ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00967

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 605 del 11/04/2016
Firmatari
Primo firmatario: BRIGNONE BEATRICE
Gruppo: MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Data firma: 11/04/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LOCATELLI PIA ELDA MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI) 11/04/2016
BECHIS ELEONORA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 11/04/2016
SCHIRO' GEA PARTITO DEMOCRATICO 11/04/2016
ARTINI MASSIMO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 11/04/2016
BALDASSARRE MARCO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 11/04/2016
CIVATI GIUSEPPE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 11/04/2016
MAESTRI ANDREA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 11/04/2016
MATARRELLI TONI MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 11/04/2016
PASTORINO LUCA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 11/04/2016
SEGONI SAMUELE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 11/04/2016
TURCO TANCREDI MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 11/04/2016


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00967
presentato da
BRIGNONE Beatrice
testo di
Lunedì 11 aprile 2016, seduta n. 605

   La III e la XII Commissione,
   premesso che:
    dal 19 al 21 aprile 2016 si terrà a New York una sessione speciale dell'Assemblea generale delle Nazioni unite sulle sostanze stupefacenti (Ungass);
    la precedente sessione speciale dell'Ungass (sessione speciale dell'Assemblea generale delle Nazioni unite) sulle droghe, si svolse sullo stesso tema al termine della quale gli Stati membri hanno approvato la dichiarazione sulla «Politica Globale sul Controllo delle Droghe»;
    essa fu convocata con lo slogan ambizioso: «Un mondo senza droga è possibile in 10 anni». Trascorso tale periodo è però a tutti evidente che l'obiettivo non è stato raggiunto, anche perché, negli anni successivi, non è mai prevalso un orientamento razionale mirante ad avviare un percorso di stima oggettiva delle politiche adottate, ovvero di vera e propria valutazione dei risultati ottenuti, a oltre 50 anni dall'adozione della prima convenzione Onu in materia di sostanze stupefacenti;
    non uno degli studi o stime prodotti negli ultimi tre decenni dall'Ufficio sulle droghe e il crimine della Nazioni unite (Unodc), ha dimostrato una diminuzione significativa della produzione, consumo e commercio delle sostanze proibite dalle tre convenzioni delle Nazioni unite;
    al contempo, sono state altresì inventate, scoperte e censite, centinaia di nuove sostanze chimiche, tutte prontamente proibite, il cui reperimento è ugualmente facile come il suo conseguente consumo;
    si ricordano positivamente le dichiarazioni del Segretario generale delle Nazioni unite Ban ki-Moon relative alla necessità di promuovere un «dibattito onesto e aperto» durante il processo preparatorio della Ungass del 2016;
    i firmatari del presente atto di indirizzo plaudono alla tenuta, il 4 marzo 2016 presso il Dipartimento per le politiche antidroga, di una giornata di confronto tra il Governo, le associazioni e le organizzazioni non governative interamente dedicata alla Ungass; giornata articolata attorno ai tempi del diritto penale, della salute e dei diritti umani;
    si lamenta il fatto che sia stato scelto, col consenso unanime dell'Unione europea, di far definire i documenti preparatori della Ungass da un gruppo ristretto di Paesi, organizzati in «board» all'interno della Commissione stupefacenti di Vienna, un organo dove siedono di diritto solo 53 Stati membri dei 193 che compongono l'Onu, creando grossi problemi ai Paesi non membri, e comunque senza rappresentanza diplomatica in Austria, a partecipare attivamente al processo preparatorio;
    si rileva con favore il fatto che l'Organizzazione mondiale della sanità, il programma per lo sviluppo (Undp), Unaids e l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani si sono recentemente espressi per una revisione complessiva di una parte considerevole delle politiche derivanti dall'interpretazione e dall'applicazione delle tre convenzioni Onu in materia di sostanze stupefacenti, a partire dalla depenalizzazione per l'uso personale;
    si accolgono, inoltre, con particolare soddisfazione, le osservazioni dell'Alto Commissario Onu sui diritti umani presentate il 4 settembre 2015 nel documento A/HRC/30/65 discusso al Consiglio dei diritti umani di Ginevra il 28 di quel mese relative alle seguenti questioni:
