ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00706

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 442 del 15/06/2015
Firmatari
Primo firmatario: DI STEFANO MANLIO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 15/06/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GRANDE MARTA MOVIMENTO 5 STELLE 15/06/2015
SCAGLIUSI EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 15/06/2015
SPADONI MARIA EDERA MOVIMENTO 5 STELLE 15/06/2015
DEL GROSSO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 15/06/2015
SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE 15/06/2015
DI BATTISTA ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE 15/06/2015


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00706
presentato da
DI STEFANO Manlio
testo di
Lunedì 15 giugno 2015, seduta n. 442

   La III Commissione,
   premesso che:
    il Governo degli Stati Uniti ha, per oltre 50 anni, applicato con rigore il blocco economico, commerciale e finanziario nei confronti di Cuba, anche dopo che il 29 ottobre 2008 è stata adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, con una votazione favorevole di 185 Stati e solo 3 voti contrari (Stati Uniti, Israele e Palau) una ennesima risoluzione, la 63/7, dal titolo eloquente: «Necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario degli Stati Uniti contro Cuba», nel senso della rimozione di questo pesante embargo;
    l'embargo è sempre apparso come l'espressione più elevata di una politica crudele e inumana, priva di legittimità e tale da provocare fame, malattie e disperazione in seno alla popolazione cubana con gravi conseguenze sulle condizioni di vita nell'isola cubana; non si può sottacere che spesse volte i malati cubani non hanno potuto beneficiare di nuovi mezzi di diagnosi, tecnologie e medicine, ancorché importanti per la propria vita, perché, anche se gli stessi risultavano prodotti o disponibili in un terzo Paese, le leggi del blocco proibivano a Cuba di acquistarli qualora alcuni dei loro componenti o programmi provenissero dagli Stati Uniti;
    tuttavia, come è noto, tutto ciò non ha determinato un cambiamento decisivo delle politiche del regime cubano, né una sua vera crisi; inoltre, con il passare degli anni si è rivelata una decisione contro la quale si sono sempre più espressi tutti i sondaggi di opinione nordamericani;
    in particolare, Cuba ha saputo intercettare le aspettative di cambiamento che hanno attraversato nell'ultimo decennio tutta l'America Latina che ha cessato di essere, grazie al trattato dell'ALBA di cui anche l'isola caraibica fa parte, «il cortile di casa» degli Stati Uniti;
    peraltro, il blocco contro Cuba non è stato solo una questione bilaterale tra Cuba e gli Stati Uniti. La reiterata applicazione extraterritoriale delle leggi nordamericane e la persecuzione contro i legittimi interessi di imprese e cittadini di Paesi terzi hanno colpito notevolmente anche la sovranità di molti altri Stati;
    per anni il Governo di Cuba ha espresso la propria disponibilità alla normalizzazione dei rapporti con il Governo degli Stati Uniti cercando di coinvolgerlo in un eventuale processo di dialogo diretto a migliorare i rapporti, previa rimozione del blocco economie, commerciale e finanziario e la cancellazione di Cuba dalla lista dei Paesi terroristi;
    Ricardo Alarcon, presidente del parlamento cubano aveva anche chiesto all'allora segretario di Stato americano, Hillary Clinton, di revocare «per un anno» l'embargo commerciale, «per vedere a chi veramente giova una misura punitiva del genere, per capire se l'embargo giochi a nostro o non piuttosto a loro favore»;
    il Governo cubano non ha mai nascosto di aver cercato di avviare contatti con la diplomazia vaticana, assai attiva e ascoltata in tema di diritti umani, riconoscendo alla stessa il ruolo di interlocutore privilegiato della società civile e, infatti, come è ormai noto il dialogo tra Santa Sede e L'Avana cominciò nel 1996, protagonisti Fidel Castro e Giovanni Paolo II;
