ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00472

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 299 del 26/09/2014
Abbinamenti
Atto 7/00454 abbinato in data 14/10/2014
Atto 7/00477 abbinato in data 14/10/2014
Atto 7/00491 abbinato in data 29/10/2014
Firmatari
Primo firmatario: VENITTELLI LAURA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 26/09/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
AGOSTINI LUCIANO PARTITO DEMOCRATICO 26/09/2014
OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO PARTITO DEMOCRATICO 26/09/2014
ANTEZZA MARIA PARTITO DEMOCRATICO 26/09/2014
ANZALDI MICHELE PARTITO DEMOCRATICO 26/09/2014
CARRA MARCO PARTITO DEMOCRATICO 26/09/2014
CENNI SUSANNA PARTITO DEMOCRATICO 26/09/2014
COVA PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 26/09/2014
COVELLO STEFANIA PARTITO DEMOCRATICO 26/09/2014
DAL MORO GIAN PIETRO PARTITO DEMOCRATICO 26/09/2014
FIORIO MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO 26/09/2014
MARROCU SIRO PARTITO DEMOCRATICO 26/09/2014
MONGIELLO COLOMBA PARTITO DEMOCRATICO 26/09/2014
PALMA GIOVANNA PARTITO DEMOCRATICO 26/09/2014
PRINA FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO 26/09/2014
ROMANINI GIUSEPPE PARTITO DEMOCRATICO 26/09/2014
SANI LUCA PARTITO DEMOCRATICO 26/09/2014
TARICCO MINO PARTITO DEMOCRATICO 26/09/2014
TENTORI VERONICA PARTITO DEMOCRATICO 26/09/2014
TERROSI ALESSANDRA PARTITO DEMOCRATICO 26/09/2014
ZANIN GIORGIO PARTITO DEMOCRATICO 26/09/2014


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Stato iter:
12/11/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO PARLAMENTARE 14/10/2014
BENEDETTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE
AGOSTINI LUCIANO PARTITO DEMOCRATICO
ROMANINI GIUSEPPE PARTITO DEMOCRATICO
 
ILLUSTRAZIONE 22/10/2014
VENITTELLI LAURA PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO GOVERNO 29/10/2014
OLIVERO ANDREA VICE MINISTRO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 12/11/2014
SANI LUCA PARTITO DEMOCRATICO
BENEDETTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE
VENITTELLI LAURA PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO GOVERNO 12/11/2014
CASTIGLIONE GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
PARERE GOVERNO 12/11/2014
CASTIGLIONE GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 14/10/2014

DISCUSSIONE IL 14/10/2014

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 14/10/2014

DISCUSSIONE IL 22/10/2014

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 22/10/2014

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 29/10/2014

DISCUSSIONE IL 29/10/2014

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 29/10/2014

DISCUSSIONE IL 12/11/2014

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 12/11/2014

ACCOLTO IL 12/11/2014

PARERE GOVERNO IL 12/11/2014

APPROVATO IL 12/11/2014

CONCLUSO IL 12/11/2014

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00472
presentato da
VENITTELLI Laura
testo di
Venerdì 26 settembre 2014, seduta n. 299

