ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00562

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 360 del 12/01/2015
Firmatari
Primo firmatario: MARAZZITI MARIO
Gruppo: PER L'ITALIA - CENTRO DEMOCRATICO
Data firma: 12/01/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CAPELLI ROBERTO PER L'ITALIA - CENTRO DEMOCRATICO 12/01/2015
GIGLI GIAN LUIGI PER L'ITALIA - CENTRO DEMOCRATICO 12/01/2015


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00562
presentato da
MARAZZITI Mario
testo di
Lunedì 12 gennaio 2015, seduta n. 360

   Le Commissioni III e XII,
   premesso che:
    l'epidemia di Ebola rappresenta una «emergenza di salute pubblica di livello internazionale», come ha stabilito il comitato di emergenza istituito dall'Oms, ed è «la peggiore che si sia avuta in almeno 40 anni e serve uno sforzo coordinato a livello internazionale per fermare la diffusione del virus»;
    il 18 settembre 2014, il consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha riconosciuto la crescente diffusione dell'Ebola come «una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale» e ha adottato all'unanimità la risoluzione 2177/2014, per la creazione di un'iniziativa a livello ONU per coordinare le attività di tutte le agenzie delle Nazioni Unite per affrontare la crisi;
    il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ha stanziato circa 1,5 milioni di euro per contrastare l'epidemia di Ebola che sta colpendo alcuni Paesi dell'Africa Occidentale;
    la cooperazione italiana ha stanziato, un contributo di 240.000 euro per l'Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) per l'invio di medici, la fornitura di medicine e di attrezzature, il rafforzamento dei sistemi di sorveglianza epidemiologica e il coordinamento e supporto logistico delle attività di risposta all'emergenza;
    sul Corriere della Sera del 21 dicembre 2014, con riferimento alle difficoltà di personale in cui versa il centro di trattamento per l'infezione da virus Ebola, aperto da Emergency nei pressi di Freetown (Sierra Leone), epicentro dell'infezione, Gino Strada ha lamentato che «Da più di due mesi in Italia si sentono politici che promettono aspettative per ragioni umanitarie, provvedimenti ad hoc.», mentre invece «La verità è che fino a ora quasi tutti coloro che hanno chiesto il permesso di partire se lo sono visto rifiutare». Il fondatore dell'organizzazione umanitaria invocava indicazioni precise alla regioni e alle ASL, non suggerimenti, per concedere le necessarie aspettative, così come avviene in altri paesi perché «l'Italia deve fare la sua parte, e in fretta. I pazienti non aspettano e ogni giorno qualcuno muore perché mancano i medici che l'avrebbero potuto curare»;
    l'accorato appello di Emergency ripropone, con l'urgenza dettata dall'epidemia di Ebola, l'annoso e più generale problema della possibilità per il personale sanitario di poter effettivamente fruire del diritto all'espatrio temporaneo per ragioni di cooperazione sanitaria internazionale;
    l'istituto del collocamento in aspettativa appare di fondamentale importanza per consentire l'espatrio dei dipendenti della pubblica amministrazione che intendono partecipare a progetti di collaborazione internazionale;
    tale istituto, previsto pure nella precedente normativa, è stato di recente riaffermato dal comma 3 dell'articolo 28 della nuova legge sulla disciplina generale sulla cooperazione internazionale per lo sviluppo, approvata definitivamente dalla Camera il 17 luglio 2014;
    per quanto riconosciuto dalla legge, il diritto all'aspettativa per l'espatrio ai fini di cooperazione internazionale appare nella realtà molto difficilmente esercitabile. L'effettivo godimento di tale diritto rischia, tuttavia, di cozzare contro il diniego del nulla-osta dell'amministrazione di provenienza, motivato dal fatto che, in mancanza di effettiva temporanea sostituzione del dipendente, si sarebbe messa a rischio l'efficienza di servizi quasi sempre essenziali;
    tale rischio si realizza per il fatto che, benché l'aspettativa venga concessa al dipendente senza assegni, tuttavia l'amministrazione di provenienza deve continuare a corrispondere al dipendente i contributi previdenziali per tutto il periodo dell'espatrio, rendendo impossibile la sua sostituzione senza che si determini sull'amministrazione stessa un aggravio di spesa;
    tale difficoltà rischia di penalizzare soprattutto la cooperazione sanitaria internazionale, stante la cronica carenza di organico medico e infermieristico di molti servizi, presente soprattutto per quegli uffici ed attività come quelle delle professioni sanitarie – per i quali è anche in vigore il blocco del turn over;
    per evitare tali evenienze, che minano alle basi l'efficacia di questa legge nella sua quotidiana applicazione, appare fondamentale che il personale che chiede il collocamento in aspettativa per partecipare a progetti di cooperazione internazionale, possa essere sostituito con contratti a tempo determinato garantendo, in pari tempo, alla amministrazione di provenienza la copertura di tutti gli oneri legati alla sua sostituzione, ivi compresi quelli previdenziali;
    nel corso dell'esame della nuova disciplina generale sulla cooperazione internazionale per lo sviluppo, la questione è stata dibattuta e si è giunti all'accoglimento di ordine del giorno da parte del Governo con il quale si prevedeva la convocazione di un tavolo tecnico per individuare le modalità con cui assicurare la possibilità per le amministrazioni di provenienza, anche in deroga ai vincoli che regolano il turn over e a invarianza di spesa, di prevedere, per comprovate esigenze, l'immissione in servizio di figure professionali di pari livello, con contratto a tempo determinato, fino alla durata del periodo di aspettativa richiesto dal titolare, mantenendo a carico del progetto di cooperazione i contributi previdenziali per il personale espatriato;
    il comma 599 dell'articolo 2 della legge di stabilità 2015, autorizza, anche in deroga alle norme vigenti, le richieste di aspettativa, nel limite di 6 mesi, da parte di personale medico o paramedico che intenda prestare la propria opera nei Paesi del continente africano attualmente interessati dal fenomeno del virus Ebola;
    tale disposizione, per quanto importante, appare temporalmente circoscritta e limitata al solo focolaio infettivo del virus Ebola;
    essa inoltre non risolve il problema economico delle ASL per gli oneri previdenziali in caso di sostituzione temporanea del personale sanitario espatriato;
    appare indifferibile una risoluzione definitiva della difficoltà all'espatrio del personale sanitario che mina l'efficacia stessa della cooperazione sanitaria italiana,

impegnano il Governo:

   a valutare l'opportunità di assumere iniziative per prevedere il trasferimento delle spese sostenute per il pagamento dei contributi previdenziali del personale sanitario impegnato in progetti di cooperazione internazionale a carico del finanziamento dei progetti medesimi, lasciando in tal modo a totale disposizione delle aziende sanitarie i mancati costi per il personale collocato in aspettativa senza assegni;
   a considerare la possibilità di assumere iniziative per rendere obbligatoria la concessione dell'aspettativa al personale sanitario che la richiede per partecipare a progetti di cooperazione internazionale, in considerazione della possibilità che si determinerebbe per le aziende sanitarie di poterlo temporaneamente sostituire senza alcun onere aggiuntivo.
(7-00562) «Marazziti, Capelli, Gigli».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

professione sanitaria

malattia

piano di sviluppo