Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Lunedì 3 agosto 2020

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:


   La Camera,

   premesso che:

    la salute, in quanto prerequisito per una crescita sostenibile ed inclusiva, rappresenta uno degli obiettivi cardine dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile;

    la crisi del Coronavirus ha mostrato la profonda interconnessione tra le aree del pianeta e tra tutti i membri della comunità internazionale degli Stati, tra risposta locale e risposta globale, tra strategie microregionali e dinamiche sovranazionali;

    la cooperazione multilaterale in campo sanitario, in cui il nostro Paese si spende con convinzione da anni, alla luce della tragedia rappresentata dalla pandemia da Coronavirus, che ancora impegna tutta la comunità internazionale, rappresenta un pilastro della politica estera dell'Italia, che si impegna soprattutto per il rafforzamento dei sistemi sanitari dei Paesi meno attrezzati, per la protezione da rischi finanziari, l'accesso sicuro, efficace, di qualità e a prezzi accessibili ai servizi essenziali di assistenza sanitaria;

    l'Italia vanta, infatti, una specifica tradizione di attenzione ai temi della copertura sanitaria universale, a partire dalla fondazione, nel 2001, in occasione della presidenza di turno del G8, del Fondo globale per la lotta contro le tre pandemie – aids, malaria e tubercolosi – cui ha destinato complessivamente risorse per 1,17 miliardi di dollari, collocandosi tra i primi 10 Paesi donatori al mondo;

    in linea con l'impegno assunto dal Presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte al summit G7 di Biarritz, l'Italia ha stanziato 161 milioni di euro per i prossimi tre anni, elevando del 16 per cento l'incremento del contributo italiano per sconfiggere aids, tubercolosi e malaria prima del 2030;

    in vista della presidenza di turno del G20, che avrà inizio a dicembre 2020, l'Italia punta adesso ad una ripresa sostenibile, giusta e resiliente in risposta agli enormi sacrifici sopportati dai cittadini italiani a causa della pandemia di Coronavirus;

    la presidenza italiana sarà ispirata dalla convinzione che l'unico modo per superare questa crisi è di agire insieme attraverso una cooperazione multilaterale rafforzata, per evitare di mettere a rischio tutti gli sforzi e progressi. L'Italia lavorerà per una ripresa migliore, che includa un nuovo approccio sui temi dell'energia e della transizione verde, della trasformazione digitale, della finanza sostenibile e dell'occupazione, del ruolo delle donne e di una più equa distribuzione delle opportunità;

    il taglio della spesa sanitaria nel nome dell'austerità e degli aggiustamenti strutturali ha impedito la creazione di sistemi sanitari forti e resilienti. Il G20 ha, come primo passo, deliberato recentemente di sospendere il pagamento del debito dei Paesi più poveri fino alla fine del 2020, con l'obiettivo di sostenerli ad affrontare la crisi sanitaria ed economica causata dalla pandemia di COVID-19;

    l'Italia, uno dei Paesi al mondo maggiormente colpiti dal COVID-19, eserciterà la presidenza di turno del G20 nel 2021, che sarà un anno di ripensamento e di ricostruzione, sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista dell'architettura e del coordinamento della salute pubblica mondiale;

    la leadership italiana nella lotta contro le pandemie e per la salute globale potrà esprimersi in quella sede nella consapevolezza dell'importanza di sconfiggere il virus, soprattutto in Africa e nel sud dell'Asia per cui, insieme ai partner G7 e G20, occorrerà mobilitare nuove risorse ed attivare un coordinamento internazionale a tutto campo. In particolare, l'Italia potrà assumere un ruolo guida affinché il G20 consideri di estendere la moratoria sul servizio del debito estero dei Paesi più fragili;

    in questa direzione merita tutto il possibile sostegno pluripartisan la proposta dell'Italia, di cui ha dato conto il Ministro Di Maio in occasione dell'audizione svolta il 16 aprile 2020 davanti alle Commissioni affari esteri di Camera e Senato, al Segretario generale dell'Onu di creare una grande alleanza internazionale per il vaccino contro il Coronavirus, affinché esso sia immediatamente disponibile a livello globale;

    l'efficacia dell'azione del nostro Paese dipende fortemente dalla sua capacità di connettersi in modo virtuoso con la strategia messa in campo dall'Unione europea. Per l'Italia e per gli altri Stati membri è, pertanto, decisivo il ruolo di indirizzo e di sostegno che potrà essere esercitato dall'Unione europea, impegnata nell'elaborazione di una risposta comune alla pandemia, a partire dal rafforzamento della sanità pubblica e dall'attenuazione dell'impatto socio-economico. Elemento chiave della strategia dell'Unione europea è il finanziamento della ricerca e di progetti innovativi per trovare una cura efficace contro COVID-19. Lo stesso impegno europeo non potrà, tuttavia, essere risolutivo senza un efficace coordinamento a livello globale con gli altri organismi multilaterali;

    è necessaria una collaborazione multisettoriale nella definizione delle politiche sanitarie, che coinvolga le comunità e la società civile e che metta al centro il rispetto della persona umana, dei suoi diritti e delle libertà fondamentali;

    la collaborazione internazionale è cruciale anche per fronteggiare le conseguenze socio-economiche della pandemia. La cooperazione tra tutti gli attori globali, a partire dai maggiori organismi internazionali competenti in materia sanitaria, dovrà contemplare la condivisione libera e aperta dei dati ed investimenti per il monitoraggio delle malattie attraverso banche dati accessibili e gestite in base a regole certe e condivise;

    a livello europeo, l'Unione sta accelerando e promuovendo la ricerca sul COVID-19, attraverso la mobilitazione di oltre 550 milioni di euro di fondi destinati allo sviluppo di progetti per trattamenti e vaccini attraverso il programma di ricerca dell'Unione europea «Orizzonte 2020» e l'impiego di fondi pubblici e privati destinati a terapie e diagnostica, con l'Iniziativa sui medicinali innovativi (Imi). Inoltre, insieme a vari partner, l'Unione europea ha varato un portale europeo dei dati sul COVID-19 per consentire la rapida raccolta e condivisione dei dati di ricerca disponibili;

    in particolare, nell'ambito dell'elaborazione di una risposta globale alla pandemia, la Commissione europea ha promosso – insieme a Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno dell'Arabia Saudita, che detiene la presidenza del G20, Norvegia, Spagna e Regno Unito – un'iniziativa mondiale di raccolta fondi – la Risposta globale al Coronavirus – a partire dal 4 maggio 2020, che ha raccolto finora 9,8 miliardi di euro. Tale evento ha permesso di raccogliere 7,4 miliardi di euro da investire nella ricerca e nello sviluppo di vaccini, strumenti diagnostici e trattamenti efficaci contro il virus;

    la Risposta globale al Coronavirus concretizza l'impegno assunto dai leader del G20, il 26 marzo 2020, per presentare un fronte unito contro la pandemia. In quest'ottica il 24 aprile 2020 l'Organizzazione mondiale della sanità e un gruppo di iniziatori operanti nel campo della salute hanno dato vita ad una collaborazione mondiale per accelerare lo sviluppo, la produzione e l'accesso equo nel mondo a strumenti contro il COVID-19 (Access to COVID-19 tools, Act), il cosiddetto «Act accelerator», lanciando, insieme, un appello alla mobilitazione;

    il 18 maggio 2020 la 73ma Assemblea dell'Organizzazione mondiale della sanità ha approvato la risoluzione A73/CONF./1 Rev. 1, presentata da più di 120 Paesi per l'istituzione di un processo graduale di valutazione imparziale, indipendente e globale sulla gestione del Coronavirus da parte della comunità internazionale;

    i lavori dell'inchiesta internazionale, volta a fare luce sulle modalità e sui tempi di circolazione delle informazioni da parte di Pechino e della stessa Organizzazione mondiale della sanità circa la diffusione dell'epidemia, sono stati anticipati da una inchiesta giornalistica dell'Associated press che ha smentito buona parte della narrativa complottista del Presidente Trump che ha accusato l'Organizzazione di essere filocinese, sospendendo ogni contributo finanziario da parte degli Stati Uniti,

impegna il Governo:

1) a promuovere l'assunzione da parte dell'Italia di un ruolo guida nella comunità internazionale, in particolare in tutte le sedi della cooperazione multilaterale in campo sanitario, per la tutela della salute globale e come perno delle politiche per uno sviluppo sostenibile, in linea con i principi dello sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite ed i relativi obiettivi dell'Agenda per il 2030;

2) ad adottare iniziative per rafforzare in tutte le opportune sedi internazionali, a livello sia multilaterale sia bilaterale, la cooperazione globale in materia sanitaria, promuovendo una sessione ad hoc nell'ambito della prossima Assemblea generale delle Nazioni Unite, al fine di definire regole e impegni per un'efficace risposta globale alle pandemie attraverso una strategia di ampio respiro e non più solo emergenziale, con l'obiettivo ultimo di porre le basi affinché i singoli Paesi in via di sviluppo siano in grado di strutturare, in modo indipendente, un solido sistema sanitario;

3) a collaborare con l'Organizzazione mondiale della sanità ai fini dell'accertamento indipendente istituito il 18 maggio 2020 per fare luce sulla gestione del Coronavirus da parte della comunità internazionale;

4) con particolare riferimento alla sede europea, a promuovere la cooperazione, lo scambio di informazioni, il monitoraggio e il coordinamento tra gli Stati membri per consolidare l'elaborazione di una risposta comune alla pandemia di Coronavirus, a partire dal rafforzamento della sanità pubblica e dall'attenuazione dell'impatto socioeconomico del COVID-19 nell'Unione europea, attraverso la mobilitazione di tutti gli strumenti a disposizione per una risposta coordinata, solidale ed efficace nella gestione della crisi;

5) a farsi promotore, nel quadro politico dell'Unione europea, di tutte le necessarie iniziative volte a garantire l'implementazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030 legati alla salute e dei rispettivi traguardi a livello comunitario, rafforzando a tal fine la collaborazione con le istituzioni dell'Unione europea e con gli Stati membri;

6) ad esplorare tutte le iniziative diplomatiche a sostegno di una proposta italiana in sede Onu per il lancio di una grande alleanza internazionale per il vaccino e per lo sviluppo di strumenti diagnostici e trattamenti terapeutici contro il Coronavirus;

7) ad assumere, pertanto, un ruolo attivo, in particolare nella sede dell'Organizzazione mondiale della sanità, a presidio della trasparenza decisionale nell'adozione di misure di contrasto alle emergenze sanitarie e dell'accessibilità per l'intera comunità internazionale di banche dati, piattaforme ed infrastrutture nel pieno rispetto del diritto umano alla diffusione del sapere scientifico;

8) a sostenere con convinzione, anche in vista della presidenza italiana nel 2021, un impegno dei Paesi G20 a rafforzare la cooperazione internazionale per la prevenzione di tutte le pandemie e per lo sviluppo di vaccini e di strumenti diagnostici e trattamenti terapeutici contro il Coronavirus;

9) ad adottare iniziative per prevedere modalità congrue di coinvolgimento a livello internazionale della società civile e del settore privato nell'elaborazione degli obiettivi e nelle maggiori scelte di carattere strategico in risposta alla pandemia, assicurando in particolare il rispetto del principio della parità di genere e delle pari opportunità.
(1-00374) «Cabras, Migliore, Palazzotto, Quartapelle Procopio, Fassino, Carelli, Boldrini, Colletti, Andrea Romano, Sabrina De Carlo, Schirò, Del Grosso, Di Stasio, Fantinati, Ehm, Emiliozzi, Grande, Olgiati, Romaniello, Siragusa, Suriano».

