Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Martedì 18 febbraio 2020

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzioni in Commissione:


   La I Commissione,

   premesso che:

    la regione Basilicata, in virtù della posizione geografica soprattutto nella fascia ionica, ha subito negli ultimi anni una sempre maggiore interferenza da parte degli aggregati criminali confinanti, pugliesi e calabresi, disposti ad interagire con le consorterie criminali locali, al fine di espandere i propri affari illeciti;

    l'intera fascia ionica è stata interessata da fatti criminosi che si sono verificati principalmente nell'alto ionico calabrese, nel Metapontino e nella provincia di Taranto;

    negli ultimi mesi la fascia ionica del metapontino è stata teatro di scontro tra le due principali associazioni a delinquere di stampo mafioso della zona, la ’ndrangheta calabrese e la mafia tarantina, per il controllo del territorio;

    nei comuni di Policoro e Scanzano Jonico si sono verificati più conflitti a fuoco tra pregiudicati, che solo per un caso fortuito non hanno provocato vittime tra la popolazione;

    il 27 maggio 2019 a Montescaglioso, in provincia di Matera, si è verificato un grave fatto di sangue che ha coinvolto un pregiudicato locale, ucciso con metodi di stampo mafioso;

    tra la fine del 2018 e l'inizio del 2019 le forze dell'ordine, su disposizione della procura, hanno effettuato numerosi arresti nel comune di Scanzano Jonico e in diverse aree del Metapontino, a seguito delle inchieste «Centouno» e «Vladimir»;

    la pressione criminale messa in atto dalle consorterie locali e dalle vicine organizzazioni mafiose calabresi e pugliesi, ha portato, nel dicembre 2019, allo scioglimento del consiglio comunale del comune di Scanzano Jonico per infiltrazione mafiosa;

    il 27 giugno 2019 si è tenuta, presso la prefettura di Potenza, la conferenza regionale delle Autorità di pubblica sicurezza, che ha evidenziato come il territorio della regione Basilicata, benché non ancora compromesso ai livelli di altre regioni, presenta tuttavia pericolose formazioni criminali autoctone in fase di ricompattamento e riorganizzazione, oltre che evidenze di permeabilità da parte delle consorterie criminali delle regioni confinanti, specialmente dei clan calabresi e pugliesi nella fascia ionica;

    le attività criminali maggiormente presenti sono il racket delle estorsioni, in particolare nei confronti delle imprese ortofrutticole che rappresentano il traino dell'intera economia locale, gli incendi dolosi al fine di intimidire la popolazione e gli imprenditori, le rapine, lo spaccio di droga e diversi tentati omicidi, tutti caratterizzati dall'utilizzo di metodi mafiosi;

    il crescente sviluppo turistico e agroalimentare del metapontino rappresenta un fattore di forte interesse per la criminalità organizzata autoctona e per le mafie extraregionali;

    si registrano quindi pesanti tentativi di infiltrazione in questi settori economici, attraverso condotte di corruttela verso politici, funzionari pubblici ed imprenditori compiacenti e anche con azioni intimidatorie, quali i numerosi incendi dolosi ai danni di imprenditori agricoli;

    l'intera fascia ionica lucana da tempo costituisce terra di transito per i traffici delle cosce calabresi e pugliesi, sia nel settore degli stupefacenti che in quello delle armi, oltre ad essere un'importante piazza di spaccio per le due grandi organizzazioni criminali;

    queste organizzazioni si infiltrano nella pubblica amministrazione e nelle istituzioni, sono dedite a traffico di droga, riciclaggio di denaro, traffico di armi, estorsione, usura, racket, affidamento illegale di appalti pubblici e privati, contrabbando, contraffazione, ricettazione, furto, rapina, frode, truffa, traffico di essere umani, immigrazione illegale, prostituzione, evasione fiscale, gioco d'azzardo, gestione e smaltimento illegale di rifiuti, anche tossici, sequestro di persona, corruzione, omicidio;

    la vita quotidiana degli abitanti e degli imprenditori della fascia ionica lucana è considerevolmente peggiorata negli ultimi anni e si è diffusa una fondata percezione di insicurezza e di minaccia incombente;

    una sezione della direzione investigativa antimafia nel metapontino potrebbe rivelarsi decisiva nella lotta alla criminalità organizzata, grazie alla posizione strategica potrebbe coprire tutto l'arco dell'alto ionio calabrese fino alla città di Taranto,

impegna il Governo:

   ad adottare le iniziative di competenza per attivare presso uno dei comuni del metapontino una sezione operativa della direzione investigativa antimafia, al fine di presidiare tutta la fascia ionica e tutelare maggiormente cittadini e imprenditori dai rischi derivanti dalle attività criminali in aumento;

   a potenziare l'organico delle forze dell'ordine sul territorio, a supporto dell'attività di indagine e di prevenzione e repressione dei fatti criminali descritti in premessa.
(7-00414) «Gebhard, Rospi».


   La VII Commissione,

   premesso che:

    il «Bonus Cultura» o «18App» è un voucher di 500 euro per l'acquisto di «prodotti culturali» destinato ai giovani che compiono 18 anni, inserito per la prima volta nella legge di stabilità 2016 come messaggio educativo rivolto ai ragazzi: «I 18enni sono un simbolo – dichiarò il Presidente del Consiglio dei ministri pro tempore Matteo Renzi il 1° dicembre 2015 – Vorrei che andassero a teatro. Diamo loro un messaggio educativo come Stato, quello che le mostre sono un valore bello. Diciamo ai ragazzi che sono cittadini e non solo consumatori»;

    il bonus è una iniziativa a cura del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e della Presidenza del Consiglio dei ministri e permette ai neodiciottenni di usufruire di attività culturali quali cinema, musica, concerti, eventi culturali, libri, musei, monumenti e parchi, teatro e danza, corsi di musica, di teatro o di lingua straniera; a tali possibilità, dal 2020, è stata aggiunta anche quella di abbonarsi ai quotidiani;

    con il cosiddetto decreto Scuola la possibilità di avvalersi del bonus è stata estesa anche ai neodiciottenni extracomunitari con regolare permesso di soggiorno;

    come dimostrano i dati forniti dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo l'esperienza del bonus è stata molto positiva: la percentuale di adesione è infatti andata aumentando di anno in anno. Nella prima edizione i ragazzi che hanno aderito all'iniziativa sono stati 356.273, nella seconda 416.799 e nella terza di 429.739 su una platea complessiva di circa 500.000 potenziali beneficiari;

    nella classifica dei settori di spesa, in testa si piazzano i libri, con oltre 130 milioni di euro, in seconda posizione i concerti, con 26,8 milioni di euro e in terza posizione, la musica, con quasi 20 milioni, segue il cinema con oltre 16 milioni di euro. A grande distanza la formazione (2,4 milioni), teatro e danza (1,6 milioni), eventi culturali (0,6 milioni) e musei (0,4 milioni);

    come confermano anche i dati 2019, i ragazzi hanno ben compreso l'utilità dello strumento: oltre il 70 per cento è stato speso per l'acquisto di libri e ben 430 mila neo 18enni, ovvero l'85 per cento, ha attivato lo strumento e lo ha utilizzato nei 6.400 esercizi convenzionati. Uno strumento utile per i ragazzi, le famiglie ma anche per gli esercizi commerciali e tutta la filiera che si occupa di cultura, editoria, musei, spettacoli dal vivo e teatro. Nei precedenti tre anni la cifra destinata al bonus è stata di 240 milioni l'anno per una platea di circa 500 mila ragazzi;

    come confermato da risposta ad una interrogazione del 16 ottobre 2019 il Governo si è impegnato a recuperare anche per il 2020 la stessa cifra degli anni precedenti: «il Ministro Franceschini, lo scorso 1° ottobre, nell'ambito delle proposte avanzate per la manovra di bilancio, ha chiesto di confermare la misura del bonus cultura, rendendola permanente»;

    dai dati diffusi da Unioncamere e Fondazione Symbola nel rapporto 2014, le imprese del sistema produttivo culturale valgono il 7 per cento del totale e producono il 5,4 per cento della ricchezza prodotta in Italia con un valore di 75 miliardi di euro. Un settore che ha un effetto moltiplicatore sul resto dell'economia. Le imprese del sistema produttivo culturale occupano quasi un milione e mezzo di persone,

impegna il Governo:

   ad adottare iniziative per confermare la misura del bonus cultura di 500 euro per i giovani neodiciottenni, rendendola permanente;

   ad adottare iniziative volte a prevedere nel più breve tempo possibile l'utilizzo della «18App» anche per l'acquisto delle versioni premium dei quotidiani digitali;

   a «sbloccare» il bonus per i nati nel 2001 con i necessari decreti attuativi e prevedere la stessa possibilità anche per i nati nel 2002.
(7-00412) «Toccafondi».


