ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00295

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 184 del 06/03/2014
Firmatari
Primo firmatario: SCOTTO ARTURO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 06/03/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PILOZZI NAZZARENO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 06/03/2014


Commissione assegnataria
Commissione: I COMMISSIONE (AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI)
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00295
presentato da
SCOTTO Arturo
testo di
Giovedì 6 marzo 2014, seduta n. 184

   Le Commissioni I e III,
   premesso che:
    le istituzioni italiane all'estero hanno sofferto, negli ultimi anni, di un progressivo abbandono;
    esse, infatti, sono rimaste statiche e arretrate, restie al rinnovamento, in contraddizione con l'ampissima ondata migratoria italiana degli ultimi 10/15 anni, con i nuovi compiti imposti dalla globalizzazione e dall'esigenza imprescindibile di sviluppo politico e culturale dell'Unione europea;
    le istituzioni non riescono a rappresentare e tutelare le nuove dinamiche dell'emigrazione che coinvolgono, in particolare, giovani e precari;
    questi migranti, pur rappresentando oggi una specie di avanguardia italiana per un'Europa davvero unita politicamente e culturalmente, sono per la stragrande maggioranza estranei alle istituzioni italiane all'estero, a cui si rivolgono spesso solo per pratiche burocratiche, avendone in generale un'opinione cattiva o spesso addirittura neppure conoscendole;
    gli italiani che vivono o hanno vissuto fuori dai confini nazionali sono spesso portatori di punti di vista nuovi e inediti sul nostro Paese e sul mondo, soprattutto sulle esperienze di emarginazione vissute dai nostri emigrati nel secolo scorso, che possono aiutare a costruire una giusta politica dell'integrazione per tutti i migranti di oggi;
    l'inadeguatezza delle istituzioni è collegata al più generale problema dei gravi arretramenti che si stanno registrando nelle politiche per gli italiani all'estero;
    le istituzioni italiane all'estero possono e devono rappresentare un fondamentale canale d'integrazione nel Paese ospitante;
    il giudizio, già da tempo negativo, sulle politiche di emigrazione, è aggravato dalle ulteriori recenti misure del Governo Letta e dalle inadempienze che continuano a manifestarsi in relazione a punti fondamentali e qualificanti;
    la chiusura di consolati implica la cessazione di servizi essenziali per i cittadini italiani all'estero, anche in centri particolarmente significativi, ed il rischio che tali servizi vengano esternalizzati a patronati o enti privati;
    sono indiscutibili la centralità del servizio pubblico, la chiarezza dei rispettivi ruoli e funzioni e l'efficiente espletamento dei suoi compiti;
    i Comitati degli italiani all'estero (ComItEs) sono sempre più istituzioni chiuse in sé stesse, specie dopo i ripetuti ed antidemocratici rinvii delle elezioni loro concernenti, rinvii che li hanno portati a vivere il doppio del mandato naturale;
    il settore della cultura e della tutela della lingua italiana all'estero è stato pesantemente colpito dalla spending review operata dal Governo Monti;
    inoltre, negli ultimi mesi è stato tagliato ulteriormente il già modesto budget per gli Istituti di cultura all'estero, con la soppressione di 8 sedi (erano 11 nel progetto iniziale), ovvero quelle di Vancouver, Ankara, Salonicco, Lussemburgo, Lione, Wolfsburg, Stoccarda, Francoforte;
    all'anno tutti gli 89 istituti italiani di cultura costano complessivamente, per spese di funzionamento e promozione culturale, circa 12 milioni di euro, una somma irrisoria se confrontata a quella spesa da altri Paesi, come la Francia e la Germania;
    i tagli operati comportano risparmi inferiori al milione di euro l'anno, mostrando come la perdita in termini culturali sia di gran lunga superiore al guadagno economico per le casse dello Stato;
    il settore degli Istituti di cultura all'estero presenta diverse criticità: direttori di nomina governativa talvolta alquanto improbabili, ex professori assunti senza concorso per cooptazione fino all'inizio degli anni 2000, gravi casi di sprechi e incompetenza, e questo senza contare i faraonici stipendi di diplomatici e funzionari;
    i più recenti tagli sono stati del tutto casuali e lineari, dettati soltanto dall'idea discutibile che l'Europa non sia più «terra di missione», e senza considerare i casi specifici: basterebbe pensare come la sede di Salonicco costi all'anno 18.000 euro allo Stato e ne incassi più di 100.000 dai corsi di lingua;
    sembrerebbe necessario immaginare un nuovo approccio alla cultura, basato sul confronto tra tradizioni culturali differenti, sul plurilinguismo di cittadinanza e sull'intercomprensione, anche in vista della costruzione di un'Europa realmente unita;
    in questi anni è mancato, inoltre, uno scambio critico e significativo con le comunità ospitanti, con le altre comunità straniere e le loro istituzioni culturali, educative e di ricerca, che coinvolgesse enti per la valorizzazione del patrimonio culturale italiano e università, per promuovere la ricerca scientifica italiana e per fornire collaborazioni a studiosi e studenti italiani all'estero;
    l'attuale sistema di tassazione per gli italiani all'estero presenta notevoli criticità: ad esempio il sistema attuale lascia discrezionalità ai comuni nel decidere se considerare la prima casa degli italiani all'estero come tale o come seconda casa ai fini dell'IMU, abolendo il sistema attuale che lascia discrezionalità ai comuni di considerarla come seconda casa;
    è fondamentale rappresentare tutte le sfaccettature della nostra emigrazione, e cioè sia chi è lontano da tempo ma continua a sentirsi italiano e a mantenere legami con l'Italia, sia chi fa parte delle più giovani generazioni, le cui dinamiche d'emigrazione sono indiscutibilmente più eterogenee e mutevoli;
    l'attuale sistema basato sul voto postale ha mostrato negli ultimi anni profonde carenze, numerose irregolarità e gravi problemi organizzativi;
    considerate le difficoltà riscontrate negli anni nell'organizzare l'attività politica all'estero, i servizi consolari, nel rispetto massimo della neutralità delle istituzioni, dovrebbero avere un ruolo d'agevolazione della partecipazione al voto e del coinvolgimento nelle campagne elettorali e referendarie dei cittadini italiani all'estero, fornendo spazi agli attori politici e sociali;
    una riforma delle leggi sulla cittadinanza per tutelare i diritti degli immigrati presenti sul territorio italiano non sarebbe in alcun modo in contraddizione con la tutela dei diritti dei cittadini italiani emigrati all'estero,

