ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/01028

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 640 del 22/06/2016
Firmatari
Primo firmatario: DI STEFANO MANLIO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 22/06/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DI MAIO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE 22/06/2016
BATTELLI SERGIO MOVIMENTO 5 STELLE 22/06/2016
FRACCARO RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 22/06/2016
PETRAROLI COSIMO MOVIMENTO 5 STELLE 22/06/2016
BARONI MASSIMO ENRICO MOVIMENTO 5 STELLE 22/06/2016
DI BATTISTA ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE 22/06/2016
DEL GROSSO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 22/06/2016
GRANDE MARTA MOVIMENTO 5 STELLE 22/06/2016
SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE 22/06/2016
SPADONI MARIA EDERA MOVIMENTO 5 STELLE 22/06/2016
SCAGLIUSI EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 22/06/2016
CASTELLI LAURA MOVIMENTO 5 STELLE 22/06/2016


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-01028
presentato da
DI STEFANO Manlio
testo di
Mercoledì 22 giugno 2016, seduta n. 640

   La III Commissione,
   premesso che:
    l'articolo 77, paragrafo 2, lettera a), del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) ha stabilito la competenza dell'Unione europea sulla politica comune dei visti e di altri titoli di soggiorno di breve durata;
    il regolamento (CE) n. 539/2001 del Consiglio, più volte modificato, norma gli obblighi e le esenzioni dall'obbligo per i visti relativi ai soggiorni di breve durata per i cittadini di Paesi terzi che entrano. Il regolamento contiene un elenco dei Paesi terzi i cui cittadini devono essere in possesso di un visto o sono esenti dall'obbligo del visto all'atto dell'attraversamento della frontiera esterna dell'Unione europea;
    il visto per soggiorno di breve durata rilasciato da uno dei paesi dello spazio Schengen dà diritto a viaggiare in tutti i 26 Stati Schengen per soggiorni di non più di 90 giorni in, un periodo di 180 giorni;
    l'articolo 1 del regolamento (CE) n. 539/2001, introdotto dal regolamento (UE) n. 509/2014, stabilisce i criteri secondo cui si determina la decisione riguardate la permanenza o l'esenzione dei visti. Ci si riferisce in particolare «all'immigrazione clandestina, all'ordine pubblico e alla sicurezza, ai vantaggi economici, segnatamente in termini di turismo e commercio estero, e alle relazioni esterne dell'Unione con i Paesi terzi in questione, includendo anche considerazioni relative ai diritti umani e alle libertà fondamentali, nonché tenendo conto delle implicazioni di coerenza regionale e reciprocità». Parimenti importante risulta essere in questo contesto la sicurezza dei documenti di viaggio emessi dagli stessi Paesi terzi;
    come noto lo spazio e la cooperazione Schengen, che prendono origine e nome dal trattato di Schengen del 1985 e che sono successivamente stati integrati nel quadro legislativo dell'Unione europea attraverso il trattato di Amsterdam del 1997, istituiscono un territorio dove la libera circolazione delle persone è garantita attraverso l'abolizione delle frontiere interne e la sostituzione di queste con un'unica frontiera esterna. All'interno dello spazio Schengen sono stabilite regole e procedure comuni in materia di visti, soggiorni brevi, richieste d'asilo e controlli alle frontiere. Pertanto risulta evidente come l'esenzione dall'obbligo di visto comporta una totale e incondizionata possibilità di muoversi ed operare all'interno di tutti i 26 Stati attualmente aderenti allo spazio Schengen;
    la Georgia, l'Ucraina, il Kosovo e la Turchia figurano attualmente nell'allegato I del regolamento (CE) n. 539/2001, ovvero tra Paesi i cui cittadini devono essere in possesso del visto per entrare nel territorio dell'Unione europea;
    con quattro diverse proposte (COM(2016) 142 final; COM(2016) 236 final; COM(2016) 279 final; COM(2016) 277 final) il 4 maggio 2016 la Commissione europea ha proposto la liberalizzazione dei visti per, rispettivamente, Georgia, Ucraina, Turchia e Kosovo;
    il consiglio giustizia e affari interni del 9-10 giugno 2016 ha espresso forti perplessità sulla proposta, rimandando però la decisione a successive decisioni e formazioni del Consiglio. Alcune notizie apparse sulla stampa internazionale annoverano l'Italia tra gli Stati membri che, durante il suddetto incontro, si sono schierati contro la proposta;
    negli ultimi studi pubblicati e condotti al fine di valutare l'opportunità di liberalizzare i visti, la stessa Commissione europea ha sottolineato che né la Turchia né il Kosovo sono riusciti a raggiungere tutti i requisiti che l'Unione aveva posto agli stessi come necessari al fine di ottenere il nulla osta alla liberalizzazione. Appare pertanto singolare che nonostante la stessa istituzione certifichi ufficialmente il non rispetto di tutte le condizioni necessarie alla liberalizzazione, proponga comunque di continuare l’iter delle suddette proposte;
