Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Venerdì 8 aprile 2022

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:


   La Camera,

   premesso che:

    il Servizio civile universale, istituito ai sensi della legge 6 marzo 2001, n. 64, è finalizzato alla difesa non armata e non violenta della Patria e contribuisce, attraverso progetti di interesse generale promossi e realizzati da enti pubblici e del terzo settore con il coinvolgimento di soggetti di età compresa tra i 18 e i 28 anni, all'educazione civica e sociale delle giovani generazioni nel solco e per la promozione dei valori costituzionali;

    i settori di intervento nei quali si realizzano le finalità del Servizio civile universale sono: l'assistenza, la protezione civile, il patrimonio ambientale e la riqualificazione urbana, il patrimonio storico, artistico e culturale, l'educazione e la promozione culturale e dello sport, l'agricoltura in zona di montagna, l'agricoltura sociale e la biodiversità, la promozione della pace tra i popoli, della non violenza e della difesa non armata, la promozione e la tutela dei diritti umani, la cooperazione allo sviluppo, la promozione della cultura italiana all'estero e il sostegno alle comunità di italiani all'estero;

    ai sensi dell'articolo 10 del decreto legislativo 6 marzo 2017, n. 40, che ha operato una revisione della disciplina in materia di Servizio civile nazionale, è stata istituita la Consulta nazionale, un organismo permanente di consultazione, riferimento e confronto in ordine alle questioni concernenti il Servizio civile universale, composto da 23 soggetti tra cui gli enti e i coordinamenti di enti maggiormente rappresentativi, i rappresentanti delle regioni, i rappresentanti dell'Anci e i rappresentanti degli operatori volontari annualmente eletti dai giovani in servizio;

    l'articolo 6, comma 1, del decreto legislativo 13 aprile 2018, n. 43, ha modificato la composizione della Consulta, senza però prevedere l'ampliamento del numero dei rappresentanti dei giovani, riducendo, in tal modo, il peso e l'importanza del loro ruolo in seno all'organismo;

    a ciò si aggiunga che nel 2021 il Dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio civile universale non ha avviato le procedure elettive per il rinnovo dei rappresentanti regionali e nazionali dei giovani in servizio, aggravando il deficit di rappresentatività sopra menzionato;

    per quanto concerne il profilo economico, il Servizio civile universale è finanziato da un apposito fondo, istituito ai sensi dell'articolo 19 della legge 8 luglio 1998, n. 230, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, al quale affluiscono risorse pubbliche annualmente individuate con la legge di bilancio. Non vi è, dunque, una previsione finanziaria strutturale che ne assicurerebbe la continuità nel tempo e che favorirebbe i necessari investimenti da parte delle istituzioni coinvolte e degli enti iscritti all'albo;

    invero, l'adeguatezza e la costanza di risorse strutturali per il finanziamento del Fondo nazionale per il Servizio civile universale, unitamente alla stabilità nel medio-lungo termine del quadro ordinamentale, rappresentano il presupposto per un'efficace programmazione del Servizio civile universale e delle attività degli enti iscritti all'albo, a beneficio dei territori su cui ricadono gli interventi e dei giovani che vi partecipano;

    il Servizio Civile universale, essendo strumento di intervento strategico e flessibile e per come utilizzato in programmi sperimentali, quali, ad esempio «Garanzia Giovani», ha trovato riconoscimento anche nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, sia nella missione «Digitalizzazione, innovazione, Competitività, Cultura», sia nella missione «Inclusione e Coesione», in base ai quali, in linea con gli obiettivi di digitalizzazione, è stato istituito un programma quadro sperimentale di Servizio civile digitale con l'obiettivo di contribuire a garantire a tutti i cittadini le stesse opportunità di alfabetizzazione digitale e il coinvolgimento nel triennio 2021-2023 di circa 9.700 operatori volontari;

    il processo di digitalizzazione deve caratterizzare, innanzitutto, l'organizzazione del Servizio civile universale attraverso un maggiore utilizzo degli strumenti informatici per gli aspetti di gestione e di metodologie formative che se ne avvalgono, si tratta di strumenti per favorire, da un lato, la conoscenza e le competenze digitali dei giovani in servizio civile e, dall'altro, per contribuire agli obiettivi di sostenibilità ambientale indicati dall'Agenda 2030 dell'Onu,

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative per dare piena attuazione alla riforma introdotta dal decreto legislativo 6 marzo 2017, n. 40, che, ai sensi della delega conferita dalla legge 6 giugno 2016, n. 106, ha operato una revisione della disciplina in materia di servizio civile nazionale, individuando le relative procedure;

2) ad adottare iniziative volte a prevedere adeguati rifinanziamenti annuali del Fondo nazionale per il Servizio civile di cui all'articolo 24 del decreto legislativo 6 marzo 2017, n. 40, in modo tale da assicurare l'effettiva partecipazione di tutti i volontari richiedenti accesso al Servizio, con una base minima annua di almeno 60.000 posizioni, per arrivare progressivamente al conseguimento dell'obiettivo di almeno 100.000 volontari ammessi ogni anno;

3) ad adottare iniziative per rafforzare il ruolo di consultazione, riferimento e confronto svolto dalla Consulta nazionale per il Servizio civile, prevedendo al suo interno l'inserimento di due membri designati dal Consiglio nazionale dei giovani e valorizzando il ruolo della collaborazione quale elemento imprescindibile, con particolare riguardo al piano triennale di cui all'articolo 4, comma 1, del decreto legislativo 6 marzo 2017, n. 40;

4) ad adottare iniziative volte a garantire agli enti coinvolti tempi congrui per la definizione del ciclo annuale di programmazione degli interventi e per esperire la procedura di selezione dei volontari.
(1-00625) «Gentile, Sarro, Calabria, Milanato, Tartaglione, D'Attis, Maria Tripodi, Battilocchio, Orsini, Aprea, Pentangelo, Casino, Casciello, Saccani Jotti, Rosso, Palmieri, Perego Di Cremnago, Torromino, Rospi, Cappellacci, Pittalis, Cassinelli, Bagnasco, Giacometto, Zangrillo, Sessa, Mazzetti, Caon, Anna Lisa Baroni, Rotondi, Siracusano, Cannizzaro, Pella, Marrocco, Rossello, Versace, Nevi, Cristina, Labriola».

Risoluzione in Commissione:


   L'XI Commissione,

   premesso che:

    l'articolo 5-bis del decreto-legge 3 settembre 2019, n. 101, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 novembre 2019, n. 128 ha previsto l'affidamento alla Sispi S.p.a. (Società Italia previdenza – Società italiana di servizi per la previdenza integrativa), interamente partecipata dall'Inps e che ora ha assunto la denominazione di INPS Servizi S.p.a., delle attività di Contact center multicanale (CCM) verso l'utenza, alla scadenza naturale dei contratti in essere nell'ambito delle stesse attività, nel rispetto delle disposizioni in materia di in house providing;

    più nel dettaglio, l'internalizzazione dei servizi informativi e dispositivi verso l'utenza dell'Inps (attualmente erogati da operatori privati con contratto biennale) disposta a favore della suddetta società è volta alla promozione della continuità nell'erogazione dei medesimi servizi, nonché alla tutela della stabilità del personale ad essi adibito, anche in considerazione dell'assenza dei relativi profili professionali nella pianta organica dell'INPS;

    il passaggio dall'attuale modalità di erogazione del servizio di Contact center multicanale mediante esternalizzazione (o in outsourcing) ad un modello di gestione diretta mediante affidamento ad una società in house, è giustificato in quanto non configura un effettivo ricorso al mercato, ma «una forma di autoproduzione o comunque di erogazione di servizi pubblici direttamente ad opera dell'amministrazione attraverso strumenti propri (in house providing)»;

    l'INPS mantiene la partecipazione totalitaria della società e assicura che lo statuto della società contenga i requisiti del controllo analogo, in conformità alla disciplina interna e unionale;

    per l'espletamento delle suddette attività, viene riconosciuta alla società la facoltà di selezionare il proprio personale anche valorizzando le esperienze similari maturate nell'ambito dell'erogazione di servizi di CCM di analoga complessità, nel rispetto dei principi di selettività di cui all'articolo 19 del decreto legislativo n. 175 del 2016 (Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica);

    il richiamato articolo 19 dispone, tra l'altro, che i rapporti di lavoro dei dipendenti delle società a controllo pubblico – salvo quanto disposto nello stesso T.U. – sono retti dalle stesse norme valide per il settore privato (codice civile e altre leggi sui rapporti di lavoro nell'impresa), e che le modalità per il reclutamento del personale devono rispettare i principi, anche di derivazione europea, di trasparenza, pubblicità e imparzialità, nonché i principi riguardanti le procedure di reclutamento nelle pubbliche amministrazioni dettati dall'articolo 35, comma 3, del decreto legislativo n. 165 del 2001, posto che il ricorso a clausole sociali non può essere utilizzato come strumento per eludere il rispetto dei principi dell'evidenza pubblica previsti in materia di assunzioni da parte delle società a partecipazione pubblica, che trovano diretto fondamento nell'articolo 97 della Costituzione;

    l'obiettivo della norma è in tutta evidenza quello di promuovere la continuità nell'erogazione dei servizi di CCM, tutelare la stabilità occupazionale del personale adibito ai servizi di CCM e migliorare la qualità complessiva del CCM attraverso la graduale introduzione di servizi maggiormente specialistici, anche grazie all'utilizzo delle nuove tecnologie;

    in quest'ottica la strada dell'internalizzazione e della coerente qualificazione del servizio rappresenta la strada maestra da percorrere anche al fine di migliorare e rafforzare i servizi offerti da INPS;

    l'intervento di internalizzazione del servizio di Contact center multicanale non comporterà, inoltre, maggiori oneri per la finanza pubblica prevedendo l'utilizzo delle risorse attualmente impegnate;

    l'articolo 1, comma 728, della legge n. 234 del 2021 ha specificato che ai fini dell'espletamento delle attività di internalizzazione dei servizi informativi e dispositivi verso l'utenza dell'INPS, la società INPS Servizi S.p.a. potrà provvedere alla selezione del proprio personale valorizzando, in via prioritaria, le esperienze maturate nell'ambito dell'erogazione del servizio di Contact center multicanale (CCM) dagli addetti in via prevalente alla esecuzione della commessa, in servizio al 1° giugno 2021, stabilendo preventivamente, il numero, i livelli di inquadramento, il trattamento economico, la tempistica di assunzione nonché le competenze acquisite nell'esecuzione del servizio oggetto del contratto, tenuto conto delle esigenze organizzative della società medesima;

    a tal fine, dispone la applicazione dei contratti collettivi di settore di cui all'articolo 51 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81, vale a dire i contratti collettivi nazionali, territoriali o aziendali stipulati da associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale e i contratti collettivi aziendali stipulati dalle loro rappresentanze sindacali aziendali ovvero dalla rappresentanza sindacale unitaria;

    il Contact center risponde a richieste di informazione e assistenza di iscritti e pensionati INPS di tutte le gestioni confluite nell'Istituto (Gestione Dipendenti Pubblici, Gestione Lavoratori Spettacolo e Sport e Gestione Fondi Gruppo Poste italiane) e di utenti diversamente abili;

    questo servizio fornisce, in automatico (attivo 24 ore al giorno, compresi i festivi) o con intervento dell'operatore (attivo dalle 8:00 alle 20:00 dal lunedì al venerdì e dalle 8:00 alle 14:00 del sabato), informazioni e servizi online in otto lingue (italiano, tedesco, inglese, francese, arabo, polacco, spagnolo e russo), utilizzando operatori bilingue per i lavoratori stranieri, per gli extracomunitari e per cittadini residenti in paesi diversi dall'Italia;

    secondo i dati resi dal Presidente dell'INPS prof. Pasquale Tridico all'audizione del 7 settembre 2021 presso la Commissione Lavoro della Camera e degli ulteriori aggiornamenti, risultano impiegati – a giugno del 2021 – nei servizi Contact center della società Comdata, Network, Netith e Arotek 3.245 operatori che svolgono servizi per INPS, di cui oltre 200 non prevalentemente impiegati nella commessa INPS; mentre erano circa 2.500 i lavoratori in partenza assunti nella commessa INPS dalle aziende vincitrici dell'appalto, nel 2019;

