ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/01283

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 812 del 13/06/2017
Firmatari
Primo firmatario: PALMIERI ANTONIO
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 13/06/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
POLIDORI CATIA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 13/06/2017
BERGAMINI DEBORAH FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 13/06/2017


Commissione assegnataria
Commissione: VII COMMISSIONE (CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE)
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-01283
presentato da
PALMIERI Antonio
testo di
Martedì 13 giugno 2017, seduta n. 812

   Le Commissioni VII e X,
   premesso che:
    la «Richard – Ginori» è un'azienda famosa in tutto il mondo per la porcellana, la cui produzione è ancora localizzata a Sesto Fiorentino (Firenze), nonostante la fusione avvenuta col gruppo industriale del milanese Augusto Richard, risalente al 1896, e deve la sua origine alla «Manifattura di Doccia», fondata nel 1735 dal marchese Carlo Ginori nella frazione di Doccia (Pontassieve);
    l'azienda, dopo anni di attivo e costante crescita del prodotto, ha subito un duro fallimento, apparentemente risolto grazie al concorso delle istituzioni (nazionali e locali), dei sindacati e grazie all'interesse dei nuovi proprietari, sia per il rilancio della stessa, sia per l'importanza dell'area in cui è ubicata;
    accanto all'azienda sorge, infatti, l'antico museo di Doccia, museo di fabbrica che espone capolavori creati nella manifattura dal 1600 ad oggi, considerato dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo il più antico museo d'impresa d'Europa;
    il 18 maggio 2017 è stata inaugurata a Firenze una mostra dedicata alla produzione artistica della celebre manifattura Richard Ginori e, nel percorso espositivo al Museo nazionale del Bargello (attivo dal 18 maggio al 1o ottobre 2017) saranno visibili le più importanti sculture prodotte nel primo periodo dalla celebre manifattura, insieme ad opere della collezione permanente del museo, per raccontare al grande pubblico un capitolo straordinario della produzione scultorea fiorentina;
    la mostra ha, però, anche un altro scopo, altrettanto importante: quello di riaprire il dibattito tra istituzioni ed opinione pubblica (nazionale ed internazionale) sulle sorti dello stesso museo di Doccia che è chiuso oramai dal maggio 2014 ed il cui destino resta ancora un interrogativo;
    nella struttura che ospita il museo ci piove dentro, le vetrine di legno si gonfiano e si rischiano conseguenze drammatiche ed il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini, in occasione del «G7 Cultura» tenutosi a Firenze il 30 marzo 2017, ha confermato che, entro l'estate (luglio probabilmente), ci sarà l'acquisizione del museo da parte del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo stesso attraverso la «legge Guttuso», che consente la conversione in opere d'arte dei crediti fiscali vantati verso l'azienda, e in parte con l'esborso di fondi pubblici;
    le difficoltà attuali per il marchio Richard – Ginori partono da lontano, ovvero dal dicembre del 2004, quando la società proprietaria della fabbrica all'epoca, la «Pagnossin srl», costituì un'altra società, la «Ginori Real Estate Spa», alla quale cedette la proprietà immobiliare dello stabilimento, circa 130.000 metri quadrati;
    la nuova società rimase indebitata per 21 milioni di euro e venne messa in liquidazione nel 2009 con tre istituti di credito: Unicredit, Popolare di Vicenza e Banca nazionale del lavoro, attuali proprietari dei terreni e degli immobili in cui opera la fabbrica;
    nel gennaio del 2013 anche la società «Richard Ginori 1735» fallisce e viene rilevata, a maggio del 2013, dalla Holding francese «Kering», (la stessa che detiene marchi di lusso italiani, come Gucci, Bottega Veneta e Pomellato);
    i 260 lavoratori, le istituzioni e la proprietà non riescono da allora a trovare un accordo con le banche – alle quali si è aggiunta) ad inizio 2017 la «DoBank» – per l'acquisto della parte immobiliare;
    il rischio che incombe è che la proprietà sia costretta a spostare la produzione da Sesto Fiorentino ad altra ubicazione, in assenza di accordi, lasciando incompleto e abbandonato a sé stesso lo storico museo;
    fino a pochi mesi fa la vicenda sembrava avviata ad una rapida e positiva soluzione, invece, ad oggi, la nuova proprietà non ha ancora riacquisito la titolarità dei terreni su cui sorgono lo stabilimento e il museo, e nonostante, nei mesi scorsi, sembrava raggiunto un accordo con le tre banche creditrici a seguito della liquidazione del 2009, formalizzato a dicembre 2016 in una proposta d'acquisto;
    purtroppo, Unicredit, come precedentemente accennato, col fine di realizzare un'operazione di cartolarizzazione di crediti deteriorati da essa detenuti, ha ceduto alla banca Dobank la propria quota di credito legata ai terreni sopra menzionati;
    questo ha complicato notevolmente l’iter, mettendo a rischio la conclusione del percorso di rilancio della storica azienda, di salvaguardia delle competenze, delle conoscenze artigianali e manifatturiere di centinaia di lavoratori;
    la nuova proprietà, infatti, prima di procedere agli investimenti necessari al rilancio dell'azienda, intende assicurarsi, a quanto risulta ai presentatori del presente atto, oltre ogni ragionevole dubbio, l'acquisizione della proprietà dei terreni su cui l'azienda e il museo sorgono;
    il 26 aprile 2017 si è svolto, presso il Ministero dello sviluppo economico, un incontro tra la nuova proprietà e gli istituti di credito in questione (incontro aggiornato successivamente a maggio 2017) che ha sostanzialmente lasciato inalterato lo stato dell'arte della vicenda e dal quale non sembrano emergere alternative che ne preannuncino una risoluzione favorevole,

impegna il Governo:

   ad adottare tutte le iniziative di competenza per promuovere e perseguire una favorevole risoluzione della vicenda, di chiaro interesse pubblico, culturale, sociale ed economico;
   a valutare la possibilità di adottare opportune iniziative di competenza per sbloccare la trattativa tra la storica azienda e le banche creditrici che possiedono il terreno dove sorgono la manifattura ed il museo, condizione necessaria per la permanenza o meno dello stabilimento a Sesto Fiorentino (Firenze), e nell'area adiacente al museo;
   a dar seguito a quanto dichiarato pubblicamente dal Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, in occasione del «G7 Cultura» tenutosi a Firenze, sull'acquisizione del museo da parte del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo stesso e agli investimenti annunciati per il rilancio e la riqualificazione di tutta l'area;
   ad adottare tutte le iniziative di competenza per scongiurare il rischio che l'intera operazione di rilancio possa essere destabilizzata da pretese di soggetti privati che vadano a ledere l'interesse pubblico.
(7-01283) «Palmieri, Polidori, Bergamini».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

museo

detrazione fiscale

banca