ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00190

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 126 del 27/11/2013
Firmatari
Primo firmatario: DURANTI DONATELLA
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 27/11/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PIRAS MICHELE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 27/11/2013


Commissione assegnataria
Commissione: IV COMMISSIONE (DIFESA)
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00190
presentato da
DURANTI Donatella
testo di
Mercoledì 27 novembre 2013, seduta n. 126

   La IV Commissione,
   premesso che:
    il 31 dicembre 2012 è stata approvata la legge n. 244 per il conferimento di una delega al Governo per il complessivo riordino dello strumento militare che prevede significative implicazioni sia sulla I dotazione strumentale che su quella organica del personale militare e civile preposto al medesimo settore;
    a seguito di tale legge delega sono stati trasmessi al Parlamento in data 2 ottobre 2013 gli schemi di decreto legislativo A.G. 32 recante disposizioni in materia di revisione in senso riduttivo dell'assetto strutturale e organizzativo delle Forze armate e A.G. 33 recante disposizioni in materia di personale militare e civile del Ministero della difesa, nonché misure per la funzionalità della (medesima amministrazione, con data 1o dicembre come termine per l'espletamento del parere;
    lo  schema di decreto legislativo n. 32, sottoposto a parere, secondo i firmatari del presente atto delinea un marcato verticismo dell'ordinamento militare comprimendo notevolmente la linea di comando sul Capo di Stato Maggiore della difesa, in pregiudizio sia delle attribuzioni proprie dei Capi di Stato maggiore di forza armata che del segretario generale della difesa, ampliando di molto sue competenze rispetto a quanto previsto dal codice dell'ordinamento militare e dalla legge 25 del 1997;
   a seguito degli interventi si prevede un riequilibrio della spesa con una previsione del 50 per cento per il settore del personale, il 25 per cento per il settore dell'esercizio e il 25 per cento per il settore dell'investimento. Tale proporzione viene definita «ottimale», ma in realtà ci sono degli ulteriori fattori che andrebbero presi in considerazione;
   primo fra tutti va rivelato che il comparto difesa ha avviato numerosi investimenti per acquistare nuovi armamenti. Le risorse per tali investimenti provengono da altri dicasteri, come ad esempio il Ministero dello sviluppo economico a cui sono capitolate, ad esempio, le spese per le fregate Freem (5,6 miliardi di euro), i blindati Freccia (1,5 miliardi), jet d'addestramento Aermacchi M-346 (220 milioni per la prima tranche), il kit «soldato futuro» (880 milioni), gli elicotteri NH-90 (3.895 milioni) e gli elicotteri Agusta AVV-101 (740 milioni). Queste sono soltanto alcune delle più significative spese per armamenti e sistemi d'arma «in quota» al Ministero dello sviluppo economico. Anche il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca contribuisce per altri investimenti;
   questi nuovi armamenti presuppongono oltre l'acquisto, la loro manutenzione funzionale e allora viene da chiedersi in base a quali valutazioni si procede al taglio di un terzo del personale civile addetto a tale ruolo e alla dismissione dei siti, degli impianti e degli arsenali a tale scopo preposti;
   anche se lo scopo principale del contenimento della spesa della difesa potrebbe essere condivisibile, ne deriva, dai decreti, un aumento della parte destinata agli armamenti e un abbattimento di quella del personale;
   nello specifico si prevede che entro il 2024 il «taglio» di 33.000 militari e circa 10.000 tra il personale civile a cui si aggiungono gli ulteriori tagli già previsti da precedenti provvedimenti e ancora in fase di attuazione. Su tali tagli si sono espresse rilevanti perplessità delle organizzazioni sindacali e degli altri soggetti sentiti durante le audizioni collegate ai provvedimenti;
   in Francia, a fronte di 235.230 militari ci sono 69.990 civili con un rapporto di 1 civile ogni 3,36 militari (fonte: «Les Chiffres Clés de la Défense, édition 2011»). in Gran Bretagna, a fianco di 175.940 soldati lavorano 70.940 impiegati, cioè 1 ogni 2,48 (fonte «UK Armed Forces Quarterly Manning Report – 1o January 2012» e «Quarterly Civilian Personnel Report – 1o April 2012»). Da noi, per 182.336 militari (fonte Conto annuale del Tesoro 2010) al 31 luglio 2012, 29.646 civili cioè il rapporto è di 6,15 soldati ogni impiegato o operaio civile. Con l'attuazione della legge n. 244 del 2012 arriveremmo al rapporto di 1 civile ogni 7,5 militari e tale proporzione metterebbe irrimediabilmente a rischio il processo di «civilizzazione» del Ministero della difesa;
   i provvedimenti di revisione, accorpamento e soppressione delle strutture militari coinvolgeranno decine di territori, i quali hanno manifestato profondo disagio per gli effetti economici e sociali che ne deriverebbero in mancanza di adeguate iniziative di compensazione del danno arrecato;
   il Governo nel corso della seduta della Commissione difesa della Camera del 30 maggio 2013, in risposta all'interrogazione a risposta immediata 5-00205 prevedeva in merito ai decreti discendenti dalla legge delega in oggetto di «consentire al Parlamento, attraverso un confronto aperto, partecipativo e scevro da posizioni pregiudiziali, di poter esercitare la sua funzione di indirizzo e di controllo e di poter apportare ogni misura correttiva necessaria,

impegna il Governo

a assumere un'iniziativa normativa urgente per prorogare la scadenza dei termini della legge delega n. 244 del 2012, per consentire al Parlamento di esercitare a pieno la sua funzione di indirizzo e controllo su provvedimenti complessi e ad alto impatto economico e sociale come gli schemi, di decreti legislativi in questione.
(7-00190) «Duranti, Piras».

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