    INPS Servizi S.p.A., società in house di INPS, ha avviato, in conformità alla normativa vigente, le operazioni di internalizzazione dei suddetti servizi CCM secondo una serrata tempistica: a) entro i primi giorni di aprile 2022 verrà completato il piano industriale; b) entro maggio 2022 partirà la selezione pubblica; c) entro luglio 2022 verrà terminata la selezione per chi ha criteri di priorità (operatori CC Inps); d) entro il 1° dicembre 2022 verrà terminata l'operazione di reclutamento degli operatori;

    come noto, gli organismi in house, ai sensi dell'articolo 5 del decreto legislativo n. 50 del 2016, si caratterizzano per essere sottoposti al cosiddetto «controllo analogo» a quello esercitato sui propri servizi da parte dell'ente pubblico controllante;

    l'INPS mantiene la partecipazione totalitaria della società in house e assicura che lo statuto della società contenga i requisiti del controllo analogo;

    tra i molteplici vantaggi connessi a tale nuovo modello si possono individuare: (i) l'ottimizzazione del servizio sul piano qualitativo; (ii) la semplificazione e il miglioramento del processo di formazione continua degli operatori del CCM; (iii) la possibilità di ampliare il perimetro di operatività della società in house, al fine di realizzare un canale informativo unitario; (iv) l'incremento dell'economicità del CCM, nonché una maggiore programmabilità della relativa spesa; (v) la maggiore, stabilità e continuità nella erogazione del servizio, in quanto non più soggetto ai periodici avvicendamenti tra appaltatori, ai fisiologici rischi di discontinuità operative connesse al cambio di appalto e agli esuberi del personale dell'appaltatore uscente; (vi) la valorizzazione delle competenze acquisite negli anni dal personale impiegato nel CCM (o in commesse analoghe) e l'effettiva tutela occupazionale degli stessi;

    l'operazione di internalizzazione del Contact center porterà, dunque, sicuri benefici anche per la finanza pubblica: infatti le risorse attualmente impegnate per la spesa del mantenimento del Contact center con società esterna, verranno allocate sulla spesa per il Contact center internalizzato, senza maggiori oneri;

    il passaggio dall'attuale modalità di erogazione in outsourcing ad un modello di gestione diretto del servizio di Contact center, avrà, dunque, anche l'effetto di ottimizzarne le prestazioni anche sul piano qualitativo per gli utenti e per la formazione dei lavoratori,

impegna il Governo:

   ad adottare ogni iniziativa utile volta a favorire l'affidamento alla società INPS Servizi S.p.A., delle attività di Contact center multicanale verso l'utenza, tenendo conto della necessità di internalizzare i servizi informativi e garantendo la continuità lavorativa e occupazionale del personale addetto prevalentemente sulla commessa INPS in servizio al 1° giugno 2021, come previsto dall'articolo 1, comma 728 della legge n. 234 del 2021, nonché l'esigenza di valorizzarne le competenze di circa 3.000 lavoratori;

   ad adottare le opportune iniziative al fine di assicurare l'avvio e l'espletamento di procedure di reclutamento del personale, pur nel rispetto dei principi di selettività di cui all'articolo 19 del Testo unico in materia di società pubbliche che connota l'attività di reclutamento delle società a partecipazione pubblica, che valorizzi, in via prioritaria, le esperienze maturate nell'ambito dell'erogazione del servizio di CCM dagli addetti in via prevalente all'esecuzione della commessa INPS, in servizio al 1° giugno 2021;

   ad adottare ogni opportuna iniziativa volta a favorire – nell'ambito degli atti della procedura di selezione – la valorizzazione di precedenti esperienze professionali analoghe svolte dai candidati, come previsto anche dall'articolo 5-bis, comma 4, del decreto-legge n. 101 del 2019, il mantenimento dei livelli occupazionali e delle condizioni contrattuali, in considerazione della competenza acquisita e del servizio svolto dal personale addetto nei servizi della commessa CCM INPS;

   a valutare l'opportunità di adottare le opportune iniziative – anche di carattere normativo – finalizzate a garantire ai lavoratori addetti a giugno del 2021 nei servizi CCM INPS, nell'ambito del processo di internalizzazione, la continuità del rapporto di lavoro;

   ad adottare ogni utile iniziativa al fine di sostenere l'intero processo di internalizzazione nonché il piano industriale e finanziario avviato da INPS servizi S.p.A.;

   ad adottare le opportune iniziative al fine di sostenere e rafforzare le infrastrutture logistiche dei siti e le infrastrutture tecnologiche di INPS Servizi S.p.A. al fine di favorire una efficace ed efficiente operazione di internalizzazione dei servizi di Contact center multicanale INPS;

   ad adottare gli opportuni interventi volti a sostenere il processo di internalizzazione avviato da INPS Servizi S.p.A. anche attraverso adeguati e concreti interventi formativi a favore dei lavoratori coinvolti nell'operazione di internalizzazione in INPS Servizi S.p.A.;

   a valutare l'opportunità di adottare le opportune iniziative al fine di destinare investimenti e risorse a favore di INPS e di INPS Servizi S.p.A. e di sostenere adeguatamente il costo del personale e rafforzare i servizi Contact center multicanale nell'ambito dell'operazione di internalizzazione dei servizi CCM INPS.
(7-00820) «Tripiedi, Invidia».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   nonostante le rassicurazioni fornite dal Governo riguardanti la disciplina delle intercettazioni, ad oggi non si registrano interventi governativi in merito;

   nella relazione del Copasir, infatti, viene evidenziato come tali mancanze comportino diverse criticità, soprattutto per quel che concerne l'individuazione dei requisiti di base unici ai quali debbano attenersi gli operatori economici con cui si stipulano i contratti;

   non si comprendono, infatti, i motivi per cui, dal momento che tali criteri di qualificazione risultano essere vigenti per altri settori, permanga tale mancanza in quest'ambito. Data l'importanza del settore in questione, e dopo il verificarsi di ripetuti attacchi informatici perpetrati in passato al fine di carpire informazioni sensibili, risulta assolutamente necessaria l'individuazione di precisi requisiti di affidabilità degli operatori economici coinvolti, soprattutto in riferimento alla protezione dei dati personali e sensibili;

   viene, inoltre, evidenziato come sussista un difforme sistema di retribuzione dei fornitori di tale servizio, generando consistenti differenze per quel che concerne i costi tra i vari uffici giudiziari, con il conseguente spreco di risorse derivanti dai contributi dei cittadini italiani –:

   quali iniziative intenda adottare il Governo al fine di individuare i requisiti di base degli operatori economici necessari al conferimento dei contratti di fornitura dei servizi di cui in premessa;

   quali iniziative intenda adottare il Governo al fine di armonizzare le tariffe con cui vengono remunerati i fornitori dei servizi di cui in premessa.
(4-11782)


   ROMANIELLO, DORI, MENGA, PAOLO NICOLÒ ROMANO e SIRAGUSA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie. — Per sapere – premesso che:

   con legge regionale 28 gennaio 2022, n. 2, recante «Piano faunistico-venatorio regionale (2022-2027) e modifiche alla legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 “Norme per la protezione della fauna e per il prelievo venatorio”», pubblicata nel B.U.R. Veneto 1° febbraio 2022, n. 16, la regione Veneto approvava il Piano faunistico-venatorio regionale per gli anni 2022-2027 apportando modificazioni alla previgente normativa regionale in materia di protezione della fauna e per il prelievo venatorio;

   con lettera del 7 marzo 2022 indirizzata alla Presidenza del Consiglio dei ministri, l'ufficio legislativo del Ministero della cultura poneva in evidenza come la legge regionale in oggetto, sembrerebbe presentare profili di contrasto con l'articolo 117, secondo comma, lettera s) della Costituzione, che riserva allo Stato la competenza esclusiva statale in materia di paesaggio e, dunque, con le norme interposte di cui all'articolo 146, che regola il procedimento di autorizzazione paesaggistica, e all'articolo 149, che individua le tipologie di interventi in aree vincolate realizzabili anche in assenza di autorizzazione, del decreto legislativo n. 42 del 2004;

   con lettera del 7 marzo 2022 indirizzata alla Presidenza del Consiglio dei ministri l'ufficio legislativo dei Ministero della transizione ecologica, tenendo conto che sulla legge regionale in oggetto veniva rilevato il contrasto con il secondo comma, lettera s), dell'articolo 117 della Costituzione, poiché tendente a ridurre in peius il livello di tutela della fauna selvatica stabilito dalla legislazione nazionale, invadendo illegittimamente la competenza legislativa esclusiva dello Stato in materia di tutela dell'ambiente e dell'ecosistema, chiedeva al Dipartimento Affari Regionali di voler proporne la relativa impugnativa dinanzi alla Corte Costituzionale;

   in particolare (articolo 6 – Fondi sottratti) nel dettare le disposizioni del Regolamento attuativo del piano faunistico venatorio, la legge regionale indica il limite dell'1 per cento del territorio agro-silvo-pastorale provinciale oggetto di divieto di caccia da parte dei privati, limitando in tal modo il diritto sancito dall'articolo 15, comma 3, della legge n. 157 del 1992 e creando delle discriminazioni tra i cittadini che vogliono avvalersi di tale diritto;

   inoltre con il medesimo Regolamento attuativo (articolo 8, comma 1) si consente l'attività venatoria da veicoli a motore o da natanti, in contrasto con l'articolo 21, comma 1 – lettera i) della legge n. 157 del 1992, che prevede il divieto di cacciare sparando da veicoli a motore o da natanti o da aeromobili. Ad analoga violazione, si espone la previsione di cui al comma 2 del medesimo articolo, che consente l'esercizio venatorio da appostamento, anche se diverso da quelli indicati al comma 1, con carattere di temporaneità, quale il natante a remi o con motore fuori bordo, saldamente ancorato a palo o altro elemento fisso e stabile per tutta la durata dell'attività venatoria;

   con atto di sindacato ispettivo n. 11 del 17 marzo 2022 la consigliera regionale Cristina Guarda ha interrogato l'assessore regionale alla caccia e pesca in merito alle procedure per la sottrazione di fondi dall'esercizio dell'attività venatoria –:

   se il Governo risulti a conoscenza delle norme contenute nella legge regionale Veneto 28 gennaio 2022, n. 2, pubblicata nel B.U.R. Veneto 1° febbraio 2022, n. 16 e per quali ragioni, tenuto conto dei fondati rilievi formulati dai Ministeri competenti, quali quelli specificatamente sopra richiamati, il Governo non abbia inteso promuovere il giudizio di costituzionalità in via principale avverso la legge.
(4-11788)


   CIRIELLI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   si apprende da organi di stampa la notizia secondo cui in data 26 marzo 2022 si è svolta una manifestazione al Maxi di Roma dedicata al ventennio dell'attività della Onlus «A Buon diritto» che si occupa di privazione della libertà, immigrazione e diritti umani e civili partendo dalle biografie degli individui, dalle storie singole che interessano e riguardano tutta la collettività;

   durante la manifestazione sarebbero state affrontate diverse tematiche legate a vicende giudiziarie tra cui anche quella di Giuseppe D'Uva, artigiano di Varese che la notte tra il 13 e il 14 giugno 2008 fu fermato in stato di ebbrezza da due carabinieri per poi essere trasferito dalla caserma all'ospedale cittadino per un trattamento sanitario obbligatorio, dove morì la mattina dopo per un arresto cardiaco;

   per la morte di Giuseppe D'Uva vennero imputati sei poliziotti e due carabinieri accusati di omicidio preterintenzionale e sequestro di persona, successivamente tutti assolti con formula piena perché il fatto non sussiste, con sentenza poi confermata in Cassazione in data 8 luglio 2019;

   i legali della famiglia D'Uva hanno deciso di adire la Corte europea dei Diritti dell'Uomo che dovrà esprimersi sulla vicenda;

   al riguardo l'associazione, in un comunicato stampa pubblicato sui social e finanche sul sito «Rai Cultura», avrebbe annunciato l'intervento nel corso dell'evento della signora Lucia D'Uva, sorella di Giuseppe «deceduto in seguito a violenza e tortura da parte dei carabinieri che lo avevano arrestato», secondo quanto si legge nel medesimo comunicato;

   il comunicato stampa lanciato sui social dall'associazione propone fatti non corrispondenti al vero, ribaltando la verità processuale che si è consolidata all'esito dei tre gradi di giudizio, assolvendo i poliziotti e carabinieri indagati per omicidio e sequestro di persona;

   tale vicenda ha destato scalpore tra gli appartenenti alle forze dell'ordine per le modalità con cui vengono ingiustamente criminalizzate persone innocenti –:

   se siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, considerata la gravità degli stessi, quali iniziative, per quanto di competenza, intendano adottare al fine di tutelare l'integrità e l'onore degli appartenenti alle Forze dell'Ordine ed evitare il ripetersi di episodi come quello in premessa.
(4-11793)


