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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Venerdì 27 novembre 2020

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:


   CIRIELLI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   nella notte tra il 16 e il 17 novembre 2020 si è abbattuto su tutto il Golfo di Policastro (Sa) un violento nubifragio, causando l'esondazione del fiume Bussento, con notevoli danni e ingenti disagi per la popolazione residente;

   le intense piogge, che per diverse ore si sono riversate sulla fascia costiera salernitana, hanno colpito numerosi centri abitati da Vibonati a Santa Marina, da Ispani a Sapri fino a Policastro Bussentino e Capitello;

   il bilancio del maltempo che fortunatamente non ha causato vittime, è devastante; interi centri abitati e colture della zona sono stati allagati, frane sulla strada provinciale da Santa Marina a Policastro, attività commerciali, garage e primi piani invasi dall'acqua, decine le famiglie evacuate; numerosi sono stati gli interventi delle forze dell'ordine, dei vigili del fuoco, della polizia municipale, e di tutti i cittadini per ripulire il paese dal fango e dai detriti;

   tali gravi accadimenti evidenziano ancora una volta la vulnerabilità dei territori campani, che, al netto della imprevedibilità e della tumultuosità degli eventi atmosferici, risentono, con drammatica frequenza, dell'assenza di adeguati interventi di prevenzione e messa in sicurezza dei territori, con grave rischio per l'incolumità e la sicurezza dei cittadini;

   è inaccettabile che, nonostante gli ingenti finanziamenti stanziati in favore della regione Campania nel corso degli ultimi anni, nulla di concreto sia stato effettivamente messo in atto per porre rimedio al grave problema legato al rischio idrogeologico, e tale inerzia ingiustificata, oltre a compromettere la sicurezza dei cittadini, danneggia oltremodo l'economia delle aree interessate già fortemente compromesse a causa della difficile emergenza sanitaria;

   appare dunque doveroso, oltre che improcrastinabile, un intervento concreto del Governo che, senza ulteriori attese, metta in atto tutte le azioni utili per sostenere le aree colpite dalle forti perturbazioni, garantendo le risorse necessarie sia per la messa in sicurezza dei territori danneggiati, che per il sostegno economico –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa ed accertata la gravità degli stessi quali urgenti iniziative per quanto di competenza, intenda adottare al fine di mettere in sicurezza i territori colpiti dal maltempo; se non intenda adottare le iniziative di competenza per l'urgente deliberazione dello stato di emergenza per eventi calamitosi per le aree salernitane in parola colpite dal maltempo, al fine di assicurare, con tempestività, interventi di natura economica a sostegno dei territori e delle popolazioni succitate.
(4-07645)


   CUNIAL. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   il 9 maggio 2020, si apprende da fonti di stampa che Fiat Chrysler Automobiles (Fca), tramite il proprio stabilimento in Cina a Comau, aveva intenzione di aumentare la produzione di mascherine facciali triplicando la capacità;

   il 4 agosto 2020, si apprende da La Stampa, che Fca produrrà 27 milioni di mascherine al giorno a Torino e Avellino, per la lotta al Coronavirus promossa dalle autorità governative italiane attraverso il Commissario straordinario per l'emergenza COVID-19, Domenico Arcuri;

   il 12, 17 e 19 agosto 2020, Fca Italy ha ottenuto dal Governo l'autorizzazione a produrre i dispositivi di protezione, per il tramite dell'istituto superiore di sanità. Cinque autorizzazioni, tre per la produzione di mascherine chirurgiche per adulti di tipo tradizionale, e due per quella di mascherine chirurgiche pediatriche, dunque per bambini;

   da fonti di stampa risulta che il gruppo automobilistico presieduto da John Elkann, mentre attendeva l'autorizzazione, aveva già attrezzato negli stabilimenti di Torino Mirafiori e Pratola Serra, nell'avellinese, ben 44 linee di produzione di mascherine inserite in 16 mila metri quadrati su cui impiegare almeno 600 lavoratori. Un investimento che consente a Fca Italy di produrre a regime la bellezza di 27 milioni di mascherine chirurgiche al giorno, colmando da sola oltre la metà del fabbisogno quotidiano nazionale;

   risulta all'interrogante che l'accordo tra la Fca Italy spa e il Governo non sia stato ancora reso pubblico. Il cosiddetto «patto della mascherina», vista, la portata della produzione, non può essere considerato un banale accordo, in quanto Fca è diventata in tal modo il principale partner industriale dell'Esecutivo nella crisi sanitaria dovuta alla pandemia. Il giro d'affari per questa produzione si aggirerebbe, da alcune stime, intorno a oltre 4,9 miliardi di euro;

   il 14 ottobre 2020 vengono fornite nelle scuole napoletane, le prime mascherine Fca Italy Spa e con il logo della Presidenza del Consiglio dei ministri (posto sulle buste contenenti le mascherine);

   il 19 ottobre 2020, con un comunicato stampa, l'organizzazione sindacale Basilicata L.P., ha chiesto che venga appurato se le mascherine prodotte da Fca, sia quelle distribuite agli scolari, che quelle consegnate ai lavoratori, siano o meno chirurgiche e se rispettano i requisiti previsti per legge, a tutela della salute di coloro che quotidianamente le utilizzano;

   il 24 ottobre 2020 l'Adiconsum Veneto lancia l'allarme sulla presenza di biossido di titanio sulle mascherine. L'associazione ha analizzato diversi lotti sequestrati dalla Guardia di Finanza di Padova, scoprendo che molte contenevano biossido di titanio, un composto chimico che si presenta sotto forma di polvere cristallina incolore, tendente al bianco, potenzialmente cancerogeno;