   la XIII Commissione,
   premesso che:
    la filiera produttiva del settore primario della pesca è in una fase di straordinaria difficoltà; dal 2000, la produttività si è quasi dimezzata (-48,84 per cento); il personale imbarcato si è ridotto di circa il 40 per cento (persi 20.000 posti di lavoro diretti) a fronte di una riduzione della flotta del 30 per cento. I ricavi della pesca marittima si sono contratti del 31 per cento, con una crisi (di redditività che ha raggiunto dimensioni straordinarie per il concomitante aumento dei costi di produzione delle imprese, anche per effetto dell'aumento del costo del gasolio. Il deficit della bilancia commerciale ittica si attesta sui 4,3 miliardi di euro l'anno, con una spesa sui mercati esteri di circa 11 milioni di euro al giorno;
    il settore della filiera ittica gioca un ruolo importante tra i diversi comparti che costituiscono il cluster marittimo italiano (trasporti marittimi, armamento, servizi di logistica portuale, porti, cantieristica, nautica): con un contributo di 4,4 miliardi, genera il 15 per cento del PIL, delle attività marittime, al pari della cantieristica navale, e il maggior numero di occupati, pari a circa 60 mila addetti diretti, acquacoltura compresa, rispetto agli altri segmenti del sistema marittimo (dati Censis);
    la filiera ittica nazionale fronteggia la sfida di dare attuazione alla ambiziosa riforma della Politica comune della pesca 2014-2020, entrata in vigore il 1o gennaio scorso, che impone sostanziali e gravosi cambiamenti introducendo inediti approcci alla gestione delle risorse e nuovi obblighi, come ad esempio il raggiungimento del rendimento massimo sostenibile (MSY) per tutti gli stock nel 2020, l'obbligo di sbarco delle catture sottotaglia, la redazione di piani pluriennali di gestione delle risorse e la regionalizzazione della gestione;
    i Piani di gestione pluriennali, da redigersi in forma regionalizzata e quindi di concerto con altri Stati membri, rappresentano lo strumento fondamentale per dare risposta allo stato di profonda difficoltà in cui si dibattono segmenti specifici della pesca professionale, come ad esempio ed in particolare la pesca dei piccoli pelagici e la pesca dei molluschi bivalvi, le cui catture hanno un peso notevole sulla produzione nazionale;
    il 1o gennaio 2014 è entrato in vigore anche il nuovo Fondo  europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) che dovrà sostenere e contribuire al conseguimento degli obiettivi della PCP riformata. Per l'Italia gli stanziamenti ammontano a circa 537 milioni di euro nei prossimi sette anni, stanziamenti in cui per la prima volta rientrano anche gli interventi previsti dalla Politica marittima integrata;
    a fronte di una consistente e progressiva riduzione degli stanziamenti nazionali a favore della filiera ittica per effetto degli interventi di contenimento della finanza pubblica, è una priorità strategica per il nostro Paese garantire la più immediata attivazione e la migliore capacità di spesa delle risorse europee del FEAMP, ovviando a tutte quelle lentezze ed inefficienza varie che sono culminate, quanto alla precedente gestione del Fondo Europeo Pesca (FEP), nella perdita definitiva di consistenti aiuti, soprattutto nella parte decentrata alle regioni;
    la presidenza italiana dell'Unione europea rappresenta una grande opportunità per affrontare da una posizione di leadership in Europa alcuni dossier fondamentali per la filiera ittica nazionale, che rappresentano un grave rischio per gli impatti sociali ed occupazionali attesi, quali l'attuazione, del piano d'azione (Action Plan) per i controlli delle attività di pesca professionale; la discussione delle misure contenute nella proposta di Regolamento europeo cosiddetto Omnibus (COM 889/2013); la discussione della proposta di Regolamento europeo (COM 265/2014) per la messa al bando delle reti derivanti dal 1o gennaio 2015;
    il coordinamento pesca dell'Alleanza delle cooperative italiane ha presentato al tribunale dell'Unione europea un ricorso contro l’Action Plan presentato alla Commissione europea e adottato dalla stessa con decisione C(2013) 8635 del 6 dicembre 2013 «per ovviare alle carenze del sistema italiano di controllo della pesca». Il tribunale è stato chiamato a valutare l'arbitrarietà, la proporzionalità e la consistenza di nuove e gravose limitazioni che appesantiscono ulteriormente un quadro sanzionatorio e ispettivo già iper-regolamentato e con diverse difficoltà applicative;
    la proposta di Regolamento europeo cosiddetto Omnibus (COM 889/2013) rappresenta una sorta di provvedimento ponte, in vista di un più omogeneo provvedimento sulle misure tecniche, resosi necessario per dare attuazione ed eliminare gli ostacoli legislativi relativi all'obbligo di sbarco introdotto con la riforma della Politica comune della pesca a partire dal 1o gennaio 2015. Nel testo, all'esame del Parlamento europeo, trovano spazio ulteriori obblighi introdotti a carico delle imprese di pesca (stivaggio separato delle catture sottotaglia, nuova strumentazione a bordo per il controllo a distanza delle catture, e altro);
    la proposta di Regolamento COM 265/2014 che istituisce il divieto di pesca con reti da posta derivanti a partire dal 1o gennaio 2015 prevede l'abolizione definitiva di una serie di attrezzi di pesca artigianali che in l'Italia riguardano ben 9 mestieri in totale di pesca tradizionale (tra cui manaide, occhiatara, sgomberare, ricciolara, e altro). Si tratta di mestieri che vengono esercitati stagionalmente, rappresentando una indispensabile fonte di reddito e occupazione nelle aree costiere, dove mancano reali alternative occupazionali, e dove costituiscono la base di rinomate lavorazioni gastronomiche artigianali, la cui scomparsa costituirebbe tra l'altro una perdita per le produzioni tipiche dell'agroalimentare nazionale;
    due studi scientifici condotti da enti di ricerca indipendenti per conto della stessa Commissione europea (Progetto DRIFTMED e «Study in support of the review of the eu regime on the small-scale driftnet fisheries») hanno messo in discussione l'opportunità di un bando totale, da una parte confermando la gravità dell'impatto socio-economico ed occupazionale di questa misura, dall'altra mettendo in guardia sulla incertezza delle sue ricadute ambientali, difficili da quantificare soprattutto per il rischio che lo sforzo di pesca si sposti su mestieri meno sostenibili;
    a questo scenario comunitario si aggiungono le misure di politica nazionale, non meno complesse;
    il Programma nazionale triennale 2013-2015 ha registrato ampio consenso nella categoria, ma gli strumenti nevralgici più innovativi in esso contenuti, quali il Fondo per lo sviluppo dell'imprenditoria ittica, il Piano assicurativo nazionale ed il Fondo interbancario di garanzia, sono rimasti lettera morta, perché privi di adeguate risorse finanziarie. Ciò ostacola il raggiungimento degli obiettivi prefissati per il rilancio della competitività delle imprese ittiche;
    per garantire adeguati ammortizzatori sociali agli occupati del settore della pesca, che al momento continuano ad essere esclusi dal poter beneficiare in forma stabile di queste tutele, è necessario prevedere apposite dotazioni nell'ambito del Fondo sociale per l'occupazione e la formazione (articolo 18, comma 1, decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, e succ. mod.) per la copertura degli interventi previsti dalla Cassa integrazione in deroga;
    il sovrasfruttamento delle risorse continua a rappresentare il principale ostacolo per lo sviluppo della filiera ittica, ma non va però dimenticato che contribuiscono ad aggravare la crisi del settore gli impatti delle crisi ambientali (mucillagini, cambiamenti climatici, proliferazioni algali, morie, eccetera) e di tutte le altre fonti di alterazione dell'ecosistema marino, che incidono sulla tenuta e sulla qualità delle produzioni ittiche, non ultime le attività connesse alla ricerca e sfruttamento di giacimenti di idrocarburi in mare;
    i nuovi e più qualificanti impegni derivanti dall'attuazione della riforma della Politica comune della pesca e del nuovo Feamp necessitano di una urgente e più adeguata organizzazione della Direzione generale pesca e acquacoltura, oggi sotto organico;
    è necessario sostenere il processo di transizione della pesca italiana ai cambiamenti imposti dalla riforma della politica comune della pesca e del suo nuovo strumento finanziario. È pienamente funzionale a questo obiettivo il rafforzamento delle Convenzioni tra pubblica amministrazione e Associazioni di categoria, per sostenere operatori ed imprese sul fronte degli interventi di semplificazione degli adempimenti e dell'agevolazione dell'accesso al credito,