   La XI Commissione,

   premesso che:

    il 12 febbraio 2020, si è appreso del fallimento del piano di rilancio di Air Italy: 230 milioni di perdite accumulate nel 2019, a fronte di appena 330 milioni di euro di ricavi. Pertanto, la compagnia aerea andrà in liquidazione e i velivoli opereranno fino al 25 febbraio 2020;

    l'azionista AQA Holding (51 per cento Alisarda, 49 per cento Qatar Airways) ha, infatti, respinto l'ipotesi di ricapitalizzare la società. In particolare, a quanto è dato sapere, dopo una assemblea, la AQA Holding non ha accettato la proposta del presidente Roberto Spada che suggeriva di effettuare un nuovo aumento di capitale e si è, quindi, decisa la messa in liquidazione in bonis della compagnia con l'impegno di garantire i pagamenti a fornitori e dipendenti;

    Alisarda, successivamente, ha evidenziato, che entrambi gli azionisti ritenevano non sussistenti concrete prospettive di miglioramento della compagnia per il futuro, sicché procedere alla liquidazione è apparsa la decisione migliore per difendere gli stakeholder;

    sembra, dunque, che siano già operativi due commissari liquidatori e che il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli, li abbia convocati al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;

    la gravissima decisione assunta coinvolge, innanzitutto, i 1.500 lavoratori, dipendenti della compagnia: 980 operativi a Malpensa, 520 operativi invece a Olbia; a cui vanno aggiunte circa 500 persone occupate nell'indotto;

    vi è, dunque, grande preoccupazione per le ricadute sociali della crisi e i lavoratori invocano un intervento del Governo, affinché salvi i posti di lavoro;

    ebbene, è assurdo che due anni fa veniva prospettato un grande piano di rilancio per Air Italy e adesso la stessa è costretta ad andare in liquidazione. Vi sono delle evidenti responsabilità manageriali, per la fine di una compagnia che avrà delle gravi ripercussioni per i lavoratori, per i territori interessati e per le migliaia di viaggiatori che hanno acquistato i biglietti prima della dichiarata crisi;

    la priorità è quella di tutelare i lavoratori che rischiano il posto di lavoro con le inevitabili conseguenze anche per le loro famiglie,

impegna il Governo

ad istituire un tavolo negoziale tra le parti sociali e la proprietà aziendale, affinché sia adottata ogni iniziativa utile e necessaria per tutelare i 1.500 lavoratori della Air Italy, anche in termini di spettanze lavorative e di ammortizzatori sociali.
(7-00413) «Rizzetto, Rampelli, Bucalo, Ferro, Montaruli, Trancassini».

ATTI DI CONTROLLO

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   LA MARCA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   sul sito web del consolato generale di Toronto è comparsa la notizia che dal 1° marzo 2020 la cancelleria notarile finora operante presso il medesimo consolato non svolgerà più il suo servizio e che i connazionali che debbano rinnovare il passaporto lo potranno fare solo prenotandosi per via elettronica;

   della decisione, a quanto risulta, non sarebbe stato informato il locale Comites che avrebbe potuto offrire elementi di valutazione sulle ripercussioni che essa potrà avere sulla locale comunità e sugli stessi interessi del nostro Paese a non appesantire di ostacoli burocratici, come nel caso dei passaporti, anche in vista dell'intenso movimento con l'Italia soprattutto nel periodo estivo;

   si ricorda che la comunità italo-canadese presente nella circoscrizione consolare di Toronto è una delle più importanti e numerose del Nord America, con una larga fascia di anziani e per altro dispersa in un territorio di ampie dimensioni;

   la prenotazione telematica presenta notevoli difficoltà proprio per la fascia di connazionali più anziani, meno avvezza all'uso di strumenti telematici;

   si registrano, inoltre, lamentele e riserve provenienti da aree decentrate, come quella di Thunder Bay, per la regola che sarebbe stata posta di doversi recare presso la sede del consolato generale per il disbrigo delle pratiche inerenti al passaporto, con spostamenti che risulterebbero onerosi e limitativi dei tempi di lavoro –:

   quali siano le obiettive ragioni di tali decisioni e se non ritenga di intervenire per fare in modo che esse possano essere riconsiderate con urgenza, in modo da non rendere ancora più complesso il rapporto di cittadini italiani della circoscrizione consolare di Toronto con la pubblica amministrazione e non frenare i flussi di mobilità intercorrenti con l'Italia.
(5-03609)

Interrogazione a risposta scritta:


   BIGNAMI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   Patrick George Zaky è uno studente egiziano che sta seguendo un master sugli studi di genere presso l'Università di Bologna e collabora, in Egitto, con una organizzazione per i diritti umani, la «Egypitian Iniziative for Personal Rights». Il 7 febbraio 2020, Zaky è stato arrestato senza apparenti motivi, all'arrivo al Cairo, dove era atterrato per una breve vacanza in famiglia;

   di lui si sono perse le tracce per quasi 24 ore, per poi apprendere che per lui erano stati disposti 15 giorni di detenzione, dopo aver subito un durissimo interrogatorio di oltre 30 ore, anche con torture. Zaky avrebbe chiesto di essere visitato da un medico legale per mettere agli atti le tracce delle torture. I suoi genitori riferiscono di minacce, colpi allo stomaco e alla schiena e scosse elettriche;

   da sabato 8 febbraio 2020 il giovane si trova in una camera di sicurezza del commissariato di polizia Mansoura-2, a 120 chilometri dal Cairo. Il periodo di 15 giorni di detenzione, che ufficialmente serve per permettere lo svolgimento delle indagini, può essere rinnovato più e più volte. Amnesty ha fatto sapere che alcune persone, con questo metodo, sono detenute in Egitto da oltre tre anni;

   quanto accaduto, anche alla luce dei tristi fatti legati al ricercatore Giulio Regeni, deve indurre immediatamente le istituzioni ad approfondire la vicenda e a pretendere chiarezza dal Governo egiziano. È inaccettabile, grave e intollerabile che un Governo agisca in questo modo e in palese violazione dei diritti umani;

   il nostro Paese avrebbe chiesto l'inserimento del caso all'interno del meccanismo di «monitoraggio processuale» coordinato dalla delegazione dell'Unione europea in loco che consente ai funzionari delle ambasciate dell'Unione europea di monitorare l'evoluzione del processo e presenziare alle udienze –:

   quali ulteriori iniziative di competenza si intendano assumere affinché lo studente Patrick George Zaky venga liberato e possa dunque ritornare in Italia per terminare gli studi presso l'Università di Bologna.
(4-04750)

DIFESA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   DEIDDA. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   dal 9 dicembre 2019, presso la scuola allievi carabinieri di Iglesias, sono iniziate le operazioni di incorporamento dei nuovi allievi che si apprestano, così, ad iniziare il 139° corso formativo per carabinieri effettivi;

   la «caserma Trieste», così denominata dal 1943, rappresenta un'importante testimonianza della presenza dei carabinieri in Sardegna e, in particolare, nell'Iglesiente e nel Sulcis, essendo stata a lungo l'unico grande presidio dei carabinieri in città e la cui presenza è sempre stata richiesta dalla popolazione, anche al fine di contrastare i fenomeni di brigantaggio dell'epoca;

   la caserma in questione, negli anni, è stata sede di tantissimi corsi per i militari di leva e anche oggi, pur vigente la sospensione del servizio militare, prosegue, in modo esemplare, nell'attività di formazione dei futuri carabinieri;

   la citata caserma rappresenta un punto di riferimento per l'intera cittadinanza, tanto da essere inserita nei luoghi da visitare nelle giornate dedicate ai monumenti, oltre che meta estremamente gradita per le celebrazioni del 4 novembre;

   negli anni sono state apportate diverse migliorie al fine di accrescere il benessere degli allievi carabinieri, con particolare riferimento agli alloggi, che hanno visto una riduzione dei posti letto per stanza e la modernizzazione degli arredi e dei servizi;

   nonostante i suindicati interventi, da tempo, la caserma necessita di ulteriori interventi, in particolare negli altri locali dedicati agli alloggi, al fine di adeguarli ai nuovi, suddetti standard abitativi e, da tempo, sono stati elaborati i relativi progetti, con la quantificazione delle spese, per le quali è pure prevista la compartecipazione della regione Sardegna e degli enti locali interessati;

   appare necessario procedere al completamento dei citati lavori di ristrutturazione, anche al fine di offrire un importante segnale di vicinanza non solo ai futuri carabinieri, ma a tutta la cittadinanza –:

   se sia a conoscenza dei fatti sopra esposti e quali iniziative di competenza intenda assumere al fine di garantire i necessari finanziamenti per il completamento della ristrutturazione della caserma Trieste di Iglesias.
(5-03610)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta immediata:


   MOLINARI, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BITONCI, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, CLAUDIO BORGHI, BUBISUTTI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CAPITANIO, CASTIELLO, VANESSA CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, CESTARI, COIN, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DONINA, DURIGON, FANTUZ, FERRARI, FOGLIANI, LORENZO FONTANA, FORMENTINI, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GALLI, GARAVAGLIA, GASTALDI, GAVA, GERARDI, GIACCONE, GIACOMETTI, GIGLIO VIGNA, GIORGETTI, GOBBATO, GOLINELLI, GRIMOLDI, GUIDESI, GUSMEROLI, IEZZI, INVERNIZZI, LATINI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LOCATELLI, LOLINI, EVA LORENZONI, LOSS, LUCCHINI, MACCANTI, MAGGIONI, MANZATO, MARCHETTI, MATURI, MINARDO, MOLTENI, MORELLI, MORRONE, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATELLI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, PICCHI, PICCOLO, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RIBOLLA, RIXI, SALTAMARTINI, SASSO, STEFANI, SUTTO, TARANTINO, TATEO, TIRAMANI, TOCCALINI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, VINCI, VIVIANI, RAFFAELE VOLPI, ZICCHIERI, ZIELLO, ZOFFILI e ZORDAN. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   sono prossimi al rinnovo i consigli di amministrazione ed i collegi sindacali delle più importanti società direttamente ed indirettamente partecipate dal Ministero dell'economia e delle finanze, tra cui Invitalia, Consip, Enav, Enel, Eni, Leonardo, Poste italiane, Monte dei Paschi di Siena, Fintecna, Terna, Anas, Rete ferroviaria italiana, Gestore dei mercati energetici;

   si rende, quindi, necessario, selezionare soggetti dotati di idonee doti manageriali in relazione alla natura fortemente tecnica che caratterizza l'azione e le finalità di tali società;

   il bagaglio tecnico ed esperienziale è tanto più importante in ragione del carattere strategico di tali asset, che giustifica il mantenimento della partecipazione pubblica secondo le norme del decreto legislativo n. 175 del 2016;

   la predeterminazione dei criteri e delle modalità di nomina è disciplinata dalla direttiva ministeriale del 24 giugno 2013 e dalla direttiva del 16 marzo 2017, resasi necessaria a fronte delle innovazioni recate dal decreto legislativo n. 175 del 2016 in materia di organi delle società pubbliche e dal decreto legislativo n. 97 del 2016 in ordine agli obblighi di trasparenza in capo alle amministrazioni;

   la direttiva del 2017 stabilisce che il dipartimento del tesoro (nella veste di organo investito delle competenze concernenti l'esercizio dei diritti dell'azionista) si avvalga «del supporto di una o più società specializzate nella ricerca e selezione di top manager, principalmente per la messa a disposizione di data base di profili manageriali nonché per l'attività di assessment e comparazione delle competenze necessarie a ricoprire la carica»;

   tali società, cosiddette head hunters, concorrono «allo svolgimento di un'istruttoria di carattere qualitativo e attitudinale al fine di individuare potenziali candidati alla carica»;

   nell'ambito dell'ultima «tornata di nomine», la selezione delle società cosiddette head hunters, ai sensi dell'articolo 36, comma 2, lettera a), del decreto legislativo n. 50 del 2016, è stata avviata il 6 febbraio 2017 mediante invito a presentare un'offerta indirizzato ad operatori previamente individuati;

   si presume, quindi, che si intenda procedere in ossequio alla direttiva del 16 marzo 2017 con la selezione di società cosiddette head hunters qualificate e che sia già stato avviato il procedimento di selezione –:

   quali criteri dovranno osservare le società cosiddette head hunters nello svolgimento della propria attività e quali atti di indirizzo siano stati adottati o si intenda adottare nei confronti delle società selezionate.
(3-01317)

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   GEBHARD. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   in base all'articolo 2 del decreto legislativo 5 agosto 2015, n. 127 – Trasmissione telematica delle operazioni Iva e di controllo delle cessioni di beni effettuate attraverso distributori automatici, in attuazione dell'articolo 9, comma 1, lettere d) e g), della legge 11 marzo 2014, n. 23, a decorrere dal 1° gennaio 2020, i soggetti che effettuano commercio al minuto e attività assimilate memorizzano elettronicamente e trasmettono telematicamente all'Agenzia delle entrate i dati relativi ai corrispettivi giornalieri;

   l'Agenzia delle entrate, con la risposta all'interpello n. 159 del 27 maggio 2019, ha chiarito che il servizio mensa offerto ai dipendenti, quantitativamente marginale, non è soggetto all'obbligo di memorizzazione e invio telematico dei corrispettivi giornalieri;

   in gran parte delle strutture ricettive e delle attività di ristorazione è prassi offrire servizio di vitto/alloggio ai propri collaboratori: detto servizio viene addebitato al collaboratore in busta paga per un importo forfettario, definito e determinato dal contratto collettivo;

   tale importo va assoggettato all'aliquota Iva del 4 per cento e contabilizzato nei «ricavi per corrispettivi»;

   attualmente agli esercenti le attività ricettive e di ristorazione non è stato chiarito se il predetto addebito sia soggetto all'obbligo di memorizzazione e invio telematico dei corrispettivi giornalieri oppure rientri, per analogia, nell'esenzione generalizzata del servizio mensa offerto ai dipendenti –:

   quale sia la corretta procedura da seguire rispetto a quanto esposto in premessa.
(5-03611)


   BORDO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   come riportato dai principali organi di stampa, sarebbero almeno 634 i dipendenti Rai in trasferta, nei giorni scorsi, al festival di Sanremo;

   tale partecipazione sarebbe numericamente molto superiore a quella del 2019, considerata anche la presenza di familiari e collaboratori di staff;

   i precedenti management Rai, al contrario, optavano per poche trasferte e in genere giornaliere;

   alcuni organi di stampa hanno pubblicato la notizia secondo la quale i consiglieri di amministrazione della Rai, Rita Borioni e Riccardo Laganà, avrebbero preventivamente richiesto al Presidente Foa e all'amministratore delegato Salini l'elenco dettagliato delle trasferte aziendali previste in occasione del Festival di Sanremo e i relativi costi. Richiesta che, a tutt'oggi, sembrerebbe non aver avuto ancora risposta; il collegio sindacale del servizio pubblico, composto da un ispettore capo della ragioneria generale dello Stato, in qualità di presidente, e da due alti funzionari del tesoro, avrebbe già chiesto all'amministratore delegato Fabrizio Salini di presentare, al prossimo consiglio di amministrazione in calendario il 21 febbraio 2020 una relazione dettagliata per sapere quante persone sono partite alla volta del Festival, quanto tempo sono rimaste, il motivo della trasferta e chi ha coperto le spese di viaggio e di soggiorno;

   è ormai noto a tutti che la televisione di Stato prevede una perdita per 65 milioni di euro nel 2020;

   appare urgente intervenire al fine di tutelare la Rai, considerata la più grande azienda culturale del Paese, i dipendenti e il servizio pubblico –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e, in tal caso, se non ritenga urgente, per quanto di competenza, adottare iniziative, anche alla luce dei criteri di efficienza e di economicità previsti dal contratto di servizio, in relazione alle spese effettuate per le trasferte dei dipendenti Rai al festival di Sanremo.
(5-03614)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta scritta:


   FERRO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   lascia attoniti la notizia della scarcerazione di cinque persone condannate nel «troncone» del processo contro la cosca Mancuso, perché il giudice per l'udienza preliminare non ha ancora depositato le motivazioni della sentenza nei confronti dei 31 imputati;

   in particolare, secondo quanto ricostruito dal Fatto Quotidiano, il processo «Costa Pulita», che si è celebrato con rito abbreviato, si è concluso il 31 luglio 2018, un anno e mezzo fa, ma da allora il giudice per l'udienza preliminare di Catanzaro non sarebbe riuscito a scrivere le motivazioni della sentenza con cui aveva condannato, tra gli altri, i vertici della famiglia mafiosa di Limbadi e i boss delle cosche alleate arrestati nell'aprile 2016;

   su richiesta degli avvocati, lo stesso giudice distrettuale ha, quindi, dovuto disporre l'immediata scarcerazione degli imputati per decorrenza dei termini: Pasquale Prossomariti, Giancarlo Lo Iacono e i presunti boss Leonardo Melluso e Carmine il Grande ora risultano sottoposti al solo divieto di dimora, mentre Salvatore Muzzopappa ha lasciato gli arresti domiciliari;

   i cinque imputati erano stati tutti condannati per gravi reati di stampo mafioso: Muzzopappa, condannato a 6 anni di reclusione per concorso esterno con la ’ndrangheta, secondo quanto emerso dall'inchiesta della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, aveva il compito di controllare e bonificare il «bar Tony» da eventuali microspie dove il boss Pantaleone Mancuso, detto «Luni Scarpuni», incontrava gli uomini del clan; Pasquale Prossomariti, invece, si occupava dei messaggi inviati al boss per la zona di Tropea e Ricadi, alcuni dei quali riguardavano anche estorsioni ad alcuni imprenditori campani. Compito simile aveva Giancarlo Lo Iacono, accusato anche di detenzione di armi; mentre Leonardo Melluso era il «co-reggente» dell'organizzazione mafiosa e avrebbe partecipato ad un summit di ’ndrangheta; Carmine il Grande era «colpevole» di alcune intimidazioni ed estorsioni ad aziende che godevano della protezione della famiglia Mancuso;

   Carmine il Grande viene definito «esponente di spicco dell'omonima consorteria criminale operante su Parghelia»;

   Prossomariti era stato condannato a 7 anni di carcere, Lo Iacono a 8, Melluso e Carmine il Grande a 10 anni e oggi sono liberi, in attesa del processo di appello, che, però, non può essere fissato se non vengono depositati la sentenza di primo grado e gli eventuali ricorsi degli imputati e della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro;

   un anno e mezzo di tempo non è bastato al giudice per depositare le motivazioni della sentenza di primo grado di uno dei principali processi per mafia celebrato nel distretto giudiziario di Catanzaro e che ha inferto un duro colpo ai clan del Vibonese;

   il 31 gennaio scadrà il termine massimo di custodia cautelare in carcere per tutti gli altri imputati detenuti –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei gravissimi fatti esposti in premessa e se intenda adottare urgenti iniziative ispettive di competenza in relazione alla richiamata situazione.
(4-04756)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta immediata:


   TASSO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il maltempo, che qualche settimana fa ha investito la provincia di Foggia, ha causato ingenti danni nel piccolo porto delle Isole Tremiti – dove si è verificato l'affondamento di quattro imbarcazioni da lavoro – e messo a rischio tutti i mezzi rimasti in acqua: da quelli destinati alla pesca a quelli di soccorso, di polizia, di protezione civile o di naviganti in transito nelle isole;

   nel porto commerciale di Manfredonia, invece, a fine novembre 2019, il disastro è stato evitato in extremis, perché, avvertiti per tempo della burrasca in arrivo, oltre cinquanta pescherecci hanno abbandonato gli ormeggi assegnati trovando riparo nell'adiacente porto turistico «Marina del Gargano»;

   questi avvenimenti hanno portato drammaticamente alla ribalta due questioni estremamente critiche: le Isole Tremiti non possiedono un porto che possa dirsi tale, mentre Manfredonia ha un porto assolutamente insicuro, che ospita la seconda flotta peschereccia d'Italia come numero di imbarcazioni;

   per ciò che riguarda le Isole Tremiti, la mancanza di una struttura portuale, seppur minima – almeno ottanta posti –, decreterebbe la «morte» dell'unico arcipelago del Mar Adriatico, vero e proprio angolo di paradiso, intatto e ricco di bellezze naturalistiche;

   in inverno, i residenti non avrebbero le condizioni minime per poter svolgere le attività del mare, unica risorsa vitale disponibile, mentre in estate la mancanza di un approdo sicuro scoraggerebbe chi desidera abbinare la bellezza dei luoghi al piacere della navigazione. Elementi che potrebbero essere ritrovati nelle località al di là dell'Adriatico;

   a Manfredonia il problema della sicurezza portuale si aggiunge ai tanti altri che condizionano le attività di pesca, fondamentale risorsa economica di un territorio difficile. Quello del porto sicuro è un'incognita che si trascina da decenni e, oggi come allora, si ripropone – determinante e necessario – l'allungamento del molo di levante, nel porto commerciale, di almeno duecento metri, per evitare che il moto ondoso, sospinto dai venti meridionali, penetri nel bacino portuale creando situazioni di pericolo per i pescherecci –:

   se, a seguito di quanto illustrato, vi sia l'intenzione di attuare iniziative di carattere infrastrutturale, considerando che gli investimenti per migliorare le condizioni lavorative e di sicurezza, sia delle Isole Tremiti quanto di Manfredonia, significherebbero anche maggiori entrate per lo Stato, oltreché dare un segno di attenzione ad un territorio che, oggi più che mai, ha bisogno di sentire la presenza forte, giusta e di sostegno imprenditoriale delle istituzioni.
(3-01318)


   STUMPO, FORNARO e MURONI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   l'annuale rapporto «Pendolaria», redatto da Legambiente, consegna una fotografia del trasporto ferroviario in chiaro/scuro;

   nonostante siano passati dieci anni dell'avvio dell'alta velocità, l'Italia, pur con segnali di miglioramento, presenta profonde differenze territoriali con il Meridione che appare in continua emergenza e con segnali persino ulteriormente negativi, con i trasporti come unico settore che ha visto crescere le emissioni dal 1990;

   sono 5,7 milioni di pendolari che quotidianamente viaggiano su metro e treni regionali, un dato positivo che evidenzia come dove ci sono investimenti questi danno risultati, ma «Pendolaria 2020» segnala come sulla cura del ferro persistono ritardi e, in particolare, si registrano ancora troppe differenze tra le regioni del Paese, con un quadro di assoluta insufficienza al Sud;

   è necessario che il trasporto pubblico locale e, in particolare, quello su ferro, specie al Sud e nelle aree urbane, sia effettivamente una priorità per il green deal;

   dati positivi vedono: un aumento del 51 per cento dei passeggeri di Trenitalia sull'alta velocità, passati da 6,5 milioni del 2008 a 40 milioni nel 2018; un aumento dell'8,2 per cento dei passeggeri dei treni regionali, rispetto al 2010, e dei passeggeri delle metropolitane del 2,4 per cento;

   si segnala come negativa la situazione: in Campania, dove tornano a calare i passeggeri, da 467 mila a 262 mila; in Molise con il –11 per cento di passeggeri; in Basilicata, dove il calo di passeggeri arriva addirittura al 34 per cento; in Calabria dove si viaggia su pochi treni vecchi, l'alta velocità Salerno-Reggio Calabria è lontana;

   la dotazione di linee metropolitane si ferma a 247,2 chilometri nelle 7 città interessate in cui vivono circa 15 milioni di persone, lontani dai valori della Germania (649,8 chilometri) e della Spagna (609,7 chilometri). Il totale di chilometri di metropolitane italiane è inferiore o uguale a quello di singole città come Madrid (291,3 chilometri);

   al Sud i treni hanno un'età media di 19,3 anni rispetto ai 12,5 anni del Nord, addirittura con riduzioni di intercity e regionali, mentre persistono ancora linee in larga parte a binario unico e non elettrificate –:

   quali siano i programmi e le iniziative di competenza che intenda assumere affinché siano superati i ritardi ancora registrati tra il Sud e il Nord del Paese, assumendo il trasporto su ferro come una priorità, anche nell'ottica del green deal, in quanto migliora la qualità della vita per i cittadini e contrasta efficacemente l'inquinamento nelle città.
(3-01319)


   MARINO, SCAGLIUSI, CABRAS, CADEDDU, CORDA, DEIANA, ALBERTO MANCA, SCANU e VALLASCAS. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   come noto, l'assemblea degli azionisti di Air Italy s.p.a. (Alisarda per il 51 per cento, Qatar airways per il 49 per cento, tramite Aqa holding), a fronte delle ripetute perdite e delle persistenti condizioni negative di mercato e di settore, ha deciso di mettere Air Italy in liquidazione inbonis (liquidazione volontaria), ponendo a repentaglio 1.450 posti di lavoro, nonché i collegamenti aerei in regime di continuità territoriale da e per la Sardegna;

   contestualmente alla messa in liquidazione in bonis è stato annunciato il fermo tecnico dei voli a partire dal 25 febbraio 2020. Questa decisione comporta un'automatica e consequenziale interruzione degli obblighi derivanti dall'assunzione degli oneri di servizio pubblico sui collegamenti operati da Air Italy da Fiumicino a Olbia e da Linate a Olbia;

   sebbene Air Italy abbia garantito la copertura dei voli fino a scadenza naturale dell'attuale regime di continuità, attualmente è impossibile prenotare e dunque volare sulle tratte operate dalla compagnia che ha cessato su Olbia ogni attività dal 3 febbraio 2020, giorno di chiusura dello scalo per motivi tecnici legati all'ampliamento della pista;

   il nuovo progetto di continuità territoriale, presentato dalla regione Sardegna alla fine del 2019 e al momento oggetto di approfondimenti con la Commissione europea, non consentirebbe di garantire i collegamenti da e per l'isola in tempi utili;

   articoli di stampa evidenziano la possibilità di una proroga tecnica del vecchio bando, che consentirebbe di garantire il rispetto della libera mobilità da e per la Sardegna;

   secondo quanto disposto dall'articolo 16, comma 12, del regolamento (CE) n. 1008/2008, «in caso di improvvisa interruzione del servizio da parte del vettore aereo comunitario selezionato a norma dell'articolo 17, lo Stato membro interessato può, in caso di emergenza, selezionare di comune accordo un vettore aereo comunitario differente che si assuma l'onere di servizio pubblico per un periodo massimo di sette mesi, non rinnovabile»;

   è necessario assumere iniziative urgenti per la tutela del lavoro, per la tutela della dignità di migliaia di famiglie, nonché per garantire il diritto alla mobilità da e per la Sardegna –:

   quali iniziative di competenza intenda porre in essere al fine di scongiurare la crisi del vettore di cui in premessa che, per la Sardegna, garantisce una quota rilevante dei collegamenti in regime di continuità territoriale.
(3-01320)


   GARIGLIO, BRUNO BOSSIO, CANTINI, GIACOMELLI, PIZZETTI, ANDREA ROMANO, GAVINO MANCA, FRAILIS, MURA, GRIBAUDO, ENRICO BORGHI e FIANO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il 12 febbraio 2020 gli azionisti di Air Italy, Alisarda e Qatar airways attraverso Aqa holding, «a causa delle persistenti e strutturali condizioni di difficoltà del mercato» hanno deciso all'unanimità di mettere la società Air Italy in liquidazione inbonis;

   la compagnia aerea, nata dalle ceneri della società Meridiana, ha il 49 per cento delle quote in mano a Qatar airways, colosso dei trasporti aerei con 30 milioni di passeggeri l'anno, e il rimanente 51 per cento in mano a Alisarda, il gruppo industriale che detiene anche la maggioranza delle azioni dell'aeroporto di Olbia;

   ora, a seguito dell'avvio delle procedure di liquidazione, rischiano il posto di lavoro i 1.450 dipendenti di Air Italy che lavorano tra Olbia e Milano Malpensa, anche se la società ha manifestato la propria volontà di trovare soluzioni per il mantenimento del maggior numero possibile dei dipendenti;

   i lavoratori di Air Italy, dopo il licenziamento, si troveranno in uno stato di disoccupazione involontaria e sembra che sia da considerarsi esclusa per loro la possibilità di poter usufruire del trattamento straordinario di integrazione salariale previsto in caso di crisi aziendali;

   la società ha dichiarato «di volersi impegnare ad esplorare la strada della cessione del ramo d'azienda per cercare di salvaguardare il più possibile i lavoratori» (...) «confermando l'intenzione di adottare tutte le misure possibili di sostegno al reddito, compatibili a norma di legge con la procedura di liquidazione stessa»;

   sulla vicenda, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha convocato i sindacati, la regione Sardegna e la regione Lombardia e ha scritto ai liquidatori per formalizzare l'urgente richiesta di cambio della procedura, dal momento che la liquidazione danneggia pesantemente i lavoratori e mette a repentaglio la garanzia dei collegamenti della Sardegna –:

   quali iniziative urgenti intenda adottare per risolvere la situazione di crisi del trasporto aereo della regione Sardegna ed evitare la procedura di liquidazione annunciata dalla società Air Italy, garantendo la continuità territoriale e gli attuali livelli occupazionali.
(3-01321)


