ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE CONCLUSIVA DI DIBATTITO 8/00212

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: del 10/01/2017
Risoluzione conclusiva di dibattito su
Atto numero: 7/01154
Atto numero: 7/00848
Atto numero: 7/00849
Atto numero: 7/00870
Atto numero: 7/00882
Atto numero: 7/01059
Firmatari
Primo firmatario: TARICCO MINO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 10/01/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ZACCAGNINI ADRIANO MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 10/01/2017
LUPO LOREDANA MOVIMENTO 5 STELLE 10/01/2017
PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 10/01/2017
RUSSO PAOLO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 10/01/2017
SANI LUCA PARTITO DEMOCRATICO 10/01/2017
FEDRIGA MASSIMILIANO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 10/01/2017
L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 10/01/2017
OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO PARTITO DEMOCRATICO 10/01/2017
BENEDETTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 10/01/2017
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE 10/01/2017
CARRA MARCO PARTITO DEMOCRATICO 10/01/2017
DAL MORO GIAN PIETRO PARTITO DEMOCRATICO 10/01/2017
GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 10/01/2017
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 10/01/2017
GALLO RICCARDO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 10/01/2017
LAVAGNO FABIO PARTITO DEMOCRATICO 10/01/2017
MILANATO LORENA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 10/01/2017
PRINA FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO 10/01/2017
ROMANINI GIUSEPPE PARTITO DEMOCRATICO 10/01/2017
SAVINO SANDRA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 10/01/2017
TENTORI VERONICA PARTITO DEMOCRATICO 10/01/2017
ZANIN GIORGIO PARTITO DEMOCRATICO 10/01/2017


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Stato iter:
10/01/2017
Fasi iter:

COLLEGA (RISCON) IL 10/01/2017

APPROVATO IL 10/01/2017

CONCLUSO IL 10/01/2017

Atto Camera

Risoluzione conclusiva 8-00212
presentato da
TARICCO Mino
testo di
Martedì 10 gennaio 2017 in Commissione XIII (Agricoltura)

Risoluzioni 7-00848 e 7-00849 Zaccagnini, 7-00870 Taricco, 7-00882 Lupo, 7-01059 Parentela e 7-01154 Russo: Misure di contrasto alla diffusione di fitopatie.

RISOLUZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La XIII Commissione,
   premesso che:
    la Popilia japonica è un coleottero parassita originario del Giappone, lungo circa 12 millimetri, con torace verde dorato, quest'insetto per i gravi danni che può arrecare è inserito tra gli organismi da quarantena compresi nell'allegato A, Parte II, della direttiva del Consiglio dell'8 maggio 2000 n. 2000/29/CE e nella lista A2 dell'EPPO, di cui è vietata l'introduzione e la diffusione nel territorio dell'Unione europea;
    si tratta di una specie estremamente polifaga, segnalata negli Stati Uniti su circa 300 specie vegetali e considerata dannosa su oltre 100 piante, sia spontanee che coltivate, comprendenti alberi da frutto (pomacee, drupacee), vite, nocciolo, piccoli frutti, essenze forestali (tiglio, noce nero, acero, faggio, betulla, ontano), colture di pieno campo (mais, soia, erba medica), ortive (ad esempio, pomodoro, fagiolo, asparago, zucchino) e ornamentali (ad esempio rosa, dalia);
    il danno causato dai soggetti adulti è costituito da erosioni più o meno intense a carico delle foglie (sono risparmiate in genere le nervature), dei fiori e anche dei frutti. Le larve invece, nutrendosi a spese delle radici, preferibilmente di graminacee, in presenza di infestazioni elevate risultano particolarmente nocive ai tappeti erbosi (es. campi da golf, giardini) e ai prati e pascoli, sia per la comparsa di estese aree di vegetazione che ingialliscono per poi seccare, sia per i danni provocati dalle escavazioni di talpe e uccelli che si nutrono delle larve nel terreno;
    nel corso del 2014 la presenza di Popilia japonica è stata accertata per la prima volta in Italia ed in particolare in Lombardia dove è stata rinvenuta e identificata nel mese di luglio lungo il Naviglio Vecchio a Turbigo, nel territorio del Parco del Ticino, e in Piemonte, nel comune di Bellinzago Novarese, lungo la sponda piemontese del Ticino;
    nel corso del 2015 le attività di monitoraggio attivate sia dalla regione Lombardia, che dalla regione Piemonte hanno evidenziato una crescita esponenziale delle popolazioni, infatti le catture nel corso del 2015 hanno riguardato, in Lombardia, circa 1 milione di insetti, in Piemonte circa 10 milioni, inoltre, si è registrata una forte presenza di larve nei terreni campionati in Piemonte. L'area interessata dalla presenza dell'insetto è cresciuta in modo significativo in entrambe le regioni;
    il rischio di allargamento dell'areale di insediamento del parassita potrebbe comportare gravi rischi per l'agricoltura, con prevedibile diffusione dei danni alle coltivazioni e alla flora spontanea e gravi conseguenze per le aziende vivaistiche delle zone infestate, in quanto potrebbero essere soggette a misure di blocco della commercializzazione;
    anche a livello nazionale potrebbero verificarsi ricadute molto negative, malgrado l'impegno finora profuso dai servizi fitosanitari regionali e delle province autonome in quanto non è possibile escludere il rischio di diffusione del coleottero nel resto della Unione europea;
    alla già critica situazione determinata dalla presenza della Popilia Japonica, è stata segnalata la comparsa, in un'area compresa tra le province di Reggio Emilia, Modena e Bologna, di un altro insetto di origine asiatica, ovvero la cimice Halyomorpha halys, dalla quale nessuna coltura parrebbe essere immune, originaria dell'Asia orientale che sta diventando l'ennesima emergenza fitosanitaria per l'agricoltura italiana;
    il Piemonte, insieme all'Emilia-Romagna, regioni a fortissima vocazione frutticola, parrebbero essere tra le prime regioni a riscontrare una presenza preoccupante della succitata cimice in quantità tali da rappresentare una grandissima preoccupazione: individuata nell'agosto 2013 in pescheti, in questi ultimi due anni la popolazione non ha fatto che aumentare, estendendosi sul territorio e ampliando i danni a moltissime colture, oltre a frutta fresca e secca, l'insetto colpisce infatti ortaggi e seminativi, dal mais alla soia;
    inizialmente, questa specie aliena non ha provocato problemi particolari ad esclusione del disturbo arrecato alla popolazione per la tendenza degli adulti a riunirsi, per svernare, in gruppi consistenti all'interno di abitazioni e di altri fabbricati;
    tuttavia, dopo soli due anni dalla comparsa di questo fitofago – caratterizzato da una notevole polifagia, dalla mancanza, nel nostro ambiente, di efficaci antagonisti naturali e da una grande resistenza nei confronti dei metodi di lotta attualmente consentiti sono stati riscontrati danni significativi, rappresentati da malformazioni dei frutti provocati dalle punture, su diverse colture ed in particolare sul pero;
    nel corso della campagna frutticola 2015 in alcune aziende emiliano-romagnole l'incidenza di pere malformate, e quindi non commercializzabili sul mercato del fresco, ha raggiunto il 50 per cento della produzione totale;
