ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE CONCLUSIVA DI DIBATTITO 8/00225

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: del 23/03/2017
Risoluzione conclusiva di dibattito su
Atto numero: 7/01169
Firmatari
Primo firmatario: OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 23/03/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SANI LUCA PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2017
AGOSTINI LUCIANO PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2017
ANTEZZA MARIA PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2017
CAPOZZOLO SABRINA PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2017
CARRA MARCO PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2017
COVA PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2017
DAL MORO GIAN PIETRO PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2017
FALCONE GIOVANNI PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2017
FIORIO MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2017
LAVAGNO FABIO PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2017
MARROCU SIRO PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2017
MONGIELLO COLOMBA PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2017
PALMA GIOVANNA PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2017
PRINA FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2017
ROMANINI GIUSEPPE PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2017
TARICCO MINO PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2017
TENTORI VERONICA PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2017
TERROSI ALESSANDRA PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2017
VENITTELLI LAURA PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2017
ZANIN GIORGIO PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2017
ROSTELLATO GESSICA PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2017


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Stato iter:
23/03/2017
Fasi iter:

COLLEGA (RISCON) IL 23/03/2017

APPROVATO IL 23/03/2017

CONCLUSO IL 23/03/2017

Atto Camera

Risoluzione conclusiva 8-00225
presentato da
OLIVERIO Nicodemo Nazzareno
testo di
Giovedì 23 marzo 2017 in Commissione XIII (Agricoltura)

Risoluzione 8-00225 Oliverio: Iniziative in materia di Politica agricola comune.

RISOLUZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La XIII Commissione,
   premesso che:
    la politica agricola comune (Pac) è stata oggetto negli ultimi anni di profonde revisioni tese a rendere il comparto più competitivo ed autonomo rispetto a strumenti di intervento pubblico diretto, e maggiormente rispondente ad un'attività produttiva sostenibile per l'ambiente;
    il comparto si è visto, quindi, esposto a profondi cambiamenti. L'abbandono del controllo della produzione attraverso l'abolizione delle quote, la riduzione degli interventi a sostegno del mercato, la globalizzazione dei mercati e gli accordi di libero scambio hanno esposto il settore a situazioni di turbolenza e volatilità dei prezzi nei mercati agricoli, con ridotti, se non nulli, margini di profitto, per gli agricoltori;
    gli strumenti configurati con la nuova PAC 2014-2020 hanno richiesto un lavoro di sperimentazione ed adattamento alla realtà nazionale ed, in taluni casi, sono risultati insufficienti o non adeguati a fronteggiare situazioni di gravi crisi in cui si sono trovati alcuni specifici comparti. In alcuni casi, come per la consulenza aziendale la complessità della regolamentazione comunitaria non sta permettendo l'avvio della misura prevista nei programmi di sviluppo rurali italiani;
    l'Europa si trova ad affrontare sfide legate alla sopravvivenza del suo stesso modello di società. Le spinte populiste e disgreganti della stessa convivenza europea sono in forte aumento, anche a causa di una lunghissima fase di recessione economica che ha inciso fortemente sull'aumento delle diseguaglianze sociali e del tasso di disoccupazione, soprattutto tra le fasce della popolazione più giovane;
    il Presidente Juncker, nel discorso sullo stato dell'Unione, ha associato il tema dell'agroalimentare ad un dato a lungo trascurato: il numero delle imprese e delle persone impiegate nel settore primario ammonta a 44 milioni. Dopo molto tempo, torna ad essere protagonista una dimensione economica in cui emerge e viene fatto valere, anche ai fini della distribuzione dei contributi europei, il fattore «umano», inteso come capacità del settore agricolo non solo di contrastare l'abbandono di territori già socialmente fragili ma anche di generare occupazione e lavoro qualificanti;
    il modello agroalimentare europeo ed italiano dovrà, quindi, ripartire dal fattore «umano» per confermare i propri valori distintivi, basati sulla sostenibilità ambientale, sulla sicurezza alimentare, sulla multifunzionalità dell'agricoltura e sulla distintività delle produzioni che possa fornire un'informazione completa al consumatore sull'origine delle produzioni;
    se, da un lato, con la Brexit, la Pac perde uno dei Paesi che maggiormente contribuisce a finanziarla, dall'altro l'agricoltura potrebbe guadagnare posizioni nell'agenda politica dell'Unione europea, acquisendo maggiore spazio per alleanze mediterranee, a favore di riforme della Pac maggiormente attente alle esigenze di agricolture più differenziate e ad alto impatto di lavoro come quella del nostro Paese;
    il 14 settembre 2016 la Commissione ha presentato il riesame intermedio del quadro finanziario pluriennale (Qfp) 2014-2020: esso si sostanzia nel pacchetto di modifiche regolamentari contenute nella proposta del cosiddetto regolamento Omnibus che, per l'agricoltura, prevede la modifica di tutti e quattro i regolamenti di base della politica agricola comune: il regolamento 1307/2013 sui pagamenti diretti (agricoltore attivo, giovani, sostegno accoppiato), il regolamento 1305/2013 sullo sviluppo rurale (gestione del rischio, strumento di stabilizzazione del reddito), il regolamento 1308/2013 sull'organizzazione comuni di mercato unica (settore ortofrutticolo e contingenti tariffari) e il regolamento 1306/2013 orizzontale (disciplina finanziaria, disimpegno automatico, sanzioni amministrative);
    la proposta contenuta nel regolamento «Omnibus», pur non potendo configurarsi come una revisione di medio termine, ipotesi peraltro esclusa dallo stesso commissario Hogan, dà avvio ad una riflessione complessiva sulle scelte da compiere anche in vista di una riforma complessiva della Politica agricola comune dopo il 2020;
    con la Pac 2014-2020 il regime dei pagamenti diretti ha subito modifiche sostanziali, tra cui spiccano:
     1) la previsione di diverse tipologie di pagamento, alcune obbligatorie e altre facoltative, rispetto al previgente regime di pagamento unico;
     2) l'introduzione della figura dell'agricoltore attivo come prerequisito per essere beneficiario della politica agricola comune che ha permesso di indirizzare i fondi a disposizione verso coloro che vivono di agricoltura, escludendo, al contempo, rendite fondiarie ingiustificate;