   CAPPELLACCI e GELMINI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la continuità territoriale aerea per la Sardegna, già drasticamente ridotta dallo sconsiderato taglio nel 2014 delle cosiddette «rotte minori», rischia di essere cancellata del tutto a causa del mancato avvio della nuova disciplina per le rotte di Roma e Milano;

   attualmente la continuità territoriale è regolata dalla proroga del regime di imposizione di oneri di servizio pubblico, di cui al decreto ministeriale n. 61 del 2013 per gli aeroporti di Cagliari e Alghero;

   per quanto riguarda l'aeroporto di Olbia la continuità è regolata dal decreto ministeriale n. 367 del 2018 e dal decreto ministeriale n. 140 dell'11 aprile 2019, in seguito all'accettazione degli oneri si servizio senza compensazione da parte di Air Italy;

   tali accorgimenti si sono resi necessari in seguito al mancato varo della nuova continuità territoriale alla scadenza di quella entrata in vigore nell'ottobre del 2013;

   le disposizioni vigenti scadranno il 16 aprile 2020;

   a tale quadro si è aggiunta la resistenza dell'Unione europea riguardo ad alcuni profili della nuova continuità territoriale: in particolare, con nota protocollo n. 2494348 del 1° aprile 2019, la Commissione europea ha richiesto e poi ottenuto dalle autorità italiane il ritiro dei bandi di gara relativamente ai collegamenti aerei onerati da e per gli scali di Cagliari e Alghero con gli scali di Roma Fiumicino e Milano Linate;

   l'Unione europea interpreta il concetto di «servizi minimi» restrittivamente e in contrasto con l'orientamento della stessa Commissione, considerato che un regime di oneri di servizio «minimi» dovrebbe garantire il diritto alla mobilità dei cittadini residenti, ma essere altresì orientato allo sviluppo economico-sociale della regione, come previsto dallo stesso articolo 16 del regolamento (CE) n. 1008/2008;

   la Regione autonoma della Sardegna ha già presentato al Governo a novembre 2019 un nuovo schema di decreto per poter avviare le trattative con l'Unione europea, necessarie ad avviare i bandi;

   la situazione è aggravata dalla messa in stato di liquidazione della compagnia Air Italy, che rappresenta una vera e propria catastrofe dal punto vista occupazionale, economico e sociale e che coinvolge circa 1.400 lavoratori –:

   se, anche alla luce della messa in stato di liquidazione della compagnia Air Italy, non intenda assumere con urgenza iniziative di competenza al fine di accelerare l'attivazione di un nuovo regime di continuità territoriale aerea da e per la Sardegna e per assicurare una copertura al periodo intercorrente tra la scadenza dell'attuale proroga e l'entrata in vigore della nuova continuità territoriale.
(3-01322)


   LOLLOBRIGIDA, MELONI, DEIDDA, ROTELLI, SILVESTRONI, ACQUAROLI, BALDINI, BELLUCCI, BIGNAMI, BUCALO, BUTTI, CAIATA, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, DELMASTRO DELLE VEDOVE, LUCA DE CARLO, DONZELLI, FERRO, FOTI, FRASSINETTI, GALANTINO, GEMMATO, LUCASELLI, MASCHIO, MANTOVANI, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, RIZZETTO, TRANCASSINI, VARCHI e ZUCCONI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   in data 11 febbraio 2020 l'assemblea degli azionisti di Air Italy (Alisarda e Qatar airways attraverso Aqa holding s.p.a.) ha deliberato la liquidazione in bonis della società in ragione delle persistenti e strutturali condizioni di difficoltà del mercato, come evidenziato nella nota diramata dalla società stessa;

   la compagnia Air Italy è operativa dal marzo dal 2018 ed è composta dal fondo Akfed, per il 51 per cento e per il 49 per cento dalla Qatar airways, strutturata come newco per rilevare la compagnia Meridiana allora in crisi, presso la quale era stata aperta una procedura di licenziamento per circa 1.500 lavoratori. Il nuovo progetto caratterizzato dal rilancio della società, con un ambizioso piano industriale, prevedeva l'acquisizione di una flotta di 50 velivoli e un importante piano assunzionale, anche nella prospettiva di offrire servizi per oltre 10 milioni di passeggeri da realizzarsi in un quinquennio;

   malgrado le premesse, il 2018, primo anno di attività della società, si è chiuso con una perdita complessiva di 164,18 milioni di euro, approdata a circa 300 milioni di euro a fine 2019, espressione di una crisi evidente per gestire la quale sarebbe stato necessario un piano industriale di rilancio della compagnia che prevedeva una disponibilità di liquidità di circa mezzo miliardo di euro nel prossimo biennio;

   stando alle informazioni diramate dalla stessa compagnia, la rottura tra Alisarda e Qatar airways si colloca proprio nel mancato accordo sul piano industriale;

   i circa 1.500 dipendenti, che hanno appreso della liquidazione attraverso i media, non risultano essere stati coinvolti, né informati delle decisioni e circa le future prospettive aziendali;

   lo stesso Ministro interrogato risulta aver lamentato il mancato coinvolgimento delle istituzioni circa gli esiti della vicenda;

   risulta agli interroganti che il 20 febbraio 2020 presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti siano state convocate le parti direttamente coinvolte, i vertici della società e le organizzazioni sindacali, oltre che le regioni interessate, Sardegna e Lombardia, nella prospettiva di individuare un percorso condiviso che consenta di gestire l'emergenza e individuare l'ipotesi di prosieguo dell'attività eventualmente da parte di uno dei soci –:

   se corrisponda al vero che il Ministro interrogato non sia stato informato circa le difficoltà della compagnia e circa gli scenari di crisi descritti in premessa e, in tal caso, come sia possibile che non ne abbia avuto alcuna percezione e quali urgenti iniziative intenda intraprendere al fine di tutelare la tenuta occupazionale della compagnia, nonché per garantire la salvaguardia dei collegamenti aerei, in particolare in ragione delle vigenti garanzie di continuità territoriale.
(3-01323)

INTERNO

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:

   il dipartimento della pubblica sicurezza, servizio di polizia stradale, in data 3 febbraio 2020 ha diramato una nota (prot.300/A/884/20/105/41) avente ad oggetto la pubblicità sui veicoli in comodato d'uso gratuito ad onlus o associazioni di volontariato;

   a fronte di un quesito posto dalla sezione polizia stradale di Sondrio, nella nota si risponde che l'attuale assetto normativo non consente di esporre messaggi pubblicitari per conto terzi a titolo oneroso sui veicoli acquisiti in comodato gratuito da parte di associazioni di volontariato per il trasporto di persone diversamente abili;

   la pubblicità sui veicoli è regolata a livello generale dall'articolo 23 del codice della strada e a livello specifico ed attuativo dall'articolo 57 del regolamento di esecuzione e attuazione del nuovo codice della strada;

   il comma 1 dell'articolo 57 consente l'apposizione di pubblicità non luminosa sui veicoli solo nel caso in cui questa non sia effettuata per conto terzi a titolo oneroso. Il secondo periodo del medesimo articolo specifica che sulle autovetture destinate ad uso privato è consentita solo l'apposizione del marchio e della ragione sociale della ditta cui appartiene il veicolo;

   va sottolineato che il legislatore ha già ritenuto di inserire nell'ordinamento vigente il principio che legittima l'apposizione di pubblicità per conto terzi su veicoli appartenenti ad organizzazioni non lucrative di utilità sociale, alle associazioni di volontariato e alle associazioni sportive dilettantistiche, con l'articolo 5, comma 4, della legge n. 120 del 2010, ma che tale principio non ha ancora trovato attuazione a dieci anni di distanza; dalla lettera del comma 1 dell'articolo 57, si evince un'interpretazione meno restrittiva di quella recata dalla circolare diramata dal dipartimento della pubblica sicurezza, servizio di polizia stradale;

   il primo periodo del comma fa riferimento al termine «veicoli», mentre il secondo periodo si riferisce alle autovetture, che a norma di quanto previsto dall'articolo 54, comma 1, lettera a), individua veicoli destinati al trasporto di persone aventi al massimo nove posti, compreso il conducente. Da ciò ne consegue che il legislatore abbia ritenuto di consentire l'apposizione di pubblicità su veicoli diversi dalle autovetture (dunque su veicoli da 9 posti in su) effettuata anche per conto terzi, purché a titolo gratuito;

   inoltre, sempre il secondo periodo dell'articolo 57 specifica che la limitazione da esso recata riguarda esclusivamente le autovetture ad uso privato. Il codice della strada, all'articolo 82, comma 5, fa rientrare nella categoria di veicolo ad uso terzi la locazione senza conducente. Da ciò ne consegue che un'autovettura immatricolata ad uso terzi e concessa in locazione senza conducente, ancorché in comodato gratuito, possa circolare con l'applicazione di pubblicità per conto terzi, purché a titolo gratuito;