    la Halyomorpha halys sta inoltre evidenziando una elevatissima capacità di adattamento al nostro ambiente testimoniata anche dalla forte tendenza all'espansione in nuovi territori, quali il Veneto e il Friuli-Venezia Giulia;
    alla luce di queste evidenze è altamente probabile, entro un periodo di tempo limitato, una diffusione dei danni anche a carico di altre colture di fondamentale importanza per la nostra ortofrutticoltura quali pesco, melo, susino, albicocco, vite, pomodoro da industria, unitamente all'estensione dei danni alle regioni confinanti dove la cimice è già stata segnalata;
    il Comitato fitosanitario nazionale, nella seduta del 28 settembre 2015, ha preso atto dei livelli di dannosità e di pericolosità dovuti allo sviluppo di questo insetto ed espresso, in modo unanime, il proprio parere favorevole affinché siano rafforzati il coordinamento delle informazioni tra le regioni interessate a questa emergenza fitopatologica e sia dato sostegno e collaborazione ai programmi di studio intrapresi;
    alla luce di queste considerazioni è assolutamente necessario che tutte le componenti del sistema agricolo italiano pongano in essere specifiche iniziative per bloccare la diffusione di queste specie aliene e per individuare e sviluppare sul piano operativo strategie di lotta in grado di contenere entro limiti sostenibili – con riferimento sia alla salvaguardia dell'ambiente, della salute degli agricoltori e dei consumatori sia agli aspetti sociali ed economici – la presenza di Popilia japonica e di Halyomorpha halys nel nostro ecosistema;
    i coltivatori sono molto preoccupati dalla globalizzazione dei parassiti, in quanto si trovano a fare i conti con specie originarie dell'Asia o delle Americhe, per le quali il nostro ambiente non è preparato e non ha predatori naturali;
    è fondamentale trovare un antagonista naturale, così come si è fatto con l'insetto parassitoide Torymus contro il cinipide galligeno del castagno, per tentare di ricostruire un equilibrio ecologico;
    è necessario, inoltre, che la ricerca e la sperimentazione di nuove tecniche di monitoraggio e di prevenzione ad ampio raggio, tutelino i territori da queste nuove specie aggressive di parassiti, in tempi utili ad evitare la propagazione e a preservare raccolti e frutti;
    nella malaugurata ipotesi, infatti, che l'agricoltura italiana debba perdere questa sfida verrebbe ulteriormente compromessa la credibilità del sistema fitosanitario italiano nei confronti della Commissione europea, degli Stati membri e dei Paesi terzi che importano i nostri prodotti vegetali, credibilità già messa a dura prova dalle recenti emergenze fitosanitarie;
    ricordato altresì che ulteriori esempi di presenza di specie invasive, che hanno causato ingentissimi danni ai sistemi agricoli e ai servizi economici collegati, sono i focolai di Aethina tumida in Calabria e Sicilia, di Xylella fastidiosa in Puglia, di Anoplophora spp. in Lombardia e di Rhynchophorus ferrugineus in tutto il Sud Italia;
    nel corso del 2015, è stata poi rilevata la presenza della cocciniglia Toumeyella parvicornis (Cockerell) su pino domestico (Pinus pinea L.) in alcuni territori ricadenti nella provincia di Napoli, e, in particolare, nello spazio della struttura ex ONPI in Torre del Greco;
    ogni anno si verificano introduzioni di specie aliene che infestano molte colture, quali il pomodoro, il nocciolo, le castagne e l'olivo – da anni attaccato dalla famigerata bactrocera oleae, meglio nota come mosca olearia – gli agrumi –attaccati dalla Tristeza, che in Sicilia ha già «indebolito» oltre il 30 per cento delle piante – i piccoli frutti – danneggiati dal moscerino Drosophila suzukii che ha provocato molti danni in Alto Adige – e, nonostante le norme e le procedure esistenti per evitarne l'introduzione e la diffusione e i numerosi controlli, è evidente che il problema è estremamente complesso e di difficile soluzione;
    le api italiane sono minacciate da virus, parassiti e predatori, molti dei quali importati come la vespa velutina e il coleottero sudafricano Aethina tumida Murray, localizzato per ora in Calabria e in Sicilia, le cui larve si nutrono di miele di cui ne alterano irreversibilmente le caratteristiche organolettiche. Risultano distrutte, secondo i dati aggiornati all'agosto 2015, in ottemperanza dell'ordinanza regionale, oltre 3.000 famiglie di api e la flessione dei volumi del miele prodotto è stata una diretta conseguenza;
    inoltre, a partire dal 2008, si è assistito alla diffusione della batteriosi dell'actinidia, una malattia ad elevato rischio fitosanitario causata dal batterio Pseudomonas syringae pv. actinidiae Takikawa, Serizawa, Ichikawa, Tsuyum & Goto (di seguito denominato PSA), che ha provocato danni gravissimi alla coltura dei kiwi in tutto il territorio nazionale, centinaia di migliaia di piante nel Lazio e nel Piemonte, complice anche la mancanza di efficaci mezzi di cura;
    neanche i filari di vite italiani sono passati indenni da questo stillicidio e diversi viticoltori hanno dovuto fronteggiare le conseguenze della infestazione da Peronospera (che rappresenta un genere di funghi microscopici che ha interessato l'80 per cento dei vigneti, con gravissimi danni anche alle colture olivicole e cerealicole);