   risulta inoltre all'interrogante che siano state effettuate 2 gare ad evidenza pubblica, tramite la Consip, per la fornitura di mascherine: fornitura di Dpi (FFP2 e FFP3) e apparecchiature elettromedicali e relativa riapertura – ID 2282 (lotto 7 e 8), per un valore pari a 32.301.953,15 euro e fornitura di mascherine chirurgiche e dispositivi di protezione individuale – ID 2288 (lotti 1, 2 e 3), per un valore pari a 9.244.500 euro;

   il 19 maggio 2020 risultano essere state consegnate 10,3 milioni di mascherine chirurgiche, FFP2 e FFP3, il 5 giugno 10,8 milioni, il 22 giugno oltre 12 milioni e l'8 luglio 2020 13,8 milioni –:

   per quale ragione non sia stata effettuata una gara ad evidenza pubblica per la fornitura poi assegnata a Fca;

   per quale motivo il contratto di fornitura in via diretta non sia pubblico;

   quale sia la competenza di Fca riguardo alla produzione delle mascherine e se vi siano, oltre a Fca, altre aziende che stanno producendo mascherine o altri dispositivi su incarico del Governo, di cui non sono pubblici gli accordi.
(4-07647)


   SERRACCHIANI, FRAILIS, VISCOMI, CARNEVALI e PEZZOPANE. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   è in atto a livello globale una emergenza epidemiologica da Covid-19, nuovo tipo di Coronavirus, che l'Organizzazione mondiale della sanità ha catalogato (il 13 marzo 2020) come pandemia. Alla data odierna sono 59.816.510 i casi accertati nel mondo dall'inizio dell'epidemia, 1.410.378 i morti e 38.267.861 i guariti (secondo il sito dell'Organizzazione mondiale della sanità);

   sin dall'inizio della pandemia, tutti gli Stati si sono prontamente adoperati per studiare il virus Sars-CoV-2, analizzarne le modalità di trasmissione, la carica virale, al fine trovare quanto prima una risposta per debellarlo attraverso un vaccino e attualmente sono già in fase di approntamento diversi vaccini anti-covid-19;

   la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen ha annunciato il 25 novembre 2020 che, prima della fine di dicembre 2020 potrebbero già esserci i primi vaccinati in Europa. Ha inoltre comunicato che, dopo i precedenti con le aziende AstraZeneca (per 400 milioni di dosi) che ha sviluppato il primo vaccino europeo insieme all'Università di Oxford, Sanofi-Gsk (300 milioni), Johnson & Johnson (fino a 400 milioni), BioNTech-Pfizer (fino a 300 milioni) e CureVac (fino a 405 milioni), sarà approvato un nuovo contratto con l'azienda statunitense Moderna, prossimo all'approvazione da parte della Food & Drug Administration (Fda) per la fornitura di 160 milioni di dosi;

   anche il nostro Paese sta lavorando a sua volta alla produzione di un vaccino tutto italiano contro Covid-19, Grad-Cov2, che, secondo quanto l'azienda farmaceutica ReiThera comunica, «è ben tollerato e induce risposta immunitaria nei soggetti sani di età compresa tra i 18 e i 55 anni». La Fase 1 (che valuta il candidato vaccino su 90 volontari sani) procede ora nei soggetti più anziani, tra i 65 e gli 85 anni. Lo studio è stato disegnato ed è condotto in collaborazione con l'Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, e ha ricevuto finanziamenti dal Miur e dalla regione Lazio;

   lo stesso Ministro Speranza ha annunciato che il Piano per le vaccinazioni contro Covid-19 è una priorità assoluta del Governo, sottolineando come «verranno fatte tutte le verifiche affinché il vaccino che sarà distribuito sia efficace e sicuro, due parole che devono essere sempre mantenute insieme» e ribadendo «grandissima fiducia nelle agenzie regolatorie preposte a verificare la sicurezza dei vaccini» –:

   se la Presidenza del Consiglio dei ministri abbia intenzione di avviare una campagna informativa intesa a rendere edotti tutti i cittadini dell'importanza e opportunità di vaccinarsi; una campagna che faccia ampio uso, tanto dei consueti mezzi di comunicazione, quanto dei canali social, eventualmente anche attraverso l'ausilio di testimonials popolari che possano contribuire a una corretta comunicazione sulla necessità di vaccinarsi;

   ove tale richiesta sia già tra le intenzioni della Presidenza del Consiglio dei ministri, se vi sia anche la volontà espressa di implementare ogni azione utile a smascherare le cosiddette «fake news» che continuano a circolare in rete e connesse con l'utilizzo dei vaccini.
(4-07648)


   ZENNARO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto riportano da alcuni siti di informazione specializzati in questioni marittime, la nuova nave da guerra iraniana denominata Shahid Rudaki sarebbe nient'altro che un ex nave cargo denominata Altinia, costruita da cantieri navali italiani nel 1992. Secondo quanto riportato da questi siti di informazione specializzata, questa nave sarebbe stata rivenduta nel 2019 alla Giovanni Visentini Trasporti Fluviomarittimi per due milioni di dollari. Da qui, in qualche modo, questa nave (nave-traghetto) sarebbe arrivata a Teheran e trasformata in una nave da guerra e presentata al pubblico qualche giorno fa –:

   se il Governo sia in grado di confermare che questa nave di fabbricazione italiana effettivamente sia entrata a far parte della Marina militare iraniana; se intenda adottare iniziative, per quanto di competenza, per verificare eventualmente se ci siano state operazioni di triangolazione commerciale volte ad eseguire attività di elusione delle sanzioni internazionali che vietano questo tipo di compravendite classificate come operazioni relative a prodotti a duplice uso (Dual use).
(4-07650)


