ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00596

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 375 del 11/02/2015
Approvazione risoluzione conclusiva
Atto numero: 8/00101
Firmatari
Primo firmatario: TERZONI PATRIZIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 11/02/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BENEDETTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 11/02/2015
DA VILLA MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 11/02/2015
MICILLO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE 11/02/2015
BUSTO MIRKO MOVIMENTO 5 STELLE 11/02/2015
DAGA FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 11/02/2015
DE ROSA MASSIMO FELICE MOVIMENTO 5 STELLE 11/02/2015
MANNINO CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE 11/02/2015
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 11/02/2015
CRIPPA DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 11/02/2015
LUPO LOREDANA MOVIMENTO 5 STELLE 11/02/2015
VALLASCAS ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 11/02/2015
FANTINATI MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE 11/02/2015
DELLA VALLE IVAN MOVIMENTO 5 STELLE 11/02/2015
VIGNAROLI STEFANO MOVIMENTO 5 STELLE 11/02/2015
SPESSOTTO ARIANNA MOVIMENTO 5 STELLE 11/02/2015
VILLAROSA ALESSIO MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE 11/02/2015
BUSINAROLO FRANCESCA MOVIMENTO 5 STELLE 11/02/2015
SARTI GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 11/02/2015
FERRARESI VITTORIO MOVIMENTO 5 STELLE 11/02/2015
COLLETTI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 11/02/2015
COZZOLINO EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 11/02/2015
AGOSTINELLI DONATELLA MOVIMENTO 5 STELLE 11/02/2015
BRESCIA GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 11/02/2015
ROMANO PAOLO NICOLO' MOVIMENTO 5 STELLE 11/02/2015
DELL'ORCO MICHELE MOVIMENTO 5 STELLE 11/02/2015
PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 11/02/2015
L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 11/02/2015
CARIELLO FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 11/02/2015
LIUZZI MIRELLA MOVIMENTO 5 STELLE 10/03/2015
VACCA GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE 11/03/2015
PELLEGRINO SERENA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 16/03/2015
ZARATTI FILIBERTO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 16/03/2015


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Stato iter:
26/03/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 10/03/2015
TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO GOVERNO 10/03/2015
VELO SILVIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 17/03/2015
TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE
BORGHI ENRICO PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO GOVERNO 17/03/2015
VELO SILVIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 17/03/2015
ZARATTI FILIBERTO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
REALACCI ERMETE PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 25/03/2015
REALACCI ERMETE PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO GOVERNO 25/03/2015
VELO SILVIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 25/03/2015
TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 25/03/2015
VELO SILVIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 25/03/2015
BORGHI ENRICO PARTITO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 25/03/2015
VELO SILVIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
PARERE GOVERNO 26/03/2015
VELO SILVIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 10/03/2015

DISCUSSIONE IL 10/03/2015

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 10/03/2015

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 11/03/2015

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 16/03/2015

DISCUSSIONE IL 17/03/2015

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 17/03/2015

DISCUSSIONE IL 25/03/2015

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 25/03/2015

ACCOLTO IL 25/03/2015

PARERE GOVERNO IL 25/03/2015

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 25/03/2015

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 26/03/2015

ACCOLTO IL 26/03/2015

PARERE GOVERNO IL 26/03/2015

APPROVATO (RISOLUZIONE CONCLUSIVA) IL 26/03/2015

CONCLUSO IL 26/03/2015

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00596
presentato da
TERZONI Patrizia
testo di
Lunedì 16 marzo 2015, seduta n. 392

