ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00533

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 334 del 19/11/2014
Abbinamenti
Atto 7/00996 abbinato in data 17/05/2016
Approvazione risoluzione conclusiva
Atto numero: 8/00183
Firmatari
Primo firmatario: BERNINI MASSIMILIANO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 19/11/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE 19/11/2014
BENEDETTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 19/11/2014
GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 19/11/2014
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 19/11/2014
L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 19/11/2014
BUSTO MIRKO MOVIMENTO 5 STELLE 19/11/2014
DAGA FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 19/11/2014
DE ROSA MASSIMO FELICE MOVIMENTO 5 STELLE 19/11/2014
MANNINO CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE 19/11/2014
MICILLO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE 19/11/2014
SEGONI SAMUELE MOVIMENTO 5 STELLE 19/11/2014
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 19/11/2014
LUPO LOREDANA MOVIMENTO 5 STELLE 16/09/2015
PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 16/09/2015


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Stato iter:
18/05/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 16/09/2015
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 16/09/2015
ZANIN GIORGIO PARTITO DEMOCRATICO
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO GOVERNO 16/09/2015
CASTIGLIONE GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 27/01/2016
SANI LUCA PARTITO DEMOCRATICO
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE
OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO PARTITO DEMOCRATICO
TARICCO MINO PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 04/05/2016
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE
SANI LUCA PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 17/05/2016
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE
OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO PARTITO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 18/05/2016
CASTIGLIONE GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 18/05/2016
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 16/09/2015

DISCUSSIONE IL 16/09/2015

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 16/09/2015

DISCUSSIONE IL 27/01/2016

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 27/01/2016

DISCUSSIONE IL 04/05/2016

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 04/05/2016

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 17/05/2016

DISCUSSIONE IL 17/05/2016

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 17/05/2016

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 18/05/2016

ACCOLTO IL 18/05/2016

PARERE GOVERNO IL 18/05/2016

DISCUSSIONE IL 18/05/2016

APPROVATO (RISOLUZIONE CONCLUSIVA) IL 18/05/2016

CONCLUSO IL 18/05/2016

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00533
presentato da
BERNINI Massimiliano
testo presentato
Mercoledì 19 novembre 2014
modificato
Mercoledì 16 settembre 2015, seduta n. 483