     3) la convergenza verso un valore unitario nazionale (VUN), concretizzatesi per l'Italia con la scelta di una «regione unica» a livello nazionale;
     4) l'introduzione del greening, un pagamento obbligatorio volto, da un lato, a garantire la sostenibilità ambientale della produzione agricola e, dall'altro, ad assicurare agli agricoltori la remunerazione per la produzione di beni pubblici;
    nel regolamento «Omnibus», la semplificazione interessa i pagamenti diretti nei seguenti ambiti: la definizione di agricoltore attivo, i giovani agricoltori, il sostegno accoppiato facoltativo ed il regime di pagamento unico per superficie;
    in merito alla definizione di agricoltore attivo si propone di concedere ai singoli Stati membri la facoltà di soddisfare la definizione di agricoltore attivo attraverso uno o due dei tre requisiti al momento previsti (importo annuo dei pagamenti diretti almeno pari al 5 per cento dei proventi totali ottenuti da attività non agricole nell'anno fiscale più recente, attività dell'agricoltore non insignificanti, esercizio di un'attività agricola che rappresenti l'attività principale dell'agricoltore o il suo oggetto sociale) o addirittura la possibilità di non applicare affatto la definizione di agricoltore attivo;
    la possibilità che uno Stato membro decida di non applicare il requisito dell'agricoltore attivo va considerata un passo indietro rispetto ai principi che hanno guidato la riforma della politica agricola comune per il periodo 2014-2020 e che vedevano tale requisito come un modo per indirizzare il sostegno ai soggetti che fanno dell'attività agricola la loro principale fonte di reddito. Per garantire il mantenimento di tale principio e per assicurare un indirizzo specifico delle risorse a chi vive di agricoltura, in Italia non si può ridiscutere la figura dell'agricoltore attivo che dovrà quindi essere mantenuta;
    riguardo al pagamento per i giovani agricoltori, al fine di garantire il maggior utilizzo del relativo pagamento, la proposta di regolamento prevede l'eliminazione del limite massimo al numero di titoli o di ettari sui quali calcolarlo. Lo Stato membro verrebbe, così, obbligato a definire un limite massimo del numero di diritti all'aiuto o del numero di ettari solo quando necessario per il rispetto del tetto previsto per il pagamento e pari al 2 per cento del massimale nazionale. La proposta richiederà un'attenta valutazione considerato che essa potrebbe essere soggetta ad applicazioni distorsive ai fini dell'ottenimento della maggiorazione prevista per il pagamento ai giovani agricoltori;
    sul sostegno accoppiato facoltativo, con la modifica proposta la Commissione avrebbe la facoltà di rendere «disaccoppiato» il sostegno accoppiato della politica agricola comune, legandolo alla produzione passata, al fine di evitare che i livelli produttivi siano mantenuti ad un livello non opportuno a causa di forti crisi di mercato. Di conseguenza, l'agricoltore potrebbe ricevere un pagamento commisurato a livelli di produzione storici, con la possibilità di diminuire il numero di capi/ettari per i quali aveva effettuato la domanda di aiuto, ricevendo però il medesimo sostegno;
    in merito alle misure per lo sviluppo rurale, la proposta di regolamento interviene in materia di:
     1) misure di gestione del rischio, introducendo la possibilità di prevedere fondi settoriali per lo strumento IST (Income stabilization tool), delineando per questi stessi fondi una riduzione della soglia, dal 30 per cento al 20 per cento della perdita subita nell'anno rispetto al reddito medio dei tre anni precedenti o media olimpica degli ultimi cinque, che fa scattare la possibilità di accesso allo strumento;
     2) disposizioni in materia di nuove aziende da parte dei giovani agricoltori, specificando che l'insediamento da parte del giovane potrà avvenire anche insieme ad altri agricoltori, riducendo, così, la discrezionalità delle singole regioni che, nell'attuale periodo di programmazione, hanno previsto regole differenti al riguardo. La data di primo insediamento non coinciderà più con l'adempimento degli aspetti formali da parte del soggetto (apertura partita iva), bensì con l'implementazione da parte di quest'ultimo di azioni concrete per l'esercizio dell'attività d'impresa che saranno definite dai singoli Stati membri; l'attuazione del piano aziendale da parte del giovane deve iniziare dalla data di insediamento. È previsto, infine, per i giovani l'ottenimento del sostegno anche sotto forma di strumenti finanziari, o come combinazione di sovvenzioni e strumenti finanziari;