   EHM, SURIANO, MASSIMO ENRICO BARONI e SARLI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della difesa, al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 14 gennaio 2022 «Individuazione delle opere destinate alla difesa nazionale» individua l'intervento infrastrutturale per la realizzazione della sede del gruppo intervento speciale, del 1° reggimento Carabinieri paracadutisti «Tuscania» e del Centro cinofili, in Pisa area Coltano, quale opera destinata alla difesa nazionale; tale struttura verrà finanziata con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR);

   il rapporto dell'European Network Against Arms Trade e del Transnational Institute rivela come i programmi di difesa dell'Unione europea, siano inficiati da conflitti d'interesse e siano al di sotto degli standard etici, si ricorda il caso «Keu», per cui la DDA di Firenze ha posto in arresto 23 persone nell'ambito di presunte infiltrazioni della 'ndrangheta in Toscana relativo all'illecito smaltimento dei rifiuti delle concerie di Santa Croce sull'Arno a Pisa. La gestione del PNRR passa attraverso «semplificazioni» che potrebbero potenzialmente lasciare spazio a possibili fenomeni corruttivi, preoccupazione tutt'altro che infondata;

   l'area interessata è comparabile a quella di un comune, misura circa 60 ettari e si trova integralmente all'interno di un'area protetta regionale, il Parco di Migliarino – San Rossore – Massaciuccoli, area con valenze naturalistiche e paesaggistiche che sarebbero irrimediabilmente intaccate dalla realizzazione della nuova infrastruttura;

   da notizie apprese a mezzo stampa, secondo il presidente del parco, nessuno sarebbe stato informato della decisione che, peraltro, violerebbe gli stringenti vincoli ambientali e paesaggistici gravanti sull'area per un progetto che prevede 440 mila metri cubi di nuove edificazioni, in un'area complessiva di 730 mila mq;

   il gruppo consiliare del Comune di Pisa «Diritti in comune» ha scritto al presidente e al direttore del Parco di Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli per sapere se il Parco sia stato coinvolto ed informato del progetto, se abbia espresso dei pareri al riguardo, nonché se, anche in caso di parere negativo, l'infrastruttura sia destinata a essere realizzata ugualmente; lo stesso gruppo consiliare ha scritto anche agli uffici comunali per sapere quale sia l'area in cui si prevede esattamente di realizzare questa infrastruttura, chi siano i proprietari di queste aree e se il Comune ne possieda o meno una parte; «Diritti in comune» ha presentato una interpellanza in consiglio comunale per aprire una discussione pubblica;

   sottolineato che l'integrità e la salute del territorio costituiscono il primo cardine della difesa del nostro Paese e che il territorio di Pisa è già parzialmente militarizzato (vedi Camp Darby e l'hub militare realizzato negli anni scorsi nell'aeroporto militare di Pisa), e che le procedure che hanno portato alla definizione del DPCM del 14 gennaio 2022 suddetto sono rimaste «segrete» per quasi un anno –:

   se confermi che con i fondi del PNRR si finanziano strutture militari in Italia, compresa quella descritta in premessa;

   quali siano i dettagli economici e urbanistici del progetto inserito nel suddetto DPCM;

   se siano stati acquisiti pareri degli enti interessati, quali siano e se non intenda rendere nota, e ove presente eventuale documentazione;

   quali siano le aree private interessate dall'infrastruttura in oggetto.
(4-11794)


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   con il trattato siglato il 26 novembre 2021 tra la Repubblica italiana e la Repubblica francese si è inteso porre le basi per una cooperazione rafforzata tra i due Paesi. Gli ambiti ricompresi dal trattato riguardano i temi della sicurezza, della giustizia, della ricerca, dell'industria, della lotta al terrorismo e del coordinamento delle strategie per l'esplorazione dello spazio;

   data la grande importanza dei temi ivi trattati, si sarebbe auspicato, quantomeno, il coinvolgimento preliminare del Copasir, al fine di un confronto in merito agli argomenti ricompresi nel trattato;

   nella relazione annuale rilasciata dal Comitato, è lo stesso organo parlamentare a lamentare, successivamente all'avvio di indagini conoscitive da parte dello stesso, inerenti ai settori della sicurezza energetica, dell'industria della difesa e delle attività in ambito aerospaziale, il mancato dialogo con il Governo per il tramite di audizioni nella fase preliminare, nonostante le ripetute richieste avanzate dal Comitato. Queste sono avvenute, invece, solamente nella fase successiva alla firma del trattato;

   giova ricordare, così come ribadisce lo stesso Comitato che, nell'ambito della sottoscrizione del Memorandum sulla Via della seta, il Governo ha preventivamente coinvolto l'organo parlamentare sugli ambiti della sicurezza nazionale. Appaiono, quindi, assolutamente incomprensibili le motivazioni di questo mancato coinvolgimento nonostante la similitudine di tematiche affrontate nei due casi sopracitati;

   il Copasir, quindi, ha ritenuto doveroso porre all'attenzione delle Camere che saranno coinvolte nella ratifica la necessità di tutelare in modo adeguato tutti quegli asset considerati strategici per l'Italia, così come evidenziato più volte in passato dall'interrogante, le quali fin troppo spesso cadono nelle mire espansionistiche dei colossi finanziari stranieri, dove la Francia ha più volte giocato il ruolo di protagonista –:

   quali siano i motivi che hanno spinto il Governo a non coinvolgere preventivamente il Copasir, così come avvenuto per il Memorandum sulla Via della seta, al fine di tutelare gli asset strategici in ambito finanziario, industriale, militare e aerospaziale.
(4-11797)

CULTURA

Interrogazione a risposta scritta:


   TUZI. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   le figure di restauratore di beni culturali e di collaboratore restauratore di beni culturali, o tecnico del restauro, sono disciplinate all'articolo 29 del codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al decreto legislativo n. 42 del 2004 che ha previsto, al comma 6, che gli interventi di manutenzione e restauro su beni culturali mobili e superfici decorate di beni architettonici siano eseguiti unicamente dai restauratori di beni culturali;

   lo stesso decreto legislativo n. 42 del 2004 demanda la definizione dei profili di competenza dei restauratori e degli altri operatori che svolgono attività complementari al restauro a un regolamento ministeriale, da emanarsi d'intesa con la Conferenza Stato-regioni;

   il regolamento concernente la definizione dei profili di competenza dei restauratori e degli altri operatori che svolgono attività complementari al restauro o altre attività di conservazione dei beni culturali mobili e delle superfici decorate di beni architettonici, ai sensi dell'articolo 29, comma 7, del decreto legislativo n. 42 del 2004, è stato adottato con decreto 26 maggio 2009, n. 86;

   con il decreto legislativo n. 156 del 2006 è stato disposto che, dalla data di entrata in vigore dei decreti attuativi, la qualifica di restauratore di beni culturali è acquisita esclusivamente in applicazione delle stesse disposizioni;

   con l'articolo 182 del codice è stata definita la disciplina transitoria per l'acquisizione della qualifica di restauratore e di collaboratore restauratore di beni culturali;

   con la legge n. 7 del 2013 è stata prevista l'acquisizione diretta di tali qualifiche all'esito di una procedura di selezione pubblica basata sulla valutazione di titoli e attività, ovvero, in presenza di altri requisiti, l'acquisizione delle stesse previo superamento di una prova di idoneità;

   il bando relativo alla procedura di selezione pubblica dei collaboratori restauratori è stato aperto unicamente dal 2014 al 2016 e quello relativo alla procedura di selezione pubblica dei restauratori è rimasto aperto unicamente dal 2015 al 2018;

   tutti gli operatori che non hanno fatto domanda per l'accesso al bando di selezione dei collaboratori restauratori e dei restauratori nei termini previsti non potranno mai più accedere agli elenchi del Ministero, se non iniziando ex novo e completando il percorso formativo previsto dalla normativa a regime, e si trovano ad oggi definitivamente esclusi dal settore del restauro pur avendo pari competenze ed esperienze degli operatori che hanno partecipato al bando –:

   se sia a conoscenza della situazione;

   quali iniziative intenda intraprendere il Ministro al riguardo e se intenda adottare, per quanto di competenza, ulteriori iniziative normative per evitare che venga preclusa ai lavoratori, con pari qualifiche ed esperienze, la possibilità di esercitare l'attività di restauratore e di collaboratore restauratore.
(4-11781)

DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:


   FRATOIANNI. — Al Ministro della difesa, al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   da quanto si apprende, il Governo ha deciso di realizzare a Coltano, frazione del comune di Pisa, una nuova infrastruttura militare quale opera destinata alla difesa nazionale, e considerata quindi strategica, cui si applicano le misure di semplificazione procedurale previste dalla legge di conversione del decreto-legge «Governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure»;

   tale nuova struttura dovrebbe essere destinata al Gruppo intervento speciale del 1° Reggimento carabinieri, ai paracadutisti Tuscania e al Centro cinofili, centri di eccellenza dell'Arma dei carabinieri, impegnati nell'attività antiterrorismo e nella sicurezza delle rappresentanze diplomatiche a rischio, nonché alle attività delle forze speciali e delle forze per operazioni speciali delle Forze armate;

   tale base militare prevedrebbe 440 mila metri cubi di nuove edificazioni da costruire all'interno di un Parco protetto, su una area complessiva di 730 mila metri quadrati: alloggi, poligoni di tiro, edifici di servizio, infrastrutture per gli addestramenti, eliporto, magazzini, capannoni, uffici, autolavaggi;

   gli interventi saranno finanziati attraverso i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e con procedure semplificate ed eccezionali che scavalcano i livelli decisionali territoriali e derogano a talune norme, cancellando infine ogni forma di partecipazione dei cittadini;

   ad oggi non si è a conoscenza neanche dell'ammontare complessivo della spesa né di quanta superficie del parco rischia di essere distrutta per militarizzare ulteriormente il territorio di Pisa; Coltano si trova all'interno del perimetro del Parco nazionale di San Rossore, un'area protetta da stringenti vincoli ambientali e paesaggistici e secondo Legambiente Pisa la nuova base militare impegnerà oltre 70 ettari di terreno nei boschi, una vasta area protetta che verrà sacrificata per esigenze militari inconciliabili con gli obiettivi per cui è stato costituito l'Ente Parco;

   a parere dell'interrogante «ripresa e resilienza» dovrebbero essere perseguite investendo maggiormente sull'ambiente e quindi anche sulla tutela e sul potenziamento delle riserve naturali e non per cementificarle e destinarle ad ospitare attrezzature belliche;

   il territorio tra Livorno e Pisa è già gravato dalla presenza di importanti e numerose aree militari, prima tra tutte quella Usa di Camp Darby, le strutture del Comfose, il Cisam «Centro interforze studi per le applicazioni militari», già sede di reattore nucleare, l'aeroporto militare Arturo Dell'Oro, la caserma Bechi Luserna, la condivisione delle strutture aeroportuali tra funzione militare e funzione civile, con il recente caso di un carico di armi caricato in un piazzale civile insieme ad aiuti umanitari –:

   se, anche alla luce di quanto esposto in premessa, il Governo non intenda rivedere la scelta di realizzare una nuova base militare a Coltano, valutando ipotesi alternative che non coinvolgano aree protette e parchi naturali, escludendo così qualsiasi impatto negativo per l'ambiente ed evitando contemporaneamente di aggiungere ulteriori strutture militari in una zona che ne è già ampiamente gravata.
(4-11795)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta scritta:


   COVOLO, PAOLIN e BITONCI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il 4 aprile 2022, la Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario ha svolto il seguito dell'audizione del Presidente della commissione tecnica del fondo indennizzo risparmiatori (Fir);

   dall'inizio della sua attività al 28 marzo scorso, il Fir ha definito 128.078 domande, corrispondente all'89 per cento delle istanze complessivamente pervenute, di cui 120.231 istanze afferenti al regime forfettario e 7.847 afferenti al regime ordinario;

   all'uopo, si ricorda, che la normativa in materia prevede per coloro che abbiano un reddito inferiore a 35.000 euro o un patrimonio mobiliare inferiore a 100.000 euro, la possibilità di beneficiare di una procedura semplificata per il rimborso, mentre, per chi supera tali soglie, vi è un onere di allegazione documentale finalizzato a provare di avere subito un danno economico imputabile alle condotte delle banche poste in liquidazione coatta amministrativa tra il 16 novembre 2015 e il 1° gennaio 2018;

   in merito alla mancata possibilità di integrare la domanda con i documenti richiesti per accedere alla suddetta procedura si è pronunciato il Tar del Lazio, riconoscendo l'ingiusta esclusione del cittadino e annullandone gli effetti (sentenza del Tar del Lazio del 23 marzo 2022); in particolare, il giudice amministrativo ha affermato che il diritto all'accesso al Fir spetta a prescindere dalla sussistenza dei requisiti patrimoniali e reddituali utili invece ad accedere prioritariamente ad una o all'altra procedura;

   le domande di indennizzo a seguito dell'ultima proroga (disposta dal decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 228, convertito dalla legge 25 febbraio 2022, n. 15, cosiddetto Milleproroghe) possono essere presentate entro il termine del prossimo 1° maggio 2022, mentre la Commissione tecnica dovrà chiudere i suoi lavori il prossimo 31 luglio;

   già in sede di esame in sede referente del predetto provvedimento, il Gruppo Lega – Salvini premier aveva proposto una riapertura dei termini ivi previsti, cosicché da permettere ai tanti esclusi di inoltrare la legittima richiesta di rimborso; ne consegue, anche alla luce della succitata sentenza e in previsione di possibili contenziosi, la necessità di riconsiderazione di quanto proposto;

   a quanto consta agli interroganti, viste le numerose difficoltà riscontrate nell'iter di presentazione delle domande, sono molti i cittadini incorsi in questo errore, per i quali oggi si apre la possibilità di accedere all'indennizzo negato (verosimilmente, sono circa 17.500 le pratiche ancora bloccate, cfr. Il Giornale di Vicenza del 4 aprile 2022): in particolare, a frenare la possibilità delle pratiche di essere evase con successo sarebbe la mancanza di documentazione, che gli ex-soci non riuscirebbero a recuperare da Banca Intesa non potendo, di conseguenza, completare le domande con cui si potrebbero ottenere i rimborsi –:

   quali iniziative di competenza, anche di carattere normativo, il Governo intenda adottare al fine di garantire il giusto rimborso delle spettanze dovute, nonché ulteriori e necessarie procedure semplificative atte ad evadere le pratiche che sono ancora bloccate in istruttoria da parte della Consap.
(4-11780)

