ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/01080

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 668 del 05/08/2016
Firmatari
Primo firmatario: PANNARALE ANNALISA
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 05/08/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ZARATTI FILIBERTO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 05/08/2016
MARCON GIULIO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 05/08/2016
GIORDANO GIANCARLO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 05/08/2016
PELLEGRINO SERENA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 05/08/2016


Commissione assegnataria
Commissione: VII COMMISSIONE (CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE)
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-01080
presentato da
PANNARALE Annalisa
testo di
Venerdì 5 agosto 2016, seduta n. 668

   Le Commissioni VII e VIII,
   premesso che:
    il 13 luglio 2016 l'Unesco ha emesso una risoluzione in cui si sottolinea la condizione di forte rischio, specialmente ambientale, cui risulta esposta la città di Venezia. Tale risoluzione invita il Governo italiano, nonché le istituzioni locali competenti, a prendere provvedimenti entro febbraio 2017, presentando un report dettagliato sullo stato di conservazione del sito ed un pacchetto di misure urgenti che scongiurino l'inserimento di Venezia all'interno della danger-list che annovera siti minacciati o attraversati da guerre ed emergenze umanitarie;
    come si fa notare anche nel documento diffuso dall'Unesco, la città è immersa in uno degli ecosistemi più complessi e fragili in assoluto, il quale risulta sempre più compromesso da dinamiche di sfruttamento fortemente invasive, come il transito delle grandi navi passeggeri e commerciali all'interno della laguna e della città stessa;
    numerose sono state negli anni le indicazioni, anche formalmente vincolanti e provenienti dalle più alte istituzioni del Paese come il «decreto Clini-Passera» del 2013, atte ad impedire il transito delle mastodontiche navi da crociera nelle zone maggiormente a rischio della città e della sua laguna. Tuttavia, nella pratica, il transito di natanti che arrivano a toccare il peso di 96.000 tonnellate avviene quotidianamente tanto in laguna quanto nel Canale della Giudecca, principale arteria d'acqua della città che porta le navi a pochi metri da piazza San Marco e da alcune delle perle più preziose del patrimonio artistico veneziano;
    il fenomeno delle grandi navi in laguna si rivela rischioso peraltro non solo nell'eventualità di impatto che le tragedie del Giglio nel 2012 e di Genova nel 2013 hanno dimostrato più che verosimile, ma anche sul piano delle emissioni aeree e degli sversamenti in acqua, nonché per il fenomeno del moto ondoso che con la massiccia movimentazione dell'acqua cagiona un costante ed ulteriore scavo dei fondali, la cui tenuta garantisce (ora, purtroppo, sempre meno) la solidità degli edifici e della città intera;
    in un'ottica di salvaguardia della città da quest'ultimo fenomeno, unitamente a quello del pericoloso innalzamento delle maree, è stato concepito ed è in via di realizzazione anche il cosiddetto sistema Mo.S.E.. Una grande opera da sempre discussa in quanto prototipo realizzato, senza alcuna sperimentazione e senza previa, adeguata valutazione di impatto ambientale, in scala 1:1, con la conseguente permanenza di gravi e decisive incognite, come la sua stessa efficacia nell'arginamento delle maree, specialmente in caso di cattive condizioni atmosferiche, la certezza dei costi di realizzazione già fortemente lievitati negli anni insieme ai tempi, ma anche la manutenzione, argomento sul quale gli stessi progettisti ammettono di non poter fare previsioni in termini di spesa né di frequenza di intervento; esso risulta inoltre un sistema del tutto spiazzato nell'eventualità che l'aumento del livello del mare dovuto ai cambiamenti climatici in atto imponga una sempre più frequente chiusura delle paratoie che tengono il mare fuori della laguna o addirittura ne imponga la chiusura perenne: in tal caso, tutt'altro che improbabile alla luce delle più accreditate previsioni sull'andamento del clima e dell'innalzamento atteso del livello dei mari, l'intero «sistema Mose» risulterebbe fuori causa, poiché non prevede uno scambio artificiale tra mare e laguna e condannerebbe quest'ultima allo stato di stagno chiuso (peraltro, ricevendo acque dall'entroterra, compresi gli inquinanti, aggravando la situazione), dimostrando infine tutta l'incongruenza di un sistema concepito, progettato e realizzato senza adeguate previsioni né verifiche (per evitare le quali si è infatti mosso il potente sistema corruttivo che la recente indagine della magistratura ha, finalmente, scoperchiato);
    ciò che, ancora, risulta fuor di dubbio sono i pesanti risvolti dell'opera sull'ecosistema lagunare che ha già subito un sensibile aumento della temperatura ed una conseguente modificazione della vita al suo interno, per quanto riguarda tanto la flora quanto la fauna autoctone e caratteristiche e la stessa circolazione delle correnti;