   La XIII Commissione,
premesso che:
il patrimonio forestale nazionale rappresenta un bene economico-sociale di elevato interesse pubblico ed è parte costituente delle risorse ambientali e naturali del Paese ma anche del suo patrimonio storico-culturale, identitario ed economico;
la materia forestale è un tema d'interesse strategico per l'Italia e trasversale a diverse politiche (economica, ambientale, sociale, culturale), in considerazione anche degli impegni internazionali sottoscritti dal Governo italiano e gli obblighi e le indicazioni comunitarie in materia ambientale e di sviluppo sostenibile che hanno influenzato e che influenzeranno le scelte politiche del nostro Paese;
come noto, grazie all'inventario nazionale delle foreste e dei serbatoi di carbonio (INFC 2005), il patrimonio forestale nazionale copre oggi il 34 per cento della superficie nazionale, per un totale di oltre 10,5 milioni di ettari. Rispetto al secondo dopoguerra la superficie si è triplicata a discapito di aree agricole e pascolive abbandonate e si continua a registrare un trend positivo con un incremento di oltre 60 mila ettari annui nei soli ultimi 20 anni;
di questa superficie, il 63 per cento è di proprietà privata e il 32 per cento di proprietà pubblica e in particolare, di questa quota il 66 per cento è in carico ai comuni, mentre il 24 per cento è la proprietà delle regioni e dello Stato;
l'80 per cento della risorsa bosco è ubicata nelle aree rurali e interne del paese, con problemi complessivi di sviluppo;
l'86,6 per cento della superficie forestale nazionale è sottoposta a forme di regolamentazione vincolistica (vincolo idrogeologico, paesaggistico) e più del 25 per cento in aree sottoposte a tutela ambientale (parchi, riserve e Rete natura 2000);
appena il 15,7 per cento dei boschi italiani è regolamentato da strumenti di pianificazione della gestione e si registra un abbandono colturale per oltre il 60 per cento dei boschi nazionali;
a causa dei frequenti quanto repentini cambiamenti delle condizioni climatiche si assiste a un progressivo intensificarsi dei fenomeni di dissesto e instabilità dei versanti (su 712.000 frane censite in Europa nel 2012, 486.000 ricadono nel territorio italiano e di cui oltre l'80 per cento è localizzato nei territori montani), con gravi problemi di sicurezza, incolumità pubblica e di tutela e mantenimento degli equilibri ecologici;
secondo i dati forniti dall'Osservatorio foreste INEA la strategia forestale nazionale definita dal Programma Quadro per il settore forestale (approvato in Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano il 18 dicembre 2008), rimane ancora inattuata, in particolare a causa della sovrapposizione di competenze e ruoli istituzionali a livello nazionale, regionale e locale che oltre a generare incertezze, contenziosi e appesantimento negli iter burocratici costituiscono un limite, con conseguente immobilismo nella gestione selvicolturale, per la tutela e valorizzazione del patrimonio forestale nazionale a svantaggio delle politiche di sviluppo, di gestione e tutela e conservazione del territorio;
l'attuale legislazione in materia forestale risulta strettamente legata alle normative vincolistiche di tutela e salvaguardia di altri interessi strettamente pubblici (ambiente, cultura e paesaggio, difesa del suolo, e altro) tendendo, a differenza del resto d'Europa, a limitare le attività di gestione del patrimonio forestale, pubblico e privato;
gli interventi normativi internazionali, paneuropei e comunitari ribadiscono che la tutela e valorizzazione della risorsa forestale, in particolare in un contesto storicamente antropizzato come quello italiano, sia strettamente collegata a una attiva e sostenibile gestione (in contrapposizione all'abbandono delle attività colturali), strumento fondamentale a garantire nel medio lungo periodo, l'interesse dell'individuo e della collettività, la sicurezza e il presidio del territorio, la salvaguardia del paesaggio e della biodiversità, il contrasto dei fenomeni di abbandono e di declino demografico, il sostegno e il rilancio dei processi di sviluppo socioeconomico locale e del sistema Paese;
i «Servigi senza prezzo o esternalità positive», che definiscono la multifunzionalità del patrimonio forestale (servizi ricreativi, sociali, culturali e ambientali), sono sempre più riconosciuti e richiesti dalla società moderna ma strettamente collegati alle attività di gestione; inoltre i prodotti forestali e le attività connesse alla gestione e utilizzazione agiscono positivamente sullo sviluppo d'importanti settori economici (costruzioni, pannelli, industria cartaria, riciclo, energia, commercio, agricoltura);
attualmente sono disponibili annualmente 32,5 milioni di metri cubi di biomasse forestali ma solamente 6,3 (dato Eurostat 2012) vengono effettivamente utilizzati dall'industria del legno e dell'energia. L'utilizzazione delle risorse forestali in Italia si assesta, ufficialmente su una media del 30-35 per cento dell'incremento annuo, valore che rimane molto inferiore alla media europea del 65 per cento;
l'industria italiana di lavorazione del legno, primo esportatore in Europa e secondo nel mondo in termini di fatturato, importa oltre 80 per cento delle materie prime dall'estero ed in particolare da Paesi in cui i criteri della gestione forestale sostenibile non vengono attuati (in Italia sono stati recepiti dalla normativa nazionale con il decreto legislativo n. 227 del 2001). Inoltre l'Italia è il primo importatore al mondo di biomasse legnose ad uso energetico;
la filiera foresta-legno si articola in Italia con oltre 125.000 imprese per un totale di circa 620 mila occupati e trova nella gestione forestale la sua base produttiva;
il patrimonio forestale italiano rappresenta un'economia non delocalizzabile e i settori economici a esso collegato presentano importanti potenzialità, anche nell'ambito della green economy, produttive, occupazionali e di sviluppo in particolare per le aree montane e rurali, senza trascurare i benefici ambientali che una gestione attiva garantisce a tutta la società. Concetto ribadito anche dalla Strategia forestale europea del 2013 (COM(2013)659 final del 20 settembre 2013);
è di tutta evidenza che il settore forestale e quello del legno italiano non esprimono pienamente le rispettive potenzialità, con gravi conseguenze anche per la salvaguardia dell'ambiente e il presidio del territorio;
