ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00521

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 329 del 11/11/2014
Abbinamenti
Atto 7/00450 abbinato in data 12/11/2014
Atto 7/00500 abbinato in data 12/11/2014
Atto 7/00527 abbinato in data 19/11/2014
Approvazione risoluzione conclusiva
Atto numero: 8/00088
Firmatari
Primo firmatario: GAGNARLI CHIARA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 11/11/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 11/11/2014
LUPO LOREDANA MOVIMENTO 5 STELLE 11/11/2014
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 11/11/2014
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE 11/11/2014
BENEDETTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 11/11/2014
PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 11/11/2014


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Stato iter:
27/11/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO PARLAMENTARE 12/11/2014
ZANIN GIORGIO PARTITO DEMOCRATICO
ZACCAGNINI ADRIANO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE
ROMANINI GIUSEPPE PARTITO DEMOCRATICO
SANI LUCA PARTITO DEMOCRATICO
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE
BORDO FRANCO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 19/11/2014
SANI LUCA PARTITO DEMOCRATICO
ZANIN GIORGIO PARTITO DEMOCRATICO
GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE
ROMANINI GIUSEPPE PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 27/11/2014
ZANIN GIORGIO PARTITO DEMOCRATICO
CAON ROBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE
BORDO FRANCO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE
 
PARERE GOVERNO 27/11/2014
CASTIGLIONE GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 12/11/2014

DISCUSSIONE IL 12/11/2014

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 12/11/2014

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 19/11/2014

DISCUSSIONE IL 19/11/2014

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 19/11/2014

DISCUSSIONE IL 27/11/2014

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 27/11/2014

ACCOLTO IL 27/11/2014

PARERE GOVERNO IL 27/11/2014

APPROVATO (RISOLUZIONE CONCLUSIVA) IL 27/11/2014

CONCLUSO IL 27/11/2014

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00521
presentato da
GAGNARLI Chiara
testo di
Martedì 11 novembre 2014, seduta n. 329

