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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Lunedì 29 ottobre 2018

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:

   a causa degli effetti della massiva produzione industriale posta in atto soprattutto dalla stabilimento siderurgico dell'Ilva, la città di Taranto è costretta da decenni ad affrontare una grave emergenza sanitaria rappresentata da dati (gli ultimi in ordine di tempo sono quelli pubblicati dall'Istituto superiore di sanità nel mese di giugno 2018) secondo cui lo stato di salute della popolazione risulta più compromesso rispetto alla media regionale. Si tratta di un allarme non nuovo ed oggetto dell'imponente inchiesta giudiziaria che ha fatto finire sotto accusa la stessa Ilva per disastro ambientale. Proprio in questo contesto va ricordato che una perizia chimico-ambientale e una medico-epidemiologica disposte dalla procura della Repubblica di Taranto proprio nell'ambito del procedimento penale in questione (denominato «Ambiente svenduto» ed attualmente nella sua fase dibattimentale) avevano già rilevato che numerose zone circostanti l'area industriale erano state contaminate dagli inquinanti provenienti dall'impianto di agglomerazione dell'Ilva;

   a confermare l'inquietante situazione che si vive a Taranto è anche quanto emerso dalla relazione conclusa dal Politecnico di Torino nel dicembre del 2015 e consegnata al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare pro tempore. Secondo questo studio, nel periodo compreso fra l'agosto del 2013 e il febbraio del 2015 nel quartiere cittadino a ridosso dello stabilimento siderurgico è stata riscontrata una concentrazione altissima di diossina (il riferimento è ad un valore medio giornaliero pari a 791 picogrammi al metro quadro a fronte di una soglia limite di 20 picogrammi). Va ricordato che la diossina (che di certo non è l'unico veleno derivante dalla produzione dell'acciaio) è ritenuta dagli esperti in materia un inquinante organico, persistente e bioaccumulabile capace non solo di alterare le caratteristiche di un terreno per almeno 25 anni compromettendone il suo utilizzo per il pascolo e attività agricole, ma pure di entrare nella catena alimentare se ingerita;

   preso atto di questo, è pleonastico sottolineare che la salvaguardia della salute e dell'ambiente a Taranto è prioritaria anche e soprattutto dopo la cessione dello stabilimento al gruppo industriale franco-indiano «ArcelorMittal» che ha presentato un piano industriale e ambientale che, però, può essere sviluppato, usufruendo di una immunità penale ed amministrativa sancita dalla legge;

   a tal proposito, va evidenziato che di recente il direttore del settore qualità della vita (Aria, acqua ed emissioni industriali) della Commissione europea, Veronica Manfredi, rispondendo a quesiti formulati dalla regione Puglia in merito al passaggio dello stabilimento Ilva al gruppo «ArcelorMittal», ha precisato che anche nel caso dell'Ilva, come in tutte le altre industrie, «l'operatore rimane l'unico responsabile di eventuali danni causati a terzi o all'ambiente a seguito dell'utilizzo dell'impianto» e di conseguenza «Am InvestCo Italy Srl rimarrà responsabile per il rispetto dei requisiti dichiarati nell'Autorizzazione integrata ambientale»;

   questa dichiarazione, secondo l'interrogante, contrasta palesemente con la possibilità concessa agli attuali commissari straordinari dell'Ilva e agli attuali acquirenti dello stesso stabilimento di beneficiare della già citata immunità penale ed amministrativa per le infrazioni alle leggi in materia ambientale e di salute, così come statuito dall'articolo 2, comma 6, del decreto-legge n. 1 del 2015 modificato dall'articolo 1, comma 4, del decreto-legge n. 98 del 2016 che, in sostanza, autorizza l'attività produttiva anche in presenza di deficienze impiantistiche che possono determinare pericolose emissioni di sostanze nocive –:

   se intendano adottare iniziative normative volte a rivedere quanto previsto dall'articolo 2, comma 6, del decreto-legge n. 1 del 2015, come modificato dall'articolo 1, comma 4, del decreto-legge n. 98 del 2016.
(2-00155) «De Giorgi».

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   DE MENECH. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   le montagne bellunesi tra i comuni agordini di Taibon e Cencenighe sono state colpite, nella giornata del 23 ottobre 2018, da un devastante incendio, esteso su un fronte di 7 chilometri, che ha provocando una fitta nube di fumo molto estesa che ha raggiunto anche il comune capoluogo;

   si tratta di un rogo di grandi dimensioni che è stato alimentato dal fohn che arrivava dal Nord. Vento forte e caldo che ha provocato cadute d'alberi e conseguenti black out tanto che nello stabilimento agordino di Luxottica la produzione è stata fermata per qualche minuto. Il forte vento non ha inoltre consentito l'immediato uso dell'elicottero per le operazioni di spegnimento;

   con molte probabilità l'incendio è stato originato dalla caduta di una pianta sui tralicci dell'alta tensione;

   due ragazzi di 29 e 34 anni sono rimasti bloccati dalle fiamme: si trovavano a circa 1.650 metri di quota nel Canale della Besausega. I due sono stati tratti in salvo giovedì da un elicottero del Soccorso alpino dopo aver trascorso la notte in un canalone innevato;

   una task force composta da volontari della protezione civile, vigili del fuoco e personale della regione e dei servizi forestali sta lavorando ininterrottamente nelle zone colpite;

   nella giornata di giovedì, hanno prestato servizio anche 4 Canadair e tre elicotteri, che hanno sganciato tonnellate d'acqua;

   la valle di San Lucano e del Cordevole è stata presidiata dai pompieri in prossimità delle abitazioni e delle strade. Il denso fumo ha reso necessario l'allontanamento degli abitanti della frazione di Col di Pra;

   le montagne interessate appartengono alle Dolomiti inserite nel 2009 dall'Unesco tra i patrimoni naturali dell'umanità;

   la regione Veneto ha firmato lo stato di crisi –:

   se il Governo intenda dare risposte efficaci, per quanto di competenza, a questa fase delicatissima e se soprattutto intenda intervenire in modo importante anche adottando iniziative volte a stanziare risorse specifiche nella fase successiva, quando bisognerà ripristinare lo stato dei luoghi.
(5-00841)


   PEZZOPANE. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la tragedia del «ponte Morandi» a Genova, ha determinato un comprensibile allarme anche in Abruzzo al punto che con cadenza ormai quotidiana si susseguono prese di posizione e denunce di amministratori, associazioni, semplici cittadini e, più in generale, portatori di interesse che manifestano legittime preoccupazioni sulla condizione di estrema precarietà in cui versa il sistema infrastrutturale regionale con particolare riguardo alle due autostrade A24 e A25, le due fondamentali arterie che collegano la costa adriatica a quella tirrenica;

   nella relazione dell'ufficio ispettivo territoriale di Roma del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti sullo stato di alcuni dei viadotti della A24-A25, inviato anche ai prefetti delle zone interessate si legge testualmente che «Il decadimento manutentivo riscontrato, associato all'incremento dei carichi di esercizio rispetto all'epoca di costruzione, è tale da non poter dimostrare il raggiungimento di adeguato standard di sicurezza con il regolare transito della circolazione»;

   la relazione ricorda infine che lungo la Strada dei Parchi sono presenti 14 gallerie per cui sussiste un obbligo di adeguamento entro il 30 aprile 2019. Secondo i tecnici del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti è verosimile che per la scadenza le autostrade A24 e A25 non saranno in regola con l'obbligo normativo e dunque dovranno essere individuati provvedimenti legislativi appropriati per mantenere in esercizio la strada. «In caso contrario – conclude il documento – potrebbe essere necessario interdire al traffico le tratte autostradali interessate dalle gallerie»;

   il documento è arrivato alla fine di un ciclo straordinario di ispezioni effettuato a inizio ottobre 2018 ed è stato inviato con una lettera dal Ministro Toninelli alla concessionaria Strada dei Parchi;

   Strada dei Parchi, concessionaria di A24 e A25, il 17 ottobre 2018 ha inviato al Ministero una diffida affinché non vengano creati inutili allarmismi e affinché trovino completa attuazione i decreti attuativi, indispensabili per sbloccare i 192 milioni di euro per la messa in sicurezza dei viadotti, e ogni altro atto autorizzativo teso a consentire l'avvio di lavori urgenti o comunque ritenuti necessari;

   il 24 ottobre 2018 i lavoratori della Toto Costruzioni, senza stipendio da due mesi, si sono ritrovati con le tre rappresentanze sindacali di Fillea CGIL, Feneal Uil e Filcam CISL per chiedere con urgenza al Ministro interrogato di accelerare l'iter autorizzativo dei lavori di messa in sicurezza della Strada dei Parchi, in modo da garantire il futuro lavorativo di tutte le maestranze;

   dei circa 200 lavoratori messi in cassa integrazione da Toto Costruzioni al termine della prima fase di manutenzione dei viadotti delle autostrade A24 e A25, novanta potranno riprendere a lavorare a breve; Strada dei Parchi ha affidato i lavori di rifacimento di due viadotti (uno nel Teramano e uno nell'Aquilano) e dello svincolo di Bussi, mentre sta per affidare i lavori per la manutenzione di decine di pile che sorreggono le campate autostradali;

   il futuro di molti lavoratori è quindi legato a quei decreti ancora bloccati. Con l'avvio dei successivi lavori di messa in sicurezza sulle pile un centinaio di operai potrebbero tornare al lavoro –:

   quali orientamenti il Governo intenda esprimere in riferimento a quanto esposto e quali iniziative intenda intraprendere per sbloccare i fondi necessari alla messa in sicurezza delle autostrade A24 e A25 necessari per dare certezze a tutti i lavoratori autostradali interessati.
(5-00842)

AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta orale:


   ZANETTIN. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   si è appreso che la Miteni spa di Trissino (Vicenza) ha presentato al tribunale di Vicenza istanza di fallimento in proprio, dichiarando che, dopo le ultime diffide della provincia, la prosecuzione della attività industriale era divenuta inattuabile;

   la Miteni abbandona al proprio destino un territorio gravemente inquinato per la presenza di Pfas e i propri dipendenti, che dovranno cercare una nuova occupazione in tempi davvero non facili;

   la Miteni si impegna a svuotare i serbatoi di sostanze chimiche e a mettere in sicurezza gli impianti, ma non dà alcuna rassicurazione circa la bonifica del territorio;

   un esito così traumatico rappresenta la sconfitta totale della politica industriale e ambientale, che è stata incapace di trovare un adeguato punto di equilibrio tra le ragioni della produzione e della tutela ambientale –:

   quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere affinché la Miteni spa garantista il ristoro dei costi di bonifica del territorio dai Pfas e la tutela della salute delle popolazioni interessate, e affinché siano predisposti ammortizzatori sociali a favore dei lavoratori interessati.
(3-00273)

Interrogazione a risposta scritta:


   PARENTELA. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   in un articolo del 10 ottobre 2018 firmato da Ilaria Calabrò è apparso sulla testata online strettoweb.com, riporta un commento di Luigi Incarnato, commissario liquidatore di Sorical, gestore del servizio idrico calabrese, in seguito all'attestazione all'idoneità al consumo umano dell'acqua dello schema Menta da parte dell'Asp di Reggio Calabria;

   «Sorical ha completato una delle più grandi opere idropotabili della Calabria», ha detto Incarnato, che in proposito ha ringraziato il governatore regionale Mario Oliverio, i lavoratori della Sorical e le imprese appaltatrici; l'impianto in questione, provvisto di una diga realizzata sul corso del torrente Menta, si trova all'interno del Parco nazionale dell'Aspromonte ed è stato oggetto di lavori di completamento che hanno avuto un lungo e travagliato corso;

   in ordine alla valutazione sulla compatibilità ambientale delle opere, l'interrogante ha potuto reperire soltanto il parere della commissione speciale di valutazione di impatto ambientale del 10 maggio 2005, in cui a pagina 9 si legge che i «siti pSIC e ZPS per cui si è riscontrata l'interferenza con opere oggetto del presente parere sono: ZPS “Parco Nazionale della Calabria”; SIC “Torrente Menta”, “Contrada Scala”, “Monte Basilico-Torrente Listi”, “Montalto”, “Contrada Gornelle” e “Collina di Pentimele”»;

   in ordine agli intesi lavori non risulterebbe all'interrogante presentata richiesta di valutazione di incidenza;

   a pagina 19 del riferito parere vengono riprese le opere di progetto e specificate nel dettaglio le aree rete Natura 2000 interessate dagli interventi;

   le interferenze con aree Natura 2000 imporrebbero di sottoporre il progetto ed eventuali modifiche alla valutazione di incidenza;

   con l'entrata in vigore del correttivo di cui al decreto legislativo n. 104 del 2017, che modifica il decreto legislativo n. 152 del 2006, nella parte dedicata al recepimento della nuova direttiva «VIA», si ritrovano le «dighe ed altri impianti destinati a trattenere, regolare o accumulare le acque in modo durevole, ai fini non energetici, di altezza superiore a 10 metri e/o di capacità superiore a 100.000 metri cubi con esclusione delle opere di confinamento fisico finalizzate alla messa in sicurezza dei siti inquinati»; tra i progetti compresi all'ALLEGATO III alla parte II, lettera t) vi sono «Progetti di competenza delle regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano» –:

   di quali elementi disponga il Governo in relazione a quanto esposto in premessa e quali iniziative di competenza intenda adottare per tutelare le aree di pregio ambientale e paesaggistico ricadenti nella rete Natura 2000, che costituiscono siti di interesse comunitario e zone di protezione speciali.
(4-01497)

BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazione a risposta scritta:


   BIGNAMI. — Al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che:

   anche quest'anno la Commissione consultiva per lo spettacolo dal vivo ha stilato la graduatoria annuale di merito sull'attività programmata dai teatri in base alla legge che regola e determina gli obiettivi;

   tali obiettivi, se raggiunti, si traducono in parametri e in percentuali di risorse che vanno a determinare gli importi che saranno poi destinati alle fondazioni lirico-sinfoniche;

   il riparto del Fondo unico per lo spettacolo (Fus) per il 2018 vede ancora una volta penalizzato il teatro comunale di Bologna al quale verranno erogati 900 mila euro in meno di finanziamenti, pari a 8,4 milioni di euro, rispetto al 2017, anno in cui vennero assegnati alla fondazione 9.024.309 euro;

   l'andamento della gestione del teatro comunale di Bologna in questi ultimi anni ha sempre dato risultati negativi e continuamente in perdita, nonostante gli interventi sempre più corposi dei soci fondatori (comune e regione) e dei lavoratori del teatro che purtroppo non sono serviti a evitare una drammatica discesa verso gli ultimi posti, precisamente all'11°, della graduatoria delle 14 fondazioni lirico-sinfoniche;

   in meno di 10 anni il teatro comunale ha perso quasi 7 milioni di euro nella quota di ripartizione del Fus precipitando dai 15,2 milioni di euro ad esso destinati nel 2009 ai soli 8,4 milioni assegnati nel 2018;

   il decreto del Presidente della Repubblica 14 maggio 2007, n. 89, conferma, all'articolo 2, le quattro commissioni consultive competenti per ciascun settore dello spettacolo dal vivo;

   queste commissioni – nell'ambito delle competenze attribuite dalla norma istitutiva e dai regolamenti riguardanti i criteri e le modalità di erogazione dei contributi a favore delle diverse attività dello spettacolo – hanno funzione consultiva in ordine alla valutazione degli aspetti qualitativi dei progetti e delle iniziative afferenti alle richieste di contributo nei settori di rispettiva competenza;

   la commissione consultiva per la musica ha funzioni consultive anche in ordine alla valutazione degli aspetti qualitativi dei programmi di attività delle fondazioni lirico-sinfoniche;

   la ripartizione del Fus, quindi la somma destinata dal Governo ogni anno al Ministero per i beni e le attività culturali per sostenere la cultura (musica, danza, prosa e circhi) e soprattutto le fondazioni lirico sinfoniche che non potrebbero reggersi ed avere autonomia gestionale con i soli incassi del botteghino e delle erogazioni private, avviene seguendo criteri ben precisi:

    a) la parte più rilevante (il 50 per cento è determinata dai costi di produzione. Sostanzialmente più si è bravi a gestire i costi e più si viene premiati. Per quanto riguarda il teatro comunale di Bologna il voto è sempre in calo: nel 2017 aveva ottenuto il 6,6 per cento, quest'anno è sceso al 6,5 per cento;

    b) la seconda voce (25 per cento) riguarda la capacità di attirare risorse; il teatro è sceso molto dal 2017 al 2018 passando da 6,8 per cento a 6 per cento cioè quasi un punto;

    c) infine, c'è una parte qualitativa 25 per cento per l'ultimo quarto: sotto questo aspetto il teatro passa dai 41 punti ottenuti nel 2017 ai 42 ottenuti nel 2018, nonostante l'obiettivo dichiarato fosse quello di puntare principalmente sull'aspetto qualitativo della programmazione –:

   quali iniziative intenda intraprendere, per quanto di pertinenza, per far sì che il teatro comunale di Bologna riacquisti il meritato prestigio che non può prescindere dalla valorizzazione degli aspetti qualitativi e dalla competenza e dalla capacità gestionale;

   si intendano avviare verifiche, per quanto di competenza, volte ad appurare le eventuali carenze nella gestione del teatro comunale di Bologna;

   quali iniziative si intendano intraprendere, per quanto di competenza, per far sì che l'azione rigorosa ed efficace di contestuale riduzione dei costi non si traduca nell'ennesima penalizzazione a danno del personale dipendente del teatro, al quale non si può certo attribuire alcuna responsabilità in merito alla perdita dei contributi statali.
(4-01487)

DIFESA

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

IV Commissione:


   IOVINO, CORDA, ARESTA, CHIAZZESE, DALL'OSSO, DEL MONACO, D'UVA, ERMELLINO, FRUSONE, GALANTINO, IORIO, RIZZO, ROBERTO ROSSINI, GIOVANNI RUSSO e TRAVERSI. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   il comune di Nola rientra nell'area nord-est della città metropolitana di Napoli, insieme alla provincia di Avellino che conta 34.450 abitanti in base all'ultimo censimento dell'Istat;

   nella suddetta area campana gli episodi di micro-criminalità, negli ultimi anni, sono aumentati al punto che i presidi di sicurezza presenti nei comuni circostanti di Cimitile e San Paolo Belsito non riescono a far fronte alla domanda di maggiore sicurezza avanzata dai cittadini;

   sono aumentati, inoltre, nel comune di Nola gli episodi di furto e spaccio di sostanze stupefacenti con grave allarme degli abitanti che hanno assistito alla chiusura della caserma dei carabinieri di Via San Paolo Belsito 85 –:

   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda intraprendere per ripristinare un presidio di sicurezza assicurato dai Carabinieri nel comune di Nola, che è oltretutto un'area ad alta densità di popolazione.
(5-00844)


   MARIA TRIPODI, FASCINA, GREGORIO FONTANA, PEREGO DI CREMNAGO, RIPANI, SIRACUSANO e VITO. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   con la nota sentenza n. 120 del 2018, i giudici della Corte costituzionale hanno riconosciuto ai militari il diritto di costituire associazioni professionali a carattere sindacale, specificando che la restrizione dell'esercizio del diritto di associazione sindacale dei militari non può spingersi sino alla negazione della titolarità stessa di tale diritto, pena la violazione degli articoli 11 e 14 della Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU), nonché della Carta sociale europea;

   al riguardo, le linee guida emanate dal Ministro interrogato attraverso circolare, alle quali dovranno attenersi le costituende associazioni sindacali, rischiano di limitare la portata della sentenza citata, ossia il vero diritto di organizzazione sindacale, pur con i limiti dettati dalla stessa Corte, rischiando di snaturare in radice i principi fondamentali tipici delle organizzazioni sindacali;

   l'attuale formulazione della circolare può aprire un precedente unico nella storia sindacale del Paese, risultando potenzialmente limitativa della funzionalità delle nascenti organizzazioni sindacali, con un inevitabile e ingiustificato detrimento dell'articolo 39 della Costituzione;

   gli interroganti ritengono che assoggettare ad autorizzazione preventiva la costituzione di organismi sindacali rischia di tradursi in una profonda lesione della libertà sindacale, vietata, in assenza di una specifica legge ordinaria che ne sancisca l'opportunità, dalla Convenzione 87 Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), ratificata, oltretutto, dall'Italia;

   al riguardo, il gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente si è fatto promotore di una proposta di legge depositata dal primo firmatario del presente atto (A.C. 1060), al fine di stabilire nella sede appropriata, ovvero il Parlamento, le scelte più opportune da intraprendere in merito alle forti aspettative sui diritti del personale militare;

   l'orientamento assunto dal Governo, ad avviso degli interroganti, non rispecchia esattamente la direzione tracciata dalla Corte costituzionale, correndo il rischio di ridurre la portata stessa della sentenza e di riproporre formule già esistenti nell'istituto della rappresentanza miliare che hanno reso la stessa aprofessionale e deresponsabilizzante nei confronti dei rappresentanti –:

   se il Ministro interrogato non intenda intraprendere le opportune iniziative normative di competenza al fine di garantire l'estensione dei diritti sindacali ed associativi per i militari, e favorire il processo di armonizzazione delle Forze armate sul tema della libertà di associazione.
(5-00845)


   PAGANI e DE MENECH. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   nella città di Pieve di Cadore è sita la caserma Pietro Fortunato Calvi, attualmente in carico al comando del 7° reggimento alpini dell'Esercito;

   la caserma è considerata una parte integrante della città, sia per l'ubicazione – al centro del paese – che per la sua storia. E difatti ritenuta una casa per gli alpini che, di quei luoghi, sono senz'altro un simbolo;

   la struttura è stata costruita nel 1914 dall'impero Austro-Ungarico e già nel giugno 1915, ancora incompleta, divenne sede delle truppe di sussistenza italiane. Negli anni Sessanta divenne uno dei distaccamenti della brigata alpina «Cadore» – sciolta nel 1997 – e ancora oggi ospita il tradizionale raduno annuale de «i Veci del Battaglione Cadore» provenienti da tutta Italia –:

   come siano attualmente organizzati gli spazi all'interno della caserma Calvi.
(5-00846)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta scritta:


   BIGNAMI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   sulla piattaforma web «acquisti in rete pa», recante il logo Consip e il logo del Ministero dell'economia e delle finanze, nella sezione «contatti» si trova un numero verde unico dedicato alle pubbliche amministrazioni, un numero verde per malfunzionamenti sul portale acquisti in rete e un numero a pagamento per le imprese dedicato a «tutte le esigenze informative»;

   il numero a pagamento ha il prefisso 895 che identifica i servizi di assistenza e consulenza tecnico-professionali, introdotto dal nuovo piano di numerazione nazionale pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 172 del 24 luglio 2008;

   il costo della telefonata da rete fissa è di 0,634 euro al minuto iva inclusa. Per telefonata da rete mobile il costo è in media di 0,95 euro al minuto iva inclusa con costo massimo della telefonata di 15,25 euro iva inclusa (fonte: https://www.acquistinretepa.it);

   il fatto di prevedere costi collegati a un numero per tutte le esigenze informative appare penalizzante per le imprese, anche in considerazione della complessità della procedura di iscrizione al MePA (mercato elettronico della pubblica amministrazione) e, in generale, delle esigenze informative che le imprese potrebbero avere, oltre a non essere coerente, a parere dell'interrogante, con l'obiettivo di semplificazione e di riduzione dei costi per le imprese –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti;

   se si intendano adottare iniziative per attivare un numero verde anche per le imprese che abbiano necessità di iscriversi al MePA o ogni altra esigenza di carattere informativo.
(4-01490)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta scritta:


   FASANO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   a Salerno, da mesi, perdura uno scontro tra la camera penale e magistratura dovuto ai disservizi denunciati dagli avvocati in seguito al trasferimento di una parte del settore penale presso la nuova cittadella giudiziaria;

   la camera penale salernitana ha proclamato già due tornate di astensione dalle cause (dall'8 al 12 ottobre e dal 5 al 9 novembre), denunciando la mancata risoluzione delle problematiche evidenziate;

   gli avvocati ritengono che il trasferimento frammentario delle sezioni penali (dal tribunale alla cittadella giudiziaria) stia creando una difficoltà oggettiva nella gestione delle udienze che in alcuni casi si svolgono in contemporanea in sezioni diverse senza che i magistrati accolgano le richieste di rinvio e che la nuova cittadella giudiziaria presenti anche notevoli «problematiche logistiche»;

   dagli organi di stampa si apprende che l'Associazione nazionale magistrati di Salerno in una nota ha ribadito «la costante disponibilità al confronto costruttivo con l'avvocatura», osservando però che «lo strumento dello sciopero (...) appare ingeneroso nei confronti di giudici che quotidianamente affrontano in condizione di forte disagio una esorbitante domanda di giustizia» e che l'astensione «si riverbera a danno della stessa avvocatura e del cittadino provocando rinvii massivi dei procedimenti»;

   in data 27 ottobre 2018 il presidente della camera penale di Salerno, Michele Sarno, ha replicato, spiegando in una nota che «da mesi rappresentiamo difficoltà e al di là di intenti non abbiamo ancora ricevuto rassicurazioni. Non c'è stato un incontro teso a rimuovere difficoltà oggettive. Non c'è stata risposta se non “non possiamo riconoscere questo, ma state tranquilli e fidatevi della nostra comprensione”. Ci è stato detto “collaborate e non vi preoccupate”»;

   l'effetto di ulteriori rinvii sarà deflagrante, in quanto causerà un rallentamento pesantissimo del regolare andamento della giustizia che a Salerno è già notoriamente macchinoso –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative di competenza intenda assumere – in tempi rapidissimi – a fronte di questa grave vertenza che mette a repentaglio la richiesta di giustizia dei cittadini salernitani.
(4-01496)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta orale:


   ANZALDI e SERRACCHIANI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'interno, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   in data 15 ottobre 2018 il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e il Ministero dell'interno hanno emesso una circolare per la disciplina del trasporto in «conto terzi» e in «conto proprio» dei cavalli che, in linea di principio, avrebbe come obiettivo quello di contrastare trasporti «conto terzi» e che invece rischia di declinarsi in maniera assurda, prevedendo che un proprietario di un mezzo autorizzato al trasporto dei cavalli possa trasportare solo animali di sua proprietà;

   l'alternativa potrebbe essere quella di un contratto di comodato d'uso registrato presso l'Agenzia delle entrate oppure quella di rivolgersi a un trasportatore professionista;

   vi sono anche aspetti paradossali nelle richiamate previsioni normative come, ad esempio, se si possiede un «trailer»: con i carrelli trainati dalle automobili può essere caricato un cavallo anche se non intestato, se invece il trasporto avviene su un camioncino da due posti ciò non sarebbe possibili si incorrerebbe in violazione e conseguente sanzione;

   la tariffa minima per trasportare un cavallo è di un euro a chilometro con un esborso notevole per chi è appassionato di equitazione;

   i dati dell'indagine Fieracavalli-Nomisma «Cavallo che passione», presentata in occasione della 120esima edizione della manifestazione in programma a Verona nel mese di ottobre 2018 evidenziano una crescita notevole degli appassionati di questo sport;

   nell'ultimo anno sono stati più di tre milioni gli italiani ad andare a cavallo e nel 90 per cento dei casi per fare del turismo equestre;

   oltre un terzo di questa platea ha dichiarato di andare a cavallo regolarmente;

   secondo i dati di Confagricoltura nelle fattorie italiane vivono 420 mila cavalli; è un settore con circa 40 mila addetti;

   le federazioni sportive di riferimento come la Fise (Federazione italiana sport equestri) e la Fitetrec (Federazione italiana turismo equestre e Trec) hanno parlato di provvedimento inaccettabile che rischia di mettere in grande difficoltà i 2.400 enti affiliati alle federazioni e i 150 mila tesserati che praticano discipline olimpiche;