   SILVESTRONI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute, al Ministro dell'interno, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la cooperativa Capodarco già negli anni passati si è resa protagonista di una gestione poco chiara relativamente al comportamento adottato nei confronti di alcuni lavoratori ed ex soci;

   le note vicende si riferiscono ai gravi danni causati dalle negligenze compiute nei confronti dell'Inps nel periodo 2017, che hanno comportato l'emissione di un Durc negativo che ha portato alla esclusione della Capodarco da tutte le gare dei Cup, dei call center, del Recup e dei servizi amministrativi della Asl Rm 2 di Roma;

   tali fatti hanno comportato il licenziamento o il passaggio a ditte concorrenti di circa 1.500 lavoratori nell'autunno del 2018; inoltre, alcune maestranze avrebbero lamentato il mancato preavviso di licenziamento nei termini stabiliti dalla legge, essendo gli stessi venuti a conoscenza del provvedimento solamente il giorno precedente alla loro fine del servizio;

   i lavoratori in questione si sono rivolti già all'epoca dei fatti ad Assotutela, per promuovere una «class action» contro l'intero consiglio di amministrazione della cooperativa Capodarco e nei confronti della presidente Roberta Ciancarelli, per ottenere un ristoro dai danni economici subiti;

   nel frattempo, la cooperativa Capodarco ha cambiato logo e denominazione sociale, ed ora si presenta sul mercato con la denominazione «aCapo»; il tutto, però, si sarebbe compiuto secondo l'interrogante senza realizzare alcuna discontinuità sostanziale con il recente passato, come confermerebbe lo stesso comunicato di presentazione del nuovo brand da parte della medesima presidente Roberta Ciancarelli;

   ai sensi di quanto disposto dall'articolo 20 del cosiddetto «decreto Ristori», decreto n. 137 del 2020, del 28 ottobre 2020, la Cooperativa «aCapo», nonostante quanto sopra premesso e considerato, sarebbe stata scelta per gestire un servizio nazionale di supporto telefonico e telematico alle persone risultate positive a Sars-Covid-19, in affiancamento alle piattaforme già disponibili presso le aziende sanitarie competenti, che, ad oggi, non riuscirebbero, se non in minima parte, a gestire i dati e le procedure di tracking connesse alla realizzazione e alla immissione sul mercato dell'app «Immuni» –:

   se il Governo intenda chiarire con urgenza le valutazioni che avrebbero portato alla selezione della cooperativa «aCapo» per lo svolgimento delle attività di cui in premessa, anche in termini di affidabilità, considerando gli illeciti fiscali e contributivi posti in essere dalla cooperativa Capodarco, di cui la cooperativa «aCapo» raccoglie l'eredità, nei confronti del personale nel recente passato;

   quale siano, nel dettaglio, la natura e l'iter della procedura selettiva adottata, e se il Governo intenda chiarire la presenza di eventuali altri soggetti esclusi e le relative motivazioni, i costi previsti e le modalità per l'effettuazione del suddetto servizio;

   quali garanzie la suddetta cooperativa «aCapo» possa fornire in termini di tutela della privacy, custodia e trattamento di dati sensibili rispetto alla delicatezza dei profili che verrebbe a trattare, nel contattare soggetti potenzialmente positivi al Sars-Covid-19 individuati nella procedura di «tracking» effettuata mediante la app «Immuni».
(4-07651)


   CUNIAL. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   il 17 novembre 2020 AdnKronos pubblica: «Giarrusso, bufera per donazioni. Crimi segnala a probiviri M5S» dove si riporta che l'eurodeputato ha ricevuto donazioni da Carmela Vitter, moglie di Piero Di Lorenzo, titolare, amministratore delegato e presidente della Irbm di Pomezia;

   l'europarlamentare si è difeso dagli attacchi, ribadendo che ha accettato solo dopo aver saputo che nel 2018 la lobbista Ferrucci, socia di BDL Lobbying (fondata sempre da Di Lorenzo), ha finanziato allo stesso modo la campagna elettorale di tutto il M5S;

   ci sono altri collegamenti tra Irbm e il M5S, tra cui la senatrice Elena Fattori che ha lavorato presso Irbm Science Park di Pomezia sino al 2009 ed ha poi svolto svariate attività di volontariato;

   il 4 luglio 2019 Beppe Grillo ha fatto visita agli stabilimenti della Irbm, come risulta dal sito dello stesso titolare della società: Piero Di Lorenzo;

   il 13 marzo 2020 l'eurodeputato Dino Giarrusso scrive su Facebook: «In Italia abbiamo grandi eccellenze. Fra queste l'istituto IRBM di Pomezia, che mi auguro possa davvero scrivere una pagina di storia e aiutare l'intera umanità in questo momento difficile», in riferimento al vaccino in studio con AstraZeneca, oggetto di diverse interrogazioni presentate dall'interrogante;

   il 27 giugno 2020 il M5S di Pomezia ringrazia Irbm e l'amministratore delegato Piero Di Lorenzo per aver portato il nome di Pomezia, ancora una volta, all'attenzione del mondo intero. L'Irbm ha anche una pagina dedicata sul sito ufficiale del comune di Pomezia;

   a parere dell'interrogante la posizione politica del M5S sul tema delle vaccinazioni ha subito un cambiamento radicale e antitetico nel corso di pochi anni;

   nel maggio del 2017 Beppe Grillo cambia la politica sulle vaccinazioni, sul blog pubblica un video di Guido Silvestri che illustra la posizione ufficiale del M5S che spiega come sia doveroso reintrodurre l'obbligo vaccinale per l'accesso a scuole e asili;

   il 16 giugno 2017, a seguito dell'approvazione del cosiddetto «decreto Lorenzin» sull'obbligo vaccinale, la deputata Giulia Grillo, allora in opposizione, dichiarava che avrebbe fermato il decreto;

   il 19 gennaio 2019, la Ministra pro tempore Giulia Grillo, ospite a Mattino 5, dichiara che: «Vaccinarsi è fondamentale. L'obbligatorietà la decide la politica in base alla situazione epidemiologica», affermando più tardi i risultati positivi del «decreto Lorenzin»;