   La XIII Commissione,
   premesso che:
    secondo la relazione della Commissione al Consiglio ed al Parlamento europeo, COM(2013)683 final, del 4 ottobre 2013, l'agricoltura resta la principale fonte dell'azoto rilasciato nell'ambiente, come nei precedenti periodi di monitoraggio, nonostante la pressione esercitata dalle attività agricole si sia ridotta nel periodo 2008-2011, rispetto al periodo 2004-2007, per quel che riguarda il numero di bovini, suini e ovini, mentre sia rimasta stabile per quanto concerne il pollame. Nel contempo, il consumo di fertilizzanti chimici pare sia diminuito, ma va comunque annoverato tra le fonti importanti di apporto di azoto di origine agricola;
    la direttiva 91/676/CEE del Consiglio mira a proteggere le acque dall'inquinamento provocato dai nitrati di origine agricola grazie a diverse misure la cui attuazione spetta agli Stati membri. Tali misure riguardano il monitoraggio delle acque superficiali e sotterranee, la designazione delle zone vulnerabili, l'elaborazione di codici di buona pratica agricola, l'adozione di programmi d'azione e la valutazione delle azioni realizzate; la direttiva «Nitrati» è parte integrante della normativa quadro in materia di acque – direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2000 – ed è uno degli strumenti chiave per la protezione delle acque dalle pressioni agricole;
    la direttiva sui nitrati prevede la possibilità di concedere deroghe al limite massimo di 170 chilogrammi di azoto per ettaro all'anno proveniente dagli effluenti di allevamento, a condizione che siano rispettati i criteri oggettivi stabiliti nell'allegato III della direttiva e che le quantità in deroga non pregiudichino il conseguimento degli obiettivi della direttiva. Le deroghe sono concesse mediante decisione della Commissione, sentito il parere del «Comitato nitrati». All'Italia è stata concessa la deroga, in virtù della decisione di esecuzione della Commissione 2011/721/UE per le regioni Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto, ed è estesa fino al 31 dicembre 2015 la durata del programma d'azione. Tuttavia, ad oggi, solo una minima percentuale di aziende agricole ne hanno usufruito;
    come è ovvio, gli standard di gestione imposti agli agricoltori che beneficiano delle deroghe devono essere più elevati rispetto a quelli dei programmi di azione, con ulteriori obblighi per quanto concerne la pianificazione dei nutrienti e ulteriori vincoli per quel che riguarda la gestione dei terreni. Per questo la Commissione è orientata a continuare ad adottare queste misure adeguate ad assicurare la qualità dei programmi, soprattutto in sede di concessione di nuove deroghe o di proroga di deroghe vigenti, anche tenendo conto delle tendenze nella qualità delle acque;
    l'allegato 7/A-III alla parte terza del decreto legislativo 152 del 2006 ha già individuato, in prima battuta, le aree vulnerabili da nitrati di origine agricola, mentre le regioni, ai sensi dell'articolo 92, comma 2, del Decreto legislativo 152 del 2006, hanno potuto individuare ulteriori zone vulnerabili, da aggiornare ogni 4 anni. Nelle zone individuate, come prescrive il testo unico ambientale, dovrebbero essere attuati i programmi di azione obbligatori per la tutela e il risanamento delle acque dall'inquinamento da nitrati di origine agricola, redatti dalle regioni, nonché le prescrizioni contenute nel codice di buona pratica agricola di cui al decreto del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali del 19 aprile, 1999, anch'esso soggetto ad integrazione da parte delle regioni. Ad oggi, risulta che 18 regioni avrebbero individuato le suddette zone che corrisponderebbero ad oltre il 50 per cento della SAU, con punte dell'80 per cento della SAU della regione Lombardia. Nonostante ciò, nessuna misura risulta sia stata applicata per la riduzione dell'apporto dei nitrati e per la salvaguardia delle acque;
    il comma 7-ter dell'articolo 36 del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, ha previsto che entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto (18 marzo 2013), le regioni e le province autonome, in conformità all'accordo Stato-regioni del 2011, avrebbero dovuto procedere all'aggiornamento delle zone vulnerabili da nitrati di origine agricola. In caso di inerzia il Governo avrebbe potuto esercitare il potere sostitutivo, secondo quanto previsto dall'articolo 8 della legge 5 giugno 2003, n. 131, entro un anno dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto (18 dicembre 2013). Entrambi i termini sono decorsi infruttuosamente;
    dai risultati presentati al «tavolo dei nitrati» del 28 maggio 2014, è emerso che il territorio italiano è prevalentemente soggetto alla presenza di sorgenti multiple di inquinamento da nitrati, che annoverano, oltre agli apporti di origine agricola, quelli civili (specialmente nelle zone costiere turistiche) e quelli industriali. A tal riguardo, appare opportuno un approfondimento analitico delle fonti di inquinamento, distinguendo la responsabilità del sistema agricolo rispetto a quelle dei sistemi civili ed industriali;
    la relazione della Commissione COM(2013)683 final evidenzia che la qualità generale dei programmi di azione è migliorata: le misure sono diventate più rigide, le metodologie di fertilizzazione sono migliorate e l'applicabilità è stata rafforzata. Anche la consapevolezza degli obblighi derivanti dalla direttiva sta migliorando. Permangono, tuttavia, diversi problemi, soprattutto legati alla limitazione dell'applicazione al terreno di fertilizzanti e alle misure relative alla capacità e alla costruzione dei depositi per gli effluenti di allevamento. Lo stoccaggio degli effluenti, infatti, costituisce un importante onere finanziario per gli agricoltori, che però è compensato dal minor utilizzo di fertilizzanti minerali (il che comporta anche una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra), grazie alla maggiore efficienza dell'azoto negli effluenti di allevamento e alle migliori condizioni di lavoro per gli agricoltori;
    in alcuni Stati membri, evidenzia inoltre la relazione della Commissione, desta preoccupazione la mancanza di informazioni circa l'efficacia dei programmi di azione nel prevenire e ridurre l'inquinamento delle acque provocato dai nitrati. Il miglioramento, sarebbe in questi casi ostacolato da diversi fattori, non solo correlati all'inadeguatezza di alcune misure dei programmi di azione, ma anche alla loro applicazione a territori troppo piccoli o frammentati, come nel caso dell'Italia, in cui i programmi sono adottati dalle singole regioni;
    un fattore invece, non affrontato nei programmi di azione, è la pressione derivante dalle colture orticole, considerato che, in alcune zone, le colture orticole pongono rischi notevoli per le acque a causa dell'intensità della coltivazione e delle caratteristiche della coltura. Su questo versante tuttavia, Commissione, Stati membri e comunità stanno lavorando per migliorare la conoscenza e la pratica;
    la relazione della Commissione COM(2013)683 final evidenzia, infine, che la direttiva sui nitrati sta contribuendo a ridurre le emissioni di ossido di azoto e ammoniaca, grazie ad una migliore gestione degli effluenti di allevamento ed all'ottimizzazione dell'utilizzo dei fertilizzanti in base al fabbisogno delle colture,

