ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00733

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 461 del 14/07/2015
Firmatari
Primo firmatario: BERNINI MASSIMILIANO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 14/07/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 14/07/2015
BENEDETTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 14/07/2015
GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 14/07/2015
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 14/07/2015
LUPO LOREDANA MOVIMENTO 5 STELLE 14/07/2015
L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 14/07/2015


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00733
presentato da
BERNINI Massimiliano
testo presentato
Martedì 14 luglio 2015
modificato
Mercoledì 30 marzo 2016, seduta n. 598

   La XIII Commissione,
   premesso che:
    l'Italia è uno dei principali produttori di uova in Europa al punto che nei negozi e nei supermercati del territorio nazionale è quasi impossibile trovare uova fresche provenienti da altri Paesi, benché secondo i dati Eurostat, ogni anno l'Italia importa oltre 50 milioni di tonnellate di uova e ovoprodotti dalla Polonia, quasi 20 milioni dalla Spagna, 6 milioni dall'Olanda, 5,7 milioni dalla Romania, 3,7 dalla Francia, 3,2 dalla Slovacchia;
    in Italia nel 2014 sono state consumate 13 miliardi e 228 milioni di uova il che significa che ogni italiano ha consumato 218 uova di cui, 144 consumate tal quali e le restanti 74 sotto forma di preparazioni varie. In particolare, secondo le stime Unaitalia, l'industria pastaria assorbe circa 750 milioni di uova, l'industria dolciaria e dei gelati circa 1 miliardo, le maionesi e le altre preparazioni industriali circa 350 milioni. A tali cifre devono aggiungersi circa 2,4 miliardi di uova che, sempre secondo le stime Unaitalia vengono assorbite dalle piccole e piccolissime aziende artigiane, sia pastarie che dolciarie;
    sono ovoprodotti pastorizzati il tuorlo d'uovo (standard, con l'aggiunta di zucchero o sale e naturale per maionese), l'albume d'uovo, l'albume d'uovo liottizzato e il tuorlo d'uovo speciale per pasta, tutti commercializzati in forma liquida, congelata o in polvere, mentre sono derivati dell'uovo, la Lisozima (per uso alimentare e farmaceutico), la conalbumina e altre proteine;
    per le uova fresche in guscio, grazie alla normativa europea sull'etichettatura, dal 2004 il timbro è apposto su ogni singolo uovo ed indica la modalità di produzione (3 in gabbia, 2 a terra, 1 all'aperto, O biologiche), il Paese di origine (IT per l'Italia), addirittura il comune ed il codice dello stabilimento; anche sulle scatole è obbligatorio precisare a chiare lettere la modalità di allevamento;
    le norme sull'etichettatura non prevedono tuttavia alcuna informazione in merito alle uova che si trovano negli ovoprodotti destinati alla produzione della pasta all'uovo, dei biscotti, dei dolci, delle produzioni industriali, delle salse (maionese), della pasta fresca e degli altri prodotti dell'industria alimentare o della ristorazione;
    la mancanza di informazioni chiare diventa eclatante in alcuni prodotti come la maionese, dove addirittura si evidenziano discrasie tra quanto riportato nell'etichetta della confezione, ad esempio uova da allevamento a terra, e quanto scritto sul lato opposto, dove compaiono le indicazioni più dettagliate come «tuorlo d'uovo pastorizzato»;
    interpretando i dati sull’import, ovvero l'assenza nei supermercati di uova in guscio provenienti dall'estero e la mancanza di disposizioni circa la provenienza delle uova negli alimenti che le contengono, si è portati a pensare verosimilmente che le uova importate siano destinate nella quasi totalità alla preparazione di prodotti contenenti uova;
    secondo Antonio Mengoni dell'omonima azienda agricola umbra fratelli Mengoni S.r.l, sono numerosi i marchi italiani che importano visto che attualmente il costo delle uova italiane arriva a 1,05 o 1,06 euro al chilo, mentre all'estero si possono comprare con 90-95 euro centesimi al chilo;
    il divario dei prezzi di cui al punto precedente induce un maggiore import di uova ed una minore competitività, spingendo i produttori a tagliare il più possibile i costi, con ricadute negative sulla qualità dei prodotti e sul benessere animale, portando ad esempio ad aumentare la densità degli animali nelle gabbie arricchite, oggi obbligatorie;
    dal 2012 ad oggi, insieme ai produttori storici come Francia, Italia, Spagna e Olanda, ascendono nell'Unione europea Paesi come la Polonia e la Romania che secondo Assoavi si collocano tra i principali otto produttori europei, la cui maggiore competitività è dovuta a vari fattori, tra cui il costo minore dei mangimi, essendo forti produttori di cereali, gli ingenti finanziamenti strutturali dell'Unione europea, il minor costo della manodopera e un sistema di permessi e controlli più blando;
    dal settembre 2014, una decisione comunitaria permette le importazioni nei Paesi unionali del colosso ucraino Imperovo, un gigante da 23 milioni di galline distribuite in 19 allevamenti, che non ha l'obbligo di adeguarsi alla normativa sulle gabbie arricchite tantomeno a quella sull'uso degli antibiotici, e che segue le sorti di un altro gigante euroasiatico, la Ovostar Union, altra azienda ucraina ammessa all’export verso l'Unione europea a partire dal 2014;
    gli accordi di cui al punto precedente rientrano nel quadro di numerosi altri trattati di partenariato di libero scambio che l'UE sta stipulando con diversi Paesi, tra questi quello con l'Ucraina che entrerà a regime dal primo gennaio del 2016,

impegna il Governo:

   ad intensificare i controlli su uova e ovoprodotti provenienti dall'estero e a verificare il rispetto della tracciabilità totale fino al prodotto finito;
   ad intraprendere ogni utile azione, presso le competenti sedi unionali, affinché:
    a) si riveda l'attuale normativa sull'etichettatura delle uova inserendo l'obbligo di indicazione, per i prodotti contenenti uova, delle stesse informazioni previste per le uova in guscio;
    b) si introduca l'obbligo della stampigliatura di origine anche per le uova destinate all'industria alimentare con esclusione delle uova rotte, sporche e di peso inferiore a 40 grammi;
    c) si predisponga una normativa efficace sull'etichettatura e la tracciabilità degli oviprodotti impiegati nell'industria alimentare anche al fine di garantire e promuovere il rispetto dei diritti degli animali da allevamento;
    d) si valuti l'opportunità di predisporre procedure per verificare le condizioni di produzione e di lavoro degli operatori del settore avicolo nei Paesi terzi, al fine di verificare il rispetto delle norme europee sul benessere animale, sulle modalità e tecniche di allevamento, sulle qualità dei mangimi usati e i programmi di controllo e cura.
(7-00733) «Massimiliano Bernini, Parentela, Benedetti, Gagnarli, Gallinella, Lupo, L'Abbate».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

applicazione del diritto comunitario

benessere degli animali

finanziamento comunitario