   prevedere che tutti gli animali a bordo devono essere intestati a chi guida il mezzo di trasporto si configura come una limitazione oggettiva per questo sport;

   le complicazioni per chi gravita intorno agli sport equestri riguardano anche la digitalizzazione dell'anagrafe equina e il rapporto con il Ministero della salute;

   dal settembre 2017 è in vigore una disciplina informatizzata per il trasferimento dei cavalli, misura prevista dal Ministero della salute, in quanto titolare dei controlli veterinari sul benessere animale e sulla diffusione di eventuali epidemie negli allevamenti;

   questo ha comportato un ulteriore carico burocratico con alcune limitazioni come, ad esempio, il termine delle ore 23, ma anche la difficoltà di accesso alla banca dati e il complesso rapporto con gli uffici delle asl di competenza per la compilazione del famigerato «Modello 4»;

   era stata assicurata la creazione di un’«App» in tempi ragionevolmente rapidi per evitare simili complicazioni, ma ancora non vi è traccia di tale applicazione;

   si è perfettamente a conoscenza delle criticità che ci sono nel settore e anche della presenza di mire criminali che necessitano di essere adeguatamente contrastate, tuttavia, alcune delle scelte richiamate risultano vessatorie verso chi pratica discipline sportive con i cavalli –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza delle complicazioni di cui in premessa e quali iniziative intendano assumere, per quanto di competenza e previo confronto con le federazioni sportive e le organizzazioni di categoria, per evitare di penalizzare gli appassionati di suddette discipline sportive e del turismo equestre.
(3-00274)

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

IX Commissione:


   ROTELLI e FIDANZA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   nel mese di dicembre 2017, il Consiglio dei ministri ha approvato il provvedimento di compatibilità ambientale del progetto per il completamento della trasversale Orte-Civitavecchia, nel tratto compreso tra Monteromano e la Via Aurelia;

   il progetto prevede la realizzazione di diciotto chilometri di strada, nove viadotti, una galleria e due svincoli, per un costo complessivo di 472 milioni di euro;

   il completamento dell'opera, già nel 2001 inserita nell'elenco delle infrastrutture strategiche, di cui alla delibera del Cipe n. 121 del 2001, e individuata anche nella rete Ten-T europea, è di fondamentale importanza per lo sviluppo infrastrutturale e dei trasporti del Paese;

   nella sua prima ideazione, negli anni Sessanta, la strada aveva l'obiettivo di connettere le acciaierie di Temi con il porto industriale di Civitavecchia, ma dopo quarant'anni, naturalmente, le esigenze sono cambiate: Civitavecchia è diventato uno dei principali hub commerciali del Mediterraneo ed è anche il primo scalo crocieristico d'Europa, mentre Orte rappresenta lo snodo per collegarsi alla rete autostradale, ma anche a quella ferroviaria dell'alta velocità;

   subito dopo l'insediamento del nuovo Governo, tuttavia, sono iniziati gli appelli, provenienti dalle forze che sostengono il Governo, cui appartiene il Ministro interrogato;

   in risposta a questi appelli si stanno mobilitando tutti i comparti produttivi e imprenditoriali dell'alto Lazio, perché laddove si dovesse decidere di bloccare il completamento della trasversale si determinerà il definitivo isolamento del territorio del viterbese, considerato che negli ultimi decenni non sono stati realizzati né il raddoppio della Cassia-nord, né il raddoppio della ferrovia Roma-Viterbo –:

   quali urgenti iniziative intenda assumere per scongiurare la perdita del finanziamento e al fine di portare a completamento l'opera, ritenuta essenziale per garantire l'intermodalità e il potenziamento della rete Ten-T europea.
(5-00847)


   PIZZETTI, NOBILI, BRUNO BOSSIO, CANTINI, GARIGLIO, GIACOMELLI, PAITA e ANDREA ROMANO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   hanno suscitato molto scalpore e altrettanta preoccupazione le affermazioni dell'ormai ex amministratore unico di Roma Metropolitane rilasciate in data 9 ottobre 2018 davanti alla commissione di controllo di Roma Capitale sullo stato di sicurezza delle linee metro della Capitale;

   in questa circostanza il dottor Pasquale Cialdini ha sostenuto, come riportato anche dagli organi di informazione, che le due linee, A e B, della metropolitana di Roma, dal punto di vista della manutenzione, presentano gravi arretratezze e che rischiano la chiusura d'ufficio da parte dei vigili del fuoco per la non corrispondenza alla normativa antincendio;

   sono mesi che ex amministratori Atac, organizzazioni sindacali, associazioni, forze politiche di opposizione in consiglio comunale e semplici cittadini segnalano le criticità del servizio di trasporto pubblico, in particolare per quel che riguarda le linee della metropolitana;

   da ultimo, in data 23 ottobre 2018 si è verificato un grave incidente presso la stazione metro di «Repubblica» con il cedimento di una rampa di scale mobili che ha visto diversi feriti e su cui sono in corso delle indagini;

   quotidianamente le linee della metropolitana sono frequentate da decine di migliaia di utenti e sempre più frequenti sono i disservizi e i conseguenti disagi per l'utenza –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto riportato in premessa, quali iniziative intenda assumere, per quanto di competenza, per verificare l'effettivo stato di sicurezza delle linee A e B della metro di Roma per lavoratori e passeggeri che necessitano di una manutenzione straordinaria non più differibile.
(5-00848)


   ROSSO e SOZZANI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   di recente in diverse regioni italiane del nord e del sud del Paese, si sono susseguiti scioperi da parte di lavoratori dei servizi ferroviari in appalto, che si occupano della pulizia a bordo dei treni, della ristorazione e dell'assistenza ai disabili nelle stazioni e negli uffici;

   le ragioni della protesta riguardano l'imminente scadenza dei contratti di solidarietà a seguito dei quali, a parere non solo dei manifestanti, molto probabilmente saranno avviate le procedure di licenziamento che dovrebbero riguardare circa duemila addetti su un totale di diecimila;

   le organizzazioni sindacali puntano il dito contro i tagli al lavoro e alle retribuzioni, la non applicazione del contratto nazionale delle attività ferroviarie in tutte le aziende dei settore e i continui avvicendamenti delle società nei servizi affidati, che nella maggior parte dei casi si tramutano in una contrattazione al ribasso sia in termini di qualità dei servizi sia dei diritti del personale coinvolto;

   nel corso degli scioperi, che hanno assunto per lo più la forma di presidi nelle stazioni, i lavoratori hanno distribuito volantini tra i viaggiatori per informarli delle ragioni della protesta e allo stesso tempo richiamare l'attenzione delle forze politiche sulla preoccupante situazione;

   si è rilevata, nel corso degli anni, una netta tendenza alla frammentazione delle attività e ai ribassi di gara nel settore ferroviario, che, nella maggior parte dei casi, si traducono in perdita occupazionale e salariale, oltre che in una poco efficiente gestione dei servizi stessi;

   le proteste si sono svolte in maniera pacifica e senza alcuna ripercussione sulla circolazione dei treni –:

   se e quali iniziative il Governo, alla luce dei fatti descritti, intenda adottare, al fine di garantire il regolare svolgimento dei servizi ferroviari in appalto, anche in caso di cambi di imprese nei servizi affidati.
(5-00849)


   SERRITELLA, SCAGLIUSI, BARBUTO, BARZOTTI, LUCIANO CANTONE, CARINELLI, DE GIROLAMO, DE LORENZIS, FICARA, GRIPPA, LIUZZI, MARINO, RAFFA, PAOLO NICOLÒ ROMANO, SPESSOTTO e TERMINI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il dottor Paolo Foietta è commissario straordinario del Governo per l'asse ferroviario Torino-Lione, rinnovato con decreto del Presidente della Repubblica 14 dicembre 2017, in prossimità della fine della scorsa legislatura;

   la sua conferma decorre per la durata di un anno dal 1° gennaio 2018;

   da fonti di stampa si apprende che il Commissario avrebbe rilasciato in questi giorni alcune dichiarazioni che sembrano agli interroganti al di fuori delle proprie competenze e in particolare tali da mettere sostanzialmente in discussione le linee programmatiche di questo Esecutivo volte a sottoporre ogni grande opera infrastrutturale a una attenta analisi costi-benefici;

   il Commissario in particolare avrebbe dichiarato che al momento continua a procedere in base agli indirizzi che ha ricevuto dal precedente Governo;

   nell'ordinamento italiano è sancito dalla legge che l'indirizzo politico spetta agli organi di governo e l'amministrazione ai dirigenti;

   in particolare, secondo l'articolo 4, comma 1, del decreto legislativo n. 165 del 2001, «gli organi di governo esercitano le funzioni di indirizzo politico-amministrativo, definendo gli obiettivi ed i programmi da attuare ed adottando gli altri atti rientranti nello svolgimento di tali funzioni, e verificano la rispondenza dei risultati dell'attività amministrativa e della gestione agli indirizzi impartiti». I dirigenti, secondo il comma 2, sono responsabili in via esclusiva dell'attività amministrativa, della gestione e dei relativi risultati –:

   se il commissario straordinario abbia riferito al Ministro interrogato quanto riportato dagli organi di stampa a proposito della realizzazione della linea ferroviaria Torino-Lione, ovverosia che, allo stato, si atterrà agli indirizzi del Governo precedente a quello in carica.
(5-00850)