Risoluzioni in Commissione:


   La IV e X Commissione,

   premesso che:

    la Rwm Italia, impresa produttrice di munizioni e materiali d'armamento, si trova in una situazione aziendale molto precaria, che coinvolge soprattutto il suo stabilimento di Domusnovas nel Sulcis, una zona della Sardegna nella quale è in atto da anni una grave emergenza economico-sociale cui si tenta da tempo di ovviare con piani di reindustrializzazione;

    la cessazione delle vendite di materiali d'armamento diretti verso alcune aree geografiche ha determinato, infatti, una contrazione dei ricavi della Rwm Italia, che conseguentemente non rinnoverà il contratto ad ottanta operai ed ha attivato le procedure per porre altri 90 lavoratori dello stabilimento di Domusnovas in cassa integrazione;

    la Rwm risulta aver lasciato a casa già 110 altri lavoratori nell'ottobre 2019;

    le nuove decisioni della Rwm sono state rese note a metà luglio 2020 e la loro causa immediata sarebbe la riduzione al minimo delle commesse da onorare dopo il 31 luglio 2020;

    in un'intervista concessa dall'amministratore delegato della Rwm Italia, Fabio Sgarzi, ha in effetti sottolineato come «nell'ultimo anno, l'attività commerciale per l'acquisizione di nuove commesse si è fatta sempre più difficile, in particolare verso alcuni Paesi, per la crescente mancanza di fiducia nella possibilità da parte di Rwm Italia di onorare i contratti già firmati»;

    nel contesto della medesima intervista, Sgarzi ha altresì rilevato come circa l'87 per cento, dell'attuale portafoglio di ordini di Rwm Italia, che include attività produttive da realizzare proprio nell'insediamento sardo di Domusnovas, sarebbe divenuto «non producibile» poiché discendente da contratti sospesi;

    la crisi produttiva che sta generando quella occupazionale in atto richiede un intervento della politica, cui è ora rimesso il compito di trovare risposte che permettano il rilancio della Rwm Italia, se non si vuole rischiarne la chiusura;

    una prima soluzione ponte potrebbe essere rappresentata da una commessa della Difesa alla Rwm Italia corrispondente agli ordini sospesi o cancellati, che destini alle Forze armate del nostro Paese i materiali d'armamento oggetto di contratti congelati o risolti;

    al futuro della Rwm Italia e alla salvaguardia dei suoi livelli occupazionali sarebbero altresì utili iniziative di sostegno del Governo che puntassero a dilatare gli spazi di mercato dell'azienda, partendo dai Paesi alleati dell'Italia nella Nato e partner nell'Unione europea,

impegnano il Governo:

   a svolgere un ruolo attivo nella salvaguardia delle potenzialità produttive e dei livelli occupazionali della Rwm Italia ed, in particolare, del suo impianto di Domusnovas nel Sulcis, concorrendo alla generazione di commesse sostitutive di quelle sospese, cancellate o mancanti rispetto ai flussi di vendita consolidati;

   ad esplorare conseguentemente la possibilità di acquistare dalla Rwm Italia le munizioni e gli altri materiali d'armamento oggetto di contratti congelati o non più in essere, per destinarli alle Forze armate italiane in quanto compatibili;

   ad adottare iniziative affinché sia intensificata altresì l'azione di scouting delle opportunità offerte dai mercati internazionali, allo scopo di reperire sbocchi esteri alternativi a quelli venuti meno recentemente, riservando una particolare attenzione ai Paesi alleati nell'ambito della Nato ed ai partner dell'Unione europea.
(7-00529) «Ferrari, Guidesi, Zoffili, Boniardi, Castiello, Fantuz, Lorenzo Fontana, Gobbato, Piccolo, Pretto, Zicchieri».


   La VI Commissione,

   premesso che:

    fra le attività strategiche di rilevanza nazionale che lo schema del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in fase di adozione intende tutelare, attraverso le misure indicate dall'articolo 15 del decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 giugno 2020, n. 40, che apporta modifiche alla disciplina del poteri speciali (cosiddetta golden power), sarebbe inclusa anche Borsa Italiana, società che gestiste il mercato finanziario italiano e che dal 2007, è entrata a far parte del London Stock Exchange Group;

    al riguardo, secondo quanto risulta da recenti articoli di stampa, Borsa Italiana, che svolge funzioni pubbliche fondamentali per i mercati, com'è noto, di rilevante impatto per il sistema finanziario nazionale (dalla formazione del prezzo delle azioni e dei titoli in essa quotati, tra i quali quelli di debito, come i titoli di Stato e le obbligazioni di vari emittenti) sarebbe in procinto di essere dismessa tutta o in parte dal London Stock Exchange Group, eventualmente anche in seguito alle decisioni prese dall'Autorità antitrust europeo e/o alla luce delle difficoltà operative derivanti da Brexit;

    da più parti, nel corso degli ultimi mesi, è stato rappresentato l'interesse per l'acquisizione di Borsa Italiana a riprova della rilevante funzione strategica ricoperta, in particolare per la prospettiva di inserimento all'interno del mercato dei capitali di parte delle moltissime medie aziende che costituiscono il panorama imprenditoriale italiano;

    in questo contesto è di fondamentale importanza garantire gli interessi del paese in relazione alla governance e alle politiche di investimento affinché politiche di acquisizione ostili non risultino negative e penalizzanti anche in relazione al ruolo svolto da Borsa Italiana, per il mercato dei titoli di Stato di Mts e per i business strettamente collegati delle altre società del gruppo;

    risulta conseguentemente urgente e necessario, intraprendere adeguate iniziative, finalizzate a tutelare la Borsa Italiana, affinché rimanga coesa sotto un'unica compagine, evitando un conseguente «spezzatino societario» e consentire che gli investimenti della medesima società, siano orientati allo sviluppo nazionale, stabilendo pertanto, che qualsiasi prospettiva possa disporre garanzie certe e durature;

    a tal fine, anche in considerazione dei possibili effetti derivanti da operazioni di speculazione sui mercati internazionali, finalizzate a indebolire il nostro Paese e il sistema di capitalizzazione delle imprese anche a causa dell'emergenza epidemiologica in corso (oltre che della situazione precaria della finanza pubblica a causa dell'elevato debito pubblico), occorre favorire interventi volti a sostenere offerte d'acquisto, per rilevare Borsa Italiana, affinché una quota importante del capitale azionario della società, sia gestito da una o più istituzioni finanziarie italiane,

impegna il Governo:

   a intraprendere, ogni iniziativa di competenza al fine di determinare le condizioni favorevoli per concertare un'offerta competitiva in grado di riportare la Borsa Italiana all'interno dei confini del Paese, anche sulla base delle indicazioni in precedenza riportate e scongiurare l'eventualità di una suddivisione del gruppo;

   ad adottare iniziative, nell'ambito delle proprie competenze, affinché Borsa Italiana adotti un piano di investimenti per sviluppare ulteriormente i mercati dei capitali in Italia, candidando così Piazza Affari ad avere un ruolo importante nel panorama finanziario internazionale con le relative ricadute positive per tutte le realtà dell'indotto che oggi affiancano le aziende che operano nei mercati di Borsa Italiana.
(7-00530) «Zanichelli, Giuliodori, Currò, Martinciglio, Colletti, Raduzzi».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta scritta:


   CECCHETTI, BISA, CANTALAMESSA, DI MURO, MARCHETTI, MORRONE, PAOLINI, POTENTI, TATEO e TURRI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   sempre di più appare necessario, in attuazione dei principi costituzionali di autonomia, indipendenza, imparzialità e terzietà dei giudici, intervenire al fine di ridurre la possibilità per i magistrati ordinari, amministrativi, contabili e militari di ricoprire incarichi diversi da quelli del proprio ufficio;

   da diversi anni, ormai, si assiste al fenomeno del collocamento fuori ruolo di centinaia di magistrati, i quali, al di là di alcuni casi di ricongiungimento familiare o di assunzione di cariche previste dal diritto internazionale ed europeo, vengono spesso destinati a ricoprire incarichi in Ministeri o in Autorità di garanzia, la maggior parte dei quali di nomina politica;

   a questi magistrati, in alcuni casi, è addirittura consentito il cumulo del proprio trattamento economico con quello riconosciuto per lo svolgimento dell'incarico extragiudiziario;

   appaiono evidenti le conseguenze: la sottrazione di unità al già esiguo personale di magistratura e un inutile aggravio di spesa per le finanze pubbliche. Peraltro, spesso, la nomina in questione è governativa e questo rischia di instaurare rapporti tra esponenti del potere giudiziario ed esponenti del potere esecutivo, la cui conformazione appare poco compatibile con la ripartizione costituzionale delle attribuzioni;

   a questo si aggiunge l'aggravio del carico di lavoro affidato ai magistrati rimasti in servizio, cui non corrisponde un adeguato numero di assunzioni a copertura, con conseguente rallentamento dell'intera macchina della giustizia;

   vi sono poi altre situazioni che meritano di essere affrontate in un contesto di revisione della normativa, come l'attuale sistema di giustizia tributaria che prevede che i magistrati ordinari e amministrativi in servizio svolgano, nei collegi delle commissioni tributarie, la funzione di presidenti, determinando – anche qui – una situazione di cumulo di incarichi e compensi;

   l'obiettivo auspicato è quello, anche, di intervenire sull'articolo 23-bis del decreto legislativo n. 165 del 2001, al fine di introdurre nella legislazione vigente il principio per cui, in conseguenza dell'attribuzione di un qualsiasi incarico extragiudiziario, il magistrato ordinario, amministrativo, contabile e militare è posto in aspettativa senza assegni;

   in tal modo, si pone innanzitutto rimedio all'inutile dispendio di risorse pubbliche finora perpetrato. Peraltro, lo stesso Costantino Mortati (giurista, costituzionalista e accademico italiano), in sede di Assemblea costituente, sostenne – senza tuttavia essere ascoltato – l'esigenza di evitare che il Governo, attraverso attribuzione di incarichi retribuiti, possa compromettere indirettamente l'indipendenza della Magistratura;

   l'intervento legislativo deve prevedere, inoltre, anche la proposta di eliminare la possibilità di iscrizione di diritto all'albo degli avvocati per coloro che abbiano ricoperto il ruolo di magistrato e per i professori ordinari di materie giuridiche, nonché quello di disciplinare – in modo definitivo – la condizione del magistrato che ha ricoperto cariche politiche, prevedendo, in quest'ultimo caso (nonché anche nell'ipotesi di semplice candidatura) il divieto di tornare a svolgere le proprie funzioni stabilendo che i magistrati siano collocati definitivamente a riposo al termine del proprio mandato –:

   se il Governo non ritenga necessario, adottare iniziative per promuovere una riforma della giustizia che tenga anche conto di quanto illustrato in narrativa, al fine di garantire il rispetto dei principi costituzionali, evitare un aggravio di spesa per le finanze pubbliche, nonché fare fronte al sovraffollamento del mercato (depennando le fattispecie di iscrizioni di diritto all'albo degli avvocati, nonché le ipotesi di incarichi extragiudiziari per i magistrati), salvaguardando le professionalità acquisite nei vari settori del sapere giuridico.
(4-06544)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   SURIANO e GRILLO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la Tunisia si sta trasformando sempre più da Paese di transito in terra di origine dei flussi migratori verso il continente europeo. Ciò a causa del periodo di forte instabilità economica e politica in cui riversa il Paese nordafricano a causa dell'emergenza Covid-19 e alle dimissioni del Governo in carica, con un nuovo primo ministro incaricato;