     3) regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari, prevedendo un sostegno specifico per coprire i costi per le attività svolte dalle associazioni dei produttori solo nel mercato interno;
     4) spese sulle calamità naturali, prevedendo che gli Stati membri avranno la possibilità di prevedere nei loro programmi l'ammissibilità delle spese sostenute dopo il verificarsi degli eventi se l'investimento è relativo alle misure di emergenza dovute a calamità naturali, eventi catastrofici, condizioni climatiche avverse o un cambiamento significativo e repentino delle condizioni socioeconomiche dello Stato membro o regione;
    l'Unione europea ha progressivamente cambiato la propria strategia di stabilizzazione dei mercati agricoli, passando da strumenti diretti più invasivi e distorsivi (prezzi garantiti, restituzioni all'esportazione, ammassi pubblici, quote, set aside e altro) a strumenti di regolazione indiretta del mercato, quali: organizzazioni di produttori (OP) e associazioni di organizzazioni di produttori (AOP); organizzazioni interprofessionali (OI); trasparenza del mercato; contratti, che l'autorità pubblica può rendere anche obbligatori; sviluppo di filiere corte; programmazione dell'offerta delle produzioni dop e igp. A questi strumenti si aggiungono quelli di gestione del rischio, in particolare i fondi di mutualità, collocati nel secondo pilastro della politica agricola comune. Delle vecchie misure di mercato rimangono in vigore alcune residue forme di protezione alla frontiera dal lato delle importazioni (dazi) e reti di sicurezza sul mercato interno: ritiri dal mercato e ammasso pubblico (con prezzi di riferimento talmente bassi da non rappresentare alcuna protezione per gli agricoltori) e aiuti all'ammasso privato;
    la validità delle nuove misure è ancora aleatoria, come dimostra la scarsa efficacia del «pacchetto latte» nell'affrontare la crisi del settore nel 2016 ed è necessario prevedere un miglior funzionamento degli strumenti a disposizione per affrontare in modo strutturale le cause della crisi e non sulla scorta dell'emergenza;
    infatti, nel primo anno di applicazione, la nuova politica agricola comune 2014-2020 ha dovuto fronteggiare diversi problemi associati all'accresciuta volatilità dei mercati agricoli – ormai elemento strutturale a livello mondiale ed europeo – che, sommandosi alle difficoltà di applicazione del nuovo sistema di pagamenti diretti e alla sempre minore protezione dalle importazioni, hanno fortemente ridotto i livelli di sostegno e il sistema di tutela del reddito degli agricoltori europei. Il settore lattiero-caseario è stato il primo a essere colpito, a causa dell'eccesso di capacità produttiva generato dalla progressiva eliminazione delle quote, divenuta definitiva a partire dal 1o aprile 2015, ma anche a causa dell'embargo russo e delle basse importazioni della Cina rispetto alle previsioni. Analoghe difficoltà si sono registrate anche per l'ortofrutta, i cereali e la carne suina;
    la perdita di potere negoziale lungo la filiera e l'ampliamento della forbice tra i prezzi alla produzione e i prezzi al consumo si possono considerare come un fattore strutturale. Il ruolo e la posizione dei produttori nella filiera agroalimentare continuano a destare grande preoccupazione. Questa situazione di debolezza della produzione agricola minaccia, non solo gli agricoltori, ma tutta la filiera, e non solo nella sua capacità di soddisfare le esigenze dei consumatori, ma anche rispetto ad altri obiettivi in campo economico, ambientale e sociale;
    la Commissione prevede di formulare delle proposte legislative a inizio del 2017, dopo la presentazione della relazione finale della Agricultural Markets Task Force istituita ad inizio 2016;
    dalla proposta di regolamento «Omnibus» non emergono novità sull'impianto normativo delle misure di mercato, essendo gli interventi molto limitati e riguardanti gli aiuti al settore ortofrutticolo e i contingenti tariffari;
    nello specifico, in relazione agli aiuti: le misure di prevenzione e gestione crisi sono estese al sostegno con i fondi di mutualizzazione; si propone di includere nelle misure di prevenzione e di gestione delle crisi, attività di coaching finanziate al 100 per cento tramite il bilancio dell'Unione europea; si modificano le norme relative all'aiuto finanziario nazionale (AFN) alle organizzazioni di produttori nei Paesi in cui l'organizzazione della produzione nel settore ortofrutticolo è debole; si sopprime la possibilità per le regioni di chiedere il rimborso dell'aiuto nazionale al verificarsi di talune condizioni (questa modifica provocherà evidenti ripercussioni negative su vari Stati membri, tra cui Italia, Spagna e Portogallo),