   la circolazione di veicoli in comodato d'uso gratuito ad onlus e ad associazioni di volontariato che trasportano in particolare persone diversamente abili era consentito da tempo in via di fatto fino alla diramazione della circolare sopra riportata;

   tale circolare ha prodotto, inoltre, una situazione di grave difficoltà nel settore del volontariato e delle onlus, perché, alla luce dell'interpretazione estremamente restrittiva da essa recata in ordine al combinato disposto dell'articolo 23 del codice della strada e dell'articolo 57 del regolamento di attuazione del medesimo codice, ha posto di fatto moltissimi soggetti nell'impossibilità materiale di utilizzare i mezzi di trasporto normalmente impiegati, e corredati di pubblicità per conto terzi a titolo gratuito, per il trasporto dei propri associati o assistiti, con conseguente disagio per le persone diversamente abili che usufruivano del loro servizio di assistenza;

   molti soggetti del volontariato non hanno le risorse per l'acquisto di veicoli adatti alla propria attività e neppure per dotarsi di mezzi a titolo oneroso, al di fuori della formula del comodato gratuito –:

   se il Ministro interpellato sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e se, sempre alla luce di quanto riportato in ordine all'interpretazione delle disposizioni dell'articolo 57 del regolamento di attuazione del codice della strada, non si intenda adottare una nuova circolare volta ad ampliare, chiarire e maggiormente specificare l'interpretazione già fornita con la nota del 3 febbraio 2020.
(2-00648) «Versace, Aprea, Bagnasco, Anna Lisa Baroni, Casino, Cassinelli, Cortelazzo, Costa, Cristina, Dall'Osso, D'Attis, Labriola, Mandelli, Marrocco, Milanato, Mugnai, Novelli, Orsini, Palmieri, Pella, Pittalis, Ripani, Ruggieri, Elvira Savino, Siracusano, Sisto, Spena, Tartaglione, Maria Tripodi, Zanettin».

Interrogazione a risposta in Commissione:


   FASSINA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nel pomeriggio del 13 febbraio 2020, in concomitanza con il convegno su «Fascismo, Colonialismo, Foibe – L'uso politico della memoria per la manipolazione delle verità storiche», (organizzato da alcuni circoli Anpi di Torino e dal comitato Mamme in piazza per la libertà di dissenso), al campus Einaudi dell'università di Torino, con la presenza dell'attore e scrittore Moni Ovadia e del giornalista ed ex parlamentare Stojan Spetič, un gruppo aderenti al Fuan (Fronte universitario di azione nazionale) ha contestato lo svolgimento dell'iniziativa con un presidio e volantinaggio all'interno dell'università, rivolti anche contro questa per aver ospitato l'evento;

   l'incontro costituiva un momento di riflessione aperta sui tragici avvenimenti del confine italo-jugoslavo e sul dibattito emerso a seguito dell'introduzione della Giornata del Ricordo;

   un gruppo di studenti antifascisti, per garantire lo svolgimento dell'iniziativa, ha cercato di allontanarli dall'università, ma le forze dell'ordine, presenti in assetto antisommossa, sono intervenute con diverse cariche, a seguito delle quali alcuni giovani sono stati feriti e tre studenti arrestati e portati in serata al carcere delle Vallette;

   si tratta, purtroppo, dell'ennesimo episodio nel quale le forze dell'ordine intervengono verso dei manifestanti che si oppongono a chi si ispira, con slogan e simboli, al fascismo o come in questo caso tenta di strumentalizzare avvenimenti storici per sminuire o nascondere le responsabilità del regime fascista;

   la vicenda è ancora più grave poiché avvenuta all'interno di una università, luogo deputato all'approfondimento dei fatti storici e in un momento delicato in cui sono presenti evidenti tentativi di strumentalizzazione politica di vicende storiche nazionali ed europee rispetto alle quali da diverse parti si intenderebbe imporre una unica lettura. Come nel caso della distribuzione da parte della giunta regionale del Piemonte dell'opuscolo «Foiba rossa» in tutte le scuole della regione. Si tratterebbe inoltre, della stessa giunta regionale che, al contempo, si sarebbe appellata, a quanto consta all'interrogante, alla mancanza di fondi rispetto alla proposta di distribuire copie della Costituzione –:

   se la Ministra interrogata, per quanto di competenza, sia a conoscenza di quanto accaduto a Torino, e se intenda adottare iniziative, per quanto di competenza, per chiarire lo svolgimento dei fatti e le direttive impartite alle forze dell'ordine;

   quali iniziative intenda intraprendere, per quanto di competenza, affinché tale modus operandi delle forze dell'ordine non abbia a ripetersi e sia attentamente monitorata l'attività dei gruppi di estrema destra, tutelando la libertà di espressione e di riunione.
(5-03613)

Interrogazioni a risposta scritta:


   MORRONE, RAFFAELLI e TONELLI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   in seguito all'approvazione del piano di riorganizzazione dei presidi di polizia stradale sul territorio nazionale, in Emilia-Romagna sono prossimi alla chiusura diversi strategici distaccamenti come quelli di Casalecchio di Reno, Rocca San Casciano e Lugo;

   con riguardo a Rocca San Casciano e a Lugo, in particolare, l'Associazione sostenitori ed amici della polizia stradale (Asap) fa sapere che, all'esito dell'incontro che si è tenuto l'11 febbraio 2020 al Ministero, sembra essere confermata la chiusura dei due distaccamenti al più tardi entro due mesi, con importanti ricadute in termini occupazionali, dal momento che il personale dovrà essere trasferito ad altre sedi, e in termini di sicurezza stradale per tutto il territorio coinvolto;

   il Sindacato italiano unitario lavoratori di Polizia (Siulp) ha in particolare segnalato: che il reparto di Rocca San Casciano, per fare un esempio, formato da cinque unità, ha ottime performance in termini di sicurezza stradale, per il 2019, con 4.400 veicoli controllati, 5.127 persone controllate, 655 infrazioni al codice della strada rilevate, di cui 49 per guida in stato di ebbrezza, e 285 soccorsi; lo stesso distaccamento è ospitato in un immobile di proprietà del comune che lo ha concesso in comodato gratuito;

   si è mosso anche il Sindacato autonomo di polizia (Sap) sulla chiusura della sede di Lugo, dichiarando il proprio impegno per scongiurarla, come avvenne già in passato quando si era paventata l'ipotesi della chiusura della polizia stradale di Faenza, ritenendo tale chiusura sempre un arretramento per la sicurezza delle strade statali, provinciali e comunali;

   il territorio presidiato dai distaccamenti di Rocca San Casciano e di Lugo è attraversato da trafficate arterie di primaria importanza per la circolazione, con particolare riguardo per la strada statale 67, dove opera il reparto di Rocca San Casciano, che collega la Romagna alla Toscana e a Firenze;

   la chiusura di questi presidi ha sollevato grande preoccupazione nelle amministrazioni locali e negli abitanti dei territori coinvolti, alimentando la consapevolezza che andrà a discapito dei controlli sulla viabilità ordinaria secondo una precisa scelta strategica che ritiene, invece, di potenziare esclusivamente i controlli sulla rete autostradale –:

   se intenda chiarire gli effettivi intendimenti sui distaccamenti della polizia stradale di Rocca San Casciano e di Lugo, se la loro chiusura sia confermata o esistano spazi per soluzioni alternative e, nel caso si intenda comunque confermarne la soppressione, come si intenda procedere per la ricollocazione del personale interessato che subirebbe non poche ripercussioni.
(4-04748)


   GALANTINO e VARCHI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   dagli organi di stampa, l'interrogante ha appreso che il presidio di polizia di frontiera di Taranto rischia la chiusura;

   tale presidio rappresenta fonte di legalità e sicurezza per l'intera comunità;

   la chiusura del presidio in esame comporterebbe un trasferimento delle attività a carico della locale questura, oberandola di lavoro a discapito della qualità del servizio di sicurezza per la città jonica –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto e, in caso di fondatezza della vicenda, quali iniziative intenda adottare per evitare la chiusura del presidio di polizia di frontiera, al fine di garantire i diritti del personale attualmente impiegato nel presidio di polizia di frontiera.
(4-04749)