   il 19 giugno 2019, all'assemblea territoriale degli attivisti 5 Stelle a Terni, il Ministro Luigi Di Maio afferma che: «Da quando siamo entrati nelle istituzioni e nelle dinamiche dell'Italia, abbiamo capito cosa si può fare e cosa non si può fare»;

   il 30 ottobre 2020, Andrea Tosatto, pubblica un audio integrale di Eva Reali, referente al tavolo sanità del M5S della Toscana nel 2013-2014, che denunciava di aver ricevuto un tentativo di avvicinamento per partecipare ad un incontro sulla riforma internazionale del sistema sanitario vaccinale. Dalle sue dichiarazioni risulterebbe coinvolto in questo progetto Walter Ricciardi. In questa iniziativa sarebbero stati coinvolti, sempre a quanto affermava Eva Reali, anche il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Fraccaro e Pitruzzella, già presidente dell'autorità Antitrust. Eva ha dichiarato di aver riportato in una e-mail a Beppe Grillo, la descrizione di un sistema di rapporti che avrebbe visto tentativi di avvicinamento anche nei confronti della deputata Chiara Gagnarli e del deputato Massimo Baroni, i quali però, al contrario del Ministro pro tempore Giulia Grillo, sembra non abbiano dato seguito alle richieste;

   Eva Reali ha dichiarato altresì che questo gruppo internazionale sarebbe stato disposto ad aiutare il M5S nella riforma sanitaria Italiana –:

   se il Presidente del Consiglio dei ministri sia a conoscenza dei fatti sopra esposti e come pensi di affrontare, alla luce di questi, la situazione attuale relativa alla produzione del vaccino AstraZeneca, prodotto in collaborazione con Irbm.
(4-07652)


   CUNIAL. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   Julian Paul Assange, cittadino australiano, giornalista, è detenuto nel Regno Unito arbitrariamente, come dichiarato dalla Commissione Onu sulla detenzione arbitraria, dal 7 dicembre 2010 (inclusi 10 giorni nella prigione di Wandsworth a Londra; 550 giorni in arresto domiciliare; 2487 giorni nell'ambasciata della Repubblica dell'Ecuador, dall'11 aprile è in isolamento nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh) per aver esercitato la sua professione, rivelando fatti ed illeciti avvenuti, in particolare nei teatri di guerra in Iraq ed Afghanistan;

   ha subito e continua a subire trattamenti inumani e degradanti oltre che torture fisiche e psicologiche, come riportato dall'inviato della Commissione Onu sulla tortura Niels Melzer, come confermato dall'Alto Commissariato per i diritti umani dell'Onu, nonché dal Consiglio d'Europa;

   egli rischia l'estradizione negli USA e una condanna a 175 anni in carcere di massima sicurezza, accusato secondo l'Espionage Act della legislazione Usa, che dovrebbe quindi applicarsi ai soli cittadini statunitensi;

   le accuse rivolte al Signor Assange sono di tipo politico e nel caso di un'estradizione negli Usa non gli sarà garantita la salvaguardia della vita e dei suoi basilari diritti;

   il procedimento giudiziario nei suoi confronti non è stato equo in nessuna delle sue fasi, essendo stati violati tutti i diritti al giusto processo, all'accesso agli atti, alla preparazione della difesa, in particolar modo in seguito allo spionaggio subito di tutte le conversazioni, che egli ha tenuto negli ultimi 10 anni con i suoi avvocati, da parte di un'agenzia di sicurezza spagnola;

   l'estradizione di Assange creerebbe un precedente, mettendo a rischio la vita e le libertà di parola, espressione e stampa di tutti i giornalisti che verrebbero perseguiti nell'esercizio della loro funzione, come denunciato anche dalla Federazione, europea dei giornalisti;

   un precedente del genere rischierebbe di rendere arbitraria l'individuazione tra ciò che è valutazione politica e ciò che è violazione di legge;

   ad avviso dell'interrogante, si configurano violazioni degli articoli 1, 3, 5, 7, 9, 10, 11, 14 e 19 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo nonché violazioni degli articoli 1, 3, 4, 19, 20, 47, 48 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea –:

   se il Governo intenda adottare iniziative di carattere diplomatico nei confronti delle competenti autorità britanniche affinché sia assicurata la salvaguardia dei suddetti diritti inviolabili e fondamentali della persona di Julian Assange;

   se il Governo, a fronte delle suddette violazioni dei diritti fondamentali e, del diritto alla libertà di parola, di stampa e di equo processo, intenda adottare con urgenza ogni utile iniziativa, nelle competenti sedi, volte alla liberazione di Julian Assange.
(4-07653)


   CUNIAL. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   martedì 10 novembre 2020 è stato pubblicato sul sito del Ministero dello sviluppo economico il decreto attuativo che disciplina lo stanziamento dei 50 milioni di euro previsto dal «Fondo emergenze emittenti locali», istituito dal cosiddetto «decreto Rilancio». Il provvedimento autorizza l'erogazione di un contributo straordinario in favore delle emittenti radiotelevisive locali che si impegnano a trasmettere messaggi di comunicazione istituzionale, al fine di informare i cittadini sulle misure sanitarie introdotte per fronteggiare l'emergenza Covid. Il Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico Mirella Liuzzi dichiara che è «Una misura, [...] per definire uno strumento di supporto per le radio e tv locali e allo stesso tempo garantire ai cittadini un contributo informativo costante sulle misure principali adottate dal Governo»;

   risulta all'interrogante che sono già numerosissime le emittenti che hanno fatto domanda e che a partire dal mese di dicembre 2020 potranno partire con la pubblicazione dei contenuti. Più di 400 televisioni e quasi 500 radio sono nella graduatoria e alcune di loro possono ambire a ricevere addirittura oltre 1 milione di euro per il servizio;