     il diritto alla salute, inteso come diritto per assicurare a tutte le persone che usano droghe il diritto all'informazione e alle cure, senza che ne subiscano alcun tipo di discriminazione. I programmi di riduzione del danno, in particolare le terapie sostitutive con oppiacei, i quali devono esser disponibili e offerti alla persone con problemi di dipendenza, specialmente per coloro che sono reclusi in prigione o in altri regimi di custodia che privi loro della piena libertà di movimento. Il godimento del diritto alla salute richiede un miglior accesso alle medicine essenziali, con particolare riguardo ai Paesi in via di sviluppo;
     la proibizione degli arresti e della detenzione arbitraria, la tortura e tutte le altre forme di maltrattamenti, nonché il diritto a un giusto processo devono esser protette in accordo con le norme internazionali, incluso il rispetto delle persone che sono arrestate, detenute o incriminate per reati connessi alle droghe. Alle persone con problemi di dipendenza in regime di custodia non possono essere negate le terapie sostitutive anche come mezzo per estorcere confessioni o altre informazioni. I centri di detenzione obbligatoria per persone con dipendenze devono esser chiusi;
     il diritto alla vita delle persone recluse per crimini legati alle droghe deve esser protetto e garantito, nel rispetto della previsione dell'articolo 6 del patto internazionale sui diritti civili e politici e della giurisprudenza del Comitato Onu sui diritti civili e politici. Queste persone non devono esser soggette alla pena di morte. Il diritto alla vita deve prevalere e quindi deve esser sempre protetto e garantito dalle forze dell'ordine nei loro sforzi relativi al perseguimento dei crimini relativi alle droghe e tenuto di conto nell'eventuale uso della forza in modo proporzionale;
     le minoranze etniche e le donne, che hanno droghe in loro possesso, o che sono dei «micro-distributori» devono esser protetti dalle discriminazioni. Occorre fornire una preparazione specifica agli operatori delle forze dell'ordine e dei servizi sociali che entrano in contatto con chi consuma droghe al fine di eliminare le discriminazioni;
     prendere in seria considerazione il grave impatto che un arresto per motivi di droga può avere sulla vita di una persona. È necessario immaginare e proporre soluzioni alternative all'incriminazione e all'incarcerazione di chi è responsabili di condotte minori e «non-violente» collegate agli stupefacenti. Conseguentemente, è necessario proporre riforme miranti al ridurre l'eccessiva carcerizzazione dovrebbero esser prese in considerazione;
     i diritti dei fanciulli devono esser protetti al meglio, mediante una maggiore attenzione e focalizzazione sulla prevenzione e comunicando, in modo appropriato a bambini, e persone in tenera età, le informazioni relative ai rischi di trasmissione dell'Hiv e altri virus trasmessi per vie ematiche e per l'assunzione di sostanze per endovena. I bambini non devono esser soggetti a procedimenti giudiziari, le risposte a tali problemi devono esser trovate nell'educazione sanitaria, nelle cure, inclusi i programmi di riduzione del danno e reintegrazione sociale;
     i popoli indigeni hanno il diritto di seguire le loro pratiche tradizionali, culturali e religiose. Là dove le droghe sono parte di queste pratiche, il diritto all'uso per questi specifici scopi deve esser protetto nel rispetto delle limitazioni previde dalle norme relative ai diritti umani;
    si denuncia inoltre il fatto che:
     in alcuni Paesi come la Repubblica islamica dell'Iran, l'Arabia Saudita, il Vietnam, l'Indonesia, Singapore e il Pakistan, la detenzione o il commercio di sostanze illecite può essere sanzionata con la condanna a morte e che, in particolare in Iran, circa il 70 per cento delle donne e il 65 per cento degli uomini sono giustiziati per reati legati alle droghe;
     recentemente, anche in Indonesia sono state eseguite condanne a morte per una decina di persone, tra le quali alcuni cittadini dell'Unione europea;
     alcuni dei programmi di cooperazione giudiziaria portati avanti sotto l'egida dell'Unodc godono di finanziamenti di Stati membri dell'Unione europea, ovvero della Commissione europea e che, in passato, anche l'Italia ha fornito sostegno alla formazione di corpi speciali di polizia anche in Paesi che prevedevano la pena di morte per reati connessi al narco-traffico come l'Iran;
     nei Paesi democratici che comunque penalizzano la produzione, il consumo, il commercio delle sostanze proibite, il numero delle persone detenute, uomini o donne, per comportamenti collegati alle sostanze stupefacenti rappresenta dal 20 al 30 per cento del totale della popolazione penitenziaria, Italia inclusa;