   MACCANTI, GASTALDI e DI MURO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   Sncf, cioè la società nazionale delle ferrovie francesi, ha annunciato la dismissione – a partire dal 1° dicembre 2018 – del personale impiegato in 5 stazioni ferroviarie (Tenda, Sopel, Menton Garavan, Carnoles e Villefranche-sur-Mer) sulla tratta Cuneo-Ventimiglia-Nizza, con la conseguente chiusura de facto di queste stazioni;

   sulla linea viaggiano oggi solo due coppie di treni (a cui d'estate se ne aggiunge un'altra), sebbene la Convenzione del 1970 ne preveda otto, e questo non permette evidentemente un trasporto agevole per i turisti e i viaggiatori verso la Riviera di ponente o la Costa Azzurra, o verso le stazioni sciistiche di Limone Piemonte;

   la linea – sebbene sia costruita con una pendenza massima del 25 per mille, ideale per un'agevole risalita dei treni merci su linea elettrificata senza interferire con i treni passeggeri – non è elettrificata nel tratto da Limone Piemonte a Breil-sur-Roya, non permettendo di fatto il passaggio dei convogli merci, dato che le motrici diesel hanno un rapporto peso-potenza molto basso, non adatto al traino di treni merci di lunghezza adeguata;

   da settembre 2017 a luglio 2018, la linea è stata interessata da lavori interamente finanziati dall'Italia (per una spesa pari a 29 milioni di euro), ma il sistema marcia-treno francese non è ancora stato collaudato costringendo i treni italiani a viaggiare a 40 km/h –:

   se il Ministro interrogato non ritenga necessario adoperarsi, nelle opportune sedi, al fine di una corretta gestione della linea ferroviaria Cuneo-Breil-Ventimiglia.
(5-00851)

Interrogazione a risposta scritta:


   FOTI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   da domenica 10 giugno a domenica 9 settembre 2018 Rete ferroviaria italiana ha realizzato, sulla linea Cremona-Fidenza, interventi di consolidamento del rilevato ferroviario, di rinnovo dell'armamento (massicciata, traverse, rotaie) e della linea di alimentazione elettrica dei treni e la sostituzione dei cavi degli impianti di sicurezza con un investimento economico di 40 milioni di euro;

   per consentire l'attività dei cantieri, la circolazione ferroviaria tra le due stazioni è stata sospesa e il servizio è stato effettuato con autobus sostitutivi, con prevedibili ed inevitabili disagi per gli utenti;

   in data successiva alla realizzazione dei predetti lavori, i disagi per gli utenti, sistematicamente registratisi nel passato, si sono tuttavia nuovamente verificati, con conseguenti legittime e negative reazioni da parte di pendolari e di associazioni di consumatori;

   alla ripresa della circolazione ferroviaria dopo il 9 settembre, infatti, si sono verificati numerosi guasti ai treni con conseguenti gravi ritardi che hanno – come detto – comportato disagi, in particolare modo a pendolari e lavoratori. Nella serata di mercoledì 19 settembre 2018, ad esempio, sulla linea Cremona-Fidenza, dalle ore 19,20, è stata sospesa la circolazione per un guasto tecnico ad un treno regionale a San Giuliano Piacentino;

   le elettromotrici utilizzate sulla detta linea – Ale 582 – hanno un'età di oltre 30 anni e, conseguentemente il funzionamento delle stesse è quello che è –:

   se il Ministro interrogato sia al corrente dei problemi che periodicamente si verificano sulla linea ferroviaria Cremona-Fidenza e quali iniziative, per quanto di competenza e anche in relazione alla necessità del rispetto degli impegni assunti da Rete ferroviaria italiana, con la sottoscrizione della carta dei servizi, intenda assumere affinché Rete ferroviaria italiana e Trenitalia adeguatamente intervengano per evitare che i disagi e i ritardi evidenziati si ripetano.
(4-01491)

INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:


   VIETINA. — Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   il comune di Bagno di Romagna, nella provincia di Forlì-Cesena, è privo della sede della scuola secondaria di primo grado da ormai dieci anni, dopo che, nel 2007, l'immobile che ospitava la scuola è stato dichiarato inagibile a seguito di un forte sciame sismico che ha interessato il territorio appenninico;

   a tale emergenza fu data una soluzione temporanea – ma ad oggi, a dieci anni di distanza, essa è purtroppo ancora attuale – con la dislocazione della scuola all'interno di un fabbricato a moduli prefabbricati, destinato a centro operativo misto della protezione civile;

   per ovvie ragioni, questa soluzione non è in grado di offrire ambienti e spazi idonei per la crescita psico-fisica degli studenti. Un disagio che, pertanto, non è più in alcun modo rinviabile;

   in assenza di risorse – connesse anche ai problemi di bilancio legati allo sforamento del patto di stabilità nel 2013 – è stato comunque avviato, dall'amministrazione locale, un percorso aperto alla partecipazione dei cittadini e di consulenti tecnici, che ha permesso di approfondire i molteplici aspetti di relazione tra spazio, didattica e crescita. A breve si aprirà dunque la fase della progettazione a seguito dell'indizione di una sorta di «concorso di idee» da parte della giunta comunale;

   è indubbio, tuttavia, che, per un comune delle dimensioni di Bagno di Romagna (poco meno di 6.000 abitanti), il problema è soprattutto quello di reperire risorse per finanziare la realizzazione dell'intervento, che viene stimato in circa 6,5 milioni di euro e che, quindi, a parte un impegno locale, dovrà per forza di cose essere reperito con risorse esterne;

   il comune di Bagno di Romagna ha già partecipato al bando sull'edilizia scolastica finanziato con mutui della Bei che, però, se anche andasse a buon fine, permetterebbe di finanziare solo un primo stralcio dell'intervento, ma non la realizzazione nella sua interezza, lasciando il problema aperto e irrisolto;

   risulterebbe già inoltrata, anche al Ministro dell'interno, una richiesta per il finanziamento totale dell'opera prevista –:

   se sia a conoscenza dei fatti esposti;

   se e con quali modalità si intenda finanziare la realizzazione della sede della scuola secondaria di primo grado di Bagno di Romagna e, in particolare, quali iniziative di competenza intendano adottare per far sì che l'intervento sia realizzato nella sua interezza evitando così la realizzazione per stralci che tanti problemi e disagi potrebbe inevitabilmente comportare per gli studenti e che non risulterebbe risolutiva nel breve periodo.
(4-01492)


   FOTI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   il consiglio comunale di San Pietro in Cerro, in provincia di Piacenza, con deliberazione n. 27 del 4 ottobre 2018, ha approvato il procedimento di fusione per incorporazione del comune di San Pietro in Cerro nel limitrofo comune di Monticelli d'Ongina e l'effettuazione del referendum consultivo comunale, ai sensi dell'articolo 8-bis, comma 1, della legge della regione Emilia-Romagna n. 24 del 1996 e successive modificazioni ed integrazioni;

   detta deliberazione è stata preceduta da altra, assunta sempre lo stesso giorno, con la quale il consiglio comunale di San Pietro in Cerro ha condiviso lo studio di fattibilità sul «Procedimento di fusione per incorporazione del Comune di San Pietro in Cerro nel Comune di Monticelli d'Ongina»;

   la deliberazione n. 27 del 2018 risulta dagli atti essere stata dichiarata immediatamente eseguibile, ai sensi dell'articolo 134, comma 4, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e successive modificazioni ed integrazioni;

   invero, in sede di pubblicazione della deliberazione summenzionata, risultano essere stati commessi grossolani errori, rilevabili per tabulas, che dovrebbero suggerire quanto meno l'adozione di idoneo provvedimento in sede di autotutela;

   nei fatti, leggendo la relazione di pubblicazione-certificato di esecutività della deliberazione n. 27 del 2018 risulta che la stessa sia divenuta esecutiva il 15 ottobre 2018, ai sensi dell'articolo 134, comma 3, del decreto legislativo n. 267 del 2000 e successive modificazioni ed integrazioni, la qual cosa contraddice quanto risulta dal testo della predetta deliberazione che riporta la votazione del consiglio comunale favorevole alla immediata eseguibilità della stessa, ai sensi dell'articolo 134, comma 3, del citato decreto legislativo: il fatto, oltre che illogico, a giudizio dell'interrogante è grave poiché rende incerto il termine temporale di un'eventuale impugnativa dell'atto in questione da parte di terzi aventi un interesse legittimo al riguardo;

   a fronte della pubblicazione all'albo pretorio comunale per 15 giorni consecutivi (testualmente si legge: «dal 5 ottobre 2018 al 20 ottobre 2018») della deliberazione in esame, si evidenzia che detta pubblicazione è stata esente da reclami, ma inspiegabilmente ciò viene attestato il 15 ottobre 2018, e cioè cinque giorni prima della scadenza del termine ex lege di 15 giorni. A tacere del fatto che prevale in giurisprudenza la considerazione che, ai fini della pubblicazione per 15 giorni sull'albo dell'ente, «il dies a quo del periodo di affissione non può che comprendere il giorno iniziale (conoscenza legale per la generalità dei cittadini)» (Cassazione Civile, Sezione I, 8 giugno 2004, n. 12240) –:

   se e quali iniziative di competenza intenda assumere la prefettura di Piacenza, alla quale la delibera in questione è stata inoltrata per i successivi adempimenti, in relazione a quanto esposto in premessa;

   attesi i predetti profili di dubbia regolarità procedurale che riguardano un'importante operazione di fusione di comuni per incorporazione, se il Governo ritenga di dovere tempestivamente promuovere una verifica da parte dei servizi ispettivi di finanza pubblica presso il comune di San Pietro in Cerro, alla luce delle ripercussioni che tale operazione potrebbe avere sulla situazione gestionale, amministrativa e finanziaria dell'ente.
(4-01498)