   a parere dell'interrogante tale misura sembrerebbe un'azione per assicurarsi il sostegno alla linea comunicativa del Governo, dato il periodo di crisi economica che versa sulle emittenti locali commerciali, delle piccole TV al fine di garantirsi, con una leva economica, la diffusione delle informazioni di Stato, già abbondantemente supportate dalla campagna istituzionale del Governo nei canali della Rai. I tanti soldi messi a disposizione in un momento così delicato assumono i contorni di una strada senza via d'uscita. Per le televisioni commerciali si parla di un compenso che parte da una base di 750.000 euro in cambio del passaggio di almeno 20 spot giornalieri in fasce orarie ben specificate dalle indicazioni del Governo. In sostanza più spazio offri per farti portavoce del Governo e più guadagni. Questo decreto rappresenta l'ultimo atto di un Governo che, a giudizio dell'interrogante, sembrerebbe voler porre sempre più sotto il suo controllo il mondo dell'informazione, trasformando televisioni, giornali e radio in una grande Pravda o in un nuovo istituto Luce;

   l'interrogante è altresì indignata dalla celerità con cui sono stati trovati e stanziati questi fondi, in un momento in cui il Governo tentenna invece nell'erogazione dei ristori per le attività costrette alla chiusura;

   l'interrogante ha sottoposto all'attenzione del Governo, con l'interrogazione n. 4-05350, ad oggi ancora rimasta senza risposta, anche il tema della censura di Stato con l'istituzione delle Task Force contro le Fake News;

   a parere dell'interrogante, con una task force al proprio servizio, con l'aiuto di YouTube che sta chiudendo canali non allineati e con il martellante utilizzo di spot diffusi su tutto il territorio, il Governo Conte si è creato una sorta di autostrada per «silenziare» ogni tipo di contraddittorio –:

   se non ravvisi il Governo, per quanto di competenza, l'urgenza di ripristinare un clima di pluralità e trasparenza dell'informazione, per evitare una comunicazione a senso unico, a disposizione di una sola visione della realtà e per garantire la missione costituzionale dell'informazione che appare all'interrogante minata da tali ingerenze della politica.
(4-07655)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta scritta:


   CUNIAL. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   il 29 e 30 ottobre 2020, l'ispettore Carollo di Poste Italiane è stato sentito dagli inquirenti su vicende illecite, in relazione ad una denuncia per intimidazione al medesimo praticata tramite invio di lettera di contestazioni cui fornire riscontro;

   tra i fatti denunciati dall'ispettore vi è anche un fatto riguardante lo spaccio di banconote false in Poste Italiane;

   nel 2010 un correntista di Sanremo aveva denunciato ai carabinieri di aver ricevuto 20 euro false da un prelievo al Bancomat delle Poste centrali di Sanremo, in via Roma. Nella segnalazione si spiega che una banconota di quelle prelevate è poi risultata essere di provenienza illecita;

   la gestione delle banconote false all'interno degli uffici postali è alquanto singolare da parte di Poste Italiane, in quanto, sin dal 2017, viene denunciato come a pagare le spese di queste banconote siano i dipendenti che, senza la formazione adeguata e la strumentazione idonea, non riescono ad accorgersi dei falsi titoli;

   nel 2018 solo l'esperienza di un dipendente riuscì a sventare uno smercio di banconote false;

   le sigle sindacali dal 2019 hanno denunciato questa situazione, nonché la gravità della stessa e di come non c'erano sufficienti dispositivi per il controllo dei titoli;

   in un comunicato della Uil Poste del 5 dicembre 2019 si apprende come l'azienda abbia fatto ricorso al prelievo forzoso sullo stipendio nei confronti dei dipendenti. Nello stesso comunicato si apprende come l'azienda abbia spiegato come il fenomeno sia circoscritto, ribadendo di aver ordinato circa 23.000 rilevatori di banconote sospette che verranno distribuiti a partire da marzo 2020;

   di tali situazioni è sempre stato messo al corrente il responsabile dottor Pierangelo Scappini, dal 2004 in Poste e che attualmente ricoprente il ruolo di responsabile delle risorse umane e dell'organizzazione di Poste Italiane;

   recentemente Scappini è stato contestato dalle organizzazioni sindacali riunite per una questione relativa all'obbligo per i dipendenti di sportello, corneristi, operatori di accoglienza e Dup monoperatori, di avere una email destinata. A detta dei sindacati, la comunicazione è stata veloce e fornita nel corso dei lavori del tavolo nazionale, con contestuale immediato lancio sul territorio, impedendo una qualsivoglia valutazione, rappresentando una implementazione strutturale che va ben oltre le previsioni contrattuali, in assenza di alcuna intesa negoziale e passibile di abusi nell'uso;

   è di dominio pubblico che Scappini faccia parte del Think-Tank Trinità dei Monti che annovera tra i suoi soci oltre 400 persone, tra cui esperti di economia, esperti di banking & finance, persone provenienti da Banca d'Italia e Consob, personale diplomatico e rappresentanti di Governi esteri, avvocati e dottori commercialisti, amministratori delegati di aziende, imprenditori, manager, responsabili di funzione aziendali e dipendenti di grandi aziende e di piccole e medie imprese e rappresentanti dei sindacati, che si riunisce su base mensile, per approfondire, con il contributo di esperti relatori provenienti dalle istituzioni, dal mondo bancario, dalle aziende o dalle università, argomenti attualissimi economici, finanziari, di relazioni internazionali, di politica interna ed estera o più in generale nella società;