il 2011 è stato l'Anno internazionale delle foreste e l'obiettivo fissato dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite che lo ha istituito è quello di sostenere l'impegno verso la gestione sostenibile del patrimonio boschivo a beneficio delle generazioni attuali e future partendo dalla promozione della comunicazione e dell'informazione rispetto agli importanti ruoli che proprio le foreste svolgono;
nella gestione attiva del territorio l'agricoltura nei campi e la selvicoltura nelle foreste rivestono un ruolo fondamentale per il mantenimento della stabilità ambientale in ambito di biodiversità, ciclo dell'acqua, assetto idrogeologico, fissazione dell'anidride carbonica e prevenzione dei fenomeni di riscaldamento globale, bisogna considerare l'aspetto legato all'economia e al ruolo chiave che la loro gestione potrebbe avere per lo sviluppo di molte aree rurali, intendendo con la parola «gestione forestale» non solo l'utilizzazione della risorsa legno ma anche e soprattutto la valorizzazione dei prodotti non legnosi, produzione di servizi e sviluppo di attività turistiche, ricreative e culturali;
le foreste accolgono una platea di fruitori in costante aumento e con esigenze diversificate e spesso poco conciliabili, circostanza che richiede l'attivazione urgente di politiche concrete in grado di mediare tra gli interessi produttivi, le necessità ambientali e le esigenze sociali legate al patrimonio forestale; è indispensabile trovare la sintesi tra offerta di prodotti e servizi in grado, da una parte di soddisfare le richieste di approvvigionamento di materia prima e prodotti forestali per le filiere industriali, e dall'altra di garantire la conservazione degli ecosistemi e la loro fruibilità turistica;
le esigenze ambientali e le necessità produttive stanno alla base della «Gestione Forestale Sostenibile» (GSF), un concetto che ha ricevuto l'ufficialità nel 1992 in occasione della conferenza di Rio de Janeiro e che è stato poi sviluppato nelle Conferenze ministeriale sulla protezione delle foreste in Europa e pianamente recepito e integrato nella normativa nazionale e regionale con il decreto legislativo 227 del 2001;
nel 2007 con la quinta Conferenza tenutasi a Vienna è stata ribadita la necessità di intraprendere politiche in grado di far conciliare le funzioni economiche e sociali delle foreste con l'esigenza di salvaguardarne le valenze ecologiche, ponendo particolare attenzione sul fondamentale ruolo svolto nella lotta al cambiamento climatico;
nel 2011 si è svolta a Oslo l'ultima Conferenza internazionale con la quale si è dato mandato a un Comitato intergovernativo di negoziato (INC) di disciplinare la protezione e la gestione sostenibile delle foreste europee attraverso una convenzione giuridicamente vincolante;
il 20 settembre 2013 la Commissione europea ha presentato la nuova strategia dell'UE per le foreste. Il documento rappresenta la concretizzazione del percorso sopra descritto riconoscendo l'importanza delle foreste e della loro gestione non solo per lo sviluppo rurale ma anche per l'ambiente e la biodiversità, per le industrie forestali, la bioenergia e la lotta contro i cambiamenti climatici. La strategia allarga lo sguardo al di fuori delle foreste prendendo in esame gli effetti positivi che una corretta gestione forestale può far ricadere sul tessuto sociale locale. Punto di partenza della strategia è l'istituzione di un sistema di informazione forestale e la raccolta di dati armonizzati a livello europeo sulle foreste. Per questo motivo all'interno del documento vengono elencati una serie di impegni di cui ogni Stato membro deve farsi carico;
nel nostro Paese l'attuazione di un indirizzo politico unitario e integrato della gestione delle proprietà forestali (pubbliche, private e collettive) risulta particolarmente difficile, posto che la complessa struttura della nozione ambientale e paesaggistica hanno comportato, nell'evoluzione della disciplina giuridica nazionale, una controversa articolazione della normativa per la sua stessa tutela, conservazione e valorizzazione;
l'attuale base normativa risulta oggi inadeguata rispetto alle nuove normative comunitarie e alle sempre più crescenti necessità economiche ed esigenze sociali, oltre che insufficiente a garantire un'efficace e diffusa attuazione sul territorio nazionale delle azioni necessarie all'adempimento degli indirizzi e delle linee d'intervento europee e degli impegni internazionali in materia ambientale, energetica e climatica assunti dal nostro Paese;
le politiche forestali sono demandate alle regioni le quali hanno legiferato esclusivamente in base alle caratteristiche peculiari dei diversi territori e delle diverse realtà che compongono il quadro del mondo forestale italiano;
manca una politica unitaria nazionale in grado di armonizzare le attività di gestione sul territorio, valorizzare l'economia forestale italiana e presentare a livello comunitario una posizione unica che rappresenti l'intero Paese;
il ruolo del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (in coordinamento con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare), rimane quello di elaborare linee di programmazione e di indirizzo politico in materia forestale per questioni di valenza nazionale e sovranazionale, nonché quello di rappresentare l'Italia nelle preposte sedi comunitarie e internazionali e curare il raccordo delle misure stabilite in tali consessi a scala nazionale; il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rappresenta infatti l'Italia in ambito europeo (nel Gruppo di lavoro Foreste del Consiglio, nel Comitato permanente forestale della commissione, nel comitato FLEGT/timber regulation e nei vari altri gruppi di lavoro tematici afferenti alle DDGG Agricoltura, Ambiente e Eurostat) e internazionale (iniziative promosse dall'UNECE nei Gruppi di esperti sugli incendi, sul monitoraggio forestale, sul legno, e altro, dalla FAO nel COFO, Sylva mediterranea, ecc., e nel MCPFE-Forest Europe); a livello operativo, per svolgere questi ruoli, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali si avvale oggi di valide competenze interne, seppur frammentate in diverse direzioni ministeriali, e del supporto scientifico e tecnico degli enti vigilati (in particolare dell'Osservatorio foreste dell'INEA e del CRA), di consulenti esterni e del Corpo forestale dello Stato;
considerando gli impegni in essere e prossimi in cui la materia forestale ha già e acquisterà sempre più rilevanza e trasversalità, l'opportunità di valorizzare le competenze e le funzioni oggi disarticolate e non riconosciute, costituisce un investimento operativo che ha la potenzialità di migliorare l'efficienza, la competitività, la sicurezza e la rappresentatività del Paese,