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   NARDI e FERRI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   l'istituto Alberghiero «G. Minuto» di Marina di Massa (comune di Massa) è uno dei più rinomati e prestigiosi istituti alberghieri d'Italia;

   l'istituto vanta un'esperienza consolidata nel settore ristorativo e turistico e ha raggiunto un eccellente livello nella formazione professionale, in un territorio ad alta vocazione ricettiva;

   tale istituto, realizzato negli anni ’30 del secolo scorso, presenta inevitabilmente gravi problemi strutturali legati alla attuale normativa antisismica degli edifici;

   i locali dell'istituto sono oggetto di interventi di messa in sicurezza delle pareti portanti che hanno comportato la chiusura di 5 delle 9 aule presenti (circa il 40 per cento dello stabile) e lo svolgimento di lezioni in luoghi alternativi, come corridoi o ingressi;

   tale situazione sta creando gravi problemi alla continuità delle attività didattiche per studenti, professori e personale tecnico-amministrativo. Nello specifico: a causa dei cantieri aperti sia nella sede centrale che nella succursale, le 18 classi del biennio, ospitate già da anni presso la sede Toniolo di via XXVII aprile a Massa, sono state attualmente trasferite, nella sede del Toniolo di Massa;

   le lezioni sono state sospese per due giornate per allerta meteorologica causata da vento forte, su indicazione dell'ufficio tecnico e come misura di prevenzione e protezione (in questo momento sono presenti impalcature sull'esterno dell'edificio per il cantiere che sta completando lavori di puntellamento e incatenamento della facciata);

   i professori e il personale amministrativo, tecnico e ausiliario stanno effettuando, per motivi di forza maggiore, turni a rotazione delle lezioni per consentirne lo svolgimento sia la mattina che il pomeriggio;

   con il decreto interministeriale (Ministero dell'economia e delle finanze, Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e Ministero delle infrastrutture e dei trasporti) 3 gennaio 2018, n. 47, sono stati approvati i criteri, le procedure e le tempistiche per la predisposizione dei piani regionali di edilizia scolastica per il triennio 2018-2020 di cui all'articolo 10 del decreto-legge 12 settembre 2013, n. 104, convertito dalla legge 8 novembre 2013, n. 128, recante misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca;

   in attuazione del citato decreto le regioni hanno definito i criteri per la formazione del piano regionale 2018-2020, e approvato i piani triennali del fabbisogno nei quali è riportata la lista degli interveniva finanziare redatti sulla base delle richieste presentate dagli enti locali. Tali documenti sono stati inviati al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca entro il 2 agosto 2018;

   entro i 60 giorni successivi e quindi il 2 ottobre il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, avrebbe dovuto emanare il decreto con il quale è approvata la programmazione nazionale e sono ripartite su base regionale le risorse;

   entro i 90 giorni successivi deve essere poi emanato il decreto interministeriale di autorizzazione all'utilizzo delle risorse e quindi entro il 30 dicembre 2018;

   il progetto di riqualificazione dell'istituto alberghiero «G. Minuto» è al 29esimo posto della lista trasmessa dalla regione Toscana e prevede un finanziamento di 10 milioni e 600 mila euro;

   l'incertezza sulle modalità di erogazione di finanziamenti necessari crea costanti problematiche alla continuità didattica dell'istituto alberghiero «G. Minuto», dal momento gli attuali interventi di messa in sicurezza che stanno interessando alcune strutture non risolvono tutte le criticità presenti –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della grave situazione relativa all'istituto alberghiero «G. Minuto» e quali iniziative urgenti intenda assumere al fine di salvaguardare la continuità didattica;

   per quali ragioni non sia stato ancora emanato il decreto finalizzato all'approvazione della programmazione nazionale e al riparto su base regionale delle risorse per l'edilizia scolastica che deve essere predisposto entro il 2 ottobre 2018 e in quali tempi si procederà alla sua emanazione;

   se il decreto interministeriale di autorizzazione all'utilizzo delle risorse di cui al decreto 3 gennaio 2018, n. 47, verrà emanato entro il 30 dicembre 2018.
(5-00843)

Interrogazione a risposta scritta:


   MINARDO. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   il 18 ottobre 2018 è stata sostenuta la prova scritta del concorso per dirigenti scolastici. I concorrenti avrebbero dovuto essere 8.736, ovvero gli stessi che hanno superato la prova preselettiva del 23 luglio, ma il numero è stato alterato dalla mancata partecipazione dei concorrenti della Sardegna, in quanto l'ufficio scolastico regionale della Sardegna ordinava, per quel giorno, la chiusura delle scuole e il conseguente rinvio della prova scritta, a data da destinarsi, al momento non ancora fissata, a causa del maltempo nel cagliaritano. Pertanto, è stato disposto il rinvio solo per i concorrenti della Sardegna;

   si evidenzia che il comma 2 dell'articolo 8 del bando del corso-concorso pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 24 novembre 2017 dispone: «la prova scritta è unica su tutto il territorio nazionale e si svolge in una unica data». Non v'è chi non veda la violazione del disposto del decreto ministeriale del 24 novembre 2017, nonché la violazione del principio di equità che avrebbe dovuto creare pari opportunità a tutti i concorrenti;

   l'equità è diventata una chimera se si focalizza un altro aspetto: la griglia di valutazione con i rispettivi criteri, che sono stati pubblicati 24 ore prima della prova. Il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca ha opportunamente pubblicato la griglia, aggiungendo l’«incipit» per ognuno dei 5 quesiti. L’incipit era di orientamento ai candidati per comprendere la tipologia dei quesiti, ma altresì inutile, in quanto pubblicato solo 24 ore prima. Ebbene, la stessa griglia e il medesimo incipit varranno per i candidati della regione Sardegna e per loro sì che saranno «orientanti» per la preparazione;

   nel rispetto del dettato del bando del corso-concorso, il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca avrebbe potuto rinviare la prova per tutti i concorrenti, in osservanza del comma 12 dell'articolo 8, che stabilisce: «Qualora, per cause di forza maggiore sopravvenute, non sia possibile l'espletamento della prova scritta nella giornata programmata, ne viene stabilito il rinvio con comunicazione, anche in forma orale, ai candidati presenti»;

   merita, secondo l'interrogante, attenzione adeguata (del Ministro e del Parlamento) anche la questione dei quesiti in lingua straniera. A quanto consta all'interrogante, il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca ha somministrato testi diversi per ciascuna delle lingue straniere prescelte dai concorrenti. I testi avevano lunghezza differente e difficoltà disomogenea. Il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, secondo l'interrogante, doveva prevedere un unico documento ufficiale, tradotto nelle varie lingue, a garanzia di parità di trattamento;

   si sottolinea, inoltre, la disomogeneità dei comportamenti adottati dai comitati di vigilanza nelle sedi di svolgimento della prova scritta in ordine ai «testi di legge» consultabili ai sensi del comma 13 dell'articolo 8 del bando. La diversa interpretazione del sintagma «testi di legge» ha dato origine a una discriminazione. Nello specifico, alcuni uffici scolastici regionali hanno dato indicazioni scritte e tassative ai comitati di vigilanza di impedire la consultazione dei decreti ministeriali e di contratti collettivi nazionali di lavoro; in assenza di tali indicazioni, in altre regioni è stata consentita la consultazione degli stessi, anche sotto forma di fotocopie;

   disappunto e grande delusione albergano in tutti i candidati dal 18 ottobre; l'amarezza – dopo anni di studio e a seguito di spese per la preparazione – è notevole e gli animi esacerbati nei confronti dello stesso ente per cui lavorano da anni. Quell'efficacia ed efficienza che i candidati hanno imparato dai manuali, non l'hanno riscontrata nella predisposizione della prova scritta da parte del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca –:

   se il Governo non ritenga opportuno adottare iniziative per annullare la prova scritta, che come rappresentato sopra, si è svolta in maniera diversificata in diverse regioni, pur trattandosi di un concorso nazionale;

   in alternativa, se il Governo intenda adottare le iniziative di competenza per consentire di sostenere la prova orale a tutti gli 8.736 candidati.
(4-01499)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta scritta:


   FIORINI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   in questi giorni, da alcuni organi di stampa, emerge che la Maserati Modena – eccellenza in Emilia-Romagna nella produzione di veicoli – verserebbe in condizioni di crisi aziendale a causa di un calo degli ordinativi verificatosi a partire dai mesi scorsi;

   per tale motivo è stato attivato il contratto di solidarietà per porre in sicurezza i lavoratori dello stabilimento (220 attuali, contro i 300 di qualche anno fa) che scatterà dal 2 novembre 2018 e durerà fino al 24 febbraio 2019;

   la situazione di stasi aziendale è causata anche dall'attesa di un eventuale nuovo modello da affiancare a quelli attualmente in produzione (Maserati Gran Turismo, Gran Cabrio e Alfa 4C) che, pur continuando a essere prodotti nel 2019, non garantirebbero la necessaria occupazione per tutti i lavoratori dello stabilimento di Modena;

   stando sempre a quanto riportato dagli organi di stampa, a gennaio 2019 è in programma un incontro tra le rappresentanze sindacali e la dirigenza di Maserati, controllata dal gruppo Fca, per affrontare proprio la tematica dei piani produttivi ed eventuali produzioni –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto sopra esposto;

   quali iniziative il Governo intenda mettere in campo per tutelare e garantire la piena occupazione ai lavoratori dello stabilimento;

   se il Governo intenda attivarsi in tempi rapidi per la costituzione di un tavolo tecnico di confronto con Fca e le rappresentanze sindacali dello stabilimento per tutelare al meglio e garantire la continuità produttiva e la piena occupazione per tutti i lavoratori dello stabilimento modenese.
(4-01489)


