ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE CONCLUSIVA DI DIBATTITO 8/00251

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: del 02/08/2017
Risoluzione conclusiva di dibattito su
Atto numero: 7/01255
Atto numero: 7/01259
Atto numero: 7/01270
Firmatari
Primo firmatario: ROMANINI GIUSEPPE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 02/08/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 02/08/2017
AGOSTINI LUCIANO PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2017
ANTEZZA MARIA PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2017
BARUFFI DAVIDE PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2017
BENAMATI GIANLUCA PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2017
BENEDETTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 02/08/2017
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE 02/08/2017
BOLDRINI PAOLA PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2017
CARELLA RENZO PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2017
CARRA MARCO PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2017
CASELLATO FLORIANA PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2017
CECCONI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 02/08/2017
CERA ANGELO MISTO-UDC-IDEA 02/08/2017
COVA PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2017
CUOMO ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2017
DAL MORO GIAN PIETRO PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2017
FALCONE GIOVANNI PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2017
GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 02/08/2017
GINEFRA DARIO PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2017
GRASSI GERO PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2017
IACONO MARIA PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2017
INCERTI ANTONELLA PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2017
IORI VANNA PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2017
LATTUCA ENZO PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2017
LAVAGNO FABIO PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2017
LUPO LOREDANA MOVIMENTO 5 STELLE 02/08/2017
MAESTRI PATRIZIA PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2017
MARCHI MAINO PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2017
MONTRONI DANIELE PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2017
PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 02/08/2017
PASTORELLI ORESTE MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI) 02/08/2017
PETRINI PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2017
PIAZZONI ILEANA CATHIA PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2017
PINI GIUDITTA PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2017
PINNA PAOLA PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2017
PRINA FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2017
ROSSI PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2017
ROSTELLATO GESSICA PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2017
SANNA GIOVANNA PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2017
SCHIRO' GEA PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2017
TARANTO LUIGI PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2017
TARICCO MINO PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2017
TENTORI VERONICA PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2017
TERROSI ALESSANDRA PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2017
VENITTELLI LAURA PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2017
ZANIN GIORGIO PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2017
MONGIELLO COLOMBA PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2017
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 02/08/2017
OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2017


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Stato iter:
02/08/2017
Fasi iter:

COLLEGA (RISCON) IL 02/08/2017

APPROVATO IL 02/08/2017

CONCLUSO IL 02/08/2017

Atto Camera

Risoluzione conclusiva 8-00251
presentato da
ROMANINI Giuseppe
testo di
Mercoledì 2 agosto 2017 in Commissione XIII (Agricoltura)

Risoluzioni 7-01255 Romanini, 7-01259 Mongiello e 7-01270 Gallinella: Iniziative a sostegno della filiera del pomodoro.