    nei mesi passati, l'attuale pontefice Francesco (con il suo «ministro degli esteri» vaticano, il cardinale Parolin) ha favorito quella convergenza ritenuta dai più impossibile tra i nemici di più di mezzo secolo, un cambiamento storico annunciato contemporaneamente il 17 dicembre 2014 dal presidente americano Barack Obama e da quello cubano Raùl Castro che nei loro due discorsi hanno comunicato che sarebbero stati avviati colloqui per la ripresa delle relazioni diplomatiche. Gli Stati Uniti riapriranno l'ambasciata all'Avana, che è chiusa dal 1961, e allenteranno alcune sanzioni imposte a Cuba e presto ciò porterà anche alla fine dell'embargo; entrambi i presidenti hanno anche pubblicamente ringraziato e riconosciuto al pontefice il ruolo di mediatore avuto in tale storica occasione;
    il 15 aprile 2015 il presidente Obama ha notificato al Congresso la propria intenzione di ritirare Cuba dalla lista degli Stati patrocinatori del terrorismo, ove vi figura dal 1982, attraverso l'invio della relazione e delle certificazioni richieste per l'avvio di tale percorso legislativo; tra l'altro, è bene ricordare che Cuba ha sempre condannato il terrorismo in tutte le sue forme e manifestazioni, nonché qualsiasi azione che miri a fornire incoraggiamento, sostegno, finanziamento e favoreggiamento di atti di natura terroristica, e non è di secondaria importanza il fatto che abbia ratificato tutte le convenzioni e i protocolli in materia di lotta al terrorismo promossi dalle Nazioni Unite;
    proprio il 29 maggio l'ordine di rimozione del Paese centroamericano dalla «lista nera» degli Usa sul terrorismo è stato firmato dal segretario di Stato americano John Kerry; tuttavia, l'esclusione definitiva da questa lista non implicherà un sollievo dal blocco economico, commerciale e finanziario contro Cuba poiché la maggior parte delle leggi e dei regolamenti che hanno imposto la politica di strangolamento economico sono stati emessi prima del 1982 e questo vuol dire che facevano già parte del blocco contro l'isola caraibica;
    il blocco è composto, infatti, da una complessa rete di sanzioni: la legge sul commercio con il nemico (1917), il Foreign Assistance Act (1961) e la Export Administration Act (1979), così come, in attuazione del codificato delle citate leggi, il regolamento per il controllo degli attivi cubani (1963) e il regolamento per l'amministrazione delle esportazioni (1979), emanati prima del 1982, in seguito sono state emanate altre leggi che hanno intensificato la politica di guerra economica contro Cuba: la legge Torricelli (1992), la legge Helms-Burton (1996) e la legge di riforma delle sanzioni commerciali ed espansione delle esportazioni, tutte con un marcato carattere extraterritoriale;
    tuttavia, l'uscita di Cuba dalla lista degli Stati che finanziano il terrorismo potrebbe avere, dato il suo carattere simbolico e politico, un deciso impatto positivo sulla attuale percezione di Paese a rischio da parte delle istituzioni finanziarie e alleviare, anche se in parte, il timore delle banche, in particolare straniere, a sostenere le attività dell'isola caraibica;
    tra le materie ancore controverse resta senz'altro il nodo della sovranità sulla base navale di Guantanamo «affittata» agli Usa nel 1903 in base ad un trattato che l'attuale Governo ha sempre dichiarato illegittimo. In particolare, sul campo di prigionia di Guantanamo e sul regime speciale a cui sono sottoposti i detenuti, lo stesso presidente Obama, all'atto del suo insediamento, ne aveva annunciato l'imminente chiusura che però non è mai avvenuta,

impegna il Governo

a sostenere, in ogni sede e con il coordinamento dell'Unione europea, la ricerca di nuove strade per il superamento della contrapposizione tra Usa e Cuba, in modo che sia accolta finalmente la richiesta pressante che la comunità internazionale ha espresso in seno all'Onu in tutti questi anni affinché sia decretata la fine dell'embargo, ormai anacronistico, che si è dimostrato un ostacolo ai cambiamenti che gli stessi cubani auspicano, purché non dettati da pressioni ed interferenze internazionali.
(7-00706) «Manlio Di Stefano, Grande, Scagliusi, Spadoni, Del Grosso, Sibilia, Di Battista».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

terrorismo

cittadino straniero

diritti umani