ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/01220

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 761 del 16/03/2017
Firmatari
Primo firmatario: META MICHELE POMPEO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 16/03/2017


Commissione assegnataria
Commissione: IX COMMISSIONE (TRASPORTI, POSTE E TELECOMUNICAZIONI)
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-01220
presentato da
META Michele Pompeo
testo di
Giovedì 16 marzo 2017, seduta n. 761

   La IX Commissione,
   premesso che:
    gli organi di informazione hanno riportato opinioni difformi, anche all'interno della compagine governativa in ordine all'opportunità di procedere speditamente all'attuazione del piano di privatizzazione di società a capitale pubblico, con l'obiettivo di reperire risorse da destinare alla riduzione del debito pubblico, stimate, sempre secondo quanto riportato sulla stampa, in complessivi 7 miliardi di euro;
    tra le società a capitale pubblico figura Poste italiane Spa, per una quota pari al 30 per cento delle azioni, come seconda tranche di privatizzazione;
    al riguardo, si ricorda che il 16 maggio 2014 il Consiglio dei ministri aveva approvato il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante i criteri di cessione di una quota, fino al 40 per cento del capitale, di Poste Italiane Spa sul cui schema la IX Commissione trasporti della Camera, in data 26 marzo 2014, aveva espresso un parere favorevole con osservazioni;
    nel citato parere era espressa la preoccupazione di tutelare e garantire in ogni caso gli interessi pubblici che Poste italiane istituzionalmente persegue, ancorché la privatizzazione effettuata riguardasse una quota di minoranza della società;
    a conclusione della prima fase di privatizzazione, ad ottobre 2015, è stata realizzata la quotazione della società Poste Italiane Spa sul Mercato telematico azionario (Mta) della Borsa italiana Spa, tramite un'offerta pubblica di vendita (OPV) del 34,7 per cento del capitale da parte dell'azionista pubblico;
    al fine di avviare la seconda tranche di privatizzazione, con il decreto del Ministero dell'economia e delle finanze del 25 maggio 2016, è stato disposto il conferimento a Cassa depositi e prestiti Spa di una quota della partecipazione detenuta dal Ministero in Poste italiane Spa pari al 35 per cento del capitale sociale;
    il 21 giugno 2016 è stato, quindi, presentato alle Camere lo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (atto n. 312) che prevedeva la dismissione di una ulteriore quota del capitale sociale di Poste Italiane S.p.A. mediante un'offerta di largo mercato rivolta al pubblico, funzionale a consentire il mantenimento di una partecipazione dello Stato al capitale di Poste Italiane, anche per il tramite di società direttamente o indirettamente controllate dal Ministero dell'economia e delle finanze, non inferiore al 35 per cento;
    nel corso dell'esame dell'atto, nelle sedute del 12 luglio 2016 e del 19 luglio 2016, la commissione ha audito le organizzazioni sindacali di Poste italiane Spa – che hanno espresso preoccupazione per gli effetti che la perdita del controllo pubblico potrebbe produrre su questa impresa – e il Ministro dell'economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan – che ha invece espresso la posizione del Governo favorevole a quella operazione;
    successivamente, è emerso da informali interlocuzioni che l'intendimento del Governo di soprassedere alla prosecuzione in tempi rapidi della procedura di privatizzazione in oggetto – intendimento ampiamente divulgato dai mezzi di informazione –, e pertanto la commissione non ha proseguito nell'esame dell'atto;
    l'attuale corso delle quotazioni nel mercato azionario non garantisce una sicura e adeguata remuneratività dell'operazione di collocamento delle azioni;
    nell'interlocuzione con i competenti organismi dell'Unione europea la definizione dei parametri economici, cui l'Italia è doverosamente chiamata a conformarsi, non dovrebbero comunque avere cittadinanza inopportune ingerenze sulle scelte connesse alla gestione degli asset strategici del patrimonio pubblico;
    è altresì auspicabile non perdere il controllo di questa impresa strategica ma, anzi, consolidare e valorizzare i risultati positivi che Poste italiane Spa ha conseguito, anche in ragione del suo assetto proprietario, proteggendo quelle esigenze pubbliche sia con riferimento al servizio postale universale sia con riferimento alla tutela del risparmio postale, che la Commissione IX aveva già evidenziato nel parere sull'atto riguardante la prima tranche della privatizzazione;
    sono condivisibili le dichiarazioni che invitano l'Esecutivo ad esplorare l'ipotesi di cedere una quota di Poste Italiane a Cassa depositi e prestiti come strumento idoneo a bilanciare l'esigenza di garantire un ampio controllo pubblico con il necessario obiettivo di riduzione del debito pubblico,

impegna il Governo

a non dar seguito, nel corso del 2017, al collocamento sul mercato di ulteriori quote azionarie detenute dal Ministero dell'economia e delle finanze in Poste italiane SpA, valutando strumenti alternativi per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione del debito pubblico, quali, in particolare, il conferimento delle suddette quote a Cassa depositi e prestiti.
(7-01220) «Meta».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

privatizzazione

societa' per azioni

servizio universale