RISOLUZIONE UNITARIA APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La XIII Commissione,
   premesso che:
    nel settore dei prodotti derivati dalla trasformazione del pomodoro sono presenti, in Italia, oltre 8 mila imprenditori agricoli che coltivano circa 72.000 ettari e 120 industrie di trasformazione che occupano circa 10 mila persone, con un valore della produzione superiore a 6,4 miliardi di euro;
    con oltre 5.180.000 tonnellate, nel 2016 l'Italia si è collocata, dopo la California, seconda tra i maggiori produttori mondiali di pomodoro destinato alla trasformazione, con oltre il 50 per cento della produzione in Europa;
    passate, polpe e pelati rappresentano il 98,5 per cento del pomodoro che arriva sulle tavole dei consumatori italiani mentre il concentrato di pomodoro, per il quale esiste una residuale quota di importazione, è pari a poco più dell'1,5 per cento del mercato dei derivati del pomodoro;
    su questa quota residuale si sono susseguite anche di recente comunicazioni stampa che insinuano nei consumatori il dubbio circa l'italianità dei prodotti derivati da pomodoro distribuiti in Italia, mentre è del tutto evidente che lavorare prodotto fresco proveniente da altri Paesi non sarebbe possibile per la distanza, oltre che antieconomico per l'impatto sui costi;
    in Italia, in base alle norme vigenti, pomodori pelati, passata, pomodorini e polpa possono essere prodotti solo da pomodoro fresco che deve essere lavorato in azienda entro 24/36 ore dalla raccolta;
    nel complesso, a fronte di consumi interni sostanzialmente stabili e ampiamente soddisfatti dalla produzione nazionale, negli ultimi cinque anni si è registrata una crescita costante dell'export e del saldo commerciale;
    l'associazione nazionale industriali conserve alimentari vegetali (Anicav) ha rilevato che, con il 60 per cento della produzione destinata ai mercati esteri (in testa la Germania e a seguire Regno Unito, Francia, Usa e Giappone), e solo poco più, di 2 milioni di tonnellate riservate al mercato interno (40 per cento) il pomodoro è ambasciatore dell'eccellenza del made in Italy nel mondo;
    la produzione del pomodoro da industria risulta fortemente concentrata in due zone del Paese: al Sud, nella provincia di Foggia, ed a Nord, nell'area padana (Piacenza, Ferrara, Parma, Mantova, Ravenna e Cremona);
    la provincia di Foggia concentra un quarto della superficie nazionale a pomodoro da industria e circa un terzo della produzione nazionale. In quest'area si coltiva prevalentemente pomodoro a bacca allungata destinato per lo più alla produzione di pomodori pelati;
    la filiera del pomodoro italiano è controllata, certificata e orientata alla sostenibilità ambientale. È, quindi, necessario valorizzarne i profili di qualità e genuinità che sono alla base delle produzioni e che, per queste ragioni, meritano di essere caratterizzate specificatamente tanto nel mercato domestico quanto in quello internazionale;
    il regolamento (UE) n. 1169/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio del 25 ottobre 2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, in particolare all'articolo 26, ha individuato negli alimenti non trasformati, nei prodotti a base di un unico ingrediente negli ingredienti che rappresentano più del 50 per cento di un alimento, i prodotti per i quali l'indicazione del Paese di origine o del luogo di provenienza può diventare obbligatoria;
    il 12 maggio 2016 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione che invita la Commissione europea a valutare la possibilità di estendere l'indicazione obbligatoria del Paese di origine o del luogo di provenienza ad altri prodotti alimentari monoingrediente o con un ingrediente prevalente, oltre a quelli a base di latte o carne, elaborando proposte legislative in questi settori;
    la rintracciabilità degli alimenti e dei relativi ingredienti lungo la catena alimentare è un elemento essenziale per garantire la sicurezza degli alimenti e la tutela dei consumatori;
    fin dal 2006 la legislazione italiana ha introdotto l'obbligo di indicare l'origine della materia prima per la passata di pomodoro e successivamente, con il collegato agricolo alla legge di stabilità 2014, sono state emanate ulteriori disposizioni circa la definizione dei prodotti derivati dalla trasformazione del pomodoro, sui relativi requisiti e criteri di qualità per gli ingredienti utilizzabili, nonché sull'etichettatura e sul confezionamento;
    appare quindi opportuno estendere l'obbligo di indicazione in etichetta dell'origine della materia prima anche agli altri prodotti della filiera del pomodoro da industria anche completando il percorso normativo già iniziato con la legge 28 luglio 2016, n. 154 (cosiddetto Collegato agricolo) che ha novellato le disposizioni in materia di prodotti derivati dalla trasformazione del pomodoro da industria,
   con specifico riguardo al Sud dell'Italia:
    negli ultimi anni il settore ha registrato numerose problematiche, soprattutto a causa della mancanza di programmazione della produzione e per l'assenza di effettivi coordinamenti tra settore agricolo e imprese di trasformazione;
    forte il rischio della «fuga» degli operatori: i prezzi sono crollati negli ultimi anni e non di rado i produttori hanno dovuto minacciare di non seminare per le annate di riferimento;
    a rischio è l'intera filiera che nel Sud Italia coinvolge decine di migliaia di agricoltori e quasi un centinaio di stabilimenti di trasformazione, per un giro d'affari annuo compreso tra 1,5 e 2 miliardi di euro;
    il problema più consistente è rappresentato, in gran parte, dalla mancanza di programmazione della coltivazione e spesso i contratti con l'industria di trasformazione non si stabiliscono nei tempi corretti, ossia possibilmente entro il 31 gennaio, lasciando nell'incertezza ed in balia di gravi asimmetrie produttive il relativo comparto agricolo;
    in tali condizioni la parte industriale gioca la sua forza riuscendo ad imporre prezzi spesso non remunerativi alla parte agricola. Quest'ultima è particolarmente debole, perché esposta alle manovre speculative che alcune industrie attuano, riducendo le quantità di prodotto ritirato;
    il Regolamento (UE) n. 1308/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante l'organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli, prevede, tra l'altro, la possibilità per gli Stati membri di riconoscere le organizzazioni interprofessionali, le quali possono svolgere un ruolo importante facilitando il dialogo fra i diversi soggetti della filiera e promuovendo le migliori prassi e la trasparenza del mercato;
    per essere riconosciute, le organizzazioni interprofessionali devono essere costituite da rappresentanti delle attività economiche connesse alla produzione e ad almeno una delle seguenti fasi della catena di approvvigionamento: trasformazione o commercio, compresa la distribuzione, di prodotti di uno o più settori;
    esse devono essere costituite per iniziativa di tutte o di alcune delle organizzazioni o delle associazioni che le compongono. Inoltre, devono perseguire una finalità specifica, tenendo conto degli interessi dei loro aderenti e dei consumatori. In particolare, esse possono adottare misure atte a prevedere il potenziale di produzione e rilevare i prezzi pubblici di mercato, nonché a contribuire ad un migliore coordinamento delle modalità di immissione dei prodotti sul mercato allo scopo redigendo contratti tipo compatibili con la normativa dell'Unione per la vendita di prodotti agricoli ad acquirenti o la fornitura di prodotti trasformati a distributori e rivenditori al minuto, tenendo conto della necessità di ottenere condizioni concorrenziali eque e di evitare distorsioni del mercato;
    tale normativa è stata da ultimo recepita e ridisciplinata dallo Stato italiano ai sensi dell'articolo 3 del decreto-legge 5 maggio 2015, n. 51, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 luglio 2015, n. 91;
    appare dunque auspicabile che, anche per il settore del pomodoro da industria del Centro-Sud Italia, fosse costituita e riconosciuta una pertinente organizzazione interprofessionale, capace di fare sintesi delle varie problematiche esistenti nei settori della relativa filiera, segnatamente nel comparto della produzione agricola, e di sviluppare misure atte a risolverle e a fare crescere e rendere maggiormente competitive le produzioni agricole ed i relativi prodotti trasformati,

