ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/01268

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 804 del 26/05/2017
Abbinamenti
Atto 7/00847 abbinato in data 28/06/2017
Atto 7/00886 abbinato in data 28/06/2017
Atto 7/01237 abbinato in data 28/06/2017
Atto 7/01241 abbinato in data 28/06/2017
Firmatari
Primo firmatario: MARTELLI GIOVANNA
Gruppo: ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA
Data firma: 25/05/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PICCOLO GIORGIO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 25/05/2017
ZAPPULLA GIUSEPPE ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 25/05/2017


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Stato iter:
IN CORSO
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 28/06/2017
MARTELLI GIOVANNA ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 28/06/2017

DISCUSSIONE IL 28/06/2017

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 28/06/2017

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-01268
presentato da
MARTELLI Giovanna
testo di
Venerdì 26 maggio 2017, seduta n. 804

   L'XI Commissione,
   premesso che:
    il Titolo terzo della Costituzione italiana detta una serie di principi di importanza fondamentale in materia di lavoro e di tutela dei diritti dei lavoratori. In tal senso, vengono in particolare rilievo, tra gli altri, l'articolo 35 che, al primo comma, afferma la tutela del lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni, l'articolo 36, che sancisce il diritto all'equo compenso, con specifico riferimento ad una misura del compenso sufficiente ad assicurare al lavoratore ed alla sua famiglia un'esistenza libera e dignitosa, l'articolo 37, che stabilisce il diritto delle lavoratrici donne di una retribuzione identica a quella dei lavoratori uomini, a parità di lavoro svolto e, infine, l'articolo 39, che sancisce al primo comma la piena libertà di organizzazione sindacale;
    se si guarda al mondo del lavoro italiano il quadro che emerge in alcuni suoi aspetti e settori sembra disattendere alcuni dei principi recati dalla nostra Costituzione in materia di tutela del lavoro e affermazione dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori; in alcuni casi, la non piena e concreta applicazione dei dettami costituzionali è conseguenza di fenomeni, anche di natura culturale, di lungo periodo. In altri casi, le cause risiedono in fattori di natura diversa e più composita che possono essere individuati nell'evoluzione dei cicli economici a livello internazionale, nella grave crisi economica che dal 2008 ha prodotto effetti fortemente recessivi su tutta l'economia mondiale, e nella nascita, anche a seguito del continuo sviluppo tecnologico, di nuove attività e professioni che ad oggi sono prive di una specifica regolamentazione;
    la netta prevalenza dell'offerta di lavoro sulla domanda ha prodotto una generale dequalificazione di numerose attività lavorative ed una progressiva riduzione, che in alcuni casi ha raggiunto punte allarmanti, delle retribuzioni in quei settori non regolamentati da accordi collettivi e contratti nazionali;
    un problema strutturale del mondo del lavoro italiano è il così detto gender pay gap tra le lavoratrici donne e i lavoratori uomini. Le donne lavoratrici guadagnano di meno rispetto agli uomini, oltre ad avere più difficoltà nell'accesso a determinate professioni e nella progressione della carriera. Con riferimento ai dati Irpef relativi al 2015, se si considera esclusivamente il parametro della retribuzione oraria la differenza retributiva tra donne e uomini nel settore privato è pari al 19,6 per cento. Se il calcolo viene raffinato, tenendo conto anche del numero di donne inoccupate e disoccupate, il differenziale di genere per l'Italia si attesta al 43,7 per cento;
    è necessario e urgente porre in essere una serie di interventi finalizzati a fronteggiare la progressiva dequalificazione di molte attività lavorative, la persistenza di retribuzioni eccessivamente basse a fronte della prestazione lavorativa effettuata e l'esistenza di un gran numero di lavoratori privi di qualsiasi tutela relativa all'accesso, anche in forma minima ad un sistema di ammortizzatori sociali;
    in tal senso, l'obiettivo da perseguire, oltre alla definizione di un sistema più ampio e inclusivo e universale di ammortizzatori sociali, è quello di riaffermare il principio dell'equo compenso per tutte quelle attività lavorative che ad oggi non sono ricomprese all'interno della regolamentazione prevista dai contratti nazionali e dagli accordi collettivi,

impegna il Governo:

   ad assumere ogni iniziativa utile, in collaborazione con le organizzazioni sindacali e con quelle dei datori di lavoro, volta a sancire il diritto che ogni prestazione di lavoro deve essere compensata in modo equo, in proporzione alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, superando il così detto gender pay gap, e individuando come parametro le attività regolate da accordi collettivi e contratti nazionali, in quanto compatibili;
   ad assumere iniziative per ampliare e rafforzare l'attuale sistema di ammortizzatori sociali al fine di garantire l'accesso alle tipologie di lavoratori che attualmente ne sono esclusi.
(7-01268) «Martelli, Giorgio Piccolo, Zappulla».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritto del lavoro

diritti della donna

lavoro femminile