impegna il Governo:

   ad esercitare il potere sostitutivo, secondo quanto previsto dall'articolo 8 della legge 5 giugno 2003 n. 131, nei riguardi delle regioni e delle province autonome che non hanno provveduto all'aggiornamento delle zone vulnerabili da nitrati di origine agricola, anche sulla base dei criteri contenuti nell'accordo Stato-regioni del 2011, posto che in data 18 dicembre 2013 ne sono già decorsi i termini inutilmente, ed a rendere edotti le competenti Commissioni parlamentari circa le misure effettivamente adottate dalle regioni e dalle province autonome, allo scopo di tutelare e risanare le acque dall'inquinamento da nitrati di origine agricola ed extra-agricola;
   ad assicurare in tempi rapidi un monitoraggio accurato, attraverso anche il potenziamento della rete e dei punti di monitoraggio, in modo da coprire il più possibile il territorio nazionale, nonché attraverso tecniche, come analisi isotopiche dell'acqua di falda, che allo stato attuale, rappresentano il mezzo scientifico più affidabile e oggettivo, per dirimere la questione dell'inquinamento delle falde dai nitrati, individuando quindi la responsabilità del sistema agricolo rispetto a quelle dei sistemi civili ed industriali;
   ad assumere ogni iniziativa di competenza per raccogliere maggiori informazioni sulle capacità dei depositi di effluenti zootecnici attualmente disponibili a livello di aziende agricole, ed eventualmente ad assumere iniziative per finanziare, anche tramite misure legate ai piani di sviluppo regionali o al piano di sviluppo rurale nazionale, opere di miglioramento aziendale che prevedano l'installazione di depositi/serbatoi idonei rispetto ai quantitativi di effluenti prodotti;
   a valutare l'opportunità, in linea con le previsioni della Commissione espresse nella relazione citata in premessa, di assumere iniziative per modificare l'estensione dei territori su cui si applicano le misure dei programmi di azione, posto che l'applicazione a territori troppo piccoli o frammentati, come nel caso delle regioni italiane, potrebbe inficiare l'efficacia dei programmi di azione nel prevenire e ridurre l'inquinamento delle acque provocato dai nitrati;
   ad assumere ogni iniziativa di competenza affinché si introducano nei programmi di azione regionali, in linea con le previsioni della Commissione, degli Stati membri e della comunità scientifica, misure specifiche affinché si possa fronteggiare la pressione, in termini di apporto di nitrati, esercitata dalle colture orticole, data l'intensità e considerate le caratteristiche della coltivazione in determinate aree del Paese;
   a valutare l'opportunità, in linea con le previsioni della Commissione espresse nella relazione citata in premessa, di applicare le misure restrittive adottate nelle zone vulnerabili da nitrati anche nelle zone non vulnerabili, al fine di proseguire nella virtuosa riduzione delle emissioni di ossido di azoto e ammoniaca in atmosfera.
(7-00521) «Gagnarli, L'Abbate, Lupo, Gallinella, Massimiliano Bernini, Benedetti, Parentela».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

programma d'azione

inquinamento d'origine agricola

sostanza tossica