ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/01403

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 891 del 27/11/2017
Firmatari
Primo firmatario: RIZZETTO WALTER
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Data firma: 24/11/2017


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-01403
presentato da
RIZZETTO Walter
testo di
Lunedì 27 novembre 2017, seduta n. 891

   La XI Commissione,

   premesso che:

    nel mese di giugno 2016, il bilancio consuntivo del «Call Center Qé» di Paternò (CT), il call center che gestiva importanti commesse statali inbound quali Enel e Inps (quest'ultima in subappalto con la Transcom World Wide SpA) e le commesse outbound di Wind e Sky, ha manifestato un passivo di circa 6,5 milioni di euro causato da evasione fiscale per mancato versamento dell'Iva come accertato dall'Agenzia delle entrate, debiti previdenziali e debiti verso i fornitori e i lavoratori: un'esposizione debitoria tale da non permettere piani di sviluppo o eventuali acquisizioni di commesse in grado di aumentare la produttività aziendale;

    già nel mese di aprile 2015, l'azienda preannunciava licenziamenti collettivi e la cassa integrazione che, in un primo momento nei mesi a seguire, hanno interessato centinaia di operatori Sky. L'anno seguente, nell'aprile 2016, si concluse la cassa integrazione guadagni e a maggio cominciarono i contratti di solidarietà per evitare il licenziamento di ulteriori 90 lavoratori in esubero. I sindacati Slc Cgil e Fistel Cisl riuscirono a firmare l'accordo di solidarietà, ma la proprietà annunciò la scopertura finanziaria per il pagamento degli stipendi ai dipendenti;

    i lavoratori si rivolsero al sindaco di Paternò al quale chiesero la convocazione di un «tavolo di crisi» che ebbe luogo il 15 luglio 2016 in presenza del prefetto Maria Guia Federico, dell'amministratore unico di Qè, Mauro De Angelis, del responsabile nazionale risorse umane Transcom Michele Tedeschi, del responsabile nazionale Transcom dell'ufficio relazioni con committenti pubblici Enrico Vivio, della ditta Di Bella Group, proprietaria del capannone, e delle segreterie provinciali e le Rsu di Slc Cgil e Fistel Cisl: in quell'occasione fu vagliata la possibilità di una eventuale cessione dell'azienda, ma, al successivo incontro, su convocazione del sindaco di Paternò, non tutte le società si presentarono e, di conseguenza, nessuna valida proposta venne avanzata al tavolo convocato successivamente dal prefetto il 12 settembre 2016;

    per gli operatori, che fino a quel momento avevano continuato a lavorare nonostante il ritardo nel pagamento degli stipendi di oltre tre mensilità, non c'era più nulla da fare. Transcom World Wilde, data la grave situazione, decise di sospendere il servizio e i lavoratori, in gravi condizioni economiche e senza ammortizzatori sociali, dichiararono lo sciopero a oltranza fino al loro licenziamento, avvenuto il 28 novembre 2016. Nell'anno successivo, è stato dichiarato il fallimento dell'azienda, dopo l'apertura delle indagini verso l'amministratore pro tempore Patrizio Argentario per non aver versato l'Iva per l'anno d'imposta 2014 e il sequestro di beni per un valore di 1 milione di euro;

    il 23 settembre 2016 una delegazione di lavoratori e sindacalisti si è presentata a un incontro con l'ex assessore regionale alle attività produttive Mariella Lo Bello, e pochi giorni dopo, il 28 settembre 2016, la grave situazione del call center Qè fu illustrata anche in XI Commissione lavoro dove fu sollevata l'opportunità di costituire un tavolo sulla vertenza degli operatori al Ministero dello sviluppo economico con il coinvolgimento delle quattro committenti, convocazione avvenuta il 23 novembre 2016 in presenza del Viceministro dello sviluppo economico, Teresa Bellanova. In quell'occasione il Viceministro chiedeva alla regione siciliana, che si era mostrata disponibile a seguire la vicenda dei lavoratori Qè pur non essendo di propria competenza, di mantenere attivo il «tavolo di crisi», e di invitare possibili imprenditori interessati;

    da quel momento, con il mancato seguito dato alla vicenda, si sono susseguite ulteriori manifestazioni di protesta da parte dei lavoratori per sollecitare le committenti nazionali Inps, Enel, Transcom, Sky e Wind a partecipare al tavolo regionale aperto e riconosciuto dal Ministero dello sviluppo economico;

    il 6 luglio 2017 – nel corso di un nuovo confronto in prefettura tra i sindacati, i rappresentanti della regione siciliana, il direttore ITL Catania Domenico Amich, il vicario Inps Catania Franco Caruso, i responsabili di Enel Energia – l'imprenditore Franz Di Bella ha presentato ufficialmente il nome della nuova società che avrebbe dovuto assorbire gli ex dipendenti Qè: la «Netith»; l'Enel confermava la propria disponibilità per l'assegnazione dei volumi della commessa per avviare la nuova impresa; la Transcom, non presente all'incontro, inviando una nota scritta, si dichiarava disponibile a un eventuale confronto con la nuova realtà imprenditoriale; Wind attestava la propria disponibilità;

    vi è, dunque, una preoccupante incertezza sulle prospettive occupazionali degli ex dipendenti Qè, giunti ormai alla fine degli ammortizzatori sociali, la cui scadenza è prevista per il 6 dicembre 2017;

    tra i committenti dell'ormai fallito Qè, soltanto l'Enel, ha dichiarato la propria volontà di riportare la commessa Enel- energia presso la Netith, seppur con volumi di attività ancora lontani da quelli precedentemente affidati a Qè, e quindi con effetti ancora limitati sulla ricollocazione di personale,

impegna il Governo

ad adottare urgenti iniziative affinché la Netith possa garantire l'assorbimento dei lavoratori ex Qè, istituendo un tavolo di confronto con i vertici aziendali, le organizzazioni sindacali, le istituzioni locali e le aziende che si sono dichiarate disponibili nell'affidare le commesse necessarie alla start up e prevedendo, inoltre, una deroga sugli ammortizzatori, ovvero ammortizzatori straordinari, al fine di garantire una copertura economica in attesa del ricollocamento degli operatori.
(7-01403) «Rizzetto».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

licenziamento collettivo

soppressione di posti di lavoro

fallimento