   è notizia recente, del 20 settembre 2020, che i rilevatori di banconote false di Poste Italiane degli uffici della provincia di Verona siano andati persi in alcuni incendi;

   sul sito di Poste Italiane si legge, inoltre, una curiosa F.a.q., rivolta al cliente, su come possa capitare che venga richiesto, da sedicenti operatori postali, la verifica di banconote prelevate dai Postamat di Poste Italiane, e su come comportarsi, invitando a non consegnare i soldi al truffatore, poiché gli stessi vengono sostituiti con banconote false –:

   se il Governo sia al corrente di ciò che è esposto in premessa e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare per far sì che tutte le pratiche messe in atto da Poste Italiane siano conformi ai requisiti di legge.
(4-07654)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   COLLETTI, BERARDINI e MARTINCIGLIO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   da giorni, in molteplici fori, insistono disservizi e blocchi in ordine al deposito degli atti del processo civile mediante Pct;

   le problematiche si sostanziano nell'impossibilità di accedere ai servizi telematici ovvero nella fruizione difficoltosa degli stessi tanto in occasione del deposito quanto nell'estrarre atti di causa prodromici alla redazione di scritti difensivi;

   al pari, sono stati registrati malfunzionamenti al portale dei servizi telematici (Pst) del Ministero in occasione dei pagamenti di giustizia i quali sono per legge – obbligatoriamente – telematici;

   esistono termini di decadenza connessi al deposito degli atti e l'eventuale rimessione in termini, ex articolo 294 c.p.c., oltre a rappresentare un aggravio per l'assistito e il proprio patrocinante, è un beneficio di natura discrezionale;

   ne consegue sia un ulteriore appesantimento del carico di lavoro degli uffici, i quali sono costretti – nella migliore delle ipotesi – ad accettare il cartaceo, sia l'esposizione dei colleghi avvocati e del personale giudiziario tutto a situazioni rischiose in termini di contagio da Covid-19;

   peraltro, la previsione governativa della trattazione scritta di cui al decreto-legge cosiddetto «Ristori» comporta ulteriori disagi in termini di snellezza del processo civile telematico, opportunamente ovviabili optando per la trattazione tramite video-conferenza;

   questa circostanza mette in luce l'insufficienza del servizio telematico, il quale, così inteso, anziché agevolare a parere dell'interrogante attenta al corretto svolgimento della giustizia e ai diritti delle parti –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa, se intenda intraprendere provvedimenti, anche di carattere tecnico-logistico, atti a risolvere la problematica, finanche nel lungo periodo e se non ritenga opportuno adottare le iniziative di competenza per disporre una rimessione in termini generalizzata.
(5-05089)

Interrogazione a risposta scritta:


   BARTOLOZZI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il 26 novembre 2020 in una cella del reparto «alta sicurezza» della casa circondariale «Pasquale Di Lorenzo» di Agrigento la polizia penitenziaria, durante una perquisizione, ha scoperto un micro telefono cellulare completo di sim card e di carica batterie e purtroppo questo è solo l'ultimo di una lunga serie di rinvenimenti;

   secondo notizie di stampa, nei primi nove mesi di quest'anno sono stati scoperti 1.761 cellulari, confusi nel cibo, sistemati negli indumenti intimi, ingoiati, nascosti nel corpo, inseriti dentro un pallone per poi essere lanciati, trasportati da un drone, collocati nel fondo delle pentole; nel 2019 ne avevano trovati 1.204, e 394 l'anno prima;

   la novella dell'articolo 391-ter del codice penale, prevista dal decreto-legge n. 130 del 2020, non può e non deve ritenersi rimedio risolutorio, non fosse altro per i tempi necessari al monitoraggio dei conseguenti effetti –:

   se il Ministro interrogato possa fornire puntuali informazioni in ordine all'episodio citato in premessa, e comunque sul numero di cellulari rinvenuti nell'arco dell'ultimo triennio nei diversi istituti di pena e per l'esecuzione delle misure di sicurezza esistenti del nostro Paese, e segnatamente anche nelle 11 sezioni ad altissima sorveglianza; quali nuove strategie operative siano state pianificate dallo specifico gruppo di lavoro costituito presso il Dap al fine di analizzare la problematica in argomento e così incrementare lo standard delle misure da adottare, sia dal punto di vista tecnologico che organizzativo, per un'efficace prevenzione e neutralizzazione del fenomeno; se e come intenda da subito potenziare risorse umane e strumentali degli istituti anzidetti.
(4-07649)

INTERNO

Interrogazione a risposta scritta:


   CIRIELLI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   come riferito dal Ministro interrogato nella audizione del 17 novembre 2020 presso la Commissione affari costituzionali della Camera dall'inizio dell'anno si è assistito ad un notevole incremento dei flussi migratori;

   in particolare, dai dati forniti è emerso che alla data del 15 novembre 2020 sono sbarcati in Italia circa 32 mila immigrati, di cui quasi il 40 per cento di nazionalità tunisina, ovvero immigranti economici;

   come riportato da fonti giornalistiche, l'attuale crisi economica e sociale in cui versa il Paese nordafricano avrebbe coinvolto nel business dell'immigrazione anche i pescatori locali che si sarebbero prestati ad accompagnare decine di propri connazionali con navi madre fino in prossimità delle coste di Lampedusa;

   appare evidente che tutto quanto sopra esposto non sarebbe avvenuto se il Governo tunisino avesse fatto la sua parte al fine di contenere il fenomeno migratorio, ed, infatti, come ravvisabile dalle rare notizie in merito trapelate dalla stampa tunisina, sono state poche le operazioni delle autorità locali volte ad impedire le partenze verso l'Italia;

   l'aumento dei flussi migratori cui si è assistito negli ultimi mesi, unito alla emergenza sanitaria, ha causato enormi disagi, dal collasso del sistema di hotspot di prima accoglienza, alle fughe di migranti per il sovraffollamento, con conseguente preoccupazione per la salute e l'incolumità delle forze dell'ordine e dei cittadini;

   alle straordinarie emergenze sopra riferite vi è da aggiungersi quella del terrorismo che i tragici accadimenti ultimi hanno drammaticamente ribadito essere connesso al flusso incontrollato di immigrati sulle coste italiane;

