Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Venerdì 5 luglio 2019

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:


   La Camera,

   premesso che:

    le elezioni presidenziali in Venezuela tenutesi il 20 maggio 2018 si sono svolte senza soddisfare le norme minime riconosciute a livello internazionale e senza rispettare il pluralismo politico, la democrazia, la trasparenza e lo Stato di diritto;

    l'Unione europea, unitamente alle principali organizzazioni internazionali e a numerosi Paesi democratici, non ha riconosciuto né le suddette elezioni, né le autorità insediatesi mediante tale processo illegittimo;

    il governo Maduro, a causa delle gravissime e diffuse violazioni del procedimento elettorale accertate dalla comunità internazionale, dall'Unione europea e dallo stesso Governo italiano, siede illegittimamente al potere. Il 10 gennaio 2019 è infatti scaduto il precedente mandato;

    nonostante i numerosi tentativi per giungere a nuove elezioni, appare di tutta evidenza che Nicolas Maduro non abbia alcuna intenzione di indire elezioni libere e democratiche da svolgere alla presenza di osservatori internazionali;

    il 5 gennaio 2019, Juan Guaidó è stato democraticamente eletto presidente dell'Assemblea nazionale e il 23 gennaio 2019, ha prestato giuramento come presidente ad interim del Venezuela, conformemente a quanto previsto dall'articolo 233 della Costituzione venezuelana, al solo fine di portare nuovamente il Paese alle elezioni;

    nelle sue dichiarazioni in Parlamento, il Ministro degli affari esteri, Enzo Moavero Milanesi, ha confermato che il Governo italiano considera illegittimo l'attuale Governo guidato da Nicolas Maduro e contestualmente ha riconosciuto l'Assemblea nazionale come l'unico organismo eletto democraticamente nel Paese;

    il Paese è oramai al collasso a causa della gravissima crisi economica. Nelle strutture sanitarie mancano farmaci essenziali anche per curare i bambini, manca cibo, elettricità e acqua potabile. Ampie fasce di popolazione sono ridotte alla fame;

    ad oggi, sono oltre 3 milioni i venezuelani che hanno abbandonato il Paese e secondo le ultime stime delle Nazioni Unite entro il 2019 saranno oltre 5 milioni gli esuli venezuelani costretti ad abbandonare il Paese. Si tratta quindi di un vero e proprio esodo di massa;

    è opinione diffusa di tutti gli osservatori che il Venezuela sia diventato l’hub del narcotraffico nel mondo che lì può agire indisturbato grazie alla complicità dei militari corrotti, delle milizie cubane infiltrate nell'esercito e dei cosiddetti Colectivos, criminali che circolano armati nel Paese e minacciano la popolazione;

    le stime più aggiornate calcolano che circa tremila militari hanno abbandonato il regime e sono in clandestinità. Osvaldo Hernandez, Alberto Maita, Ricardo Zomacal, Raul Baduel, Juan Carlos Caguaripano e Johnny Mejias Laya, sono solo alcuni degli ufficiali che si sono ribellati al regime e per questa ragione sono stati arrestati e torturati nel carcere militare di Ramo Verde o nel centro di tortura dell'Helicoide, sede del Sebin, la polizia politica venezuelana. Oggi sono oltre 210 i militari che risultano agli arresti;

    proseguono inoltre gli arresti illegittimi di civili e di prigionieri politici. Dal mese di gennaio 2019 si calcola che sono oltre 900 le persone messe in carcere per ragioni politiche, tra i quali anche diversi professori universitari e studenti. I casi più recenti riguardano: Yonathan Medina, Vasco Da Costa, Eugenio Escalona, Steven Garcia Sanz, Maria Lourdes Afiuni, Carmelo Gallardo;

    nelle ultime settimane, sono stati sequestrati altri dieci deputati dell'Assemblea nazionale, tra i quali il deputato venezuelano di origine italiana Americo De Grazia, rifugiatosi presso l'ambasciata italiana a Caracas, Richard Bianco, rifugiatosi nella residenza dell'ambasciatore argentino a Caracas, e Mariela Magallanes, sposata con un cittadino italiano, rifugiatasi nella residenza dell'ambasciatore italiano a Caracas. Senza contare i casi del sequestro di Roberto Marrero, capo di gabinetto del presidente Guaidó, e del vicepresidente dell'Assemblea Nazionale Edgar Zambrano, prelevato nella sua macchina con una gru e incarcerato. Sino al recente arresto di Juan Planchard, cugino del presidente Guaidó e sposato con una cittadina italiana, accusato, senza alcuna prova, di finanziamento del terrorismo. Infine, come dimenticare i deputati Juan Requenses e Leopoldo Lopez, il primo tutt'ora in carcere e il secondo oggi rifugiato presso l'ambasciata di Spagna;

    alla stampa è quotidianamente impedito di accedere nei locali dell'Assemblea nazionale, la rete internet viene oscurata;

    appare di manifesta evidenza che Maduro stia gradualmente privando l'opposizione dei diritti politici sia attivi che passivi;

    è di altrettanta evidenza secondo i firmatari del presente atto l'intenzione di Maduro di giungere ad un rinnovo dell'Assemblea nazionale – la cui legislatura terminerà nel dicembre 2020 – senza la presenza di candidati dell'opposizione, così da far apparire come una regolare sconfitta politica ciò che è da considerare il sequestro di una nazionale intera;

    di fronte a tale scenario, appare indispensabile che l'Italia sostenga in maniera inequivocabile il presidente Juan Guaidó, l'Assemblea nazionale e tutto il popolo venezuelano così come hanno già fatto oltre 60 Paesi nel mondo,

impegna il Governo:

1) a riconoscere quale Presidente legittimo ad interim della Repubblica Bolivariana del Venezuela il Presidente dell'Assemblea Nazionale Juan Guaidó, secondo quanto previsto dalla stessa Costituzione venezuelana;

2) ad accreditare presso il Presidente dell'Assemblea Nazionale il nuovo Incaricato di Affari d'Italia in Venezuela, Ambasciatore Placido Vigo al fine di poter meglio assistere la numerosa comunità italiana residente in Venezuela e disporre di una delegazione diplomatica nella pienezza dei propri poteri e delle proprie prerogative.
(1-00217) «Magi, Schullian».

Risoluzione in Commissione:


   La XII Commissione,

   premesso che:

    la resistenza antimicrobica (Amr), ossia il fenomeno per il quale un microrganismo risulta resistente all'attività di un farmaco antimicrobico, originariamente efficace per il trattamento delle infezioni da esso causate, è un problema estremamente rilevante a livello nazionale e internazionale;

    secondo il Centro europeo di malattie infettive (Ecdc), in Europa si verificano 4,5 milioni di infezioni in ambito ospedaliero e 4,4 milioni di infezioni in strutture di lungodegenza e domiciliare, per un totale di 8,9 milioni di infezioni all'anno. I decessi causati dal fenomeno dell'antibiotico resistenza possono essere attualmente stimati nell'ordine dei 30 mila ogni anno;

    le stime dell'Organizzazione mondiale della sanità sono estremamente preoccupanti ed evidenziano come, in mancanza di misure efficaci di contrasto al fenomeno, le infezioni batteriche aumenteranno esponenzialmente nel lungo periodo e, nel 2050, provocheranno addirittura 10 milioni di morti l'anno, superando quelle per tumore (8,2 milioni), diabete e incidenti stradali;

    allarmanti sono anche i dati relativi all'Italia che, secondo l'Istituto superiore della sanità (Iss), risulta tristemente prima in tutte le classifiche stilate per tasso di mortalità, anni di vita persi in salute, giorni di ospedalizzazione e, in generale, per incidenza delle infezioni resistenti: un terzo dei decessi e, in genere, di tutto l'impatto attribuito alle infezioni antibiotico-resistenti a livello europeo è a carico del nostro Paese;

    secondo i dati recentemente presentati dall'organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Ocse), in soli dieci anni, la proporzione di infezioni resistenti agli antibiotici nel nostro Paese è praticamente raddoppiata, crescendo dal 17 per cento del 2005 al 30 per cento del 2015, a fronte di un trend europeo che, nello stesso periodo, è invece rimasto abbastanza stabile, aumentando solamente di 3 punti percentuali e, segnatamente, dal 14 per cento al 17 per cento;

    le principali cause del problema, secondo la risoluzione del Parlamento europeo del 13 settembre 2018, recante un «Piano di azione europeo “One Health” contro la resistenza antimicrobica», vanno individuate nell'uso inappropriato degli antimicrobici, nella debolezza dei sistemi di garanzia della qualità dei medicinali, nell'uso degli antimicrobici negli allevamenti per promuovere la crescita o prevenire malattie, nonché nelle carenze dei sistemi di prevenzione e controllo delle infezioni;

    il medesimo piano di azione europeo ha riepilogato le principali misure di contrasto al fenomeno che dovrebbero essere adottate negli Stati membri, specificando che «l'uso attento degli antibiotici e la prevenzione e il controllo delle infezioni in tutti i settori dell'assistenza sanitaria, compresa la salute animale, rappresentano i pilastri di una prevenzione efficace dello sviluppo e della trasmissione di batteri resistenti agli antibiotici»;

    in Italia, per fronteggiare il fenomeno dell'Amr, è stato adottato il piano nazionale di contrasto dell'antimicrobico resistenza 2017-2020 (Pncar);

    il piano nazionale elenca i temi maggiormente rilevanti nella lotta al fenomeno dell'antimicrobico resistenza (sorveglianza, appropriatezza prescrittiva, infezioni correlate all'assistenza, formazione e comunicazione) e, per ciascuno di essi, stabilisce obiettivi di medio e lungo termine, azioni centrali e regionali, nonché Indicatori di monitoraggio;

    nonostante l'adozione del piano nazionale e l'implementazione di alcune delle iniziative ivi previste, è necessario un ulteriore sforzo al fine di contrastare efficacemente il problema dell'antimicrobico resistenza ed invertire il trend negativo che contraddistingue il nostro Paese,

impegna il Governo:

   ad adottare iniziative efficaci a contrastare il fenomeno della resistenza antimicrobica, nell'ambito della tutela della salute umana e animale e dell'ambiente;

   ad adottare iniziative per garantire la completa attuazione del Piano nazionale di contrasto dell'antimicrobico resistenza 2017-2020 (Pncar), affinché gli obiettivi ivi previsti possano essere integralmente raggiunti nei tempi e nei modi prestabiliti e, comunque, nel minor tempo possibile;

   ad adottare ulteriori iniziative per rendere coerente la strategia nazionale con le indicazioni contenute negli atti di indirizzo sovranazionali e, in particolare, con la risoluzione del Parlamento europeo del 13 settembre 2018, concernente il «Piano di azione europeo “One Health” contro la resistenza antimicrobica» e le «Linee guida sull'uso prudente degli antimicrobici in medicina umana» della Commissione europea (2017/C 212/01);

   ad adottare iniziative per migliorare la performance e la copertura dei sistemi di sorveglianza dell'antimicrobico resistenza, affinché i dati da questi raccolti risultino il più possibile completi e rappresentativi del fenomeno in atto;

   ad adottare iniziative per garantire che i dati raccolti dai sistemi di monitoraggio confluiscano regolarmente nei canali di sorveglianza internazionali e, tra questi, nel sistema europeo Ears-Net (European Antimicrobial Resistence Surveillance Network), coordinato dal Centro europeo di malattie infettive, e nel sistema dell'antibiotico-resistenza Glass gestito dall'Organizzazione mondiale della sanità;

   ad adottare iniziative specificamente riferite alle strutture ospedaliere e alle altre tipologie di strutture ove si presta assistenza ai pazienti day-hospital/day-surgery, lungodegenze, ambulatori assistenza domiciliare, strutture residenziali), affinché in tali luoghi vengano rispettate le buone pratiche di igiene e di prevenzione e si promuovano miglioramenti finalizzati al controllo delle infezioni e alla relativa riduzione delle stesse;

   a promuovere l'impiego di tecnologie diagnostiche che consentano di individuare rapidamente le infezioni resistenti all'azione dei farmaci antibiotici e di attuare per tempo gli interventi necessari per il relativo isolamento e trattamento;

   ad adottare iniziative per promuovere un corretto utilizzo dei farmaci antibiotici, limitando i casi abuso e/o inappropriatezza prescrittiva, anche in ambito veterinario;

   a promuovere campagne di informazione che abbiano un notevole impatto mediatico e che siano capaci di sensibilizzare l'opinione pubblica sul fenomeno dell'antimicrobico resistenza e sulle conseguenze derivanti dall'uso inappropriato dei farmaci antibiotici;

   ad attuare campagne di formazione e aggiornamento del personale sanitario incentrate sui temi dell'appropriatezza prescrittiva e del rispetto delle misure di prevenzione delle infezioni correlate all'assistenza (Ica);

   ad adottare iniziative per regolamentare adeguatamente il ciclo di vita dei prodotti antibiotici e contrastare fermamente le pratiche illecite nella produzione, nella vendita, nell'uso e nello smaltimento di antimicrobici;

   ad adottare iniziative per monitorare l'impatto della resistenza antimicrobica sull'industria alimentare, sull'agricoltura, nonché sulle risorse ambientali, idriche e dell'ecosistema acquatico, in armonia con quanto previsto dal piano di azione europeo;

   ad adottare iniziative finalizzate a garantire l'attuazione delle «linee guida per la promozione dell'uso prudente degli antimicrobici negli allevamenti zootecnici per la prevenzione dell'antimicrobico-resistenza», diramate dal Ministero della salute.
(7-00271) «Panizzut, Boldi, De Martini, Foscolo, Lazzarini, Locatelli, Tiramani, Sutto, Ziello».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta orale:


   BRUNO BOSSIO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro per il sud, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   a seguito di una serie di crolli di palazzi storici per incuria e abbandono nel 2015 il presidente della regione Calabria Mario Oliverio effettuava un sopralluogo nel centro storico di Cosenza;

   sempre in quell'anno, a supporto della richiesta dello stato di emergenza da parte del comune di Cosenza e della giunta regionale calabrese, i deputati calabresi del PD della XVII legislatura depositavano una interrogazione parlamentare per far sì che anche a livello nazionale fosse attenzionata la delicata situazione in cui versa parte rilevante del patrimonio-edilizio e non solo del centro storico della città;

   a partire dal 2014, la regione Calabria ha recuperato e rifinanziato gli interventi del piano strategico Cosenza-Rende e area urbana 2008-2020, del piano di sviluppo urbano (Psu) Cosenza-Rende, della programmazione comunitaria 2007-2013, rendendoli coerenti con i nuovi interventi dell'accordo di programma quadro, per la realizzazione di un collegamento metropolitano tra Cosenza, Rende e UniCal e dell'agenda urbana Cosenza-Rende, a valere sul Por Calabria 2014/20, che sono divenuti di fatto architrave della strategia regionale per il centro storico di Cosenza;

   il 28 febbraio 2018 il presidente Oliverio, in cabina di regia nazionale del Cipe con la delibera n. 10, otteneva l'inserimento del centro storico di Cosenza nel piano operativo «cultura e turismo», con il riconoscimento di 90 milioni di euro a valere sul fondo sviluppo e coesione 2014-20;

   nelle riunioni del 4 e del 17 aprile 2019, convocate dal Ministro Bonisoli presso il Ministero per i beni e le attività culturali, il presidente Oliverio, nell'offrire le proposte strategiche della regione Calabria, insisteva nuovamente sulla «necessità di riunire al più presto il tavolo istituzionale al fine di avviare la procedura per la sottoscrizione del contratto istituzionale di sviluppo (Cis) “su schema predisposto d'intesa con la Regione” così come definito al punto 3 dello Strumento attuativo contenuto nelle schede tecniche approvate dal Cipe in data 28 aprile 2018»;

   tale necessita veniva sollevata ancora e ufficialmente da parte dell'assessore all'urbanistica e alla pianificazione territoriale della regione Calabria Rossi con lettera formale contenente anche le proposte emendative al Cis, come previsto dalla scheda Cipe, e indirizzata al Ministro Bonisoli recante la data del 29 maggio 2019;

   il cronoprogramma del piano finanziario per annualità del piano operativo «cultura e turismo» prevedeva di mettere a bando la spesa complessiva entro il 2023 e, per il 2018 e il 2019, prevede già una spesa rispettivamente di 500.000 e 3.125.000 di euro;

   lo strumento attuativo della scheda del piano operativo «cultura e turismo» prevede che l'intervento sia attuato mediante un contratto istituzionale di sviluppo ex articolo 7 della legge n. 123 del 2017, suddiviso in fasi;

   il punto 5 della seconda fase dello strumento attuativo prevede che sia un nucleo tecnico presieduto dalla regione Calabria a individuare le priorità di intervento e i criteri di selezione dei progetti e tale circostanza non si è finora verificata anche per una certa resistenza del Ministero per i beni e le attività culturali nonostante la disponibilità dell'ente regionale e dei suoi rappresentanti e delegati –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e se intenda chiarire le criticità riscontrate;

   quali iniziative di competenza, ed entro quali tempi, il Ministro per i beni e le attività culturali intenda assumere per accelerare le procedure inerenti alle previste fasi, attenendosi scrupolosamente ai punti 3, 4 e 5, del suddetto strumento attuativo, nel definire interventi di recupero e riqualificazione urbana e sociale del centro storico di Cosenza, in coerenza con i principali programmi di investimento regionali che lo interessano, nell'interesse della comunità di Cosenza e del patrimonio storico culturale ed edilizio presente nel centro storico.
(3-00850)

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   TERZONI, ILARIA FONTANA, D'IPPOLITO, DAGA, DEIANA, FEDERICO, LICATINI, ALBERTO MANCA, MARAIA, RICCIARDI, ROSPI, TRAVERSI, VARRICA, VIANELLO, VIGNAROLI e ZOLEZZI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che:

   l'artista Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, ha lanciato per l'estate 2019 un tour denominato «Jova Beach Party» di 17 tappe che prevede la realizzazione di villaggi temporanei con decine di stand e concerti su altrettante spiagge italiane;

   questa scelta ha sollevato numerose critiche e preoccupazioni in considerazione del potenziale impatto su habitat e specie di particolare importanza naturalistica, con particolare riferimento agli ambienti dunali, anche embrionali, con la relativa vegetazione psammofila nonché a specie quali la «Tartaruga marina» e il «Fratino», particolarmente protette a livello comunitario dalla direttiva 43/1992/CE e 147/2009/CE, anche con finanziamenti europei a progetti Life;

   diversi siti prescelti, come, ad esempio, Vasto, Lido degli Estensi, Fermo, Cerveteri-Torre Flavia, Roccella Jonica, presentano criticità evidenti vista la presenza delle specie sopra ricordate;

   in particolare, in Romagna a Lido degli Estensi e a Rimini è ancora in corso la riproduzione del Fratino proprio all'interno dell'area che sarà destinata al villaggio e al palco;

   a Cerveteri è stata letteralmente sbancata un'area di diversi ettari con presenza di flora protetta dalla legge regionale n. 61 del 1974 quale Pancratium maritimum e Ammophila arenaria, specie caratteristiche degli habitat tutelati dalla direttiva 43/92/CEE «2110 – Dune mobili embrionali» e «2210 – Dune fisse del litorale del Crucianellion maritimae». Lo sbancamento è avvenuto in pieno periodo riproduttivo quando nell'area nidificavano specie quali il «Beccamoschino» e la «Cappellaccia» ed erano presenti specie d'interesse conservazionistico di rettili e insetti;

   a Vasto invece di utilizzare l'area eventi, si è scelto un sito destinato dal piano del demanio comunale a rinaturalizzazione con estensione della vegetazione, quella del fosso Marino il quale, secondo i proponenti, dovrebbe essere addirittura tombato per far posto all'area concerti utilizzando 80.000 euro di risorse pubbliche del Fondo di sviluppo e coesione destinati al turismo, assegnati all'evento dalla regione Abruzzo, secondo quanto affermato dalla regione medesima in un comunicato. Tutto ciò nonostante l'iniziativa sia privata con un costo a biglietto superiore a 50 euro. In ogni caso l'evento, a cui dovrebbero partecipare fino a 40.000 persone, è posto a pochissima distanza dal Sic IT7140109 – Marina di Vasto che è anche riserva naturale regionale e inserita nel Life «Calliope» per la gestione sostenibile della costa, con importanti finanziamenti comunitari;

   negli studi di incidenza ambientale depositati si ammette l'impatto sonoro e luminoso con prescrizioni per il proponente che risultano incompatibili e inattuabili, considerate le caratteristiche degli eventi, compresa la traslocazione di eventuali nidi di Caretta caretta;

   inoltre, considerati i consistenti movimenti di sabbia e terreno gli interventi previsti rientrano tra quelli soggetti a procedura di screening per Via regionale che non risulta essere stata svolta –:

   quali iniziative si intendano adottare, per quanto di competenza, per evitare modifiche ai tratti di costa interessati da aree naturali o semi-naturali o anche solo aree con vegetazione residuali, che dovrebbero essere salvaguardate per garantire una progressiva rinaturalizzazione, ed evitare impatti immediati sulla vegetazione e sulla riproduzione della fauna oggetto di tutela;

   se intendano adottare iniziative normative per il corretto utilizzo del litorale, affinché tali eventi siano localizzati esclusivamente in aree all'uopo destinate dai piani demaniali, comunque all'esito di una valutazione che salvaguardi le zone vincolate o incluse nella rete Natura 2000 o che presentino anche una residua naturalità e comunque in periodi diversi da quelli riproduttivi della fauna;

   se le risorse del Fondo di sviluppo e coesione destinati alle regioni per lo sviluppo del turismo possano essere indirizzati a interventi sul litorale come quelli citati in premessa finalizzati a consentire eventi di intrattenimento promossi da privati.
(5-02454)


   UNGARO, FREGOLENT, FRAGOMELI, SCHIRÒ e CARÈ. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   come riportano le maggiori agenzie di stampa e i quotidiani nazionali e internazionali, il social network commerciale Facebook, in questi giorni, ha annunciato Lybra (o GlobalCoin), una nuova moneta digitale – altrimenti detta virtuale – con la quale, dal 2020, sarà possibile fare acquisti sul web, sulla piattaforma o scambiarsi somme di denaro. L'idea è quella di permettere l'utilizzo di quest'ultima anche nel mondo fisico, con l'obiettivo di trasformare la nuova «moneta» in una forma di pagamento transnazionale;

   diversamente da altre monete virtuali, Lybra sarà una stablecoin fiat collateralized. Il suo valore sarà legato a quello di una o più valute, probabilmente il dollaro Usa o addirittura un paniere internazionale, così da evitare le fluttuazioni caratteristiche del cripto-mercato che tanto preoccupano il consumatore non esperto. Il punto di forza, insomma, sarà la stabilità, collegando la moneta a risorse misurabili, ma mantenendo l'autonomia rispetto alle banche centrali;

   Lybra integrerà nel suo sistema di transazioni una blockchain, una tecnologia che garantisce le transazioni sulla base di un meccanismo di consenso in rete, con un network – Facebook – di cui fa parte un quarto della popolazione mondiale, che potrà gestire i propri fondi e i microcrediti dal proprio telefono o tablet. Miliardi di account. La piattaforma gestirà il data patrimonio più grande al mondo;

   sul tema l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AgCom) in un articolo apparso su Il Messaggero del 22 giugno 2019 segnala che «l'espansione conglomerale delle grandi piattaforme digitali globali, addirittura con la creazione di una moneta, di un portafoglio e di una camera di compensazione virtuale delle fluttuazioni chiama il legislatore a una seria riflessione sul ruolo della regolazione ex-ante. Inoltre, in attesa di interventi legislativi che espandano l'ambito della regolazione ex-ante per le grandi piattaforme globali, c'è comunque bisogno di conferire al più presto ad un'Autorità terza indipendente poteri ispettivi e di audit sulla profilazione algoritmica dei dati e sull'impatto delle regole private che in vari ambiti le piattaforme globali si sono date»;

   la statunitense Securities and Exchange Commission SEC è l'agenzia principale e più preparata oggi sulle criptovalute, ma queste sono considerate dalla citata commissione alla stregua di titoli, ma Lybra non accetta tale classificazione. Esistono reali timori che possa diventare uno strumento enorme di riciclaggio di denaro;

   in Europa esistono solide regolamentazioni nel settore dei pagamenti e trasferimento di denaro con ulteriori regole anti-riciclaggio in arrivo. Il Ministro delle finanze francese Bruno Le Maire, con la Francia presidente di turno del G7, ha inoltre detto di non essere contrario all'iniziativa di Facebook, ma ha aggiunto che dovrà avere chiari limiti. Non può diventare, in qualità di strumento di un'azienda che risponde ai suoi interessi, una divisa sovrana, capace ad esempio di agire da divisa di riserva. Le Maire ha indicato di aver chiesto alle banche centrali dei sette di preparare un rapporto sulle tematiche coinvolte entro metà luglio, che evidenzi requisiti e grazie necessarie per proteggere i consumatori quando si tratta di criptovalute –:

   quali iniziative urgenti intenda assumere il Governo, per quanto di competenza, e con le Autorità nazionali finanziarie indipendenti e la Banca d'Italia, per disciplinare, prima dell'entrata in esercizio, le attività di nuovi tipi di criptovalute, considerando anche quando lamentato recentemente dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e descritto in premessa.
(5-02455)

Interrogazioni a risposta scritta:


   PAOLO RUSSO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della difesa, al Ministro dell'interno, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   come riportato dai profili social, il Cocer Esercito, presieduto dal generale di brigata Francesco Maria Ceravolo, ha espresso il dissenso per i disattesi impegni in materia di contratto scaduto il 31 dicembre 2018 nonché in merito al riordino delle carriere;

   nello specifico, il delegato nazionale del Cocer Girolamo Foti, con una nota del 2 luglio 2019, ha dichiarato quanto segue: «Attualmente percepiamo 8 euro al mese di vacanza contrattuale, in attesa del rinnovo del contratto relativo al triennio 2019-2021, impiegando le risorse stanziate con la Legge di Bilancio 2019»;

   secondo alcuni organi di stampa si tratta, dunque, di aumenti di stipendi che arriveranno, stando a quanto annunciato e alle previsioni, solo nel 2020, nonostante il contratto per il pubblico impiego sia scaduto il 31 dicembre 2018. Con particolare riferimento all'importo degli aumenti per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego, la legge di bilancio 2019 conferma le percentuali già indicate per cui l'aumento dello stipendio del pubblico impiego sarà di +1,3 per cento nel 2019, +1,65 per cento nel 2020 e +1,95 per cento nel 2021. In base alle retribuzioni percepite da ogni singolo dipendente pubblico, militari e poliziotti gli aumenti oscilleranno, dunque, tra i 30 e gli 80 euro lordi, una cifra considerata decisamente irrisoria, rispetto al passato considerando che al netto di imposte e contributi gli aumenti saranno quasi nulli e dopo anni e anni di blocco del rinnovo contrattuale non è certo questa la conclusione che i lavoratori con le stellette attendono;

   il Presidente del Consiglio Conte, dopo il lungo sciopero della fame (50 giorni) del LGT Pasquale Fico, ha incontrato il Cocer interforze assumendosi l'impegno di aprire in breve tempo un tavolo di concertazione sul contratto e i correttivi del riordino;

   il Ministro della difesa Elisabetta Trenta con una nota apparsa sul sito del Ministero della difesa il 2 luglio 2019 ha confermato, in condivisione con il Ministro per la pubblica amministrazione, l'apertura dei tavoli di concertazione per il triennio 2019-2021 –:

   a quanto ammontino le risorse che il Governo intende destinare al contratto, ai correttivi del riordino e al finanziamento dell'operazione «strade sicure».
(4-03248)