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:


   TATEO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   le croniche carenze di organico del personale amministrativo negli uffici giudiziari italiani sono una delle cause principali dell'inefficienza della giustizia;

   in occasione delle cerimonie di inaugurazione dell'anno giudiziario 2022 è stata unanimemente ribadita la preoccupazione per la carenza di personale e la cronica insufficienza delle piante organiche degli uffici, che compromettono l'efficienza dell'intero sistema Giustizia;

   anche il direttore generale del personale e della formazione del Ministero della giustizia, riconoscendo la sussistenza di carenze importanti, confermava la volontà di procedere allo scorrimento delle graduatorie rispettando il vincolo della distrettualità e partendo dall'assunzione dei subentranti ai rinunciatari, per poi proseguire con la copertura dei posti liberati dai pensionamenti e l'interpello e, a seguire tutti gli altri;

   a seguito dell'accoglimento dell'ordine del giorno n. 9/03431-AR/051 il Governo si era impegnato, a valutare l'opportunità di adottare iniziative normative volte a consentire lo scorrimento delle graduatorie relative al concorso per il reclutamento di personale non dirigenziale a tempo indeterminato per i profili di direttore e di cancelliere esperto;

   ad oggi, sebbene permangano gravissime carenze e sebbene il numero dei vuoti in organico rimanga rilevante, il Ministero non avrebbe provveduto allo scorrimento delle graduatorie in essere –:

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda porre in essere al fine di agevolare lo scorrimento delle graduatorie vigenti relative al concorso per il reclutamento di personale non dirigenziale a tempo indeterminato per i profili di direttore e di cancelliere esperto, al fine di immettere in servizio le risorse umane necessarie a coprire tutti i posti vacanti nelle piante organiche degli uffici giudiziari interessati dalla procedura concorsuale.
(4-11775)


   CORDA, SPESSOTTO, TESTAMENTO, MANIERO e EHM. — Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   l'ultimo caso di cronaca di violenza contro gli animali racconta delle atrocità compiute ai danni di un pony ad Acate, nel ragusano. Il povero animale è stato trascinato per circa tre chilometri da un'auto e poi abbandonato agonizzante sul ciglio della strada. Un atto criminale di una crudeltà inaudita testimoniata dalla lunga scia di sangue rimasta sull'asfalto;

   nell'ordinamento italiano la violenza sugli animali è insufficientemente punita soprattutto a causa dell'esiguità delle sanzioni previste per i reati e gli illeciti in danno degli animali, che non prevedono quasi mai il ricorso al regime detentivo, e per la lentezza dei processi che si estinguono con la prescrizione dei reati;

   il titolo IX-bis del codice penale, disciplinante i reati contro il sentimento per gli animali, pone come oggetto della norma penale la tutela non dell'animale, bensì dell'uomo colpito nei sentimenti che prova per l'animale;

   l'animale deve essere qualificato come essere vivente capace di percepire dolore e dotato di una propria sensibilità psicofisica e, pertanto, considerato, in maniera diretta, quale oggetto della tutela penale che preveda una maggiore severità delle pene e delle sanzioni amministrative;

   la Cassazione Penale, sezione III, con sentenza n. 46291/2003, riconosce come maltrattamento sugli animali non solo la violenza in senso fisico ma anche psichico, in quanto considera gli animali quali esseri viventi capaci di percepire con dolore comportamenti non ispirati a simpatia, compassione ed umanità;

   negli Stati Uniti è di recente adozione il «Prevent Animal Cruelty and Torture (Pact) Act», una legge che trasforma la violenza contro gli animali in reato federale e che combatte e punisce gli atti di crudeltà verso gli animali con pesanti multe e con pene fino a sette anni di carcere –:

   se non valutino del tutto inadeguate le ripercussioni che possono essere stabilite in via giudiziaria per coloro che commettono reati contro gli animali nel nostro ordinamento;

   se, per quanto di competenza, intendano adottare iniziative per introdurre norme più stringenti e più severe quanto al contrasto della violenza sugli animali.
(4-11784)


   GIGLIO VIGNA. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il Coordinatore nazionale del S.a.r.a.p. (Sindacato autonomo ruolo agenti penitenziaria) porta a conoscenza che, in data 2 aprile 2022, presso il reparto isolamento della casa circondariale di Ivrea, è avvenuta un'aggressione da parte di un detenuto di origini marocchine ai danni del personale di polizia penitenziaria; in particolare, l'aggressore metteva le mani al collo ad un assistente capo, tentando di strangolarlo;

   come ormai spesso avviene, solo grazie all'intervento tempestivo di un sovrintendente, anche lui successivamente coinvolto nell'aggressione, e di altri colleghi in servizio, si riuscivano ad evitare danni ben più gravi –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti di cui in premessa e se, nell'ambito della riforma in corso del sistema penitenziario italiano, abbia previsto e dato l'input per l'approfondimento del problema concreto della gestione operativa delle carceri ovvero del come prevenire gli eventi dannosi;

   considerate le numerose aggressioni avvenute in tutte le carceri italiane, se il Ministro interrogato non ritenga indifferibile ed urgente adottare iniziative normative volte all'inasprimento delle pene per chi si macchi di reati violenti contro la polizia penitenziaria all'interno delle carceri;

   se si intendano adottare iniziative per una riforma della fallimentare gestione dei penitenziari e per provvedere ad efficaci equipaggiamenti per il personale di polizia penitenziaria che, al momento, fronteggia queste situazioni con strumenti totalmente inadeguati.
(4-11792)

INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ SOSTENIBILI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   PINI, MURONI, ORFINI, RACITI, RIZZO NERVO, GRIBAUDO, FRATOIANNI, UNGARO, BRUNO BOSSIO, CIAGÀ e CIAMPI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il 30 marzo 2022 comparivano sul profilo Twitter «@rgowans» una serie di tweet, chiamati in gergo tecnico thread, in cui si ricostruiva la richiesta di porto sicuro e di aiuto al soccorso da parte della ONG SeaEye a seguito del salvataggio di 32 persone da parte della nave «MV Karina» al largo delle coste libiche;

   la «MV Karina» essendo non attrezzata per il soccorso e il mantenimento di persone a bordo richiedeva, in base all'articolo 98 della convenzione internazionale di Montego Bay, un porto sicuro;

   il thread menzionato si apriva con una fotografia della richiesta di POS da parte della ONG SeaEye protocollata e firmata da parte dell'ufficiale in servizio, presso la centrale operativa del Comando Generale del Corpo della Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, lo scorso 29 marzo 2022;

   l'account Twitter «@rgowans» risulta essere stato sottoposto a indagine da parte di varie Procure della Repubblica Italiana in quanto sospettato di essere connesso ad una rete di trafficanti e componenti della mafia libica anche a causa di una lunga serie di minacce dirette nei confronti degli operatori delle organizzazioni non governative che operano nel Mediterraneo e dei giornalisti che documentano la situazione nel Mediterraneo e in Libia;

   l'account su citato è stato oggetto di una precedente interrogazione parlamentare la n. 4-10234 del 14 settembre 2021 a seguito di minacce rivolte a Don Mattia Ferrari, viceparroco di Nonantola (Modena) all'epoca dei fatti e di ulteriori minacce documentate e oggetto di indagine nei confronti di Nello Scavo, giornalista del quotidiano «Avvenire» –:

   se siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se intendano chiarire come sia stato possibile che un account anonimo con connessioni con la criminalità organizzata libica fosse in possesso e pubblicasse documenti ufficiali e protocollati, non pubblici, della Guardia Costiera Italiana;

   quali iniziative intendano intraprendere, per quanto di competenza, per verificare come questi documenti siano entrati in possesso di un account oggetto di indagine per connessioni con la criminalità organizzata e fare in modo che tutto questo non si ripeta.
(5-07861)

Interrogazione a risposta scritta:


   LEGNAIOLI, LOLINI, PICCHI, CARRARA e POTENTI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   la capacità di garantire un servizio di trasporto pubblico adeguato su tutto il territorio si inserisce nel quadro più generale di garanzia dell'uguaglianza sostanziale dei cittadini e di coesione di natura economica e sociale;

   il trasporto, infatti, oltre a configurarsi come attività di tipo economico e come elemento essenziale del «diritto alla mobilità» previsto all'articolo 16 della Costituzione, costituisce un servizio di interesse economico generale e, quindi, tale da dover essere garantito a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro dislocazione geografica;

   a quanto si apprende da organi di stampa, Autolinee Toscane, la società francese che dal 1° novembre 2021 gestisce il trasporto pubblico locale in Toscana, dal 10 giugno intende provvedere al ridimensionamento delle corse degli autobus urbani nelle cosiddette aree «deboli», in alcuni casi azzerandole;

   la società sostiene di limitarsi ad applicare il contratto di servizio e di agire sulla base di accordi intercorsi a partire dal 2012, con l'intesa della conferenza di servizi che risalirebbe al 25 maggio 2012 e che poi sarebbe confluita in una delibera della giunta regionale del 2013;

   al momento i territori più in difficoltà sono quelli di Grosseto e Massa-Carrara: nel primo rischiano di essere quasi azzerati cinquecentosessanta mila chilometri di linea urbana, mentre nel secondo trecentosettanta mila, su tratte molto frequentate;

   nelle aree interessate infatti gli autobus adibiti al servizio di trasporto pubblico locale rappresentano un mezzo di trasporto essenziale non solo per gli abitanti, ma anche per i turisti, e una soppressione delle linee causerebbe un danno anche al comparto turistico, settore vitale per le zone citate –:

   anche alla luce delle considerazioni esposte in premessa, se e quali iniziative di competenza intenda adottare per dotare il Paese di un piano per il potenziamento del trasporto pubblico locale e quali risorse economiche intenda trasferire agli enti locali affinché i mezzi di trasporto pubblico siano sempre garantiti in tutto il territorio nazionale e in particolare nella regione Toscana.
(4-11790)

INTERNO

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   COSTANZO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   in occasione dell'arrivo del presidente del Consiglio Mario Draghi a Torino, in visita per la firma del «Patto per la città» lo scorso 5 aprile, le forze dell'ordine hanno impedito gli accessi a piazza Palazzo di città, sede del comune, ma anche alle vie antistanti, e addirittura fino a piazza Castello angolo via Garibaldi, per via della manifestazione pacifica di dissenso annunciata contro il Presidente del Consiglio;

   il senatore Gianluigi Paragone, insieme alla sottoscritta interrogante, mentre partecipavano alla manifestazione pacifica, sono stati bloccati all'angolo tra piazza Castello e via Garibaldi dalle forze di polizia, accorse in tenuta antisommossa su ordine del Questore e dunque del Ministero dell'interno;

   le forze dell'ordine hanno impedito ai due parlamentari di muoversi liberamente lungo via Garibaldi, e hanno vietato loro «di andare a verificare cosa stesse succedendo davanti al Municipio», come ha dichiarato lo stesso Gianluigi Paragone sui suoi canali social. «Queste sono le disposizioni di uno Stato di Polizia. Scudi, elmetti e mezzi corazzati sono stati usati contro due rappresentanti del popolo senza che vi fosse alcun pericolo né alcuna violenza da contrastare. Pensate a quanto è pericolosa la democrazia: c'è bisogno di caschi e scudi da utilizzare contro qualsiasi dissenso e contro la libertà di manifestazione e di pensiero» ha aggiunto il senatore Paragone –:

   per quale motivo sia stato impedito l'accesso e il transito non solo a Piazza Palazzo di Città, dove era previsto l'arrivo del Presidente del Consiglio Draghi, ma anche alle vie antistanti, non consentendo a parlamentari della Repubblica di accedere per verificare di persona le dinamiche degli eventuali scontri tra manifestanti e forze dell'ordine.
(5-07860)


   BORDO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   un video trasmesso durante la trasmissione di Rai tre «Chi l'ha visto», diventato poi virale sui social, mostra un poliziotto della questura di Foggia mentre sferra un calcio in faccia ad un ragazzo già immobilizzato da un altro agente;

   l'aggressione sarebbe avvenuta il 2 aprile 2022 dopo che la pattuglia della polizia ha raggiunto il giovane, senza patente e alla guida di un auto sottoposta a fermo amministrativo, che non si era fermato al posto di blocco;

   secondo quanto sostenuto dal ragazzo, i poliziotti avrebbero continuato a minacciarlo e colpirlo successivamente anche in questura;

   tali comportamenti non c'entrano assolutamente niente con i canoni e i valori della polizia di Stato;

   la questura di Foggia ha già informato dell'episodio l'autorità giudiziaria per l'accertamento delle eventuali responsabilità penali e ha avviato un'azione disciplinare nei confronti del poliziotto, destinandolo nel frattempo ad altra sede –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare il Ministro interrogato, al di là delle decisioni che vorrà assumere la magistratura, per sanzionare tale comportamento dei poliziotti e se non ritenga che ci siano le condizioni, in attesa dell'esito delle indagini, per sospendere dal servizio il poliziotto responsabile dell'aggressione.
(5-07863)

