ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00354

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 220 del 29/04/2014
Abbinamenti
Atto 7/00203 abbinato in data 07/05/2014
Atto 7/00335 abbinato in data 07/05/2014
Approvazione risoluzione conclusiva
Atto numero: 8/00111
Firmatari
Primo firmatario: LAVAGNO FABIO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 29/04/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ZAN ALESSANDRO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 29/04/2014
PAGLIA GIOVANNI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 29/04/2014
PELLEGRINO SERENA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 29/04/2014
ZARATTI FILIBERTO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 29/04/2014
NICCHI MARISA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 29/04/2014
AIELLO FERDINANDO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 29/04/2014
DI SALVO TITTI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 29/04/2014
AIRAUDO GIORGIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 29/04/2014
PLACIDO ANTONIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 29/04/2014
DURANTI DONATELLA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 29/04/2014
PIRAS MICHELE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 29/04/2014
PIAZZONI ILEANA CATHIA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 29/04/2014


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Stato iter:
20/05/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 07/05/2014
LAVAGNO FABIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 07/05/2014
BRATTI ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO
CARRESCIA PIERGIORGIO PARTITO DEMOCRATICO
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE
DALLAI LUIGI PARTITO DEMOCRATICO
MANNINO CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE
REALACCI ERMETE PARTITO DEMOCRATICO
 
ILLUSTRAZIONE 20/05/2015
DALLAI LUIGI PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO GOVERNO 20/05/2015
VELO SILVIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 20/05/2015
REALACCI ERMETE PARTITO DEMOCRATICO
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE
CARRESCIA PIERGIORGIO PARTITO DEMOCRATICO
CARELLA RENZO PARTITO DEMOCRATICO
GINOBLE TOMMASO PARTITO DEMOCRATICO
VILLAROSA ALESSIO MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE
DALLAI LUIGI PARTITO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 20/05/2015
VELO SILVIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 07/05/2014

DISCUSSIONE IL 07/05/2014

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 07/05/2014

DISCUSSIONE IL 20/05/2015

ACCOLTO IL 20/05/2015

PARERE GOVERNO IL 20/05/2015

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 20/05/2015

APPROVATO (RISOLUZIONE CONCLUSIVA) IL 20/05/2015

CONCLUSO IL 20/05/2015

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00354
presentato da
LAVAGNO Fabio
testo di
Martedì 29 aprile 2014, seduta n. 220

