ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/01217

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 760 del 15/03/2017
Firmatari
Primo firmatario: LOMBARDI ROBERTA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 15/03/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CANCELLERI AZZURRA PIA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 15/03/2017
CIPRINI TIZIANA MOVIMENTO 5 STELLE 15/03/2017
COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE 15/03/2017
CHIMIENTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 15/03/2017
TRIPIEDI DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 15/03/2017
DALL'OSSO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE 15/03/2017
CRIPPA DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 15/03/2017
DELLA VALLE IVAN MOVIMENTO 5 STELLE 15/03/2017
FANTINATI MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE 15/03/2017
VALLASCAS ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 15/03/2017


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-01217
presentato da
LOMBARDI Roberta
testo di
Mercoledì 15 marzo 2017, seduta n. 760

   Le Commissioni X e XI,
   premesso che:
    Almaviva Contact è una società che fa parte del Gruppo Almaviva, leader italiano nell’information & communication technology, e opera a livello nazionale e internazionale;
    in Italia, tra i principali clienti di Almaviva Contact figurano numerose società partecipate dallo Stato ed in particolare: Poste Italiane Spa, il comune di Milano, il comune di Roma Capitale, Enel, ENI, Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, INPS e, inoltre, Alitalia Spa, Tim ed Equitalia;
    a seguito del fallimento dell'ultimo tentativo di riapertura del tavolo per scongiurare il licenziamento di 1666 lavoratrici e lavoratori della sede di Roma di Almaviva Contact, la società ha provveduto ad inviare le lettere di licenziamento, destinando alla chiusura la sede capitolina;
    ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, Almaviva Contact ha assunto la propria decisione con una mancanza di sensibilità e di responsabilità sociale che merita di essere stigmatizzata;
    il dramma che stanno vivendo oltre 1600 lavoratori della capitale non può e non deve essere archiviato;
    è necessario compiere ogni sforzo affinché il Governo si impegni in maniera efficace a ridiscutere la questione che sta avendo preoccupanti ripercussioni nella città di Roma e che rischia di aggravarsi anche in altre sedi di Almaviva Contact, dove i licenziamenti sono stati solo temporaneamente sospesi, a causa delle iniziative e delle manifestazioni che i dipendenti continuano a promuovere a tutela dei propri diritti, in particolare, contro la minacciata riduzione degli stipendi, già pari a circa 600 euro mensili;
    bisognerebbe reimpostare complessivamente l'approccio alla crisi, che non riguarda solo Almaviva Contact, ma l'intero settore dei call center, che in Italia conta almeno 80.000 dipendenti, prevedendo soluzioni di carattere strutturale in grado di consentire l'uscita del settore dalla crisi e di garantire livelli occupazionali e condizioni contrattuali adeguate ai lavoratori interessati, senza procedere con riduzioni di stipendi e ulteriori peggioramenti delle condizioni di lavoro e di vita delle persone;
    le gare al massimo ribasso, non solo nel settore privato, ma anche in quello pubblico, le delocalizzazioni selvagge e le procedure di dumping sui mercati esteri stanno mettendo in ginocchio un settore presso il quale operano migliaia di persone, con forte presenza di giovani e donne, su tutto il territorio nazionale;
    riguardo alla crisi Almaviva va sostenuta con forza la riapertura di un tavolo di trattativa finalizzato a garantire le condizioni contrattuali vigenti al momento del licenziamento e l'applicazione dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori in vigore prima dell'ultima riforma;
    peraltro, in occasione del question time svolto presso la Commissione attività produttive della Camera dei deputati, n. 5-10484, proposto dal deputato Davide Crippa il 9 marzo 2017, il rappresentante del Ministero dello sviluppo economico ha dichiarato che Simest, società dedicata all'internazionalizzazione, controllata al 75 per cento dal gruppo Sace, a sua volta controllata al 100 per cento da Cassa depositi e prestiti (CDP), il cui controllo è riconducibile per l'82,77 per cento al Ministero dell'economia e delle finanze ha acquisito una quota pari al 5 per cento del capitale della società di diritto brasiliano Almaviva do Brasil Telemarketing e Informatica S.A., interamente partecipata da Almaviva Contact Spa, investendo dunque una cifra pari a 7 milioni di euro nell'azionariato di Almaviva do Brasil;
    il Ministero dello sviluppo economico ha anche confermato che l'investimento non può contare sulla garanzia di una fideiussione bancaria (che di norma Simest richiede all'impresa in cui investe), ma solo su una meno efficace fideiussione assicurativa (più difficile da escutere in caso di eventi avversi);
    secondo i firmatari del presente atto, pare difficile che non vi sia una correlazione tra l'investimento con soldi pubblici nella controllata brasiliana di Almaviva e la decisione della società di call center di «staccare la spina» alle attività italiane, in particolare romane; al contrario pare di essere di fronte a una delocalizzazione vera e propria che di fatto lo Stato incoraggia attraverso una controllata di Cassa depositi e prestiti,

impegna il Governo:

   a porre in essere ogni iniziativa di competenza finalizzata a rivedere la disciplina del massimo ribasso nelle gare di appalto;
   ad assumere iniziative volte a erogare incentivi nei confronti delle società committenti sotto forma di sgravi fiscali, anche prevedendo riduzioni dell'Irap, d'intesa con le regioni interessate, al fine di non incidere negativamente sul livello occupazionale delle società appaltatrici;
   ad assumere iniziative per prevedere che le stazioni appaltanti pubbliche riportino in house le commesse affidate in outsourcing con il contestuale riconoscimento di titoli validi ai fini di concorsi pubblici per tutti quei lavoratori presenti sulle relative commesse pubbliche;
   ad apportare modifiche alla direttiva del Ministero dello sviluppo economico 25 novembre 2015 che ha stabilito la «revoca dei contributi e benefici alle imprese che entro 3 anni dalla concessione dei suddetti delocalizzano in uno Stato extra Unione europea riducendo il personale di almeno il 50 per cento» in modo tale da prevedere che la revoca e la restituzione dei contributi concessi avvenga sia per delocalizzazioni in Paesi dell'Unione europea che in Paesi extra Unione europea;
   a prevedere anche tramite iniziative normative che nel subentro dell'appalto sia previsto l'obbligo del mantenimento delle garanzie contrattuali, salvaguardando i trattamenti economici e normativi previsti dai contratti collettivi nazionali, territoriali ed aziendali vigenti alla data del trasferimento da parte dell'appaltatore subentrante;
    ad assumere iniziative per prevedere l'aumento della durata della NASPI per i destinatari previsti dalla relativa normativa;
   ad assumere le iniziative di competenza al fine della riapertura della vertenza con Almaviva allo scopo di garantire alle lavoratrici e lavoratori la riassunzione senza soluzione di continuità e le condizioni contrattuali precedenti al licenziamento in ordine alla mansione svolta, all'anzianità di servizio, di livello, di orario ed di ogni altra specifica caratteristica legata al contratto.
(7-01217) «Lombardi, Cancelleri, Ciprini, Cominardi, Chimienti, Tripiedi, Dall'Osso, Crippa, Della Valle, Fantinati, Vallascas».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

soppressione di posti di lavoro

riduzione dei salari

conservazione del posto di lavoro