Interrogazioni a risposta scritta:


   GIACCONE. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   nelle ultime settimane, i vigili del fuoco di Asti sono chiamati, con cadenza quasi giornaliera, per spegnere roghi abusivi di rifiuti accesi attorno al campo nomadi nella zona di via Guerra; secondo il Conapo di Asti si tratterebbe di una situazione catastrofica, conseguenza di anni di incuria;

   tra i rifiuti abbandonati e bruciati ve ne sarebbero di altamente pericolosi, come ad esempio pezzi di amianto o bombole di gas, oltre che alcuni altamente inquinanti, come plastica e cartongesso;

   nonostante l'apprezzabile operato della polizia locale e delle forze dell'ordine, la vastità dell'area interessata impedisce a queste ultime, allo stato attuale, un controllo pervasivo;

   per sostenere gli sforzi dell'amministrazione comunale nello sgombero del campo rom e nel risanamento della zona appare all'interrogante necessario un coordinamento tra comune, questura e prefettura e, nel frattempo, un rafforzamento dell'organico delle forze dell'ordine che controlli la zona e prevenga ulteriori roghi –:

   se e quali urgenti iniziative, per quanto di competenza, il Governo intenda adottare per addivenire allo sgombero dell'area di via Guerra ad Asti e porre fine ad una perdurante ed annosa situazione di illegalità;

   se, in particolare, il Ministro dell'interno non ritenga auspicabile valutare un sistematico piano di controllo preventivo al fine di impedire l'azione di quanti periodicamente avvelenano la zona con roghi di sostanze tossiche.
(4-11773)


   TATEO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   con deliberazione della commissione straordinaria del Comune di Foggia n. 40 del 10 marzo 2022 è stato approvato il programma triennale delle assunzioni di personale 2022/2024 nonché del programma annuale 2022;

   il piano triennale dei fabbisogni di personale, come noto, deve individuare i profili professionali in coerenza con le funzioni che l'amministrazione è chiamata a svolgere, con la struttura organizzativa, con le responsabilità connesse a ciascuna posizione, il tutto finalizzato a definire un ordinamento professionale in linea con i principi di efficienza, economicità e qualità dei servizi ai cittadini ed in grado di perseguire gli obiettivi dell'Ente;

   le assunzioni previste nel 2022 sono suddivise tra 70 contratti a tempo indeterminato e 34 a tempo determinato;

   nel primo anno è programmata l'assunzione a tempo indeterminato di 46 unità di categoria C: nello specifico, si tratta di 21 posti di istruttore di polizia locale e 5 posti da istruttore contabile, per la parziale sostituzione di personale in quiescenza, e 10 posti da istruttore tecnico geometra, tutti da coprire attingendo prima dalle altre graduatorie; infatti, del tutto inaspettatamente, l'amministrazione, in assenza di graduatorie proprie, ha inteso utilizzare la procedura di reclutamento attraverso le graduatorie di altri Enti;

   a parere degli interroganti si tratta di un criterio gravemente penalizzante la cittadinanza foggiana ed in particolare i giovani che saranno esclusi dall'assegnazione dei posti vedendo così frustrate le loro giuste ambizioni;

   la provincia di Foggia è la terza provincia d'Italia per estensione territoriale, un'estensione maggiore di quella dell'intera regione Liguria e vicina a quella di regioni come le Marche e l'Abruzzo e le maggiori criticità territoriali sono rappresentate da un basso livello occupazionale, una scarsa apertura internazionale e disequilibri di carattere territoriale;

   la città necessiterebbe di una strategia di rilancio che possa favorire una crescita economica più sostenuta mentre le scelte commissariali appaiono in netto contrasto con iniziative di questo tipo –:

   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda adottare, anche di natura amministrativa, al fine di tutelare i diritti dei cittadini foggiani e se non intenda, inoltre, intervenire al fine di nominare una nuova commissione straordinaria, in sostituzione di quella attuale, al fine di garantire una completa azione di ripristino all'interno dell'amministrazione comunale.
(4-11776)


   TRANO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il comune di Gaeta (Latina) è dotato di un cimitero cittadino, in parte storico e monumentale, la cui istituzione è avvenuta con la stipula di un contratto di enfiteusi di durata perpetua con terzo privato proprietario del suolo, approvata con decreto comunale dell'11 maggio 1841 (perizia legale Funari) e che tale enfiteusi non è mai stata affrancata;

   tale cimitero, cosiddetto particolare, rientra nella disciplina, di cui all'articolo 824 del codice civile, nonché dell'articolo 104 comma IV del decreto del Presidente della Repubblica n. 285 del 1990, perché preesistente al Testo Unico Leggi Sanitaria del 1933 ove al comune di Gaeta è attribuito solo il potere di vigilanza;

   il comune di Gaeta ha riconosciuto la sussistenza del cimitero cosiddetto particolare, sia con la deliberazione di giunta comunale n. 513 del 1968 e con delibera di consiglio comunale n. 55 del 1997, acquisitiva di parere dell'avvocato Funari incaricato dal medesimo ente per la ricognizione del cimitero;

   nonostante ciò, da lunghissimo tempo, il comune di Gaeta, ha stipulato e continua a far stipulare ai propri cittadini, possessori di loculi e di cappelle gentilizie, scritture private per il rilascio di concessione su locali e di cappelle, gentilizie, scritture private per il rilascio di concessione su locali, i quali invece sarebbero già in possesso dei cittadini stessi, obbligandoli incolpevolmente ad un versamento, per ciascun loculo, di un canone trentennale pari ad attuali euro 775,00 oltre euro 142,50 per diritti di segreteria;

   considerando il numero di abitanti residenti nel comune di Gaeta, che fluttua attorno ai 20.000 abitanti, si ritiene che ogni abitante possegga almeno un loculo all'interno delle cappelle cimiteriali;

   dette cappelle, istituite a partire dal XVIII secolo, all'unico scopo di accogliere nel tempo le spoglie mortali dell'intera popolazione gaetana sono appartenute a confraternite religiose, così come descritte da una convenzione che risulterebbe all'interrogante essere stata stipulata tra la curia arcivescovile ed il comune di Gaeta nel 1995;

   il comune di Gaeta continua a far versare da decenni ai cittadini le tariffe per i servizi cimiteriali, e, la attuale Tasi, tutte non dovute per la natura privata del suolo, per un ammontare aggiuntivo non quantificabile ed indeterminato;

   tali cappelle, dismesse dalla curia arcivescovile in favore del comune di Gaeta avrebbero dovuto essere invece attribuite secondo l'interrogante direttamente alla Direzione centrale degli affari dei culti presso il Ministero dell'interno come altri edifici di culto che, a seguito del concordato del 1929 tra lo Stato italiano e la chiesa, rientrano nel patrimonio del fondo edifici di culto, di cui all'articolo 55 della legge n. 222 del 1985;

   ad avviso dell'interrogante tali entrate potrebbero dar luogo ad un gravissimo danno erariale qualora le quote versate dai cittadini di Gaeta al comune dovessero essere restituite ai contribuenti, così come, a quanto consta all'interrogante, sarebbe previsto da diverse sentenze favorevoli alla restituzione delle suddette somme, oltre ad interessi e spese legali;

   tale gravissimo fatto, espone il comune, a parere dell'interrogante, ad ulteriori azioni giudiziarie, sia civili anche per il risarcimento del danno, sia penali per appropriazione indebita e truffa ai danni dei cittadini con potenziale loro costituzione di parte civile, il cui totale ammontare a carico del comune di Gaeta, si paventa superi diverse decine di milioni di euro –:

   di quali informazioni disponga il Governo, per quanto di competenza, in relaziona a quanto esposto in premessa;

   se il Ministro dell'interno, alla luce di quanto rappresentato in premessa, non ritenga opportuno promuovere iniziative, per il tramite della Direzione centrale degli affari dei culti, per l'avvio di una attenta verifica della situazione di fatto;

   se il Ministro dell'economia e delle finanze, considerata l'entità delle cifre in discussione rispetto al bilancio di un comune che non supera i 20.000 abitanti, e considerate le criticità di cui in premessa, non intenda promuovere verifiche da parte dei servizi ispettivi di finanza pubblica.
(4-11786)


   BITONCI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   è notizia di questi giorni che il comune di Cittadella (PD) abbia dovuto assumersi le spese di mantenimento e assistenza sociale – che assommerebbero a circa ottantamila euro – di una minore rom, divenuta mamma a 13 anni, sposa ad un sinti al tempo 33 enne;

   la vicenda ebbe all'epoca vasta risonanza anche a livello nazionale; il tribunale di Padova condannò l'uomo per violenza sessuale su minore e l'uomo patteggiò cinque anni di reclusione;

   l'importo di 80 mila euro costituisce una somma ingente, tale da rappresentare per le norme amministrative un debito fuori bilancio perché non preventivato;

   sul sostegno economico alla giovane donna, nessuna contrarietà da parte di alcuno; a sconcertare l'amministrazione di Cittadella è il motivo per cui la spesa assistenziale debba ricadere su essa;

   a norma di legge, infatti, l'onere è competenza del comune di residenza della giovane; tuttavia, né la minore, né il gruppo rom di appartenenza sono residenti a Cittadella; al momento in cui il fatto è stato reso noto, la carovana della famiglia si trovava in un comune vicentino, per cui si presume che l'addebito al comune di Cittadella sia stato erroneamente stabilito per il fatto che la vicenda è emersa quando la giovane era ricoverata presso l'ospedale della città murata;

   la quantificazione del debito, peraltro, è datata ad aprile del 2021 e manca ancora da aggiungere l'importo fino ad oggi ed il timore per l'amministrazione comunale è di dover mantenere la minore fino al compimento del 18o anno di età, per una spesa di circa 500.000 euro –:

   di quali elementi disponga il Governo in ordine alla questione rappresentata in premessa e se non ritenga opportuno adottare iniziative normative per stabilire che siano stanziate apposite risorse di ristoro per i comuni che, come Cittadella, possono ritrovarsi loro malgrado a fronteggiare esosi quanto inattesi addebiti come quelli derivanti dalla vicenda suesposta.
(4-11787)

ISTRUZIONE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   MARROCCO. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   si apprende dalla stampa di un episodio che ha visto come protagonista un bambino autistico di 6 anni deriso e offeso dalle maestre in una chat di WhatsApp;

   secondo le ricostruzioni riportate dagli articoli in merito alla vicenda, in una scuola primaria romana alcune insegnanti di ruolo e di sostegno avrebbero creato una chat proprio con la finalità di potersi scambiare messaggi di derisione del bambino arrivando ad esultare quando il bambino è dovuto restare a casa perché contagiato dal COVID-19;

   la famiglia, che sarebbe venuta a conoscenza dei fatti, in seguito alla comunicazione di una operatrice educativa per l'autonomia, avrebbe anche provato a chiedere chiarimenti all'insegnante di sostegno che si sarebbe, però, rifiutata di interloquire con i genitori;

   secondo quanto si apprende in merito alla vicenda, la famiglia del bambino deriso, in seguito agli episodi su esposti, avrebbe deciso di non fargli frequentare la scuola in quanto timorosa nei confronti della scuola e dell'accoglienza che potrebbe trovare il bambino da parte dei docenti; appare evidente che, se il fatto dovesse corrispondere a verità, si tratterebbe di un episodio di estrema gravità e del tutto inaccettabile soprattutto in quanto proveniente da soggetti che non solo dovrebbero fungere da esempio per motivi anagrafici ma il cui ruolo educativo e formativo pone in una condizione estremamente delicata e rilevante rispetto al bambino oggetto di derisione, innanzitutto, e agli altri bambini con i quali esercitano la professione di docenti;

   la professione docente, tanto più nella scuola primaria, non può basarsi esclusivamente sulle competenze disciplinari, ma deve presupporre una sensibilità e un senso di responsabilità nei confronti delle alunne e degli alunni al fine di definire e realizzare costantemente la relazione educativa perché le bambine e i bambini possano crescere sereni, rispettosi delle diversità, aiutandoli a individuare e ad esprimere al meglio le proprie inclinazioni e i propri talenti –:

   se non ritenga, il Ministro interrogato, di dover intervenire con urgenza, anche tramite attività ispettive, al fine di accertare la veridicità dei fatti e, nel caso questa fosse confermata, se non ritenga di dover adottare le iniziative di competenza affinché sia fatta valere la responsabilità disciplinare nei confronti dei docenti coinvolti.
(5-07865)

Interrogazione a risposta scritta:


   TATEO. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   le vicende che hanno coinvolto i cittadini italiani residenti nei territori ceduti all'amministrazione jugoslava sul finire del secondo conflitto mondiale ed immediatamente dopo, sono state per troppo tempo tenute nascoste e relegate alla memoria familiare delle popolazioni coinvolte;

   al dramma delle foibe è, dunque, per troppo tempo stata negata la dignità di tragedia della storia recente del nostro Paese che invece, purtroppo, ha rappresentato;

   con la legge 30 marzo 2004 n. 92, recante «Istituzione del “Giorno del ricordo” in memoria delle vittime delle foibe, dell'esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale e concessione di un riconoscimento ai congiunti degli infoibati», l'Italia ha riconosciuto formalmente la tragedia dell'esodo e delle foibe che viene quindi commemorata il 10 febbraio di ciascun anno;

   malgrado questo riconoscimento formale, ci sono ancora alcuni studiosi e realtà associazionistiche che in maniera persistente arrivano a negare tale tragedia;

   si è concluso da pochi giorni il giro, in alcune scuole della provincia Barletta-Andria-Trani, dello storico Eric Gobetti, studioso del fascismo, della seconda guerra mondiale, della Resistenza e della storia della Jugoslavia nel Novecento, per presentare il suo libro «E allora le foibe?» edito da Laterza nel quale si analizza in chiave revisionistica il dramma delle foibe;

   le tesi controverse sui numeri dell'eccidio, sulla sua natura e soprattutto su quell'eccesso di nazionalismo che caratterizzerebbe la Giornata del Ricordo dedicata alle vittime delle foibe, hanno procurato all'autore, da più parti, accuse di «negazionismo», «riduzionismo» e «giustificazionismo»;

   su iniziativa dell'Anpi di Bari e Bat il volume è stato presentato alle classi quinte del Liceo Da Vinci di Bisceglie, con la moderazione del professor Michele Lucivero, la partecipazione dell'assessore Gianni Naglieri e di Rosalba D'Addato, presidente della sezione biscegliese dell'Anpi, e presso la biblioteca del liceo artistico di Corato;

   i giovani alunni traggono grandi insegnamenti dalle attività extra-curricolari offerte dalla scuola, che la stessa dovrebbe orientare in maniera del tutto apolitica e apartitica, in quanto si formano anche sulla base dei libri che leggono e delle persone che incontrano; purtroppo, il testo in questione offre una visione molto limitata e di parte che non tiene in conto della memoria storica del nostro Paese;

   si ravvisa, dunque, il rischio che si tratti di un indottrinamento a tutti gli effetti, con una logica unidirezionale, con la presunzione di una verità da inculcare, con un'ideologia chiusa alla realtà che non ha proprio nulla di partecipativo e non tiene conto di alcun contraddittorio –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto sopra descritto e se, per quanto di competenza, intenda assumere iniziative, anche di carattere ispettivo, in relazione a queste iniziative;

   quali iniziative di competenza, intenda adottare affinché le scuole non siano utilizzate come palco privilegiato per propagandare le attività di qualsivoglia associazione e per assicurare che tutte le iniziative proposte nelle scuole del Paese rispondano a dei criteri di oggettività, trasparenza e garantiscano il confronto.
(4-11789)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta orale:


   DORI, PAOLO NICOLÒ ROMANO e MENGA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la legge istitutiva del reddito di cittadinanza ha previsto l'assunzione di «tutor» (Navigator) in affiancamento e supporto agli operatori dei Centri per l'impiego per: garantire l'uniformità del servizio nel rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni; fornire assistenza personalizzata ai beneficiari del reddito di cittadinanza; favorire il raccordo con il sistema delle imprese ed i soggetti pubblici e privati che compongono la rete;

   la norma ha previsto l'attribuzione ad Anpal Servizi s.p.a. risorse finanziarie nel limite di 90 milioni di euro per l'anno 2019, di 130 milioni di euro per l'anno 2020 e di 50 milioni di euro per l'anno 2021 per consentire la selezione, mediante procedura selettiva pubblica, delle professionalità necessarie ad organizzare l'avvio del reddito di cittadinanza la stipulazione di contratti, nelle forme del conferimento di incarichi di collaborazione, con i soggetti selezionati, la formazione e l'equipaggiamento dei medesimi, nonché la gestione amministrativa e il coordinamento delle loro attività, al fine di svolgere le azioni di assistenza tecnica alle Regioni e alle province autonome;

   ogni regione ha stabilito, attraverso un piano operativo, le attività che i navigator dovevano concretamente svolgere per supportare i Centri per l'impiego, illustrando le modalità di svolgimento del processo di presa in carico e di accompagnamento dei beneficiari del reddito di cittadinanza tenuti a stipulare il Patto per il lavoro, al fine di garantire l'uniformità dei servizi su tutto il territorio;

   dei quasi tremila contrattualizzati a seguito di selezione pubblica, attualmente ne restano in servizio 1.890 per i quali il contratto, dopo tre proroghe, risulta in scadenza il prossimo 30 aprile. Si tratta di figure professionali formate e specializzate, con competenze e conoscenze delle procedure amministrative certificate dalle regione, acquisite in trentaquattro mesi di permanenza, dentro le strutture dei centri per l'impiego;

   nell'ambito della Missione 5, Componente 1 del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), è inserito il programma Gol, «Garanzia di occupabilità dei lavoratori», che prevede una serie di misure per il reinserimento lavorativo dei disoccupati, dei percettori di reddito di cittadinanza, dei lavoratori in cassa integrazione, dei disabili, delle donne, dei giovani, degli over 50 e di altre categorie, per il quale i navigator svolgerebbero un ruolo importante nei centri per l'impiego, avendo accumulato esperienza e competenza al riguardo –:

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda assumere per avviare un percorso di stabilizzazione dei navigator che garantisca, nell'ambito delle politiche attive per il lavoro, l'erogazione di servizi stabili da parte di figure competenti, valorizzando quel capitale umano di esperienze e professionalità la cui dispersione oggi costituirebbe solo un irrazionale spreco di risorse.
(3-02880)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   UBALDO PAGANO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 118 della legge n. 388 del 2000 ha istituito i Fondi paritetici interprofessionali nazionali per la formazione continua, cui le imprese possono destinare il contributo obbligatorio contro la disoccupazione involontaria di cui all'articolo 25 della legge n. 845 del 1978;

   la legge n. 190 del 2014 dispone il versamento al bilancio dello Stato da parte dell'Inps di 120 milioni all'anno a decorrere dal 2016 a valere sulle risorse derivanti dal suddetto contributo obbligatorio, e perciò sottraendole a quelle destinate ai Fondi interprofessionali;

   il comma 242 dell'articolo 1 della legge di bilancio 2022, nel riattribuire le risorse ai Fondi per finanziare piani formativi per lavoratori destinatari di trattamenti di integrazione salariale in costanza di rapporto di lavoro, demanda a un decreto ministeriale il «rimborso» di tali somme senza però entrare nel merito dei criteri e delle modalità per l'assegnazione delle risorse e per la verifica dell'utilizzo delle risorse stesse;

   per garantire il raggiungimento delle finalità di cui al citato comma 242, e contestualmente assicurare ai Fondi piena operatività nel rispetto delle disposizioni dell'Anpal che non consentono di impegnare per gli avvisi pubblici somme che non siano già nella loro disponibilità, i criteri di ripartizione del rimborso per il 2022 dovrebbero essere i medesimi con cui vengono attualmente effettuati i versamenti da parte di ciascun Fondo interprofessionale, poiché, in caso contrario, i suddetti Fondi sarebbero costretti a sottrarre risorse alla loro consueta programmazione, con evidenti ripercussioni negative sulla possibilità per le aziende iscritte di effettuare formazione per i propri dipendenti;

   inoltre, non è chiaro se per «rimborso» si intenda il reintegro ex ante delle risorse ai Fondi, nel limite delle quote a ciascuno spettanti, prevedendo un monitoraggio dedicato al termine di ogni annualità, oppure se il riconoscimento delle risorse sia previsto ex post al termine di ogni annualità, previa verifica dell'utilizzo delle stesse in coerenza con le finalità del comma 242;

   dal punto di vista procedurale, considerato che gli avvisi pubblici di diversi Fondi già prevedono tra i destinatari i lavoratori indicati dal comma 242, non è chiaro se siano rendicontabili i lavoratori formati rientranti in dette categorie, indipendentemente dall'obbligo di emanare avvisi dedicati, oppure se si preveda un collegamento tra le risorse attribuite ai Fondi ed il prossimo avviso Anpal relativo al «Fondo nuove competenze» –:

   se intenda chiarire con quali criteri di ripartizione e mediante quali modalità operative si provvederà a riconoscere ai Fondi di cui in premessa le risorse di cui al suddetto comma 242 dell'articolo 1 della legge di bilancio 2022.
(5-07862)

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta scritta:


   MUGNAI e RIPANI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   ormai da molte settimane Cia Toscana esprime preoccupazione per il futuro del Mefit, il Mercato dei Fiori di Pescia, a rischio chiusura, prevista per il prossimo mese di giugno 2022;

   in seguito al rischio chiusura della struttura Mefit, in cui ogni giorno si svolgono tutte le attività di commercializzazione e distribuzione dei prodotti florovivaistici a Pescia, un recente appello firmato dalle categorie di settore motivava così tale rischiosa causa della impossibilità ad oggi, di reperire le risorse necessarie alla realizzazione dei lavori per la messa a norma della struttura, così come richiesto dai Vigili del fuoco di Pistoia entro il prossimo giugno 2022; si tratta di risorse che ammontano a circa 8,6 milioni di euro;

   Confcommercio Pistoia e Prato affermavano alla stampa nelle scorse settimane: «Siamo perplessi dal ritardo con cui viene affrontata la questione vista la consapevolezza, già da mesi, di quelle che sarebbero state le sorti del Mercato dei fiori senza i fondi necessari per la messa a norma della struttura. L'immobile è di proprietà del Comune di Pescia ed è sotto la gestione dell'Amministrazione regionale è a questa che ci rivolgiamo con urgenza, il Mercato dei fiori deve essere salvato»;

   la suddetta struttura è un riferimento per 500 produttori agricoli – dalla Valdinievole e Pistoiese fino alla Versilia – per una stima di circa 4 mila addetti e relative famiglie. Oltre alle altre figure professionali presenti: commercianti, trasportatori, operatori dei servizi per oltre 600 aziende annunciava sulla stampa la Cia Toscana;

   la media degli operatori iscritti al Mercato nel quinquennio 2017-2021, è stata di circa 800 unità, così suddivisi: circa 350 produttori (Aziende Florovivaistiche); circa 400 commercianti (Acquirenti e venditori); circa 30 trasportatori; circa 20 attività collaterali;

   sostiene Confcommercio in merito al Mefit sulla stampa locale: «Questo, infatti, non rappresenta solo un polo indispensabile per i settori legati al verde, ai fiori e alle piante, ma è anche un'attività legata alle tradizioni del territorio e, come tale, sono tante le aziende nell'intera area che si sviluppano intorno al Mercato. Perderlo significherebbe perdere un pezzo di storia ma, ancor peggio, una parte determinante del tessuto economico cittadino, con conseguenze dure sulla sua tenuta»;

   nel novembre 2021, il comune di Pescia ha presentato alla regione Toscana fra i suoi progetti per accedere ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) quello per la «messa in sicurezza e adeguamento a norma dell'immobile MEFIT di 8.053.209,72 euro» –:

   se il Governo fosse a conoscenza della questione sollevata in premessa e se non intenda adottare iniziative per quanto di competenza, per sbloccare in qualche modo la situazione senza che si arrechi danno alcuno al Mercato dei Fiori ed a tutto l'indotto;

   se non ritenga di adottare iniziative per attivare subito un tavolo di concertazione fra Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, la regione Toscana, la provincia di Pistoia e il comune di Pescia per uscire da questa situazione di stallo, dannosa per tutto il settore.
(4-11785)

SALUTE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CARNEVALI. — Al Ministro della salute, al Ministro per le disabilità. — Per sapere – premesso che:

   il 2 aprile è stata la Giornata mondiale della consapevolezza sull'autismo (WAAD, World Autism Awareness Day) istituita nel 2007 dall'Assemblea generale dell'Onu) per richiamare l'attenzione di tutti sui diritti delle persone nello spettro autistico;

   i disturbi dello spettro autistico (Autism Spectrum Disorders, Asd) sono un insieme eterogeneo di disturbi del neurosviluppo caratterizzati da:

    compromissione qualitativa nelle aree dell'interazione sociale e della comunicazione;

    modelli ripetitivi e stereotipati di comportamento, interessi e attività;

   i sintomi e la loro severità possono manifestarsi in modo differente da persona a persona, conseguentemente i bisogni specifici e la necessità di sostegno sono variabili e possono mutare nel tempo. Per questo è fondamentale progettare interventi individualizzati e calibrati su bisogni specifici;

   in Italia, secondo i dati dell'Osservatorio nazionale per il monitoraggio dei disturbi dello spettro autistico, 1 bambino su 77 (età 7-9 anni) presenta un disturbo dello spettro autistico, con una prevalenza maggiore nei maschi, che sono colpiti 4,4 volte in più rispetto alle femmine;

   questi dati sottolineano la necessità di politiche sanitarie, educative e sociali atte a incrementare i servizi e migliorare l'organizzazione delle risorse a supporto delle famiglie;

   con la legge n. 134 del 18 agosto 2015 la sindrome dello spettro autistico trova per la prima volta tutela in una legge nazionale dopo essere stata oggetto, per anni, di provvedimenti adottati a livello particolare;

   con le leggi di bilancio per il 2021 e per il 2022 sono stati stanziati 77 milioni di euro per finanziare il «Fondo Autismo»;

   in particolare i 50 milioni stanziati per il 2021 sono destinati per il 15 per cento allo sviluppo di progetti di ricerca riguardanti le basi eziologiche, la conoscenza del disturbo dello spettro autistico, il trattamento e le buone pratiche terapeutiche ed educative, per il 25 per cento all'incremento del numero delle strutture semiresidenziali e residenziali, pubbliche e private, con competenze specifiche sui disturbi dello spettro autistico, in grado di effettuare il trattamento di soggetti minori, adolescenti e adulti e per il 60 per cento all'incremento del personale del Servizio sanitario nazionale preposto alla prestazione delle terapie indicate nelle linee guida sul trattamento dei disturbi dello spettro autistico adottate dall'Istituto superiore di sanità mentre i 27 milioni di euro per il 2022 sono finalizzati a progetti di carattere socio-assistenziale e abilitativo per le persone con disturbo dello spettro autistico;

   per il reale utilizzo di tali risorse la normativa prevede l'adozione di un regolamento da adottare con decreto del Ministro della salute, di concerto con il Ministro per le disabilità e con il Ministro dell'economia e delle finanze, ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400;

   dal gennaio 2021 ad oggi non è stato ancora emanato il regolamento che consente l'effettiva ripartizione ed utilizzo di tali risorse –:

   quale siano i tempi tecnici necessari affinché le risorse stanziate nelle leggi di bilancio per il 2021 e per il 2022 di cui in premessa possano essere ripartite, dando così attuazione a quell'insieme di progetti che riguardano lo sviluppo del trattamento e delle pratiche educative e terapeutiche sull'autismo, l'incremento delle strutture semiresidenziali e residenziali con competenze specifiche sui questi disturbi, nonché l'assunzione di personale del Servizio sanitario nazionale preposto all'erogazione delle terapie previste dalle linee guida sul trattamento dei disturbi dello spettro autistico.
(5-07858)