   MINARDO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per il sud, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   la cronaca dei giorni scorsi relativa alla decisione della Corte di giustizia dell'Unione europea che ha respinto definitivamente il ricorso dell'Italia contro il taglio di circa 380 milioni di euro ai fondi europei per la Sicilia relativi al programma operativo regionale 2000-2006 per gravi carenze nella gestione e nei controlli dimostra quanto sia complicato il rapporto di alcune regioni, soprattutto del Sud e della Sicilia, in particolare con i fondi europei. Le gravi carenze riscontrate, peraltro, confermano l'inefficienza cronica della gestione finanziaria protrattasi negli anni che ha permesso di perdere 380 milioni euro che in una regione come la Sicilia, con fame di investimenti, non sono cosa da poco. È a dir poco inaccettabile che la Commissione europea abbia rilevato oltre il 54 per cento di errori sui controlli dell'Italia sull'uso dei fondi europei –:

   quali iniziative, anche normative, il Governo intenda adottare per implementare i controlli sulla spesa dei fondi comunitari e per determinare tempi più certi;

   quali iniziative si intendano adottare per fare in modo che i medesimi fondi siano utilizzati per medi o grandi obiettivi e non disperderli per piccole opere.
(4-03258)


   PALMISANO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   la trasparenza, come previsto dall'articolo 1 del decreto legislativo n. 33 del 2013, è intesa come accessibilità totale dei dati e documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, allo scopo di tutelare i diritti dei cittadini, promuovere la partecipazione degli interessati all'attività amministrativa e favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull'utilizzo delle risorse pubbliche;

   la pubblicazione dei dati della pubblica amministrazione e l'accesso generalizzato da parte dei cittadini, garantiti dal decreto legislativo n. 33 del 2013 e dal decreto legislativo n. 97 del 2016, costituiscono un fattore molto importante, che evidenzia la complementarità del diritto alla conoscenza dei dati della pubblica amministrazione e il diritto relativo alla tutela dei dati personali, apparentemente contrastanti, ma che devono invece ritenersi uniti dall'obiettivo comune di una corretta gestione delle informazioni e della comunicazione;

   in particolare, le deliberazioni del consiglio comunale, della giunta comunale e le determinazioni dirigenziali in quanto «atti di pubblicazione obbligatoria», come previsto dall'articolo 43, comma 1, del decreto legislativo n. 33 del 2013, sono pubblici e fruibili da tutti i cittadini, che possono accedervi ed utilizzarli;

   da notizie di cronaca (www.ostuninotizie.it dell'11 dicembre 2018) si è appreso della decisione della amministrazione comunale di Ostuni di oscurare dal 29 ottobre 2018 le deliberazioni del consiglio comunale, della giunta comunale e le determinazioni dirigenziali, ponendosi così in contrasto con la normativa in vigore, di cui al decreto legislativo n. 33 del 2013 e al decreto legislativo n. 97 del 2016 sopracitati;

   la decisione, fortemente criticata e lesiva dei diritti dei cittadini alla piena accessibilità a dati e documenti della pubblica amministrazione, è stata motivata dall'avvocato Guglielmo Cavallo, vicesindaco e assessore alla trasparenza e alla partecipazione del comune di Ostuni, con un espresso riferimento al rispetto del regolamento europeo (U.E.) n. 2016/679, relativo alla protezione dei dati sensibili e personali, entrato in vigore il 25 maggio 2018;

   all'uopo occorre ricordare che, a partire dal 2003, la gestione dei dati personali negli atti pubblici è stata tutelata dal «Codice in materia di protezione dei dati personali», di cui al decreto legislativo n. 196 del 2003, aggiornato dal decreto legislativo n. 101 del 2018, che ha indicato quali siano i dati sensibili da escludere in pubblicazione (ad esempio quelli relativi allo stato di salute) –:

   se il Governo intenda fornire chiarimenti sul caso descritto in premessa e quali iniziative, anche di carattere normativo, intenda porre in essere al fine di tutelare il diritto di ogni cittadino ad una partecipazione attiva della vita pubblica, anche attraverso la possibilità di accesso agli atti e documenti delle pubbliche amministrazioni, secondo lo spirito democratico alla base della nostra Costituzione.
(4-03263)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta orale:


   ASCARI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), la tavola valdese e la comunità di Sant'Egidio, hanno promosso il progetto-pilota dei corridoi umanitari, i primi realizzati in Europa;

   si tratta di un progetto di alto profilo umanitario, frutto di una collaborazione fra chiese cattolica e protestanti, anche questo importante segno della necessità collettiva di intraprendere questo tipo di azioni, a cui partecipano anche altri attori, sia istituzionali, come l'Alto commissariato Onu per i rifugiati e le ambasciate, che non istituzionali, come ad esempio la comunità Giovanni XXIII in Libano;

   questi corridoi sono regolati da un protocollo d'intesa sottoscritto il 15 dicembre 2015 dagli enti promotori suddetti e dai Ministeri degli affari esteri e della cooperazione internazionale e dell'interno e prevedono l'arrivo nel nostro Paese, nell'arco di due anni, di mille profughi siriani fuggiti in Libano in maniera legale e sicura;

   i beneficiari dei corridoi umanitari sono tutte le persone in condizioni di vulnerabilità, indipendentemente dalla loro appartenenza religiosa o etnica;

   principali obiettivi del progetto sono: evitare i viaggi dei profughi con i barconi della morte nel Mediterraneo; contrastare il micidiale business degli scafisti e dei trafficanti di uomini; concedere a persone in condizioni di vulnerabilità un ingresso legale sul territorio italiano con visto umanitario e la possibilità di presentare successivamente domanda di asilo; consentire di entrare in Italia in modo sicuro per tutti, perché il rilascio dei visti umanitari prevede i necessari controlli da parte delle autorità italiane;

   l'iniziativa descritta è totalmente autofinanziata e non pesa sulle finanze pubbliche: i fondi per la realizzazione del progetto provengono soprattutto dall'otto per mille della Chiesa Valdese-Unione delle chiese metodiste e valdesi e dalla Campagna di donazioni della Comunità di Sant'Egidio; tra i sostenitori del progetto figurano la Chiesa evangelica della Vestfalia (EKvW), la Chiesa riformata degli Stati Uniti, diverse comunità evangeliche in Italia e singoli donatori in Italia e all'estero, anche attraverso il cinque per mille;

   i soggetti promotori si impegnano a fornire assistenza legale ai beneficiari dei visti nella presentazione della domanda di protezione internazionale; ospitalità ed accoglienza per un congruo periodo di tempo; sostegno economico per il trasferimento in Italia; sostegno nel percorso di integrazione nel nostro Paese;

   i beneficiari arrivati in Italia sono presi in carico dai soggetti promotori del progetto in collaborazione con altri partner tra cui la Commissione sinodale per la diaconia (CSD), la Casa delle Culture-MH di Scicli, il Centro diaconale LA NOCE di Palermo, la Rete dei comuni solidali (RECOSOL), Oxfam Italia, i quali forniscono accoglienza in strutture e appartamenti su tutto il territorio nazionale;

   il 7 novembre 2017 è stato firmato un progetto analogo per il biennio 2018/19 per consentire l'arrivo attraverso i corridoi umanitari di ulteriori mille profughi;

   questi strumenti sono particolarmente efficaci sia per favorire l'arrivo in sicurezza dei migranti, sia per contrastare l'immigrazione illegale:

   se fossero ampliati a livello europeo, potrebbero fornire una soluzione alla perdurante crisi dell'immigrazione nel continente;

   nel quadro del lavoro del progetto dei corridoi umanitari in Libano, a settembre 2016 è stato lanciato anche il progetto di assistenza sanitaria «Medical Hope» anch'esso auto-finanziato da varie donazioni, senza impegno per le finanze pubbliche –:

   se il Governo non intenda avviare un dialogo con i promotori dei corridoi umanitari al fine di ridiscutere gli accordi ed aumentare il numero dei beneficiari, a non meno del doppio di quelli attualmente previsti;

   se non intenda valutare di assumere iniziative normative volte all'inserimento di questo modello all'interno di un provvedimento legislativo in materia, terminando la fase di sperimentazione;

   se non intenda assumere iniziative al fine di promuovere nelle opportune sedi l'estensione di questo modello nel resto dell'Unione europea.
(3-00852)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   PAGANI, FRAILIS, CARÈ, DE MENECH, ROSATO, ENRICO BORGHI e LOSACCO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della difesa, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il 14 maggio 2019 si è costituita la nuova divisione dell’«Eligroup SecurityDefence» con sede a Napoli. Il 6 giugno «Eligroup Security Defence» informa sulla sua pagina Facebook di aver venduto 3 unità navali alla compagnia DG Risk che opera globalmente ed ha sedi dislocate in Gran Bretagna, New Jersey e Africa Occidentale. Sulla foto pubblicata si evince che si tratta di unità navali dismesse dalla Guardia di finanza, che saranno equipaggiate con nuove attrezzature di navigazione e controllo da Eligroup per metterle in condizione di operare per contrastare le attività di pirateria. Sempre sui social, l'amministratore delegato di DG Risk si è dichiarato soddisfatto della proficua collaborazione con Eligroup e la Guardia di finanza;

   il 17 giugno è stata annunciata da Eligroup la vendita di 2 ulteriori unità navali, pattugliatori lunghi 27 metri a prova di proiettile, a Tactical Pro Limited, una compagnia maltese specializzata in sicurezza navale che opera nel Golfo di Aden e nel Golfo di Guinea. La stessa compagnia ha siglato un protocollo d'intesa con la Marina militare nigeriana attraverso una società offshore locale. Le unità navali – sulle cui foto pubblicate si legge la scritta «Guardia di finanza» – hanno il compito di pattugliare le acque territoriali nigeriane per prevenire eventuali attacchi di pirati;

   l'operazione commerciale sopra descritta, a parere degli interroganti assume un profilo dual-use considerate le caratteristiche delle unità navali e le successive modifiche apportate e le stesse finalità operative, indirizzate al contrasto della pirateria ne sottolineano il profilo militare –:

   se il Governo intenda chiarire per quanto riguarda le attività commerciali descritte in premessa, se la società «Eligroup Security & Defence Division», abbia richiesto, ai sensi della legge n. 185 del 1990, le necessarie autorizzazioni;

   se siano state imposte eventuali limitazioni, in ragione della particolare situazione di prevedibile impiego delle unità navali citate in premessa;

   se non ritenga opportuno adoperarsi, per quanto di competenza, perché siano cancellate le scritte o simboli aventi come riferimento la Guardia di finanza.
(5-02458)

Interrogazione a risposta scritta:


   SILLI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   al Senato è stato assegnato alla commissione affari esteri un disegno di legge di ratifica concernente l'Accordo tra Italia e Macedonia sulla cooperazione nel campo della difesa. L'Accordo è stato ratificato ai sensi della legge 17 febbraio 2001, n. 46 ed è entrato in vigore per la durata di cinque anni, dal 17 ottobre 2007, dopo il reciproco scambio di notifiche, tacitamente rinnovato per altri cinque anni;

   il suddetto disegno di legge è stato presentato al Senato il 22 febbraio 2019 e assegnato alla Commissione affari esteri il 7 marzo 2019;

   l'accordo è importante per la posizione strategica che occupa la Macedonia nei Balcani. Allo stato attuale il disegno di ratifica è «fermo» al Senato da molti mesi. Pertanto sarebbe opportuna favorire una rapida discussione e approvazione del provvedimento. Non si conoscono infatti, allo stato, le eventuali ragioni e problematiche che impediscono di fatto una ratifica di un disegno di legge di grande importanza per il nostro Paese –:

   se il Governo intenda assumere iniziative per quanto di competenza, per favorire un rapido iter del disegno di legge di cui in premessa in modo che possa essere definita al più presto, una ratifica di importanza strategica per il nostro Paese.
(4-03261)

AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interpellanza:


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   in un Tweet del 21 giugno 2019 il Ministro dell'ambiente Costa ha annunciato con enfasi che «la settimana prossima firmeremo il decreto interministeriale per fissare i limiti Pfas, che per noi devono essere Pfas zero»;

   l'interpellante segue con particolare attenzione la questione Pfas e Pfoe, in ordine alla quale ha proposto già due atti di sindacato ispettivo, n. 3-00060 e 3-00273, e per questo è andato a cercare in questi giorni il decreto interministeriale, di cui parlava il Ministro;

   dal sito del Ministero non risulta però nulla al proposito;

   forse la ricerca è stata carente e proprio per chiarire la confusione generata dal tweet del Ministro il sottoscritto ha ritenuto di presentare questa interrogazione;

   l'interrogante è del tutto consapevole di essere legato a stereotipi politici tradizionali e di non essere del tutto in linea con i più attuali canoni comunicativi, ma tuttavia resta convinto che il Governo debba parlare per atti normativi e per «facta concludentia», piuttosto che attraverso proclami o tweet;

   ma forse è proprio questo il «cambiamento» di cui vuole farsi portatore l'attuale Governo –:

   se il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare abbia firmato il decreto interministeriale che fissa i limiti Pfas sul territorio nazionale;

   quali iniziative di propria competenza intenda adottare per evitare in futuro che propri tweet possano generare confusione sulla normativa riguardante materie assai delicate.
(2-00444) «Zanettin».

