ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00891

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 554 del 25/01/2016
Firmatari
Primo firmatario: COVA PAOLO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 25/01/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ZANIN GIORGIO PARTITO DEMOCRATICO 25/01/2016
AGOSTINI LUCIANO PARTITO DEMOCRATICO 25/01/2016
CAPOZZOLO SABRINA PARTITO DEMOCRATICO 25/01/2016
CARRA MARCO PARTITO DEMOCRATICO 25/01/2016
MONGIELLO COLOMBA PARTITO DEMOCRATICO 25/01/2016
TARICCO MINO PARTITO DEMOCRATICO 25/01/2016
TERROSI ALESSANDRA PARTITO DEMOCRATICO 25/01/2016
VENITTELLI LAURA PARTITO DEMOCRATICO 25/01/2016


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00891
presentato da
COVA Paolo
testo di
Lunedì 25 gennaio 2016, seduta n. 554

   La XIII Commissione,
   premesso che:
    il settore dell'allevamento dei suini sta vivendo un periodo di grande difficoltà in questi ultimi anni con continue chiusure di allevamenti;
    il valore della produzione suinicola è stata superiore ai 2 miliardi di euro e nell'anno 2014 l’export di salumi ha raggiunto un valore di circa 1,2 miliardi di euro, con un bilancio attivo di circa 1 miliardo di euro;
    in Italia, nel 2014, sono stati allevati, macellati circa 8.700.000 suini e di questi sono stati certificati 7.930.000 suini del circuito Dop. Abbiamo assistito anche ad una contrazione della consistenza delle scrofe attive nel circuito tutelato, dovuta anche al rispetto e all'adeguamento delle normative europee in materia di protezione e benessere animale introdotte dalla direttiva 2008/120/Ce;
    ad un aumento complessivo dei capi macellati, ad un peso vivo superiore a 160 chilogrammi, ha corrisposto un andamento in controtendenza delle macellazioni di suini pesanti certificati per la produzione dei salumi Dop. Infatti, le macellazioni dei Dop sono diminuite del 3 per cento;
    nel 2014 si sono certificate Dop 11.600.000 cosce, destinate alle diverse Dop prosciutti (Parma, San Daniele, Toscano, Modena, Veneto e altro) e la presenza dei due principali prosciutti Dop Parma e San Daniele ha consentito che la filiera zootecnica suinicola abbia avuto un ruolo di rilevo economico a livello nazionale. Infatti, da oltre 30 anni, attraverso i loro consorzi di tutela, i produttori in questione organizzano, sostengono e valorizzano (anche in termini economici) tutto un sistema di imprese che sottende alla cosiddetta filiera nazionale suinicola, con circa 4000 allevamenti, circa 70 macelli e circa 200 prosciuttifici (distribuiti nei due distretti friulano ed emiliano). Il valore della produzione di cosce Dop fresche è stato di 1,3 miliardi di euro, su oltre 2 miliardi in valore totale nel 2014;
    risulta evidente la rilevanza economica e numerica della filiera Dop, e quindi del rigore organizzativo ed economico, con cui essa deve essere amministrata e gestita. Per questo motivo, la presenza di suini, prodotti nel circuito delle Dop, che non sono conformi nel peso, stanno causando una perdita di valore economico da parte degli allevatori in quanto sono animali in deroga o che non possono essere valorizzati economicamente pienamente. Inoltre, il prosciutto Dop arriva a coprire più del 50 per cento dell'intera carcassa suina macella, consentendo di valorizzare quasi interamente la carne suina. Pertanto, le restanti parti e tagli del suino non contribuiscono ad aggiungere un valore economico alla carcassa macella e di conseguenza anche agli stessi allevatori;
    le norme introdotte per il benessere animale hanno determinato un ulteriore costo aggiuntivo agli allevatori senza averne un ritorno economico e anche una diminuzione dei capi allevati;
    l'istituzione della commissione unica nazionale (CUN) suini non sta dando i risultati attesi; ultimamente, il prezzo viene fissato in modo unilaterale da parte degli allevatori e non viene poi rispettato, soprattutto da parte dei macellatori e dei trasformatori,

impegna il Governo:

   a dare piena attuazione al cosiddetto decreto-legge «Campo Libero» per quanto attiene alla consulenza aziendale nelle aziende agricole, in quanto la consulenza agronomica e veterinaria deve essere strumento per consentire agli allevatori dei suini di migliorare le proprie produzioni, valorizzare gli investimenti, aumentare le produzioni, ridurre i costi di gestione;
   ad assumere altresì iniziative per migliorare la riproduzione delle scrofe, il contenimento della mortalità neonatale dei suinetti, garantire il loro accrescimento secondo i disciplinari per evitare scarti, trattandosi di percorsi che devono essere messi in campo per ottimizzare le produzioni;
   a valutare l'opportunità di assumere iniziative per migliorare la selezione genetica del suino pesante italiano, un elemento strategico per la filiera, per ottenere maggiore omogeneità del peso al macello trattandosi di caratteristiche morfologiche e organolettiche tipiche solo del suino pesante italiano, in quanto la presenza di cosce che non rientrano nei parametri dei disciplinari Dop alimenta un circuito di prosciutti «non Dop» che sono motivo di concorrenza stessa alla Dop e comportano un prezzo inferiore pagato agli allevatori di suini;
   ad assumere iniziative volte ad individuare uno strumento che possa arrivare alla determinazione del prezzo, su una base di reale richiesta ed offerta da parte del mercato, prevedendo un'esatta quantificazione delle produzioni di carne suina effettive e delle reali richieste, considerato che, sarebbe opportuno arrivare a queste determinazioni supportati dalla rilevazione dei prezzi su una base consistente di volume trattati e non solo su un numero di operatori insufficienti;
   ad assumere iniziative per valorizzare, nei mercati internazionali, i prodotti trasformati da carni suine, come ad esempio i prosciutti cotti, crudi e altri salumi che provengono da Dop, come esempio di qualità delle produzioni italiane e grande capacità di trasformazione in prodotti alimentari;
    a ricercare tutti i percorsi che consentano di valorizzare anche i tagli differenti dai prosciutti nella filiera delle Dop, poiché, se anche i prosciutti cotti, pancette, salumi e mortadelle acquistano un valore aggiunto come prodotti provenienti da una filiera Dop o inseriti come Igp, il valore finale della carcassa dei suini è maggiore e gli stessi allevatori possono beneficiare di un prezzo finale della carne suina, in quanto tutta la carcassa ha un valore maggiore;
   ad assumere iniziative per promuovere anche una filiera suinicola che non si basi solamente sul «suino pesante italiano» e che offra al consumatore dei tagli, salumi, insaccati o prosciutti di qualità provenienti da allevamenti italiani e trasformati in Italia;
   a proseguire l'azione di contrasto ai focolai di infezione di peste suina africana e di malattia vescicolare ancora presenti in Italia per consentire una maggiore facilità di esportazione dei prosciutti crudi, cotti, salumi, pancette e mortadelle nei Paesi che attualmente ci hanno posto un vincolo sanitario, considerato che, in questi ultimi mesi, sono stati superati alcuni vincoli sanitari con gli USA per l'esportazione di carne suina italiana, ma vanno affrontate e risolte anche altre controversie con altri Paesi poiché questo consentirebbe di aprire nuovi mercati per la carne suina italiana.
(7-00891) «Cova, Zanin, Luciano Agostini, Capozzolo, Carra, Mongiello, Taricco, Terrosi, Venittelli».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

denominazione di origine

suino

allevamento