    gli allevatori italiani di ovini stanno subendo dei danni gravissimi, con perdite di migliaia di capi (sia per morte naturale che per necessario abbattimento) per colpa della febbre catarrale, meglio nota come «blue tongue» o «lingua blu», malattia infettiva che colpisce i ruminanti, in particolare gli ovini, compromettendone gravemente, e spesso in meniate irreparabile, la salute, a causa di gravi lesioni a carico della mucosa oronasale con la comparsa di febbre elevata;
    il nostro Paese non ha riportato particolare successo nel contrastare il Rynchophorus ferrugineus (punteruolo rosso), che ha praticamente decimato la popolazione di palme (sopratutto Phoenix canariensis, Phoenix dactilifera e Phoenix robeleinii) e si teme che la stessa sorte possa toccare al Ficus carica (Fico comune) a causa del coleottero curculionide, chiamato Aclees cribratus Gyllenhal, presumibilmente di origine asiatica, oggi riscontrato, oltre che in Toscana, anche in Lazio e Liguria e sul quale, se si esclude qualche pubblicazione scientifica nel 2007-2008 (Ciampolini et al., 2007, 2008), non si hanno informazioni esaustive e complete sulla biologia e difesa;
    le specie invasive non riguardano solo il territorio nazionale, ma l'intera area unionale e pertanto i rischi e i timori associati alla loro presenza rappresentano una sfida che valica i confini e riguarda tutta l'Unione europea;
    l'inventario DAISIE ha individuato nel 2015 oltre 12 mila specie alloctone presenti in Europa e di queste almeno il 15 per cento è considerato fortemente dannoso per la biodiversità;
    ricordato al riguardo che l'articolo 22 (disposizioni complementari), lettera b) della direttiva 92/43/CEE del 21 maggio 1992 relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, e successive modifiche e integrazioni, indica peraltro chiaramente che gli Stati membri «controllano che l'introduzione intenzionale nell'ambiente naturale di una specie non locale del proprio territorio sia disciplinata in modo da non arrecare alcun pregiudizio agli habitat naturali nella loro area di ripartizione naturale né alla fauna e alla flora selvatiche locali, e, qualora lo ritengano necessario, vietano siffatta introduzione»;
    rammentato tuttavia che il legislatore italiano, nel recepimento di tale direttiva, con decreto del Presidente della Repubblica» 8 settembre 1997, n. 357, aggiornato e coordinato con il decreto del Presidente della Repubblica 12 marzo 2003 n. 120, «Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche», non ha previsto alcuna possibilità di deroga e non ha delineato nessun percorso autorizzativo, bloccando di fatto ogni intervento di lotta biologica con utilizzo di antagonisti naturali introdotti da altri areali. L'articolo 12 (Introduzioni e reintroduzioni) del decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997 è infatti formulato al comma 3 nella seguente maniera «Sono vietate la reintroduzione, l'introduzione e il ripopolamento in natura di specie e popolazioni non autoctone», dove per introduzione si deve intendere la «immissione di un esemplare animale o vegetale in un territorio posto al di fuori della sua area di distribuzione naturale» e per «non autoctona» si deve intendere una «popolazione o specie non facente arte originariamente della fauna indigena italiana» (articolo 2, così come sostituito 12 marzo 2003, n. 120);
    ricordato altresì che al fine di salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali è stata adottata la strategia europea 2008-2014 per la conservazione delle piante, che, insieme alla cosiddetta direttiva Habitat costituisce il cuore della politica europea in materia di conservazione della biodiversità;
    richiamato il regolamento (UE) n. 1143/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio recante disposizioni volte a prevenire e gestire l'introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive che introduce, tra l'altro, l'obbligo per la Commissione di tenere un elenco delle specie invasive di rilevanza unionale e di aggiornarlo periodicamente anche in base alle prove scientifiche disponibili e a prevedere un'adeguata valutazione dei rischi, precise norme in materia di restrizioni e di autorizzazioni oltre che disposizioni in materia di rilevamento ed eradicazione rapida;
    richiamato altresì il regolamento 2016/2031 del Parlamento europeo e del Consiglio sulle misure di protezione contro gli organismi nocivi per le piante (che diventerà applicabile a decorrere dal 14 dicembre 2019), che ridisegna la strategia di contrasto alle fitopatie, modificando i precedenti regolamenti e sostituendo alcune direttive in materia, e che delinea un regime fondato su un sistema di prevenzione – anche attraverso la lotta contro il rischio di invasione, mediante l'introduzione del certificato fitosanitario e del passaporto delle piante – e di controllo;