Interrogazioni a risposta scritta:


   FARO, MENGA, LOVECCHIO e GIULIANO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. — Per sapere – premesso che:

   la mitilicoltura in mare aperto è un settore che è stato oggetto di una crescita esponenziale nel corso degli ultimi anni, con risultati significativi soprattutto nel Sud Italia. Nel Gargano, in Puglia, sono presenti diversi impianti nei pressi di Mattinata, Manfredonia, Capojale e Torre Mileto. Le tecniche di allevamento si sono evolute nel tempo con il superamento degli impianti classici a favore della coltura basata sull'utilizzo delle «Reste», dette più comunemente «Calze» all'interno delle quali crescono fino a 50 chilogrammi di molluschi. Queste sono costituite da retini tubolari in polipropilene della lunghezza di qualche metro. Durante le fasi della lavorazione, quella più critica per l'ambiente è la fase del «reincalzo» che consiste nella progressiva sostituzione dei retini con altri retini dalle maglie più larghe ed è in questo momento che persone senza scrupoli gettano in mare quintali di retini che, giorno dopo giorno, mettono in serio pericolo la sopravvivenza della fauna e della flora marina e finiscono per arenarsi sulle spiagge del nord del Gargano e specialmente in prossimità dello specchio di mare di Torre Mileto, dichiarato dalla Regione Puglia sito di interesse comunitario e inserito nella lista degli habitat marini da tutelare. Da tale situazione discendono notevoli conseguenze per l'economia della zona; infatti, gravi danni sono arrecati alla meccanica delle barche e dei pescherecci e si registrano variazioni negative allo stock ittico in termini di quantità e qualità del pescato e soprattutto un aggravio di costi per gli enti locali che si vedono costretti a prendere in carico lo smaltimento dei rifiuti speciali, che, una volta arenati sui litorali, diventano rifiuti urbani e pertanto di competenza dei comuni. Senza tralasciare le conseguenze sul turismo a causa del degrado estetico che i rifiuti marini arenati comportano. I retini della mitilicoltura sono i rifiuti speciali più pericolosi che si depositano lungo le spiagge del Gargano; essi andrebbero smaltiti in porto dai singoli pescatori dediti a tale attività. Nel corso degli ultimi anni ci sono state operazioni da parte dei carabinieri volte alla repressione di tali comportamenti illegali, ma il grave inquinamento determinato dalla mitilicoltura continua a persistere e non accenna a diminuire –:

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda intraprendere contro l'abbandono fraudolento in mare dei residui della pesca e se non ritenga opportuno promuovere adeguate misure, al fine di debellare le pratiche illegali messe in essere dai mitilicoltori spregiudicati.
(4-03249)


   FORMENTINI e BIANCHI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il quotidiano online, «il Piccolo»-Balcani, del 20 giugno 2019, riporta l'allarme lanciato da Greenpeace sulle ripercussioni transnazionali provocate dai fumi delle due future centrali a carbone della Bosnia, in Tuzla per 450 megawatt e in Banovici, per 350 megawatt, a circa 30 chilometri l'una dall'altra;

   la Bosnia è nota come uno dei Paesi balcanici più inquinati, a causa dell'energia prodotta a basso costo con l'utilizzo della lignite nelle centrali termoelettriche; la realizzazione delle due centrali a carbone, ossia del blocco 7 di Tuzla e del nuovo impianto di Banovici, peggiorerebbero una situazione che sembrerebbe già oltre i limiti per la tutela dell'ambiente e della salute pubblica;

   gli effetti negativi sulla salute pubblica provocati dalle emissioni delle due centrali a carbone potrebbero raggiungere città lontane anche centinaia di chilometri;

   tra le città interessate dai fumi il quotidiano riporta le città italiane di Trieste e di Napoli;

   sembra che Greenpeace ha elaborato modelli scientifici, rappresentando con mappe il trasporto degli inquinanti dai venti, per dimostrare gli effetti delle nuove centrali sulla salute della popolazione; i risultati si presentano allarmanti con pesanti ripercussioni negative;

   sembra che i modelli evidenziano un numero di circa mille morti premature in un decennio, causate esclusivamente dalle centrali di Tuzla e Banovici, con più dell'ottanta per cento dei casi al di fuori dei confini bosniaci, in particolare in Serbia, Italia, Romania, Ungheria, Croazia, Albania, Slovenia, Montenegro, oltre a centinaia di casi di recrudescenza di attacchi d'asma nei bambini, bronchiti croniche e un alto numero di giornate di assenza dal lavoro ogni anno;

   altri impatti sarebbero connessi ai depositi di mercurio provocati dall'utilizzo di carbone di bassa qualità che, tuttavia, interessano maggiormente il territorio locale, ma anche Sarajevo e Belgrado –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza della realizzazione dei due impianti bosniaci, ossia del blocco 7 di Tuzla e del nuovo impianto di Banovici, e se intendano approfondire la fondatezza di quanto riportato in premessa e, nel caso, avviare le iniziative di competenza per la partecipazione al procedimento di Valutazione di impatto ambientale ai sensi della Convenzione sulla valutazione dell'impatto ambientale in un contesto transfrontaliero, fatta a Espoo il 25 febbraio 1991.
(4-03253)


   BARBUTO e TROIANO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   come è noto la città di Crotone ricade nel Sin (sito di interesse nazionale) Crotone-Cassano-Cerchiara ed è interessata dal progetto di Bonifica dell'ex area industriale elaborato da Sindyal;

   a tutt'oggi, nonostante sia trascorso un anno dalla scadenza del mandato della dottoressa Elisabetta Belli, già commissario straordinario, non si è ancora provveduto alla nomina del suo sostituto;

   la mancata nomina del commissario straordinario ritarda l'inizio delle operazioni di bonifica, con grave rischio per la salute pubblica, attesa la presenza di scorie e veleni sul territorio con grave danno per la popolazione, costretta a convivere con gli stessi, che hanno provocato nel tempo un elevatissimo tasso di patologie tumorali come più volte denunciato da cittadini e associazioni ed evidenziato dalle statistiche più recenti;

   «Ministro Costa, venga lei stesso a visitare Crotone (...). Abbiamo passioni, obiettivi e tarati sogni (...). Sogni che forse non si realizzeranno mai perché a Crotone di mancata bonifica si muore. I dati sono allarmanti. Muoiono gli anziani, i ragazzi, le ragazze, muoiono i bambini a causa di tumori! Non vi è famiglia in cui non vi sia una vittima. Nonostante questo, però, a molti tutto questo sembra non interessare. Venga a vedere con i suoi occhi, venga a sentire il tanfo della morte». Questo è il messaggio accorato di denuncia di alcuni ragazzi crotonesi tra i 16 ed i 18 anni che è stato inviato al Ministro nel mese di marzo 2019 e che, nel successivo mese di aprile, è stato riscontrato con l'annuncio dell'imminente nomina del commissario per la bonifica senza che, ad oggi, però sia stato dato seguito in merito;

   oltre tutto giova ricordare che sulla contabilità speciale del commissario straordinario sono stanziati circa 70 milioni di euro e le attività da compiere sono tante e non possono essere ulteriormente procrastinate;

   si sottolinea e ribadisce l'esigenza urgente della nomina del commissario per la bonifica –:

   se sia già stato individuato il nominativo del commissario governativo ed in quale fase si trovi la relativa procedura e quali iniziative il Governo intenda intraprendere o abbia già intrapreso per procedere celermente alla nomina del commissario straordinario per la bonifica del sito di interesse nazionale di Crotone.
(4-03254)

BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazioni a risposta scritta:


   OCCHIONERO. — Al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che:

   da oltre due anni la biblioteca «Pasquale Albino» di Campobasso è chiusa al pubblico, senza alcuna manutenzione né presidio della struttura;

   la struttura, che conserva un patrimonio culturale e storico dal valore inestimabile (2400 periodici, 130000 volumi, oltre a pergamene, opuscoli e raccolte di musica), è stata di proprietà della provincia di Campobasso fino al maggio 2017. Successivamente, per effetto della legge n. 56 del 2014, e a seguito dell'accordo di valorizzazione del 13 settembre 2016 fra la provincia, il Ministero per i beni e le attività culturali e la regione Molise, è stato sancito il suo passaggio al demanio dello Stato e, pertanto, allo stesso Ministero per i beni e le attività culturali;

   a quel punto, la biblioteca viene inquadrata nel polo museale del Molise con conseguente passaggio di consegne alla direzione generale musei dello stesso, a differenza della gran parte delle altre biblioteche pubbliche statali che, invece, fanno parte della direzione generale biblioteche;

   il 4 ottobre 2018 in risposta all'interrogazione n. 5-00131 il sottosegretario Vacca afferma quanto segue: «Purtroppo gli ambienti della struttura e quella dei depositi librari versano in una condizione di pericolo che si è rivelata più grave del previsto e priva delle necessarie misure di adeguamento alle norme di sicurezza e antincendio. L'avvicendamento governativo, e il turn over nella Direzione degli uffici centrali e periferici del Ministero non hanno reso possibile procedere con la stessa speditezza che si era all'inizio prevista anche se si è comunque provveduto ad eseguire lavori di manutenzione sull'edificio proprio per evitarne l'ulteriore degrado»;

   sono passati altri otto mesi e la situazione della biblioteca è ancora ferma –:

   se non ritenga necessario adottare iniziative per incardinare la biblioteca «Pasquale Albino» nell'ambito di competenza della direzione generale biblioteche e istituti culturali;

   quali iniziative intenda assumere per restituire al più presto l'utilizzo della biblioteca ai cittadini di Campobasso e del Molise.
(4-03252)


   SUT. — Al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che:

   un antico lacerto delle mura storiche di Pordenone, ultima testimonianza della cinta muraria del capoluogo friulano e risalenti al XIV secolo, interessato sempre più da vicino da un processo edificativo della zona, ma ugualmente considerato dai residenti simbolo del patrimonio storico locale, è divenuto oggetto di uno scontro di posizioni tra la proprietà dell'area – la società Battistella spa – e i residenti del vicino condominio Le Mura;

   di recente, un parere espresso dalla Soprintendenza per l'archeologia, le belle arti e il paesaggio del Friuli Venezia Giulia ha accolto il ricorso presentato dalla proprietà dell'area, dando il via libera alla realizzazione di un varco nel lacerto di vicolo del Lavatoio per il transito pedonale e, in caso di necessità, carrabile, laddove la società proprietaria ne aveva richiesto l'autorizzazione ai fini di un passaggio veicolare;

   il suddetto parere, espresso dalla Soprintendente Simonetta Bonomi, ha trovato la contrarietà dei residenti dell'adiacente condominio Le Mura e di una cospicua parte della cittadinanza pordenonese che ha massicciamente aderito alla petizione popolare, nata dall'iniziativa del comitato dei residenti della zona e rivolta al sindaco di Pordenone Alessandro Ciriani a cui i firmatari hanno chiesto l'esercizio del potere amministrativo e civilistico del comune, finalizzato alla revoca dell'autorizzazione per la realizzazione del suddetto varco nel lacerto di Vicolo del Lavatoio;

   come osservato nel medesimo parere della Soprintendenza, questo potrà essere oggetto di riesame da parte della commissione regionale per il patrimonio culturale;

   il dibattito politico locale ha di recente visto il proposito di acquisto dell'area dell'ex Pastificio Tomadini in cui sorgono i resti delle antiche mura cittadine, da parte dell'amministrazione comunale di Pordenone, come riportato dalle cronache giornalistiche in data 11 giugno 2019 –:

   quali iniziative si intendano adottare al fine di verificare la correttezza delle prescrizioni contenute nel parere emesso dalla Soprintendenza per l'archeologia, le belle arti e il paesaggio del Friuli Venezia Giulia.
(4-03255)

