ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00801

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 498 del 08/10/2015
Firmatari
Primo firmatario: DI STEFANO MANLIO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 08/10/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DEL GROSSO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 08/10/2015
DI BATTISTA ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE 08/10/2015
GRANDE MARTA MOVIMENTO 5 STELLE 08/10/2015
SCAGLIUSI EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 08/10/2015
SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE 08/10/2015
SPADONI MARIA EDERA MOVIMENTO 5 STELLE 08/10/2015


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00801
presentato da
DI STEFANO Manlio
testo di
Giovedì 8 ottobre 2015, seduta n. 498

   La III Commissione,
   premesso che:
    dal 26 marzo 2015 il regno dell'Arabia Saudita, coadiuvato da altri otto Paesi arabi (Egitto, Marocco, Sudan, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Qatar e Bahrein) con armi fornite dall'Occidente, sta conducendo attacchi aerei incessanti su città e villaggi yemeniti, su richiesta da parte del presidente yemenita Hadi fuggito a Riad per l'avanzata dei ribelli Houti. L'azione militare è stata avviata senza autorizzazione da parte dell'Onu;
    solo dopo tre settimane, il 14 aprile 2015, il Consiglio di sicurezza si è pronunciato, con la controversa risoluzione n. 2216 che in sé non avalla l'intervento, ma nemmeno lo condanna, né chiede un cessate il fuoco, limitandosi a condannare l'azione degli Houti e a imporre un embargo alle armi nei loro confronti;
    il 15 giugno 2015 sono ripresi i negoziati a Ginevra, ma questo non ha portato a una tregua nei bombardamenti; già nei primissimi giorni di marzo, peraltro, era stato colpito un campo profughi a Mazraq, con decine di morti civili;
    a testimonianza dell'uso indiscriminato della violenza, risultano emblematici due attacchi da parte dell'Arabia Saudita, avvenuti il 28 settembre 2015, che hanno visto il massacro di 135 civili durante la celebrazione di un matrimonio nei pressi della città yemenita di Mocha;
    secondo gli ultimi dati rilasciati dalle Nazioni Unite, i morti sono oltre 2.300, per la maggior parte civili. Decine di migliaia gli sfollati. Sono stati bombardati e distrutti quartieri della Città vecchia di Sana'a;
    i bombardamenti a guida saudita appaiono indiscriminati e configurerebbero crimini di guerra come evidenziato da un rapporto di Amnesty International datato 7 ottobre 2015 che denuncia in modo netto l'esistenza di prove schiaccianti di crimini di guerra attribuibili alla coalizione a guida saudita, armata anche dagli Stati Uniti, sottolineando la necessità di aprire un'inchiesta indipendente sulle violazioni dei diritti umani, nonché l'immediata cessazione di ogni trasferimento di armamenti all'Arabia Saudita;
    in Yemen, secondo quanto dichiarato dal segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon nel corso dell'ultima assemblea generale dell'Onu tenutasi a New York il 28 settembre 2015, 21 milioni di persone (l'80 per cento della popolazione) hanno bisogno di aiuti umanitari urgenti di cibo e carburante necessario a far funzionare i pozzi della poca acqua potabile;
    a margine dei lavori della stessa Assemblea dell'Onu di New York, il Ministro degli esteri del regime saudita, Al-Jubeir, ha minacciato un'azione militare in Siria che avrebbe come obiettivo la destituzione di Bashar Al-Assad e ha promesso nuovi aiuti ai cosiddetti «ribelli moderati», in realtà terroristi di Al-Nusra;
    vista la situazione di caos, sul territorio siriano si sono sviluppate, grazie anche al supporto logistico, finanziario e di armamenti dell'Arabia Saudita, le organizzazioni terroristiche di Jhabbat al-Nusra, filiale di al-Qaeda in Siria e il sedicente Stato islamico dell'Iraq e del Levante, ISIS;
    la Siria, dal 15 marzo 2011, vive una terribile guerra per procura alimentata da terroristi provenienti da 89 Paesi, dove, finora, sono morte più di 250.000 persone tra civili e militari;
    sono passati 25 anni dall'approvazione della legge 185 del 1990 che prevede il divieto di esportazione di armamenti verso i Paesi in stato di conflitto armato, la cui politica contrasta con l'articolo 11 della Costituzione italiana, Paesi sotto embargo totale o parziale delle forniture belliche da parte dell'ONU o dell'Unione europea, Paesi responsabili di accertate gravi violazioni alle Convenzioni sui diritti umani, Paesi che, ricevendo aiuti dall'Italia, destinano al proprio bilancio militare risorse eccedenti le esigenze di difesa del Paese. Vengono inoltre impedite le vendite di armi in contrasto con gli impegni internazionali dell'Italia, i fondamentali interessi della sicurezza dello Stato e della lotta contro il terrorismo, il mantenimento di buone relazioni con altri Paesi e quando dovessero venire a mancare adeguate garanzie sulla definitiva destinazione dei materiali (le cosiddette triangolazioni);
    secondo l'ultimo rapporto di PressEnza, i Paesi membri dell'Unione europea (la Francia in particolar modo) esportano armi all'Arabia Saudita per un valore complessivo di 3,5 miliardi di euro. Nello specifico del nostro Paese, negli ultimi 5 anni il maggior acquirente delle armi «made in Italy» risulta essere proprio l'Arabia Saudita con quasi 300 milioni di euro di esportazioni autorizzate nel 2013;
    alla luce delle violazioni internazionali dell'Arabia Saudita, nel corso dei primi sei mesi del 2015, la Germania, la Svizzera e la Svezia hanno bloccato la vendita di armi alla monarchia saudita,

impegna il Governo:

   ad assumere iniziative finalizzate a interrompere immediatamente la vendita di armi all'Arabia Saudita nel rispetto della legge 185 del 1990;
   a farsi promotore, in sede europea, di ogni iniziativa utile a bloccare l’export di armi verso la monarchia saudita;
   a chiedere, in sede Onu, l'istituzione di una commissione d'inchiesta internazionale indipendente che faccia luce sulle gravi violazioni di diritti umani e crimini di guerra commessi dalla coalizione a guida saudita in Yemen.
(7-00801) «Manlio Di Stefano, Del Grosso, Di Battista, Grande, Scagliusi, Sibilia, Spadoni».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

relazioni diplomatiche

diritti umani

commercio di armi