    si nota anche il fatto che:
     nonostante il permanere di un impianto normativo proibizionista, negli anni alcuni Stati membri dell'Unione europea hanno avviato percorsi alternativi rispetto all'uso privilegiato della penalizzazione dei comportamenti connessi alla produzione, consumo e commercio delle sostanze illecite. In particolare, si distinguono i Paesi Bassi, dove da 40 anni il consumo personale di derivati della cannabis viene tollerato, la Spagna, il Portogallo e la Repubblica Ceca, che hanno modificato sostanzialmente le proprie legislazioni depenalizzando il possesso personale sulla falsariga di quanto conquistato col referendum indetto dal Partito radicale in Italia nel 1993 e vinto con oltre il 54 per cento dei voti validamente espressi;
     in Svizzera, da oltre 20 anni, esistono programmi di somministrazione di eroina sotto stretto controllo medico confermati, anche recentemente, per via referendaria;
    se segnala inoltre che:
     dalla primavera del 2014 l'Uruguay, primo Stato al mondo, ha legalizzato la produzione e il commercio della marijuana creando un monopolio pubblico e regolamentando strettamente la quantità acquistabile fissandone il prezzo;
     gli Stati Uniti, il Paese che all'inizio degli anni Settanta ha lanciato una vera e propria «Guerra alla Droga», successivamente promossa in tutto il mondo indipendentemente dai partner, hanno visto recenti positivi sviluppi di segno diametralmente opposto a quanto praticato in passato. Sono infatti 23 gli Stati che hanno legalizzato la cannabis per fini terapeutici, a cui si aggiunge il Distretto di Columbia, mentre gli Stati federali del Colorado, di Washington, l'Oregon, l'Alaska e il Distretto di Columbia hanno legalizzato in toto la produzione e il commercio della marijuana, consentendone il consumo ai maggiorenni con incoraggianti risultati in termini socio-sanitari, economici e ordine pubblico;
    si ricorda anche che, nel novembre 2016, sono previsti referendum anche in California, Nevada, Arizona, Maine, Massachusetts, Michigan e probabilmente di nuovo in Ohio;
    si lamenta che:
     in virtù della minaccia di sanzioni penali e/o amministrative, la produzione e la detenzione delle sostanze proibite a fini di ricerca scientifica, pur consentita in quantità molto limitate dalle Convenzioni Onu sugli stupefacenti, ha ostacolato la realizzazione di studi e trial clinici a livello nazionale e internazionale, i quali sono stati condotti in modo non sistematico o pubblicamente verificabile;
     la proibizione ha quindi posto, a giudizio dei firmatari del presente atto, seri limiti alla ricerca, rallentando il progresso scientifico e la ricerca di cure per le malattie più disparate, causando ingiuste e sproporzionate limitazioni al pieno godimento del diritto alla salute riconosciuto come fondamentale dalla nostra Costituzione, così come codificato nell'articolo 32 e così come disposto nell'articolo 15 del Patto sui diritti economici sociali e culturali agli articoli 15,1b e 15,3;
    si ricorda la posizione comune assunta dall'Unione europea su Ungass, riguardante i diritti umani, il ruolo della società civile, la riduzione della domanda, incluse la prevenzione e la cura, nonché questioni relative alla salute, accesso e disponibilità di misure di «riduzione del danno», disponibilità di sostanze controllate per fini medici e scientifici, riduzione dell'offerta e questioni correlate, sviluppo alternativo, politiche sulle droghe e gruppi vulnerabili (donne, giovani e bambini), nuove sfide, minacce e realtà del controllo degli stupefacenti;
    si segnala il costante lavoro di analisi, critica, stimolo e proposta di riforme svolto dalle organizzazioni non-governative italiane, dall'Associazione Luca Coscioni a Forum droghe, dal Cartello di Genova al Partito radicale nonviolento affiliato alle Nazioni unite fino a quello dalla rete dell’International Drug Policy Consortium;
    si auspica che:
     il Governo sappia farsi garante di un dibattito approfondito e inclusivo nelle fasi preparatorie della Sessione speciale e garantisca il medesimo impegno, successivamente, durante i lavori presso l'Assemblea generale dell'Onu, al fine di includere attivamente in quella sede analisi, opinioni e proposte provenienti da tutte le agenzie delle Nazioni unite, da esperti e organizzazioni non-governative, proponendo quindi la presenza di rappresentanti di Ong nella delegazione nazionale,