    i risvolti critici dell'opera in questione si sono ravvisati con tutta evidenza anche sotto il profilo della trasparenza, che la citata indagine ha portato alla luce insieme alle gravi responsabilità del concessionario unico al quale è stata affidata, il Consorzio Venezia Nuova, di numerosi attori istituzionali operanti all'interno della regione Veneto, del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, del magistrato alle acque e del comune di Venezia e perfino delle forze dell'ordine. Dinamiche che aggravano le condizioni di salute della città anche in prospettiva, specialmente tenendo conto del fatto che nemmeno la pesante vicenda giudiziaria è servita a modificare i vizi di un sistema che si dimostra sempre più opaco e foriero di corruzione diffusa;
    Venezia vive inoltre una profonda crisi anche sul piano economico-occupazionale, nonché di tenuta del welfare comunale. Una crisi determinata dai pesantissimi effetti del patto di stabilità, che ormai da anni hanno fatto precipitare la città in un circolo vizioso di sanzioni e conseguenti politiche di taglio al personale ed ai servizi comunali, di alienazioni ed operazioni di vendita del patrimonio quanto mai avventuristiche e dolorose per la collettività, sia per i dipendenti comunali penalizzati nello stipendio e nelle modalità di lavoro e di carriera, sia per i servizi erogati alla comunità;
    lo stesso sindaco non ha esitato inoltre ad azzerare di fatto, svuotandole di risorse e di competenze, le municipalità in cui si articola da decenni, in diverse forme, l'amministrazione della città di Venezia, contravvenendo a quanto previsto esplicitamente dallo stesso testo unico degli enti locali in una logica antidemocratica inaccettabile in questo Paese e di cui il Parlamento e il Governo devono essere resi consapevoli;
    un sindaco che, secondo i firmatari del presente atto, ha provocato una vertenza sindacale particolarmente significativa nel panorama cittadino e che vede infatti contrapposti l'amministrazione attuale, che sta attuando una politica di taglio spietato dei servizi comunali, e i lavoratori colpiti, ma anche i cittadini che vedono scomparire dall'oggi al domani servizi fondamentali;
    Venezia è una città evidentemente distante dal classico concetto di agglomerato urbano, alla quale tuttavia, da troppo tempo ormai, le istituzioni centrali non riconoscono, nei fatti (ancorché sia previsto dalla legge) alcuna specialità;
    l'intero porto di Marghera, eredità drammatica di un passato modo di produrre incurante della salute dei lavoratori e dei cittadini e dell'ambiente, necessita di un profondo ripensamento legato al suo risanamento ambientale che è la pre-condizione per rigenerare uno dei siti portuali e industriali maggiori del nostro Paese. La stessa Unesco evidenzia tutto ciò nel documento sopra citato, affermando quanto questo risanamento possa imprimere una svolta sulle questioni di carattere economico-occupazionale che affliggono questa parte straordinaria e grande del patrimonio storico, artistico, architettonico e culturale dell'umanità intera, risposta scritta pubblicata 25 settembre 2013 nell'allegato al bollettino in Commissione VIII (Ambiente) all'interrogazione 5-01048, in cui il Governo ha affermato «In tale ottica il Presidente del Consiglio ha fissato, infatti, per il prossimo 1o ottobre un vertice con i Ministri coinvolti per la decisione definitiva che, nel dare applicazione al divieto di cui al predetto decreto Passera-Clini, dovrà, comunque, coniugare le esigenze di sicurezza, quelle di tutela ambientale e paesaggistica, senza tuttavia trascurare l'indiscussa rilevanza del valore economico che l'indotto turistico del porto rappresenta per la città di Venezia e per l'intera regione»,

impegna il Governo:

   a rispondere efficacemente e tempestivamente alle richieste esplicitate dalla risoluzione di cui in premessa, attivandosi sui problemi di impatto ambientale, entro i quali dovrebbe anche essere compresa un'iniziativa per avviare a soluzione l'epocale questione del risanamento ambientale di Porto Marghera;
   ad assumere iniziative per procedere fin da subito alla fissazione di un «numero chiuso» circa l'accesso delle grandi navi da crociera, nelle more di una celere decisione che porti ad escludere definitivamente il transito delle grandi navi nel canale di San Marco e nel canale della Giudecca;
   ad assumere iniziative normative, affinché la regolazione dei traffici marittimi nel canale della Giudecca e nel bacino di San Marco sia esercitata dal sindaco di Venezia, sentito il consiglio comunale, dando seguito a quanto sostenuto dal Governo pro tempore nella risposta all'interrogazione n. 5-01048.
(7-01080) «Pannarale, Zaratti, Marcon, Giancarlo Giordano, Pellegrino».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

risoluzione

sanita' pubblica

impatto ambientale