impegna il Governo:

   ad avviare tutte le iniziative necessarie per gestire le emergenze fitosanitarie esposte in premessa – compresa l'adozione la dove possibile di misure di quarantena nel caso di rinvenimento di fitopatie o parassiti particolarmente aggressivi – che, stante il potenziale di crescita manifestato, l'estrema adattabilità degli insetti agli ambienti infestati e l'elevato numero di specie vegetali attaccabili rischiano di provocare gravi danni alle produzioni agricole ed alle attività vivaistiche, ed in particolare:
   ad istituire presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali una Cabina di regia con il compito di coordinare le attività del Servizio Fitosanitario Nazionale con tutti i soggetti istituzionali coinvolti per affrontare le emergenze fitosanitarie, prevenire l'introduzione e la diffusione di nuovi organismi nocivi e contrastare gli organismi nocivi da tempo insediati sui nostri territori, al fine di evitare danni economici all'agricoltura nonché a valutare ogni iniziativa utile alla istituzione presso il Servizio Fitosanitario Centrale di un fondo di emergenza, per le attività di prevenzione e contrasto ai parassiti e alle fitopatie, realizzate anche in collaborazione con regioni e province autonome, Crea, Università ed altri soggetti pubblici con finalità analoghe, nonché con il coinvolgimento delle aziende agricole del territorio, attivabile dalla Cabina di regia;
   ad istituire un elenco delle specie esotiche invasive di rilevanza nazionale e a dare piena attuazione al regolamento UE n. 1143 del 2014;
   ad assumere iniziative volte a prevedere un sostegno finanziario per il risarcimento dei danni alle imprese agricole, vivaistiche e zootecniche oggetto di provvedimenti fitosanitari obbligatori da parte delle regioni e delle province autonome, avvalendosi degli strumenti ritenuti più opportuni quali forme di credito specializzato, supportati dagli strumenti pubblici a disposizione (ISMEA);
   a raccordarsi con la Commissione europea per prevenire l'adozione di misure di emergenza eccessivamente penalizzanti per i territori coinvolti e per attivare specifici piani di lotta che possano beneficiare del finanziamento comunitario;
   a valutare la possibilità di razionalizzare i punti di accesso merci sul territorio nazionale favorendo la specializzazione degli organi di controllo;
   ad assumere iniziative per prevedere e sostenere a livello europeo, nazionale e regionale l'adozione di misure straordinarie che agiscano su diversi piani: dal potenziamento della ricerca alla diffusione di tecniche di difesa adeguate, dal maggior controllo internazionale sugli scambi, al miglioramento della capacità di intervento nelle fasi di emergenza, fino al potenziamento degli strumenti di risarcimento;
   ad assumere iniziative, nei limiti della normativa unionale, per vietare e/o limitare sostanzialmente l'immissione nel territorio italiano da aree extraUE di prodotti che maggiormente hanno evidenziato essere causa dell'introduzione di parassiti e fitopatie (compresi legna da ardere, vegetali e talee – peraltro ampiamente prodotti in Italia dal settore vivaistico – e prodotti apistici);
   ad assumere iniziative per implementare, sia sotto il profilo finanziario che tecnico-organizzativo, i programmi di ricerca sulle specie invasive indicate in premessa, attualmente in corso per approfondire la conoscenza del ciclo biologico di queste specie alloctone e condividere le strategie di lotta disponibili per contenerne la diffusione, anche con l'obiettivo di fornire alle imprese agricole e zootecniche che hanno subito danni nel 2015 le necessarie indicazioni operative per la prossima campagna produttiva;
   ad assumere iniziative per individuare e sperimentare efficaci metodi di controllo alternativi o di integrazione all'utilizzo di prodotti chimici per gestire la fase successiva alla comparsa ed all'insediamento degli insetti, con particolare riferimento alla possibilità di testare – nel completo rispetto di tutte le cautele necessarie per evitare la diffusione di specie aliene difficilmente controllabili e potenzialmente dannose – l'efficacia dell'introduzione anche nel nostro ambiente di antagonisti naturali ai parassiti in questione, secondo modelli di intervento che, come nel caso della lotta alla vespa cinese del castagno, stanno fornendo risultati particolarmente incoraggianti, a tal fine provvedendo a rivedere urgentemente il quadro normativo vigente anche accelerando l'iter di esame presso la Conferenza Unificata di cui agli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281 dello schema di decreto del Presidente della Repubblica recante modifica dell'articolo 12 del decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997.
(8-00212) «Taricco, Zaccagnini, Lupo, Parentela, Russo, Sani, Fedriga, L'Abbate, Oliverio, Benedetti, Massimiliano Bernini, Carra, Dal Moro, Gagnarli, Gallinella, Riccardo Gallo, Lavagno, Milanato, Prina, Romanini, Sandra Savino, Tentori, Zanin».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

parassitologia

protezione dell'ambiente

zona protetta