impegnano il Governo:

   a livello internazionale:
    a) ad adoperarsi affinché tutti gli aspetti della posizione comune espressa dall'Unione europea su Ungass relativa ai diritti umani, il ruolo della società civile, la riduzione della domanda, incluse la prevenzione e cura, nonché le questioni relative alla salute, accesso e disponibilità di misure di «riduzione del danno», disponibilità di sostanze controllate per fini medici e scientifici, riduzione dell'offerta e questioni correlate, sviluppo alternativo, politiche sulle droghe e gruppi vulnerabili (donne, giovani e bambini), nuove sfide, minacce e realtà del controllo degli stupefacenti, vengano ripresi dal documento finale dell'Assemblea generale delle Nazioni unite sulle sostanze stupefacenti;
    b) ad assumere iniziative per garantire che la dichiarazione conclusiva lanci un percorso di valutazione scientificamente corretto delle implicazioni sociali, sanitarie, giuridiche, economiche e di violazione dei diritti umani dell'attuale sistema di «controllo delle droghe»;
    c) ad assumere iniziative affinché cessi ogni finanziamento, diretto o indiretto, a progetti e programmi di cooperazione bilaterale o multilaterale con Paesi che prevedano pene irragionevolmente sproporzionate, fino alla pena di morte, per reati connessi alle sostanze stupefacenti illecite;
    d) a promuovere, in seno all'Unodc, la creazione di un meccanismo di controllo dei finanziamenti in Paesi nei confronti dei quali le Nazioni unite stesse abbiano adottato risoluzioni di denuncia di violazione dei diritti umani o che siano sotto sistema sanzionatorio regionale o internazionale;
    e) di assumere iniziative per ridurre, di concerto coi partner europei, i limiti imposti alla ricerca medico-scientifica sulle piante controllate, e loro derivati, oltre che ad altri prodotti chimici contenuti nelle tabelle delle tre convenzioni Onu in materia di sostanze stupefacenti;
   a livello nazionale:
    a) ad assumere iniziative per l'istituzione di una struttura presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, per le questioni attinenti alle sostanze illecite e le dipendenze;
    b) a convocare la VI conferenza nazionale, successivamente allo svolgimento dei lavori dell'Ungass, sui problemi relativi alle sostanze stupefacenti;
    c) ad assumere iniziative per rinominare il dipartimento politiche anti-droga in dipartimento per le sostanze e le dipendenze.
(7-00967) «Brignone, Locatelli, Bechis, Schirò, Artini, Baldassarre, Civati, Andrea Maestri, Matarrelli, Pastorino, Segoni, Turco».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritti umani

stupefacente

assemblea generale dell'ONU