Legislatura: 17Seduta di annuncio: 871 del 16/10/2017
Primo firmatario: RICCIATTI LARA
Gruppo: ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA
Data firma: 16/10/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma EPIFANI ETTORE GUGLIELMO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 16/10/2017 FERRARA FRANCESCO DETTO CICCIO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 16/10/2017 SIMONI ELISA ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 16/10/2017 MARTELLI GIOVANNA ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 16/10/2017 PICCOLO GIORGIO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 16/10/2017 ZAPPULLA GIUSEPPE ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 16/10/2017 SCOTTO ARTURO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 16/10/2017 MELILLA GIANNI ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 16/10/2017 NICCHI MARISA ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 16/10/2017 QUARANTA STEFANO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 16/10/2017 PIRAS MICHELE ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 16/10/2017 SANNICANDRO ARCANGELO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 16/10/2017 KRONBICHLER FLORIAN ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 16/10/2017 BORDO FRANCO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 16/10/2017 ZARATTI FILIBERTO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 16/10/2017 DURANTI DONATELLA ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 16/10/2017 ALBINI TEA ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 16/10/2017 MURER DELIA ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 16/10/2017 BOSSA LUISA ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 16/10/2017 D'ATTORRE ALFREDO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 16/10/2017 AGOSTINI ROBERTA ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 16/10/2017 GALLI CARLO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 16/10/2017
La X Commissione,
premesso che:
il settore calzaturiero rappresenta una delle realtà di rilievo all'interno del quadro economico italiano. Si tratta di un comparto che oscilla tra due opposte connotazioni: la prima offre l'immagine di un settore tradizionale in fase di avanzata maturità e, di conseguenza, con limitate prospettive di sviluppo e con scarsa attrattività per le imprese più dinamiche. D'altra parte, però, i produttori calzaturieri italiani sono notoriamente riconosciuti per un elevato livello di qualità e di immagine moda;
il settore calzaturiero ha delle precise caratteristiche che lo distinguono: è frammentato, ossia costituito dalla presenza di un sistema numerosissimo ed articolatissimo di imprese che hanno una dimensione limitata; è a conduzione familiare, caratteristica questa non solo di piccole imprese, ma anche di quelle a dimensioni più rilevanti; è concentrato geograficamente, ossia localizzato in alcune aree geografiche ben definite, denominate distretti industriali. L'organizzazione per distretti si adatta bene a questo settore in cui la produzione non è standardizzata e le tecnologie utilizzate sono piuttosto statiche e mature;
l'Italia è il primo produttore di calzature nell'Unione europea, il dodicesimo produttore di calzature per numero di paia nel mondo. È il sesto Paese esportatore a livello mondiale, il terzo in termini di valore (ed è secondo in valore, dietro alla Cina, con riferimento alle sole calzature con tomaio in pelle) secondo dati del 2015 del World Footwear Yearbook. È da sempre leader indiscusso tra i produttori di calzature di fascia alta e lusso, ad elevato contenuto di moda;
il settore calzaturiero italiano è uno dei pilastri del «sistema moda». Conta circa 4.800 aziende e 77.000 addetti (dati anno 2016), un saldo commerciale da sempre attivo e un fatturato annuo complessivo di 14,2 miliardi di euro. Il settore rappresenta una realtà di estrema rilevanza quali-quantitativa nell'economia italiana. Il successo del comparto è collegato alla vivace iniziativa imprenditoriale ed alla tipica struttura del settore, che si pone in un contesto di «filiera» costituito da un sistema di sub-fornitura materie prime, concerie, componenti, accessori, produttori di macchine, modellisti e stilisti. Ne deriva una concentrazione territoriale di aziende in aree organizzate in distretti, situati prevalentemente in 7 regioni, Marche, Toscana, Veneto, Lombardia, Campania, Puglia ed Emilia Romagna, interessando ben 23 province;
la primaria posizione nei mercati internazionali dell'industria calzaturiera italiana è dovuta ad una forte capacità competitiva, basata sulle superiori caratteristiche qualitative del prodotto, sulla rilevante capacità innovativa nei procedimenti di fabbricazione tradizionali e sulla capacità di lavorazione degli operai calzaturieri, supportate da scuole di formazione esistenti sul territorio, tecnologicamente e stilisticamente all'avanguardia;
il calzaturiero rappresenta un settore di specializzazione dell'economia italiana negli ultimi decenni, ma ha conosciuto un notevole ridimensionamento dovuto alla crescente concorrenza proveniente dalle economie emergenti. Oggi è un settore che produce quasi il 9 per cento del valore aggiunto industriale complessivo;
dal 2005, si è osservata una stabilizzazione dell'attività produttiva: la correzione sembrava essersi completata. Nel biennio 2008-2009, gli esiti della crisi sono stati piuttosto pesanti, e sono andati sovrapponendosi alla tendenza stagnante: il valore aggiunto si è complessivamente ridotto di oltre il 18 per cento in un biennio. In questo difficilissimo scenario del settore, nel 2016 le imprese hanno cominciato a manifestare segni di forte sofferenza. La cassa integrazione ha ripreso a salire;
prosegue la selezione delle aziende; scricchiola il fragile parziale recupero dei livelli occupazionali avviato nel 2015;
ancora oggi la crisi che attanaglia il settore si fa sentire con forza, mettendo a repentaglio importanti tessuti produttivi e industriali. A settembre 2017, infatti, è entrata in crisi l'ennesima impresa del distretto calzaturiero: il gruppo Formentini, con 3 stabilimenti – 2 a Sant'Elpidio a Mare e 1 a Fermo – che occupano circa 160 dipendenti; l'azienda è in procinto di licenziarne 110;
come riferiscono le associazioni sindacali di settore, i dati macroeconomici del primo semestre 2017 rispetto al 2016 sull’export (–2,2 per cento), sul numero di imprese (–41 per cento) e quello sugli addetti (–548 per cento) attestano la persistenza di una crisi volutamente ignorata da chi ha responsabilità di governo;
le Marche sono il grande malato all’«ospedale» delle imprese calzaturiere. Nel 2014 in tutta Italia c'è stato un saldo negativo tra chiusure e nuove aperture per 155 imprese. Di queste, 120 sono marchigiane. In termini di lavoro, sono quasi mille posti di lavoro persi sugli oltre 1.400 bruciati a livello nazionale;
pertanto, appare sempre più opportuno l'avvio di misure a carattere straordinario al fine di supportare l'intera filiera industriale legata alla produzione calzaturiera italiana,
impegna il Governo
a valutare l'istituzione di un tavolo di confronto nazionale per il rafforzamento della filiera calzaturiera, con l'obiettivo di promuovere e stimolare il tessuto produttivo e la competitività dei distretti industriali calzaturieri, così come definiti dalla legge 5 ottobre 1991, n. 317, e dalla legge 11 maggio 1999, n. 140, nel quadro delle misure dal piano nazionale industria 4.0 e dal piano nazionale impresa 4.0, nonché della disciplina europea sullo sviluppo delle piccole e medie imprese.
(7-01368) «Ricciatti, Epifani, Ferrara, Simoni, Martelli, Giorgio Piccolo, Zappulla, Scotto, Melilla, Nicchi, Quaranta, Piras, Sannicandro, Kronbichler, Franco Bordo, Zaratti, Duranti, Albini, Murer, Bossa, D'Attorre, Roberta Agostini, Carlo Galli».
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):industria calzaturiera