impegna il Governo:

   ad assumere celermente iniziative al fine di garantire una informazione completa e la massima trasparenza nei confronti dei consumatori ed una più efficace difesa della qualità e distintività del prodotto nazionale che rappresenta il 55 per cento della produzione europea;
   a farsi parte attiva perché sia esteso a livello comunitario l'obbligo di utilizzare esclusivamente pomodoro fresco per la produzione di passata, così come già avviene in Italia;
   a convocare con la massima sollecitudine un tavolo di confronto con tutti i soggetti della filiera del pomodoro da industria, con l'obiettivo di adottare i provvedimenti necessari al fine di assumere iniziative volte ad estendere anche a questo settore produttivo l'obbligo di indicare in etichetta il Paese di produzione ovvero l'origine della materia prima già introdotto, ai sensi del regolamento (UE) n. 1169/2011, per il latte e i prodotti lattiero-caseari, al fine di salvaguardare e valorizzare un comparto importante dell'agroalimentare nazionale, posto che i prodotti che ne derivano esprimono una qualità molto superiore rispetto ad analoghi prodotti esteri e con il loro indotto offrono preziose ed indispensabili opportunità occupazionali;
   ad intraprendere le occorrenti iniziative per fare fronte alle crescenti problematiche che attraversano il sistema della produzione e della trasformazione del pomodoro da industria del Centro-Sud Italia ed, in tale ambito, a favorire la costituzione ed il riconoscimento, effettuato a livello nazionale oppure per «circoscrizione economica», di un'organizzazione interprofessionale per il relativo settore Centro-meridionale.
(8-00251) «Romanini, Mongiello, Gallinella, Oliverio, L'Abbate, Luciano Agostini, Antezza, Baruffi, Benamati, Benedetti, Massimiliano Bernini, Paola Boldrini, Carella, Carra, Casellato, Cecconi, Cera, Cova, Cuomo, Dal Moro, Falcone, Gagnarli, Ginefra, Grassi, Iacono, Incerti, Iori, Lattuca, Lavagno, Lupo, Patrizia Maestri, Marchi, Montroni, Parentela, Pastorelli, Petrini, Piazzoni, Giuditta Pini, Pinna, Prina, Paolo Rossi, Rostellato, Giovanna Sanna, Schirò, Taranto, Taricco, Tentori, Terrosi, Venittelli, Zanin».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

prodotto agricolo

associazione professionale

politica agricola comune