Interrogazioni a risposta scritta:


   SAPIA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   dal 2010 la Calabria è commissariata dal Governo per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo sanitario regionale e il presidente della regione Calabria, onorevole Roberto Occhiuto, ne è il commissario ad acta;

   in data 1° aprile 2022, sulla testata giornalistica on line Corriere della Calabria è stato pubblicato un articolo, a firma del giornalista Luca Latella, che riporta la notizia della chiusura ad ulteriori ricoveri del reparto Covid di pneumologia dell'ospedale «Spoke» di Corigliano-Rossano per mancanza di personale;

   più avanti, nel suddetto articolo, si specifica che ivi «in servizio vi sono solo 5 medici, 22 infermieri e 18 operatori socio-sanitari» e che, «per raggiungere il numero minimo della dotazione del personale per i livelli assistenziali con quel numero di posti letto, servirebbero altri 3 specialisti, 6 infermieri e 6 oss in più»;

   nell'articolo si riferisce che «al momento, sarebbero ancora ricoverati 34 pazienti su 36 posti letto, ma non si accettano più ricoveri in entrata»;

   con quel personale, secondo l'articolo il reparto sarebbe in grado di gestire solo 14 pazienti, per questo i medici in servizio hanno scritto una lettera all'Asp, comunicando che i posti saranno ridotti da 36 a 16;

   i dati riportati dall'Ansa attestano che la pandemia in Calabria non è ancora finita: 2.342 nuovi positivi, 347 ricoverati in reparti ordinari, 21 in terapia intensiva e 8 nuovi decessi;

   in un altro articolo, pubblicato dalla testata giornalistica online Il Crotonese, si dà notizia che il commissario ad acta Occhiuto ha rinnovato 852 contratti di personale sanitario a tempo determinato fino a fine giugno 2022, proprio per far fronte alla situazione Covid nella regione Calabria;

   più avanti, si leggono dichiarazioni dello stesso Occhiuto, che, nonostante la fine dello stato di emergenza, si è detto convinto che i reparti Covid non debbano essere smantellati, anche per far fronte all'arrivo dei profughi dall'Ucraina –:

   quali iniziative di competenza urgenti intenda assumere il Governo, per il tramite del commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dal disavanzo sanitario della Calabria, al fine di salvaguardare il funzionamento del reparto Covid di pneumologia di Corigliano Rossano, senza che vi sia una riduzione di posti letto.
(4-11774)


   VAZIO e DE FILIPPO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   l'ospedale Santa Maria di Misericordia di Albenga è stato inaugurato nel 2008. È l'ospedale più nuovo della Liguria e, al momento dalla sua apertura, era dotato dei seguenti reparti: medicina interna, ginecologia, chirurgia generale, ortopedia, malattie infettive, Mios, rianimazione, otorinolaringoiatria, oculista, con attivo il pronto soccorso;

   nel 2012 il pronto soccorso è stato declassato a punto di primo intervento, pur mantenendo alcuni letti di rianimazione e alcuni reparti funzionali;

   nel 2021 il punto di primo intervento è stato ulteriormente declassato a ambulatorio di bassa intensità;

   durante l'emergenza sanitaria legata alla pandemia, l'ospedale di Albenga, grazie alla sua struttura moderna e ai reparti potenzialmente funzionali, è stato trasformato in ospedale Covid, ma, a fine emergenza, disattendendo promesse e impegni istituzionali, il punto di primo intervento non è stato più pienamente ripristinato;

   attualmente, i reparti di degenza rimasti sono malattie infettive osteo-articolari, Mios e medicina interna; sono attivi i servizi di nefrologia e dialisi, gastroenterologia, radiologia e fisiatria, day surgery, day hospital ed endoscopia digestiva;

   sono attivi gli ambulatori di otorinolaringoiatria, oculistica, dermatologia, oltre a quelli legati ai reparti di degenza;

   sull'ospedale Santa Maria di Misericordia grava un comprensorio territorialmente molto esteso di circa 60.000 persone che nel periodo estivo arriva a ben oltre le 150.000 persone;

   molte delle città che fanno riferimento a tale ospedale sono località montane e collinari dell'entroterra ligure e piemontese, caratterizzate da collegamenti tortuosi e complessi;

   il primo punto di emergenza nelle vicinanze è costituito dal Dea di 2° livello dell'ospedale di Santa Corona di Pietra Ligure, che, a causa di quanto sopra, del traffico e delle interruzioni autostradali, arriva spesso a comportare un tempo di percorrenza dalle località più periferiche di oltre un'ora di tragitto;

   attualmente, il pronto soccorso dell'ospedale di Santa Corona di Pietra Ligure ha tra l'altro un carico eccessivo di accessi che può comportare un'attesa, per gli utenti, di moltissime ore;

   sono state sollevate obiezioni di carattere formale e legislativo che impedirebbero tassativamente la riapertura del suddetto pronto soccorso –:

   se le previsioni contenute nel decreto ministeriale n. 70 del 2015 e in particolare all'articolo 9.2.1 riguardante l'ospedale sede di pronto soccorso, rappresentino regole inderogabili ovvero se le stesse costituiscano indicazioni che possano essere valutate e comunque derogate dalle regioni nell'ambito della loro competenza in materia sanitaria e di programmazione.
(4-11777)


   POTENTI. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto riporta Il Tirreno in data 2 aprile 2022, una donna che aveva chiesto di prenotare una visita neurologica presso l'ospedale di Cisanello di Pisa ha avuto come risposta un diniego dall'operatrice del Cup motivato col fatto che «non avrebbe diritto perché è di Livorno» e «la prenotazione è riservata ai cittadini di Pisa»;

   in Toscana, le prestazioni specialistiche e diagnostiche si possono prenotare tramite il Centro unificato di prenotazione (Cup), fanno eccezione, tra le altre, le prestazioni erogate dalle Aziende ospedaliero universitarie, in forza di loro autonomia giuridica ed organizzativa; precisamente, il modello organizzativo delle prenotazioni adottato dall'Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana prevede che per prenotare una prestazione tramite l'Open access si debba essere residenti nei comuni di Pisa, Cascina, Calci, San Giuliano Terme, Vicopisano, Fauglia, Vecchiano, Crespina Lorenzana, Orciano Pisano;

   ad una donna residente a Livorno con tumore alla mammella, curata per quattro anni dai medici dell'ospedale Santa Chiara di Pisa, sarebbe stata invitata ad essere seguita a Livorno –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti narrati in premessa;

   quali iniziative i Ministri interrogati intendano promuovere, per quanto di competenza e in raccordo con la regione, per tutelare il diritto alla salute e alle cure ospedaliere di tutti i cittadini toscani, a prescindere dalla loro provincia di residenza.
(4-11791)

SUD E COESIONE TERRITORIALE

Interrogazione a risposta scritta:


   MASI, ORRICO, DEL SESTO, IORIO e DE CARLO. — Al Ministro per il sud e la coesione territoriale, al Ministro del turismo. — Per sapere – premesso che:

   il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) rappresenta il principale strumento a disposizione degli Stati membri dell'Unione europea per contrastare gli effetti economici e sociali della pandemia da COVID-19;

   la «clausola del 40 per cento», di cui all'articolo 2, comma 6-bis del decreto-legge n. 77 del 2021 convertito dalla legge n. 108 del 2021, prevede che le amministrazioni centrali coinvolte nell'attuazione del Pnrr assicurino che almeno il 40 per cento delle risorse allocabili territorialmente, indipendentemente dalla fonte finanziaria di provenienza, sia destinato alle regioni del Mezzogiorno;

   il Dipartimento per le politiche di coesione (DPCoe) deve verificare il rispetto di tale obiettivo relazionando periodicamente alla cabina di regia; il 9 marzo 2022 DPCoe ha pubblicato la prima relazione sulla destinazione al Mezzogiorno delle risorse del Pnrr sulla base dei dati disponibili al 31 gennaio 2022; il Ministero del turismo è amministrazione titolare di 3 misure finanziate con le risorse del Pnrr interamente collocate nella Missione 1, Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura, Componente 3 Turismo e Cultura 4.0, per un valore complessivo pari a 2,4 miliardi di euro (1,1 per cento del totale delle risorse del Pnrr e del FoC);

   la verifica della quota Mezzogiorno è stata effettuata su un ammontare complessivo pari a 2,29 miliardi di euro di risorse Pnrr, di cui 1,79 miliardi di euro territorializzabili e 500 milioni di euro territorializzati; ad esito della ricognizione, la quota delle risorse già destinate o che l'amministrazione prevede di destinare al Mezzogiorno si attesta al 28,6 per cento delle risorse Pnrr con destinazione territoriale e al 36,6 per cento delle risorse Pnrr territorializzabili, sia per la mancanza di interventi previsti al sud dell'investimento 4.3 Caput Mundi, sia per mancanza di esplicitazione del vincolo nel Sub-investimento 4.2.6;

   DPCoe evidenzia che l'attivazione attraverso procedure a bando o a sportello che interessano l'intero territorio nazionale potrebbe risultare sfavorevolmente condizionata dal non soddisfacente grado di partecipazione di imprese e iniziative localizzate nel Mezzogiorno potenzialmente beneficiarie delle risorse; i dati delle domande pervenute per l'investimento 4.2.1 alla chiusura dello sportello evidenziano come le richieste pervenute da parte di imprese del Sud siano leggermente inferiori al 40 per cento del totale –:

   quali tempestive iniziative intenda porre in atto il Governo per favorire la partecipazione di imprese e iniziative localizzate nelle regioni meridionali, attivando altresì idonee misure di salvaguardia delle risorse rientranti nella «quota Mezzogiorno» nei casi in cui l'adesione dei beneficiari del Mezzogiorno non si rivelasse tempestiva e sufficiente ai fini del pieno utilizzo di tali risorse.
(4-11783)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazioni a risposta scritta:


   DURIGON. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   la società Leonardo Company, società partecipata dello Stato attraverso il dicastero dell'economia e delle finanze, al centro attualmente di più di una polemica giornalistica, ha annunciato un Piano di «ristrutturazione ed efficientamento» della propria divisione Electronics;

   il Piano annunciato prevede la chiusura di n. 5 siti in tutta Italia;

   in particolare, al di là degli aspetti legati ad investimenti impone un ripensamento dell'Area romana con la chiusura del sito di Pomezia, storica presenza già da metà degli anni '60 e motore trainante del sistema industriale di quell'area, finora definito di grande modernità ed efficienza con conseguente spostamento di attività e personale di elevata professionalità prevalentemente verso gli stabilimenti di Roma Tiburtina;