   dopo la Revolution Jasmine e la fuga dell'ex Presidente del 14 gennaio 2011, sono diversi i dati che confermano la crisi della fragile democrazia tunisina con numeri che, secondo l'ex Ministro dell'economia Dimassi, indicano un netto peggioramento della situazione economica rispetto al 2010-2011;

   le notizie di spari sui barconi da parte della guardia costiera libica spingono i migranti a partire dalla zona di confine tra Tunisia e Libia, un'area frontaliera oggi trincea avanzata dello stato islamico del Nord Africa e dove operano diversi trafficanti di esseri umani. Secondo il Centro studi tunisino per la ricerca e lo studio sul terrorismo (Ctret) nella regione imperversano soprattutto due gruppi jihadisti: il gruppo Ansar al Sharia e quello Jund al Khalifa;

   i dati del Ministero dell'interno indicano che più di un terzo dei 13.000 migranti arrivati in Italia nel 2020 sono tunisini e che il numero di giovani è in aumento, secondo gli analisti a causa del settore turistico in crisi;

   proseguono incessantemente gli sbarchi sulle nostre coste di migranti in arrivo dalla Tunisia. Il volto nuovo del fenomeno migratorio sono piccoli natanti, gommoni e barchini che hanno preso il posto delle grandi imbarcazioni e partono dalle coste tunisine da cui la traversata per l'Italia è più breve;

   nella sola mattinata del 28 luglio 2020 sono approdate in Sicilia 3 barche con un totale di 128 migranti a bordo;

   i continui sbarchi stanno portando nuovamente al collasso la tenuta del sistema di hotspot di prima accoglienza. Su un totale di 95 posti disponibili, oggi l'hotspot di contrada Imbriacola a Lampedusa ospita ben 870 persone. Lo stesso si è verificato a Porto Empedocle, il cui centro ne accoglie 520 a fronte di una capienza massima di 100, e in altri centri di prima accoglienza;

   negli ultimi giorni si sono verificate fughe di migranti da vari hotspot generate dal sovraffollamento di tali centri e questo ha generato forte preoccupazione per le autorità locali e i cittadini, aggravata dalle notizie circa possibili diffusioni del coronavirus –:

   quali iniziative concrete intenda intraprendere il Governo per arginare il fenomeno migratorio, redistribuendo i migranti in Europa e favorendone il sicuro rimpatrio nei luoghi d'origine e se sia il caso di avviare una task force operativa sul tema;

   quali iniziative si intendano assumere per preservare la democrazia in Tunisia in questo momento di forte difficoltà.
(5-04494)

Interrogazione a risposta scritta:


   TONDO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della difesa, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nei giorni scorsi un Hercules C 130 italiano proveniente da Pisa e con a bordo 40 militari è atterrato a Misurata in Libia. Ad alcuni dei nostri soldati è stata negata l'autorizzazione allo sbarco perché sul loro passaporto mancava il visto d'ingresso;

   i nostri soldati che dovevano svolgere attività di pace e pertanto di sostegno alla popolazione locale sono stati costretti a ripartire. Si ricorda, tra l'altro, che i militari del nostro Paese svolgono da anni in diversi «teatri di guerra» una funzione importantissima e fondamentale per garantire la pace e per proteggere le popolazioni coinvolte. È anche da sottolineare che i nostri militari sono apprezzati in tutto il mondo per la professionalità, il senso di responsabilità e l'umanità con cui svolgono la funzione prevista dalle missioni internazionali;

  il Ministro degli affari esteri e il Ministro della difesa italiani hanno taciuto sull'accaduto (riportato nel primo periodo di questa premessa). Ed anche le agenzie di stampa non hanno pubblicato la suddetta notizia;

   si ricorda che in Libia ci sono due governi, uno riconosciuto a livello internazionale, di Al Sarraj, ed un altro del generale Haftar. Si fa presente che la Libia è la parte più importate di territorio africano da cui partono i migranti che giungono da altre parti dell'Africa per arrivare soprattutto in Italia ed in Europa. Tra l'altro è ormai innegabile che nei centri libici dove soggiornano i migranti ci sia una violazione dei diritti umani;

   si evidenzia inoltre l'attivismo politico di alcune nazioni come la Turchia, l'Egitto e la Russia per arrivare ad una stabilizzazione dell'intero territorio di questo Paese soprattutto ricco di petrolio;

   tra l'altro, i migranti partono dalla Libia su barconi gestiti da «scafisti» privi di scrupolo. La guardia costiera libica dovrebbe vigilare sulle coste del proprio Paese per impedire l'attività criminosa proprio degli «scafisti» –:

   quali siano le ragioni del mancato visto ad alcuni soldati italiani e perché si sia taciuta una notizia così importante. Quali siano le responsabilità di tale accadimento, che risulta a parere dell'interrogante gravemente dannoso per il prestigio delle forze armate italiane che da sempre svolgono le loro attività, come detto in premessa con grande senso di responsabilità e valore riconosciuto a livello internazionale, e se si ritenga del suddetto accadimento (ovvero la mancata concessione del visto per lo sbarco) sia da considerarsi dannoso, come detto, per l'immagine ed il prestigio delle nostre Forze armate;

   quale sia l'orientamento della politica estera italiana per concorrere a stabilizzare un territorio come quello libico così importante strategicamente (per il petrolio e gli sbarchi sul nostro territorio di migranti) per il nostro Paese;

   se ci siano stati incontri, oltre ad accordi già presi con le autorità libiche, per evitare il «traffico di uomini», ovvero per evitare che troppi migranti giungano in Italia, soprattutto in questo momento in cui il nostro Paese è «alle prese» con una situazione economico-sociale e sanitaria grave dovuta al diffondersi del Covid-19;

   se ci siano precise politiche ed indicazioni da parte del Ministro dell'interno circa le modalità di accoglienza dei migranti che giungono proprio dal territorio libico che, a parere dell'interrogante, risultano in un numero troppo elevato per essere accolti ed inseriti nelle strutture italiane, soprattutto in ragione della grave crisi economica dovuta al diffondersi del Covid-19 (quindi delle minori disponibilità economiche per lo Stato italiano) che sta attraversando il nostro Paese;

   se il Ministro dell'interno intenda indicare con esattezza quali siano le politiche sulla sicurezza interna del nostro Stato relativamente ai continui sbarchi di migranti nel nostro Paese, posto che, a parere dell'interrogante, infatti, la situazione degli sbarchi appare incontrollata.
(4-06545)

AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazioni a risposta scritta:


   PERANTONI, PENNA e ALBERTO MANCA. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   da notizie di stampa locale risulta che la Sardaeolica, società del gruppo Saras, di proprietà dei Moratti, vorrebbe ampliare il parco eolico tra Ulassai e Perdasdefogu, nel cuore della terra più selvaggia e incontaminata della Sardegna;

   in particolare, si tratterebbe di otto nuove torri dell'altezza spropositata di 206 metri (125 metri del rotore, più 81 metri di raggio della pala rotante), sui «tacchi» d'Ogliastra – 163 ettari a Ulassai e 120 a Perdasdefogu – un colpo netto all'orizzonte del paesaggio, già ferito da 57 aerogeneratori, capaci di generare poco più di 2 megawatt ciascuno;

   la proposta progettuale, un investimento da 44 milioni di euro, sarebbe stata depositata al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nel silenzio della pandemia, il 7 maggio 2020;

   la motivazione alla base della scelta logistica, esplicitata nella relazione di accompagnamento del progetto, sarebbe da rinvenirsi – secondo i tecnici del colosso petrolifero – nel fatto che nel comprensorio di Ulassai il carico di bestiame e le lavorazioni meccaniche per la coltivazione di erbai sono alla base di fenomeni di degrado del territorio, dominato da terreni poco profondi e impoveriti, non in grado di supportare la crescita di specie d'alto fusto;

   terreno povero e degradato, quindi, per il sol fatto dell'incedere dei trattori per la coltivazione di erbai. Tutto questo, secondo Sardaeolica e Sartec, giustificherebbe l'ennesimo e gigantesco parco eolico nel compendio naturalistico al centro dell'isola;

   il progetto denominato «Abbila» ha previsto di usare le pale di ultima generazione, capaci di generare 5,6 megawatt ciascuna, quasi il doppio di quelle installate in Sardegna;

   con i 45 megawatt che si produrranno, l'industria petrolifera incasserà ogni anno 6 milioni e mezzo di euro e, considerato l'incentivo per una durata di almeno 20 anni, si arriverà alla cifra stratosferica di 126 milioni di euro. A fronte di questi potenziali guadagni, le ricadute sul territorio sono praticamente nulle, sia in termini economici che occupazionali. L'unica attenzione è riservata al radar del poligono militare;

   oltre a quello della foresta di cemento, risulta altresì un ulteriore progetto per la realizzazione di un parco eolico galleggiante davanti al proscenio esclusivo di Nebida e all'affaccio di Porto Flavia;

   la Ichnusa Wind Power s.r.l., società energetica con meno di un anno di vita – sede a Milano e radici in Puglia – avrebbe infatti presentato un progetto per la realizzazione di una centrale eolica off shore, con 42 pale eoliche galleggianti alte 265 metri e distribuite in due sottoparchi, su una superficie marina di 49 mila metri quadri, a circa 35 chilometri dalla costa dell'isola di San Pietro e del Sulcis;

   la potenza prevista è di 12 megawatt ciascuna, per complessivi 504 megawatt, mentre la durata prevista della centrale eolica sarebbe di 30 anni e il cavidotto di collegamento dovrebbe approdare sulla terraferma a Portoscuso;

   il progetto è concepito per il phase-out del carbone: la centrale di Portovesme, infatti, deve chiudere entro il 2025;

   il tutto risulta in mano a una compagine societaria a responsabilità limitata, con diecimila euro di capitale versato, per un investimento da un miliardo e 400 milioni di euro;

   in realtà, la società che ha depositato il progetto è composta da altre due società, una in capo all'ingegner Severini e l'altra divisa tra Carnevale e tale Mr. Botha;

   a ben vedere, dunque, si tratta di società di progetto, apripista in nome e per conto di gruppi altisonanti con strategie molto più consolidate;

   il primo impianto off-shore in Italia comporterà un incentivo da 201,7 euro a megawatt/ora e incentivi per almeno 20 anni. E, ovviamente, alla Sardegna e ai sardi resterebbero solo le pale eoliche, in mezzo al mare;

   da ultimo, si consideri che attualmente, in Sardegna, oltre il 46 per cento dell'energia prodotta viene esportato, quando possibile, vista la limitata capacità dei sistemi di trasporto dell'energia (cavidotti Sapei e Sacoi), pari a 1.400 megawatt –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative intenda assumere al fine di garantire l'effettiva tutela del paesaggio e del territorio, con particolare riferimento all'eolico in Sardegna, ovvero se ritenga opportuno incentivare lo sviluppo della ricerca e la realizzazione di sistemi di accumulo energetico in un'ottica maggiormente sostenibile;

   quali strumenti il Governo intenda azionare e quali criteri intenda seguire, per quanto di competenza, per verificare l'effettiva necessità della realizzazione di ulteriori impianti.
(4-06535)