   RIXI, DI MURO, FOSCOLO e VIVIANI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   secondo notizie di stampa, nell'ambito del progetto di riorganizzazione dei presidi di polizia stradale il dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell'interno ha previsto la chiusura a breve di sei distaccamenti in tutta Italia, di cui ben due solo in Liguria, precisamente a Finale Ligure e a Sanremo;

   la notizia, riportata anche da diversi quotidiani locali e nazionali, ha suscitato forte contrarietà e preoccupazione sia da parte delle amministrazioni locali e dei cittadini che delle organizzazioni sindacali di categoria per le pesanti ripercussioni che tale decisione avrà su tutto il territorio ligure dovute alla perdita di due importanti presidi di sicurezza;

   nonostante la forte carenza di organico dei due distaccamenti di Sanremo e di Finale Ligure, che operano rispettivamente con soli 10 e 7 unità, ad oggi, grazie all'impegno quotidiano e al sacrificio degli agenti, si sono riusciti tuttavia a mantenere alti livelli operativi, permettendo di garantire un sistema di vigilanza e di sicurezza stradale e di assicurare, al contempo, un'importante attività di prevenzione e tutela dalla criminalità;

   difatti, è di tutta evidenza che, data la posizione geografica della Liguria, al centro di importanti arterie stradali che la collegano con la vicina Francia, e considerata la vocazione turistica del suo territorio, la presenza dei due presidi risulta necessaria ed essenziale, soprattutto nei periodi di forte affluenza turistica in cui si registra un aumento delle presenze sul territorio, ed ancor di più a seguito dei gravi ed eccezionali eventi che hanno colpito la viabilità ligure negli ultimi mesi;

   inoltre, è parimenti notorio che, per la sua posizione di confine, la Liguria è interessata non solo da importanti flussi di traffico ma anche dal rischio e dalla presenza di infiltrazioni mafiose e fenomeni di criminalità organizzata contro cui, appunto, sono impegnate ogni giorno le forze dell'ordine;

   pertanto, al fine di non vanificare l'importante attività degli agenti di polizia e garantire un fondamentale presidio di sicurezza e legalità per il territorio ligure e i cittadini, a parere degli interroganti, occorre non solo escludere qualunque proposito di chiusura dei due distaccamenti di Finale Ligure e Sanremo, bensì procedere, nel più breve tempo possibile, a un loro potenziamento, considerato anche che la loro attività viene prestata sulle strade statali ritenute tra le più pericolose in assoluto –:

   se sia intenzione del Ministro interrogato procedere alla soppressione dei due distaccamenti della polizia stradale di Finale Ligure e Sanremo o se, alla luce delle considerazioni svolte in premessa e dei gravi rischi per il territorio ligure già evidenziati al Governo anche da diverse associazioni e organizzazioni sindacali di categoria nel caso di una loro chiusura, non intenda invece procedere al potenziamento delle dotazioni organiche e strumentali dei due distaccamenti.
(4-04752)


   DEIDDA. — Al Ministro dell'interno, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la stazione ferroviaria di Iglesias è una delle più importanti della Sardegna, con il passaggio giornaliero di oltre mille viaggiatori, in particolare, nella linea ferroviaria Iglesias-Cagliari che, infatti, rappresenta un'infrastruttura imprescindibile per la qualità della vita e lo sviluppo economico del territorio, garantendo quotidianamente, ai numerosi pendolari, il raggiungimento della rispettiva sede di lavoro;

   il piazzale antistante l'ingresso della stazione ospita anche una fermata degli autobus dell'Arst che effettuano un servizio di collegamento sia urbano che extraurbano, collegando, così, gli altri comuni della zona;

   la stazione in questione è interessata da progetti di ammodernamento e potenziamento e rivestirà, nel prossimo futuro, ancora più importanza grazie al possibile arrivo di nuovi treni;

   Iglesias e l'intero Sulcis Iglesiente non possono essere interessati da ulteriori tagli sulla sicurezza e sui servizi pubblici e appare inaccettabile il prospettato ridimensionamento, fino alla totale cancellazione, dell'organico della Polfer assegnato all'area in questione: in particolare, il citato organico necessiterebbe, invece, dell'assegnazione di almeno altre due unità, un dirigente e un ispettore;

   gli amministratori e la cittadinanza hanno ripetutamente espresso apprezzamento per l'attività del personale in questione, in particolare sulle carrozze, durante gli orari di maggiore affollamento, mentre, in loro assenza, si sarebbe registrato un clima di maggiore insicurezza;

   ad Iglesias è pure presente il commissariato della polizia di Stato, al quale parimenti non risulta essere assegnato l'organico completo –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti sopraesposti e quali iniziative intenda assumere al fine di escludere la soppressione del presidio della Polfer nell'area in questione.
(4-04753)

ISTRUZIONE

Interrogazioni a risposta scritta:


   BIGNAMI. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   il 14 febbraio 2020 al liceo Laura Bassi di Bologna si è svolta un'assemblea di istituto durante la quale sono stati trattati diversi temi inerenti alla sessualità: in particolare erano previsti incontri sulle «Drag queens», sulla «Gay sex education», sul «Pridearcobaleno»: era prevista anche la distribuzione gratuita di contraccettivi;

   nel programma si precisava che la partecipazione ad almeno una delle attività era obbligatoria;

   a parere dell'interrogante appare inaccettabile che all'interno delle scuole trovi spazio un mondo Lgbt incaricato di affrontare temi delicatissimi che andrebbero, invece, affrontati da personale didatticamente e professionalmente preparato, che possa formare i giovani in un ruolo sussidiario e di sostegno alle famiglie;

   l'assemblea proposta dal liceo Bassi, invece, aveva, a giudizio dell'interrogante, contenuti ideologicamente orientati e comunque volti a proporre un pensiero dominante, legato alla ostentazione della propria sessualità: ancora più incredibile appare l'obbligatorietà di partecipazione ad almeno una delle attività, quando l'istituzione scolastica dovrebbe educare i giovani alla libertà di pensiero, evitando di orientare ideologicamente le convinzioni degli studenti, soprattutto su aspetti tanto delicati e per i quali il ruolo della famiglia resta fondamentale;

   va rilevato che le istituzioni scolastiche sono tenute al rispetto del patto educativo di corresponsabilità sottoscritto dai genitori degli studenti, ai sensi dell'articolo 5-bis del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249 –:

   se sia a conoscenza dei fatti esposti;

   se intenda acquisire elementi conoscitivi rispetto a quanto esposto in premessa, al fine di verificare se tale assemblea sia avvenuta nel rispetto delle normative vigenti in materia e del patto educativo di corresponsabilità e al fine di garantire la pluralità di pensiero, evitando che tali manifestazioni siano ideologicamente orientate.
(4-04751)


   BIGNAMI. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   il decreto-legge «scuola» n. 126 convertito dalla legge n. 159 del 2019 ha previsto un concorso straordinario per la scuola secondaria finalizzato all'immissione in ruolo dei docenti precari che abbiano prestato servizio «presso le istituzioni statali e paritarie» (articolo 1, comma 7);

   recenti notizie segnalano l'esclusione dei docenti delle scuole paritarie dagli schemi dei decreti dei concorsi inviati dal Ministero dell'istruzione al Consiglio superiore della pubblica istruzione;

   la legge n. 62 del 2000 ha previsto che il sistema nazionale di istruzione sia costituito dalle scuole statali e dalle scuole paritarie;

   il ruolo di servizio pubblico svolto dalle scuole paritarie è stato autorevolmente riconosciuto dalla Corte costituzionale (sentenza n. 220 del 2007 e n. 242 del 2014);

   ai sensi del decreto-legge n. 255 del 2001 (convertito dalla legge n. 333 del 2001) «i servizi di insegnamento prestati dal 1o settembre 2000 nelle scuole paritarie sono valutati nella stessa misura prevista per il servizio prestato nelle scuole statali»;

   solo limitatamente ad alcune finalità del riconoscimento del servizio prestato presso le scuole paritarie la giurisprudenza si è mostrata divisa: alla recente sentenza della Corte di cassazione n. 32386/2019 dell'11 dicembre 2019 si contrappongono varie altre sentenze, quali quelle Corti di appello di Milano (n. 760/2016) e de L'Aquila (n. 235/2018);

   infatti, la sentenza della Corte di Cassazione citata si riferisce al riconoscimento dell'anzianità di servizio ai fini della ricostruzione di carriera, non già alla possibilità di partecipare ai concorsi;

   la decisione di escludere gli insegnanti delle scuole paritarie dal concorso straordinario sembra, pertanto, fare riferimento all'intesa con alcune organizzazioni sindacali del 1o ottobre 2019, non già alle leggi vigenti;

   la bozza del bando del concorso presente anche su siti specializzati prevede come requisiti: un titolo di studio che permetta l'accesso alla classe di concorso; almeno tre annualità di servizio, almeno una delle quali specifica per la classe di concorso per la quale si concorre;

   un accordo con organizzazioni sindacali non appare una fonte giuridica sufficiente per escludere i docenti di circa 2.200 scuole secondarie parificate –:

   in base a quali criteri e presupposti giuridici sia stata decisa l'esclusione dei docenti delle scuole paritarie dal concorso straordinario;

   quali iniziative intenda adottare al fine dell'immediata modifica del bando in corso di predisposizione.
(4-04755)

PARI OPPORTUNITÀ E FAMIGLIA

Interrogazione a risposta immediata:


   DE FILIPPO, NOJA, FREGOLENT e D'ALESSANDRO. — Al Ministro per le pari opportunità e la famiglia. — Per sapere – premesso che:

   l'ultimo report dell'Istat sugli indicatori demografici, relativi all'anno 2019, ha certificato la continua diminuzione della popolazione: al 1° gennaio 2020 i residenti in Italia ammontano a 60 milioni 317 mila, 116 mila in meno su base annua;

   il 2019 registra un saldo naturale pari a -212 mila unità, frutto della differenza tra 435 mila nascite e 647 mila decessi. Si tratta del più basso livello di ricambio naturale mai espresso dal Paese dal 1918. Ciò comporta che il ricambio per ogni 100 residenti che lasciano per morte sia oggi assicurato da appena 67 neonati, mentre dieci anni fa risultava pari a 96;

   l'analisi in serie storica delle nascite pone in evidenza come il dato relativo al 2019, appena 435 mila, risulti il più basso mai riscontrato nel Paese;

   tale situazione deve essere affrontata con misure che vadano ad incentivare la responsabilità educativa, la riorganizzazione dei congedi parentali per madri e padri, le misure per la conciliazione dei tempi di vita, incentivi significativi al lavoro e all'imprenditoria femminile, la promozione di percorsi autonomi per le giovani generazioni;

   nella nota di aggiornamento al documento di economia e finanza per il 2020, il Governo ha previsto la presentazione di un disegno di legge collegato alla legge di bilancio per il 2020 recante misure per il sostegno e la valorizzazione della famiglia, denominato «Family act», che racchiude le misure sopra menzionate;

   nella legge di bilancio per il 2020 (legge 27 dicembre 2019, n. 160, articolo 1, comma 339) è stato istituito il «Fondo assegno universale e servizi alla famiglia», al fine di dare attuazione a interventi in materia di sostegno e valorizzazione della famiglia finalizzati al riordino e alla sistematizzazione delle politiche di sostegno alle famiglie con figli –:

   quale sia la tempistica prevista per la presentazione del disegno di legge collegato alla legge di bilancio per il 2020 denominato «Family act» e quale sia il progetto del Governo ivi contenuto per contrastare la denatalità, riconoscere il valore sociale dei figli e tutelare le madri e i padri nella conciliazione dei tempi di vita familiare e lavoro.
(3-01316)