DIFESA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   PAGANI, FRAILIS, CARÈ, DE MENECH, ROSATO, ENRICO BORGHI e LOSACCO. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   l'Aeronautica militare ha avviato un dettagliato progetto, per la riorganizzazione della base di Decimomannu, basato sui seguenti criteri:

    individuazione di aree di attività a duplice uso sistemico, in cui far convergere le esigenze del Ministero della difesa e dell'industria nazionale con le attese di sviluppo industriale della regione Sardegna;

    maggiore utilizzo delle infrastrutture e competenze della Difesa e dell'industria per applicazioni civili e una loro maggiore integrazione nel tessuto sociale, economico ed industriale della Sardegna;

    complementarietà e sinergia con altre iniziative a livello nazionale (ad esempio quelle della regione Puglia) in corso o di prossima attuazione;

   sulla base di questo ambizioso programma, in collaborazione tra l'Aeronautica militare italiana e Leonardo, è nato il progetto dell’International Flight Training School (IFTS) che avrà una capacità di 20 corsi per piloti dell'Ami + 60 corsi per piloti di forze aeree estere. Il progetto dell'IFTS prevede:

    un avanzato velivolo da addestramento ad alte prestazioni;

    un completo «Ground Based Training System» con capacità di simulazione LVC (Live, Virtual & Constructive) all'avanguardia, in grado di coniugare efficacia addestrativa e massima ottimizzazione dei costi;

    disponibilità di ampi spazi aerei ed aree di lavoro con condizioni ambientali ideali per ogni scenario (mare, terra, montagne);

    operatività della IFTS 24/7 con il supporto operativo diretto dei velivoli e dei simulatori da parte dei costruttori, con presenza costante di personale dedicato;

    standardizzazione secondo modelli internazionalmente riconosciuti;

    capacità ricettiva e infrastrutturale secondo i più alti standard di comfort e di ospitalità;

   allo stato degli atti, l'unica iniziativa concreta appare la realizzazione della scuola di volo che in realtà non vede ancora garantita la presenza di piloti di forze aeree straniere, mentre gran parte delle prospettive delineate nei criteri assunti a premessa della riorganizzazione della base aerea di Decimomannu, rimangono assolutamente indefinite;

   secondo gli interroganti, considerata la straordinarietà e l'unicità dell'ambiente che viene reso disponibile, ne deve essere comunque garantita l'integrità attraverso la scrupolosa applicazione delle norme introdotte con la legge 27 dicembre 2017, n. 205, articolo 1, comma 304 –:

   se, il Ministro interrogato, intenda rendere noti nelle opportune sedi parlamentari i finanziamenti di cui dispone il progetto di cui in premessa in ciascuna delle articolazioni dichiarate e i tempi prevedibili per realizzazione di ciascuna di esse;

   se intenda chiarire qualità e dimensione dei benefici, soprattutto in termini di occupazione locale, che dovrebbero derivarne per il territorio, considerando che tali benefìci, al fine di rendere apprezzabile il progetto, debbono risultare concretamente significativi.
(5-02456)

Interrogazione a risposta scritta:


   PAGANI, FRAILIS, CARÈ, DE MENECH, ROSATO, ENRICO BORGHI e LOSACCO. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   si apprende da fonti giornalistiche che a gennaio 2019 un'allieva, ha denunciato di aver subito atti di nonnismo mentre frequentava l'Accademia di abilitazione al volo. In particolare, la ragazza racconta che il 7 aprile 2018, ha subito percosse, umiliazioni, e minacce al termine della prova di abilitazione della Scuola di volo superata con successo. Il «battesimo del volo» è un rituale cameratesco, utilizzato a ogni fine corso dagli allievi pilota della Aeronautica militare. Tuttavia, video e foto depositati in Procura mostrano l'allieva non solo gettata a forza in piscina dai suoi commilitoni ma con segni di lesioni fisiche;

   nei giorni successivi, la stessa rende nota la sua intenzione di denunciare l'accaduto e da allora iniziano contro di lei una serie di sanzioni disciplinari tra cui un rimprovero, sessanta turni di consegna, e lettere di biasimo fino a che in data 6 settembre 2018 viene espulsa dall'Accademia per insufficiente attitudine militare. In particolare, la Commissione permanente di attitudine giustifica la decisione esprimendo che «Il sergente S. ha palesato numerose mancanze nel rispetto delle vigenti regole dell'istituto, delle norme di vita interna dell'Accademia, nonché di quelle impartite dal Comando»;

   il Ministro interrogato ha chiesto immediatamente chiarimenti allo Stato maggiore dell'Aeronautica e ha dichiarato «È un fatto gravissimo, che sto seguendo con attenzione. C'è una indagine in corso e chi deve pagare, pagherà»;

   si legge in un comunicato dell'Aeronautica militare «In merito al presunto atto di nonnismo, si sottolinea che l'Aeronautica Militare tutela il proprio personale e non ammette comportamenti in qualunque modo correlabili al fenomeno del nonnismo, che – al contrario – condanna e persegue con fermezza». «Quanto alla vicenda dell'ex allieva ufficiale pilota di complemento che ha lamentato tale deprecabile fenomeno e sostiene di essere stata espulsa dalla Forza Armata a seguito di comportamenti e provvedimenti disciplinari vessatori nei suoi confronti, si precisa che la vicenda era già nota, tanto che la Forza Armata, in data 5 ottobre 2018, ha denunciato il fatto all'Autorità Giudiziaria competente, disponendo contestualmente l'esecuzione di un'inchiesta sommaria, come previsto dalla vigente normativa di settore»;

   da parte sua l'allieva si è rivolta alla magistratura amministrativa per contestare le decisioni assunte dall'Aeronautica militare e la conseguente espulsione dal corso. Dopo un giudizio negativo del Tar Lazio è sopravvenuta una sentenza del Consiglio di Stato, già esecutiva, che ne ha disposto il reintegro –:

   se il Ministro interrogato a seguito delle decisioni assunte dalla giustizia amministrativa, abbia intrapreso o intenda intraprendere iniziative disciplinari nei confronti di quanti si sono resi responsabili di comportamenti inaccettabili.
(4-03257)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta scritta:


   DORI e D'ORSO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il 21 marzo 2014 il Ministero della giustizia, l'autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza e l'associazione «Bambinisenzasbarre Onlus» hanno sottoscritto un protocollo di intesa per garantire la tutela dei diritti dei minorenni figli di genitori detenuti;

   la finalità dell'accordo è assicurare ai bambini il diritto alla continuità del legame affettivo con il proprio genitore detenuto, rendendo per loro accettabile una condizione che può essere potenzialmente traumatica;

   le parti firmatarie hanno rinnovato il Protocollo d'Intesa siglato, prima nel settembre del 2016 e poi nel novembre del 2018, per consentire ai principi ad esso sottesi di diventare stabili linee guida per tutti gli operatori coinvolti nel sistema giudiziario, penitenziario, socio-sanitario e scolastico;

   il protocollo è applicabile su tutto il territorio nazionale e con esso le parti si sono impegnate, nell'ambito delle rispettive competenze, a promuovere e sostenere tutte le iniziative volte a favorire l'accoglienza del bambino che entra in contatto con la struttura detentiva, in modo che sia in grado di orientarsi e di collocarsi nei luoghi e nei momenti che andrà a vivere;

   l'articolo 2 del Protocollo prevede che in tutte le sale d'attesa sia attrezzato uno «spazio bambini», dove i minorenni possano sentirsi accolti e che nelle sale colloqui sia previsto uno spazio riservato al gioco e, laddove la struttura lo consenta, sia allestito uno spazio separato allestito a ludoteca, favorendo anche il libero accesso alle aree verdi all'aperto ove passare del tempo con i propri genitori;

   come previsto all'articolo 8 del protocollo, un organo interno di controllo, composto anche da rappresentanti del Ministero della giustizia, svolge un'azione di monitoraggio periodico sull'attuazione del protocollo;

   in Italia circa 100.000 bambini varcano la soglia degli istituti penitenziari per andare in visita ai propri genitori detenuti in carcere –:

   quali azioni e iniziative il Ministro interrogato intenda intraprendere, per quanto di competenza, per diffondere la conoscenza del contenuto del protocollo, per verificarne la concreta attuazione negli istituti penitenziari e per rendere pubblici i risultati del monitoraggio di cui in premessa.
(4-03264)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   BERGAMINI, ROSSO, MULÈ, PENTANGELO e ZANELLA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   come pubblicato da Il Messaggero, la giornata del 27 giugno 2019 è stata particolarmente critica per il trasporto ferroviario dell'alta velocità;

   disagi e rilevanti ritardi sono stati registrati a danno dei viaggiatori, in particolar modo con riguardo al nodo di Bologna; a titolo esemplificativo si segnala che sono stati registrati ritardi che superavano ampiamente i 60 minuti e in un caso particolare si è trattato di oltre 5 ore di ritardo;

   risulta agli interroganti che i ritardi siano stati causati da un guasto tecnico che ha costretto un treno a fermarsi in linea, rallentando così tutti i convogli che seguivano, in numero ovviamente assai rilevante;

   Il Mattino del 1° luglio successivo segnalava come nella giornata di domenica 30 giugno alla stazione di Napoli centrale, 16 passeggeri hanno perso il treno a causa dell'annuncio di ritardo dello stesso di 15 minuti. Hanno scoperto soltanto in seguito che il convoglio ferroviario era invece in orario e pertanto partito regolarmente dalla medesima stazione;

   oltre ai casi specifici riportati, gli interroganti rilevano come in via generale il traffico ferroviario alta velocità subisca costantemente ritardi e disagi, in particolar modo in occasione della stagione estiva;

   vale la pena ricordare che il servizio alta velocità è quello più oneroso per gli utenti e più remunerativo per gli operatori (Trenitalia e Ntv) e ci si aspetta che le prestazioni siano pienamente in linea con gli standard e con i prezzi di mercato. D'altro canto, dai ritardi accumulati dal servizio a mercato derivano inevitabilmente i disagi e i ritardi anche nel servizio pubblico e in quello di trasporto regionale;

   già con l'interrogazione n. 5-01498 del 14 febbraio 2019, ancora oggi senza risposta da parte del Ministro gli interroganti segnalavano che, come pubblicato sul Sole 24 Ore del 10 febbraio 2019, Trenitalia e Italo hanno registrato circa 18 mila ore di ritardo nel corso dell'anno 2018;

   vieppiù si sottolinea nella richiamata interrogazione come i ritardi dei treni ad alta velocità nel nostro Paese siano stati nel 2018 il doppio rispetto al 2017 e due volte e mezzo quelli 2014 –:

   quali siano i dati relativi ai ritardi per l'anno in corso e quelli di ciascuno degli ultimi cinque anni, suddivisi per le singole tipologie di servizio (a mercato e pubblico, nazionale e regionale) e treno ad alta velocità (Frecciarossa, Frecciabianca, Frecciargento, Italo), nonché in voce complessiva;

   se, a decorrere dall'anno in corso, il Ministro interrogato non intenda acquisire e rendere pubblici sul proprio sito web istituzionale, o su diversa piattaforma appositamente predisposta, i dati di cui al quesito precedente, al fine di garantire la massima trasparenza e accessibilità a tali informazioni a tutela degli utenti del servizio ferroviario.
(5-02446)


   DE FILIPPO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   l'Ente nazionale per l'aviazione civile (Enac), ente pubblico non economico dotato di autonomia regolamentare, organizzativa, amministrativa, patrimoniale, contabile e finanziaria, istituito con il decreto legislativo 25 luglio 1997, n. 250, è sottoposto all'indirizzo, vigilanza e controllo del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti;

   ai sensi dell'articolo 4 del medesimo decreto legislativo, sono organi dell'Enac, il presidente, il consiglio di amministrazione, il collegio dei revisori dei conti e il direttore generale;

   l'attuale direttore generale è stato confermato nel suo incarico con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 1° luglio 2014, per un ulteriore periodo di cinque anni;

   ai sensi dell'articolo 4, comma 5, del citato decreto legislativo, il direttore generale è nominato, per la durata di cinque anni, con le stesse procedure del consiglio di amministrazione;

   ai sensi dell'articolo 4, comma 3, il consiglio di amministrazione rimane in carica cinque anni e la nomina dei suoi componenti è rinnovabile per una sola volta;

   l'attuale quadro normativo, rappresentato dal decreto legislativo n. 165 del 2001, così, come modificato dal decreto-legge n. 95 del 2012 (convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012 n. 135), all'articolo 16, comma 1, lettera l-quater), dalla legge n. 190 del 2012, articolo 1, comma 4, lettera e), articolo 1, comma 5, lettera b), articolo 1, comma 10, lettera b), dalle linee di indirizzo del Comitato interministeriale istituito con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 16 gennaio 2013, dal Piano nazionale anticorruzione, dalla delibera dell'Anac n. 13 del 4 febbraio 2015, delinea una serie di regole e criteri per la rotazione del personale dirigente all'interno della pubblica amministrazione;

   ad oggi, nonostante il secondo mandato dell'attuale direttore generale sia giunto ormai alla scadenza, non risulta all'interrogante alcuna iniziativa da parte del Ministro interrogato finalizzata alla scelta di un successore –:

   quali iniziative stia assumendo il Ministro interrogato per la nomina del nuovo direttore generale di Enac, nel rispetto della normativa vigente.
(5-02457)

Interrogazione a risposta scritta:


   FERRARI, RIXI e ZOFFILI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro della difesa, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nella provincia di Lecco alcune opere pubbliche di competenza del provveditorato interregionale alle opere pubbliche per la Lombardia ed Emilia-Romagna, sezione territoriale di Lecco risultano bloccate da anni;

   l'amministrazione comunale di Oggiono (LC) convenne, nell'anno 2008, con il provveditorato, un protocollo d'intesa per la realizzazione di una nuova caserma per l'Arma dei Carabinieri ed attigua palazzina alloggi, quale Comando di stazione media, da edificarsi in un terreno di proprietà comunale sito all'incrocio tra la Via Kennedy e la Via Donatori di Sangue;

   i lavori della caserma, attualmente fermi, avrebbero dovuto essere finiti entro l'estate, mentre per il secondo lotto riferito agli alloggi, il provveditorato ha mesi fa comunicato che è in procinto la fase di un nuovo appalto, anche se alla data odierna nulla è pubblicato sul portale del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, a seguito della recessione del contratto con l'impresa assegnataria dell'appalto a conclusione di un lungo contenzioso in tribunale. Ad oggi della palazzina degli alloggi resta solo lo «scheletro» realizzato dalla prima impresa;

   la realizzazione dei due edifici, caserma e alloggi, prosegue ora distinta in due singoli appalti e finalmente, dopo anni, grazie al rapporto sinergico tra amministrazione comunale e Ministero, sono state recuperate le risorse relative all'adeguamento dei prezzi per la palazzina degli alloggi, che rischiano per l'inerzia di divenire nuovamente insufficienti;

   anche il palazzo dell'ex Mutua in via XI Febbraio a Lecco, destinato alla prefettura e di proprietà dell'Asst (l'azienda ospedaliera) che fa capo alla regione, è ancora un cantiere: i lavori erano iniziati dal provveditorato nel 2010, affidati al medesimo Rup della caserma di Oggiono, e dovevano terminare nel 2012, invece, sei anni dopo, la sistemazione dello stabile si è arenata quando ormai mancavano solo gli interventi conclusivi;

   secondo le dichiarazioni del sindaco di Lecco in consiglio comunale, l'edificio che, a quanto risulta agli interroganti si estende per 3.700 metri quadrati con 70 stanze e 15 bagni, potrebbe essere riconvertito ad uso didattico, andando a riordinare il sistema scolastico lecchese;

   dalla fine del 2016 si attende che l'opera venga riappaltata dopo la recessione del contratto con l'impresa inizialmente incaricata. Lo stallo sembrerebbe dovuto in parte alla presenza della gru che l'azienda dovrà rimuovere;

   come per la caserma di Carabinieri di Oggiono, anche per l'edificio della ex Mutua di Lecco, il titolare del bando è il suddetto provveditorato alle opere pubbliche –:

   se il Governo intenda acquisire informazioni sullo stallo dei due cantieri sopra citati e adottare iniziative urgenti per far fronte alle condizioni generali in cui versa il Provveditorato interregionale alle opere pubbliche per la Lombardia ed Emilia-Romagna, Sezione Territoriale di Lecco.
(4-03259)

INTERNO

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   FIANO, MIGLIORE, MORANI e MICELI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il Ministro interrogato ha diffuso sulla propria pagina web un'immagine che lo ritrae abbracciato a talune donne sorridenti con il casco e la maglietta delle forze di polizia, sotto l'immagine del Capitano della Sea watch 3, Carola Rackete, e la scritta che sovrasta il tutto «Io sto con le donne che difendono la legge»;

   non è la prima volta che il Ministro interrogato utilizza immagini anche mediante accostamenti o fotomontaggi o comunque manipolazioni, al solo scopo gli scopi secondo gli interroganti di denigrare, deridere o comunque sottoporre alla gogna mediatica chiunque abbia manifestato o manifesti opinioni o ponga in essere comportamenti non condivisi dal Ministro stesso, scatenando l'odio mediatico sul nemico di volta in volta individuato;

   al di là dell'indubbia inopportunità politica, e al tempo stesso della debolezza, insita nel gesto di un Ministro dell'interno che ritiene sistematicamente di dimostrare la misura del proprio consenso denigrando dall'alto della sua carica, ed esponendo alla gogna mediatica in un tweet o in un post su Facebook, minori che manifestano pacificamente, donne magistrato se hanno pronunciato sentenze da lui non gradite, o donne come nel caso di Carola Rackete che hanno comunque osato esprimere pensieri o compiere atti da lui non condivisi, tale gesto rischia di essere altresì lesivo di norme del nostro ordinamento poste a tutela dell'immagine e della privacy;

   quanto riportato appare estremamente preoccupante, alla luce del fatto che le donne e gli uomini delle forze di polizia sono deputate a garantire la sicurezza e il controllo di tutti i cittadini, mentre l'utilizzazione della loro immagine per fini politici finisce per danneggiare l'immagine e il prestigio delle stesse forze di polizia, in quella che appare agli interroganti una sistematica confusione di ruoli avallata quotidianamente dal Ministro interrogato tra la sua carica istituzionale e quella di segretario di partito –:

   se sia stata preventivamente richiesta alle stesse donne appartenenti alle forze di polizia l'autorizzazione alla diffusione di un'immagine utilizzata a fini politici.
(5-02452)


   FIANO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   da notizie via internet si è appreso che l'ultimo pagamento delle cosiddette ore di straordinario eccedente il «monte ore», dovute a poliziotti, carabinieri e finanzieri che sopperiscono con i propri straordinari alle enormi necessità del Paese, risalirebbe a dicembre 2017, mentre da gennaio 2018 il personale sarebbe ancora in attesa del dovuto pagamento;

   sebbene da alcuni anni, anche grazie alla costante iniziativa del precedente Governo, si sia rimessa in moto la macchina degli arruolamenti in favore delle forze di polizia, e più specificatamente della polizia di Stato, è altrettanto vero che il divario che si è venuto a creare nei lunghi anni di blocco del turn over, anche a causa dell'età media elevata dei poliziotti; non permette oggi di incrementare realmente gli organici degli uffici, essendo i nuovi arruolamenti appena sufficienti per compensare, peraltro neppure integralmente, i pensionamenti;

   per far fronte all'enorme mole di lavoro che la polizia di Stato deve quotidianamente affrontare, dunque, il personale è costretto ad impieghi in servizio che vanno ben oltre l'orario di lavoro giornaliero, e sono impiegati continuativamente in regime di lavoro straordinario, determinando tra l'altro frequenti sforamenti sia del budget mensile a disposizione degli uffici di polizia sia del budget massimo mensile ad personam consentito dalle normative vigenti;

   a fronte di questo notevole sforzo svolto dagli appartenenti al settore della sicurezza, l'enorme ritardo nel pagamento di questi straordinari, rientranti in apposite contabilità suppletive, appare davvero inaccettabile e fortemente lesivo dei diritti fondamentali e della dignità dei lavoratori impiegati, determinando un grave danno alla condizione materiale di lavoro di chi difende ogni giorno la nostra sicurezza –:

   quali siano le ragioni per le quali dopo più di diciotto mesi non siano ancora stati pagati gli straordinari dovuti a partire dal 2018 e quali iniziative urgenti intenda adottare per consentire, anche in accordo con il Ministro dell'economia e delle finanze, che si provveda quanto prima al pagamento delle ore dovute.
(5-02453)


   ALAIMO, GIARRIZZO, CHIAZZESE, D'ORSO, LOMBARDO, DAVIDE AIELLO, AZZOLINA, CASA e TROIANO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la cooperativa sociale «Lavoro e non solo», nata da un progetto di Arci Sicilia, dal febbraio 2000 gestisce un'azienda agricola che coltiva terreni confiscati a Cosa Nostra nei territori di Corleone, Monreale, Canicattì e Polizzi Generosa, in Sicilia;

   tra i suoi obiettivi c'è soprattutto il reinserimento socio-lavorativo di soggetti che si trovano in una situazione di disagio sia psichico che sociale;

   i prodotti dei terreni gestiti dalla cooperativa vengono commercializzati su tutto il territorio italiano attraverso le botteghe del mondo, i gruppi di acquisto solidali, le associazioni, la grande distribuzione del mondo Coop;

   la cooperativa fin dall'inizio dell'attività agricola ha deciso di operare in regime biologico, scegliendo come ente di certificazione Cpb – Consorzio produttori biologici;

   l'interrogante ritiene, dunque, di porre all'attenzione del Governo le difficoltà incontrate dalla cooperativa nella gestione della propria attività;

   con riferimento all'accesso al credito, gli istituti bancari richiedono garanzie che le cooperative di giovani non posseggono; ad oggi solo Banca Etica concede crediti senza garanzie; nel Corleonese, il consorzio dei comuni ha istituito un fondo di garanzia presso Banca Etica;

   in relazione alle attrezzature oggetto di confisca – considerato che queste ultime sono di difficile accesso e spesso restano in disuso, costringendo le cooperative ad acquistarle con le intuibili problematiche che ciò comporta – sarebbe auspicabile un censimento delle stesse ed, eventualmente, un'assegnazione alle cooperative interessate sulla base delle loro effettive necessità;

   al fine di poter accedere ai finanziamenti europei, la regione siciliana riserva una parte di contributi economici a quelle aziende che gestiscono beni confiscati alla mafia ma solo nel settore vitivinicolo, escludendo tale agevolazione nel settore del biologico;

   nel corso degli anni, purtroppo, la cooperativa ha subito anche numerosi atti intimidatori;

   in particolare, da recenti fatti di cronaca, risulta che uno degli appezzamenti di circa 2 ettari coltivati a grano, è stato incendiato da ignoti nella notte del 28 giugno 2019, con una perdita di circa 50 quintali di grano con i quali si sarebbero confezionati seimila pacchi di pasta per un valore commerciale di circa 10 mila euro –:

   quali iniziative il Governo ritenga opportuno adottare al fine di risolvere i problemi sollevati in premessa e aiutare concretamente le cooperative che perseguono il lodevole scopo dell'inserimento nel mondo del lavoro di persone con disagio sia psichico che sociale.
(5-02459)

Interrogazione a risposta scritta:


   MICELI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto riportato da alcuni organi di stampa nella cittadina di Villafrati, in provincia di Palermo, il maresciallo dei carabinieri e il sindaco Francesco Agnello hanno deciso di abbandonare la tradizionale processione eucaristica tenutasi in occasione della festività religiosa del Corpus Domini a seguito di una sosta del corteo, apparentemente non prevista, davanti alla casa di Ciro Badami, noto esponente della locale famiglia mafiosa che sta attualmente scontando in carcere la pena detentiva e considerato capomafia fedelissimo di Bernardo Provenzano, già tratto in arresto nell'ambito dell'operazione «Grande Mandamento» del 2005 (con la quale si intercettò il complesso circuito che consentiva lo scambio di comunicazioni e direttive tra Provenzano e i rappresentanti delle famiglie mafiose di Bagheria, Baucina, Belmonte Mezzagno, Casteldaccia, Ciminna, Villabate e Villafrati) per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso poiché coinvolto attivamente nella riscossione di somme di denaro provento di estorsione;

   ad accogliere la processione – guidata dal parroco, don Guglielmo Bivona – davanti casa, secondo quanto riportato dalla stampa, pare ci fosse anche la moglie del boss mafioso la quale avrebbe anche scambiato un veloce saluto con il sacerdote, cosa che avrebbe condotto il maresciallo dei carabinieri a segnalare la vicenda alla procura;

   il sindaco ha manifestato il suo dissenso con una lettera al prefetto e all'arcivescovo di Palermo e avrebbe dichiarato agli organi di stampa: «Non so se il sacerdote sapesse o meno che quella è l'abitazione di un mafioso condannato... C'era la porta aperta, accanto era stato sistemato un piccolo altare. Ma non ci possono essere equivoci davanti a certe situazioni. E Villafrati ha fatto ormai da anni delle scelte chiare, che non cambieranno di certo per i comportamenti di poche persone, inoltre la famiglia di questo mafioso non ha mai manifestato una presa di distanza dai comportamenti del proprio congiunto. Ecco perché quella sosta la considero inaccettabile. Un evento ancora più grave di un inchino, la porta di casa aperta è un segnale chiarissimo»;

   nella cittadina di Villafrati un fatto simile è già capitato in altre occasioni determinando eguale comportamento del primo cittadino e del maresciallo che lasciarono il corteo a seguito di una sosta davanti casa di un soggetto che – seppur non avesse precedenti penali – era notoriamente vicino ad ambienti mafiosi –:

   se e quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda adottare per fare chiarezza sull'accaduto e per individuare e contrastare qualunque forma di cedimento, anche nel corso di manifestazioni come quella esposta in premessa, nei confronti della criminalità organizzata e delle mafie.
(4-03256)

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   CASA, FARO, VILLANI, GRIPPA, TESTAMENTO, TROIANO e MELICCHIO. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   il concorso indetto con decreto direttoriale della direzione generale per il personale scolastico, protocollo n. 1259 del 23 novembre 2017, per l'assunzione di 2425 dirigenti scolastici risulta essere stato annullato in toto dal Tar Lazio, sezione terza bis, che con sentenza breve del 2 luglio 2019, n. 8655, ha accolto il ricorso 6233 del 2019 «a seguito della riconosciuta fondatezza della doglianza che ha contestato la legittimità dell'operato della Commissione plenaria nella seduta in cui sono stati fissati i criteri di valutazione, con conseguente annullamento in toto della procedura concorsuale in questione»;

   la sentenza scaturisce da quanto denunciato da molti candidati circa la regolarità e legittimità della procedura concorsuale che su diversi aspetti ha lasciato spazio a dubbi, in particolar modo riguardo alla trasparenza delle procedure di valutazione;

   inoltre, se il Consiglio di Stato dovesse confermare la sentenza, si prospetta il rifacimento delle prove concorsuali orali e scritte a livello nazionale, escluse le prove preselettive per le quali non sono state riscontrate irregolarità;

   fatto salvo l'appello al Consiglio di Stato da parte del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca per richiedere la sospensiva d'urgenza della sentenza del Tar Lazio, l'annullamento della procedura concorsuale rischia di generare un vulnus nel sistema scolastico, considerato che per l'anno scolastico è stato necessario ricorrere alla reggenza per un totale complessivo di 1.748 posti. La conclusione delle procedure per il concorso dirigenti scolastici 2017 avrebbe permesso, anche in virtù del «decreto semplificazioni», di assumere un totale di 2900 dirigenti scolastici, riducendo notevolmente il ricorso alla reggenza;

   il blocco delle procedure di assunzione rappresenta, quindi, nocumento sia per i partecipanti al concorso, che a seguito di numerose prove rischiano di dover ripetere a principio le fasi di selezione, sia per il sistema scolastico, considerato che l'inizio dell'anno scolastico 2019/2020 è imminente e che ai 1.536 posti vacanti e disponibili già nell'anno scolastico 2018/2019 dovranno aggiungersi i posti resi disponibili per i pensionamenti regolari e per quelli dovuti alla cosiddetta «quota 100». Per tale ragione è prevedibile che possano ingenerarsi notevoli difficoltà nell'assegnazione delle reggenze e che il delicato lavoro di programmazione dei dirigenti scolastici possa risentire di tali carenze organizzative;

   qualora l'annullamento del concorso dovesse essere confermato, appare opportuno trovare idonee soluzioni per garantire il regolare inizio delle attività scolastiche, prevedendo tra le stesse, ad esempio, l'esonero delle lezioni per i primi collaboratori delle istituzioni scolastiche affidate in reggenza –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e quali iniziative intenda intraprendere, per quanto di competenza, per assicurare il regolare inizio dell'anno scolastico 2019/2020 nonché per garantire la legittimità e la regolarità della procedura concorsuale a tutela di tutti i concorrenti rispettandone le legittime aspettative.
(5-02447)