impegna il Governo

ad attivare presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali un ufficio permanente di coordinamento forestale, oggi mancante, che rappresenti l'unico punto di riferimento e di indirizzo per le politiche forestali nazionali nel rispetto delle competenze e dei ruoli che la Costituzione definisce circa i rapporti fra Stato e regioni, e svolga in modo continuativo le funzioni di coordinamento istituzionale e inter-istituzionale per le amministrazioni nazionali e regionali competenti in materia di politica e programmazione forestale, nonché di raccordo per tutte le iniziative internazionali e comunitarie in materia forestale, anche al fine di assicurare la presenza costante e qualificata dell'Italia in tali sedi, facendo sì che tale ufficio, senza oneri aggiuntivi per il bilancio dello Stato, possa avvalersi delle competenze e del personale presente nelle strutture interne ed esterne al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (come l'Osservatorio foreste dell'INEA, il CRA e il CFS) anche a mezzo di apposite convenzioni e accordi di programma al fine di assicurare così piena efficacia e aggiornamento alla strategia forestale nazionale definita dal Programma quadro per il settore forestale, dando in tal modo reale seguito agli impegni internazionali sottoscritti dal Governo italiano e degli obblighi e indicazioni comunitarie in materia ambientale e di sviluppo sostenibile in rapporto alle indicazioni con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, il Ministero dello sviluppo economico, il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e le regioni.
(7-00533) «Massimiliano Bernini, Terzoni, Benedetti, Gagnarli, Gallinella, L'Abbate, Busto, Daga, De Rosa, Mannino, Micillo, Segoni, Zolezzi, Lupo, Parentela».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

politica forestale

silvicoltura

protezione dell'ambiente