del suo insediamento, ha affrontato il tema con quello che l'interrogante giudica eccessivo pressappochismo amministrativo, lasciando inascoltate le proteste delle associazioni di categoria;

   l'interrogante aveva già interpellato il Ministro della salute nel novembre 2020, al fine di acquisire informazioni sull'andamento delle interlocuzioni tra Udp e Commissione europea per la risoluzione di quanto descritto –:

   quali motivazioni abbiano indotto il Ministro della salute a non dare seguito alla designazione dei componenti di parte nazionale successivamente alla delibera regionale n. 47/3 del 24 settembre 2020, a giudizio dell'interrogante causando la delegittimazione dell'organo unità di progetto di cui in premessa;

   in che modo si intenda procedere al fine di tutelare gli interessi degli allevatori sardi, alla luce della decisione della Commissione europea del 2 febbraio 2021 n. 2021/123, che proroga di fatto il blocco delle esportazioni per carne suina e derivati.
(4-08316)


   CIRIELLI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   l'atrofia muscolare spinale (Sma), è una patologia neuromuscolare genetica rara, caratterizzata da una progressiva morte dei motoneuroni, quei neuroni che trasportano i segnali dal sistema nervoso centrale ai muscoli, controllandone il movimento, a causa della quale, vi è una progressiva debolezza muscolare, di grado variabile a seconda della forma clinica della patologia;

   sulla base dell'età d'esordio della malattia e della gravità dei sintomi, sono state distinte quattro diverse varianti di atrofia muscolare spinale, quella di tipo 1 è la forma più grave; la patologia esordisce prima dei 6 mesi d'età, compromette l'acquisizione delle capacità motorie, la respirazione e la deglutizione, e i bambini che ne sono affetti non sono in grado di vivere oltre i 2 anni senza supporto respiratorio;

   la prefata patologia colpisce circa 1 neonato ogni 10.000 ed è la più comune causa genetica di morte infantile;

   il 19 maggio 2020, la Commissione europea ha concesso l'approvazione condizionale per Zolgensma, una terapia genica di AveXis per il trattamento dell'atrofia muscolare spinale in grado di cambiare la vita ai piccoli pazienti affetti da questa grave patologia neurodegenerativa;

   in Europa, la terapia in parola ha ottenuto il via libera per bambini con SMA1, con peso fino a 21 chili; in Italia, invece, a seguito dell'autorizzazione dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) del 17 novembre 2020, il trattamento viene riservato ingiustificabilmente solo ai pazienti fino a sei mesi d'età, ad oggi, infatti, solo tre bambini hanno potuto riceverla;

   appare doveroso un immediato intervento del Governo che autorizzi, anche nel nostro Paese, in ossequio alle determinazioni avvenute in sede europea, il trattamento con Zolgensma per soggetti fino a 21 chilogrammi; tale decisione permetterebbe a tanti piccoli pazienti e alle loro famiglie, disumanamente esclusi, di accedere a questa importante opportunità terapeutica –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e considerata l'importanza e l'urgenza degli stessi, quali iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare affinché siano estesi i criteri di accesso alla terapia in parola, ponendosi in linea con gli altri Paesi europei.
(4-08322)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta scritta:


   SERRACCHIANI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   l'emergenza pandemica da Sars-Cov2 continua ad avere importanti ripercussioni sul piano sanitario, sociale ed economico. Tra le misure straordinarie messe in atto dal Governo figura il blocco dei licenziamenti, unicum nel panorama europeo la cui efficacia decadrà – salvo nuove auspicate azioni legislative – il 31 marzo 2021;

   attualmente, sono 99 i tavoli aperti al Ministero dello sviluppo economico, tra essi figurano crisi aziendali strettamente connesse con emergenza coronavirus;

   l'interrogante desidera segnalare il caso del gruppo tedesco Douglas GmbH che, nel 2017, rilevava le catene di profumerie italiane Limoni e La Gardenia, aprendo 128 profumerie Douglas attraverso la controllata Profumerie Douglas Spa;

