ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00671

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 419 del 30/04/2015
Firmatari
Primo firmatario: SPADONI MARIA EDERA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 30/04/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DI STEFANO MANLIO MOVIMENTO 5 STELLE 30/04/2015
DI BATTISTA ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE 30/04/2015
SCAGLIUSI EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 30/04/2015
SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE 30/04/2015
DEL GROSSO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 30/04/2015
GRANDE MARTA MOVIMENTO 5 STELLE 30/04/2015


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00671
presentato da
SPADONI Maria Edera
testo di
Giovedì 30 aprile 2015, seduta n. 419

   La III Commissione,
   premesso che:
    la pianificazione familiare è sempre stata riconosciuta come un diritto umano in Iran, sancito in una politica nazionale introdotta dall'ex Shah Mohammad Reza Pahlavi;
    l'obiettivo era quello di accelerare la crescita economica e di migliorare la condizione delle donne, incoraggiandole a lavorare. Una legge del 1973, entrata in vigore nel 1976, allentò le restrizioni alla sterilizzazione maschile e femminile;
    con la rivoluzione islamica del 1979 i programmi di pianificazione familiare furono smantellati e il governo incoraggiò la procreazione, destinando assegni alle famiglie per ogni bambino nato. Solo dopo la fine della guerra con l'Iraq, il programma di pianificazione familiare iraniano fu rilanciato, con l'obiettivo di limitare le dimensioni della famiglia a tre figli. Delle risorse importanti furono destinate per fornire gratuitamente una vasta varietà di contraccettivi moderni per le coppie sposate. Nel 1990, infatti, l’High Judicial Council affermò che le vasectomie erano coerenti con i principi islamici, rendendole di nuovo socialmente accettabili;
    nel 2006, il presidente Mahmoud Ahmadinejad affermò in Parlamento che due figli non erano abbastanza e che le donne avrebbero dovuto adoperarsi per farne di più, ripristinando i citati assegni per ogni nascita. Dal 2012 il fondo del «controllo della popolazione» del Ministero della salute è stato eliminato e destinato invece a far crescere le famiglie più numerose;
    nel maggio 2014, l'Ayatollah Khamenei ha pubblicato un piano in 14 punti per aumentare i tassi di crescita della popolazione. Il progetto di oggi prevede che la popolazione iraniana raddoppi a 150 milioni entro il 2050;
    l'aborto è illegale in Iran, punibile con una multa e con la reclusione fino a 5 anni, sebbene lo si pratichi comunque in condizioni segrete e spesso non sicure;
    con il rischio di un aumento intenzionale dei costi dei contraccettivi, la trasmissione di infezioni a trasmissione sessuale, compreso l'HIV/AIDS, potrebbero aumentare;
    secondo dati forniti dalle Nazioni Unite, il tasso di natalità in Iran è passato da una media di 6,4 figli per ogni donna di trent'anni fa all'attuale 1,6. Il decreto in 14 punti di Khamenei chiede la creazione di consultori e incentivi finanziari per aiutare i giovani a formare una famiglia e a procreare;
    il leader supremo si è detto preoccupato dell'innalzamento dell'età media di chi si sposa e dell'aumento del 3,4 per cento dei divorzi (dati aggiornati a marzo 2014);
    in questa direzione il Governo iraniano sta cercando di approvare due nuove leggi: nell'agosto 2014 in prima lettura è passata a grande maggioranza la Bill to Increase Fertility Rates and Prevent Population Decline (legge sull'incremento dei tassi di fertilità e sulla prevenzione del declino della popolazione) indicizzata come numero 446, mentre è attualmente in discussione la Comprehensive Population and Exaltation of Family Bill (legge quadro sulla popolazione complessiva e l'esaltazione della famiglia), indicizzata con il numero 315;
    la legge 446 vieta la contraccezione chirurgica e limita l'accesso alle informazioni sui contraccettivi, mentre la legge 315 incentiva i giudici a favorire «la riconciliazione» rispetto al divorzio, premiando con un bonus proprio quei magistrati i cui casi comportino una «riconciliazione» piuttosto che il divorzio. Tale proposta renderebbe ancora più difficile per le donne ottenere il divorzio e fuggire da relazioni violente;
    secondo l'articolo 1130 e 1133 del codice civile iraniano, il diritto dell'uomo al divorzio è illimitato, senza particolari condizioni, a differenza della donna; esclusi casi eccezionali, la donna inoltre dovrà lasciare quasi tutti i suoi averi al marito;
    secondo il codice civile nell'articolo 1043 e 1044, le donne di qualsiasi età, nel caso di primo matrimonio, devono ottenere il nulla osta dal padre o dal nonno oppure dal tribunale; i ragazzi dall'età di 15 anni possono sposarsi senza alcuna autorizzazione;
    la donna non ha facoltà genitoriale nei confronti dei figli, e nemmeno quella di amministrare i suoi possedimenti, al contrario il padre oppure il nonno, in osservanza alla legge, possono vendere l'eredità e i soldi ottenuti a loro piacimento (articoli 1180, 1181 e 1183 del codice civile);
    oltre le discriminazioni già presenti nel codice civile, le due leggi menzionate violano ulteriormente gli obblighi internazionali dell'Iran a rispettare i diritti sessuali e riproduttivi delle donne, compreso il diritto ad accedere, a costi accessibili, a beni, servizi e informazioni di alta qualità sulla contraccezione e a decidere se e quando avere figli;
    queste leggi inoltre aumentano il rischio di violenza domestica per le donne e le ragazze, la discriminazione nei loro confronti nell'ambito lavorativo, in materia di status coniugale o di maternità;
    il Governo iraniano si è impegnato a promuovere i diritti delle donne e delle ragazze, ratificando diversi trattati internazionali sui diritti umani, tra cui il Patto internazionale sui diritti civili e politici, il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, e la Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza,

impegna il Governo:

   a intraprendere ogni iniziativa utile, sia in ambito bilaterale che multilaterale, affinché il Governo iraniano non approvi definitivamente la legge 446 nella sua interezza, eliminando gli articoli che di fatto vietano la contraccezione chirurgica e limitano l'accesso alle informazioni sui contraccettivi;
   ad assumere iniziative affinché il Governo iraniano, fermo restando il diritto all'autodeterminazione e alla sovranità legislativa di ogni Paese, avvii nuovamente programmi di pianificazione familiare per garantire che tutte le donne e le ragazze possano accedere a beni, servizi e informazioni di qualità sulla contraccezione;
   ad assumere iniziative sul piano politico-diplomatico affinché l'Iran ritiri le disposizioni dell'approvanda legge 315, che alimentano la discriminazione nei confronti delle donne nell'ambito lavorativo e rispetto allo status coniugale o di maternità; agiscono come una barriera per ottenere il divorzio, con un impatto discriminatorio sulle donne; incentivano i giudici a favorire «la riconciliazione» sul divorzio e a valutare i loro bonus in base a quanti dei loro casi si sono conclusi con una «riconciliazione» coniugale.
(7-00671) «Spadoni, Manlio Di Stefano, Di Battista, Scagliusi, Sibilia, Del Grosso, Grande».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritti della donna

pianificazione familiare

condizione della donna