   SARLI, SPORTIELLO e NAPPI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   l'istituto Domenico Martuscelli è un ente per ciechi e ipovedenti nato a fine dell'Ottocento come istituto scolastico e dipendente dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca;

   a seguito di una visita effettuata dalla interrogante nel mese di settembre 2018 è emerso quanto segue: l'istituto Domenico Martuscelli è commissariato dal 2015;

   i provvedimenti di nomina dei commissari straordinari, succedutesi nel corso del tempo, stabilivano espressamente di procedere all'azzeramento della rilevante esposizione debitoria dell'ente anche attraverso la dismissione di parte del patrimonio immobiliare previa autorizzazione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca;

   il commissario straordinario, pro tempore, per l'istituto «Martuscelli» di Napoli l'avvocato Andrea Torino, in una sua nota del 10 gennaio 2018, in virtù di una rilevante esposizione debitoria dell'istituto e per l'assenza di liquidità, tenuto conto anche di tre procedure di pignoramento riguardanti tre immobili dell'istituto, presentava un'istanza al Ministero dell'istruzione dell'università e della ricerca di autorizzazione per la vendita di parte del patrimonio immobiliare; tale patrimonio ha complessivamente un valore di circa 4.000.000 di euro;

   con una prima nota di riscontro del 6 febbraio 2018, la direzione generale per gli ordinamenti scolastici rappresentava che la competenza per tali provvedimenti era dell'ufficio scolastico regionale della Campania, così come la vigilanza dello stesso;

   l'ufficio scolastico regionale della Campania con comunicazioni del 14 febbraio 2018 e del 7 marzo 2018 evidenziava che «la vigilanza della Direzione Generale dell'ufficio scolastico regionale per la Campania non si estrinsecherebbe nell'approvazione della decretazione alla vendita di unità del patrimonio», ritenendo conseguentemente di non essere competente per tale adempimento;

   in riscontro alle risposte della direzione Generale per gli ordinamenti scolastici e dell'ufficio scolastico regionale, il commissario dell'istituto Domenico Martuscelli, evidenziando il rischio di danno erariale in considerazione della verosimile vendita di tali immobili per via giudiziaria a prezzi quindi più bassi rispetto a quelli di mercato, trasmetteva gli atti, in via cautelativa, alla procura generale delle Corte dei conti;

   con nota del 21 settembre del 2018 trasmessa all'ufficio scolastico regionale della Campania, il commissario straordinario pro tempore dell'istituto Martuscelli evidenziava quanto segue: «il bilancio consuntivo 2017 è condizionato dal peso finanziario ed economico relativo al personale dipendente, il quale – nonostante già nel mese di settembre ed ottobre 2016 avesse ottenuto ordinanza/sentenza di riconoscimento del proprio diritto all'inserimento in posizione utile nei ruoli ATA della scuola – veniva, tuttavia, immesso in ruolo da codesto ufficio scolastico, solamente a far data dal mese di settembre 2017 (..). “Con ciò” (..) Determinando un evidente aggravio di spesa per l'istituito Martuscelli il quale ha dovuto sostenere, per l'anno 2016 e per buon parte del 2017, il costo del personale che per effetto di provvedimenti giurisdizionali, avrebbe dovuto essere assunto al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca a partire dal mese di settembre 2016»;

   ad oggi, non risulta ancora adottato alcun provvedimento da parte del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca;

   come denunciato sul quotidiano «il Mattino» del 12 giugno 2019 l'istituto ha dismesso ogni attività, rinunciando anche alle attività sociali (a favore di persone affette da disabilità visiva e non) svolte nell'anno pregresso –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione sopraesposta e quali iniziative urgenti, per quanto di competenza, intenda adottare per far sì che l'istituto Martuscelli sia al centro dei percorsi educativi-riabilitativi, da sempre apprezzati e riconosciuti in tutto il Paese;

   se non ritenga di avviare, eventualmente, una verifica ministeriale per evitare eventuali ulteriori danni all'erario dello Stato.
(5-02448)


   FRASSINETTI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   per il concorso straordinario per insegnanti sono state presentate 42.708 istanze, con candidati prevalentemente in Lombardia, Lazio e Piemonte, rispettivamente con 8.955, 3.815 e 3.747 iscrizioni;

   il concorso straordinario prevedeva una prova orale (della durata massima complessiva di 30 minuti richiedente la progettazione di un'attività didattica, comprensiva dell'illustrazione delle scelte contenutistiche, didattiche, metodologiche) da sommare per le graduatorie alla valutazione dei titoli posseduti;

   i docenti già assunti in ruolo con riserva, che hanno partecipato al concorso straordinario, avranno il beneficio di non dover ripetere l'anno di prova, ma non è garantita la continuità didattica nell'istituto e nelle classi in cui stanno insegnando, essendo ad oggi soggetti allo scorrimento della graduatoria sulla base dei punteggi;

   intervenire per garantire la continuità didattica dei docenti di cui sopra consentirebbe di snellire e disdire il numero assoluto delle procedure di immissione in ruolo, oltre che migliorare la didattica, venendo incontro alle richieste dei dirigenti scolastici, degli studenti della scuola primaria e delle loro famiglie –:

   quali iniziative intenda assumere il Ministro interrogato per garantire la «continuità didattica», nelle classi in cui hanno insegnato durante l'anno scolastico 2018/2019, ai docenti già ammessi in ruolo (seppur con riserva) e vincitori del concorso straordinario 2018.
(5-02449)

Interrogazione a risposta scritta:


   FRASSINETTI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   già nel dicembre 2018, l'assessore Pierfrancesco Majorino aveva presentato il progetto Beyond Stereotype (Be.St.), con lo scopo di combattere gli «stereotipi di genere», il «patriarcato» e la «misoginia»;

   si è appreso dalla stampa nazionale che in occasione della presentazione dell'evento a Palazzo Marino del Gay Pride milanese, l'assessore comunale alle politiche sociali ha annunciato il varo di alcuni ambiziosi progetti di marca Lgbt;

   il comune di Milano stanzierà 500 mila euro per campagne di informazione ed educazione sessuale a scuola finalizzate a «sostenere la cultura della prevenzione per combattere le malattie sessualmente trasmissibili», ai sensi della legge n. 285 del 1997, che prevede interventi speciali a favore dell'infanzia e dell'adolescenza;

   entrambe le iniziative messe in campo con fondi pubblici dall'assessore appaiono all'interrogante più delle trovate propagandistiche per raccogliere applausi durante i ricorrenti Gay Pride milanesi, piuttosto che progetti concreti a beneficio della cittadinanza;

   sarebbe opportuno sia per l'entità della spesa pubblica, sia per la sensibilità dei temi toccati, sia per gli studenti adolescenti coinvolti che i criteri di composizione della giuria del bando e i soggetti ammessi alla partecipazione al bando stesso riguardassero solo professionisti di comprovata competenza –:

   se il Governo intenda predisporre linee guida in merito al tema educativo «della prevenzione per combattere le malattie sessualmente trasmissibili»;

   come si intenda evitare il rischio di lesione dell'autonomia scolastica, posto che l'iniziativa del comune di Milano pari all'interrogante avere solo fine di indrottinare con fondi pubblici le giovani generazioni alle tesi «arcobaleno» dell'attuale giunta milanese.
(4-03260)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   ZOLEZZI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il decreto legislativo n. 50 del 2016 (codice dei contratti pubblici), come modificato dal decreto legislativo 19 aprile 2017, n. 56, prevede, all'articolo 50, espressamente che le stazioni appaltanti inseriscano nei bandi e nelle lettere di invito «nel rispetto dei principi dell'Unione europea, specifiche clausole sociali volte a promuovere la stabilità occupazionale del personale impiegato, prevedendo l'applicazione, da parte dell'aggiudicatario, dei contratti collettivi di settore di cui all'articolo 51 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81»;

   nell'interpretazione di una sentenza del tribunale di Busto Arsizio da parte dell'avvocato Alessandro De Giobbi-Fieldfisher si evidenzia come la «clausola sociale» non introduca un diritto dei lavoratori al passaggio alle dipendenze dell'impresa subentrante in caso di cambio di appalto, ma solo una particolare salvaguardia che impone alla società che subentra nell'appalto l'onere di assumere i lavoratori che contemporaneamente subiscono la perdita del posto di lavoro da parte del precedente datore di lavoro;

   nelle linee guida dell'Anac recanti «La disciplina delle clausole sociali» si fa riferimento all'inserimento di lavoratori svantaggiati (ad esempio, disoccupati di lunga durata/persone affette da disabilità);

   il parcheggio Mondadori di Mantova sta per passare in gestione da Quick no problem di Napoli ad Aster, società partecipata al 100 per cento dal comune di Mantova; i due dipendenti attuali sono entrambi affetti da invalidità; Aster ha concluso un concorso per l'assunzione di due nuovi dipendenti; fra le clausole di partecipazione nel bando del 7 maggio 2019 vi era l'aver svolto la professione di ausiliario del traffico dal 2016 (con un bando modificato in data 8 maggio 2019), requisito non posseduto dai due attuali dipendenti del parcheggio; al primo posto si è classificata una persona che risulta dirigente di Arci, da cui il sindaco di Mantova è in aspettativa. Lo stesso sindaco, in un colloquio presso il parcheggio, avrebbe rivolto a uno dei dipendenti una frase relativa alle attività di contestazione del M5S, gruppo politico di cui fa parte tale dipendente, nel comune a Mantova;

   di fatto, a pochi giorni dalla scadenza del contratto (30 giugno 2019), per i due lavoratori citati non vi è alcuna garanzia, pur trattandosi di persone con evidente difficoltà a trovare una nuova occupazione;

   presso la prefettura di Mantova in data 22 giugno 2015 fu firmato un «protocollo d'intesa per l'affidamento di lavori e servizi da parte di committenza privata», che, al punto 8, prevede che «le aziende Committenti in occasione di cambi di affidamento di servizi, riconoscono il passaggio di tutti i lavoratori, operanti nel proprio sito, dalla impresa anche Cooperativa uscente a quella entrante, ai sensi della normativa vigente»; tale documento è stato firmato dall'allora prefetto di Mantova Cincarilli, dai referenti di Inps, Inail, Asl, Confindustria, Api, Confcooperative, Legacoop, Cgil, Cisl, Uil –:

   se il Ministro interrogato intenda adottare iniziative di competenza per chiarire la disciplina delle clausole sociali e di protezione nel settore pubblico e privato nel caso di subentri gestionali.
(5-02445)


   PAITA, SERRACCHIANI e GRIBAUDO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   si apprende da fonti sindacali, come riportano anche gli organi di informazione, che sarebbero state recapitate alcune lettere di licenziamento da parte del Gruppo «Grancasa» che, al momento, avrebbero interessato due addetti del punto vendita di Cairo Montenotte, paese della provincia di Savona e altre unità anche a Sarzana;

   come è noto è in atto una delicata vertenza che riguarda la catena che vende prodotti per la casa che ha annunciato e avviato una rilevante riduzione del personale su tutti i punti vendita presenti sul territorio nazionale;

   Grancasa ha sede legale in Legnano e conta ben 18 punti vendita dislocati nelle province di La Spezia, Savona, Torino, Cuneo, Verbania, Como, Varese, Milano, Pavia, Vicenza con oltre 700 addetti complessivi;

   purtroppo tale notizia rischia di non essere isolata e le procedure di licenziamento possono presto estendersi a tutti i punti vendita già interessati da contratto di solidarietà;

   le organizzazioni sindacali sono fortemente preoccupate circa il futuro e il mantenimento dei livelli occupazionali;

   ad oggi le risposte della regione Liguria sono state deboli e prive di efficacia –:

   quali iniziative il Governo intenda assumere al fine di aprire un tavolo nazionale, con la presenza delle parti sociali e delle istituzioni interessate, sul futuro della Gruppo «Grancasa», con l'obiettivo di scongiurare le procedure di licenziamento e assicurare il mantenimento dei livelli occupazionali.
(5-02450)

Interrogazione a risposta scritta:


   LOLLOBRIGIDA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   in data 15 maggio 2019, con protocollo n. 31, la società Anpal servizi ha determinato di «avviare una procedura negoziata ai sensi dell'articolo 36, comma 2, lettera b), del decreto legislativo n. 50 del 2016, per la fornitura dei servizi professionali di consulenza extragiudiziale in materia di diritto del lavoro, con particolare riferimento alla materia sindacale e previdenziale, per la durata di 24 mesi, oltre opzione di ulteriori 12 mesi»;

   l'appalto riguarda l'affidamento di «un servizio professionale di supporto alla Società in un processo riorganizzativo di notevole complessità quali-quantitativa» che «richiede interventi di notevole complessità sull'attuale contesto organizzativo delle risorse umane – anche per gli aspetti quantitativi della mole di interventi in corso di progettazione – ai quali la Società non è in grado di sopperire con le risorse disponibili»;

   tra i requisiti di partecipazione, e, in particolare, tra quelli di idoneità professionale, l'Anpal ha previsto che «potranno presentare la propria offerta gli Avvocati, gli Studi Legali Associati e le Società di Professionisti, anche secondo quanto previsto dall'articolo 45 del D.Lgs. n. 50 del 2016 e s.m.i.»;

   sono, quindi, esclusi dalla partecipazione alla procedura i consulenti del lavoro, i quali, invece, godono dei requisiti per partecipare, nonché dell'interesse concreto a presentare la propria offerta;

   l'Ordine dei consulenti del lavoro ha presentato un formale atto di significazione e diffida, volto a intimare all'amministrazione «ad annullare, anche in via di autotutela, il bando di gara e, conseguentemente, emanare nuovo bando che ammetta alla partecipazione la categoria professionale dei consulenti del lavoro» nonché a diffidare la medesima amministrazione «dal procedere all'aggiudicazione della gara e/o alla stipula del relativo contratto di affidamento» –:

   se sia informato dei fatti esposti in premessa e quali iniziative di competenza intenda assumere in merito, garantendo la tutela di tutti i professionisti.
(4-03262)

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   TRAVERSI. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   si apprende dalla stampa locale che alcune associazioni e imprese del territorio delle Cinque Terre dal 2015 sono impegnate in una vertenza con la regione, sostenute da circa 2.000 residenti, in un'area che conta – suddivisi nei 3 comuni di Riomaggiore, Vernazza e Monterosso – circa 5.000 abitanti;

   la vertenza nasce da un problema di trasporto pubblico locale, ma a seguito delle azioni di questi soggetti si è trasformata in una vertenza sulla trasparenza della pubblica amministrazione che coinvolge Trenitalia s.p.a.;

   la normativa cosiddetta Foia, (Freedom of Information Act), introdotta con decreto legislativo n. 97 del 2016, è parte integrante del processo di riforma della pubblica amministrazione, definito dalla legge 7 agosto 2015, n. 124;

   l'accesso civico generalizzato garantisce a chiunque il diritto di accedere ai dati e ai documenti posseduti dalle pubbliche amministrazioni, se non c'è il pericolo di compromettere altri interessi pubblici o privati rilevanti, indicati dalla legge;

   ai comitati, associazioni, imprese è stata negata la possibilità di accedere ad atti di Trenitalia s.p.a. richiesti allo scopo di verificare i costi del trasporto pubblico locale; i suddetti soggetti hanno modificato nel tempo le loro richieste al fine di riuscire a visionare i dati richiesti e l'ultima istanza ha riguardato esclusivamente gli allegati 3 e 5 del contratto di servizio del trasporto pubblico ferroviario regionale e locale stipulato tra regione Liguria e Trenitalia spa il 12 gennaio 2018;

   la regione Liguria ha trasmesso le istanze dei gruppi locali a Trenitalia s.p.a. con nota regionale prot. N. PG/2019/136176 in data 8 maggio 2019 e Trenitalia s.p.a. ha risposto con Pec in data 17 maggio 2019, comunicando motivata opposizione all'ostensione dei dati richiesti;

   in particolare, la risposta di Trenitalia S.p.a. dice «(...) gli allegati in parola, rappresentano la sintesi della offerta economica-finanziaria consegnata nei contratto di servizio vigente, espressione della congruità e sostenibilità economica reale espressa da questa Società, nonché rappresentazione dell'impegno industriale presupposto all'offerta commerciale di cui all'obbligazione contrattuale assunta con codesta Amministrazione (...) la cui diffusione potrebbe comportare per questa Società grave nocumento non solo per l'uso improprio che ne potrebbero fare gli astanti, ma tutti i terzi potenzialmente interessati»;

   Trenitalia è un'azienda a capitale pubblico che fornisce un servizio pubblico e dovrebbe essere al servizio del cittadino; non si comprende il motivo della riservatezza di questi dati, anche in un'ottica di trasparenza che dovrebbe essere garantita dai concessionari di servizi pubblici –:

   se il Governo intenda intraprendere iniziative per favorire la trasparenza di tutti gli atti prodotti delle aziende a proprietà pubblica e delle aziende private concessionarie di servizi pubblici.
(5-02451)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta orale:


   SQUERI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   nel corso degli anni ’90 del secolo scorso, quando la maggior parte dei mercati dell'energia elettrica e del gas naturale degli Stati membri erano ancora oggetto di monopolio, l'Unione europea ha adottato un indirizzo normativo volto ad aprire gradualmente tali mercati alla concorrenza;

   in Italia le basi per la progressiva apertura dei mercati sono state poste attraverso l'adozione – per il settore elettrico – del decreto legislativo n. 79 del 1999, di recepimento della direttiva 1996/92/UE, e – per il settore del gas – del decreto legislativo n. 164 del 2000 di recepimento della direttiva 1998/30/UE;

   per quanto concerne il settore del gas, l'articolo 14 del citato decreto legislativo n. 164 del 2000 prevedeva l'introduzione del principio dell'affidamento delle concessioni per la distribuzione del gas naturale mediante gara;

   la definizione delle modalità e delle procedure di gara si è conclusa nel 2011 con l'individuazione tra l'altro di un elenco di date entro le quali le gare avrebbero dovuto essere pubblicate, pena l'esercizio di poteri sostitutivi;

   in ragione di alcune importanti criticità procedurali tali date sono più volte prorogate e sono state eliminate le sanzioni nei confronti delle stazioni appaltanti inadempienti;

   nonostante ciò, oggi meno del 15 per cento delle gare risultano effettivamente bandite e soltanto due sono state assegnate, talché si può sostenere che le procedure siano ancora sostanzialmente ferme;

   infatti, in un'intervista rilasciata al Quotidiano Energia in data 23 maggio 2019, il Sottosegretario per lo sviluppo economico con delega all'energia, Davide Crippa, ha dichiarato che alcuni comuni e stazioni appaltanti avrebbero rilevato importanti criticità quali «il mancato riconoscimento dell'ammortamento degli impianti di loro proprietà, la corretta valorizzazione delle reti pubbliche ai fini della possibile vendita e il passaggio della proprietà delle reti degli Enti pubblici al gestore in caso di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria» tra i maggiori ostacoli allo svolgimento delle predette gare;

   conseguentemente, il Sottosegretario ha comunicato che – al termine di diversi incontri istituzionali e con l'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) – il Ministero ha «elaborato alcune modifiche legislative volte a superare le criticità [...] nel rispetto dei diritti degli stakeholder del settore e a garanzia del sistema e della disciplina della concorrenza, tutelando al contempo i consumatori da aumenti delle tariffe» –:

   quali siano i tempi previsti per l'adozione delle iniziative normative annunciate dal Sottosegretario Crippa e richiamate in premessa, finalizzate a rimuovere gli ostacoli allo svolgimento delle gare.
(3-00851)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BORDO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   il gruppo Cnh (ex Sofim) avrebbe maturato l'intenzione di trasferire una parte della produzione di motori dall'impianto di Foggia all'impianto Fca di Pratola Serra, in provincia di Avellino;

   tale scelta pare sia motivata dalla necessita di garantire il funzionamento di quest'ultimo impianto, da tempo in crisi produttiva e occupazionale, dove potrebbe essere impossibile prorogare la cassa integrazione e garantire il mantenimento dei livelli occupazionali;

   se così fosse, l'impianto di Foggia perderebbe all'incirca la metà delle commesse – da 300.000 motori/anno a 150.000 motori/anno – con immaginabili e drammatiche ripercussioni sui lavoratori, costretti alla cassa integrazione o ai contratti di solidarietà per scongiurare licenziamenti e/o mancati rinnovi di contratti a tempo a determinato;

   la strategia ipotizzata dal management del gruppo, sulla quale è stato avviato il confronto con le organizzazioni sindacali, rischia di provocare la crisi dello stabilimento di Foggia con conseguenze economiche e occupazionali molto pesanti per la Capitanata –:

   se e come il Ministro interrogato intenda intervenire, per quanto di competenza, per scongiurare il ridimensionamento della produzione presso l'impianto di Foggia e tutelare gli attuali livelli occupazionali.
(5-02444)

Interrogazioni a risposta scritta:


   MAGLIONE. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   il contratto di programma 2015-2019 tra il Ministro dello sviluppo economico e Poste Italiane S.p.A. disciplina le modalità di erogazione del servizio postale universale, nonché gli obblighi della società affidataria, i servizi resi agli utenti, i trasferimenti statali, la disciplina concernente l'emissione delle carte valori e le disposizioni in materia di rapporti internazionali;

   all'articolo 1, il contratto di programma stabilisce che Stato e società perseguono obiettivi di coesione sociale ed economica e che prevedono la fornitura di servizi utili al cittadino, alle imprese e alle pubbliche amministrazioni mediante l'uso della rete postale della società;

   il suddetto contratto recepisce la legge del 23 dicembre, n. 190 del 2014, che stabilisce l'introduzione della distinzione, ai fini degli standard di qualità del servizio, in materia di invii postali tra «invio di posta prioritaria», il cui tempo di recapito medio è fissato nel giorno lavorativo successivo a quello di inoltro nella rete pubblica postale, e «invio di corrispondenza ordinaria», il cui tempo di recapito medio è invece pari a quattro giorni. Tale ultimo parametro rappresenta anche il riferimento per la valutazione del raggiungimento degli obiettivi medi e di recapito dei servizi postali universali (ad eccezione della posta prioritaria) (articolo 1, comma 278-279 legge n. 190 del 2014);

   l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, con delibera 396/15/CONS, ha definito, a seguito della proposta di Poste italiane, i nuovi obiettivi statistici di qualità e una nuova determinazione delle tariffe degli invii di posta prioritaria e degli altri servizi universali, ai sensi dell'articolo 1, comma 280, della legge n. 190 del 2014;

   la società si impegna al rispetto degli obiettivi di qualità come definiti dell'Autorità ai sensi delle disposizioni legislative sopracitate;

   nelle ultime settimane nel comune di Airola e negli altri comuni della Valle Caudina, area che abbraccia sia la provincia di Benevento che quella di Avellino, si sono verificate numerose segnalazioni da parte degli utenti relative ai ritardi ed alla mancata consegna della corrispondenza che hanno causato enormi disagi e potenziali danni economici per la mancata ricezione entro le scadenze previste, di bollette, solleciti e avvisi di pagamento, come riportato dal quotidiano online «Il Caudino», in data 4 aprile 2019 –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti e se intenda verificare il rispetto del contratto di programma sottoscritto con Poste Italiane Spa e quali iniziative di competenza intenda adottare in caso di inadempienza dello stesso.
(4-03250)


   ROSATO, ZARDINI, MORETTO e ROTTA. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   la zona del Veneto meridionale è oggetto negli ultimi anni di un impoverimento demografico ed economico che ha pochi precedenti e desta grande preoccupazioni sulla capacità di sviluppo futuro del territorio: un indice di vecchiaia in continua crescita e superiore alla media nazionale e regionale, un saldo negativo tra aperture e chiusure di nuove attività produttive accentuato nel primo trimestre di quest'anno, un tasso di disoccupazione più elevato che nel resto della regione;

   i dati socio-economici descrivono un territorio in affanno che rischia di sfociare in una condizione di sofferenza simile a quella riscontrata in alcune aree depresse del Paese: il calo del numero delle imprese, anche artigiane, si sta accompagnando al calo del numero degli occupati, spingendo i più giovani a cercare un lavoro al di fuori di questo territorio;

   quest'area della regione è caratterizzata – fatti salvi gli sviluppi sopra evidenziati – da una storica presenza di impianti industriali e artigianali, dall'insediamento di interporti e altre strutture retroportuali degli scali marittimi di Chioggia e Venezia;

   oggi alcune di queste realtà produttive giacciono in stato di abbandono e necessitano di una riqualificazione in linea con i recenti investimenti che dovrebbero rendere quest'area attrattiva per nuovi investimenti;

   sedici comuni della regione hanno pertanto sottoscritto un documento per chiedere al Governo la costituzione di una zona economica speciale (Zes) nei territori di Marghera e del Polesine;

   secondo uno studio effettuato da Confindustria Venezia-Rovigo, la creazione di questa Zes avrebbe ricadute occupazionali positive e sarebbe in grado di rimettere in moto un'economia locale oggi in stagnazione. Inoltre, i benefici per l'insediamento di nuove imprese si estenderebbero anche alle economie vicine ben oltre i confini delle province interessate –:

   se il Governo ritenga che le condizioni socio-economiche ricordate in premessa, che interessano la regione del Veneto meridionale, siano sufficienti per l'istituzione della zona economica speciale;

   in tal caso, come il Governo intenda procedere per l'adozione di questo provvedimento nel rispetto della normativa europea in materia;

   quali altre iniziative il Governo si riservi di intraprendere al fine di incoraggiare lo sviluppo nel Veneto meridionale, contrastare il calo demografico e l'impoverimento economico dell'area.
(4-03251)

Apposizione di una firma ad una interpellanza.

  L'interpellanza urgente Santelli e Occhiuto n. 2-00433, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 25 giugno 2019, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Mulè.

Apposizione di una firma ad una interrogazione.

  L'interrogazione a risposta orale Ascari e altri n. 3-00840, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 2 luglio 2019, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato D'Arrando.