SALUTE

Interrogazione a risposta orale:


   DONZELLI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   è previsto il rientro in Toscana di 2.500 persone circa dalla Cina, la maggior parte proveniente dalla provincia di Zhejiang, quarto focolaio mondiale di diffusione per numero di casi accertati di Covid-19;

   parte della comunità scientifica mondiale ha lanciato l'allarme di una possibile pandemia di Covid-19;

   l'attivazione di un ambulatorio per la pronta diagnosi dei soggetti rientrati da aree a rischio e prima sintomatologia non può essere una misura sufficiente per prevenire eventuali contagi;

   l'esperto virologo Roberto Burioni ha dichiarato: «È assolutamente necessario che i 2.500 cinesi che rientreranno dalla Cina in Toscana rimangano per 14 giorni in quarantena. La quarantena è l'unica arma di difesa che abbiamo per proteggerci dalla diffusione del coronavirus e non possiamo non usarla. Da medico posso dire che se anche una persona di queste 2.500 uscisse di casa e risultasse poi infetta si metterebbe a rischio tutto il lavoro di contenimento fatto finora. In questi casi credo sia mille volte più importante eccedere in prudenza che lasciare tutto alla faciloneria» (https://www.lanazione.it);

   Walter Ricciardi, professare ordinario di Igiene e medicina preventiva all'Università Cattolica di Roma e rappresentante dell'Italia nell’Executive Board dell'Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato: «Questa situazione non va lasciata allo spontaneismo: tutti coloro che tornano in Italia da aree della Cina toccate da focolai epidemici di Covid-19 devono essere attentamente monitorati» (https://www.adnkronos.com) –:

   quali iniziative il Governo stia predisponendo o abbia intenzione di predisporre per la specifica situazione della Toscana, anche alla luce della forte presenza della comunità cinese, le cui condizioni sociali, di vita e di lavoro potrebbero accrescere i rischi sanitari.
(3-01315)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   D'ARRANDO, SAPIA, MARTINCIGLIO, SARLI e NAPPI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   le vigenti «linee di indirizzo nazionale per la ristorazione scolastica» approvate nel 2010, a pagina 22, prevedono che: «vanno assicurate anche adeguate sostituzioni di alimenti correlate a ragioni etico-religiose o culturali. Tali sostituzioni non richiedono certificazione medica, ma la semplice richiesta dei genitori»;

   il 5 maggio 2016, il Ministero della salute ha emesso una nota tesa a ribadire tale principio, in particolare riferito ai menù vegetariani e vegani. La nota stigmatizza le linee di indirizzo regionali obsolete che «impropriamente sconsigliano la scelta vegetariana e quella vegana»;

   il 24 ottobre 2018, la XII Commissione della Camera dei deputati, ha approvato una risoluzione – a prima firma dell'interrogante – che impegnava il Governo pro tempore, tra l'altro, ad assumere iniziative per sostenere e incoraggiare, presso le scuole e gli istituti di formazione, progetti didattici legati all'educazione alimentare, allo stile di vita attivo, nonché all'importanza dei prodotti tipici, biologici, a «chilometro zero» e «chilometro utile» per accrescere negli studenti il senso di responsabilità sociale, verso la propria salute e l'ambiente;

   il 13 novembre 2019, la Camera ha approvato all'unanimità la mozione n. 1-00082 che impegna il Governo a mettere in atto precise azioni per prevenire e curare l'obesità. Tra queste, al 6° capoverso del dispositivo c'è quella di esplicitare che non vi è obbligo di erogazione quotidiana di proteine animali nelle mense pubbliche e di favorire un approccio culturale basato sull'assunzione del corretto quantitativo di proteine e sulla possibilità di assumere aminoacidi essenziali anche con sole proteine vegetali;

   nello schema di decreto recante «Linee di indirizzo nazionale per la ristorazione ospedaliera, assistenziale e scolastica» approntato dal Ministero della salute si autorizzano, al contrario, menu diversi dalla dieta mediterranea solo in presenza di patologie specifiche;

   nella sezione E4, pagina 25, infatti, si legge della «necessità di programmare diete che rispondano alle specifiche esigenze etiche, culturali, religiose di differenti gruppi (...)»;

   nello stesso paragrafo, però, si afferma che le «diete di esclusione (in cui siano assenti singoli alimenti o interi gruppi alimentari) devono essere fatte unicamente sulla base di indicazioni specifiche ed a seguito di un percorso diagnostico ad hoc, validato e documentato da prescrizione medica» e che «le motivazioni salutistiche o ambientali che portano ad adottare modelli diversi da quello mediterraneo spesso non sussistono»;

   nel documento succitato (sezione F1, pagg. 31-32), tra i «Collegamenti concettuali» definiti «più diffusi ed errati» si inserisce quello per il quale «il cibo da coltivazione biologica abbia un migliore profilo nutrizionale e sia quindi più salutare rispetto ai prodotti non coltivati secondo il metodo biologico», motivando che «dai risultati ottenuti si evince che nutrizionalmente il cibo di produzione biologica non presenta differenze significative da quello non biologico»;

   numerosi studi confermano che il consumo di alimenti biologici può ridurre l'esposizione ai residui di pesticidi e ai batteri resistenti agli antibiotici nonché contribuire alla sostenibilità ambientale;

   va rilevato che, di recente, anche l’intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc), gruppo di esperti in seno all'Onu, si è espresso in ben 3 report [19-21], nei quali viene ribadita l'importanza di modificare le abitudini anche nella direzione di una dieta più sostenibile basata sul consumo di cibi vegetali. Convinzione ormai ampiamente espressa dai maggiori rappresentanti del mondo scientifico –:

   se il Ministro interrogato non ritenga di adottare opportune iniziative per modificare i suddetti punti del testo delle «Linee di indirizzo nazionale» di cui allo schema di decreto citato in premessa, accogliendo anche eventuali contributi di esponenti della società scientifica e delle associazioni.
(5-03612)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta scritta:


   CASSINELLI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   gli uffici postali svolgono un'importante funzione sociale e di servizio nei quartieri delle città, in particolare nelle zone periferiche;

   il piano di riorganizzazione territoriale di Poste Italiane prevede, per la città di Genova, la chiusura di sette uffici: Genova 40 in via Rigola ad Angeli, Genova 51 in via Negrone a Sestri Ponente, Genova Campi 1 in via Bianchi, Genova 21 in via al Lagaccio, Genova 9 nel centro storico in Piazzetta Jacopo da Varagine, l'ufficio multietnico presso l'ufficio Genova Dante in via Dante, Genova 65 in via Olivieri ad Apparizione;

   la chiusura di queste sedi comporterebbe gravi disagi per i residenti dei quartieri interessati, che si troverebbero privati di un servizio di prossimità fondamentale;

   la soppressione dei suddetti uffici creerebbe pesanti disagi, in particolare, alle persone anziane che si recano alle Poste per riscuotere la pensione e che si vedrebbero costrette a dover affrontare spostamenti in alcuni casi gravosi e a dover sopportare maggiori code;

   i tagli programmati non tengono conto delle specificità orografiche del territorio genovese e della particolare situazione di criticità della mobilità cittadina in esito al crollo del viadotto Morandi;

   Poste Italiane s.p.a., partecipata dal Ministero dell'economia e delle finanze, non può venir meno alla sua missione di soggetto erogatore di servizi di pubblico interesse;

   in data 12 novembre 2019 si è svolta in conferenza dei capigruppo del consiglio regionale della Liguria l'audizione dei rappresentanti delle organizzazioni sindacali relativamente al suddetto piano di riorganizzazione territoriale di Poste Italiane;

   in data 3 dicembre 2019 si è svolta, a quanto consta all'interrogante, presso il comune di Genova, in conferenza dei capigruppo, l'audizione del responsabile relazioni istituzionali area Italia nord-ovest di Poste Italiane, e di altri dirigenti locali di Poste Italiane;

   in data 21 gennaio 2020 il consiglio regionale della Liguria e il consiglio comunale di Genova hanno approvato all'unanimità, nelle rispettive sedi, un ordine del giorno finalizzato a scongiurare la prevista soppressione degli uffici postali sopra menzionati –:

   se i Ministri interrogati intendano attivarsi, per quanto di competenza, presso Poste Italiane affinché sia rivisto il piano di riorganizzazione territoriale che prevede, per la città di Genova, la chiusura di 7 uffici postali.
(4-04754)