   è doveroso, a questo punto, avere a mente che proprio l'attentato di Nizza vedeva come protagonista un terrorista di nazionalità tunisina sbarcato a Lampedusa;

   in tale cornice si colloca l'intollerabile inerzia del Governo tunisino che, soprattutto alla luce dei plurimi accordi bilaterali di cooperazione economica e di sicurezza e degli ingenti stanziamenti da parte dello Stato italiano in suo favore, avrebbe dovuto monitorare le proprie coste ed impedire flussi migratori irregolari ed incontrollati;

   i fatti in premessa configurano per l'interrogante l'ennesimo fallimento del Governo italiano incapace, a quanto pare, non solo di gestire in maniera efficace il fenomeno dell'immigrazione, ma anche di far valere la legittima pretesa che gli accordi bilaterali sul tema vengano rispettati;

   appare oramai improcrastinabile un fermo intervento del Governo che solo attraverso la difesa delle proprie coste potrà tutelare la sicurezza e la salute dei cittadini italiani e più in generale di quelli europei ed al contempo scongiurare la perdita di credibilità e affidabilità del nostro Paese anche sul piano internazionale –:

   se il Ministro dell'interno sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa ed accertata la gravità degli stessi quali urgenti iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare al fine di gestire efficacemente il fenomeno migratorio e contenere il flusso dei migranti in particolar modo provenienti dalla Tunisia, acquisendo altresì elementi circa l'efficacia degli interventi posti in essere dal Governo tunisino per il monitoraggio e controllo delle partenze dei natanti dalle sue coste;

   se il Governo non intenda adottare iniziative al fine di valutare il rispetto degli accordi bilaterali intercorrenti tra lo Stato italiano e quello tunisino, e, se non intenda adottare iniziative di competenza affinché il Governo tunisino assicuri un potenziamento dei controlli sul fenomeno del favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, in particolare da parte di autorità che invece sarebbero preposte al monitoraggio ed al controllo delle coste tunisine.
(4-07646)

SALUTE

Interrogazione a risposta orale:


   NAPPI, DEL SESTO, IORIO e VILLANI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il 19 novembre 2020 il giornale «Il Mattino» di Napoli pubblicava un articolo avente ad oggetto la procedura di modalità di restituzione del corpo della persona defunta con Covid ai propri cari;

   tale articolo riportava la drammatica storia di un nostro concittadino, uno dei tanti, che si è visto strappare dal proprio affetto un caro, un familiare, che non ha più potuto vedere, né riconoscere a causa di una procedura che si va in questa sede sommariamente a descrivere:

    le salme dei pazienti risultati positivi vengono sanificate attraverso una consistente dose di Amuchina, la testa viene coperta da una sorta di cappuccio in modo da evitare possibili dispersioni di residui d'aria dalla bocca;

    il defunto viene a questo punto infilato in due sacchi, di quelli usati per il recupero dei cadaveri raccolti negli incidenti stradali;

    la salma così insaccata è pronta per essere portata al cimitero dagli operatori delle onoranze funebri o alla cremazione;

   lo strazio aggiuntivo per i familiari è non poter dare l'ultimo saluto a chi se ne va dopo essere rimasto solo in ospedale;

   un'interruzione di rapporti che rende ancora più lacerante il lutto ed oltretutto un procedimento che non permette il riconoscimento del proprio defunto;

   «Procedura standard a causa del rischio biologico», queste sono le parole che i familiari delle vittime Covid devono ascoltare e queste sono state le parole pronunciate da un ospedale di Napoli che il 18 novembre 2020 rispondeva alla preghiera di un figlio che voleva solo salutare la sua mamma anche da lontano, per l'ultima volta;

   si tratta di una condizione atroce e disumana, un dolore che non può trovare pace perché solo attraverso il commiato si può dire addio alla persona che si ha perso ed elaborare il lutto –:

   se il Ministro interrogato sia consapevole del dramma che vivono tutte le famiglie che affrontano questo immenso dolore, nel silenzio di queste morti che fanno tanto rumore in televisione ma che lasciano nello sconforto, nella sofferenza, oltre che nella solitudine, coloro che restano e quali iniziative di competenza intenda intraprendere per dare la possibilità in qualunque modo possibile alle famiglie di dire addio ai propri defunti.
(3-01945)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   GRIPPA, BARBUTO, VACCA e CORNELI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   quella che purtroppo sta documentando la stampa locale in merito alla situazione dei contagi nell'area territoriale della Marsica è un caso ormai al centro della cronaca nazionale tanto che, nelle scorse ore, anche la trasmissione televisiva «Le Iene» di Italia Uno ha trasmesso un servizio della giornalista Roberta Rei sugli «ospedali al collasso» di tutta Italia, che ha compreso anche quello di Avezzano in cui la situazione che è stata descritta è apparsa ampiamente fuori controllo;

   vi sono gravissime criticità che sembrano ancora registrarsi presso lo stesso ospedale, presidio sanitario che dovrebbe fronteggiare l'emergenza, ma che sembrerebbe essere diventato esso stesso cluster pericoloso in cui sono stati contagiati personale e pazienti di interi reparti e nel pronto soccorso;

   l'esponenziale seconda ondata di contagi registrata sul territorio in questione e la relativa richiesta di accesso alle cure hanno esercitato una forte pressione sulla struttura ospedaliera dalla quale però si è dovuto rilevare una altrettanta emergenza ed inadeguatezza nell'applicazione di protocolli sanitari per l'accoglienza e la gestione dei pazienti positivi al Sars-Covid-19. Si sono ingenerate pertanto conseguenti ed indecorose situazioni di carenza delle minime condizioni civili di degenza per gli ospiti ed, in particolare, relative all'assenza dei giusti criteri igienico-sanitari che hanno in alcuni casi attentato alla dignità della persona;