   BILOTTI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   da fonti di stampa si apprende che in data 31 luglio 2020 il nucleo di polizia ambientale della procura di Vallo della Lucania, con i militari della guardia di finanza, attraverso operazioni di scavo, rinvenivano in un terreno agricolo nel comune di Salento, in provincia di Salerno, una notevole quantità di rifiuti sotterrati risalente con tutta probabilità ad una attività di occultamento illegale avvenuta anni addietro. Negli ultimi decenni il territorio suddetto è stato oggetto di attività illecite di smaltimento, come confermato dai frequenti rinvenimenti accertati dalle forze dell'ordine e anche dagli esiti di indagini giudiziarie –:

   quali iniziative si intendano adottare, per quanto di competenza, anche per il tramite del Comando dei carabinieri per la tutela dell'ambiente, per verificare l'effettiva esistenza nel territorio del Cilento e del Vallo di Diano in provincia di Salerno di diffusi depositi e smaltimenti illegali di rifiuti potenzialmente pericolosi e conseguentemente se non si ritenga necessario adottare iniziative di competenza per monitorare, con le più recenti tecnologie disponibili e con la collaborazione dell'Arpac regionale e delle Asl competenti, i territori oggetto dei probabili sotterramenti, onde acclarare gli eventuali luoghi oggetto di inquinamento e quindi promuovere i processi di bonifica dei terreni che risultassero contaminati e il controllo sanitario della popolazione e degli eventuali allevamenti.
(4-06543)

DIFESA

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   RIZZETTO e LUCA DE CARLO. — Al Ministro della difesa, al Ministro dell'interno, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   il Corpo forestale dello Stato era una forza di polizia ad ordinamento civile, specializzata nella difesa del patrimonio agroalimentare e, pertanto, era dipendente del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali;

   è stato soppresso a decorrere dal 1° gennaio 2017, ai sensi del decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 177, e le relative funzioni e risorse – sia umane che materiali – sono state, per la maggiore parte, trasferite all'Arma dei carabinieri;

   lo scopo della riforma era quello di semplificare le forze dell'ordine, tuttavia, ha determinato il riconoscimento di status di militari a delle forze che erano, invece, inquadrate nell'ambito dell'ordinamento civile. Una forzatura che ha penalizzato gli ex forestali, poiché sono venuti meno dei diritti fondamentali che erano propri di tali forze di polizia;

   nonostante la Corte Costituzionale abbia riconosciuto la legittimità della riforma in questione, si è poi espressa la Corte europea dei diritti dell'uomo, che ha stabilito che, con l'accorpamento, i forestali hanno perso il diritto di libera riunione e associazione tutelato dall'articolo 11 della Convenzione europea;

   tale decisione ha rimesso, dunque, in discussione la riforma e richiede delle iniziative correttive, affinché gli ex forestali possano riacquisire i diritti persi nel passaggio alle dipendenze del Ministero della difesa;

   a ciò si aggiunge che la soppressione del Corpo forestale ha altresì determinato un danno a coloro che hanno svolto il concorso pubblico per la nomina di 400 allievi vice ispettori del Corpo forestale dello Stato, indetto con decreto del Capo del Corpo forestale dello Stato del 23 novembre 2011. Al riguardo, dalla relativa graduatoria, pubblicata il 29 luglio 2014, oltre ai vincitori, sono risultati idonei 507 aspiranti, che hanno concluso positivamente tutte le prove, complessivamente durate 3 anni. Tale graduatoria ancora deve essere esaurita, anche perché la riforma che ha visto il passaggio dei forestali all'Arma dei carabinieri ha determinato uno stallo anche rispetto al collocamento degli idonei e, dunque, allo scorrimento della graduatoria –:

   se e quali siano gli orientamenti del Governo per risolvere le criticità emerse con la riforma che ha comportato l'assorbimento del Corpo forestale dello Stato nell'Arma dei carabinieri;

   se e quali iniziative intenda adottare a tutela degli idonei del concorso per la nomina di 400 allievi vice ispettori del Corpo forestale dello Stato, al fine di una loro collocazione, considerando che lo stallo sullo scorrimento della graduatoria è dipeso dalla riforma poi oggetto di rilievi da parte della Corte europea dei diritti dell'uomo.
(5-04495)


   GIOVANNI RUSSO. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 59 del decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977, n. 616, dispone la delega alle regioni delle funzioni amministrative sul demanio marittimo, escludendo le aree di preminente interesse nazionale in relazione alla sicurezza dello Stato e alle esigenze della navigazione marittima;

   la norma citata stabilisce che l'identificazione di tali aree avvenga con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con i Ministri interessati e sentite le regioni;

   in questo senso, il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 21 dicembre 1995 identifica le aree sopradescritte negli allegati, comprese quelle destinate ad organismo di protezione sociale;

   l'articolo 24, primo comma, numero 3, del decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977, n. 616, dispone che restino di competenza dello Stato le funzioni amministrative concernenti gli interventi di protezione sociale prestati ad appartenenti alle Forze armate dello Stato, all'Arma dei carabinieri, agli altri Corpi di polizia e al Corpo nazionale dei vigili del fuoco e ai loro familiari;

   con un'informativa del Comando forze operative Sud, resa ai sensi dell'articolo 4 del contratto collettivo nazionale di lavoro 2016/2018, è stato comunicato che, nell'ambito dell'organizzazione della gestione amministrativa degli organismi di protezione sociale dell'Esercito, lo Stato Maggiore dell'Esercito ha disposto, dal 1° aprile 2020, il transito dei circoli unificati di Napoli, Caserta e Salerno, alle dirette dipendenze del costituendo Centro gestione circoli, posto alle dipendenze del vice comandante del comando militare di Roma;

   tra gli organismi di protezione sociale in Campania figura l'Arenile Circolo ricreativo dipendenti difesa (Crdd) di Capo Miseno, riservato ai dipendenti e al personale civile in pensione del Ministero della difesa, nonché ai loro familiari, come previsto dall'Allegato 3 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 21 dicembre 1995;

   risulta all'interrogante che sia stata sostituita la targa di individuazione dell'arenile in questione, intitolata al Crdd Interforze di Napoli, con una nuova facente riferimento generico all'Esercito;

   la situazione sopra descritta, a parere dell'interrogante, solleva dei dubbi in merito alle sorti del Crdd di Capo Miseno e, soprattutto, eventuali variazioni di destinazione altererebbero l'originario affidamento per l'utilizzo del sito in capo ai dipendenti e al personale civile sopra citato –:

   se il Ministro interrogato non ritenga opportuno, alla luce di quanto esposto in premessa, verificare se siano in atto procedimenti volti ad una variazione di destinazione dell'organismo di protezione sociale di Capo Miseno.
(5-04496)

ECONOMIA E FINANZE

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:

   la stampa veneta ha dato in questi giorni notizia che l'Agenzia delle entrate ha «bocciato» lo schema di calcolo seguito fino ad oggi per il parametro dei 35 mila euro di reddito, sotto il quale i risparmiatori potevano presentare la domanda di ristoro semplificata al Fir;

   rispondendo ad un interpello presentato dal tributarista padovano Loris Mazzon, il direttore centrale della direzione piccole e medie imprese dell'Agenzia delle entrate, Salvatore De Gennaro ha infatti «bocciato» la linea tradotta nelle istruzioni operative Consap, secondo cui non erano ricompresi i redditi forfettari, che ora invece l'Agenzia fa rientrare;

   la notizia ha creato grave sconcerto tra i risparmiatori, perché nel frattempo le domande sono già state presentate sulla base della interpretazione più favorevole e non appare chiaro come possano essere corrette;

   interessati alla questione risultano in particolare le partite Iva con redditi in regime forfettario fino a 65 mila euro, ma anche i pensionati con attività aggiuntive in regime forfettario, o proprietari di immobili affittati con cedolare secca;

   la questione si era posta nel mese di marzo 2020, per effetto di una modifica introdotta dal comma 75 dell'articolo 1 della legge di bilancio 2020;

   il sottosegretario Villarosa nelle settimane scorse aveva tentato di tranquillizzare i risparmiatori affermando che le nuove norme «non interferiscono con i requisiti di reddito e patrimonio», ma è stato evidentemente smentito dal dirigente dell'ufficio delle entrate;

   è chiaro, ad avviso dell'interpellante, che la confusione regna sovrana tra Governo, Consap e ufficio delle entrate e che, a pagarne le conseguenze, sono sempre i risparmiatori, frastornati ed illusi, dopo anni di promesse non mantenute –:

   quali iniziative di competenza, anche di carattere normativo, il Governo intenda assumere per chiarire questa incresciosa contraddizione tra uffici ministeriali e per consentire la sanatoria delle domande tempestivamente presentate.
(2-00892) «Zanettin».

Interrogazione a risposta scritta:


   MURONI, FIORAMONTI, PALAZZOTTO e LATTANZIO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 44 del decreto-legge n. 34 del 2020 (il cosiddetto decreto «Rilancio») ha previsto per il rilancio del settore automotive uno stanziamento di 50 milioni di euro e delle misure che dovrebbero, secondo il Governo, aiutare il settore dei concessionari, che hanno particolarmente sofferto della improvvisa chiusura provocata dal lockdown, e che hanno ancora i veicoli in vendita e quelli già ordinati in arrivo. Come d'altra parte molti altri settori commerciali;

   tali interventi non assolvono però altre e ben più importanti esigenze di rilancio industriale che l'automotive e in generale la produzione di mezzi, di componenti dei mezzi e di servizi di mobilità, delle persone e delle cose, esigono in Italia;

   per un comparto in rapida trasformazione, come quello della mobilità e dei trasporti, sarebbe più efficace individuare: un chiaro indirizzo di politica industriale, accompagnato da conseguenti e coerenti politiche pubbliche di salvaguardia degli investimenti, di infrastrutture, di politiche urbane della mobilità, con uno sguardo di lungo periodo. Come ad esempio: l'economia circolare delle batterie elettriche per le quali la Commissione europea e la Banca europea degli investimenti hanno previsto importanti stanziamenti, non solo per attività di ricerca e sviluppo, ma anche industriali in Italia, e che richiedono un impegno anche del Governo italiano e politiche che prevedano una seconda vita e il riciclaggio delle componenti chimiche a 15 o 20 anni;

   intervenire sulla sicurezza stradale (oltre tremila morti per incidenti stradali) impone una politica coerente che parte dal ridisegno delle strade e dello spazio pubblico, dalla riscrittura delle regole per la convivenza, l'educazione stradale, sino alla definizione delle garanzie dei mezzi in uso, dei controlli e dei modelli assicurativi che, per il viaggiatore multimodale del futuro, si dovrà commisurare più agli stili di vita e di modalità, piuttosto che ai mezzi di trasporto posseduti;

   sarebbe opportuno: non premiare con incentivi pubblici le auto tradizionali euro6 a benzina o diesel che emettono più di 95 grammi di CO2 a chilometro, visto che i produttori che superano tale soglia, anche di un solo grammo, rischiano di dover essere sanzionati con multe pari a centinaia di euro per ogni auto venduta e per ogni grammo in eccedenza;

   non elargire caratteristiche «eco» a veicoli oltre la soglia o che lo diventeranno nell'arco di qualche anno quando alcune città d'Italia stanno puntando con decisione alla Mez, Mobilità emissioni zero: a Milano, nel 2019, erano a Mez il 58 per cento degli spostamenti. A Napoli il 50 per cento, a Bologna il 43 per cento, a Torino il 40 per cento, la mobilità a zero emissioni «viaggia» ancora poco in automobile. Ma a Firenze si realizza anche con i taxi. A Roma e Milano con il Trasporto pubblico e locale e il car sharing –:

   se il Governo, in attesa di poter utilizzare i fondi stanziati dal Recovery Plan europeo che finanzieranno il «green e il digitale» non intenda, anche alla luce delle dichiarazioni del Ministro dell'economia e delle finanze che ha annunciato sostegni all'automotive nel cosiddetto decreto d'agosto, adottare iniziative per inserire in questo provvedimento una normativa che premi gli acquisti e i comportamenti di mobilità che rispettino i limiti inquinanti, anticipando i futuri limiti più restrittivi che l'Unione europea sta preparando, incentivando sempre di più l'utilizzo del «bonus» mobilità (bici, ebike, micromobilità, sharing mobility, trasporto pubblico, spesso elettrico) che guarda al futuro ed è stato un successo, escludendo al tempo stesso gli incentivi per gli acquisti di automobili euro6 a benzina o diesel, che emettono più di 95 grammi di CO2 a chilometro, e contestualmente se intenda avviare politiche industriali che puntino anche sull'economia circolare delle batterie, utilizzando a tal proposito i fondi della Banca europea degli investimenti ed europei già disponibili.
(4-06541)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta scritta:


   PITTALIS. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   a decorrere dal 1° gennaio 2020, a quanto consta all'interrogante, è andato in pensione il dirigente amministrativo che ricopriva l'incarico di funzionario delegato per le spese di giustizia del distretto della corte d'appello di Cagliari – sezione distaccata di Sassari;

   da quel momento risulterebbe che siano rimasti bloccati i pagamenti delle fatture relative al patrocinio a spese dello Stato e ciò accade nonostante l'avvenuto accreditamento delle somme necessarie;

   numerose e reiterate richieste sono state avanzate dai professionisti, dalle rappresentanze istituzionali dell'Avvocatura (a cominciare dall'Ordine degli avvocati di Nuoro) e anche dall'ufficio territoriale competente, affinché si procedesse con urgenza alla nomina del nuovo funzionario delegato;

   tali istanze, però, ad oggi risulterebbero, non solo inevase, ma prive di qualunque riscontro;

   le legittime istanze degli interessati sono ormai pressanti e indifferibili: gli stessi attendono da mesi il pagamento delle rispettive competenze –:

   quali siano gli orientamenti del Governo in relazione a quanto sopra esposto e quali iniziative di competenza intenda assumere al fine di provvedere con la massima urgenza alla nomina del nuovo dirigente e, in ogni caso, al fine di consentire di evadere le pratiche in attesa di definizione.
(4-06533)

INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:


   BONIARDI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   a Bollate, comune di circa 37.000 abitanti dell'area metropolitana a nord di Milano, c'è un allarme sicurezza derivante dalla mancanza di presidi sul territorio;

   negli ultimi anni, infatti, l'attuale amministrazione locale, ad avviso dell'interrogante, ha contribuito alla decimazione del Corpo di polizia locale, che oggi è ridotto ai minimi sindacali, consentendo una politica di mobilità di tutto il personale che ne facesse richiesta e, contestualmente, l'attuale tenenza dei carabinieri copre sia Bollate che Baranzate, comune, quest'ultimo, con enormi problematiche legate alla convivenza multirazziale, peraltro in servizio con una sola volante a disposizione per ciascun turno;

   inoltre, la chiusura del boschetto di Rogoredo per i noti problemi legati allo spaccio di stupefacenti ha comportato che la piazza dello spaccio si sia spostata nell'area del parco delle Groane, dove insiste anche il comune di Bollate;

   a tal ultimo proposito, è notizia ormai quotidiana che i carabinieri debbano controllare l'area boschiva delle Groane per la lotta allo spaccio e trovino sempre persone in possesso di stupefacenti, oppure immigrati irregolari da segnalare alla prefettura;

   si tratta di operazioni che impiegano i carabinieri per diverse ore e, data la scarsità di risorse umane, devono intervenire unità dalle compagnie di Seregno, Desio e Rho –:

   alla luce dei fatti illustrati in premessa, se si ritenga di implementare il presidio delle forze dell'ordine nel territorio Bollatese, allo scopo utilizzando sia la polizia stradale dal momento che il comune è costeggiato dall'autostrada A52 «Tangenziale Nord» con l'importante nodo autostradale di Rho-Monza, sia rafforzando la tenenza dei carabinieri di Bollate in termini di uomini e di mezzi.
(4-06538)


   ZIELLO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto riportano ormai quotidianamente le cronache, è dall'inizio dell'estate che il litorale pisano è preso di mira da bande di ladri e vandali che continuano a compiere furti e razzie a danno dei locali della riviera ma anche in abitazioni private;

   in particolare, in zona da tempo opererebbero due giovani stranieri, pare di origine nordafricana, che si spostano a bordo di una Peugeot grigia, inquadrati più volte dalle telecamere armati di grimaldello e addirittura a volto scoperto;

   come segnalato anche dal portavoce di Cna Benessere alla stampa, nonostante d'estate la popolazione sul litorale triplichi gli agenti a disposizione sono pochissimi e spesso vengono chiamati a supporto dei colleghi in città, lasciando però così scoperta e senza adeguato presidio tutta la riviera pisana;

   difatti, nonostante la caccia serrata da parte delle forze dell'ordine, anche se in carenza di organico, ad oggi gli autori dei furti e delle rapine messe a segno sulla costa non sono ancora stati arrestati e gli stessi ormai si fanno riprendere indisturbati dalle telecamere anche a volto scoperto;

   i malviventi ormai imperversano ogni notte, mettendo a segno uno o più colpi e spaccando quel che trovano con estrema rabbia;

   difatti, sempre secondo quanto riportato dalla stampa, più recentemente nella stessa notte a Marina i ladri avrebbero sfondato la vetrina di un parrucchiere con un tombino e distrutto le tende del ristorante Moby Dick prima di portare via il contenuto del registratore di cassa;

   invece a Tirrenia sarebbero numerosi gli stabilimenti balneari presi di mira dalla banda di ladri, tra cui il bagno Calypso che dall'inizio della stagione estiva ha già subito tre furti;

   quanto sta accadendo sul litorale pisano è di assoluta gravità, vista anche la vocazione turistica della zona, e sta mettendo a serio rischio, oltre che la sicurezza dei cittadini e dei turisti, anche le attività commerciali che faticosamente stanno cercando di riprendere la propria attività;

   già con precedenti atti di sindacato ispettivo dell'interrogante (n. 4-06129 e 4-06445) veniva evidenziata la necessità di intervenire urgentemente e implementare i servizi di sicurezza in zona, anche per non vanificare gli sforzi che faticosamente l'amministrazione comunale di Pisa sta facendo per garantire l'ordine e la sicurezza pubblica in città –:

   se il Ministro sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e quali iniziative intenda adottare nell'immediato onde garantire un costante pattugliamento e controllo del litorale pisano.
(4-06539)


   VIGNAROLI, ILARIA FONTANA e MASSIMO ENRICO BARONI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   la discarica per rifiuti non pericolosi (ubicata in via Monfalcone n. 23/b, località Borgo Montello, in provincia di Latina) sorge all'interno di un'area di proprietà della Capitolina s.r.l. che viene sequestrata e, successivamente, confiscata;

   la Capitolina s.r.l. (previa autorizzazione dell'Autorità nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc) concede in affitto alla Ecoambiente s.r.l. il terreno in menzione (con contratto di locazione del 9 novembre 2018), anche in funzione del rialzo delle sponde dell'unico invaso ancora attivo che risulta essere il «Lotto B» della discarica di Borgo Montello;

   l'ampliamento del citato invaso (che consiste in una sopraelevazione finalizzata ad un incremento delle volumetrie per un massimo di 25.000 tonnellate) era stato già autorizzato con determinazione della regione Lazio n. G01217 del 12 febbraio 2015 da cui emerge anche l'esistenza di un'istanza della Ecoambiente s.r.l. tesa ad ottenere un ulteriore ampliamento tramite un nuovo bacino denominato «Lotto C»;

   l'autorizzazione regionale aveva anche disposto «di subordinare l'esercizio dell'attività al prosieguo degli interventi di bonifica» di cui alle determinazioni dirigenziali del comune di Latina n. 913 del 19 maggio 2009 e n. 205 del 7 febbraio 2014 (a giudizio degli interroganti in palese contraddizione con il punto 11, ultimo comma, dell'accordo che non prevede la bonifica dei terreni locati);

   passando all'esame delle criticità, si deve sottolineare che la già compromessa situazione sanitaria ed ambientale del sito dell'impianto risulta del tutto incompatibile con gli ampliamenti sopra menzionati;

   come evidenziato anche dall'interrogazione regionale a risposta immediata del 14 maggio 2020, il delegato della competente Asl aveva rappresentato (nella conferenza di servizi del 5 febbraio 2020) una situazione del sito della discarica caratterizzata dal mancato completamento delle bonifiche e del capping del lotto «S0» (probabile causa dell'inquinamento di Borgo Montello), nonché la necessità di verificare le distanze dagli insediamenti esistenti (sorgendo gli invasi, a quanto consta agli interroganti, ad una distanza inferiore a 150 metri dalle case sparse e dalle aziende agricole, in violazione delle distanze prescritte dal vigente piano di gestione dei rifiuti del Lazio);

   si evidenzia quella che gli interroganti giudicano l'illegittimità della clausola contrattuale che non prevede (e, quindi, non consente) le attività di bonifica dei terreni, in palese contrasto con i provvedimenti amministrativi sopra richiamati e con gli articoli 239 e seguenti del decreto legislativo 23 aprile 2006, n. 152 –:

   se, quale titolare del potere di vigilanza sull'Anbsc, il Ministro dell'interno abbia interpellato e/o intenda interpellare l'agenzia medesima, al fine di chiedere chiarimenti in ordine alla preclusione alla bonifica dell'area della discarica, risultante dal contratto di locazione del 9 novembre 2018, nonché allo scopo di conoscere quali iniziative siano state adottate e/o intenda adottare in merito alle suindicate problematiche;

   se, in relazione ai concreti rischi di danno ambientale, non si intenda promuovere ogni iniziativa di competenza, anche in rapporto a tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti, al fine di scongiurare ogni ulteriore compromissione del contesto ambientale nell'area.
(4-06540)

ISTRUZIONE

Interrogazione a risposta scritta:


   NITTI. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   nell'allegato 3 dell'ordinanza ministeriale n. 60 del 10 luglio 2020, recante Procedure di istituzione delle graduatorie provinciali e di istituto e di conferimento delle relative supplenze per il personale docente ed educativo della scuola la tabella dei titoli valutabili per le graduatorie provinciali di I fascia per le supplenze del personale docente nella scuola secondaria contiene una sezione rubricata «Punteggio per i titoli artistici e professionali specificamente valutabili per le graduatorie relative alle classi di concorso A-55, A-56, A-59 e A-63, nei limite massimo di punti 66», in cui, tra i titoli artistici, si riscontra come siano valutabili sino a un massimo di 30 punti «l'attività concertistica solistica o in formazioni di musica da camera (dal duo), in Italia purché all'interno di attività finanziate dal Fondo unico per lo spettacolo, o all'estero»;

   il Fondo unico per lo spettacolo (Fus), istituito dalla legge n. 163 del 1985, rappresenta il principale strumento di sostegno al settore dello spettacolo, e gli ambiti finanziati sono le attività musicali, di danza, teatrali, circensi e dello spettacolo viaggiante, nonché le manifestazioni e le iniziative di carattere e rilevanza nazionali da svolgere in Italia o all'estero;

   come emerso da un'indagine conoscitiva nella Commissione VII del Senato in materia di Fondo unico per lo spettacolo le più alte percentuali di contributi assegnati vanno alle regioni con un numero più consistente di abitanti, con alcune eccezioni, come ad esempio la Campania e la Sicilia, che pur avendo una percentuale di abitanti superiore al Veneto ricevono un contributo inferiore a quest'ultimo. Analogamente, la Toscana beneficia di un contributo maggiore del Piemonte, benché la popolazione sia inferiore, e la Calabria, pure avendo un numero di abitanti superiore alla Liguria, riceve un contributo di gran lunga inferiore a quest'ultima;

   vi sono dunque notevoli sperequazioni tra regioni diverse nella distribuzione dei fondi Fus, con una netta prevalenza nelle aree a Nord-ovest del Paese, un'esigua entità al centro della penisola, e una ancor più bassa percentuale nel Sud;

   tante sono poi le attività concertistiche artistiche di grandissimo livello finanziate con risorse pubbliche alternative rispetto ai fondi Fus, ad esempio erogate direttamente da parte delle regioni o degli enti locali;

   la Flc Cgil, in una nota di commento del 14 luglio 2020 all'ordinanza ministeriale ha dovuto rilevare «come alcuni vincoli previsti per la valutazione automatica dei titoli appaiono davvero singolari. Il riferimento è in particolare all'attività concertistica per le cdc A-55 e A-56 che si valuta solo se effettuata “all'interno di attività finanziate dal Fondo unico per lo spettacolo, o all'estero”. In altre parole l'aspirante nel dichiarare un concerto dovrebbe altresì dichiarare che essa si è svolto all'interno di attività finanziate dal FUS (...) A fronte di questa previsione sorprendente, un'attività svolta all'estero, al contrario, è comunque valutata e non necessita di alcuna qualificazione»;

   in un'altra nota della Flc Cgil del 29 luglio 2020, viene poi segnalato come «sui titoli artistici permangono forti criticità a partire dall'illogicità della tabella fino ad arrivare a possibili pratiche poco trasparenti riguardo ai titoli acquisiti all'estero, per i quali le specifiche tabelle di valutazione non prevedono alcun requisito per la loro validità»;

   pur nella sperequazione posta in essere per via dei motivi citati, va altresì evidenziato come le decisioni del Ministero siano probabilmente dipese dalla necessità di oggettivizzare i titoli vista l'esigenza, dettata dall'emergenza sanitaria, di non riunire le commissioni de visu, ma di procedere digitalizzando il tutto –:

   se sia a conoscenza del fatto che i fondi Fus siano distribuiti in modo disomogeneo sul territorio nazionale e se non ritenga che ciò costituisca una sperequazione per i docenti provenienti da regioni più penalizzate nell'attribuzione dei fondi medesimi;

   per quale ragione il Ministero dell'istruzione ritenga valutabili ai fini dell'attribuzione di punteggio unicamente le attività artistiche finanziabili attraverso il Fus e non anche quelle, pur di elevato livello, finanziate con altre risorse.
(4-06542)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:

   in un servizio andato in onda su Rainews 24 la mattina del 29 luglio 2020 è stato denunciato un uso fraudolento della sanatoria sui lavoratori immigrati voluta dai Ministri Bellanova e Catalfo;

   la frode consiste nell'ottenere un certificato retrodatato attestante la permanenza sul territorio italiano, utile a ottenere i requisiti voluti dal Ministro per la sanatoria. Segnatamente, dietro al pagamento di 500 euro, all'Ospedale di Vittoria è possibile ottenere una tessera sanitaria Stp – straniero temporaneamente presente – dedicata alla cura degli irregolari. Con questa tessera, a seguito di un pagamento di 4.000 euro, ci si rivolge a patronati compiacenti che procedono con la pratica della sanatoria;

   nel servizio è stato intervistato uno straniero che aveva appena sistemato i documenti per far ottenere la sanatoria ad un suo amico che si trova in Francia e che non è mai stato in Italia;

   è evidente che, ancora una volta il Governo non è riuscito a centrare il proprio obiettivo politico, ma si è reso ad avviso degli interpellanti moralmente complice degli affari di chi specula sull'immigrazione e sul business del lavoro nero. I numeri della sanatoria, decisamente più bassi rispetto a quelli auspicati dalla sinistra, certificano il «flop» dello strumento, ad avviso degli interpellanti utile solo per aver preparato il terreno a ulteriori comportamenti fraudolenti;

   invece di combattere il caporalato, la sanatoria «Bellanova-Catalfo» ha contribuito ad aggravare le condizioni di lavoratori già sfruttati e vessati, mentre ha favorito quei clandestini che hanno la disponibilità di pagare 4.500 euro per ottenere fraudolentemente il permesso per restare in Italia;

   invece dei corridoi verdi per far accedere operai specializzati, selezionati nei Paesi d'origine in base alle loro capacità e che verrebbero in Italia in presenza di un contratto di lavoro, con la sanatoria sono state create le condizioni per un autentico business criminale. È il lavoro nel rispetto delle regole che crea le condizioni dell'integrazione e non la falsa promessa di poter accogliere tutti indiscriminatamente che, al contrario, genera delusione e comportamenti antisociali –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto citato in premessa, se intenda avviare iniziative ispettive per verificare, per quanto di competenza, le responsabilità dei dipendenti pubblici coinvolti e quali correttivi intenda adottare per verificare la genuinità delle dichiarazioni documentali rese dalle persone che hanno fatto domanda e perseguire chi ha presentato documentazioni false.
(2-00893) «Delmastro Delle Vedove, Lollobrigida».

Interrogazione a risposta orale:


   RIZZETTO e ZUCCONI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro per le pari opportunità e la famiglia, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   nel 2013, a Marina di Massa, Marco Loiola ha assassinato l'ex moglie Cristina Biagi e, prima di togliersi la vita, ha sparato ad una terza persona che credeva, erroneamente, essere l'amante della moglie. Quest'uomo è rimasto gravemente ferito, riportando un'invalidità permanente;

   la legge prevede che l'Inps chieda il rimborso delle spese sanitarie e dell'assegno riconosciuto alla vittima a chi ha procurato il danno o, in mancanza, ai suoi eredi; in questo caso gli eredi a cui l'Inps ha richiesto il pagamento dei danni, per un importo di ben 124 mila euro, sono le due sorelle rimaste orfane, di 12 e 14 anni, che vivono con i nonni e non sono in grado di pagare una cifra così onerosa;

   in mancanza dell'adempimento, ci potrebbe essere un processo per l'esecuzione forzata del pagamento che, tra l'altro, comporterebbe un aumento della cifra richiesta dall'ente previdenziale;

   nella vicenda è intervenuto a tutela delle due sorelle il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che rivolgendosi al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Nunzia Catalfo, l'ha esortato a individuare una soluzione. Quest'ultima e il presidente dell'Inps Tridico hanno assicurato che ci sarà la rinuncia al rimborso;

   ebbene, desta sconcerto che due ragazzine, vittime di femminicidio, possano essere ulteriormente colpite e danneggiate da una richiesta di risarcimento come quella avanzata dall'Inps nel caso in questione. Al riguardo, si tratta di un'istanza legittima, sotto il profilo giuridico, ma eticamente da respingere;

   pertanto, si ritiene necessario adottare iniziative normative affinché non si verifichino, più vicende del genere considerato che gli eredi sono stati destinatari di una richiesta di risarcimento «disumana» che, anche se verrà annullata, ha comunque cagionato un ennesimo dolore alle due sorelle rimaste orfane e ai loro nonni, genitori della donna assassinata –:

   se sia vero che la richiesta di risarcimento alle vittime di femminicidio, nel caso esposto in premessa, sia stata annullata e in quali termini procedurali;

   se e quali iniziative intendano adottare i Ministri interrogati per quanto di competenza, per escludere richieste di risarcimento contrarie ad ogni principio etico come quella relativa alla vicenda in questione.
(3-01712)

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta scritta:


   LOSS, VIVIANI, BUBISUTTI, CECCHETTI, GASTALDI, GOLINELLI, LIUNI, LOLINI, MANZATO e PATASSINI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   la legge «Quadrifoglio» (legge n. 984 del 1977) è stata la norma che ha introdotto nel nostro Paese il primo inventario forestale nazionale italiano con lo scopo di raccogliere informazioni sull'estensione e sulla distribuzione della superficie forestale, sulle specie arboree presenti, sulle proprietà dei boschi, sul volume e la massa legnosa, sullo stato di crescita e di salute e altro; i primi risultati vennero pubblicati nel 1988 e, successivamente, furono realizzati inventari anche regionali;

   gli inventari sono strumenti atti a dare conto dello stato di consistenza delle risorse forestali italiane e del loro variare nel tempo al fine di assumere decisioni di politica forestale e ambientale sia a livello nazionale che internazionale e, aggiornati periodicamente, rappresentano una rete di monitoraggio permanente, coadiuvata anche da strumenti satellitari, ai fini di una validità statistica sullo stato delle foreste italiane;

   gli inventari, in tempi recenti, hanno assunto una valenza diversa per le differenti esigenze che si sono susseguite negli anni quali: attenzione verso gli equilibri ecologici, biodiversità, tutela del territorio e funzioni sociali del bosco;

   il secondo inventario forestale nazionale venne realizzato coadiuvando le esigenze nazionali con quelle regionali ed anche internazionali relativamente ai cambiamenti climatici, alla conservazione del patrimonio forestale e alla biodiversità;

   nel 2003 si iniziarono rilievi anche sulla valutazione delle riserve di carbonio presenti negli ecosistemi forestali; nel 2013 prese avvio il terzo inventario italiano per rendere note le stime ufficiali sull'estensione e sulla consistenza delle risorse forestali e ambientali e sulle variazioni intercorse nell'ultimo decennio; ma questo terzo inventario ancora non ha visto luce;

   i rilievi per stilare gli inventari venivano effettuati dall'allora Corpo forestale dello Stato, oggi confluito nell'Arma dei carabinieri (Cutfaa – Comando unità forestale ambientale e agroalimentare), con il partenariato scientifico del Centro di ricerca foreste e legno del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (Crea) e il sistema informativo nazionale per lo sviluppo dell'agricoltura (Sin);

   dopo il passaggio del Corpo forestale dello Stato i rilievi per il terzo inventario subirono, purtroppo, un rallentamento; alcuni Stati europei, come la Francia e la Svizzera, invece, stilano gli inventari delle risorse forestali con cadenza annuale;

   gli inventari sono strumenti conoscitivi importantissimi sullo stato di consistenza delle risorse forestali del Paese; una corretta gestione del patrimonio forestale nazionale, è fondamentale per incrementare la capacità di assorbimento dell'anidride carbonica delle piante, e dunque per migliorare la qualità dell'aria e, inoltre, i boschi assolvono un ruolo rilevante per la collettività, dalla prevenzione degli incendi, delle frane e delle alluvioni;

   la filiera foresta-legno, si può definire «il fiore all'occhiello» del made in Italy; questa può e deve diventare uno strumento importante di riqualificazione territoriale. Se all'utilizzo di legname locale, di cui si conosce provenienza e qualità, si uniscono dei criteri di progettazione o di ristrutturazione a basso impatto ambientale e ad alto risparmio energetico, si possono ottenere risultati, a costo competitivo, di alto valore prestazionale che uniscono risparmio e benessere sia per l'uomo sia per l'ambiente –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, intendano mettere in atto per rendere pubblici i risultati dei rilievi del terzo inventario nazionale delle foreste e dei serbatoi di carbonio italiano, nonché per programmare l'avvio del quarto inventario, in quanto i dati che questi strumenti raccolgono sono fondamentali per l'elaborazione di politiche per il rilancio delle aree interne, dove si concentrano la maggior parte delle risorse forestali italiane, e se non ritengano, altresì, di considerare l'eventualità di un aggiornamento annuale sull'esempio di altri Stati europei.
(4-06537)