   L'VIII Commissione,
premesso che:
nel summit sul clima tenutosi a New York lo scorso settembre, che ha visto la partecipazione di 120 leader mondiali, il Governo italiano, attraverso le parole del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, aveva preso una chiara posizione per sostenere la lotta ai cambiamenti climatici;
in particolare Renzi ha chiesto impegni vincolanti al fine di raggiungere «un accordo capace di dare il segno della volontà politica» dei partecipanti e ha evidenziato la necessità di «seguire un percorso che porti a una riduzione di emissioni» con target precisi: –40 per cento rispetto al 1990 entro il 2030 e –80 per cento sempre sul 1990, entro il 2050; il premier ha anche affermato l'esigenza di investire strategicamente sulle energie rinnovabili;
nonostante gli impegni assunti da molti Paesi per ridurre la percentuale di energia prodotta da combustibili fossili, molte compagnie petrolifere stanno cercando di investire risorse nella ricerca di nuovi giacimenti di gas e petrolio, sia sulla terraferma, sia in mare;
l'attività di esplorazione e di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in mare o in terraferma comporta inevitabilmente il ricorso ad operazioni invasive e potenziali rischi non eliminabili per l'ambiente e per la salute, così come l'aumento di emissioni climalteranti;
eventuali attività di ricerca e di estrazione nel mare Mediterraneo, di ridotte dimensioni e semichiuso (con due soli accessi naturali, Gibilterra e i Dardanelli, ed uno artificiale, il Canale di Suez), comporterebbero ulteriori problemi considerata la particolare fragilità dell'ecosistema marino, la cui esigenza di tutela dovrebbe essere condivisa da tutti i paesi che vi si affacciano, come previsto del resto dalla direttiva europea 2013/30/UE e dalla convenzione di Barcellona;
il Mediterraneo costituisce appena lo 0,7 per cento della superficie marina globale e il ricambio della massa idrica è stimato in circa 80 anni, mentre il suo bacino è attraversato dal 25 per cento dell'intero traffico petrolifero marittimo mondiale;
all'interno del bacino del mar Mediterraneo, l'Adriatico è il mare che vanta la più alta presenza di piattaforme petrolifere e, allo stesso tempo, il mare che fornisce oltre la metà del pescato in Italia;
secondo i dati forniti dal Piano d'Azione Mediterranea delle Nazioni Unite, ogni anno il Mediterraneo è oggetto di immissioni di idrocarburi per circa 600 mila tonnellate, mentre, a partire dal 1985, si sono verificati 27 incidenti con un totale di 271.900 tonnellate di petrolio sversate; in sostanza il Mediterraneo è il mare con il più elevato inquinamento da petrolio al mondo il quale, unito ad altre forme di inquinamento (scarichi urbani e industriali non depurati, uso dei sostanze chimiche in agricoltura, e altro) rischia di compromettere gravemente l'equilibrio dei suoi ecosistemi;
non va dimenticato che le attività di esplorazione e coltivazione di idrocarburi, oltre a mettere a repentaglio l'integrità di aree di particolare pregio paesaggistico e naturalistico e le numerose attività economiche legate al turismo e alla pesca, comportano un aumento del rischio sismico e vulcanico;
l'Italia, dopo un primo, timido, tentativo di modificare il quadro normativo in materia di coltivazione di idrocarburi al fine di aumentare il livello complessivo di tutela ambientale, ha approvato, con il decreto-legge n. 133 del 2014, denominato «Sblocca Italia», una norma che, di fatto, rappresenta un completo cambio di rotta: da un lato viene attribuito alle attività di prospezione, ricerca ed estrazione di idrocarburi e stoccaggio sotterraneo del gas, carattere di opere di interesse strategico di pubblica utilità, urgenti e indifferibili, dall'altro alle regioni viene tolto ogni ruolo decisionale in merito, espropriandole, di fatto, dei propri poteri;
secondo gli studi effettuati il petrolio presente nei nostri fondali oltre ad essere esiguo è anche ricco di impurità, e di difficile estrazione; il petrolio estratto nell'Adriatico si presenta dunque come una fanghiglia corrosiva, melmosa e densa che necessita di una lunga lavorazione per l'utilizzo di destinazione, a processo che inizia già sulle piattaforme marine;
la maggior parte degli sversamenti di idrocarburi in mare, circa l'80 per cento, è imputabile allo svolgimento di attività di routine di manutenzione degli impianti, di estrazione e trasporto degli idrocarburi; una piattaforma in mare nell'arco della sua vita rilascia mediamente 90.000 tonnellate di sostanze inquinanti; il Mediterraneo ha una densità di catrame pelagico di 38 milligrammi per metro quadro, una percentuale altissima ormai assolutamente insostenibile, che rischia di aumentare ancora con l'avvio di nuove attività di coltivazione di idrocarburi;
in data 6 agosto 2014, le Commissioni riunite VIII ambiente e X attività produttive della Camera hanno approvato una risoluzione (8-00074 risultante dal testo unificato delle risoluzioni 7-00034 Mariastella Bianchi e 7-00086 Cominelli) nella quale, tra l'altro, si impegna il Governo:
a valutare le linee di base delle acque territoriali lungo l'intero perimetro costiero nazionale ai fini del divieto entro le 12 miglia delle attività di ricerca, di prospezione nonché di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in mare;