   Pomezia è stata già oggetto di un efficientamento con la chiusura del sito ex Galileo Avionica ora Leonardo di via dei Castelli Romani;

   da tale Piano non sembra trasparire una spiccata logica industriale e di attenzione al territorio, in particolare dell'area a sud di Roma, su cui pare sembrano individuarsi aree di servizio (per i Rom a Castel Romano, per i rifiuti ad Albano), a cui va a sommarsi il disinvestimento sulle alte professionalità e sulla tecnologia di Leonardo da sostituirsi con un eventuale hub logistico ex novo in altra area;

   tale «transumanza» di uomini e donne verso Roma Tiburtina appesantirebbe ulteriormente un'area già altamente antropizzata dal flusso di auto e mezzi pesanti e quindi in controtendenza con gli obiettivi della transizione ecologica;

   inoltre si manifesta la preoccupazione per il lavoro degli occupati dell'indotto (mensa, pulizie e servizi) e per le attività economiche, commerciali e di svago del territorio ad evidente rischio di contrazione e chiusura, conseguenza quasi inevitabile della chiusura del sito di via dell'Industria che attualmente occupa oltre 700 dipendenti –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto riportato in premessa;

   se ritengano che tale Piano di ristrutturazione sia compatibile con la «mission» di Leonardo e con gli obiettivi di tenuta sociale e del territorio, posto che, ad avviso dell'interrogante le ragioni del business non debbono essere realizzate sempre e comunque a danno dei lavoratori e delle lavoratrici italiane;

   se tale ristrutturazione rafforzi efficacemente il ruolo di Leonardo Company nel mondo o sia esclusivamente un taglio lineare di carattere finanziario, che nessuna efficacia comporta sul piano della capacità di competere in Europa e nel mondo.
(4-11779)


   ZARDINI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   il recente blocco delle attività dell'Autodromo «Adriaraceway» di Adria (Rovigo) è motivo di forte e giustificata preoccupazione dell'opinione pubblica;

   tale chiusura è causata dalla esecutività di una sentenza della sezione fallimentare del tribunale di Rovigo di una società che, in epoche trascorse, la gestito la struttura;

   l'inattività dell'autodromo sta creando una crescente apprensione tra gli operatori economici e, in particolare, tra quelli dei settori della ristorazione e della ricettività che hanno visto azzerati i loro introiti;

   l'indotto collegato ad «Adriaraceway» è sempre stato uno dei principali fattori di interesse economico del territorio di Adria e dei comuni limitrofi;

   la controversia giudiziaria sorta tra i vari soggetti interessati si presenta particolarmente delicata e complessa e, nel tempo breve, non appare di facile soluzione;

   da quanto viene riferito anche da un consigliere comunale di Adria, tra l'altro, un pronunciamento di merito di Banca Italia sarebbe in grado di dirimere buona parte della controversia giudiziaria;

   la pronta attivazione di una gestione commissariale provvisoria potrebbe eventualmente consentire la ripresa delle attività del parco motoristico, almeno per quanto riguarda i settori economicamente più produttivi –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda intraprendere per salvaguardare l'indotto economico ed evitare che la chiusura della struttura, protraendosi nel tempo, arrivi a rappresentare un danno irreversibile per il territorio del comune di Adria e per il Delta del Po.
(4-11796)

TRANSIZIONE ECOLOGICA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   GRIPPA e ASCARI. — Al Ministro della transizione ecologica, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   da quanto svelato da un servizio inchiesta realizzato del giornalista Manuele Bonaccorsi e dal tecnico James Turitto, della Ong (organizzazione non governativa) Caft «Clear Air Task Force» e mandato in onda dal programma Report il 4 aprile 2022 sul canale RaiTre denominato «La Grande Fuga», si registrerebbero negli impianti di metano in Italia, Abruzzo compreso, importanti perdite diffuse e continue in atmosfera di questo pericoloso gas serra che contribuirebbe in modo notevole alla crisi climatica, oltre che di altre sostanze del ciclo produttivo;

   queste emissioni sarebbero del tutto difformi da quanto previsto dalle autorizzazioni ambientali in materia che prevedono limiti di emissioni solo per gli ossidi di azoto (NOx), mentre i camini di emergenza degli impianti dovrebbero rilasciare metano solo in situazione di emergenza ed in maniera discontinua;

   come si evidenzia nel servizio, la registrazione delle perdite sarebbe avvenuta tramite una speciale telecamera che consente di rilevarle. Sugli impianti, sempre da quanto si apprende dal medesimo servizio, non sarebbero previsti controlli esterni e sanzioni obbligatorie per lo sforamento di quanto previsto dalla normativa vigente;

   nel quadro descritto, due sarebbero gli impianti abruzzesi entrati nell'inchiesta giornalistica: lo stoccaggio gas Fiume Treste a Cupello (Chieti), uno dei più grandi d'Europa della Stogit (gruppo Snam), e la centrale di raccolta gas Eni di Pineto (Teramo), che veicola il gas estratto in mare dalle piattaforme. Quest'ultimo impianto era stato oggetto di un precedente approfondimento della «Reuters» nel 2021, con le immagini di una grossa perdita da un serbatoio che avevano fatto il giro del mondo. In quel caso l'Eni (Ente nazionale idrocarburi) era intervenuta per tappare la perdita;

   ciò nonostante, James Turitto tornato a Pineto con il giornalista di Report per verificare lo stato dell'arte dell'impianto ha purtroppo registrato un'altra perdita a pochissima distanza dalla precedente;

   diverse, invece, sono state le immagini andate in onda e girate a Cupello ad agosto 2021 allo stoccaggio Treste, dove il tecnico statunitense ha mostrato al giornalista e al vicesindaco del paese le emissioni incontrollate dai serbatoi dell'impianto e da altri punti. Ma anche qui nel mese di aprile 2021 erano state rilevate altre perdite;

   in riferimento allo stoccaggio gas Treste, questo sarebbe classificato quale impianto a rischio di incidente rilevante. Negli anni passati, solo grazie a plurimi esposti da parte degli attivisti locali per la situazione di contaminazione da arsenico e per la mancanza del piano di emergenza per la popolazione, erano stati fatti passi in avanti per colmare alcune delle gravi lacune segnalate;

   a parere dell'interrogante risulta alquanto singolare che, mentre questo servizio evidenzia una situazione abbastanza preoccupante per lo stato di inquinamento ambientale, oltre che per quello della salute dei cittadini, mentre vi sia una continua attenzione da parte di cittadini e attivisti del territorio, gli enti regionali sembrerebbero pubblicizzare il territorio regionale esclusivamente come regione del benessere senza ipotizzare e/o valutare proposte di intervento, relative a tale condizioni, agli organi istituzionali centrali –:

   se i Ministri interrogati siano informati in merito alle fughe di gas rappresentate in premessa e se non abbiano ulteriori report o elementi che ne scandiscono la frequenza o che evidenziano lo stato generale delle condizioni di salubrità per l'ambiente e/o di pericolo per la salute dei cittadini;

   quali iniziative anche di carattere normativo, per quanto di competenza, intendano porre in essere al fine di provvedere ad un controllo più rigoroso in merito agli impianti in questione, anche da parte di enti esterni, ovvero al fine di prevedere sanzioni obbligatorie in caso di emissioni continue in difformità alle disposizioni vigenti.
(5-07864)

Interrogazione a risposta scritta:


   MAZZETTI. — Al Ministro della transizione ecologica, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 119 del decreto-legge 34 del 2020, ha introdotto il cosiddetto Superbonus, ossia una detrazione pari al 110 per cento delle spese relative a specifici interventi di efficienza energetica e a misure di adeguamento antisismico sugli edifici;

   l'articolo 121 del medesimo decreto-legge n. 34 del 2020 consente inoltre di optare, in luogo della fruizione diretta della detrazione per interventi in materia edilizia ed energetica, di un contributo, anticipato sotto forma di sconto dai fornitori dei beni o servizi (cosiddetto sconto in fattura) o, in alternativa, per la cessione del credito corrispondente alla detrazione spettante;

   la suddetta normativa è stata peraltro più volte integrata e modificata;

   secondo i dati dell'ultimo rapporto dell'Enea sul Superbonus 110 per cento al 31 gennaio 2022, erano in corso 107.588 interventi edilizi incentivati, per circa 18,3 miliardi di euro di investimenti che porteranno a detrazioni per oltre 20 miliardi di euro;

   il 48,1 per cento del totale degli investimenti riguarda i condomini, il 33,6 per cento gli edifici unifamiliari e il 18,3 per cento degli investimenti riguarda le unità immobiliari funzionalmente indipendenti;

   a fronte degli stanziamenti di bilancio volti a finanziare la misura del Superbonus, vanno comunque parallelamente contabilizzate le consistenti maggiori entrate a titolo di Iva, Irpef, Ires e Irap connesse ai maggiori investimenti nel settore delle costruzioni correlati al medesimo beneficio fiscale;

   in particolare, la detrazione del 110 per cento delle spese relative a specifici interventi di efficientamento energetico rappresenta una grande opportunità per ridurre sensibilmente i consumi e i costi energetici, ridurre le emissioni di CO2 e decarbonizzare le città, nonché sostenere il settore edile, produrre posti di lavoro e accrescere il valore degli immobili;

   il SuperEcobonus del 110 per cento consente di finanziare gli interventi di isolamento termico delle superfici opache che interessano l'involucro degli edifici, gli interventi di sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale con impianti di ultima generazione e altro. A ciò si aggiungano come interventi trainati gli impianti solari fotovoltaici;

   i risparmi sulla bolletta energetica conseguenti agli interventi di riqualificazione energetica degli edifici favoriti dal SuperEcobonus e dall'Ecobonus, sono evidenti –:

   con riferimento agli interventi edilizi finanziati con il SuperEcobonus, se il Governo nell'ambito delle proprie competenze, intenda chiarire:

    a) quale sia la riduzione del fabbisogno energetico complessiva prodotta dai medesimi interventi edilizi di efficientamento, anche in termini di Mtep/anno risparmiati;

    b) quale sia la stima dei minori oneri in bolletta ottenuti in media da ciascun nucleo familiare che ha effettuato i lavori di riqualificazione energetica di cui in premessa;

    c) quale sia l'impatto positivo sul prodotto interno lordo dei medesimi interventi.
(4-11778)

TURISMO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BARATTO. — Al Ministro del turismo. — Per sapere – premesso che:

   per il rilancio della attrattività turistica delle città d'arte, l'articolo 7, commi 4 e 6-bis, del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 luglio 2021, n. 106, ha istituito nello stato di previsione del Ministero del turismo un fondo, con una dotazione di 60 milioni di euro per l'anno 2021, destinato all'erogazione di contributi in favore dei comuni classificati dall'Istat a vocazione culturale, storica, artistica e paesaggistica, nei cui territori sono ubicati siti riconosciuti dall'Unesco patrimonio mondiale dell'umanità, tenendo conto delle riduzioni di presenze turistiche nell'anno 2020 rispetto al 2019, da destinare ad iniziative di valorizzazione turistica dei centri storici, delle città d'arte e dei comuni italiani che fanno parte della rete delle città creative dell'Unesco;

   il Ministero del turismo in data 4 marzo 2022, ha pubblicato un «Avviso pubblico riguardante l'individuazione di progetti volti alla valorizzazione dei Comuni a vocazione turistico-culturale nei cui territori sono ubicati siti riconosciuti dall'UNESCO patrimonio dell'umanità e dei Comuni appartenenti alla rete delle città creative dell'UNESCO»;

   le città destinatarie sono circa 260 che potranno rispettivamente avvalersi di differenti quote del fondo: 58,8 milioni di euro a favore dei comuni classificati dall'Istat come «Comuni a vocazione culturale, storica, artistica e paesaggistica», nei cui territori sono ubicati siti riconosciuti dall'Unesco patrimonio mondiale dell'umanità, con l'esclusione del comune di Roma Capitale della Repubblica; 4,9 milioni di euro a favore dei comuni italiani che fanno parte della rete delle città creative dell'Unesco; 9,8 milioni di euro a favore del comune di Roma Capitale, destinati a interventi di valorizzazione turistica della città; 1,5 milioni di euro, finalizzati allo svolgimento delle attività relative all'assistenza amministrativa ai comuni;

   il fondo di cui in premessa è riservato esclusivamente ai comuni localizzati nei 58 siti italiani iscritti nell'elenco dei patrimoni dell'umanità;

   accanto a questi, tuttavia, esiste un riconoscimento ugualmente importante e di straordinario rilievo ambientale e turistico facente capo ad Unesco, le cosiddette riserve «Man and The Biosphere (Mab)» (20 in Italia), siti di interesse ambientale e naturalistico, nei quali in Italia si è pure sviluppata una filiera turistica di altissimo livello orientata alla sostenibilità;

   tali riserve e le decine di comuni localizzati nel loro territorio sono rimasti esclusi dai benefìci del citato fondo, pur avendo patito largamente gli effetti legati alla pandemia –:

   quali iniziative intenda assumere al fine di estendere le misure di agevolazione e i contributi per la valorizzazione turistica previsti dal fondo di cui in premessa anche alle 20 riserve «(Mab) Unesco» site nel territorio nazionale.
(5-07859)

Apposizione di firme ad una interpellanza.

  L'interpellanza Mandelli e altri n. 2-01489, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 6 aprile 2022, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: De Martini, Patelli.

Apposizione di una firma ad una interrogazione.

  L'interrogazione a risposta in Commissione Varchi n. 5-07855, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 6 aprile 2022, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Rampelli.

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati ritirati dal presentatore:

   interrogazione a risposta scritta Silli n. 4-02554 del 21 marzo 2019;

   interrogazione a risposta in Commissione Delmastro Delle Vedove n. 5-07456 del 4 febbraio 2022.

Trasformazione di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore:

   interrogazione a risposta in Commissione Vazio e De Filippo n. 5-07853 del 6 aprile 2022 in interrogazione a risposta scritta n. 4-11777.