SALUTE

Interrogazioni a risposta scritta:


   CIABURRO. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   a quanto si apprende a mezzo stampa, mercoledì 22 luglio 2020, sarebbe risultato positivo al COVID-19 un operatore dell'associazione Papa Giovanni XXIII di Saluzzo (CN), sodalizio che offre ospitalità ai meno abbienti e, in particolar modo nel contesto saluzzese, a migranti africani;

   a seguito di questo primo evento, il venerdì successivo, Giuseppe Guerra, commissario straordinario per l'emergenza sanitaria nella regione Piemonte, ha disposto l'attivazione dei protocolli di sicurezza sanitari per fare il tampone a venti stagionali africani che, quotidianamente, frequentano le docce e la mensa della predetta associazione;

   secondo quanto dichiarato dal commissario, dopo aver fatto installare una nuova tenda nei pressi del cortile dell'ospedale della maxi-emergenza, a nulla sono valsi i tentativi di contattare i migranti africani, in quanto solo tre su venti si sarebbero presentati, e dopo vari sforzi congiunti con le forze dell'ordine, a questi si sarebbero uniti altri due: di cinque totali, tre sono risultati asintomatici positivi, come conseguenza la sede dell'associazione è stata messa in quarantena;

   il giorno successivo si sono presentati per i controlli solo quattro africani, che frequentavano la casa Papa Giovanni XXIII di Verzuolo (CN), ed anche in questo caso due di loro sono risultati positivi al COVID-19;

   a seguito di ulteriori controlli, in data lunedì 27 luglio 2020, sarebbero stati trovati altri casi positivi nella sede della Casa Papa Giovanni XXIII di Saluzzo; tuttavia, ad oggi, su 20 migranti africani che si sarebbero dovuti presentare per effettuare i tamponi di controllo, solo 9 si sarebbero effettivamente presentati, riportando quindi un totale di 5 casi positivi;

   come indicato dal commissario, risulta estremamente difficoltoso mettersi in contatto o anche rintracciare i restanti migranti africani, i quali sarebbero scomparsi e potenzialmente portatori di COVID-19 –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti di cui in premessa e quali iniziative di competenza, anche di carattere normativo, intendano adottare per tracciare e controllare i migranti africani, potenziali positivi, sul territorio nazionale, anche in riferimento al caso di cui in premessa;

   quali iniziative intendano predisporre per scongiurare la diffusione di focolai da COVID-19 a seguito del mancato rintracciamento di soggetti da sottoporre a tampone ed altri controlli.
(4-06536)


   CUNIAL. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   con l'interrogazione n. 4/06462 l'interrogante ha espresso ai vaccini OGM ad Adenovirus;

   il GRAd-COV2 è un vaccino ad Adenovirus si differenzia da quello di Oxford, perché usa un ceppo di adenovirus chiamato GRAd23, un vettore virale geneticamente modificato, adiuvato con MVA, che ha un comportamento simile al vettore Ad5, vettore usato nel vaccino cinese CanSino Biologics Ad5-nCoV;

   questo farmaco rappresenta una terapia genetica, come confermato anche dalla rassegna stampa del Cnr del 5 maggio 2020, nel quale viene detto, in merito al GRAd-CV02, che: «i vaccini genetici non utilizzano un microorganismo inattivo o parte di esso ma il gene che codifica per l'antigene del microrganismo che si vuole neutralizzare. [...] In questo caso verrà utilizzato il gene che codifica per la proteina spike che permette l'ingresso del virus nelle cellule. Questo gene, una volta entrato nelle cellule dell'organismo, induce la produzione della proteina che a sua volta stimola la risposta immunitaria contro il coronavirus»;

   l'azienda produttrice è la ReiThera srl, di proprietà dal 2013 della Glaxosmithkline;

   per la progettazione, lo studio e la commercializzazione del primo lotto di produzione, del GRAd-COV2, la regione Lazio, il Ministero dell'istruzione e della ricerca e il Cnr, hanno finanziato l'istituto Spallanzani di Roma e la ReiThera srl, per 8 milioni di euro;

   è notizia di pochi giorni fa che l'Aifa ha autorizzato la sperimentazione di fase I del vaccino. Lo studio prevede l'arruolamento di 90 volontari sani in due coorti sequenziali. Lo studio di Fase 1, che è già stato valutato positivamente dall'Istituto superiore di sanità, e del Comitato etico dell'Istituto nazionale di malattie infettive Spallanzani, ha lo scopo di valutare la sicurezza e l'immunogenicità del vaccino. La coorte di studio degli adulti arruolerà 45 soggetti sani di età compresa tra 18 e 55 anni. La coorte di studio degli anziani arruolerà 45 soggetti sani di età compresa tra 65 e 85 anni. Entrambe le coorti sono definite per avere tre bracci di trattamento a tre dosi crescenti composti da 15 partecipanti ciascuno, per un totale di 6 gruppi. L'arruolamento inizierà dalla coorte 1 e procederà in maniera sequenziale, previa verifica dei dati di sicurezza ai differenti step;

   risulta all'interrogante, da segnalazioni pervenute dagli ambienti di ricerca, che, per questo vaccino sperimentale, come per l'altro vaccino in corso di test ad Oxford, potrebbero essere arruolati giovani ricercatori, nonché dipendenti di azienda;

   l'interrogante ha già sollevato dubbi sull'eticità della sperimentazione umana in soggetti sani di farmaci sperimentali, e il fatto di essere per natura farmaci destinati a terapia genica, aumenta i dubbi in merito ai rischi sanitari;

   a parere dell'interrogante, i ricercatori e i dipendenti di azienda, come lo sono i militari e gli operatori sanitari rappresentano categorie deboli e ricattabili per via del rapporto contrattuale di lavoro. Inoltre avendo gli stessi un contratto di lavoro o una borsa di studio per la ricerca, la terzietà del loro parere non sarebbe garantita e la comunicazione delle eventuali reazioni avverse potrebbe subire un'influenza da parte del loro datore di lavoro –:

   se quanto esposto in premessa corrisponda al vero;

   quali siano le rassicurazioni che i Ministri interrogati intendano dare all'opinione pubblica, per quanto di competenza, in merito al fatto che questa sperimentazione non avvenga su soggetti esposti in premessa;

   quale sia la posizione dei Ministri interrogati in merito alla sperimentazione umana in soggetti sani, di farmaci sperimentali per terapia genica.
(4-06546)


   CUNIAL. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   Moderna Therapeutics è la società che ha sviluppato il vaccino COVID-19 mRNA-1723, supportato dall'Istituto nazionale di allergie e malattie infettive (Niaid) americano e da Cepi, che potrebbe entrare in commercio negli Stati Uniti e nel mondo;

   la Fondazione Bill e Melinda Gates e Astrazeneca hanno investito milioni di dollari nella tecnologia mRNA di Moderna;

   con le interrogazioni n. 4-05933 e n. 4-05739 sono state evidenziate le criticità e i conflitti di Bill Gates e del progetto Gavi per la fornitura di vaccini all'Italia;

   con l'interrogazione n. 4-06461 sono stati evidenziati dubbi sulla società Astrazeneca;

   con le interrogazioni n. 4-05706 e n. 4-05627 sono state evidenziate le criticità in merito alla sperimentazione umana del vaccino cosiddetto italiano e di produzione Astrazeneca;

   il vaccino mRNA-1273 utilizza una tecnologia innovativa che sfrutta un mRNA realizzato in laboratorio, per la traduzione del DNA codificante di proteine da parte dei ribosomi nel citoplasma programmando le cellule del sistema immunitario;

   il vaccino è in corso di sperimentazione clinica (NCT04283461) con uno studio di fase I con classificazione della dose sulla sicurezza e l'immunogenicità in adulti sani, con data di termine prevista per il 22 novembre 2021;

   nell'articolo scientifico) «La promessa dei vaccini mRNA: una prospettiva biotecnologica e industriale» di recente pubblicazione, indirizzato alle industrie biotecnologiche e farmaceutiche, scritto da un autore che era un dipendente e azionista di Sanofi Pasteur al momento della stesura del documento e che ha cambiato occupazione spostandosi in Cepi durante la revisione del documento, in collaborazione con altri autori dipendenti e azionisti di Sanofi Pasteur, si passa in rassegna lo stato dell'arte della prevenzione delle malattie infettive utilizzando mRNA. In questo studio viene posta alla comunità scientifica industriale una criticità seria in merito a questa tecnologia che è la reazione avversa da produzione di impurità oligoribonucleotidiche minori che possono provocare la produzione di interferone di tipo I e citochine infiammatorie, cosiddetta «tempesta di citochine»;

   la cosiddetta «tempesta di citochine» è una delle complicazioni più pericolose del COVID-19;

   lo studio fa notare che da un punto di vista normativo e di controllo, per questi tipi di vaccini mancano le linee guida specifiche per lo sviluppo clinico e i seguenti principi generali, come indicato nei documenti di orientamento generali, che sono generalmente sufficienti solo per facilitare l'ingresso di vaccini candidati negli studi clinici in fase iniziale e che restano anche da approfondire i dati provenienti da studi clinici su questa tecnologia, in particolare sulla reattogenicità sistemica locale e autolimitante e sulla somministrazione ripetuta dose di richiamo e di più vaccini ad mRNA;

   i vaccini a mRNA costituiscono terapia genica, così come evidenziato da Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano;

   per il Ministero della salute, per terapia genica si intende il trasferimento di materiale genetico all'interno di cellule, allo scopo di prevenire, curare o diagnosticare una malattia;

   secondo la Treccani, la terapia genica «comprende geni o frammenti di DNA o RNA con funzioni di regolazione dell'attività cellulare o di modulazione del sistema immunitario»;

   a parere dell'interrogante i vaccini a mRNA rientrano nelle norme dell'Unione europea per nuovi medicinali a base di geni di cellule, e non nel recente regolamento 2020/1043 sui vaccini (Ogm) per il COVID-19; tale contesto normativo prevede che, una volta ottenuta l'autorizzazione da Ema per il farmaco, il prodotto è considerato sicuro per l'uso umano in tutta Europa –:

   se sia a conoscenza di quanto esposto in premessa;

   qualora in caso di urgenza venisse scelto il vaccino mRNA-1273, quali iniziative ulteriori abbia previsto il Ministro interrogato per l'abbattimento del rischio.
(4-06547)