   GAGNARLI e VIZZINI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   Sei Toscana srl dal 1° gennaio 2014 è il gestore unico del servizio integrato dei rifiuti urbani nelle province dell'Ato Toscana Sud (Arezzo, Grosseto, Siena e 6 comuni della Val Di Cornia, per un totale di 105 comuni); dall'inizio del servizio fino al mese di agosto 2018 la società Sei Toscana srl ha impiegato oltre 450 lavoratori in somministrazione; detti lavoratori sono stati utilizzati in maniera continuativa nel tempo per lo svolgimento dei servizi di base; circa altri 85 lavoratori in somministrazione sono stati utilizzati dal socio industriale di Sei Toscana, Cooplat, cui è affidata la gestione dei servizi per parte della provincia di Grosseto; dal 4 agosto 2018 la gran parte dei contratti temporanei con le agenzie interinali non sono stati rinnovati, nonostante gli accordi in precedenza presi con le sigle sindacali e le rappresentanze sindacali unitarie per la stabilizzazione dei suddetti lavoratori; in luogo della stabilizzazione degli interinali Sei Toscana srl ha indetto procedure di selezione, in gran parte ancora non concluse, per l'affidamento dei servizi di raccolta e conferimento riservate a cooperative sociali di tipo B;

   con riferimento alla normativa di cui alla legge n. 381 del 1991, articolo 5, nonché alle linee guida dell'Anac, sembrerebbe che le gare riservate alle cooperative sociali di tipo B possano avere per oggetto esclusivamente servizi strumentali/accessori e non servizi pubblici di rilevanza economica; alcuni lavoratori segnalano che, nell'imminenza e all'indomani dell'interruzione del rapporto di lavoro, sarebbero stati avvicinati e contattati sia dal personale aziendale, anche facente funzione di coordinamento, che dal personale di cooperative sociali di tipo B che sarebbero state in procinto di rilevare i servizi; sarebbe stato loro proposto di inviare le generalità e i curriculum alle suddette cooperative, ai fini di una eventuale assunzione, peraltro le esternalizzazioni previste sembrano confliggere con le disposizioni negoziali del contratto di affidamento del servizio; quindi le operazioni di esternalizzazioni in atto sembrano presentare, a giudizio dell'interrogante, rilevanti profili di dubbia legittimità –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, intenda assumere il Ministro interrogato per la tutela delle centinaia di lavoratori coinvolti nella vicenda.
(4-01493)


   FASANO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   62 dipendenti intercantieri del consorzio di bacino Salerno 2 rischiano di perdere il posto di lavoro, in quanto non ancora assorbiti dai comuni consorziati;

   il consorzio di bacino sta per cessare le proprie attività così come previsto dalla legge regionale n. 14 del 2016 sulla gestione del ciclo integrato dei rifiuti in Campania;

   dagli organi di stampa si apprende che «la situazione economica del consorzio di bacino Salerno 2 è tale che gli stipendi non potranno essere garantiti ancora per molto tempo» a causa della circostanza che molti comuni non hanno versato più le quote dovute e che «fino a questo momento c'è stato il passaggio di cantiere degli operai, dei lavoratori delle cooperative, ma non di quelli intercantieri nonostante l'articolo 44 della legge nazionale imponga la continuità lavorativa»;

   il commissario del consorzio di bacino Salerno 2 ha inviato una lettera a tutti comuni consorziati, affinché definiscano nel minor tempo possibile la posizione di questi dipendenti;

   i lavoratori, attraverso una nota stampa, hanno denunciato «l'insipienza dell'azione programmatico-amministrativa che noi tutti aspettavamo dal costituito Ente di Ambito», annunciando «azioni eclatanti e clamorose» in caso di mancato riscontro;

   analoga problematica riguarda anche i dipendenti dei consorzi di bacino Salerno 1, Salerno 3 e Salerno 4 –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative intenda adottare, per quanto di competenza, per garantire continuità lavorativa ai dipendenti dei consorzi di bacino della provincia di Salerno.
(4-01494)


   FRATOIANNI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   attraverso la trasmissione «37e2» di Radio Popolare e un articolo su «ilfattoquotidiano.it», Vittorio Agnoletto, medico e professore universitario, ha posto l'attenzione sulla determinazione presidenziale n. 24 del 13 marzo 2018 dell'Inps, «Piano della performance 2018-2020», che individua gli obiettivi da raggiungere per i dipendenti dell'Inps per accedere a forme di integrazione e incentivo salariale;

   questi obiettivi sembrano quasi un invito ai medici dell'Inps a revocare quante più prestazioni di invalidità civile e prestazioni dirette per malattia, per ottenere incentivi economici;

   tali indicazioni possono determinare che i medici, nel valutare il grado d'invalidità di un cittadino, avranno un loro privato interesse economico che si scontrerà con il dovere professionale di agire secondo scienza e coscienza e il cittadino potrà avere sempre il dubbio che la sua condizione non sia valutata oggettivamente, con un conseguente forte calo di fiducia verso l'amministrazione pubblica;

   l'Associazione nazionale medici Inps, l'Ordine dei medici e diverse associazioni di invalidi hanno contestato questi obiettivi ritenendoli incompatibili con le norme deontologiche e condannando la scelta di premiare i medici che «tagliano» le prestazioni;

   da una determina così fatta, le prime a farne le spese sarebbero le persone con invalidità, spesso già abbandonate a se stesse da un sistema sanitario nel quale crescono le liste di attesa e le spinte verso il privato, per chi può permetterselo;

   l'idea che qualcuno possa solo ritenere di essere ricompensato da una struttura dello Stato se cancella dei diritti secondo l'interrogante è indecente e inaccettabile;

   l'elemento premiale avrebbe potuto incentrarsi sull'aumento del numero dei controlli, sulla riduzione dei tempi di effettuazione degli accertamenti sanitari, di approvazione dei relativi verbali e di comunicazione degli esiti ai soggetti interessati, evitando di alimentare il dubbio per cui ogni risparmio sarebbe il frutto di un diritto negato dietro incentivo al medico;

   il Governo ha risposto in modo insoddisfacente a una interpellanza urgente alla Camera, ad avviso dell'interrogante riconoscendo nei fatti l'illegittimità del provvedimento e la preminenza della salute pubblica e dell'articolo 32 della Costituzione su qualunque principio economico e finanziario, ma al tempo stesso limitandosi ad annunciare un'azione di vigilanza affinché nella futura programmazione non sia più previsto tale indicatore. Se un provvedimento è illegittimo, sarebbe assurdo attendere il 2021 per cancellarlo;

   lo stesso presidente dell'Inps non fornisce, a giudizio dell'interrogante, giustificazioni accettabili sul piano deontologico e legale per giustificare tali incentivi. Boeri afferma che, essendo l'indicatore valutato a livello regionale, sarebbe;

   impossibile per un singolo professionista incidere col proprio comportamento sulla sua retribuzione. Ma le regole sulla suddivisione del premio di risultato non hanno nulla a che vedere con il contenuto della determinazione in questione. Sostiene inoltre che tali indicatori incidono poco sull'insieme dell'incentivo. Anche questa osservazione non ha nulla a che fare con l'oggetto della discussione: se è illegittimo e contro il codice deontologico è irrilevante quanto incide, va comunque cancellato. Infine, l'incentivo è collegato unicamente alle visite di revisione e verifica dell'invalidità civile come se si trattasse di un'attività molto limitata, mentre, essendo l'Inps a svolgere in tutta Italia le visite di revisione (non le prime visite che restano di competenza delle Asl, tranne in tre regioni e alcune province), l'incentivo finisce per essere collegato proprio all'attività principale che svolgono i medici all'Inps –:

   se il Governo, considerato che per l'interrogante è insufficiente il solo impegno a vigilare sulla futura programmazione, intenda adottare le iniziative di competenza affinché l'Inps ritiri la determina presidenziale n. 24 del marzo 2018 che prevede un incentivo economico ai propri medici in basa a quante prestazioni per malattia e invalidità riusciranno a revocare, in quanto, a parere degli stessi, violerebbe il codice deontologico dei medici.
(4-01495)

SALUTE

Interpellanza:


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   in data 13 luglio 2018 il Ministero della salute ha pubblicato sul sito ufficiale un avviso pubblico con un invito a partecipare a una manifestazione di interesse volta a ricoprire l'incarico di direttore generale dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa). In tale occasione, il Ministro interpellato ha dichiarato: «Il settore farmaceutico è uno snodo fondamentale del sistema sanitario pubblico. E a maggior ragione tanto più cruciale è il ruolo che svolge l'Aifa, data anche la rilevanza, circa 31 miliardi di euro, della spesa di settore che l'Agenzia del farmaco presidia. La massima trasparenza delle procedure e la qualità delle nomine sono un tratto distintivo di questo Governo, che io intendo applicare e in pieno per quanto di mia competenza. A tutela dei cittadini e della garanzia di tenuta anche finanziaria del Servizio Sanitario Nazionale»;

   l'avviso, in ossequio a quanto disposto dal decreto ministeriale n. 245 del 2004, comunica che gli interessati all'incarico dovranno essere in possesso di una laurea specialistica nonché di una qualificata e documentata competenza ed esperienza sia tecnico-scientifica nel settore dei farmaci, sia in materia gestionale e manageriale;

   dalla dichiarazione del Ministro, si evince l'obiettivo della procedura, che rappresenta una novità, mai adottata in precedenza nell'individuazione del direttore generale dell'Aifa, ovvero la trasparenza del processo decisionale e la massima qualità del candidato;

   il 27 agosto 2018 il Ministro ha dichiarato pubblicamente che 93 persone hanno presentato una manifestazione d'interesse rispetto alla nomina di direttore generale;

   il 5 settembre 2018 il Ministro comunicava che porterà «alla Stato-Regioni il nome del dott. Luca Li Bassi, esperto internazionale, indipendente da vecchie logiche di appartenenza politica». Il Ministro ha dichiarato nel comunicato la modalità con la quale si è arrivati all'individuazione del direttore generale: «il nome è stato individuato a seguito di una valutazione condotta anche col prezioso contributo di tre esperti internazionali, (...)». I consulenti, dopo un attento esame, hanno suggerito al Ministro la rosa con i nomi delle persone interessate più adatte al ruolo da ricoprire;

   a giudizio degli interpellanti in contrasto con il principio di trasparenza e meritocrazia, il Ministro non ha fornito evidenza dell'elenco dei nominativi che hanno manifestato interesse per la suddetta nomina, né tantomeno la graduatoria di merito dei tre esperti internazionali. Inoltre, non sono noti i criteri sulla base dei quali i tre esperti abbiano redatto la propria graduatoria dei candidati;

   sempre il 5 settembre 2018 il Ministro interpellato ha dichiarato: «Ho incontrato gli interessati potenzialmente idonei a ricoprire l'incarico e, al termine di questo importante passaggio, ho valutato che il profilo del dr. Li Bassi mettesse insieme l'esperienza manageriale, l'indipendenza, la competenza in ambito farmaceutico, le capacità indispensabili per favorire una seria riforma della governance del farmaco, tale da consentire la sostenibilità del sistema e il miglioramento dei servizi al cittadino. (...) Mi prendo il merito di riportare in Italia un “cervello in fuga”. Tra i primi compiti che affiderò al nuovo Dg c'è sicuramente quello di mettere l'Aifa in grado di garantire a tutti i pazienti i trattamenti innovativi che la ricerca mette a disposizione. Sono convinta che la gestione delle risorse destinate al sistema farmaceutico possa essere effettuato in modo decisamente più efficiente di quanto avvenuto finora»;

   il 13 settembre un comunicato stampa della Conferenza delle regioni e delle province autonome ha comunicato l'assenso della nomina di Luca Li Bassi a direttore generale dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa). Contestualmente viene pubblicato per la prima volta il curriculum vitae del nuovo direttore generale di Aifa, dal quale a giudizio degli interpellanti si evince sicuramente l'esperienza internazionale, ma non una solida esperienza gestionale e manageriale;

   a parere degli interpellanti emergono molti dubbi sulla procedura posta in essere dal Ministro, che originano proprio dalla totale assenza di trasparenza della procedura, delle modalità e dei criteri con cui si è addivenuti alla scelta –:

   se il Ministro interpellato non ritenga opportuno dare evidenza pubblica dei criteri indicati ai tre esperti internazionali sulla base dei quali redigere le rispettive graduatorie di merito;

   se non ritenga di dare evidenza pubblica, in totale trasparenza, delle tre graduatorie di merito redatte dagli esperti, sia al fine di consentire il controllo pubblico sull'operato della pubblica amministrazione nella individuazione dei candidati potenzialmente idonei incontrati dal Ministro, sia al fine di chiarire la posizione del nuovo direttore generale in tali graduatorie;

   se non ritenga di dare evidenza pubblica dei curriculum vitae dei candidati potenzialmente idonei in relazione alle graduatorie di merito, oltre che delle loro lettere motivazionali, ciò al fine di poter verificare in totale trasparenza che la scelta sia stata effettivamente diretta al candidato in grado di offrire le migliori garanzie nella guida dell'Aifa, ovvero che nessuno tra esclusi avesse competenze ed esperienza superiori.
(2-00156) «Pedrazzini, Bond, Brambilla, Minardo, Mugnai, Novelli, Versace».

Interrogazione a risposta scritta:


   BIGNAMI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   in Emilia-Romagna negli ultimi anni hanno cessato la loro attività diversi punti nascita di aree montane: i punti nascita di Castelnovo ne’ Monti in provincia di Reggio Emilia, di Borgo Val di Taro in provincia di Parma e di Pavullo nel Frignano in provincia di Modena hanno cessato l'attività nel 2017. Quello di Porretta Terme, in provincia di Bologna, ha chiuso nel 2014;

   per i primi tre comuni citati, l'attività di assistenza al parto è stata sospesa a causa dei bassi tassi di natalità e per l'impossibilità di raggiungere, nei prossimi anni, un numero di parti sufficiente a garantire la sicurezza e la competence dei professionisti e di tutta la struttura per le situazioni di emergenza: sono queste le ragioni addotte dal Comitato percorso nascita nazionale a seguito della richiesta della regione Emilia-Romagna di poter derogare alla normativa, al fine di evitare la sospensione dell'attività di assistenza al parto. Per il punto nascita di Porretta Terme non era stata nemmeno richiesta la deroga;

   tuttavia, in data 9 ottobre 2018, il Comitato percorso nascita nazionale ha espresso parere positivo per la riapertura del punto nascite dell'ospedale di Cavalese in provincia di Trento a seguito di un confronto e di un percorso condiviso con Ministero della salute, amministrazione provinciale autonoma ed enti locali;

  il decreto ministeriale 2 aprile 2015, n. 70, «Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera», prevede già il mantenimento di presidi ospedalieri in aree particolarmente svantaggiate ed è indubbio che, anche per favorire il popolamento di tali aree, il livello dei servizi sanitari debba rimanere adeguato, prevedendo le deroghe necessarie anche per quanto attiene ai punti nascita –:

   se sia a conoscenza dei fatti esposti;

   se si intenda aprire un tavolo di confronto tra il Governo e le regioni al fine di ridefinire e rideterminare i parametri minimi per la presenza dei punti nascita in montagna, consentendo, di fatto, il mantenimento di un servizio strategico per la salute delle madri e dei nascituri, anche in zone logisticamente svantaggiate;

   alla luce del parere positivo espresso dal Comitato percorso nascita nazionale per la riapertura del punto nascite dell'ospedale di Cavalese, se si intendano assumere iniziative, per quanto di competenza, per riaprire il confronto volto a valutare la riapertura dei diversi punti nascita delle zone montane chiusi in Emilia-Romagna negli ultimi anni.
(4-01488)

Apposizione di firme ad una interrogazione.

  L'interrogazione a risposta in Commissione Mazzetti e altri n. 5-00832, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 25 ottobre 2018, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Anna Lisa Baroni, Brunetta, Caon, Fasano, Sandra Savino, Spena.

Pubblicazione di un testo riformulato.

  Si pubblica il testo riformulato della interrogazione a risposta scritta Zoffili n. 4-01460, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 70 del 24 ottobre 2018.

   ZOFFILI e DE MARTINI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere — premesso che:

   il 19 ottobre 2018 la compagnia di volo Ryanair ha ufficializzato l'intenzione di chiudere, entro la fine dello stesso mese, la propria base operativa di volo presso l'aeroporto internazionale di Alghero «Riviera del corallo»;

   i circa 35 lavoratori del personale di volo con relative famiglie saranno costretti a lasciare Alghero – e la Sardegna – per una destinazione ignota;

   di fatto tale azione, se confermata, rischia di smantellare un sistema operativo, con tutto ciò che ne consegue in termini economici e occupazionali, distrutto il cosiddetto «modello Alghero», che aveva fatto del trasporto low cost un vero e proprio modello di sviluppo economico-sociale, ed è stata irreparabilmente compromessa la continuità territoriale sulle isole minori;

   il sindaco di Alghero aveva dichiarato la sussistenza di trattative in corso tra Ryanair e Sogeaal, per il rilancio del vettore nello scalo di Alghero, ma la realtà dei fatti registra ad avviso degli interroganti un disinteresse del sindaco e della giunta, che ha ignorato la richiesta della minoranza, attraverso un ordine del giorno, di convocare un tavolo con l'assessore ai trasporti della regione, il management Sogeaal, le parti sociali, per conoscere strategie di sviluppo dello scalo e il vero stato di salute dello stesso, nonché il futuro dei collegamenti –:

   se e quali iniziative, per quanto di competenza, il Governo intenda urgentemente adottare in merito a quanto esposto in premessa, al fine di attenuare le drammatiche conseguenze in termini di collegamenti aerei ed i rilevanti danni economici derivanti per tutto il nord ovest della Sardegna ed evitare il progressivo smantellamento di un importante modello economico di sviluppo.
(4-01460)

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interrogazione a risposta in Commissione Rosso n. 5-00605 del 3 ottobre 2018.