   Douglas GmbH ha annunciato l'intenzione di chiudere entro giugno 2022 128 negozi presenti in Italia, 77 entro il 31 marzo 2021. In Friuli Venezia Giulia ha chiuso il 14 febbraio 2021 il negozio di Martignacco; entro fine anno chiuderanno altri 4 negozi in regione a Cervignano (15 maggio 2021) Gemona (16 agosto 2021), Trieste (26 giugno 2021) Udine (16 dicembre 2021);

   le cinque dipendenti di Martignacco hanno ricevuto comunicazione aziendale soltanto pochi giorni prima l'effettiva chiusura e le organizzazioni sindacali confermano di non essere mai state convocate o informate relativamente alle intenzioni aziendali di procedere con un severo piano di ristrutturazione che ad oggi consisterebbe nella mera chiusura di tutti i negozi presenti in Italia, con conseguente pesante perdita di posti di lavoro e difficili possibilità di ricollocamento. Infatti, vi sono casi di personale in forze da decenni, come una lavoratrice del negozio di Trieste, nel settore da 34 anni, e non ancora in età pensionabile. Per queste figure la perdita del lavoro rappresenterebbe un grave problema stante l'età e la difficile ricollocazione in altro settore;

   da fonti stampa italiana risulta che le motivazioni Douglas GmbH sarebbero dovute a mere valutazioni di fatturato (calcolato nell'arco temporale 2020-2019), senza considerare gli sforzi che il personale ha profuso durante la fase emergenziale per supportare l'azienda e contenere le spese di gestione come pulizie e turni di lavoro che le lavoratrici svolgevano spesso da sole;

   a fine gennaio 2021 Douglas GmbH annuncia che «le vendite sono stabili a 3 miliardi di euro nonostante COVID-19 con profitti scesi del 16,2 per cento». Il gruppo – prosegue il comunicato – ha in programma la chiusura di 500 dei 2.400 negozi e l'intenzione di investire maggiormente nell'e-commerce che nel 2020 ha registrato un record di vendite. Da queste chiusure Douglas conta di «ottimizzare la propria base costo, il cui impatto EBITDA rettificato risultante dovrebbe essere di 120 milioni di euro/anno da raggiungere dal prossimo esercizio fiscale. Questo approccio mirato mette Douglas in posizione ideale per accelerare crescita lungo-termine e diventare piattaforma leader settore bellezza»;

   di questi 500 negozi in chiusura, 60 sono in Germania, dove sarebbe già in corso accordo tra azienda e la German Federal Employment Agency per supportare e riorientare 600 lavoratori oltre a indennità licenziamento superiori alla norma del settore. Le restanti chiusure riguarderanno il sud dell'Europa con motivazioni correlate «con il duro impatto che la pandemia ha avuto e l'obiettivo di ottimizzare la base costo della rimanente rete di negozi». Come sopra evidenziato, Douglas ha però annunciato la chiusura di gran parte della rete vendita in Italia –:

   se il Ministro dello sviluppo economico sia a conoscenza della situazione del gruppo Douglas GmbH, se abbia ricevuto il piano industriale e se sia già prevista la convocazione dei vertici del ramo italiano delle Profumerie Douglas Spa e della capogruppo tedesca alla presenza di rappresentanze sindacali;

   se il Governo ritenga corretto che una società tedesca – che fino alla data odierna ha usufruito di tutti gli strumenti pubblici straordinari attivati dal Governo italiano quali la Cassa integrazione guadagni straordinaria – decida unilateralmente di chiudere tutti i negozi presenti sul territorio italiano per motivi di fatturato, nonostante presenti un bilancio dell'intero gruppo più che positivo, e in caso di risposta affermativa, quali iniziative vorrà porre in essere al fine di frenare l'ingente perdita posti di lavoro soprattutto femminili.
(4-08327)