impegna il Governo:

   ad assumere iniziative affinché, nella definizione delle ipotesi di distribuzione delle risorse tra i Paesi membri del pagamento di base:
    a) sia garantito dopo il 2020 almeno lo stesso livello di budget dell'UE destinato alla PAC;
    b) si tenga conto della differenziazione dei modelli di agricoltura presenti in Europa e si mantenga alta l'attenzione alla qualità e alla diversificazione delle attività agricole in un quadro di sostenibilità ambientale, sociale ed economica;
    c) siano considerate, nella definizione delle ipotesi di distribuzione delle risorse tra i Paesi membri del pagamento di base, in una logica premiante per il Paese in aggiunta al parametro della superficie agricola utilizzata (SAU), altre variabili in grado di rappresentare il contributo che l'azienda fornisce all'economia e all'occupazione, quale il livello di occupazione, gli investimenti fissi di capitale e il valore aggiunto, con particolare attenzione alle aree rurali dove il rischio di abbandono è molto alto e dove l'agricoltura rappresenta un'importante fonte di reddito per la popolazione locale;
   ad assumere iniziative per migliorare la competitività del settore agricolo ed aumentare la percentuale di valore che esso rappresenta nella filiera agro-alimentare, promuovendo il rafforzamento delle forme organizzate dei produttori, inserendo modifiche al Regolamento 1308/2013, affinché il ricorso all’erga omnes sia più facilmente perseguibile, in modo da rafforzarne il potere di mercato e il potere negoziale, nonché favorire la creazione di mercati locali accanto ai mercati globali ed una maggiore capacità di penetrazione del Made in Italy agro-alimentare nei mercati esteri;
   ad assumere iniziative affinché nella programmazione della politica agricola comune oltre il 2020 le misure di gestione del rischio siano rese più efficaci:
    a) valutando eventualmente anche l'opportunità di trasferire parte degli interventi dal secondo al primo pilastro, delineando un nuovo quadro strategico della gestione del rischio, anche mediante la redazione di un piano pluriennale, in modo da assicurare la necessaria complementarietà tra le iniziative di gestione dei rischi e quelle destinate alla gestione delle crisi di mercato, individuando nelle realtà organizzate degli imprenditori agricoli un punto di riferimento per una parte consistente delle iniziative per la gestione dei rischi;
    b) prevedendo che, per i fondi di mutualizzazione, la soglia relativa al calo di reddito necessaria per attivare il contributo sia abbassata dal 30 per cento al 20 per cento e che la compensazione possa riguardare l'80 per cento e non il 70 per cento della perdita di reddito subita;
    c) semplificando le disposizioni operative con l'estensione a tutte le misure della facoltà di applicare indici, perizie, costi benchmark per la valutazione delle perdite di resa o di reddito;
   a sostenere il rafforzamento degli strumenti di intervento per la gestione del rischio, valutando l'opportunità di introdurre nuovi strumenti accanto a quelli esistenti, come le polizze assicurative agevolate sui ricavi, in corso di sperimentazione, ed interventi di sostegno mirati alla diffusione di mercati a termine per taluni prodotti agricoli;
   ad intervenire presso le competenti sedi comunitarie per valutare la possibilità che l'attuale componente «accoppiata» dei pagamenti diretti possa svolgere anche un ruolo anticiclico, agganciato all'andamento dei prezzi e su base biennale; la gestione della componente «accoppiata» dei pagamenti diretti dovrebbe inoltre essere resa più flessibile nelle scelte e nell'implementazione da parte degli Stati membri. In subordine, ad integrare eventualmente la lista dei prodotti ai quali gli Stati membri possono concedere un aiuto accoppiato, aggiungendovi le patate, le carni suine, le carni avicole e le uova, eliminando la clausola secondo la quale il sostegno può essere concesso unicamente nella misura necessaria ad incentivare il mantenimento degli attuali livelli di produzione;