   Le Commissioni VI e VIII,
   premesso che:
    il 28 aprile 2014 è stata la giornata mondiale dedicata alle vittime dell'amianto, e nonostante la legge 27 marzo 1992, n. 257, lo abbia messo al bando vietandone l'estrazione, l'importazione ed il commercio, poco si è realmente fatto per la rimozione dell'amianto attraverso le bonifiche dei manufatti e dei siti civili ed industriali;
    infatti nel nostro Paese ancora oggi ad oltre vent'anni di distanza, l'emergenza sanitaria correlata è alta: la fibra killer continua a mietere vittime al ritmo di 2.000 l'anno e secondo autorevoli studi scientifici ed epidemiologici nei prossimi decenni, stante il lungo periodo di latenza della malattia, che può insorgere anche dopo i 30-40 anni dalla prima esposizione, si avrà un ulteriore incremento dei decessi che raggiungerà l'apice tra il 2015 e il 2025;
    i principali soggetti a rischio, e potenziali vittime dell'asbesto, sono i cosiddetti ex lavoratori, coloro cioè che sono stati a contatto con le fibre nell'attività estrattiva con l'amianto grezzo, nella produzione di manufatti, nella manutenzione degli impianti e nel settore edile. Ma ancora oggi, molti lavoratori continuano ad essere ad elevato rischio, laddove – disattendendo le previste norme di prevenzione – si opera nella filiera delle bonifiche e dello smaltimento dell'amianto. Va peraltro evidenziato anche l'alto pericolo costituito dalla dispersione nell'ambiente delle fibre di amianto che espongono a rischi di natura non professionale. L'asbesto, infatti, è stato e continua ad essere un fattore di rischio oltre che per i lavoratori anche per i loro familiari costretti ad inalare le sue particelle trattenute dagli abiti da lavoro. Questi ultimi, secondo il registro nazionale italiano dei mesoteliomi (ReNaM), costituiscono oltre l'8 per cento del totale di persone risultato esposto sia per motivi ambientali (come il luogo di residenza), che per motivi familiari (come la convivenza con familiari professionalmente esposti);
    la presenza di questo materiale altamente nocivo, che nel nostro Paese aveva trovato fino al 1992 larghissimo impiego in moltissimi settori civili, in particolare nell'edilizia, industriali e militari, distribuita in percentuali più o meno simili sull'intero territorio nazionale, si continua a rinvenire anche manufatti ancora in opera, soprattutto in grandi impianti a servizio di processi produttivi, su navi e traghetti, oltre che negli ambienti di vita pubblica, come le scuole, gli ospedali e gli altri edifici aperti al pubblico;
    secondo una stima in difetto dell'Osservatorio nazionale amianto che fotografa la situazione drammatica in cui versano gli istituti scolastici, l'amianto sarebbe presente ancora in oltre 2.400 scuole italiane e sarebbero oltre 30 mila, tra ragazzi, docenti, bidelli ed amministrativi, le persone esposte al rischio di sviluppare una patologia incurabile mediata dall'asbesto;
    i suddetti rischi legati all'elevata presenza di materiali contaminati su tutto il territorio nazionale sono amplificati dal clamoroso ritardo degli interventi di risanamento e bonifica dei siti e delle strutture in cui è presente la fibra killer, ritardo a cui hanno senza dubbio contribuito, da una parte, gli elevati costi dello smaltimento e la quasi totale assenza di discariche sul territorio nazionale, che riesce a smaltire il solo il 40 per cento del materiale rimosso mentre il restante 60 per cento viene smaltito all'estero, e dall'altra il mancato avvio dei processi di inertizzazione, fatta eccezione per piccole pratiche sperimentali condotte nella regione Sardegna;
    tuttavia, anche siti come le discariche nei quali il rischio di dispersione dovrebbe essere pari a zero, si rivelano essere pericolose sorgenti di emissione: i pacchi danneggiati e frantumati possono infatti rilasciare fibre che si concentrano nell'aerodisperso. Le stesse fibre poi, a seguito della distruzione meccanica e del dilavamento, si possono disperdere nelle falde acquifere con rilevanti conseguenze sulla salubrità delle stesse;
    anche gli interventi di bonifica nelle scuole vanno a rilento, anche a causa delle esigue risorse su cui possono contare gli enti locali;
    nonostante il decreto ministeriale 18 marzo 2003, n. 101, emanato in attuazione dell'articolo 20, comma 2, della legge 23 marzo 2001, n. 93 («Censimento dell'amianto e interventi di bonifica»), perseguisse l'obiettivo della mappatura completa della presenza di amianto sul territorio, nonché dell'individuazione dei siti di discarica o delle modalità di trattamento del materiale rimosso, ancora oggi, a distanza di oltre tredici anni, per alcune regioni italiane non si conoscono i relativi dati; pertanto, solo alcune di esse hanno individuato precisi obiettivi per l'eliminazione e lo smaltimento dell'asbesto dal proprio territorio;
    il CNR ha valutato in circa 32 milioni le tonnellate di cemento-amianto da bonificare in relazione a 2,5 miliardi di metri quadri di coperture in cemento-amianto presenti sul territorio nazionale. Grandi quantità di amianto che si presentano in diverse forme: dalle coperture di edifici pubblici e privati, canne fumarie, cisterne per l'acqua, tubazioni e condutture, ma anche in componenti che entrano in processi produttivi. Senza contare alcuni milioni di tonnellate di amianto filabile che tutt'oggi continuano a inquinare il territorio nazionale;
    nonostante il piano nazionale amianto (PNA), definito nella Conferenza governativa di Venezia (novembre 2012), che elenca una serie di obiettivi suddivisi tra cui tutela della salute, tutela dell'ambiente, aspetti di sicurezza del lavoro e previdenziali, sia stato varato dal Governo Monti nel marzo 2013, dopo più di un anno, deve ancora passare al vaglio della Conferenza Stato-regioni;
    è ormai improcrastinabile avviare la realizzazione del citato piano nazionale amianto e provvedere al relativo finanziamento delineando un adeguato programma di interventi finalizzati a sviluppare: adeguata sorveglianza sanitaria, puntuali censimenti regionali, bonifiche delle aree contaminate ed adeguate misure di accesso e di trattamento previdenziale agevolato, per tutte le categorie di lavoratori, che comunque per motivi legati all'attività lavorativa sono direttamente esposti all'amianto;
    secondo il piano nazionale amianto pubblicato nel marzo 2014 dal Ministero della salute, in funzione dei finanziamenti disponibili, tra i circa 380 siti in classe di rischio 1 devono essere individuati quelli caratterizzati da più diffusa rilevanza sociale ed ambientale, come ad esempio scuole, caserme ed ospedali in contesto urbano. Sempre secondo lo stesso piano, per gli interventi di messa in sicurezza di emergenza si può stimare un fabbisogno immediato di alcune decine di milioni di euro;
    è necessario coinvolgere il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca per mettere in atto e completare nell'arco temporale di tre-cinque anni, in modo omogeneo a livello nazionale, i necessari interventi di bonifica degli edifici scolastici, garantendo la prevenzione nei confronti della popolazione più giovane;
    la legge n. 244 del 2007 (legge finanziaria 2008), aveva istituito il «Fondo nazionale per il risanamento degli edifici pubblici» con uno stanziamento di 5 milioni di euro per il 2008, per finanziarie gli interventi diretti ad eliminare i rischi per la salute pubblica derivanti dalla presenza di amianto negli edifici pubblici, dando priorità alla messa in sicurezza degli edifici scolastici ed universitari, delle strutture ospedaliere, delle caserme, degli uffici aperti al pubblico. Detto fondo, istituito dal Governo Prodi, in realtà non è mai stato reso operativo in quanto i 5 milioni di euro che aveva in dotazione, sono stati azzerati dall'ultimo Governo Berlusconi, con il decreto-legge n. 93 del 2008;
    il reperimento delle risorse finanziarie può essere coadiuvato anche da interventi di defiscalizzazione delle attività di bonifica, come ad esempio la sostituzione delle coperture con pannelli fotovoltaici, oppure dalla previsione della esclusione delle spese destinate alla bonifica dell'amianto dal saldo finanziario del «patto di stabilità»;
    la legge n. 147 del 2013, meglio nota come legge di stabilità 2014 ha concesso una nuova proroga, a tutto il 2014, del beneficio della detrazione fiscale del 50 per cento delle spese per interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici, compresi gli interventi di bonifica degli stessi da materiali nocivi come l'amianto;
    l'articolo 15 del decreto-legge n. 63 del 2013 contiene la previsione della definizione di misure ed incentivi selettivi di carattere strutturale finalizzati a favorire la realizzazione di interventi per il miglioramento, l'adeguamento antisismico, la messa in sicurezza degli edifici esistenti, nonché di interventi per promuovere la sostituzione delle coperture dell'amianto negli edifici,