   della situazione di assoluta emergenza anche nell'ospedale di Avezzano ne è stato discusso in una adunanza di 32 sindaci della zona svoltasi il 7 novembre 2020; dell'assoluto stato di necessità di intervento si viene a conoscenza anche dalle righe con cui il sindaco di Avezzano scrive al prefetto dell'Aquila: «Eccellenza – scrive Di Pangrazio – la situazione sanitaria marsicana è gravissima. Le strutture ospedaliere sono al collasso. Lo scorso sabato 7 novembre, si è svolta un'Adunanza straordinaria dei Sindaci della Marsica, nella quale i 32 Sindaci riuniti nel Castello Orsini di Avezzano hanno rappresentato la necessità di ricorrere alla E.V. e richiedere l'intervento del Governo e dell'Esercito italiano con una struttura che preveda soprattutto l'assistenza di medici e infermieri militari, in quanto il personale sanitario civile in forza alle strutture marsicane è assolutamente insufficiente, visto anche il diffondersi del contagio a numerosi operatori»;

   una prima soluzione per far rientrare i disagi sembrava essere l'installazione di una tensostruttura che era stata presentata, dalla regione Abruzzo e dalla Asl 1, con grande entusiasmo, come un potenziamento dell'ospedale di Avezzano. Anche questo tentativo, a parere dell'interrogante, sarebbe risultato una piccola e poca incisiva azione nel grande caos in cui versa il presidio sanitario, tanto che la stessa tenda ora ospiterebbe esclusivamente le attività di triage perché inadeguata anche a svolgere la funzione di reparto aggiunto in quanto ancora priva di ogni elemento per essere definito tale e in cui sono assenti i riscaldamenti necessari per i rigidi inverni marsicani. Doveva essere pronta il 18 novembre 2020 ma sarebbe ancora in fase di approntamento –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti descritti in premessa e di quali altri elementi disponga circa le gravissime condizioni di criticità gestionale che si sono registrate presso l'ospedale di Avezzano;

   quali iniziative nell'ambito delle proprie competenze intenda adottare, con la massima urgenza, con lo scopo di ripristinare le previste condizioni di accoglienza dell'utenza in una situazione di emergenza sanitaria al fine di ridurre i notevoli rischi a cui da giorni sono esposti il personale e l'utenza del nosocomio marsicano.
(5-05087)

UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   NAVARRA. — Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   la legge 18 marzo 1958, n. 311, che disciplina lo stato giuridico ed economico dei professori universitari, all'articolo 7. Prevede che «I professori hanno l'obbligo di risiedere stabilmente nella sede dell'Università od Istituto cui appartengono. In casi del tutto eccezionali, i professori possono, tuttavia, essere autorizzati dal Ministro per la pubblica istruzione, su proposta del rettore o direttore, udito il Senato accademico, a risiedere in località prossima, ove ciò sia conciliabile col pieno e regolare adempimento dei loro doveri di ufficio»;

   la norma di cui sopra non corrisponde più alle esigenze per le quali fu introdotta nel lontano 1958 che riflettevano la situazione dell'epoca, con particolare riguardo ai mezzi di trasporto e ai tempi di percorrenza particolarmente lunghi che giustificavano l'obbligo per i professori universitari di risiedere nella sede dell'università o istituto universitario di appartenenza. L'ampio sviluppo della rete ferroviaria, stradale e marittima, così come la diffusione dell'utilizzo del mezzo aereo degli ultimi 60 anni e i tempi di percorrenza particolarmente rapidi confermano la inattualità della norma in questione che potrebbe risolversi in un aggravio punitivo nei confronti dei professori universitari che, per esigenze personali, familiari, di ricerca o di salute, hanno residenza in località non coincidente e né prossima alla sede dell'università o dell'istituto universitario;

   l'evidente inattualità della norma ha indotto il legislatore ad abrogare il predetto articolo 7 della legge n. 311 del 1958 con l'articolo 19, comma 1-ter, del decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76, il cosiddetto decreto-legge «Semplificazioni»;

   l'articolo 86 del regio decreto 31 agosto 1933 n. 1592 contiene una norma sostanzialmente identica a quella abrogata che così recita: «I professori hanno l'obbligo di risiedere stabilmente nella sede dell'università o istituto cui appartengono. Possono tuttavia essere autorizzati dal Rettore o Direttore, udito il Consiglio di Facoltà o Scuola, a risiedere in località prossima, ove ciò sia conciliabile col pieno e regolare adempimento dei loro doveri d'ufficio»;

   l'articolo 15 delle «Disposizioni sulla legge in generale» (Preleggi) prevede che l'abrogazione tacita abbia luogo «per incompatibilità tra le nuove disposizioni e le precedenti o perché la nuova legge regola l'intera materia già regolata dalla legge anteriore»;

   sembrerebbe, a quanto consta all'interrogante, che alcuni atenei ritengano ancora in vigore l'articolo 86 del regio decreto 31 agosto 1933, n. 1592, considerando l'articolo 19 della legge n. 120 del 2020 una norma di abrogazione tout court del predetto articolo 7 della legge n. 311 del 1958, senza alcun contenuto di diritto positivo incompatibile o discordante. Pertanto, in questi atenei, i professori e i ricercatori universitari risulterebbero vincolati nelle loro libertà di movimento e soggetti ad autorizzazioni anacronistiche e superate dai tempi –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti sovraesposti, e in tal caso, se non ritenga di adottare iniziative, per quanto di competenza, alla luce delle modifiche introdotte dall'articolo 19 della legge n. 120 del 2020 di cui in premessa, affinché vi sia un'applicazione univoca ed omogenea della disciplina in questione, considerato che presso alcuni atenei sembrerebbe vigere ancora una regolamentazione inattuale e anacronistica che vincola i professori e i ricercatori universitari a risiedere nella sede dell'università di appartenenza.
(5-05088)