    come riportato in diverse analisi, svolte sia da autorevoli riviste di geopolitica quali Limes che da agenzie dell'UNHCR, gli Stati per cui la Commissione ha richiesto la liberalizzazione dei visti sono da considerarsi Paesi a democrazia debole, con istituzioni democratiche instabili e giovani, che con facilità potrebbero sfociare nel centralismo. Al contempo i suddetti studi rilevano alti livelli di corruzione, infiltrata a tutti i livelli sia nel settore pubblico e governativo, che comunemente diffusa;
    testimonianze ed analisi riportano anche una situazione complessa sotto il profilo della tutela dei diritti. Solo per citare alcuni esempi è risaputo come in Turchia sia assente la libertà di stampa e le violazioni in tal senso sono rilevanti e all'ordine del giorno. Ancora, in Ucraina al termine del conflitto bellico, il rapporto del commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa ha messo in evidenza una situazione drammatica, di torture e di esecuzioni collettive, oltre che di condizioni vitali e igienico-sanitarie particolarmente serie per i sopravvissuti e gli sfollati. Inoltre, si segnala da più parti una situazione politica interna confusa e difficoltà nel controllo delle pratiche volte a rilasciare i passaporti, con particolare riferimento agli abitanti degli Oblast di Donbass e Luhansk. In Georgia e in Turchia sono state dimostrate manchevolezze in tema di diritti umani, con trattamenti inumani e degradati subiti dai migranti da parte delle stesse autorità nazionali;
    la Turchia, nonostante la sua posizione strategica, ha in più occasioni mantenuto un rapporto ambiguo in relazione alla lotta al terrorismo dell'ISIS. È infatti dimostrato, ad esempio, come attraverso la sua frontiera con la Siria si assista ad un intenso transito di foreign fighters. Diverse fonti giornalistiche ritengono addirittura che si possa parlare di un aperto sostegno turco ai miliziani dell'ISIS. In ogni caso appare evidente, anche solo per la comprovata impossibilità della Turchia a controllare e rendere sicure le proprie frontiere, in particolare con la Siria, che la liberalizzazione dei visti incrementerebbe il pericolo di infiltrazioni terroristiche, complicando anche i lavori di intelligence;
    il problema dei flussi migratori, che si impone ogni giorno nelle cronache e nelle discussioni politiche internazionali per la sua importanza e gravità, comporta anche la necessità di valutare attentamente il tema della libertà di circolazione delle persone, in considerazione dell'elevato numero di individui che attraversano giornalmente il Mediterraneo o altri Paesi per raggiungere luoghi più sicuri rispetto a quelli di origine. I numeri, di difficile stima, sono in ogni caso rilevanti. L'Italia, ad esempio, è interessata soprattutto dal transito dalla Romania (circa 1.081.400), Albania (495.709), Bulgaria (54.932), Serbia (46.958), Kosovo (46.468). Questi Stati, insieme con la Turchia, rappresentano i maggiori Paesi di transito per i migranti. Le cause dell'entità di questi flussi possono essere ritrovate anche negli scarsi controlli effettuati alle partenze e ai confini, favorendo così anche la diffusione della criminalità. D'altra parte, la speranza per molte persone di sfuggire alle barbarie e alla atrocità perpetrate nei rispettivi Stati d'origine alimenta anche un fenomeno di sfruttamento, che a sua volta rafforza meccanismi di corruzione e di criminalità organizzata, che va dalla predisposizione di viaggi dall'esito incerto ed economicamente eccessivi alla falsificazione dei documenti necessari per ottenere il visto d'ingresso;
    l'abolizione dei visti come proposta attualmente dalla Commissione europea rischia pertanto di far perdere il controllo sul fenomeno migratorio irregolare e di diffondere le reti criminali che lo alimentano, oltre che favorire il transito irregolare e del tutto illegale, senza più alcun controllo esterno, nel territorio dell'Unione europea,

impegna il Governo

ad opporsi alla proposta di liberalizzazione dei visti per soggiorno di breve durata dei cittadini di Georgia, Kosovo, Ucraina e Turchia, come recentemente proposto dalla Commissione europea, in ciascuna delle appropriate sedi istituzionali ed in particolare in sede di Consiglio europeo, così come in ogni formazione del Consiglio interessata.
(7-01028) «Manlio Di Stefano, Luigi Di Maio, Battelli, Fraccaro, Petraroli, Baroni, Di Battista, Del Grosso, Grande, Sibilia, Spadoni, Scagliusi, Castelli».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

politica dei visti

diritto di soggiorno

cittadino straniero