impegna il Governo:

   a garantire una attuazione della Politica comune della pesca in linea con i principi di sostenibilità ambientale e socio-economica per valorizzare la filiera ittica come risorsa della crescita blu e dell'agroalimentare italiano di qualità;
   a promuovere il dialogo nell'area mediterranea per la realizzazione dei piani di gestione pluriennali previsti dalla Politica comune della pesca;
   ad intraprendere senza ulteriori indugi tutte le azioni possibili per dare al Fondo europeo degli affari marittimi e della pesca (FEAMP) una piena e veloce attuazione, scongiurando ritardi che potrebbero avere ripercussioni sul sistema delle imprese e sulla qualità ed efficienza dei Fondi strutturali comunitari;
   a sollecitare, nell'ambito del Consiglio dei ministri dell'Unione europea, una forte opposizione al bando totale delle reti derivanti, sulla scia di quanto già espresso dai parlamentari europei membri della Commissione pesca (PECH) in un primo scambio di vedute, la cui posizione sarà formalizzata il prossimo dicembre;
   a mettere in atto tutte le iniziative possibili per una revisione dell’Action plan sui controlli, da una parte riducendo gli adempimenti a carico degli operatori e dall'altro mettendo gli organismi dediti al controllo in grado di svolge i propri compiti;
   a prevedere nella prossima legge di stabilità sufficienti dotazioni per procedere all'attivazione dei qualificanti strumenti previsti nel programma nazionale triennale di settore, nonché a reperire risorse finanziarie per un rifinanziamento della cassa integrazione in deroga per il settore;
   a salvaguardare lo sviluppo ottimale e sostenibile di tutte le attività connesse al mare, ivi compreso lo sfruttamento dei giacimenti marini di idrocarburi, come requisito fondamentale per garantire la produttività della pena e la qualità delle produzioni ittiche;
   a procedere in tempi stretti al rafforzamento della struttura ministeriale della direzione generale della pesca e acquacoltura, colmando i ritardi dovuti alle prorogate vacatio dirigenziali;
   ad assumere le necessarie iniziative per procedere al rinnovo e al rafforzamento delle convenzioni tra pubblica amministrazione ed associazioni per una migliore qualifica della spesa e per garantire l'erogazione di servizi che non sarebbe possibile fornire se non tramite la loro esternalizzazione.
(7-00472) «Venittelli, Luciano Agostini, Oliverio, Antezza, Anzaldi, Carra, Cenni, Cova, Covello, Dal Moro, Fiorio, Marrocu, Mongiello, Palma, Prina, Romanini, Sani, Taricco, Tentori, Terrosi, Zanin».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

politica comune della pesca

politica comunitaria dell'occupazione

soppressione di posti di lavoro