   ad assumere iniziative per rafforzare le attuali organizzazioni comuni di mercato, istituendone una per il settore lattiero, quali strumenti utili in grado di razionalizzare e modernizzare i mercati, svolgendo nel contempo un ruolo importante nella gestione delle crisi, attraverso un innalzamento delle reti di sicurezza e una loro maggiore efficienza e rapidità di utilizzo;
   ad assumere iniziative affinché la proposta contenuta nel regolamento «Omnibus» di abbassare la soglia per i fondi di stabilizzazione dei redditi, oltre la quale scatta la possibilità di compensazione, sia estesa anche alle altre tipologie di risk management ed, in particolare, alle assicurazioni, che ad oggi risultano lo strumento più diffuso tra gli agricoltori europei, favorendo il ricorso a formule assicurative di tipo parametrico, maggiormente collegate non solo alle vicende produttive ma anche a quelle climatiche e di mercato;
   ad intervenire nelle sedi europee per rendere la normativa comunitaria sulla consulenza compatibile ed applicabile anche in Italia, in quanto di grande importanza per i produttori e, soprattutto, nei casi di avvio di nuove aziende, in particolare se condotte da giovani;
   ad assumere iniziative per individuare, nell'ambito della componente greening, azioni a favore dell'ambiente compatibili con la realtà delle pratiche agricole applicate, includendovi anche temi quali il risparmio energetico e la lotta al cambiamento climatico e rendendo le misure più flessibili a seconda dei territori in cui operano le aziende e delle caratteristiche strutturali e di gestione agronomica delle aziende stesse;
   ad assumere iniziative per favorire un'applicazione diversificata delle norme a seconda della dimensione e della localizzazione aziendale, così come adottata per esempio per l'applicazione del greening, con un maggior ricorso a semplificazioni e regimi forfettari, in modo da ridurre i costi della burocrazia per le imprese agricole, soprattutto per quelle collocate in aree marginali e di montagna;
   a modificare alcuni aspetti applicativi del greening per renderlo più efficace, in particolare a modificare articolo 44, paragrafo 2, Regolamento 1307/2013, per prevedere che le leguminose foraggere (erba medica, trifoglio, lupinella, e altro) siano esonerate dagli impegni della diversificazione e delle aree ecologiche (EFA), in quanto esse svolgono un ruolo ambientale elevatissimo, al pari dell'erba e altre piante da foraggio, delle colture sommerse e dei terreni a riposo, in modo da rendere compatibile la produzione dell'erba medica nelle zone tradizionali (ad esempio nelle zone di produzione del Parmigiano Reggiano);
   riguardo all'effettività dei beneficiari delle risorse della politica agricola comune, ad adoperarsi affinché la norma sull'agricoltore attivo non venga rimessa in discussione e sia consentita agli Stati membri la necessaria flessibilità nell'applicazione della stessa, garantendo l'indirizzo delle risorse prioritariamente verso chi vive di agricoltura e considerando anche il contributo all'occupazione;
   a mantenere alta l'attenzione sul ricambio generazionale, con politiche a servizio dei giovani che facilitino non solo l'ingresso di quest'ultimi nel settore agricolo, ma anche attività di formazione e consulenza che li accompagnino nello sviluppo continuo della propria azienda e nel mantenimento della stessa una volta avviata;
   ad assumere iniziative volte a redigere norme più semplici e più chiare sia nella formulazione della normativa comunitaria che nazionale allo scopo di perseguire con efficienza ed efficacia l'obiettivo della semplificazione e dell'alleggerimento burocratico delle procedure di attuazione della Pac.
(8-00225) «Oliverio, Sani, Luciano Agostini, Antezza, Capozzolo, Carra, Cova, Dal Moro, Falcone, Fiorio, Lavagno, Marrocu, Mongiello, Palma, Prina, Romanini, Taricco, Tentori, Terrosi, Venittelli, Zanin, Rostellato».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

politica agricola comune

sostegno agricolo

gestione