   CUNIAL. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   sul sito del Ministero della salute si legge che: «Non ci sono evidenze scientifiche che provino un'azione della vitamina C sul virus (aggiornato al 20 marzo 2020)» e che «Non ci sono attualmente evidenze scientifiche che la vitamina D giochi un ruolo nella protezione dall'infezione da nuovo coronavirus (aggiornato al 9 aprile 2020)»;

   con lo studio: «la dose endovenosa precoce e alta di vitamina C può prevenire e curare la malattia di coronavirus nel 2019 (COVID-19)?» (marzo 2020), con lo studio «Un nuovo studio clinico per testare la vitamina C ad alte dosi in pazienti con COVID-19» (aprile 2020) con una lettera dal titolo «la vitamina C come possibile terapia per COVID-19» (maggio 2020) e con lo studio: «Quercetina e vitamina C: una terapia sperimentale e sinergica per la prevenzione e il trattamento della malattia correlata alla SARS-CoV-2 (COVID-19)» (giugno 2020) si sono affermate le proprietà anti stress ossidativo che la vitamina C ha esercita in modo significativo contro i radicali liberi e le citochine rilasciate durante la patologia COVID-19; si è dimostrato come infusioni endovenose di vitamina C ad alte dosi (ad es. 200 mg/kg di peso corporeo/giorno, suddivise in 4 dosi) abbiano ridotto la permanenza in terapia intensiva (ICU) del 7,8 per cento, accompagnata da una significativa riduzione nel tasso di mortalità;

   un nuovo studio clinico per studiare l'infusione di vitamina C per il trattamento della polmonite grave infetta 2019-nCoV (identificatore: clinicaltrials.gov – NCT04264533) ha preso in esame 140 pazienti trattati con controllo placebo o con 24 g/giorno per 7 giorni vitamina C per via endovenosa, valutando i requisiti di ventilazione meccanica e farmaci vasopressori, i punteggi di insufficienza d'organo, per la durata della degenza in terapia intensiva e la mortalità a 28 giorni;

   con gli studi «Prova che l'integrazione di vitamina D potrebbe ridurre il rischio di infezione e decesso da influenza e da COVID-19» (aprile 2020) «Ruolo della vitamina D nella prevenzione dell'infezione, della progressione e della gravità di COVID-19» (giugno 2020) e «Il ruolo della vitamina D nella prevenzione dell'infezione e della mortalità per la malattia di coronavirus 2019» (luglio 2020) si esaminano i ruoli della vitamina D nel ridurre il rischio di infezioni del tratto respiratorio e come l'integrazione di vitamina D potrebbe essere una misura utile per ridurre il rischio di epidemie di influenza e del COVID-19. Vengono presi in considerazione l'assunzione di dosaggi di 10.000 UI/giorno di vitamina D o l'assunzione di integratori di vitamina D per mantenere i 25 (OH) D circolanti ai livelli ottimali (75-125 nmol /L);

   con lo studio «Polmoni come bersaglio dell'infezione COVID-19: meccanismi molecolari comuni protettivi di vitamina D e melatonina come nuovo potenziale trattamento sinergico» (maggio 2020) si fornisce un quadro riassuntivo dove l'integrazione combinata di vitamina D con melatonina potrebbe offrire un'interessante alternativa sinergica per la prevenzione e il trattamento dell'infezione polmonare da COVID-19. Con lo studio «Algoritmo terapeutico per l'uso della melatonina nei pazienti con COVID-19» (maggio 2020) i ricercatori sono d'accordo con la somministrazione di melatonina per uso profilattico, da sola o in combinazione con altri farmaci, e propongono un algoritmo terapeutico con una dose totale di almeno 120-1000 μg/kg/peso corporeo e per via endovenosa;

   la melatonina è noto avere un potere fortemente inibitore della «tempesta di citochine» che scatena il COVID-19;

   per quali ragioni il Ministero della salute non tenga conto delle recenti pubblicazioni, modificando quanto riportato sul sito istituzionale e promuovendo queste pratiche di prevenzioni, semplici ed economiche, nonché alla portata di tutti e privi di effetti collaterali significativi.
(4-06548)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta scritta:


   GIARRIZZO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   risulta all'interrogante che su un social network viene riportato che sul sito internet del Codacons (Coordinamento dei consumatori per la difesa dell'ambiente e la tutela di diritti di utenti e consumatori) è comparso un banner in cui si invitava a sostenere una campagna di raccolta fondi contro il coronavirus ma il cui link portava in realtà a fare donazioni dirette alla stessa associazione dei consumatori, che è un ente privato, e, inoltre, che fino a sabato 28 marzo 2020 sulla pre-home page del sito del Codacons compariva in seconda posizione un riquadro con lo sfondo verde che rimandava alle modalità per «fare una donazione all'associazione e risparmiare sulle tasse future (si ricorda, infatti, che sono previste agevolazioni fiscali per le donazioni agli Enti del terzo settore)», con le indicazioni sul funzionamento delle detrazioni per i privati e per le società/enti e le modalità di versamento (banche, uffici postali, PayPal) e anche con la dizione specifica da riportare nella causale della donazione: «Erogazione liberale in favore dell'ente del terzo settore – organizzazione di volontariato – CODACONS», senza nessuna specifica sulla destinazione d'uso di questi fondi;

   secondo notizie riportate da organi di stampa on line, in seguito anche alla segnalazione sui social, la pagina è stata prontamente modificata e, inoltre, la questione è stata sottoposta all'attenzione della stessa polizia di Stato per realizzare gli approfondimenti del caso;

   ai sensi dell'articolo 137 del codice del consumo, il Codacons risulta iscritto, su sua istanza, nell'elenco delle associazioni dei consumatori e degli utenti rappresentative a livello nazionale, istituito presso il Ministero dello sviluppo economico che provvede annualmente al suo aggiornamento;

   l'iscrizione al citato elenco deve essere confermata entro il 30 giugno di ogni anno da parte delle stesse associazioni che devono comprovare la sussistenza dei requisiti di legge;

   si ravvisa a giudizio dell'interrogante – ove i fatti corrispondano al vero – un atteggiamento poco trasparente da parte dell'associazione citata –:

   se la vicenda esposta in premessa corrisponda al vero e, in caso affermativo, quali iniziative intenda intraprendere, nell'ambito delle proprie competenze.
(4-06532)

UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta scritta:


   CASA, LATTANZIO e VILLANI. — Al Ministro dell'università e della ricerca, al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   con il decreto ministeriale n. 95 del 12 febbraio 2020, in attuazione del decreto-legge n. 1 del 2020, recante «Disposizioni urgenti per l'istituzione del Ministero dell'istruzione e del Ministero dell'università e della ricerca», è stata autorizzata l'attivazione, da parte degli atenei che ne hanno fatto richiesta, dei percorsi di formazione per il conseguimento della specializzazione per le attività di sostegno didattico per gli alunni con disabilità;

   all'articolo 2 del decreto ministeriale n. 95 del 2020 per l'organizzazione delle prove d'accesso e del percorso di formazione si rimanda all'articolo 3 del decreto ministeriale n. 92 del 2019 «Requisiti di ammissione e articolazione del percorso»;

   tuttavia il decreto ministeriale n. 92 del 2019 evidenzia alcune criticità sui meccanismi delle assenze, criticità che si rilevano soprattutto in riferimento al comma 4 dell'articolo 3, che prevede che «le assenze sono accettate nella percentuale del 20 per cento di ciascun insegnamento. Il monte ore relativo è recuperato attraverso modalità definite dai titolari degli insegnamenti. Per il tirocinio e per i laboratori vige l'obbligo integrale di frequenza delle attività previste»;

   va tenuto conto che l'obbligo integrale di frequenza delle attività previste per il tirocinio e i laboratori è una condizione poco sostenibile per i corsisti, in quanto li sottopone al rischio di essere esclusi dal tirocinio formativo attivo anche per una sola assenza. Si ricorda, a tal proposito, che l'accesso al corso avviene dopo una complessa valutazione in entrata, costituita da due prove scritte e una prova orale e che ha un costo medio che oscilla tra i 2.000 e i 3.500 euro a discrezione del singolo ateneo;

   l'interrogante aveva già sollevato la questione con l'interrogazione a risposta orale n. 3-00808 del 20 giugno 2019, senza ricevere peraltro alcuna risposta;

   sarebbe opportuno rivedere le procedure riguardo alle assenze; in particolare, potrebbe apparire utile considerare le assenze dei partecipanti sul computo totale delle ore di formazione universitaria o, in alternativa, prevedere meccanismi di recupero dei laboratori e del tirocinio indiretto universitario –:

   se i Ministri siano a conoscenza di quanto esposto e se sia loro intendimento prevedere un diverso meccanismo nel computo delle assenze per il V ciclo di tirocinio formativo attivo sostegno che tenga conto delle necessità dei corsisti.
(4-06534)

Apposizione di una firma ad una interrogazione.

  L'interrogazione a risposta in commissione Rizzetto e Zucconi n. 5-03266, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 10 dicembre 2019, deve intendersi sottoscritta anche dalla deputata Lucaselli.

Pubblicazione di un testo riformulato.

  Si pubblica il testo riformulato della interpellanza urgente Varrica n. 2-00883, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 381 del 28 luglio 2020.

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:

   Italtel è una società con un secolo di storia e di esperienza nel settore delle telecomunicazioni, con oltre mille dipendenti in Italia distribuiti principalmente nelle tre sedi di Carini (Palermo), Roma e Settimo Milanese;

   a inizio maggio 2020 Italtel ha depositato al tribunale di Milano domanda prenotativa, ai sensi dell'articolo 161, sesto comma, della legge fallimentare, chiedendo la concessione di un termine di 120 giorni per raggiungere un accordo per la ristrutturazione dei propri debiti e la ricapitalizzazione dell'azienda;

   il 23 giugno 2020 si è svolto un tavolo di crisi presso il Ministero dello sviluppo economico durante il quale, come si evince dal verbale, è stato rappresentato come il Governo stia studiando eventuali possibili interventi a salvaguardia dell'azienda e che sarebbe rimasto in contatto con le parti, con l'azienda e con i suoi investitori per le vie brevi prima della riconvocazione del tavolo per successivi aggiornamenti;

   risulta necessario salvaguardare tale azienda con le connesse competenze, professionalità e asset, in un settore strategico, scongiurando soluzioni di smembramento a scapito dei lavoratori e dell'interesse industriale del Paese –:

   se intenda riconvocare tempestivamente il tavolo di crisi al fine di guidare questo percorso a tutela dei lavoratori, dell'azienda e del suo know how e quali iniziative intenda intraprendere per scongiurare lo smembramento dell'azienda a scapito dell'interesse generale del Paese.
(2-00883) «Varrica, Davide Aiello, Bella, Alaimo, Flati, Vignaroli, Francesco Silvestri, Salafia, Penna, Baldino, D'Orso, Licatini, Olgiati, Tuzi, Alemanno, Corneli, Costanzo, Cubeddu, Currò, Daga, D'Ambrosio, D'Arrando, Sabrina De Carlo, De Lorenzo, Deiana, Del Grosso, Del Monaco, Del Sesto, Di Lauro, Di Sarno, Di Stasio, Dieni, D'Ippolito, Donno, Sapia, Sarti, Scerra, Scutellà, Zanichelli».

Trasformazione di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati così trasformati su richiesta dei presentatori:

   interrogazione a risposta in Commissione Rizzetto e altri n. 5-03266 del 10 dicembre 2019 in interrogazione a risposta orale n. 3-01712;

   interrogazione a risposta in Commissione Casa e altri n. 5-03624 del 19 febbraio 2020 in interrogazione a risposta scritta n. 4-06534;

   interrogazione a risposta orale Giarrizzo n. 3-01441 dell'8 aprile 2020 in interrogazione a risposta scritta n. 4-06532;

   interrogazione a risposta orale Pittalis n. 3-01691 del 27 luglio 2020 in interrogazione a risposta scritta n. 4-06533.