impegnano il Governo:

   a non procedere ad una chiusura indiscriminata dei consolati, ed a provvedere al ripristino dei servizi consolari essenziali nei centri più significativi, senza cedere a esternalizzazioni a patronati o altri enti privati;
   a promuovere una riforma dei ComItEs finalizzata a renderli luoghi di vera democrazia partecipativa degli italiani all'estero, non limitata al mero aspetto elettorale ma anche e soprattutto alla necessità di una maggiore rappresentatività della comunità di italiani residenti all'estero, della previsione di poteri decisionali, e non solo consultivi, e di un aumento delle risorse e di un'assoluta trasparenza nel loro impiego;
   a promuovere, anche in ragione di eventuali modifiche della legge sul voto all'estero e della legge sui ComItEs, una riforma concernente composizione e funzioni del CGIE (Consiglio generale degli italiani all'estero), così da raccordare quest'ultimo alle altre istituzioni all'estero;
   ad avviare la costituzione di una rete capillare di contatti ed iniziative condivise e un'informazione puntuale ed esaustiva sulle stesse, a partire dal potenziamento delle piattaforme online per scopi comunicativi;
   a tutelare i diritti dei lavoratori delle istituzioni italiane all'estero, a migliorare qualità ed efficienza degli uffici e a garantire trasparenza nelle procedure di assunzione;
   ad evitare un'ulteriore riduzione dei fondi per la cultura e la tutela della lingua italiana all'estero, un settore già sottoposto ai tagli della spending review del Governo Monti;
   a predisporre una riforma degli Istituti italiani di cultura, che ribadisca la centralità dello Stato e promuova apertura e coinvolgimento diretto delle italiane e degli italiani che vivono all'estero, prevedendo la creazione di comitati di gestione democratica con poteri ampi, la netta riduzione degli «stipendi d'oro» e l'obbligo di resoconti periodici sulle attività svolte;
   a prevedere che la selezione del personale (di qualsiasi livello) degli Istituti italiani di cultura sia basata esclusivamente su trasparenza, qualità e merito, valorizzando le risorse umane ed artistiche italiane presenti nel mondo;
   ad intensificare i rapporti con le comunità ospitanti, con le altre comunità straniere e le loro istituzioni culturali, educative e di ricerca;
   ad ampliare l'offerta di corsi di lingua e cultura italiana, regolando i prezzi dei corsi in base alle condizioni economiche di chi vi accede e selezionando insegnanti qualitativamente preparati e culturalmente attivi;
   a valorizzare, anche nella politica nazionale, del punto di vista degli italiani all'estero;
   ad avviare un ragionamento per valutare le criticità relative alla tassazione per gli italiani all'estero e garantirne l'equità;
   ad avviare in maniera urgente un approfondimento per elaborare una proposta di riforma del sistema di voto all'estero, che difenda la reale e fattiva possibilità per gli italiani all'estero di esercitare il loro diritto di voto nel pieno rispetto della Costituzione;
   a promuovere un'eventuale riforma che garantisca il diritto di voto anche dei «temporanei» non iscritti all'AIRE, tramite ovviamente opportune modalità di registrazione;
   a ridiscutere le modalità pratiche del voto in modo da garantire che esso sia personale, libero e segreto come previsto dalla Costituzione;
   a predisporre una grande riforma delle leggi sulla cittadinanza per tutelare i diritti degli immigrati presenti sul territorio italiano, prevedendo, tra l'altro, percorsi agevolati per coloro che hanno rinunciato forzatamente alla cittadinanza per adeguarsi a provvedimenti del Paese di residenza o convenzioni internazionali.
(7-00295) «Scotto, Pilozzi».

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

COMITATO DEGLI ITALIANI ALL'ESTERO (COMITES)

EUROVOC :

revisione della legge

consolato

relazioni internazionali

diritto degli stranieri

organizzazione culturale

integrazione dei migranti

partecipazione elettorale