a non mettere a rischio e a non pregiudicare, neanche potenzialmente, lo stato delle aree di reperimento di parchi costieri e marini e di aree marine protette così come definite dall'articolo 31 della legge n. 979/82, e dagli articolo 34 e 36 della legge n. 394/91, nonché i beni individuati ai sensi delle leggi n. 184/77, n. 77/2006 e n. 689/1994;
a prevedere la sospensione delle attività in zone di elevato rischio sismico, vulcanico, tettonico, così come indicato da indagini scientifiche, preventive di supporto effettuate dagli enti di ricerca INGV, ISPRA e CNR, nonché a prevedere il blocco del rilascio di autorizzazioni in zone di particolare ripopolamento ittico, così come opportunamente indicato da indagini scientifiche preventive di supporto effettuate dagli enti di ricerca INGV, ISPRA e CNR, prevedendo altresì adeguate compensazioni economiche nel caso di danni arrecati agli stock ittici esistenti;
ad adottare le necessarie iniziative volte a una revisione del sistema delle autorizzazioni per le trivellazioni prevedendo il coinvolgimento del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare anche redigendo apposite griglie di valutazione in grado di recepire in modo oggettivo specifici punti di criticità quali ad esempio la presenza di falde acquifere o elevati rischi sismici e rilevanti fragilità geologiche dei territori interessati dall'ipotesi di ricerca clorazione e coltivazione di idrocarburi, supportate dal contributo delle analisi di ISPRA,  INGV e CNR, così come il coinvolgimento degli enti locali e una maggiore trasparenza e pubblicizzazione dei risultati;
a incrementare per le nuove concessioni di coltivazione le aliquote delle royalty fino al 50 per cento rispetto a quelle attualmente vigenti in funzione della produttività degli impianti, anche per individuare misure compensative a favore delle comunità rivierasche o comunque interessate, mutuando schemi quali quello dell'articolo 16 del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1;
a verificare la sussistenza dei requisiti economici e tecnici delle società titolari di permessi di ricerca in modo da garantire efficienza tecnica, sicurezza e pieno rispetto di tutte le prescrizioni e dei vincoli stabiliti dalle autorità competenti: non solo degli obblighi – stabiliti dal Ministero dello sviluppo economico – per la gestione degli impianti e la sicurezza mineraria – ma anche, in particolare, dei vincoli disposti da Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e dagli enti locali per gli aspetti di compatibilità ambientale nella realizzazione e gestione di impianti e pozzi, tenuto conto delle tecniche e delle conoscenze più avanzate per il «buon governo» dei giacimenti;
dopo la conversione in legge del decreto-legge «sblocca Italia» sei regioni – Abruzzo, Campania, Lombardia, Marche, Puglia e Veneto – hanno impugnato di fronte alla Corte Costituzionale la legge n. 166 del 2014 di conversione del decreto n. 133 del 2014; in sostanza le regioni hanno deciso di contrastare la forzatura dirigistica, voluta dal Ministero dello sviluppo economico, e contraria al Titolo V della Costituzione, che bypassa l'intesa con le regioni e stabilisce corsie preferenziali e poco trasparenti per le valutazioni ambientali e per il rilascio di concessione uniche di ricerca e coltivazione di idrocarburi;
a rendere ancora più preoccupante il futuro del mare Mediterraneo, in particolare del mare Adriatico, c’è la decisione del governo croato di consentire, come annunciato dal Ministro degli affari esteri Ivan Vrdoliar, le trivellazioni petrolifere nelle proprie acque territoriali;
nei giorni scorsi il Governo di Zagabria ha comunicato l'esito del bando sulle prime dieci aree (su 29), ognuna delle quali si estende su 1.000-1.600 chilometri quadrati: il consorzio costituito dall'americana Marathon Oil e dall'austriaca Omv ne ha ottenute sette, mentre due licenze sono andate alla società pubblica croata Ina e all'ungherese Mol e una al consorzio tra ENI e l'inglese Medoilgas;
tra i rischi connessi alle attività estrattive nel mare Adriatico c’è anche la presenza di molti ordigni bellici inesplosi, che potrebbero provocare danni enormi all'ambiente e all'ecosistema;
la questione è stata affrontata anche nel Parlamento europeo, con un'interrogazione nella quale si è affermato che le coste croate distano 100 chilometri da quelle di Venezia, che la disposizione sottomarina di alcuni giacimenti sconfina in acque territoriali italiane e che l'ecosistema marino dell'Adriatico, caratterizzato anche dal fenomeno della subsidenza, è estremamente fragile e si è chiesto alla Commissione europea come intenda agire sulle possibili conseguenze di nuove attività di estrazione di idrocarburi nell'Adriatico e se intenda fermare lo sfruttamento dei giacimenti di idrocarburi nell'Adriatico ancora non aperti;
la Commissione, pur nell'ambito di una risposta interlocutoria, ha in ogni caso ribadito che i progetti di prospezione petrolifera e lo svolgimento delle ricerche devono rispettare la direttiva sulla sicurezza delle operazioni in mare, la direttiva sulla valutazione dell'impatto ambientale, la direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino e, ai sensi del protocollo offshore, la convenzione per la protezione del mare Mediterraneo dall'inquinamento,