impegnano il Governo:

   ad approvare definitivamente il piano nazionale amianto, prevedendo i finanziamenti necessari alla sua completa attuazione;
   ad attivarsi, per quanto di competenza e in accordo con le regioni, affinché entro un anno sia concluso il programma dettagliato di censimento, bonifica e smaltimento dei materiali contaminati, anche tramite i piani regionali amianto;
   ad assumere iniziative per incrementare le risorse assegnate al fondo per le vittime dell'amianto, istituito dalla legge finanziaria per il 2008, e rivedere l'attuale normativa pensionistica, per garantire benefici, oltre che ai lavoratori colpiti da patologie asbesto-correlate, anche a coloro che per motivi di servizio sono esposti direttamente all'agente patogeno;
   ad assumere iniziative per escludere dal saldo finanziario rilevante ai fini della verifica del rispetto del patto di stabilità interno le spese per gli interventi di messa in sicurezza e bonifica dell'amianto;
   ad attivarsi in sede europea affinché vengano scorporati, dai saldi di finanza pubblica relativi al rispetto del patto di stabilità e crescita, le risorse stanziate per gli interventi di messa in sicurezza e bonifica dell'amianto;
   ad ottemperare al più presto a quanto stabilito dall'articolo 15 del decreto-legge n. 63 del 2013, assumendo iniziative per definire disposizioni di carattere strutturale al fine di stabilizzare il regime delle detrazioni fiscali attualmente previste per gli interventi di bonifica dei manufatti contenenti amianto dagli edifici, anche valutando l'opportunità di incrementarne le vigenti percentuali di detraibilità;
   ad assumere iniziative per finanziare adeguatamente il Fondo nazionale per il risanamento degli edifici pubblici, istituito dalla legge finanziaria per il 2008, e mai reso operativo per mancanza di risorse, dando priorità alla messa in sicurezza e bonifica degli edifici scolastici ed universitari, delle strutture ospedaliere, delle caserme, degli uffici aperti al pubblico;
   a procedere senza ulteriori rinvii ad assumere tutte le iniziative, anche normative, per la completa bonifica dall'amianto nelle scuole italiane, recuperando in tempi rapidi le risorse già stanziate ed i fondi europei già destinati, ed escludendo, ai fini del computo del saldo finanziario rilevante per la verifica del rispetto del patto di stabilità interno di cui agli articoli 31 e 32 della legge 12 novembre 2011, n. 183, le spese in conto capitale effettuate da regioni ed enti locali mediante utilizzo delle risorse proprie e delle risorse provenienti dallo Stato, necessarie per la realizzazione di opere immediatamente cantierabili finalizzate alla messa in sicurezza ed alla bonifica dell'amianto negli edifici scolastici.
(7-00354) «Lavagno, Zan, Paglia, Pellegrino, Zaratti, Nicchi, Aiello, Di Salvo, Airaudo, Placido, Duranti, Piras, Piazzoni».

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

L 2011 0183

EUROVOC :

amianto

sicurezza del lavoro

protezione del consumatore

edificio pubblico

istituto di istruzione

rischio sanitario