impegna il Governo:

ad attivarsi in tutte le sedi, comunitarie ed internazionali, al fine di tutelare il mare Adriatico da interventi che potrebbero causare danni irrimediabili all'ambiente marino, patrimonio dell'intera umanità, ricorrendo, a all'uopo, a tutti gli strumenti di tutela previsti dal diritto internazionale e comunitario, sia invocando principi di prevenzione e di precauzione, sia facendo ricorso alle convenzioni, alle direttive ed ai trattati internazionali, tra cui la Convenzione di Barcellona del 16 febbraio 1976, relativa specificamente alla salvaguardia del mare Mediterraneo, considerato «area speciale» proprio per la sua particolare valenza ecologica, la Convenzione di Londra del 1954 sulle regole di prevenzione dell'inquinamento da idrocarburi, la Convenzione sul diritto del mare di Montego Bay del 1982, finalizzata alla protezione dell'ambiente marino dall'inquinamento, che impone l'obbligo di proteggere e preservare l'inquinamento marino e la Convenzione di Bruxelles sulla responsabilità civile per l'inquinamento da idrocarburi del 29 novembre 1969;
a promuovere l'istituzione di una Zona di protezione ecologica nel mare Adriatico, con l'obiettivo di tutelare la biodiversità e gli ecosistemi marini e il patrimonio dei fondali del mare Adriatico, in attuazione delle disposizioni della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare di Montego Bay del 10 dicembre 1982.
(7-00596) «Terzoni, Benedetti, Da Villa, Micillo, Busto, Daga, De Rosa, Mannino, Zolezzi, Crippa, Lupo, Vallascas, Fantinati, Della Valle, Vignaroli, Spessotto, Villarosa, Businarolo, Sarti, Ferraresi, Colletti, Cozzolino, Agostinelli, Brescia, Paolo Nicolò Romano, Dell'Orco, Parentela, L'Abbate, Cariello, Liuzzi, Vacca, Pellegrino, Zaratti».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

inquinamento marino

sorveglianza dell'ambiente

inquinamento da idrocarburi